sabato 29 gennaio 2011

Referendum, la Consulta dà ragione ai movimenti per l'acqua bene comune



Le motivazioni della Corte sull'ammissibilità dei due referendum confortano anche noi altamurani impegnati nella promozione dell'acqua bene comune.
In tutti i nostri incontri abbiamo spiegato ai cittadini e agli amministratori che hanno voluto ascoltarci che il diritto comunitario non ci imponeva di privatizzare e che il decreto Ronchi, quindi, non andava accettato come inevitabile ma contrastato in quanto opzione né conveniente né moralmente accettabile.
E' una piccola vittoria, ma sono le gocce a creare l'oceano.

La Corte costituzionale nella giornata del 26 gennaio ha depositato le sentenze con cui motiva le dichiarazioni di ammissibilità dei due quesiti referendari sull'acqua depositati dal Comitato Referendario “2 Sì per l'Acqua Bene Comune”.
Sentenze che rendono giustizia alle ragioni dei promotori dei referendum e che smentiscono in primis l'ex ministro Ronchi e quanti avevano sostenuto che il Decreto che porta il suo nome era un atto dovuto in attuazione di obblighi comunitari. La Corte definisce che l'abrogazione di tale provvedimento avrà come diretta conseguenza l'applicabilità immediata nell’ordinamento italiano della normativa comunitaria la quale prevede la possibilità di gestione pubblica.
La Corte, con riferimento al secondo quesito ammesso, chiarisce una volta per tutte che con l’eliminazione del riferimento all' «adeguatezza della remunerazione del capitale investito» si persegue la finalità di rendere estraneo alle logiche del profitto il governo e la gestione dell’acqua, ne consegue una normativa immediatamente applicabile.
Una prima vittoria dei movimenti per l'acqua bene comune.
Il Comitato sollecita il Governo all'approvazione di un immediato provvedimento di moratoria sulla privatizzazione dei servizi idrici e a fissare la data di indizione dei referendum; rinnova la richiesta di accorpamento della consultazione alle elezioni amministrative della prossima primavera, per consentire ai cittadini di esprimersi su due referendum che porteranno alla ripubblicizzazione dell’acqua.
Il 5 e il 6 febbraio il popolo dell'acqua torna in piazza per lanciare con banchetti ed eventi l'autofinanziamento della campagna referendaria (tutte le informazioni su www.referendumacqua.it).
Roma, 27 gennaio 2011


Il Comitato Referendario "2 Sì per l'Acqua Bene Comune" sceglie il logo per la campagna referendaria. Abbiamo chiesto a tutti i grafici che avevano collaborato con il Comitato, e a tutti i nostri simpatizzanti esperti di grafica di mandarci le loro creazioni. Trovate qui tutte quelle ricevute. Cliccate, votate entro martedì 1 febbraio alle 19.00 e scegliamo tutte e tutti insieme il logo per la nostra campagna referendaria.

giovedì 27 gennaio 2011

GENOCIDI

TRATTO DAL SITO: DIRITTO DI CRITICA

Scritto da Erica Balduzzi il 27 gennaio 2011

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa, in marcia verso Berlino, abbattono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz. Il mondo si trova dinnanzi per la prima volta all’orrore del genocidio nazista: da quel momento nomi come Auschwitz-Birkenau, Treblinka o Mauthausen diventano dolorosamente famosi, simboli eterni ed agghiaccianti del piano razziale di Hitler. Dalle testimonianze dei sopravvissuti e dal ritrovamento degli strumenti di tortura e di annientamento nei vari campi fu possibile scoprire la vera natura della ‘soluzione finale’ volta allo sterminio totale del popolo ebreo e di quei gruppi non conformi al disegno nazista di purezza e perfezione della razza ariana: rom, omosessuali, neri, malati di mente, comunisti, slavi e via dicendo. Tutti quei gruppi definiti Untermenschen, ‘sottopersone’. Tra il 1941 ed il 1945 nei campi di concentramento e di sterminio istituiti dal regime nazionalsocialista morirono tra i dieci e i quattordici milioni di persone.

Numeri che hanno reso l’Olocausto forse il genocidio più tristemente famoso del Novecento, quando non di tutta la storia fino ad oggi. Famoso ma, purtroppo, non unico: se infatti le testimonianze dei sopravvissuti e lo sdegno internazionale hanno fatto molto affinché nulla di quanto accaduto in quegli anni andasse dimenticato, lo stesso non si può dire di altri genocidi che nell’ultimo secolo hanno insanguinato il pianeta. Se si considera valida la definizione stabilita dall’ONU, secondo cui costituiscono genocidio ‘gli atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso’, è forse giusto che accanto alle vittime della follia nazista nel Giorno della Memoria si ricordino anche le vittime di altri genocidi che invece sono stati dimenticati

Armenia. Il genocidio armeno fu il primo del ‘900: tra il 1915 ed il 1916 il governo turco condusse una campagna di eliminazione sistematica della minoranza armena, già perseguitata dal sultano Abdul Hamid II tra il 1895 ed il 1897 perchè considerata nemica di religione oltre che alleata della Russia contro l’impero ottomano: solo in quell’occasione, definita ‘primo genocidio armeno’, nei pogrom furono uccise più di duecentomila persone. Quando salirono al potere i Giovani Turchi, i primi anni del ’900, la loro idea di una federazione di tutti i popoli inclusi nell’impero ottomano servì a mascherare in realtà un feroce nazionalismo turco che vedeva nell’elemento armeno un pericolo interno da distruggere. Si iniziò il 24 e 25 aprile 1915 con la deportazione e lo sterminio dell’intera intellighenzia armena (giornalisti, intellettuali, scrittori, persino parlamentari), per poi proseguire con arresti di massa della popolazione ed estenuanti ‘marce della morte’ nel deserto senza né cibo né acqua, mentre l’esercito turco massacrava i civili a macchia di leopardo in tutto il territorio. Fu solo con la fine della Prima Guerra Mondiale ed il conseguente trattato di Sèvres (1920) che si stabilì l’esistenza di uno stato armeno. Il governo turco non ha ancora riconosciuto il genocidio come tale e in Turchia è in vigore ancora oggi la legge del 1927 che vieta agli armeni l’ingresso nel Paese. Il numero di morti tra il 1915 ed il 1916 è stato stimato tra un milione e un milione e mezzo.

Holodomor, Ucraina. Con holodomor (dal russo moryty holodom, letteralmente ‘infliggere la morte per fame’) si indica una carestia ideata e realizzata dal regime comunista di Stalin nei primi anni Trenta per indebolire l’Ucraina e la sua tradizione di aziende agricole private. Dapprima si assistette ad una collettivizzazione forzata delle strutture agricole, alla quale si opposero i ricchi contadini e proprietari terrieri (i kulaki) del ‘granaio d’Europa’ che furono con questa scusa deportati in Siberia, dove morirono a migliaia. La collettivizzazione provocò una prima carestia e le confische alimentari dovennero una prassi istituzionalizzata, ma fu alla fine del 1932 che la situazione precipitò definitivamente: le autorità iniziarono a requisire non sono il grano ma qualunque genere alimentare e attrezzo agricolo nelle campagne, distrussero i forni da cucina, vietarono il possesso di cibo nelle zone rurali e qualunque tipo di commercio alimentare e arrivarono ad stabilire la pena di morte per chi rubasse qualcosa da mangiare. Dopo questi provvedimenti la gente cominciò a morire in massa: dapprima i bambini, poi gli uomini e gli anziani ed infine le donne. In tutto morirono di fame tra i sette ed i dieci milioni di persone: un numero che si aggiunge ai morti nei campi di lavoro in Siberia istituiti dal regime staliniano, i cosiddetti ‘gulag’, dove secondo le stime persero la vita all’incirca sei milioni di persone. L’holodomor è stato riconosciuto come crimine contro l’umanità dal Parlamento Europeo solo nel 2008.

Nigeria. La guerra civile scoppiò nel 1967, a seguito delle pressioni indipendentiste del popolo Igbo che aveva proclamato la Repubblica del Biafra nella zona sudorientale del Paese. La risposta del governo nigeriano a questa dichiarazione non si fece attendere: nel Biafra si trovano infatti i quattro quinti del petrolio nigeriano. Nel corso del conflitto, conclusosi nel 1970 a favore della Nigeria, si calcola che siano morte all’incirca due milioni di persone, soprattutto a causa di fame e malattie e tre milioni circa furono i profughi in fuga dalla zona. Tutte le infrastrutture delle regioni Igbo furono completamente distrutte. La guerra civile oltre alle vittime provocò anche una progressiva discriminazione del popolo Igbo, tanto nel settore pubblico quanto nel privato, che li ha resi uno dei gruppi etnici più poveri sulla terra. I leader del Biafra spingono affinché i crimini commessi durante la guerra civile siano riconosciuti come genocidio.

Cambogia. Il genocidio avvenuto in Cambogia è forse uno dei meno noti in Occidente, sia per il tentativo dei Khmer rossi di nascondere i loro crimini, sia per una certa distrazione mediatica nei confronti di zone del mondo ritenute ‘periferiche’. Tra il 1975 ed il 1979 i Khmer rossi guidati da Pol Pot occuparono il Paese: l’intera popolazione venne classificata in categorie come ‘popolo nuovo’ (da rieducare nei cosiddetti ‘campi di rieducazione’ o ‘killing fields’), ‘sotto-popolo’ e ‘traditori’ (da eliminare). Vittime delle persecuzioni del regime rosso furono le minoranze vietnamite, cinese e musulmana Cham, ma anche chiunque avesse una laurea o esercitasse una libera professione, considerata ‘borghese’ e quindi da estirpare in funzione dell’egualitarismo rurale instaurato nel Paese. I Khmer rossi sterminarono all’incirca due milioni di cambogiani su una popolazione di 7,7 milioni di abitanti. A mettere fine ai soprusi fu l’invasione della Cambogia da parte del Vietnam, che costrinse i Khmer rossi alla fuga sulle montagne, ma non è ancora stato istituito un tribunale internazionale per portare giustizia al popolo cambogiano.

Ruanda. La storia del Ruanda è segnata in modo inequivocabile dal genocidio del 1994, che vide accanirsi le milizie locali e le bande di etnia hutu contro la minoranza tutsi, uno scontro esploso a seguito delle tensioni accumulatesi negli anni. Il Belgio – affidatario della regione dal 1924 tramite un mandato ONU – aveva infatti costretto i ruandesi ad inserire sulla carta d’identità l’etnia di appartenenza e aveva fornito il suo appoggio all’etnia tutsi in nome delle teorie fisiognomiche che vedevano nei tutsi, più alti e slanciati e con la pelle un po’ più chiara rispetto agli hutu, un’etnia superiore. Negli anni ’50, gli hutu iniziarono a ribellarsi ai tutsi, che nel frattempo premevano per ottenere l’indipendenza dal Belgio: il Belgio scelse dunque di sostenere la ‘rivoluzione hutu’. Nel 1962, il Ruanda divenne stato indipendente, ma ciò non placò gli scontri che si susseguirono negli anni tra gli estremisti tutsi del Fronte Patriottico Ruandese (Fpr) e gli ultrà dell’Hutu Power. Quando il presidente Habyarimana, di etnia hutu, si rifiutò di dividere il potere con i tutsi, il suo aereo venne abbattuto a Kigali (aprile 1994). Fu l’inizio del genocidio: più di un milione di persone – soprattutto di etnia tutsi, ma anche hutu sospettati di aiutare i ‘nemici’- vennero trucidate con armi rudimentali e machete. Non esistevano posti sicuri, vennero violate anche le chiese e le operazioni di sterminio erano coordinate da radio ‘Mille Colline’, che invitava i tutsi a presentarsi ai blocchi stradali per farsi ammazzare. Francia, Gran Bretagna e Belgio organizzarono l’evacuazione dei propri cittadini dal Paese, lasciano il Ruanda a se stesso. Il Fpr prese infine il potere a luglio dello stesso anno e milioni di hutu lasciarono il paese per timore di vendette da parte dei tutsi. Nel novembre del 1994 fu istituito dalle Nazioni Unite il Tpir, Tribunale Pena Internazionale per il Ruanda: in più di dieci anni, ha giudicato e condannato per il genocidio soltanto una ventina di persone.

Bosnia, Srebrenica. Il massacro di Srebrenica si inserisce nel quadro della guerra in Bosnia (1992-1995), che causò in totale più di 250.000 morti: i dirigenti comunisti serbi nel corso del conflitto si rendono colpevoli di pulizia etnica nei confronti dei musulmani bosniaci. Il massacro di Srebrenica è considerato uno degli stermini di massa più sanguinosi avvenuti in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale: nel luglio 1995 le truppe serbo-bosniache, guidate da Ratko Mladic, condussero un massacro sistematico dei musulmani bosniaci della zona protetta di Srebrenica che si trovava sotto la tutela delle nazioni Unite. Le stime ufficiali parlano di più di ottomila morti, anche se le associazioni per gli scomparsi e le famiglie delle vittime ritengano più plausibile una cifra che superi i diecimila. Una volta entrate nella città, le truppe serbo-bosniache separarono gli uomini dai 14 ai 65 anni dal resto degli abitanti per essere ammazzati. Delle migliaia di salme esumate dalle fosse comuni, solo poche più di sei mila sono state identificate: alle altre si sta ancora cercando di dare un volto. la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja nel 2007 ha riconosciuto il fatto come genocidio poiché ‘l’azione commessa a Srebrenica venne condotta con l’intento di distruggere in parte la comunità bosniaco musulmana della Bosnia-Erzegovina e di conseguenza si trattò di atti di genocidio commesse dai serbo bosniaci’.


Darfur. Dal 2003 il Darfur, regione nel sud ovest del Sudan, è sconvolta da una sanguinosa guerra tra la maggioranza nera e la minoranza araba che nel resto del Sudan costituisce invece la maggioranza della popolazione e detiene il potere. La guerra fra arabi e africani contrappone le milizie governative, affiancate dalle truppe ‘regolarizzate’ dei janjaweed di etnia araba, ai movimenti di liberazione formatisi tra la popolazione del Darfur, il Movimento per la Giustizia e l’Uguaglianza e il Movimento per la Liberazione del Sudan. ‘Janjaweed’ è un termine coniato dalla popolazione e significa ‘uomini a cavallo con la scimitarra in mano’: arrivano nei villaggi spesso preceduti da un bombardamento del governo (che ufficialmente tuttavia nega il suo appoggio ai guerriglieri), ammazzano gli uomini, violentano le donne e avvelenano i pozzi. La guerra in Darfur non è stata qualificata però come genocidio, perché non è ancora identificata come tentativo deliberato di cancellare un popolo dalla terra. Finora in Darfur sono morte più di 400.000 persone.

mercoledì 26 gennaio 2011

Lettera del Comitato Pugliese "Acqua Bene Comune"

Regione Puglia

Al Presidente della Regione, Nichi Vendola

All’Assessore alle OO. PP., Fabiano Amati

p.c.

Ai CAPIGRUPPO dei gruppi CONSIGLIARI:

I Pugliesi per Rocco Palese, Bellomo Davide

Italia dei Valori, Schiavone Orazio

La Puglia per Vendola, Disabato Angelo

La Puglia prima di tutto, Damone Francesco

Misto, Mazzarano Michele

Moderati e Popolari, Olivieri Giacomo

Partito Democratico, Decaro Antonio

Popolo delle Libertà, Rocco Palese

Sinistra Ecologia e Libertà, Losappio Michele

Unione di Centro, Negro Salvatore

Al Presidente della Commissione II,

Brigante Giovanni

Al Presidente della Commissione V,

Pentasuglia Donato

Agli Assessori

Al Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

alla Stampa

Bari, 24 gennaio 2011


Gentili Presidente della Giunta Regionale e Assessore alle OO.PP.,

facendo seguito alle comunicazione delle scorse settimane (di cui l’ultima in data 17 gennaio) - con le quali chiedevamo un incontro urgente avente ad oggetto gli emendamenti al DDL sulla ripubblicizzazione dell’AQP e alle quali non abbiamo ricevuto alcuna risposta – e prendendo atto del vostro silenzio, siamo qui, con la presente lettera aperta, a rinnovare e sollecitare tale richiesta.

L’urgenza con la quale richiediamo tale incontro deriva dalla necessità di esporre quanto prima le nostre perplessità in merito ad alcuni emendamenti che, a nostro parere (confortato dal giudizio di diversi giuristi), non sono in linea con i principi che hanno guidato fin dall’inizio il percorso di ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese, ovvero:

* Gestione di tutto il SII in Puglia attraverso un organismo di diritto pubblico;

* Gestione partecipata da parte dei cittadini e dei lavoratori al governo del SII;

* Garanzia per tutti, anche coloro senza mezzi, a condizioni minime di servizio;

* Esclusione del profitto da parte di privati nella gestione del SII o parti di esso.

Riteniamo – come già palesato nella precedente lettera del 17 novembre e come ora ribadiamo pubblicamente - che alla luce degli ultimi emendamenti trasmessi dall’Assessore Amati, tali principi risultano sensibilmente "annacquati" o stilati in forma che in alcuni passaggi appare non chiara e suscettibile di molteplici interpretazioni.

La nostra preoccupazione è dettata dal fatto che il provvedimento che si sta profilando con gli emendamenti trasmessi presenta differenze sostanziali rispetto al testo approvato dalla giunta lo scorso 11 maggio.

Dati gli impegni assunti – e rinnovati lo scorso 28 dicembre - dal Governo regionale con il Comitato pugliese e, più in generale, con la cittadinanza tutta, e dato il crescente e appassionato interesse della popolazione pugliese (e italiana) sull’argomento (testimoniato dal formidabile successo della raccolta di firme per i referendum sull’Acqua e la recente dichiarazione di ammissibilità da parte della Corte Costituzionale dei due referendum sui quali i cittadini saranno chiamati ad esprimersi nella prossima primavera),

vi rinnoviamo la richiesta

di un urgente incontro per il necessario chiarimento e per discutere riguardo alle necessarie modifiche da apportare al testo, per renderlo più chiaro e inequivocabilmente in direzione della ripubblicizzazione del SII.

Confidando in particolare nell’impegno dell’Assessore Amati - assunto pubblicamente in occasione dell’incontro dello scorso 28 dicembre, relativo a garantire una comunicazione più “fluida” fra cittadinanza e istituzioni e a presentare il DDL in Consiglio entro la fine di gennaio – restiamo in attesa di un pronto riscontro.

Il Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”

lunedì 24 gennaio 2011

APPROCCI CREATIVI CONTRO LA CRISI



Come si esce da un pantano?
a) ci si dibatte disperatamente, rischiando così di affondare più velocemente;
b) si chiama aiuto fino a perdere la voce, sperando che ci sia qualcuno abbastanza in gamba da tirarci fuori;
c) si cerca di continuare a camminare esattamente come si stava facendo prima di entrare nel pantano, ma il fango impedisce i movimenti e vien fuori una danza sgraziata e inutile;
d) ci si inventa qualcosa di nuovo...
Creatività è la parola d'ordine per uscire da una crisi: un nuovo approccio per evitare di "impantanarsi" ancora di più.
Un esempio? Lo ha esposto Jacopo Fo, dando un consiglio a Marchionne.

Il gruppo Semco in Brasile ha fatto i miliardi ascoltando gli operai. Lo sapevi?
Questa strana azienda sta riscuotendo grandi successi economici. Si tratta di uno dei maggiori gruppi industriali del paese, inizialmente era una ditta del settore acciaio, un’industria vera, insomma, non quelle imprese creative sul web. Era un’azienda di successo ma gli utili si sono verticalizzati quando Ricardo Semler ha preso la direzione della società.

Quello che ha fatto è una rivoluzione strutturale del sistema azienda. Una rivoluzione che parte dall’idea che i lavoratori hanno una grande capacità di responsabilità, che dimostrano nella vita privata, ad esempio dedicandosi ai loro figli. In azienda questi adulti vengono trattati come bambini, sottoposti a controlli asfissianti (e costosi per l’azienda) e a regole costrittive, non vengono interpellati sulle scelte strategiche.

La rivoluzione di Ricardo Semler è cominciata cambiando radicalmente l’immagine che i dipendenti avevano della società, con un’unica mossa: rompere la suddivisione rigida del tempo. Ha permesso ai reparti di gestire in modo flessibile il tempo lavoro: non ci sono più obblighi di orario. Basta mettersi d’accordo con i colleghi: puoi entrare in fabbrica a qualunque ora. I dipendenti decidono persino se il prossimo mese vogliono lavorare di meno e guadagnare di meno, oppure se vogliono più lavoro e più soldi.

Poi Semler ha demolito i simboli del potere aziendale. Ad esempio ha deciso che i manager non avrebbero più avuto una segretaria: le fotocopie se le fanno da soli (e si è scoperto che così si risparmia molta carta perché i manager non hanno voglia di fare fotocopie…).

Continua sul blog del fatto quotidiano

domenica 23 gennaio 2011

C'era una volta una volta


Alcuni anziani di Altamura sostengono che vi fosse un passaggio sotterraneo che collegava l'ex Convento dei Carmelitani Scalzi (adiacente la chiesa di S. Teresa) a piazza Duomo e di qui il "camminamento" porterebbe al Monastero di Santa Chiara. Ma ai vecchi, si sa, piace fantasticare. E cos'è la fantasia se non una strepitosa capacità di fare ipotesi, anche quelle più assurde.

Qualche settimana fa, in piazza S. Teresa, si è aperto un buco sulla strada, proprio sotto il marciapiede. A seguito di alcune segnalazioni, qualche giorno fa sono intervenuti i tecnici del comune che hanno transennato l'area. A ben vedere si trattava di una cavità che presentava segni di un manufatto "antico" e per fortuna c'è chi ha avuto il buon senso di fotografare il tutto. Si vede chiaramente una volta sotterranea in tufo che sovrasta una cavità piena di acqua (una cisterna? una cantina? un passaggio sotterraneo sotto l'antica porta S. Teresa? un'ambiente sotterraneo dell'antico Castello?)

Purtroppo forse non lo sapremo mai. Quel buco vecchio e sporco è stato riempito con una bella colata di cemento. Requiescat in pacem.

Ora su questo argomento è d'obbligo tornarci dopo aver approfondito la questione, ma nel frattempo ci è sembrato strano che tutto sia passato in silenzio. Soprattutto quando durante dei lavori di ripristino dell'acquedotto fatti a pochi metri dal "buco" di cui sopra, sono emersi altri indizi: altri tufi disposti come se formassero un'altra volta... Chiuso anche quel pozzo, ma per fortuna alcune foto qualcuno è riuscito a scattarle.
Sarebbe interessante sapere se la Soprintendenza è stata contattata. Da chi? Cos'ha risposto?




A sinistra lo scavo per l'acquedotto, qui sotto il "buco" ripieno di cemento.






giovedì 20 gennaio 2011

L'innovazione e la Fiat



Si è detto che il nuovo contratto Fiat è necessario per innovare il mercato del lavoro.
Eppure l'innovazione può viaggiare anche su strade che non abbiano nulla a che fare con la perdita dei diritti dei lavoratori.
Guardare per credere!

mercoledì 19 gennaio 2011

LILLINO COLONNA TORNA "ALL'OVILE"


Spargete tra le genti la buona novella: colui che uscì dalla maggioranza tra grandi odi di proteste è tornato all'ovile. Non sappiamo se pecorella smarrita recuperata dal buon pastore o figliol prodigo che ha compreso l'errore di essersi allontanato dalla casa del padre suo. Quando era "orfano" gridava a gran voce "SPAZZIAMOLI VIA", poi ha compreso che persino i rifiuti - come ha ricordato Paul Connet - sono materiali che possono essere RIUTILIZZATI o - almeno - RICICLATI. Ed eccolo tornare sui suoi passi. Ci auguriamo che il nostro consigliere Loizzo - il cireneo di Nico Dambrosio - possa trovare parole evangeliche anche per Lillino Colonna perché - agli infedeli - sia rivelato il motivo di codesto cambiamento, che sicuramente è dettato da profonde ragioni politiche.
Lillilo Colonna e Giacomo Panaro, che nell'ultimo consiglio comunale hanno detto di condividere «la rappresentanza amministrativa dell'assessore Raffaella Petronelli in appartenenza politica al Movimento Schittulli» hanno dichiarato ad Altamuralife di aver mantenuto piena coerenza:
«Nelle ultime elezioni provinciali - spiega Colonna - ero candidato con Schittulli per la coalizione di Centrodestra e Giacomo Panaro è stato uno dei miei maggiori sostenitori. Questo rapporto con il presidente Schittulli c'era e rimane, la costituzione della federazione lo rafforza. Giacomo Panaro mantiene comunque la presidenza di Io Sud ed io la presidenza di Alleanza per Lillino».

«I partiti che hanno partecipato alla competizione elettorale lo scorso anno - aggiunge Panaro - realizzarono tre coalizioni, Centrosinistra, Alleanza di Centro, cioé i partiti che appoggiavano la candidatura a sindaco di Lillino Colonna, e Centrodestra. Noi, anche quando in questi nove mesi abbiamo fatto i nostri interventi e le nostre interpellanze, ci siamo sempre presentati come Alleanza di Centro e tale posizione partitica resta intatta. Molta gente - continua - è abituata a puntare il dito parlando di incoerenza. Siamo stati coerenti sin dall'inizio in quanto eravamo una coalizione di Centro e la nostra coalizione rimane tale. Schittulli è collocato in un governo di Centrodestra ed Io Sud è un partito di Centrodestra. In casa non stavamo con il Centrosinistra, quando infatti si volevano le dimissioni del Sindaco, noi non abbiamo mai appoggiato questo tipo di posizione. Indipendentemente da ciò - aggiunge Panaro - la coerenza uno prima di cercarla negli altri ritengo debba cercarla in se stesso».
Vero è che non si credeva certo in un Lillino "comunista", ma l'acrimonia sparsa a piene mani in campagna elettorale e le precise accuse nei confronti dell'amministrazione Stacca non sembravano tali da spegnersi in nome del rapporto con il movimento politico di Schittulli.
Tu chiamala se vuoi...creatività politica!

lunedì 17 gennaio 2011

PAUL CONNET: auto-disciplina e corrette amministrazioni per i RIFIUTI ZERO



Il prof. Paul Connet - straordinario relatore del convegno "Rifiuti Zero" - parlava in inglese, ma il suo dicorso era poco chiaro solo per chi non aveva orecchie per intendere (anche perché la traduzione era in diretta!)
Per raggiungere l'obiettivo rifiuti zero non occorre uno sforzo tecnologico sovraumano, ma solo l'impegno delle comunità e delle amministrazioni.
Paul Connet ha sottolineato che esistono tre livelli di responsabilità:
i cittadini devono impegnarsi a ridurre i rifiuti prodotti e differenziare,
le amministrazioni devono emanare gli atti necessari a consentire una corretta gestione dei rifiuti
le imprese devono abbandonare la produzione di beni che producono rifiuti non differenziabili.
I cittadini altamurani hanno risposto bene, anzi benissimo: la sala Tommaso Fiore era piena e attenta, gli interventi dal pubblico mirati e puntuali.
Segno che Connet non sbaglia quando afferma che l'essere italiani o meridionali non è un ostacolo alla corretta gestione dei rifiuti: occorre solo auto-disciplina e delle buone amministrazioni.
Su questo punto ci dispiace segnalare che solo il Sindaco e il consigliere Colonna (Enzo) erano presenti (se ci sbagliamo segnalateci gli altri amministratori intervenuti).
Con la maggioranza schiacciante in consiglio comunale questa amministrazione ha una grande opportunità da sfruttare: in attesa che parta (finalmente) la raccolta dell'umido potrebbe prendere esempio da Matera dove nella mense degli asili si è imposto l'uso della caraffa e si è deciso di vietare in sagre e manifestazioni l'uso di posate, piatti e bicchieri usa e getta.
Sarebbe importante anche smettere di usare bottiglie di plastica in consiglio comunale: meglio l'acqua del rubinetto!
Restano le imprese che si possono coartare anche dal basso: basta evitare di comprare prodotti che siano iper-impacchettati oppure che siano in prodotti non riciclabili.
Si raggiunge il traguardo solo se si comincia a camminare...quindi diamoci da fare!

N.b. Le nostre sporte di tela "Basta con la busta" sono andate a ruba! Se qualcuno è interessato a questo gadget ecologico può richiederlo via mail scrivendo a meetup.ilgrillaio@gmail.com

domenica 16 gennaio 2011

PAUL CONNETT e RIFIUTI ZERO ad ALTAMURA. BASTA con la BUSTA!

VIDEO INTEGRALE INCONTRO






Sacchetto per la spesa 100% lino.
Lo potete comprare domani durante la conferenza di Paul Connet presso il Monastero del Soccorso alle ore 18.30.
Un piccolo contributo per cominciare a realizzare la strategia RIFIUTI ZERO!


sabato 15 gennaio 2011

PAUL CONNETT E LA STRATEGIA RIFIUTI ZERO AD ALTAMURA



Made in Altamura e 100% lino. Resistentissima e a KM 0. Il sacchetto BASTA con la BUSTA, sarà vostro in cambio di un piccolo contributo spese per la realizzazione dell'evento.



Il mondo occidentale vive una sovrapproduzione di merci a cui si accompagna il problema dello smaltimento dell'enorme quantità di rifiuti prodotti.
Le risposte adottate finora si sono rivelate insufficienti: le discariche sono in gran parte esaurite, l'apertura di nuovi siti è sempre più complessa, l'incenerimento è osteggiato dalla cittadinanza per i rischi legati alle emissioni inquinanti e la raccolta differenziata – lasciata al solo senso civico dei cittadini – non raggiunge livelli abbastanza alti da risultare decisiva. Pensare che sia solo un problema di Napoli è un grosso errore: molti di quei rifiuti stanno arrivando in Puglia, a Taranto, scavalcando la volontà degli abitanti di quelle terre già tanto martoriate.
Altamura ha vissuto e vive una situazione non semplice determinata da un contratto poco chiaro con il gestore del servizio, una raccolta differenziata che – come nel resto dell'ATO BA4 – continua a mantenersi su percentuali molto basse (sotto il 10%) e numerose inchieste giudiziarie che hanno suscitato preoccupazione nella cittadinanza.
In uno scenario economico–sociale caratterizzato dalla rapida trasformazione delle merci in rifiuti urge interrogarsi sulla qualità della vita che da tale modello deriva nonché sulla possibilità di ricorrere a nuovi approcci a queste problematiche. Questi sono tanto più efficaci quanto più pongono al centro della discussione le persone non i flussi finanziari (sempre più appetibili per la malavita organizzata).
Per queste ragioni noi de ilGrillaio assieme al Circolo delle Formiche hanno organizzato il convegno “RIFIUTI ZERO” che si terrà il 16 gennaio 2011, ore 18.30 presso la Sala Tommaso Fiore e che vede relatore il prof. Paul Connett, ideatore della strategia “Rifiuti Zero” e professore emerito di chimica ambientale all’Università St. Lawrence di Canton, New York. Il Prof. Connett negli ultimi venti anni si è occupato di rifiuti, con particolare riferimento ai rischi collegati agli inceneritori ed allo studio di alternative più sostenibili.
La partecipazione della cittadinanza, degli amministratori e degli organi di informazione è essenziale non solo per approfondire i meccanismi della cosiddetta strategia dei “Rifiuti Zero” ma soprattutto per applicarla alla realtà locale anche in vista della scadenza (tra un anno esatto) dell'attuale contratto di gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Anche in Puglia recentemente si è proposto di risolvere i problemi legati al ciclo dei rifiuti con gli inceneritori o, come vengono erroneamente definiti, termovalorizzatori. A queste strategie è doveroso sostituire – e non solo affiancare – quella di riduzione dei rifiuti, riuso dei prodotti e, infine, riciclo degli stessi.
Le buone prassi non sono solo un'esigenza culturale ma anche un'occasione per ridurre i costi che gravano sul bilancio familiare e comunale, per rendere efficiente il sistema di raccolta, differenziazione e smaltimento dei rifiuti e per offrire opportunità di guadagno nella filiera di recupero dei materiali e riuso delle merci. Nella nostra regione non mancano esempi di comuni virtuosi che hanno saputo coniugare efficienza e rispetto della salute e dell'ambiente. Come è evidente non si tratta di un tema che si presta ad interpretazioni ideologiche o partitiche, ma di una questione che per essere risolta ha bisogno di buona politica e molta ragionevolezza.

Data l’estrema rilevanza ed attualità del tema, Vi invitiamo a partecipare e a diffondere l'iniziativa.

NON POSSIAMO ASPETTARE. L'EMERGENZA SI PAGA CARA!


Altamura, 11.01.2010
IlGrillaio - meetup.ilgrillaio@gmail.com
Circolo delle Formiche - info@tommasofiore.it

P.S.: due giorni fa abbiamo protocollato un invito ufficiale all'incontro con CONNETT ai nostri amministratori locali (sindaco, assessori e consiglieri comunali)


venerdì 14 gennaio 2011

PAUL CONNET: le tappe italiane




16.01.2011 PAUL CONNETT ad ALTAMURA - Sala Tommaso Fiore, ore 18,30
16.01.2011 PAUL CONNETT ad ALTAMURA - Sala Tommaso Fiore, ore 18,30
TAPPE ITALIANE del Prof. CONNETT: 15 a Potenza, il 16 a Matera (mattina) e ad Altamura (sera); il 17, 18, 19 in Calabria dove tra l’altro supporterà i Comitati che si battono contro la discarica di Pianopoli; il 20 sarà a Maiori (SA) dove il consiglio comunale sta per approvare la Delibera Rifiuti zero; il 21 sarà a Livorno e il 22 a Crespina (PI) nella Vald’Era a dare manforte alle alternative ai proposti pirogassificatori di Pontedera e di Castelfranco.

mercoledì 12 gennaio 2011

REFERENDUM ACQUA PUBBLICA: ammessi I e III quesito. Non ammesso quello IDV.




La Corte Costituzionale ha dichiarato AMMISSIBILI I e III quesito sull'ACQUA PUBBLICA.
Ovviamente c'è grande soddisfazione per questo verdetto affatto scontato. Il quesito presentato dall'Italia dei Valori, peraltro, è tato dichiarato INAMMISSIBILE. (leggi ansa)

AMMESSI anche i quesiti sul NUCLEARE e quello attesissimo sul cosiddetto "legittimo impedimento".


Corte Costituzionale Ufficio Stampa Decisioni in tema di ammissibilità dei quesiti referendari

La Corte costituzionale, in data 12 gennaio 2011, ha deliberato in ordine all’ammissibilità delle seguenti richieste di referendum abrogativo:
n. 149 Reg. Ref. (richiesta di referendum n. 1) “Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione”: ammissibile
n. 150 Reg. Ref. (richiesta di referendum n. 2) “Servizio idrico integrato. Forme di gestione e procedure di affidamento in materia di risorse idriche. Abrogazione”: inammissibile
n. 151 Reg. Ref. (richiesta di referendum n. 3) “Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma”: ammissibile
n. 152 Reg. Ref. (richiesta di referendum n. 4) “Norme limitatrici della gestione pubblica del servizio idrico. Abrogazione parziale”: inammissibile
n. 153 Reg. Ref. (richiesta di referendum n. 5) “Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme”: ammissibile
n. 154 Reg. Ref. (richiesta di referendum n. 6) “Abrogazione della legge 7 aprile 2010, n.51 in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale”:ammissibile
Le sentenze saranno depositate entro i termini previsti dalla legge.
dal Palazzo della Consulta, 12 gennaio 2011

lunedì 10 gennaio 2011

L'AIDS non ci interessa




L'Italia è un popolo di oratori ma è spesso incapace di mantenere le proprie promesse: dopo aver promosso l'isitituzione di un Fondo Globale contro Aids, Tubercolosi e Malaria al G8 del 2001, infatti, non avrebbe versato quanto promesso nel 2009 e nel 2010 e sembra si avvii a fare lo stesso per il 2011.
Le parole, però, non mancano, anche dallo Stato Vaticano che si è preoccupato di far sapere al mondo che: l'educazione sessuale e civile impartita nelle scuole di alcuni Paesi europei costituisce una minaccia alla libertà religiosa. Si riferiva forse anche all'insegnamento dei metodi contraccetivi?!?

Dal sito: Unimondo.org

S’è tenuta il 4 e 5 ottobre al quartier generale dell’Onu di New York, presieduta dal segretario generale Ban Ki-moon, la conferenza sul Fondo Globale contro Aids, Tubercolosi e Malaria. L’appuntamento, a cadenza triennale, riunisce tutti i paesi donatori del Fondo che in quell’occasione dichiarano con quale cifra s’impegnano a sostenere i progetti finanziati nel triennio successivo.

Il Fondo svolge un ruolo decisivo nella risposta internazionale all’emergenza sanitaria ancora causata da Aids, Tubercolosi e Malaria ed è fondamentale per avvicinarsi, se non per raggiungere entro il 2015 l’accesso universale alle cure e contribuire alla realizzazione del sesto Obiettivo del millennio.

[...] Ad oggi inoltre, l’efficacia di tale strumento è stata limitata proprio dai paesi del G8 che, al momento dell’istituzione, si sono opposti al meccanismo del finanziamento obbligatorio, optando per un sistema basato su donazioni volontarie.

Per questo il rappresentante italiano alla conferenza (un semplice funzionario in assenza di una delegazione politica ufficiale) ha potuto ammettere l’impossibilità di prendere, per ora, impegni nonostante l’Italia sia stato uno dei paesi promotori del Fondo che venne lanciato a Genova da Berlusconi nel G8 del 2001. Entriamo così nella storia per aver ideato il Fondo ed essere il primo paese a non mantenere gli impegni presi.

La situazione del nostro paese a riguardo è imbarazzante”, denuncia Giorgio Menchini dell’Osservatorio Aids, rete di 20 ong italiane e internazionali impegnate nelle lotta contro l’Aids. E l’imbarazzo nasce non solo dal fatto che l’Italia ha fatto scena muta sui soldi da versare in futuro, ma anche “dalla condizione di insolvenza del nostro governo riguardo alle quote del 2009 e, finora, anche del 2010”.

Per la Lila “l’Italia sta mettendo in gioco non solo la sua reputazione, ma la vita di milioni di persone. Il Governo italiano ha deciso di restare fuori da ogni azione internazionale (.pdf) di lotta all'Hiv/Aids. Assente dalla Conferenza mondiale sull'Aids di Vienna del luglio scorso, assente dal summit di New York sul rifinanziamento del Fondo Globale, inadempiente nelle sue promesse economiche, silente all'interno delle istituzioni europee dove pure è chiamato a partecipare attivamente, incapace di accogliere le indicazioni di documenti ufficiali e letteratura scientifica, il nostro Paese ha evidentemente scelto di sottrarsi a ogni confronto in materia di lotta all'Aids”.[...]

Ma per il momento l’unica risposta ufficiale è quella di Elisabetta Belloni, direttore del dipartimento Cooperazione sviluppo del ministero degli Esteri, che ha così dichiarato: "Il nostro dipartimento sta trattando con Palazzo Chigi e con il ministro Giulio Tremonti per definire un piano di rientro per i contributi che l'Italia non ha erogato al Fondo negli ultimi due anni" circa 260 milioni di euro più 30 milioni di dollari annunciati da Berlusconi al vertice G8 del 2009 a L'Aquila.

[ leggi tutto]


sabato 8 gennaio 2011

BUSTA DI PLASTICA ADDIO?


Per cambiare le cose, a volte, bisogna cambiare quello che le contiene. Vale per i nostri rappresentanti (per mutare ciò che pensano e producono bisogna votarne altri) ma anche per il nostro stile di vita "usa e getta".
Cominciamo dalla busta di plastica, quella che siamo abituati a chiedere o pretendere anche per una penna o una busta di surgelati. Le alternative esistono e sono comode... basta
A' ggì c'u penzjìre
recuperando quelle abitudini di una volta che non erano "da buttar via".
Il passato non è l'eden felice, ma non tutto va gettato nella spazzatura, soprattutto oggi che rischiamo di venirne sommersi: bisogna imparare a riciclare, riutilizzare anche quello che ci ha preceduto perché senza radici nessun albero può portare un buoni frutti !

Per rinfrescarci/vi la memoria vi riportiamo la risposta del candidato Sindaco (rieletto) Mario Stacca ad una delle dieci domande poste da IlGrillaio prima delle ultime elezioni:

5. Quale strategia intende adottare per avviare il Comune di Altamura verso l'obiettivo "RIFIUTI ZERO"?
Con il concorso di tutti i cittadini l'Ente locale può adottare delle politiche, può sensibilizzare, ma nel quotidiano occorre che le buone pratiche diventino un'abitudine. Per quanto ci riguarda, un primo passo è la riduzione delle buste di plastica fino alla loro eliminazione, così come previsto anche dalla legge. Le buste di carta o gli shopper ecologici sono l'alternativa. Si può incentivare il passaggio dalla plastica a queste modalità alternative. Occorre però che ci sia un cambiamento di sistema complessivo. Non si può pensare di ridurre la plastica se in commercio si trovano bevande in bottiglie di plastica e così via. Dalla letteratura scientifica riconosciuta a livello istituzionale si evince che su un quoziente 100 di rifiuti prodotti il 50 per cento può essere recuperato attraverso compostaggio, riciclaggio e riutilizzo dei materiali, il 20 per cento diventa Cdr (combustibile da rifiuto) e il 30 per cento deve comunque finire in discarica. Pertanto i "Rifiuti zero" diventa uno slogan.

A noi per primi (ma anche ai nostri amministratori) il compito di dare l'esempio portando sempre con noi una fichissima borsa in tela. Qualche settimana di spot "appiccicosi" su tv e radio locali (a cura dell'assessorato alla Cultura) non guasterebbe.

APPELLO AI NOSTRI LETTORI
Fatevi fotografare mentre fate la spesa con la sporta di tela ed inviateci la foto, alla 100^ foto parte un mega-flash mob dal titolo "BASTA con la BUSTA. PORTA LA SPORTA".


Il Consiglio dei Ministri ha confermato lo stop all’utilizzato dei sacchetti di plastica dal 1 gennaio 2011, senza proroghe, così come prescritto nella Finanziaria 2007 [Legge 27 dicembre 2006, n. 296]. Il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, oppostasi a una presunta proroga del provvedimento che avrebbe fatto slittare la data al 2012, sostiene che bandire i sacchetti di plastica segni un passo in avanti di fondamentale per la lotta all’inquinamento soprattutto rendendo tutti responsabili in tema di riuso e di riciclo.

Di fatti il provvedimento produrrà risultati concreti, solo col pieno coinvolgimento congiunto di operatori commerciali (piccola e grande distribuzione), cittadini che dovranno adeguarsi usando alternative alla plastica (borse di tela, canapa, carrelli su due ruote etc…), organi appositamente preposti al controllo del rispetto del provvedimento. I Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico inoltre in data 30 Dicembre hanno fatto circolare una nota con cui spiegano che i sacchetti “fuorilegge” potranno essere ancora usati fino a esaurimento scorte a condizione che vengano dati gratuitamente ai clienti, e in collaborazione con le autorità competenti, effettueranno controlli per verificare il rigoroso rispetto della normativa vigente.


Di fatti il provvedimento produrrà risultati concreti, solo col pieno coinvolgimento congiunto di operatori commerciali (piccola e grande distribuzione), cittadini che dovranno adeguarsi usando alternative alla plastica (borse di tela, canapa, carrelli su due ruote etc…), organi appositamente preposti al controllo del rispetto del provvedimento. I Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico inoltre in data 30 Dicembre hanno fatto circolare una nota con cui spiegano che i sacchetti “fuorilegge” potranno essere ancora usati fino a esaurimento scorte a condizione che vengano dati gratuitamente ai clienti, e in collaborazione con le autorità competenti, effettueranno controlli per verificare il rigoroso rispetto della normativa vigente.
inoltre
il D.Lgs n. 152 del 3 aprile 2006, Parte Quarta “Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati” ed in particolare
- l’art. 179 che dispone che le Pubbliche Amministrazioni debbano perseguire in via prioritaria iniziative dirette a favorire la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti,
- art. 180 che, al fine di promuovere in via prioritaria la prevenzione e la riduzione della produzione di rifiuti, dispone che le iniziative di cui all’art. 179 riguardino in particolare:
a) la promozione di strumenti economici, eco-bilanci, sistemi di certificazione ambientale, analisi
del ciclo di vita dei prodotti, azioni di informazione e sensibilizzazione dei consumatori....

giovedì 6 gennaio 2011

FUORI L'ACQUA DAL MERCATO



Il 28 dicembre scorso, lo sapete, c'è stata una manifestazione presso la sede del Consiglio Regionale Pugliese per "chiedere conto" al governo regionale dell'impegno preso con i pugliesi (e non solo) riguardo alla trasformazione dell'Acquedotto Pugliese da SpA a Entre Pubblico.
Sono giorni, questi, in cui tutto è ridotto a merce o, peggio ancora, ad un equivalente in moneta corrente.
Occorre rimettere al centro della discussione politica
gli uomini e non i consumatori
le donne e non corpi da svendere ai saldi dell'immaginario televisivo,
i bambini e non i loro labili desideri da modellare per soddisfare la produzione industriale.
Sentire questi professionisti (più o meno navigati) della politica di casa nostra che parlano di mercato (finanziario), banche, rating, consigli di amministrazione... mette in evidenza la lunghezza e le difficoltà che la strada per la ripubblicizzazione, presenta e presenterà.
"FUORI L'ACQUA DAL MERCATO, FUORI I PROFITTI DALL'ACQUA" sono slogan che cozzano violentemente contro una realtà "politico-amministrativa" completamente immersa in questi meccanismi, al punto che ne assume il punto di vista, il vocabolario, i falsi sentimenti.

lunedì 3 gennaio 2011

Il 2010 del Grillaio



Il 2010 è stato senza alcun dubbio l'anno dell'acqua. Ci siamo spesi tanto su questo fronte (tra Modifica dello Statuto e Campagna Referendaria), ma siamo orgogliosi anche per tante altre piccole testimonianze di cittadinanza attiva che andiamo a sintetizzare volentieri a beneficio di quanti hanno perso qualche post.
Il nostro piccolo blog continua ad essere seguito da molti internauti.
Quest'anno abbiamo contato 11.777 visitatori contro i 9.941 dell'anno scorso (+18%).
GRAZIE A TUTTI. CONTINUATE A SEGUIRCI (e magari venite a trovarci).


Gennaio
:
Dopo 16 gocce di incontri pubblici
2 gocce di manifestazioni in piazza
17 gocce di consiglieri concordi
ma soprattutto dopo oltre 2600 gocce di firme protocollate
Il 28 gennaio cittadini hanno "presidiato" il Consiglio Comunale di Altamura per sollecitare l'integrazione dello Statuto comunale con l'inserimento del riconoscimento del diritto all'acqua e del servizio idrico come privo di rilevanza economica.
Abbiamo inseguito D'Alema e interrogato Vendola sulla questione ripubblicizzazione.

Febbraio:
Secondo Presidio per l'acqua Pubblica in Consiglio comunale...e poi il 9.02.2010 Altamura è diventata città del Pane e dell'ACQUA BENE COMUNE: lo Statuto è stato finalmente modificato all'unanimità dal Consiglio comunale!
Marzo:
Abbiamo trasmesso in streaming la giornata d'apertura della Facoltà dell'Acqua
Abbiamo scritto ai candidati sindaco dieci domande su Acqua, Rifiuti, Urbanistica e Partecipazione e poi abbiamo rivolto le stesse domande a tutte le liste/partiti in competizione nelle ultime elezioni comunali. Ci hanno risposto tre candidati sindaco su quattro (Mario Stacca, Donato Piglionica e Angela Cornacchia)e una sola lista (Aria Fresca).
Sulla base delle risposte abbiamo anche stilato le pagelle dei politici in considerazione dei programmi e della coerenza.
Ci siamo preoccupati anche del Mac Pane di Altamura: il ministro leghista Zaia aveva proposto di portare il pane di Altamura nei MacDonalds. Questa idea è tristissima! Pensare di valorizzare un prodotto come il nostro pane affiancandolo agli hamburger del colosso statunitense è come pretendere di valorizzare l'uomo di Altamura mettendo delle videocamere nella grotta, magari con dei faretti pro-alghe!
Il 20 marzo siamo partiti alla volta di Roma per la manifestazione nazionale per l'acqua pubblica travolgendo la capitale con l'entusiasmo di chi difende i diritti battendosi per il diritto per eccellenza: quello all'ACQUA e quindi alla vita e alla democrazia.

Aprile
Mercoledì 14 aprile 2010 si è svolta la prima assemblea referendaria Altamurana convocata dal meetUp ilGrillaio al fine di condividere le informazioni necessarie per la campagna referendaria che partirà ufficialmente in tutta Italia il 24 aprile. L'incontro ha visto una straordinaria partecipazione: quasi 40 presenti hanno dimostrato il crescente interesse per il tema ACQUA nella città del PANE.
Abbiamo chiesto la collaborazione dei consiglieri comunali e ottenuto alcune risposte positive (Enzo Colonna, Michele Cornacchia,
Saverio Diperna, Lello Rella, Michele Ventricelli)
Il 25 aprile la raccolta firme per il referendum per la ripubblicizzazione dei servizi idrici ha portato un risultato straordinario: 1600 firme in un solo giorno!

Maggio
Il nostro (e non solo) impegno per la raccolta firme per la raccolta firme per i referendum per la ripubblicizzazione dei servizi idrici è proseguito senza sosta: le firme erano 3000 alla metà di maggio! IlGrillaio è andato persino in onda in tutta Italia grazie all'ospitalità di Radio Popolare Network e del programma Jalla! Jalla! (potete ascoltare il servizio qui dal minuto 14).

Giugno
Mentre la Giunta veniva nominata con grande travaglio, il popolo dell'acqua altamurano era inarrestabile: 4000 firme già al 10 giugno!

Luglio
Mentre le foto di Nico Dambrosio in compagnia del rampollo dei Columella durante una festa giravano sul web, Altamura raggiungeva l'invidiabile traguardo di 5.000 firme per i tre referendum sulla ripubblicizzazione dei servizi idrici. L'acqua è il nuovo petrolio, ma intanto la società statunitense AleAnna Resources LLC chiedeva di poter avviare le trivellazioni per cercare petrolio tra Puglia e Basilicata. Quindici i comuni coinvolti, su di una superficie di 561 kmq, tra cui Minervino Murge e Spinazzola in Puglia. Cosimo Forina, del Comitato No all'Italia petrolizzata di Spinazzola, scrive per la Gazzetta del Mezzogiorno e segue questa ed altre vicende da tempo (leggi l'articolo del 29 giugno su GdM). Il Comitato il 24 luglio a Spinazzola ha organizzato un Convegno internazionale per capire meglio cosa comporta questo tipo di "sviluppo". Qui l'intervento della prof.ssa D'Orsogna.

Agosto
Varato un nuovo regolamento per la cavalcata...noi l'abbiamo riscritto nella Calva Keit perché una risata può salvare il mondo (o almeno una brutta giornata).

Settembre
Ritorna la Notte Bianca ma il sonno lo perdiamo per la vicenda Dambrosio: il presunto boss viene ucciso il 5 settembre. Nell'assordante silenzio delle istituzioni, ribadiamo l'importanza di parlare di mafia nella nostra città. Dal silenzio si passa alle dichiarazioni quantomeno imbarazzanti: le peggiori sono senza dubbio gli elogi di Nico Dambrosio, presidente del Consiglio di Altamura, ma discutibili sono anche le parole spese dall'assessore Saponaro e dal Sindaco Mario Stacca.
Dambrosio si duole in un comunicato ma non si dimette, nonostante le dichiarazioni dure di Mantovano.
Intanto la società civile si organizza con il Comitato per la Legalità che scende in piazza per dire No alle Mafie, ma senza di noi per questi motivi.
Il Sindaco cerca di ottenere le dimissioni di Nico Dambrosio: non riuscendoci si dimette.
Intanto vengono arrestati due giovanissimi con l'accusa di aver ucciso Bartolo Dambrosio.
Nico Dambrosio comunica, con una lettera letta in aula, che si asterrà dall'attività politica del Pdl e che uscirà dalla maggioranza. Il sindaco ritira le sue dimissioni. La maggioranza applaude.
Loizzo invoca il perdono cristiano (?!?).

Ottobre
Il mese dei ritorni.
Il DDL sull'acqua pubblica - che la maggioranza guidata da Vendola aveva promesso di portare in consiglio nei primi 100 giorni di governo - giace lontano dalle Commissioni. Il Comitato Pugliese scrive alle istituzioni chiedendo risposte e concretezza.
La società civile continua ad interrogarsi sulla mafia locale (e non), mentre il Comune aderisce al progetto Caritas contro l'usura (meglio tardi che mai!).
Intanto in Regione si svolgono - finalmente - le audizioni della II e della V Commissione del Consiglio Regionale Pugliese avente ad oggetto la discussione del Disegno di Legge Regionale per la Ripubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese SpA.
Parte la ZTL ma poi ci ripensano, la riducono e la modificano...è il ballo della ZTL!
Nicola Loizzo, in un accorato e indimenticabile intervento in Consiglio Comunale riunito per sfiduciare Nico Dambrosio, invoca il perdono cristiano.

Novembre
Mese di piogge intense.
Fontane di merda ad Altamura (non in senso metaforico!).
Fa freddo e l'acqua si congela anche in Regione, dove un consigliere (Losappio) propone una legge di ripubblicizzazione che non produca - temporaneamente - effetti (!?!). Il Comitato Pugliese torna a chiedere di incontrare le istituzioni regionali e scrive al consigliere Losappio.
Intanto la Corte Costituzionale boccia il ricorso di alcune regioni (tra cui la Puglia) contro il decreto Ronchi di privatizzazione dei servizi idrici, mentre il governo regionale dichiara la sua intenzione di proseguire sulla strada della ripubblicizzazione.
Il procuratore Laudati viene ad Altamura a parlare di mafia su invito del Circolo delle Formiche (qui il video).
Novembre è anche il mese scelto per parlare di violenza contro le donne: l'associazione AltRamura organizza un partecipato convegno (qui il video).
A fine mese si riunisce nuovamente il Comitato Altamurano Acqua Bene Comune per organizzarsi in vista del 4 dicembre: giornata nazionale per la moratoria sulle privatizzazioni e giornata regionale per chiedere al Consiglio Regionale di approvare il DDL sull'acqua pubblica.

Dicembre
4 dicembre: giornata contro
la privatizzazione dell'acqua ad Altamura in p.za Duomo. I politici baresi, però, disertano la conferenza stampa indetta dal Comitato Pugliese Acqua Bene Comune.
L'acqua, sulla Murgia, mostra il disastro prodotto dallo spietramento selvaggio: guarda qui.
Anche il fotovoltaico, però, sta producendo i suoi danni...
Intanto, con la Ztl sospesa, le macchine tornano (ma se ne erano mai andate?) a transitare anche sulla zona pedonale.
Si torna anche a parlare di mafia, politica e affari con due magistrati della DDA di Bari: Desirée Digeronimo e Roberto Pennisi (qui il video).
Fine dell'anno con il botto: il 28 dicembre il popolo dell'acqua torna in piazza per chiedere al consiglio regionale di onorare la promessa di discutere il DDL sull'acqua pubblica. Il Comitato viene ricevuto dall'assessore Amati che rassicura sulle buone intenzioni del governo e della maggioranza. Il DDL dovrebbe essere licenziato definitivamente dalle Commissioni competenti nella prima riunione del nuovo anno e presentato al primo Consiglio regionale per essere messo ai voti.Anno nuovo, acqua pubblica?

Siamo pronti a ripartire

domenica 2 gennaio 2011

Anno nuovo, vita nuova?



100 cose: eliminare il superfluo per vivere meglio! Voi a cosa rinuncereste?

Dal sito de La Repubblica:

"Si comincia dagli armadi dei vestiti, del resto ne abbiamo sempre tanti, troppi. Ridurre il proprio guardaroba è il primo gesto catartico, e ti dà forza per proseguire col resto della casa. Buttare via tanto, ti vaccina contro la tentazione di comprare ancora più di prima. Dopo qualche mese anche le tue abitudini di consumatore cominceranno a cambiare". Sono i consigli pratici del manuale "La sfida delle 100 cose", la Bibbia di un nuovo movimento. L'autore Dave Bruno di San Diego, in California, è adorato dai suoi fan su Facebook e ha seguaci in tutti gli Stati Uniti. Famiglie intere aderiscono a quella che si definisce una "nuova aritmetica della vita", ovvero: "minima addizione, massima sottrazione".

Liberarsi di tutto il superfluo, e resistere alla tentazione di nuovi acquisti impulsivi, dettati dai riflessi pavloviani che scatena in noi la pubblicità o l'emulazione del vicino. Imparare a vivere con 100 cose, appunto, non una di più. [Leggi tutto]