venerdì 28 ottobre 2011

Staffetta dell'acqua Annullata




Bari - A poche ore dall'evento, un cartello ha annunciato la cancellazione dell'iniziativa programmata fin dall'estate. Niente "idrofori", niente cerimonie, niente collegamenti radio. Per l'occasione il Comitato Pugliese Acqua Bene Comune aveva annunciato un PRESIDIO PER LA VERITA'
(Riprese e Montaggio Qui Bari Libera)

mercoledì 26 ottobre 2011

Puglia. L'Acquedotto è ancora una SpA.



Puglia. L'Acquedotto è ancora una SpA.


Il secondo quesito referendario non è stato attuato e le tariffe non sono state ridotte.


Il Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune” prende spunto dalle recenti affermazioni del Capogruppo del PD alla Regione, il quale insiste sulla necessità di dare reale attuazione all’esito referendario che “impone l’obbligo di una rideterminazione della tariffa con l’esclusione della quota, pari al 7%, relativa alla ‘remunerazione del capitale investito”, sollecitando tutte le forze politiche che siedono nel Consiglio Regionale ad adoperarsi, senza tentennamenti, per la piena attuazione della volontà così chiaramente espressa dai cittadini con i Si ai referendum.

E all’Assessore Amati - che respinge la richiesta del suo capogruppo affermando “non è percorribile ogni richiesta di riduzione della tariffa del servizio idrico integrato, compresa la riduzione del 7% di remunerazione del capitale investito, che è per noi un costo” (http://www.regione.puglia.it/index.php?page=pressregione&id=11468&opz=display) ricordiamo che la “remunerazione del capitale investito” non è un costo come del resto ben sa l’AATO che, nel documento di “RIMODULAZIONE PIANO D’AMBITO 2010-2018 (CAPITOLO)”-, afferma che “La remunerazione del capitale investito rappresenta il ristoro economico e l’incentivo riconosciuto al soggetto gestore per il finanziamento degli interventi mediante l’impiego di mezzi propri”. Allo stesso tempo si fa presente all’Assessore Amati - che nella stessa nota afferma che “L'unica attività consentita in futuro all'Autorità Idrica Pugliese sarà quella di rimodulazione tariffaria sulla capacità reddituale dei Cittadini, senza modificare il piano degli investimenti […]" - che la remunerazione del capitale non incide sul piano degli investimenti che, peraltro viene “recuperato” in tariffa attraverso l’ammortamento e che, comunque, non potrebbe essere imposta da un soggetto di diritto pubblico nel quale l’acquedotto pugliese dovrebbe trasformarsi.

Siamo altresì ancora in attesa che trovi concretizzazione l’impegno assunto dal Capogruppo del SEL alla Regione che, in un comunicato del luglio scorso, aveva annunciato di volersi adoperare “per ricollegare le attese del Comitato e dei referendari all’azione della Giunta regionale”.

In questa fase così drammatica della nostra Nazione, nella quale, indifferente alle esigenze espresse dai cittadini, la politica sembra sempre più arroccata a difendere i propri privilegi e sembra incapace di costruire un vero dialogo con le persone, chiediamo con forza e determinazione che sia ripreso il percorso per la ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese.

NON E’ PLAUSIBILE che dopo quasi sette anni di mandato legislativo della attuale maggioranza di governo regionale - che per ben due campagne elettorali ha fatto della ripubblicizzazione del servizio idrico integrato in Puglia il proprio cavallo di battaglia - l’ACQUEDOTTO PUGLIESE sia ancora una SOCIETA’ PER AZIONI.

Continuiamo e continueremo con inflessibile fermezza a chiedere, a nome degli elettori pugliesi - che in stragrande maggioranza hanno dimostrato adesione al SI all’acqua pubblica - che gli impegni e le dichiarazioni di principio si traducano in atti concreti. Per questo ci associamo all’auspicio del Prof. Alberto Lucarelli affinché “dalla Puglia, prima paladina dell'acqua pubblica in Italia, arrivi un ulteriore segnale di sostegno alla volontà degli oltre 27 milioni di italiani che hanno votato per il referendum, ad esempio, riproponendo i contenuti della legge elaborati dal tavolo tecnico”.



Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”- Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

sabato 22 ottobre 2011

Le mani nel sacco...dell'acqua




COMUNICATO STAMPA
Il comitato Acqualiberatutti per il No ai referendum beccato con le mani nel sacco: voleva prendersi i rimborsi elettorali

La Gazzetta Ufficiale ha pubblicato la delibera sui rimborsi elettorali che spettano al Comitato Referendario 2 Sì per l'Acqua Bene Comune. Scorrendo il testo un passaggio ha attirato la nostra attenzione. Scopriamo che il dottor Iannamorelli, per conto del Comitato Acqualiberatutti ha diffidato la Presidenza della Camera all'erogazione del rimborso elettorale chiedendone l'accreditamento su un conto corrente intestato al suo Comitato.

Già dal primo agosto, prima ancora che noi chiedessimo il rimborso, i sostenitori del No ai referendum avevano messo in atto una goffa iniziativa per farsi intestare il rimborso elettorale. Un patetico tentativo di appropriazione indebita, su cui il Comitato Promotore si riserva di adire le vie legali.

Ci permettiamo ricordare ai componenti il Comitato AcquaLiberatutti che il Comitato Referendario intende utilizzare il contributo per restituire ai singoli cittadini ed ai comitati le sottoscrizioni con cui hanno sostenuto la campagna referendaria. Un metodo trasparente di utilizzo del denaro pubblico che vuole premiare la partecipazione dei cittadini e dei comitati che hanno reso possibile il successo referendario. È a loro che l'illegale e goffo tentativo messo in atto avrebbe sottratto il denaro. La nostra campagna referendaria è stata uno straordinario esempio di partecipazione democratica, evidentemente incomprensibile a chi ha a cuore solo le logiche del mercato, del profitto e del guadagno.

Roma, 21 ottobre 2011
--
Luca Faenzi
Ufficio Stampa Comitato Refendario 2 Sì per l'Acqua Bene Comune
ufficiostampa@acquabenecomune.org
+39 338 83 64 299
Skype: lucafaenzi
Via di S. Ambrogio n.4 - 00186 Roma
Tel. 06 6832638; Fax. 06 68136225 Lun.-Ven. 10:00-19:00
www.acquabenecomune.org
www.referendumacqua.it

giovedì 20 ottobre 2011

LA STAFFETTA DELL’ACQUA di Federutility non arriva a Bari



LA STAFFETTA DELL’ACQUA di Federutility non arriva a Bari



La BEFFA, questa volta, non arriva a compimento e la STAFFETTA DELL’ACQUA di Federutility non arriva a Bari: appuntamento annullato a qualche ora dall'inizio!

A differenza di quanto annunciato, la Staffetta dell'Acqua di Federutility non ha fatto tappa a Bari. A poche ore dall'evento, un cartello ha annunciato la cancellazione dell'iniziativa programmata fin dall'estate. Niente "idrofori", niente cerimonie, niente collegamenti radio. Di fronte all'annunciato PRESIDIO DELLA VERITA' organizzato dal Comitato Pugliese "Acqua Bene Comune", i rappresentanti delle imprese che a parole definiscono l'acqua "pubblica" ma poi, nei fatti, ne fanno merce, coloro che hanno avversato il referendum e ora, in modo subdolo, stanno cercando di boicottarne l'esito, rifuggono il confronto e preferiscono battere in ritirata!

ma il PRESIDIO PER LA VERITÀ continua, rilancia e chiede subito:

- all'ATO/AIP, all'acquedotto pugliese "AQP S.p.A.": l'attuazione immediata del referendum attraverso la riduzione delle bollette con l’eliminazione del profitto;

- alla REGIONE PUGLIA: la reale trasformazione dell’acquedotto pugliese da Società per Azioni in Soggetto di diritto pubblico;

- alla REGIONE PUGLIA, all'Acquedotto pugliese "AQP S.p.A.": l’Acquedotto pugliese fuori da Federutility.


Comitato Pugliese Acqua Bene Comune – Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua

lunedì 10 ottobre 2011

VEDI NAPOLI E POI... COPI




Mentre in Padania si divertivano a canzonare Napoli e i napoletani sulla questione rifiuti (omettendo di parlare dei tanti casi di RIFIUTI del NORD smaltiti al SUD) a Napoli avveniva qualcosa di straordinario. Infatti il 29 settembre u.s. il Comune di Napoli con una delibera di giunta aderica al Protocollo RIFIUTI ZERO 2020.
La notizia è stata data qualche giorno fa nel corso di una conferenza stampa affollata il sindaco e il vicesindaco di Napoli alla presenza di PAUL CONNETT (ve lo ricordate?).
Sicuramente questo non farà scomparire tutte le tonnellate di rifiuti che giacciono stipati nelle eco-balle (che di eco hanno solo l'eco dei TG slinguazzanti che ci hanno ripetuto che da quando è arrivato Berlusconi a Napoli sono spariti i problemi) tuttavia segna un importante passo in avanti verso una seria volontà di risolvere la questione con le mani (differenziando) e non con il fuoco (incenerendo).
La delibera prevede:
- attrezzature negli esercizi commerciali per ridurre il volume degli imballaggi;
- prodotti alla spina nei punti vendita della grande distribuzione;
- l'introduzione del vuoto a rendere;
- incentivi all'uso di stoviglie biodegradabili, pannolini lavabili, imballaggi lavabili o biodegradabili;
- sistema tariffario basato sulla reale quantità di rifiuti prodotti;
- la realizzazione di un centro comunale per la riparazione e il riuso di beni durevoli e imballaggi.
C'è da sperare bene anche perchè sarà lo stesso Paul Connett a presiedere l’OSSERVATORIO VERSO RIFIUTI ZERO chiamato a monitorare il percorso verso il raggiungimento di ZW.

Dopo la delibera per la trasformazione
della Società per Azioni ARIN (Azienda Risorse Idriche Napoli) in Azienda di DIRITTO PUBBLICO, Napoli torna a far parlare bene di sè con questa bella notizia.
Napoli ce la sta mettendo tutta...e Altamura?

fonti:
ambientefututo.org
comuni virtuosi. it

lunedì 3 ottobre 2011

L'ACQUA PUBBLICA TRA NAPOLI E LA PUGLIA




Alberto Lucarelli, oggi, sul Manifesto, ricorda il percorso pugliese e lo accomuna con quello che la città di Napoli sta intraprendendo per affermare la gestione pubblica e partecipata degli acquedotti.
Ricorda le divergenze tra il testo originariamente concepito dal tavolo tecnico e il testo definitivo della legge pugliese e sottolinea come sarebbe
importante se dalla Puglia, prima paladina dell'acqua pubblica in Italia, arrivasse un ulteriore segnale di sostegno alla volontà degli oltre 27 milioni di italiani che hanno votato per il referendum, ad esempio, riproponendo i contenuti della legge elaborati dal tavolo tecnico.
Anche perché, aggiungiamo noi, senza questo segnale, il lavoro del tavolo tecnico e il lavoro di quanti hanno reso possibile, con una continua e costante azione dal basso, la sua istituzione verrebbe irrimediabilmente tradito.

Da: Il Manifesto


OPINIONI
di Alberto Lucarelli
ACQUA PUBBLICANAPOLI E PUGLIA, DUE PERCORSI DA ACCOMUNARE

In questo momento di "rivoluzione dei beni comuni" e di inversione di rotta, anche al fine di costituire un fronte comune delle realtà regionali e locali, mi piace ricordare il disegno di legge regionale della Regione Puglia di ripubblicizzazione dell'Aqp spa elaborato e approvato dal tavolo tecnico, che ho avuto l'onore di coordinare, nell'ottobre-dicembre 2009. Tale testo, come è noto, ha rappresentato nel panorama nazionale, ancor prima di Napoli, una straordinaria novità dal punto di vista politico-istituzionale e giuridico. Il processo di formazione del testo si è sviluppato con metodo democratico dal basso con una componente del tavolo designata direttamente dal movimento per l'acqua. Un processo normativo sviluppatosi durante il processo di approvazione del decreto Ronchi, quindi in piena furia privatizzatrice. Ciò nonostante il tavolo tecnico, con costruzioni giuridiche elaborate, sofisticate, ma anche coraggiose ha consegnato al governo pugliese, nel dicembre 2009, un testo che sostanzialmente si fondava sui seguenti punti che in parte hanno anche ispirato il lavoro di Napoli: l'acqua è un bene comune, di proprietà collettiva, essenziale e insostituibile per la vita; il servizio idrico è un servizio pubblico locale di interesse generale, privo di rilevanza economica e sottratto alla regola della concorrenza; la gestione del servizio idrico integrato pugliese è affidato esclusivamente ad un'azienda pubblica regionale di diritto pubblico senza finalità di lucro; la previsione della garanzia del minimo vitale e l'istituzione di un fondo regionale per il diritto all'acqua; l'istituzione del fondo regionale di solidarietà internazionale; la governance dell'azienda è assicurata attraverso un consiglio d'amministrazione composto da cinque membri rappresentativi dei comuni affiancato da un consiglio di sorveglianza con poteri di controllo basato su modalità di rappresentanza dei lavoratori, delle associazioni ambientaliste, dei consumatori, dei sindacati e dei rappresentanti dei comuni e dei comitati cittadini su base provinciale; al quale si affiancava anche la previsione di meccanismi procedurali e la predisposizione di mezzi finalizzati al coinvolgimento e alla partecipazione dei lavoratori, e su base territoriale della cittadinanza, rispetto alle decisioni inerenti gli atti fondamentali di pianificazione, programmazione e gestione.
Questo testo, particolarmente innovativo, durante il percorso legislativo, non influenzato per motivi temporali dall'esito referendario, subiva talune modifiche che ne mutavano in parte il suo spirito e la sua portata. Il testo riformulato e approvato in sede di consiglio regionale il 14 giugno 2011, forse ancora troppo influenzato dalla superata sentenza n. 325 del 2010 della Corte costituzionale, non afferma più che il servizio idrico sia un servizio di interesse generale privo di rilevanza economica e sottratto alla regola della concorrenza. Come è noto, si tratta di affermazioni non soltanto simboliche ma dense di contenuti in relazione proprio alla natura del servizio svolto dal soggetto gestore.
Va inoltre evidenziato che lo stesso principio della garanzia del diritto al minimo vitale si comprime laddove lo si vincola al 18% per cento degli avanzi netti di gestione, disposizione, non in armonia con i principi di contabilità pubblica. Non può non rilevarsi anche la disposizione dell'affidamento a società miste di attività diverse dal servizio idrico integrato ma da "esso rivenienti" (senza, peraltro, ulteriore specificazione che ne chiarisca l'oggetto), eliminando la possibilità di affidamento a consorzi pubblici (come previsto, invece, nel testo originale). Inoltre, viene meno proprio quel concetto di governance partecipata del gestore laddove l'azienda pubblica regionale è governata da un amministratore unico svincolato sia dal territorio che dalle istanze partecipative dal basso, in contrasto con i principi in tema di governo e gestione dei beni comuni.
Io credo che i percorsi di Napoli e della Puglia, pur nelle oggettive differenze, vadano, per quanto possibile, ricondotti ad unità. Sarebbe importante se dalla Puglia, prima paladina dell'acqua pubblica in Italia, arrivasse un ulteriore segnale di sostegno alla volontà degli oltre 27 milioni di italiani che hanno votato per il referendum, ad esempio, riproponendo i contenuti della legge elaborati dal tavolo tecnico. Dopo Napoli, ciò sarebbe colto come un altro grande atto rivoluzionario.