Comunicato Stampa
Il futuro di
Acquedotto Pugliese è più che mai opaco, con presagi di privatizzazione
dello stesso. Avevamo già espresso, lo scorso agosto, la nostra
contrarietà alla nascita della nuova Agenzia regionale unica per
l’affidamento della gestione dei rifiuti (condividendo le
preoccupazioni della Rete Rifiuti Zero) perché contrari alla
centralizzazione del potere decisionale su inceneritori e discariche e
alla trasformazione del nostro Acquedotto in multiutility. A questo
abbiamo aggiunto la proposta di percorsi concreti che avrebbero potuto
indirizzare la Regione Puglia in una direzione diametralmente opposta,
rispettosa del volere popolare.
Tuttavia, a
confermare, e per giunta ad aggravare, le inquietanti ipotesi citate, è
stato un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno del 27 Ottobre scorso
che fa luce sul progetto della Regione Puglia, in accordo con il
Governo Renzi e la sua politica di privatizzazioni e accentramento del
potere al servizio delle potenti lobby industriali e finanziari, di trasformare Aqp SpA in una vera e propria holding che diverrebbe l’unico gestore del Sud, inglobando tutti gli altri acquedotti.
Consideriamo inaccettabile la spregiudicatezza
di tale strategia che, in totale spregio della volontà dei Pugliesi
chiaramente espressosi appena 5 anni fa, si accompagna alla VIOLAZIONE
del Diritto Umano all’Acqua potabile con la sospensione del servizio idrico, proprio in questi giorni, in alcune case popolari di Lecce e Provincia, senza alcun riguardo neanche per le esigenze di bambini, anziani e disabili!!!!
In più,
ricordiamo che, in data 3 agosto 2016, il Consiglio Regionale Pugliese
ha votato una mozione del presentata dal Movimento 5 Stelle di
istituzione di un tavolo tecnico paritario fra Regione e Comitato
pugliese “Acqua Bene Comune” volto alla ripubblicizzazione di Aqp SpA.
Quindi, il percorso di privatizzazione che la Regione sta imboccando,
non è solo in contrasto con l’esito di un referendum popolare, ma anche con l’indirizzo indicato dal Consiglio Regionale democraticamente eletto.
A questo
punto, ci chiediamo se il Presidente Michele Emiliano che ha sposato la
causa del referendum del 17 Aprile scorso contro le trivellazioni in
mare, o che oggi si dichiara giustamente contro la riforma
costituzionale in quanto, fra le altre cose, esautora le Regioni del
proprio potere decisionale rispetto a politiche ambientali, energetiche
e sulla gestione dei beni comuni, sia lo stesso Presidente che calpesta il Referendum sull’acqua pubblica, in piena linea con il Governo Renzi.
Come può il
Presidente Emiliano chiedere poteri decisionali per la Regione
esprimendosi giustamente per il NO AL REFERENDUM COSTITUZIONALE e contemporaneamente ignorare la volontà dei cittadini pugliesi espressa nel referendum del 2011?
IN NOME DELLA DEMOCRAZIA (= GOVERNO DEL POPOLO)
E DELLA SOVRANITA’ POPOLARE (UNICA fonte di LEGITTIMAZIONE DEL POTERE)
su cui si FONDA la NOSTRA COSTITUZIONE
voluta dalle MADRI e dai PADRI COSTITUTENTI
E CHE ONEREREMO E DIFENDEREMO IL 4 DICEMBRE VOTANDO NO AL SUO STRAVOLGIMENTO
C H I E D I A M O
al Presidente Michele Emiliano, al Governo e a tutti i Consiglieri regionali
- di FERMARE IL PROCESSO DI PRIVATIZZAZONE dell’Acquedotto pugliese in atto
- di dare
seguito alla mozione votata dal Consiglio Regionale, istituendo il
TAVOLO TECNICO PARITARIO PER LA RIPUBBLICIZZAZIONE DI AQP SPA
Coinvolgeremo
la cittadinanza, e faremo rete con gli altri movimenti per l’acqua
pubblica meridionali, pur di far sì che i nostri diritti vengano
rispettati.
Perché, oggi come ieri,
SI SCRIVE “ACQUA”, SI LEGGE “DEMOCRAZIA”.