sabato 25 febbraio 2012

massa, biomassa e buonamassa



Le parole di quest'uomo sono chiarissime e fanno tandem con quelle di Loizzo.
Loizzo passa a Stacca che disimpegna sui dirigenti. MA CHE BRAVI
Questi politici sono la prova provata che LA POLITICA ad Altamura non esiste.
Esistono i politici, senza politica 
dunque... vediamo un po:
- la delibera sul (ri)dimensionamento scolastico è stata "formulata" dai dirigenti scolastici... NON DAI POLITICI!
- la delibera sulla NUOVA centrale a biomasse "è un provvedimento gestionale in cui la politica non deve intervenire", (i POLITICI NON INTERVENGONO);
- "la maggioranza ha voluto dare la massima autonomia al dirigente Buonamassa  sulla questione del servizio di raccolta rifiuti (ANCHE QUI I POLITICI NON DEVONO INTERVENIRE?).
- tempo fa anche sulla MODIFICA DELLO STATUTO COMUNALE per il DIRITTO all' ACQUA un "politico" ci disse che la politica era meglio che rimanesse "fuori da queste cose".
Se la pensate davvero così, cari amministratori altamurani, fate prima a ritirarvi per lasciare spazio a chi vuole INTERVENIRE, magari PRIMA che il dirigente debba firmare in assenza di una linea POLITICA da seguire; o PRIMA CHE I TERMINI UTILI SCADANO.
C'è differenza tra i tecnici e i politici. Solo i politici possono permettersi di emettere atti liberi nel fine (di interesse pubblico, ovvio) mentre i dirigenti sono vincolati agli atti di indirizzo e ovviamente alle legge.
La sola regolarità formale di una procedura non è una garanzia di perseguimento del bene comune se l'atto d'indirizzo non ha questo fine. E questo è un compito che spetta ai politici assolvere e assolvere a tempo debito. Altrimeni ad avere la meglio saranno sempre i "professionisti delle carte a posto", quelli che "ma io rispetto la legge" anche quando ti piazzano un inceneritore sotto casa...

giovedì 23 febbraio 2012

Sindaci "padroni" di minoranze e Cirenei della libertà

Passate le 48 ore dall'ultimatum del Sindaco indirizzato ai Popolani della Libertà, il PDL di Altamura coordinato da Nicola Fedele Loizzo (nonchè il partito dello stesso sindaco) con una nota ha chiarito la sua posizione: si "disimpegna" dalla maggioranza.
Il gruppo dei "separatisti" costituisce di fatto la maggioranza dei consiglieri PDL
I separatisti del PDL

ai fedeli di Nicola Fedele il "cireneo di Nico Dambrosio" fanno da contraltare
i fedeli di Mario Antonio Felice Stacca, definito dal capogruppo del PDL "Padre Padrone".


I fedelissimi



AGGIORNAMENTO: Si dissociano dal pensiero politico di Loizzo anche gli assessori Giuseppe Disabato e Francesco Fiore. 
Ma a Loizzo si affianca l'assessore Gianfranco Pallotta.  


Nella giornata di ieri apprendevamo di un nuovo programma di Altamuralife "LA PAROLA AL SINDACO". Un programma di Altamuralife "autogestito" (con soldi pubblici? con i soldi del dott. Stacca?). Al nostro commento, a cui la redazione di Altamuralife ha risposto (leggi sotto), ne sono seguiti altri (leggi i commenti). 
Le loro "chiarificazioni", però, non ci tranquillizzano affatto, anzi. 
Leggere che il Comune compra spazi web per "illustrare l'impegno assunto dalla amministrazione durante l'anno 2011" ci induce a chiederci: con che soldi? Quelli pubblici? In un periodo di ristrettezze economiche com'è l'attuale, il denaro pubblico è tanto più "sacro" quanto più ci sono persone cui manca l'indispensabile. La redazione di Altamuralife è libera di vendere i proprio spazi a chiunque, ma se a comprarli è il sindaco (non come privato cittadino) o il Comune tutti abbiamo il diritto/dovere di saperne di più da chi ci amministra e gestisce i soldi di tutti, i soldi pubblici.

In risposta al commento postato da ilGrillaio, Altamuralife intende porre alcune chiarificazioni. Innanzitutto siamo rammaricati dal rivolgerci genericamente a “il Grillaio”, perché il commento non è stato firmato come invece democraticamente sarebbe stato più opportuno. Ad ogni modo, chiunque l'abbia scritto, ha preso un grosso abbaglio. La notizia sulla riunione convocata dal Sindaco non è scomparsa, è semplicemente più in basso nell’elenco notizie, dato l’aggiornamento del portale. Quanto a "La parola al Sindaco", notiamo che non è stato colto l'essenziale nonostante la presentazione del programma sia chiara e esposta in lingua italiana. È stato detto nella registrazione, ripetuto nella presentazione scritta: è uno spazio autogestito, ossia acquistato dal Comune. Il Sindaco sceglie gli argomenti, il giornalista non interviene con domande. Anche per questa tipologia di programma, Altamuralife non è venuta meno al senso democratico che contraddistingue il portale. Infatti lascia la possibilità di commentare a tutti i cittadini. Ma l'invito, ovvio, è a commentare le parole del Sindaco sulla nostra città, non l'operato dei giornalisti. Lasciamo ad ognuno il proprio mestiere. Sperando di aver lanciato un messaggio chiaro, restiamo a disposizione per qualsiasi altro confronto.

martedì 21 febbraio 2012

LIFE AD ALTAMURA, PLEASE!

messaggio per altamuralife:
Abbiamo appreso della vostra nuova rubrica "LA PAROLA AL SINDACO"
All'indomani di una tempesta politica come quella dei giorni scorsi con il capogruppo del partito del sindaco che "mena legnate" contro lo stesso sindaco...
Dopo che ieri il sindaco chiama URGENTEMENTE a raccolta 7 consiglieri di maggioranza e RISPONDONO SOLO in 3 (notizia scomparsa dalla vostra home page!) e persino un assessore non si presenta....
Beh, dopo tutto questo, come se niente fosse vi prestate a questa opera di "distrazione di massa" offrendo uno spazio di 17 minuti senza alcun contraddittorio con il giornalista. In questo si rischia di diventare il megafono cieco, sordo e muto di chi ha già mille strumenti per farsi sentire. Ci dispiace per le diverse professionalità che operano sul vostro portale che lavorando nel campo dell'informazione, dovrebbero continuare ad essere il cane da guardia della democrazia e non limitarsi a dare eco a chi ha già il potere (a prescindere da chi questo potere ce l'ha!).

lunedì 20 febbraio 2012

le bioMASSE comunali, provinciali e regionali di Altamura


Una centrali a biomassa anche ad Altamura. Evviva! Potevamo farci fregare dai cugini santermani? Potenza 1 Mw. Ne veniamo a conoscenza in questi giorni solo grazie alle beghe all'interno della stessa maggioranza tra il sindaco di Altamura e il capugruppo del PDL Loizzo (noto ai nostri lettori come colui che si definì "il cireneo", ndr). 
L'ok del comune di Altamura, afferma Loizzo, è datato 10 febbraio 2012. Mentre la  "Richiesta verifica assoggettabilità ambientale a V.I.A." alla Regione Puglia è datata 18 ottobre 2009. Pensate che era possibile per chiunque avesse voluto (a saperlo!) "prendere visione degli elaborati depositati presso i su citati uffici e proporre entro 45 giorni dalla pubblicazione dell’avviso, proprie osservazioni." (link al sito della Regione)
Chi ci amministrava all'epoca e ci ri-amministra oggi, poteva sapere. Perchè non ha ritenuto fondamentale dare giusta eco a questo progetto che riguarda la vita e la salute di ognuno di noi?
Se gli altamurani avessero saputo pensate che non avrebbero proposto le proprie osservazioni (OVVIAMENTE NEGATIVE!!) su tale progetto?
Lo hanno fatto per dire NO a quella ricadente nel comune di Santeramo (vedi qui) figuriamoci per questa.
Nicola Fedele Loizzo, capogruppo del PDL di Altamura, qualche mese fa si ergeva a paladino del comitato NO ALLA CENTRALE BIOMASSE di SANTERAMO recandosi perfino a Santeramo, con il consigliere Capriati (Lista Schittulli) , per "diffidare" il commissario Marra (leggi qui). 
Lo stesso Loizzo, però, era consigliere comunale già nel 2009. E Capriati era candidato nella lista Schittulli (noto oncologo gravinese) da giugno 2009 presidente della provincia di Bari. Anche loro avrebbero dovuto sapere.
All'epoca c'era anche Ventricelli (SEL) che sedeva sia in consiglio comunale che in consiglio regionale.
Possibile che una materia tanto delicata non coinvolga, oltre che gli uffici tecnici comunali, provinciali e regionali, anche i rappresentanti politici?
Come è possibile che ciò accada?
EUREKA! A fine 2009 erano tutti presi (sia al Comune, sia alla Regione) con la campagna elettorale per le elezioni del 2010.  Ma certo!
Erano tutti troppo presi dalle inaugurazioni, dal promettere strade più asfaltate, acqua più pubblica, aria più pulita, aumento dei posti di lavoro e controlli sull'impatto ambientale delle centrali a biomasse...
Addirittura il 22 marzo 2010 (5 mesi dalla richiesta della INNOVA srl) il cadidato Sindaco Mario Stacca, rispondendo alle nostre 10 domande, sosteneva che non era pervenuta nessuna richiesta relativa a centrali a biomasse!   

domanda: Come gestirà le richieste di installare Impianti fotovoltaici e Centrali a biomasse?
L’installazione di impianti fotovoltaici è incentivata dal governo nazionale e dall’Unione europea. Quindi non frapponiamo ostacoli anche perché ci sono già i vincoli Sic e Zps a renderne difficile l’installazione sul nostro territorio. Quanto alle centrali a biomasse, parlando sempre in linea teorica perché finora non sono pervenute richieste, è dirimente il loro impatto ambientale.
E’ bene ricordare che sul nostro territorio, a causa dei vincoli (Zps, Sic, Putt, Piano paesistico), diventa difficilissimo, quasi impossibile, installare parchi per la produzione di energia fotovoltaica e ancora più difficile la localizzazione di centrali a biomasse...
Non preoccupiamoci, siamo in buone mani. La pasta affumicata o il pane fumè dop possono rapprensentare la svolta per la crisi.

sabato 18 febbraio 2012

C'è tedesco e Tedesco

Il capo di Stato tedesco Wullf, accusato di aver ottenuto da un amico un prestito a tasso agevolato, si è dimesso.  Ieri la Procura di Hannover ha chiesto l'annullamento dell'immunità parlamentare per poter procedere a indagini sul suo conto.

Qualche giorno fa un altro Tedesco non solo non di dimetteva, ma "scampava" all'arresto chiesto dalla procura di Bari. A "salvare" Albertino è stata la Giunta per le immunità,  presieduta da Marco Follini. I tedeschi d'italia sono diversi.

mercoledì 15 febbraio 2012

SCUOLE CHIUSE: I BAMBINI "DOVE LI METTO"? (classi-pollaio, scuole-conigliere e insegnanti baby-sitter)


Ordinanza del sindaco di Altamura per il 15/02 di chiusura delle scuole. Causa: maltempo e pericolo ghiaccio.

Stamattina un sole prepotente ha fatto saltare i nervi di qualche genitore che si è domandato anche:
a) perché le scuole chiudono per qualche fiocco di neve e un po' di ghiaccio?
b) e i bambini dove li metto?
Tralasciando, per un attimo, le valutazioni metereologiche (l'ordinanza è di ieri quando il tempo sembrava promettere il peggio ma, in effetti, oggi sembra abbastanza eccessiva!) ci ha colpito leggere i commenti di genitori preoccupati di dove lasciare i pargoli e - almeno apparentemente - del tutto disinteressati dell'attività didattica persa.
La scuola sembra, nell'immaginario di costoro, un parcheggio, gli insegnanti, dei baby-sitter. Poco importa se i nostri figli imparano qualcosa o meno, ciò che conta è che possiamo lasciarli da qualche parte, al sicuro, mentre siamo a lavoro.
La scuola, però, è o dovrebbe essere molto di più: è il luogo della formazione, è l'unico posto in cui le differenze sociali dovrebbero almeno attenuarsi, permettendo a tutti di apprendere e ai più meritevoli (così dice la Costituzione) di accedere anche ai più alti livelli di istruzione.
Nella fretta del lavoro (per chi ce l'ha) ce lo siamo dimenticato.
Non è solo colpa nostra. Il modello produttivo non considera rilevante il lavoro di cura dei figli e lo demanda alle donne casalinghe o ai nonni disponibili. Tutti gli altri devono trovare una soluzione perché lavorare meno è un sacrilegio, soprattutto in tempo di crisi.
Insomma la scuola ci serve, si, ma solo per tenerci i bambini.
E per questo poche proteste si levano se le maestre/i maestri delle elementari diventano il/la maestra (l'importante è che restino a scuola almeno tutta la mattina) con buona pace dell'alto livello di insegnamento raggiunto dalla scuola primaria italiana soprattutto grazie alla specializzazione dei docenti (a cui oggi si chiede giustamente la laurea, perché per insegnare a dei bambini bisogna essere più che preparati!)
- solo qualcuno si lamenta se le classi sono composte anche da 28-30 alunni, con conseguenze devastanti soprattutto su quei ragazzi che hanno bisogno di essere seguiti più da vicino (tanto se c'hai i soldi c'è CEPU!)
- sono pochi coloro che hanno lottato contro le assurdità che deriverebbero dal "dimensionamento scolastico": dopo le classi-pollaio, le scuole-conigliera.

domenica 12 febbraio 2012

Il prezzo dell'infanzia sul mercato del sesso




Immagine news

Ancora oggi si considera da "veri uomini" andare a "puttane". La novità è la crescente domanda di giovani, giovanissimi sia di sesso maschile che di sesso femminile. Non solo stranieri - più facili da aggirare o da convincere (anche con la tortura) perché privi di supporto familiare - ma anche italiani spinti dalla povertà o dal desiderio di uno stile di vita inaccessible.I bambini si affittano per le voglie malate degli adulti. L'infanzia ha un suo mercato e il prezzo sta diventando sempre più basso.
Un'illuminante mini rassegna sul fenomeno è stata pubblicata da ZeroViolenzaDonne, un sito (e un'associazione) che quotidiamente si occupa di diffondere un messaggio diverso contro la violenza sulle donne e un punto di vista diverso sulla relazione tra donne e uomini.
Sul fenomeno della prostituzione (anche minorile) in terra di Bari l'associazione Altramura ha organizzato un incontro che si è tenuto a marzo del 2011 con Leo Palmisano, autore de La città del sesso. Negli articoli che abbiamo letto (e che vi invitiamo a leggere) abbiamo ritrovato gli stessi schifosi meccanismi di controllo delle vittime della prostituzione: violenza fisica ma soprattutto piscologica da parte delle "madame" nigeriane ma anche - ed è questa una delle terribili novità - da parte di giovanissini che da vittime diventano carnefici. Una trasformazione che oltre la dignità li priva dell'umanità.  
Crediamo che non sia stato fatto abbastanza, soprattutto per evitare che ci siano sempre nuovi clienti: la prostituzione esiste perché c'è una domanda di sesso che prescide dalla "relazione". Il sesso non è concepito come rapporto tra due individui ma come un semplice "esercizio" solitario di piacere e dominio su un corpo. I clienti sono uomini (quasi tutti). E' evidente che qualcosa nell'educazione del "maschio" non funziona. E ne siamo tutti responsabili. 


giovedì 9 febbraio 2012

I bond della morte nel supermercato della vita


Non bastava far speculare sulle guerre attraverso il traffico d'armi (...sì, anche tu! sai dove vanno a finire i sodi che porti in banca o alle poste?), non era sufficiente fare profitto sulla fame di buona parte della popolazione mondiale (vedi http://sullafamenonsispecula.org/) ora non potete perdervi i bond della morte. 
Puoi scommettere su quanto camperà ancora il nonno, il bisnonno, la pro zia... prima schiattano, più guadagni. Geniale! 
Ora, giacchè ci siamo, perchè non speculare scommettendo sulla vita dei bambini? Certo non i nostri, quelli di qualche paese sfigato? Magari i un paese, in cui si stia privatizzando l'acqua o si stia riducendo l'aspettativa di vita dei teenager per via dell'aumento dell'obesità... EUREKA!
Ingozziamone un po' da una parte, magari con l'aiuto della scuola (ergo: diabete, malattie metaboliche e cardiovascolari...)  e facciamone crepare di fame e di sete da un'altra parte. 
Predi due paghi uno. 
E' il supermercato della vita, baby!


SE LE BANCHE LANCIANO I BOND DELLA MORTE 

Nella frenetica ricerca di nuovi "prodotti finanziari ", con i quali continuare ad intossicare il mercato, la riverita Deutsche Bank ha superato ogni limite, facendo diventare la vita stessa delle persone oggetto di speculazione. Il caso si può così riassumere. Si individua negli Stati Uniti un gruppo di cinquecento persone tra i 72 e gli 85 anni, si raccolgono con il loro consenso le informazioni sulle condizioni di salute, e si propone di investire sulla durata delle loro vite. Più rapidi sono i decessi, maggiore è il guadagno dell'investitore, mentre il profitto della banca cresce con la sopravvivenza delle persone appartenenti al campione. Sono così nati quelli che qualcuno ha definito i "bond morte".

Molte sono state le reazioni: la stessa Associazione delle banche tedesche ha detto che «il nodello finanziario di questo fondo è contrario alla nostra morale e alla dignità umana». Ma il fatto rimane, segno inquietante di che cosa stiano diventando i nostri tempi. La vita entra senza riserve a far parte del mercato, è puro oggetto di calcolo probabilistico, è consegnata a uno dei tanti algoritmi che ormai regolano la nostra esistenza. E tutto diventa ancor più inquietante se si guarda alla composizione del campione. Si scommette sugli anziani, un gruppo che già conosce forme crescenti di discriminazione, con l'esclusione della gratuità di taluni farmaci e con il divieto di accesso ad una serie di trattamenti sanitari.

Non più produttiva, lavica degli anziani diventa "vita di scarto", lalorodotazione di diritti si impoverisce, appare incompatibile con la logica dell'economia. Si scivola verso un "grado zero" dell'esistenza, con il trascorrere degli anni si entra in un'area nella quale si è sempre meno "persone", disponibili come di uno dei tanti oggetti con i quali si costruiscono i prodotti finanziari. Tra il mondo delle persone e quello delle cose non vi sono più confini, si stabilisce un perverso continuum.

Non voglio evocare con colpevole superficialità tragedie del passato. Ma la decisa reazione dell'Associazione delle banche tedesche non si comprende se si ignora che proprio li, negli anni del nazismo, la formalizzazione giuridica delle "non persone", gli ebrei in primo luogo, portò a considerare vita e corpi come oggetti disponibili per il potere politico e medico. Oggi il potere sommo della finanza pensa di avere titolo per impadronirsene, in un modo immediatamente meno distruttivo, ma che porta con sé l'insidia della vita come merce.

Non a caso i banchieri tedeschi evocano la dignità, la barriera che si volle levare contro la perversione giuridica del nazismo, scrivendo in apertura della costituzione tedesca che "la dignità umana è inviolabile". Ë ragionevole ritenere, allora, che i giudici tedeschi sapranno intervenire in maniera adeguata se quel prodotto finanziario continuerà a circolare.
La questione è della massima rilevanza, perché tocca il tema attualissimo del rapporto tra libertà economica e diritti fondamentali. Nel 2004, la Corte di giustizia europea pronunciò una importante sentenza, indicando proprio nel rispetto della dignità umana un limite insuperabile nell'esercizio dell'iniziativa economia privata. Sentenza giustamente citata, ma che non può far dimenticare che la Costituzione italiana quel limite lo ha già esplicitamente segnato.

Nell'articolo 41, infatti, si afferma che l'iniziativa privata è libera, ma non può svolgersi "in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana". Questa non è la rivendicazione di una primogenitura, dell'abituale lungimiranza dei nostri colti costituenti. E' la sottolineatura di un rischio che stiamo correndo, visto che decreti di ieri e di oggi si aprono proprio con forzature interpretative che vogliono imporre letture dell'articolo 41 tutte centrate sulla preminenza della libertà economica. Queste letture riduzioniste e "revisioniste" sono costituzionalmente inammissibili, e sarebbe bene che ne avessero memoria tutti coloro i quali invocano un ritorno della politica, che non è possibile se vengono recise le radici dell'ordinamento repubblicano.

La dignità umana non è violata solo in casi limite come quello dei "bond morte". È violata quando si capovolge il rapporto tra principio di dignità e iniziativa economica, attribuendo a quest'ultima un valore prevalente, come si cerca di fare oggi in Italia. L'esistenza "libera e dignitosa", di cui parla l'articolo 36 della Costituzione, viene negata quando una considerazione tutta efficientistica del lavoro affida la vita delle persone al potere dell'economia, consegnandola alla logica della merce. Indigniamoci per le cose tedesche, ma diamo uno sguardo anche in casa nostra.

(STEFANO RODOTA', laRepubblica 8 febbraio 2012)

venerdì 3 febbraio 2012

Santeramo, prassi consolidata (ovvero lo "strano" iter dalla cetrale a biomasse)


di Adele Dentice (PBC Puglia)

Ormai è una prassi consolidata  quella di fingere di ritirare le proposte se c’è  una forte reazione dei cittadini locali supportati dalle “coalizioni”  che, in queste occasioni, sembrano risvegliarsi da un sonno profondo e si affrettano a segnalare tutte le proprie preoccupazioni e perplessità; intanto si cercano nelle vicinanze condizioni più propizie all’affare . Questa volta parliamo della centrale a biomasse di Santeramo , in provincia di Bari ai confini con la Basilicata, il cui iter procedurale e burocratico è terminato nonostante la forte protesta popolare.

 La storia si intreccia con un’ altra quella di un  inceneritore a pochi chilometri  di distanza, dobbiamo risalire esattamente al marzo 2008 nella zona Jesce a Matera quando fu sventata l’installazione di un termovalorizzatore , previsto dal piano pluriennale delle opere del Comune di Matera; oggi, in località Montefungale Santeramo (a confini con il territorio di Matera ), i cittadini si ritrovano il progetto bello e approvato di una  centrale a biomasse da 10 Megawatt che richiede 60.000 tonnellate/anno di scarti di legname o di lavorazioni agricole.  La zona in questione comprende poco più di 70.000 metri quadrati al confine con i territori di Altamura e Matera, si tratta di un’area di pregio ambientale  a poca distanza dal Parco Nazionale dell’Alta Murgia (circondato da zone SIC e ZPS) , situato nella IBA Murge, Important Bird Areas., per via della colonia di una rara specie di  falco detta Falco Naumanni( direttiva 79/409 CEE, considerata anche "specie vulnerabile" nella Lista rossa IUCN Unione Internazionale per la Conservazione della Natura)

Il progetto parte già dal 2000 e sarebbe stato portato avanti da giunte politiche di diverso orientamento: Luglio del 2000,Sindaco di centrodestra, Michele Digregorio, richiede a Fitto di definiredi un accordo di programma per un termovalorizzatore,   la firma dell'accordo di programma, nell'Agosto 2003, da parte del Sindaco Sente Zeverino di centrosinistra, la delibera di consiglio comunale del 2009 dell'Amministrazione Lillo  riapre la possibilità di usufruire di fonti di energia rinnovabile (ivi compresa quella a Biomasse) per generare corrente elettrica.

Lo  sconcerto ha origine quando , nonostante le prese di posizioni di ambientalisti e dei rappresentanti della nuova amministrazione ,   leggiamo il documento presentato dalla ditta ORP srl in merito all'istanza da presentata alla Regione per ottenere l'Autorizzazione unica (ai sensi del Decreto Legislativo 29.12.2003 n.387), e si scopre che sono stati ben 23 gli Enti Pubblici che hanno partecipato, come per legge, al procedimento in questione. Essi sono:
  • Comune di Santeramo in Colle, 
  • Provincia di Bari (Ass. Ambiente, Rifiuti e AIA, Viabilità e Trasporti, Finanza e Tributi), 
  • Regione Puglia (Urbanistica, Servizio Industria Energetica, Ecologia), 
  • VV.FF. (Ufficio Prevenzione), 
  • AUSL BA/3 (Servizio Igiene, Sanità Pubblica, Spesal), 
  • Arpa Puglia, 
  • Comune di Matera (Servizio Igiene), 
  • Provincia di Matera (Ambiente),
  • Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici della Basilicata, 
  • Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici e Storici della Puglia, 
  • Soprintendenza Archeologica, 
  • Soprintendenza per i beni ambientali architettonici, artistici e archeologici, 
  • Autorità di Bacino (Puglia), 
  • Ministero delle Comunicazioni, 
  • Terna Spa, 
  • Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio Basilicata, 
  • Ministero per i Beni e le Attività Culturali, 
  • Autorità di Bacino (Basilicata).

“La Regione Puglia, in data 17 Novembre 2010 con propria nota Prot. n. 0016183, dichiarava la chiusura positiva della conferenza di servizi in merito alla centrale biomasse di Santeramo”

Si evince una aperta contraddizione sia in merito al  Regolamento Regionale del 30 dicembre 2010 N. 24, che individua criteri di salvaguardia ambientale, che allo studio che la stessa Regione nel 2007 commissionava all'Università di Bari sulla disponibilità di biomasse a fini energetici nella nostra regione “  Relazione Conclusiva 2007 (a cura di Ing. Achille Pellerano, Ing Antonio Pantale, dott.ssa Patrizia Tenerelli, dott.ssa Maria Teresa Carone), da cui si desume che  dalle disponibilità di biomasse presenti nella provincia di Bari è possibile alimentare un totale di 22 MW , ma il medesimo studio evidenzia come nella stessa provincia sono installati già 40 MW e sono invia di installazione (fra cui anche Santeramo) altri 265 MW!!! Oggi si parla addirittura di 500MW (fonte TERNA).
Quindi alla superproduzione di energia corrisponde l’iter approvativo di centrali disseminate su tutto il territorio supportandole con dichiarazioni perplesse e preoccupate per la tutela dell’ ambiente mentre passano in sordina gli atti "nascosti" nell'albo pretorio online e non pubblicati nella home principale del sito del Comune.

Comunque, ritornando alla centrale di Santeramo, sorge spontaneo riflettere come nell’arco di un raggio di 100Km all’interno della zona   circostante Montefugale ci siano altre centrali a biomasse che renderanno più esigua la quantità di sostanze da utilizzare dalla O.R.P. srl. Inevitabile  chiedersi quale sarà la composizione del materiale che verrà bruciato è infatti noto che ci vogliono ben 9850 tonnellate annue di legno derivanti dalla potatura di verde pubblico e privato, altre 45.000 tonnellate annue di segatura e ritagli in legno derivanti dagli scarti del settore del mobile e del salotto, ormai in crisi .Allora questo materiale da dove verrà ricavato? Se La disponibilità di legna di zona va progressivamente diminuendo, per garantire il funzionamento degl’impianti a pieno regime, non basteranno i prodotti locali, quindi si dovrà far ricorso al reperimento di biomasse da zone sempre più distanti con il conseguente aumento dei costi di gestione, oppure si farà uso dei rifiuti solidi urbani e d’altro genere. La O.R.P. srl nella sua relazione tecnica a questo proposito  offre una serie di garanzie sia sul controllo del trasporto delle biomasse che sulla filiera corta(ai sensi dell’art.2 comma 4 della L.R. 31/2008). garantendo  di poter contare su una disponibilità di 130.000 Ton/anno di biomasse agro-forestali sulla base di pre-contratti sottoscritti con circa 200 conferitori , sono previste infatti delle convenzioni con aziende agricole di Santeramo, Altamura, Gravina e della Provincia di Taranto.
Ammettendo che si riuscisse ad evitare il grande traffico di legna da ardere si ritorna al quesito iniziale  relativo alla reperibilità  del materiale da ardere in presenza concorrenziale  di altre centrali A questo punto non resta  che  lo sfruttamento delle aree boschive , poiché una centrale una volta accesa non può essere spenta; Inoltre anche se si dovessero utilizzare solo  prodotti agricoli, ci sarà da chiedersi se   la qualità dell’aria rimarrà respirabile, infatti  se i prodotti da incenerire sono  saturi di concimi ,diserbanti e altre porcherie derivanti dal petrolio, nonostante i filtri le emissioni non potranno essere tutte contenute  e qui parliamo di nano particelle ,  diossine e altre molecole nocive oltre al sicuro incremento  di cO2.

Tutto questo passa per  green economy, una farsa , i lucrosi incentivi  sono il vero affare che si consuma nella rapina degli incentivi statali Cip 6, certificati verdi che rappresentano l’aspetto più controverso della questione ambiente nella quale l’Italia è incappata. Questo è l’unica giustificazione del proliferare di centrali termoelettriche a biomassa. Santeramo come la Basilicata o la Campania, il Nord come il Sud, nulla cambia è un sistema che caratterizza le grandi SPA dell’energia e dei rifiuti, lobby che si servono di procacciatori d’affari e gruppi finanziari  per snaturare progressivamente l’habitat e distruggere il territorio agricolo divorando con l’arma del ricatto occupazionale le categorie più deboli dei disoccupati, dei precari, degli agricoltori.


adele dentice PBC Puglia

giovedì 2 febbraio 2012

MONTITONIA

Si, il posto fisso è noioso e noi, che notoriamente, siamo un popolo allegro, con tanta voglia di vivere e ridere abbiamo deciso di farne a meno.
E' per evitare la noia che le donne firmano le dimissioni in bianco. Così - se hanno un figlio - possono smettere di annoiarsi senza aver diritto alla disoccupazione e senza che il datore di lavoro debba sforzarsi a cercare una giusta causa di licenziamento!
E' per non farci morire di sbadigli che - a noi giovani - ci propongono stage (soprattutto non pagati), contratti a progetto, contratti di somministrazione, contratti intermittenti a chiamata, co.co.co. e co.co.dè.
E' per darci una botta di vita che devi nascondere i tuoi titoli di studio per farti assumere con il livello più basso possibile. 
Ed è sempre per salvarci dalla defatigante noia che le banche negano un mutuo a chi non ha un posto fisso (o pretendono condizioni poco sostenibili ai comuni mortali). Vogliono aiutarci ad evitare un ulteriore motivo di monotonia: una casa tutta per noi.
E poi ammettiamolo. Lavorare stanca. E allora per aiutarci a divertirci e rilassarci anche tutta la vita 1 giovane su 3 lo lasciano così. Disoccupato anzi inoccupato cioè libero dalla schiavitù del lavoro e dalla tremenda, insopportabile noia del posto fisso.