venerdì 19 settembre 2014

Petrolio in Val d’Agri – la parola all’informazione – No alla svendita dei beni comuni per un pugno di royalties


COMUNICATO STAMPA
Petrolio in Val d’Agri – la parola all’informazione –
No alla svendita dei beni comuni per un pugno di royalties

La Rete Appulo-Lucana SALVA l'ACQUA esprime solidarietà ai cittadini e ai movimenti
che si battono contro le estrazioni petrolifere in Basilicata.
Numerose realtà pugliesi parteciperanno alla Tavola rotonda prevista per il 19.9.2014 Villa d'Agri

LA Rete appulo-lucana SALVA l'ACQUA esprime solidarietà a tutte le cittadine e i cittadini che cercano di estrarre informazioni sugli effetti dello «sfruttamento petrolifero in Val d'Agri, che si vorrebbe raddoppiare, mettendo ulteriormente a rischio la salute dei cittadini e l’integrità dell’ambiente».
Ci uniamo all'appello delle organizzazioni - Ola, WWF, Laboratorio per Viggiano, l’Onda Rosa di Viggiano e Libera Basilicata - che hanno indetto la tavola rotonda “Petrolio in Val d’Agri – la parola all’informazione – Cosa bolle in pentola in Val d’Agri?” che si terrà il 19 settembre 2014, alle 17.00 presso l’Hotel Sirio di Villa d’Agri (PZ), affinché cittadini, comitati, movimenti, istituzioni e rappresentanze della società civile partecipino attivamente al dibattito e alla ricerca di soluzioni condivise. Diverse realtà parteciperanno dando un contributo concreto alla tavola rotonda a Villa d'Agri.
La nostra comunità non può stare a guardare: siamo legati alla Basilicata dall'elemento vitale per eccellenza, l'acqua, dato che mezza Puglia beve l'acqua proveniente dall'invaso del Pertusillo, situato a pochi passi dal centro oli e da numerosi pozzi d'estrazione.
Chiediamo di avere la possibilità di partecipare ai processi decisionali (possibilità sempre più ridotta dopo il “decreto legge sblocca Italia” e la proposta di modifica del Titolo V della Costituzione) ed esigiamo che la tutela dell'ambiente e della salute siano prioritari rispetto al perseguimento del profitto (di pochi). Pretendiamo che il principio di precauzione elaborato in sede europea valga almeno quanto le sirene dell'austerity.
I governi regionali di puglia, basilicata, campania e calabria si oppongano al disegno disastroso dei predatori di petrolio (e dei loro amici al governo) che dimostrano disinteresse per il possibile inquinamento del bene comune più prezioso, che coincide con la vita, il bene comune per eccellenza, l’ACQUA.
Oggi “sovranità popolare” significa poter partecipare alle decisioni riguardanti il cibo che mangiamo, l'acqua che beviamo, l'aria che respiriamo, le fonti energetiche che utilizziamo.
Alla “rete di pozzi” vogliamo sostituire una rete di cittadine e cittadini che salvaguardino i beni comuni essenziali per la stessa sopravvivenza delle comunità di fronte alle pretese di chi è disposto a svenderli a colpi di decreto e per un pugno di royalties.

Rete appulo-lucana SALVA l'ACQUA

lunedì 8 settembre 2014

Puzza ad Altamura: che fare?


Questa estate la città di Altamura è stata deliziata da un profumo aulico di putridume, complice il maestrale. Sui social networks tutti si sono scatenati nel definirne persino il retrogusto (pollina, sansa, materie tossiche o semplice "rimmato" barese D.O.C.G.). Ma i commenti più suggestivi sono stati quelli che sentenziavano ciò che sarebbe stato giusto fare… o meglio ciò che il politico di turno avrebbe dovuto fare… nessun accenno a ciò che NOI cittadini avremmo dovuto fare da sempre. Per non essere troppo tecnici: l'unica soluzione vera è occuparsi dei rifiuti.

Ora.

Tutti.

Veramente.

Certo non è una materia che appassiona, non è comunemente definito figo dire agli amici fighi che "ieri sono stato a presidiare il consiglio comunale" oppure "siamo stati a romperci le palle per due ore per poter parlare con il sindaco o l'assessore di un possibile impianto di compostaggio comunale…". Purtroppo però lavorare tutti fianco a fianco sui rifiuti è l'unica via per non essere seppelliti. La disastrosa situazione dei rifiuti altamurana e pugliese è il frutto del pensiero più diffuso sui rifiuti. Per definirlo bisogna citare uno spot molto presente sulle tv locali che recitava "i rifiuti? li rifiuto!". Nella nube maleodorante il commento più frequente che abbiamo sentito era "incredibile". Infatti il cittadino altamurano si è sempre rifiutato di pensare ai rifiuti, tanto da rimanerne spiacevolmente e olfattivamente sorpreso. Questa puzza è il frutto di una pratica legata proprio al trattamento della frazione umida dei rifiuti. Ben fatta o no... ai posteri (quei pochi che sopravviveranno) l'ardua sentenza. Un buon compost non puzza. Probabilmente, però, il compost sversato è a norma di legge, perché la legge ha ridotto i tempi obbligatori riferiti alle fasi di compostaggio.
Se ci teniamo in disparte e non difendiamo la legge da chi ha interesse a cambiarla per i propri fini, il futuro non potrà che essere nero. Un giorno, insomma, potremo essere avvelenati a norma di legge, morti a marchio CE, tumulati secondo H.A.C.C.P. e dimenticati a denominazione d'origine protetta.
Oppure potremo partecipare ed essere ricordati come la generazione che ha salvato il territorio da una catastrofe ambientale, sanitaria, economica e sociale: coloro che hanno preservato le risorse più importanti, straordinari ed eccezionali cittadini che hanno fatto la cosa più semplice e normale: il loro dovere, senza compromessi.
A noi e a voi la scelta.