mercoledì 30 settembre 2009

AGENDE ROSSE: Intervento di disinfestazione



La libera società civile informa i cittadini che quanti credono nella Costituzione, effettueranno a breve un trattamento di disinfestazione nel territorio di Altamura nell'ambito dei consueti servizi di igiene pubblica.
Gli interventi inizieranno nelle aree periferiche dell'abitato e proseguiranno in tutte le zone urbane.
La data è simbolicamente quella successiva alla nascita di Silvio Berlusconi.

Pertanto si invitano i cittadini a tenere aperte le menti, a non esporre biancheria (la mignottocrazia non ci interessa) ed a non tenere all'aperto generi berlusconiani.
Facciamo gli auguri al nano. A modo nostro.

martedì 29 settembre 2009

Il sangue del sud



Ha detto bene Saviano quando ha scritto del sangue versato in Afganistan dal sud Italia. La sua riflessione è acuta come sempre: si, è vero andavano per soldi ma è riduttivo fermarsi a questo. Sono i soldi che servono in un paese senza opportunità per averne una e per crearne una alla propria famiglia.
Per chi crede nella pace non sono eroi, ma vittime si. Vittime di scelte di stato: investire nella guerra anzicché nella lotta alle mafie, accettare una missione di guerra mascherandola come missione di pace.
Sarà vero come dice uno dei signori dell'intervista che nelle amministrazioni ci sono molti meridionali ma questo non è una colpa, è un merito, una capacità. Raccomandazioni a parte.
E' triste vederci spaccati in due: l'Italia del nord che si percepisce come lavoratrice e derubata dai meridionali e l'Italia del sud che si percepisce come stretta nella morsa del degrado e della violenza.
Diventa così naturale ed accettabile che la guerra sia un'occasione per sganciarsi da un destino già scritto.


lunedì 28 settembre 2009

banca piu etica



Banca Etica, no ai soldi dello scudo fiscale

La raccolta del risparmio è vitale per qualsiasi banca, a maggior ragione in periodi di crisi come quello attuale, ma non può essere fatta a qualsiasi costo. E’ il senso del discorso che ha portato la Banca popolare etica ed Etica Sgr a decidere di non accettare i capitali che rientreranno in Italia con lo scudo fiscale. «L’intermediazione di denaro proveniente da attività illecite snatura e umilia l’impegno per la legalità che noi, insieme ad altri istituti bancari, associazioni e cittadini, scegliamo quotidianamente – dice il presidente di Banca Etica e di Etica Sgr, Fabio Salviato – La normativa proposta, tra l’altro, potrebbe esonerare gli intermediari finanziari anche dall’obbligo di segnalare eventuali operazioni in odore di riciclaggio. Non è certo in questo modo che il settore bancario recupera la fiducia dei cittadini. Il bisogno del governo di fare cassa non giustifica un condono iniquo verso i risparmiatori che hanno sempre rispettato le regole e profondamente diseducativo. In Italia, l’evasione fiscale è una piaga da combattere con il rigore e non con le sanatorie a basso costo». Una bella lezione per quanti, nella maggioranza di governo, si salvano l’anima giustificando l’amnistia operata con lo scudo fiscale con le necessità di bilancio «per il bene del paese», compensata dai provvedimenti che sarebbero in atto per combattere evasione e malaffare, ma di cui nessuno si è accorto. «I principi della finanza etica che ispirano per intero la nostra attività – dice il direttore generale della banca, Mario Crosta – prevedono la piena tracciabilità del percorso del denaro e la provenienza lecita di quello che raccogliamo. Accettare capitali accumulati anche grazie al mancato rispetto delle leggi e che, al già grave reato di evasione fiscale, potrebbero sommare il falso in bilancio, sarebbe una violazione del nostro Dna e un tradimento dei clienti che ci scelgono quotidianamente in nome di un uso responsabile del denaro». Intanto, c’è la corsa di tutti gli altri istituti di credito ad accaparrarsi la ricca torta dei fondi illegalmente trasferiti all’estero per frodare il fisco: grazie allo scudo in via di approvazione, dovrebbero rientrare in Italia almeno cento miliardi di euro.




sabato 26 settembre 2009

Miss Focaccia BLUES e Mister Pane REQUIEM (altamura 2009)



Ciò che abbiamo cacciato dalla porta è rientrato dalla finestra
e si è piazzato sul nostro letto!




Qualche mese fa, il film Focaccia blues di Cirasola celebrava la vittoria di un piccolo panificio altamurano nei confronti del gigante americano degli hamburger.
Quando aprì il Mac Donalds ad Altamura, mi chiesi chi mai avesse fatto le indagini di marketing: nel regno del pane di farina di grano duro, degli sc'kanati da 3kg , delle focacce di grossetto, quale masochista sarebbe andato a comprare l'ambùrgher?? Non capivo...

Ed in effetti in capo a 3 anni il locale che cercava di attirare bimbi e mamme con simpatici regalini (non già col cibo), chiuse i battenti!!
APPLAUSIIIIIIII! Siamo un paese NO-GLOBAL!!! Tutto merito del panificio che apriva accanto ai venditori del panino globalizzato!!! Evviva!
Sono stato contento anch'io. Amo il nostro pane con la mollica gialla e "sporco" di cenere, non i panini soffiati dalle industrie. Mi piace la focaccia, quella alta 3 dita, altro che le carte veline che di focaccia hanno sì e no il nome. Mi piace lo sc'kanato da 3/4 chili che è il formato che consente la cottura migliore. Ma... c'è un MA grande come una multinazionale alimentare.
Dal 2000 anno dell'apertura del MecchDonald le cose sono un po' cambiate. Se ci pensiamo un po' su, ciò che ha decretato il fallimento ad altamura del colosso americano è stata la classe dei giovani altamurani. E' stata la capacità di scelta di preadolescenti e adolescenti forti di uno stile alimentare frutto a sua volta di quelle agenzie educative (scuola e famiglia soprattutto) che proponevano modelli alimentari sani e spingevano verso questi. Eppure nella stessa scuola non mancò qualche episodio inglorioso. Come il caso del Liceo Classico "Cagnazzi" che sotto l'egida innovativa spinta di Filippo Tarantino faceva pubblicità all'attiguo fast-food attraverso delle sponsorizzazioni.
Eppure, i panini-spugnetta imbottiti di cadaveri di mucche sudamericane dell'azienda simbolo di chi per il profitto passa sopra a tutto e tutti, alla fine ebbero la peggio...

Da allora, molte cose sono cambiate, le multinazionali alimentari hanno affinato le tecniche di marketing e sono andate all'attacco di quello che era il vero Davide che sconfisse Golia: la scuola!
Già! la scuola! Hanno risolto il problema alla radice. Utilizzano la scuola pubblica per veicolare i propri prodotti. In america MacDonalds piazza distributori automatici nelle scuole e premia con copiose donazioni quelle che vendono di più!
Ciò che abbiamo cacciato dalla porta è rientrato dalla finestra e si è piazzato sul nostro letto!
I maestri ed insegnanti che avevano trasmesso l'amore per le cose genuine (tra cui pane e focacce) sono stati sostituiti o si sono trasformati in promoter di quei prodotti industriali ricchi di zuccheri, di grassi e di esaltatori di sapidità. Un (cattivo) insegnante che entra in classe con la merendina appena comprata dal distributore automatico messo nel corridoio di una scuola da un preside moderno vale pià di mille spot pubblicitari! Questo lo sapevano bene i gruppi di psicologi che lavorano per queste grandi aziende. Come sanno bene che dopo aver cambiato le abitudini alimentari di una generazione, a colpi di spezie, sale ed esaltatori di sapori (tutti rigorosamente creati in laboratorio) potranno riprovarci. Questa volta con la complicità degli stessi fornai "moderni", quelli che vendono di tutto tranne che pane vero e focaccia vera. Quelli che vendono i panini spugnetta dei mulini più o meno bianchi o le patatine san Tarlo e non si accorgono che stanno celebrando il funerale del pane che si faceva Altamura.

Propongo l'istituzione di un nuovo concorso di bellezza: Miss Focaccia di Altamura e Mister Pane di Altamura. Almeno avremo i nomi DOP: meglio di niente!

venerdì 25 settembre 2009

MISS POLITICA



La giunta provinciale di Taranto è stata annullata perché non rispetta le quote rosa così come dispone il regolamento dell’ente. Lo ha deciso il Tar di Lecce che ha ordinato al presidente della Provincia, Gianni Florido, del Pd, di modificare la giunta entro trenta giorni in modo da assicurare la presenza di entrambi i sessi nell’esecutivo, composto ora da dieci assessori, tutti maschi.
“Un buon amministratore, un politico attento, dovrebbe mostrare sensibilità nei confronti delle donne e garantire una adeguata rappresentanza della componente femminile in ciascun organismo (non si sarà confusa con l'orgasmo?!?), a prescindere dalle quote rosa (meglio le quote letto), alle quali sono sempre stata contraria” ha commentato il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna. “Se questa sensibilità viene a mancare, come nel caso della Provincia di Taranto, ben venga un intervento del Tar a rimettere le cose a posto”.
Il ricorso era stato presentato dall’avvocato Nicola Russo, coordinatore del Comitato cittadino “Città futura”, promotore in passato di un referendum sulla chiusura totale o parziale dell’Ilva.
Fonte: Repubblica.it

Putroppo le quote rosa non bastano a garantire "le pari opportunità". Non basta esserci, bisogna incidere.
Guardiamo - ad esempio - alla nostra città: ci sono due consigliere (Angela Cornacchia e Angela Miglionico) componenti della Commissione Pari Opportunità, nessun assessore donna e se si dà un'occhiata al sito del comune di Altamura - sezione Pari Opportunità si scopre che quasi nulla è stato fatto. All'attivo ci sono solo un convegno datato 2007 sulla violenza contro le donne (evento unico dopo il quale probabilmente la violenza è stata debellata senza che noi ne sapessimo nulla) e il mese della donna nel 2009 (un mini dibattito, un film, una rappresentazione teatrale e un concerto perché le donne che riflettono troppo sono pericolose).
Alla faccia della parità.

p.s. consoliamoci: Miss altamura 2009 rappresenterà tutte le donne di questa città soprattutto per le sue qualità interiori, in mostra tutto l'anno!

Riportiamo e condividiamo dal blog FEMMINISMO A SUD
Perchè a noi non interessa coprire le donne, ma ci interessa che possano continuare a spogliasi senza dover indossare il burqa di una estetica imposta, contraffatta dai programmi di grafica, non corrispondente al 95% della popolazione mondiale. [...] Censurare i programmi televisivi in cui le donne sono considerati oggetti non avrebbe suscitato lo stesso dibattito promosso grazie al documentario "Il corpo delle donne" che di quei programmi ha dato una lettura alternativa. Quello che vogliamo dire è che non serve cancellare quello che esiste a meno che non sia il revisionismo di pagine, mezzi, strumenti collettivi. Serve una offerta alternativa che modifichi l'immaginario e che orienti la cultura in senso differente. Serve il coinvolgimento in azioni dirette di tutte le donne e gli uomini che sono stanchi e stanche di vedersi rappresentati in modo sbagliato, non corrispondente alla realtà, per motivi commerciali.
Il punto vero non è la pubblicità ma quello che sta all'origine della questione ovvero l'utilizzo dei corpi per vendere, persuadere, fare cambiare idea, indurre persino a dare un voto alle elezioni. Come si fa a spegnere tutto questo? Come si fa a spegnere con un solo click una mentalità che è responsabile di stupri e violenze e che mostra in tutta la sua drammaticità l'assoluta mancanza di etica del liberismo economico interpretato dalle aziende, dalle imprese, dalle corporations?


giovedì 24 settembre 2009

Silvio Nobel per la pace? Anche ad Altamura vogliamo un nobel



MILANO - Il pezzo forte è il ritornello: «Siamo qui per te, cuore e anima, un Nobel di pace, Silvio grande è. Siamo qui per te, coro unanime, un’unica voce, Silvio Silvio grande è». Mentre la prima strofa vira sul bucolico-celestiale con «l’Abruzzo si risveglia incredulo, la neve e il sole che s’incontrano e la tua mano è qua». Poi la chiusa convinta: «C’è un presidente, sempre presente, che sempre ci accompagnerà».

REGALO DI COMPLEANNO - Si intitola «La pace può» ed è l’ultima composizione di Loriana Lana, paroliera ufficiale alla corte del Cavaliere, che ha scritto a quattro mani con lui qualche greatest hits per i cd Berlusconi-Apicella. Stavolta l’interessato non ha contribuito, anzi la canzone è una sorpresa per il suo compleanno n. 73 che si festeggia martedì prossimo. Il brano, che segue di pochi mesi la marcetta «Silvio forever», sarà l’inno ufficiale del comitato «Silvio per il Nobel», che da mesi raccoglie sottoscrizioni per la candidatura del presidente del Consiglio al prestigioso premio di Stoccolma nel febbraio 2010. Categoria: Pace.

ASPETTANDO STOCCOLMA 2010 - «Di firme ce ne sono già 10 mila. Ma ne arrivano ogni giorno a centinaia», assicura l’avvocato romano Emanuele Verghini, presidente del comitato. Loriana Lana, cantautrice e poetessa, esegue le strofe, il ritornello è per l’ugola del tenore Sergio Panajia, testi del maestro Pino Di Pietro, nessuna parentela. Il comitato (www.silvioperilnobel.sitonline.it) vorrebbe trasmetterla in anterprima nazionale unificata nei cinema italiani (su richiesta) proprio nel giorno del compleanno del premier, alla proiezione serale. E a rotazione continua su Radio Spazio Nuovo, emittente vicina al Pdl. Versione integrale con filmato su YouTube.

Giovanna Cavalli
22 settembre 2009(ultima modifica: 23 settembre 2009)


E' allucinante!
Al prossimo MeetUp proporremo la costituzione di un circolo delle Libertà anche ad Altamura: potremmo raccogliere tante belle firme, magari aiutati dal Mario Antonio Stacca come già accadde durante il primo V-Day (chissà se ha mai capito che eravamo lì per mandare a casa gran parte dei parlamentari del suo partito). A voler strafare si potrebbe anche proporre di candidare al nobel per la LETTURA il nostro famoso assessore-figlio. Ma la cosa più innovativa sarebbe il nobel per la MONNEZZA! Ci pensate? Immaginiamo già i titotoni della stampa locale:

Altamura in festa per il Nobel:
invitata anche Miss Altamura.
Per l'occasione sarà riproposta la celebre calvacata.
Ad ogni equino sarà attaccato un cassonetto al culo.

mercoledì 23 settembre 2009

Il Fatto e Miss Altamura 2009



Oggi nasce "IL FATTO QUOTIDIANO" un giornale coraggioso e indipendente, un esperimento editoriale che rischia addirittura di fare informazione nel paese della videocrazia.
Crediamo che la libertà di parola, critica e pensiero valga bene il rischio e il tempo che si dedica anche ad un piccolo blog come il nostro.
Questi ultimi giorni ci sentivamo gratificati da uno strano boom di visite, inspiegabile finché grazie alla funzione Google Analytics abbiamo scoperto che ciò che una larga fetta dei nostri visitatori cercava era: miss altamura 2009.
Altro che notizie locali e critica globale! Gli Altamurani vogliono finire sul calendario ed essere oggetto della masturbazione di massa sulle copertine.
Siamo davvero curiosi di sapere cosa è balenato nella loro mente quando si sono ritrovati davanti il nostro blog ed un articolo che ironizzava sulle numerosissime candidature alle scorse elezioni provinciali supponendo che i candidati fossero convinti di partecipare a miss/mister altamura 2009.
Caro lettore amante delle tette o dell'ultra-esposizione del corpo (care ragazze non vi umiliate in competizioni degradanti!) con questo post vorremmo chiederti di rinnegare Maria e i suoi amici e di dedicare due minuti della tua vita all'INFORMAZIONE, fondamento della DEMOCRAZIA.

p.s. Il Fatto Quotidiano ha ottenuto già due vittorie: la notizia dell'indagine su Gianni Letta circola anche sui giornali "semiliberi" (vedi il Sole 24 ore), ma soprattutto alle 8 di questa mattina il primo numero era già esaurito in tutte le edicole.
In via del tutto eccezionale, e solo per oggi, il peimo numero è disponibile GRATIS online in versione pdf, in modo che tutti coloro che non l’hanno trovato in edicola possano scaricarlo.

Linea politica
la Costituzione
di Antonio Padellaro (ilFatto Quotidiano)

Ci chiedono: quale sarà la vostra linea politica? Rispondiamo: la Costituzione della Repubblica.
Non è retorica ma drammatica realtà. Prendete il principio di legalità sancito dall'articolo 1. Cosa c'è di più rivoluzionario in un Paese dove ogni giorno la legge viene adattata ai capricci dell'imperatore e dei suoi cortigiani? E l'articolo 21 quando afferma che l'informazione non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure?
Vi sembra che il direttore del Tg1 ne tenga conto, quando decide che gli italiani non devono sapere né delle prostitute a casa Berlusconi né degli insulti di Brunetta?
Ci dicono: che bisogno c'è di un altro giornale? Eppure questo bisogno lo sentiamo talmente da avervi investito il nostro mestiere e i nostri risparmi.
Quando Indro Montanelli fu costretto a lasciare il “suo” Giornale e fondò la Voce, spiegò di aver giurato a se stesso: “Mai più un padrone”. Ne aveva abbastanza dei trombettieri al servizio dell'uomo di Arcore. Anche noi possiamo dire che qui di padroni non ne abbiamo. La proprietà del Fatto Quotidiano è ripartita in piccole quote equivalenti tra un gruppo di soci che hanno come unico scopo quello di garantire l'autonomia del giornale e di far quadrare i conti. Piccoli azionisti ai quali in tanti chiedono di aggiungersi per dare una mano. Ricchi non siamo ma non chiederemo un solo euro di sovvenzioni pubbliche o di partito. Sono già 30mila coloro che ci sostengono in questa scelta con i loro abbonamenti. Una prova di fiducia senza precedenti, visto che il giornale lo vedranno solo oggi. Grazie.
Il Fatto sarà un giornale di opposizione.
A Berlusconi, certo, perché ha ridotto una grande democrazia in un sultanato degradante. Ma non faremo sconti ai dirigenti del Pd e della multiforme sinistra che in tutti questi anni non sono riusciti a costruire uno straccio di alternativa. Troppi litigi. Troppe ambiguità. E poi vedremo se Di Pietro riuscirà, davvero, a creare qualcosa di nuovo, liberandosi dei riciclati soprattutto al Sud.
Lo abbiamo chiamato il Fatto in memoria di Enzo Biagi che ci ha insegnato a distinguere i fatti dalle opinioni. Un grande giornalista e un uomo perbene epurato, come Montanelli, dalla compagnia dei servi e dei mediocri. Pensando al loro coraggio ci facciamo coraggio.

martedì 22 settembre 2009

MISURIAMOCI con CLASSE




Distacchi di intonaco, barriere architettoniche, scarsa pulizia: alle condizioni già precarie di sicurezza in cui versano le aule scolastiche, come denuncia il VII Rapporto Impararesicuri di Cittadinanzattiva, potrebbe aggiungersi il problema del sovraffollamento.
Il dato di partenza è l'entrata in vigore (tramite regolamento attuativo) dell'articolo 64 della Legge 133/2008 del Ministero dell'Istruzione, che innalza i parametri minimi e massimi degli alunni per ogni aula.

La tabella dello spazio vitale per ciascun studente
Materne mq 1,80
Elementari Mq netti 1,80
Medie 1,80
Superiori 1,96

Cosa cambia con il decreto attuativo del Ministro Gelmini (Legge 133/2008, articolo 64)

ALUNNI PER CLASSE
Infanzia
Numero minimo Prima 15 Adesso 18
Numero normale Prima 25 Adesso 26
Numero massimo prima 28 Adesso 29 Scuola Elementare
Numero minimo Prima 10 Adesso 15
Numero normale Prima 25 Adesso 26
Numero massimo prima 25 Adesso 27
Scuola Media
Numero minimo Prima 15 Adesso 18
Numero normale Prima 25 Adesso 27
Numero massimo prima 29 Adesso 30
Scuola Superiore
Numero minimo Prima 20 Adesso 27
Numero normale Prima 25 Adesso 30
Numero massimo prima 29 Adesso 30
Fonte: Cittadinanzattiva 2009, "Misuriamoci con classe"

Per questo Cittadinanzattiva, in coincidenza con la ripresa dell'anno scolastico 2009-2010, avvia, una *campagna di mobilitazione dal titolo "Misuriamoci con classe" volta a verificare l'esistenza e le dimensioni del fenomeno del sovraffollamento delle aule scolastiche, tramite le segnalazioni* di genitori, studenti, insegnanti, personale non docente ma anche cittadini sensibili, comitati civici, associazioni, forze sindacali.

Sul sito web www.cittadinanzattiva.it è possibile compilare una semplice scheda per verificare l'eventuale sovraffollamento delle aule.
Cittadinanzattiva inoltre distribuirà a tutte le sedi locali il materiale informativo della campagna, scaricabile anche on line, e metterà a punto modalità di intervento, anche legali, sui casi più gravi. A conclusione dell'anno scolastico, infine, verrà redatto un report nazionale sulla base del quale si avvieranno azioni specifiche.

Anche il Codacons è sul piede di guerra: ha deciso di denunciare il ministro dell'Istruzione e i direttori degli uffici scolastici regionali a 104 procure per "interruzione e turbativa di pubblico servizio e violazioen delle norme sulla sicurezza delle classi che superano i 25 alunni".
A supporto della denuncia c'è la normativa antincendio (Dm 26 agosto 1992) che prevede un affollamnto massimo per classe di 26 persone, tra alunni e insegnanti.
Sarà un autunno molto caldo. Non solo per il sovraffollamento.

lunedì 21 settembre 2009

MORTI e morti



Carissimi lettori del Blog del Grillaio,
sono certo che vi apprestate a leggere queste righe con il ricordo fresco delle immagini del lutto nazionale videocratico trasmesso quasi a reti unificate. Avrete letto i manifesti di lutto che lo stesso Comune di Altamura ha fatto affiggere per le strade. Forse vi sarete emozionati a guardare le immagini degli orfani e delle vedove in lacrime, valorizzate dalle riprese delle nostre TGnovelas... taluni giornalisti locali si lanciano in acrobazie davanti alle bare; l'obiettivo é cercare di fotografare un' EMOZIONE FORTE che possa scuotere il PUBBLICO.
E per fare questo si arriva a sbatterci in faccia le lacrime di una mamma che ha perso il figlio. Lacrime stupidamente provocate con domande da idiota quali: "Cosa le ha detto l'ultima volta che l'ha sentito?". [CHE SEI UN IDIOTA!, ndb]
Il massimo dell'indecenza è stato raggiunto quando si è deciso di mandare in onda (e su tutti i giornali) le immagini del bimbo di 2 anni che aspettava all'aeroporto il papà (che non verrà mai). Ma com'è possibile che si arrivi ad una tale aberrazione?

Fino a prima della strage in Afganistan, Berlusconi ondeggiava in cattive acque, la pressione mediatica intorno a lui stava montando ogni giorno di più.
Poi arriva la strage che conosciamo: su tutti i giornali di oggi campeggiano le foto dei volti di quei poveri ragazzi che hanno cessato di vivere e tutto il mondo italico si ferma per stringersi a corte, l'INFORMAZIONE sparisce... Eccezionalità dell'evento, dicono.
Due domande:
Un/una qualsiasi uomo/donna (contadino/a, professionista, calzolaio/a, muratore/trice, camionista...) esce di casa per andare a lavorare, in un paese con un sacco di norme sulla sicurezza, e non vi ritorna più: la loro morte sul posto di lavoro è ordinaria o ECCEZIONALE??

Un soldato che muore in una missione (fosse anche di pace) in un teatro di GUERRA e devastazione come l'Afghanistan è un evento eccezionale o fa parte dell'orribile ordinarietà della guerra? Sono in guerra o NO? E da che mondo e mondo in guerra si muore (e anche tanto!) e non muoiono solo i NOSTRI SOLDATI!
Ora guardate questo e riflettete. Queste immagini dovrebbero essere trasmesse in questi giorni per far capire cos'è davvero la guerra per chi la vive senza elmetto e mezzi corazzati... per i bambini.

Teresa Sarti Strada è morta nel silenzio.

domenica 20 settembre 2009

Un calcio di RIPUDIO


(vai subito al minuto 0:40)

Don Farinella, autore della lettera di ripudio indirizzata a supernan Berluscone, riprende carta e penna e scrive un'altra lettera. Questa volta indirizzata al Cardinal Bertone. Il prete genovese è la voce sincera di quella chiesa che ha deciso di iniziare a VEDERE SENTIRE PARLARE. Sono tanti, devono solo riconoscersi, organizzarsi e parlare chiaro alle genti. La chiesa delle banche vaticane, dell'Opus dei Denari, di Commistione e Lottizzazione e della Compagnia delle Opere Pubbliche (da appaltarsi) non rinuncerà facilmente all'amico Berluscone: interessi ed affari in ballo sono davvero tanti. Ma i poveri aumentano, così come aumentano coloro che si chiedono perchè la CHIESA CENTRALE non abbia mai speso una parola contro la continua opera di smantellamento (leggi PRIVATIZZAZIONE) dei servizi pubblici locali, ACQUA COMPRESA??
"Signor Cardinale Bertone,
apprendo dalla stampa che il giorno 7 ottobre 2009, memoria liturgica della Madonna del Rosario, lei ha intenzione di inaugurare la mostra dall’emblematico titolo: "Il potere e la grazia" con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che non posso chiamare "onorevole" perché di "onorevole" nella sua vita pubblico-privata, nella sua politica e nel suo sistema di menzogne non vi è nulla. Se la notizia fosse vera, lei agli occhi della stragrande maggioranza della Chiesa italiana e del mondo si renderebbe complice e si assumerebbe la responsabilità di molti abbandoni "dalla" Chiesa da parte di credenti che sono stufi che la politica della diplomazia sovrasti e affossi la testimonianza limpida del Vangelo. Lei sicuramente sa, come lo sa ogni parroco che vive sulla breccia dei marciapiedi, che quest’anno vi è stata una emorragia nei confronti dell’8xmille che moltissimi cattolici, anche praticanti, hanno devoluto ad altre istituzioni pur di toglierlo alla Chiesa cattolica per le sue ingerenze e connivenze con un governo legittimo, ma ad altissimo tasso di illegalità e immoralità. Questo argomento credo che vi interessi non poco sia come Vaticano che come CEI.
Dopo tutto quello che è successo, le testimonianze, le registrazioni, le inchieste, lo spergiuro pubblico in televisione sulla testa dei suoi figli, gli immigrati morti in mare che il governo ha sulla coscienza; dopo la legge infame che dichiara "reato" lo "stato personale", cioè la condizione esistenziale di "immigrato" divenuto "clandestino" in forza della legge Bossi/Fini; dopo tutto questo lei non può far finta di nulla e farsi vedere in pubblico con Berlusconi o qualcuno dei suoi scherani.
Se parlate di morale pubblica e di etica politica, dovete essere coerenti con i vostri stessi principi che spesso esigete dagli altri che non hanno il potere immondo di Silvio Berlusconi, il quale si crede il Messia e "solutus omnibus legibus", visto che concepisce se stesso come sultano e l’Italia il suo sultanato personale. Egli pensa di potere comprare tutto: i tribunali, le sentenze, la compiacenza di prosseneti e lenoni che gli procurano donnine a pagamento per sollazzarlo con orge (e forse anche droga) di cui egli continua a vantarsi pubblicamente fino a dichiarare con spudoratezza che: "il popolo italiano vuole essere come lui". Crede di potere comprare anche il Vaticano, offrendo leggi e favori a richiesta. Valuti lei se le lenticchie fuori stagione valgano una Messa.
Lei deve sapere che serpeggia nella Chiesa uno scisma ormai non tanto sotterraneo che sta emergendo di giorno in giorno e bisogna stare attenti che non diventi movimento o peggio ancora separazione, anche perché molti vescovi stanno zitti, ma in cuor loro meditano e in privato imprecano. Non prenda a cuor leggero quello che le dico. Il mio vescovo, cardinale Angelo Bagnasco, e anche lei che mi ha conosciuto bene, sapete che non dico bugie e non parlo mai per sentito dire e di ogni mia affermazione o gesto mi assumo sempre la responsabilità pubblica.
Per una volta, come Segretario di Stato, sia prete, solo prete, intimamente prete e disdica ogni appuntamento con un trafficante senza morale e senza dignità che la sta usando solo per affermare che i suoi rapporti con il Vaticano e con il Papa "sono eccellenti".
Le accludo la "Lettera di ripudio" che ho inviato a Silvio Berlusconi, e che tante adesioni sta raccogliendo nel mondo credente e non credente. Se lei riabilita Berlusconi, come ha già fatto Gian Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano con l’intervista al Corriere della Sera, nella Chiesa di Dio lei perde il diritto di parlare di Vangelo, etica e moralità.
Se Berlusconi riesce a comprare anche il Vaticano con uno scambio di leggi, favori e denaro, sappia che non potrà mai comprare le nostre coscienze di credenti che ogni giorno pregano Dio per la salvezza della "povera Italia" e per la conversione delle gerarchie ecclesiastiche che spesso sono di scandalo e non di esempio al popolo dei battezzati.
Preoccupato e amareggiato, la saluto sinceramente." Paolo Farinella, prete

Lettera completa di don Farinella al cardinale Bertone

sabato 19 settembre 2009

AAA ACQUA ACQUA ACQUA



Con l'acqua e' in ballo la vita! Ma dal Governo continuano imperterriti!
L'argomento è un grande assente anche nel Comune di Altamura. Un anno e mezzo fa a seguito della conferenza "ACQUA è DEMOCRAZIA" vi fu una delibera di giunta sull'acqua come diritto, poi... il nulla!
1. Il pozzo in contrada putta: NULLA!
2. Azioni di contrasto degli scarichi fognari abusivi: NULLA!
3. Azioni di promozione dell'acqua pubblica nelle mense scolastiche: NULLA!
4. Azioni politiche che salvaguardino la rete idrica di Altamura dalla sempre più pericolosa offensiva delle Multinazionali dell'acqua: NULLA!
4 bis. Assunzione all'interno dello statuto comunale del principio che l'ACQUA E' UN SERVIZIO PRIVO DI RILEVANZA ECONOMICA (come hanno fatto 100 sindaci siciliani): NULLA!

I prossimi mesi saranno cruciali sia a livello comunale che a livello regionale.

Diffondiamo una lettera che padre Alex Zanotelli ha diffusa qualche giorno fa, anche grazie al blog di Grillo.

La nota, datata 11/09/09, prende spunto dal recente Art. 15 DL 10-09-2009 modifica art. 23bis Lg n. 133 6/8/2008, varato dal Governo Berlusconi, che fornisce una nuova spinta privatizzatrice non solo al servizio idrico, cui era interamente dedicato l’art. 23bis, bensì a tutti i servizi pubblici locali (anche energia, gas, rifiuti e trasporto urbano) (clicca QUI per un approfondimento ):Non avrei mai immaginato che il paese di Francesco d’ Assisi (Patrono d’Italia) che ha cantato nelle sue Laudi la bellezza di “sorella acqua” diventasse la prima nazione in Europa a privatizzare l’acqua! Giorni fa abbiamo avuto l’ultimo tassello che porterà necessariamente alla privatizzazione dell’acqua.
Il Consiglio dei Ministri , infatti, ha approvato il 9/09/2009 delle “Modifiche” all’articolo 23 bis della Legge 133/2008 . Queste “Modifiche” sono inserite come articolo 15 in un Decreto legge per l’adempimento degli obblighi comunitari. Una prima parte di queste Modifiche riguardano gli affidamenti dei servizi pubblici locali , come gas, trasporti pubblici e rifiuti. Le vie ordinarie- così afferma il Decreto- di gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica è l’affidamento degli stessi, attraverso gara, a società miste, il cui socio privato deve essere scelto attraverso gara, deve possedere non meno del 40% ed essere socio” industriale”. In poche parole questo vuol dire la fine delle gestioni attraverso SPA in house e della partecipazione maggioritaria degli enti locali nelle SPA quotate in borsa.
Questo decreto è frutto dell’accordo tra il Ministro degli Affari Regionali, Fitto e il Ministro Calderoli. E questo grazie anche alla pressione di Confindustria per la quale in tempo di crisi, i servizi pubblici locali devono diventare fonte di guadagno.

E’ la vittoria del mercato, della merce, del profitto. Cosa resta ormai di comune nei nostri Comuni?E’ la vittoria della politica delle privatizzazioni ,oggi, portata avanti brillantemente dalla destra .A farne le spese è sorella acqua .Oggi l’acqua è il bene supremo che andrà sempre più scarseggiando, sia per i cambiamenti climatici, sia per l’incremento demografico. Quella della privatizzazione dell’acqua è una scelta politica gravissima che sarà pagata a caro prezzo dalle classi deboli di questo paese, ma soprattutto dagli impoveriti del mondo( in milioni di morti per sete!)
Ancora più incredibile per me è che la gestione dell’acqua sia messa sullo stesso piano della gestione dei rifiuti!Questa è la mercificazione della politica! Siamo anni luce lontani dalla dichiarazione del Papa Benedetto XVI nella sua recente enciclica Caritas in veritate dove si afferma che l’”accesso all’acqua” è” diritto universale di tutti gli esseri umani senza distinzioni e discriminazioni”.Tutto questo è legato al “diritto primario della vita”.La gestione dell’acqua per il nostro Governo è assimilabile a quella dei rifiuti! Che vergogna! Non avrei mai pensato che la politica potesse diventare a tal punto il paladino dei potentati economico-finanziari. E’ la morte della politica!
Per cui chiedo a tutti di:
-protestare contro questa decisione del governo tramite interlocuzioni con i parlamentari, invio di e.mail ai vari ministeri…
-chiedere ai parlamentari che venga discussa in Parlamento la Legge di iniziativa popolare per una gestione pubblica e partecipata dell’acqua, che ha avuto oltre 400mila firme e ora ‘dorme’ nella Commissione Ambiente della Camera;
-chiedere con insistenza alle forze politiche di opposizione che dicano la loro posizione sulla gestione dell’acqua e su queste Modifiche alla 23 bis;
-premere a livello locale perché si convochino consigli comunali monotematici per dichiarare l’acqua bene comune e il servizio idrico “privo di rilevanza economica”;
-ed infine premere sui propri consigli comunali perché facciano la scelta dell’Azienda Pubblica Speciale a totale capitale pubblico: è l’unica strada che ci rimane per salvare l’acqua.
Sarà solo partendo dal basso che salveremo l’acqua come bene comune, come diritto fondamentale umano e salveremo così anche la nostra democrazia.
E’ in ballo la Vita perché l’Acqua è Vita.

venerdì 18 settembre 2009

Morire per gli assassini


Per cosa sono morti?

Riporto un articolo di PeaceReporter:
Per cosa sono morti?
Per difendere la pace, la libertà, la democrazia in Afghanistan e la sicurezza internazionale come dicono i nostri politici?

L’Italia piange i suoi soldati morti a Kabul in un attentato della guerriglia talebana.

Per cosa sono morti?
Per difendere la pace, la libertà, la democrazia in Afghanistan e la sicurezza internazionale come dicono i nostri politici? No.
Non per la pace, perché i nostri soldati in Afghanistan stanno facendo la guerra.
Non per la libertà, perché i nostri soldati stanno occupando quel paese.
Non per la democrazia, perché i nostri soldati proteggono un governo-fantoccio che non ha nulla di democratico.
Non per la sicurezza internazionale, perché i nostri soldati stanno combattendo contro gli afgani, non contro il terrorismo islamico internazionale: a questo, semmai, stanno fornendo un pretesto per odiare e attaccare l’Occidente e anche il nostro paese.
E allora per cosa sono morti?
La risposta l’ha data il generale Fabio Mini, ex comandante del contingente Nato in Kosovo, intervenendo la scorsa settimana a un dibattito sull’Afghanistan tenutosi a Firenze e organizzato da Peacereporter:
“Ufficialmente lo scopo fondamentale, il center of gravity, della missione non è la ricostruzione, o la pacificazione né la democrazia: è la salvaguardia della coesione della Nato in un momento di crisi della stessa. Questo è lo scopo dichiarato, scritto nei documenti ufficiali della missione Isaf. La Nato è in Afghanistan esclusivamente per dimostrare che è coesa: lo scopo è essere insieme. Ecco perché gli Stati Uniti chiedono soldati in più: ma pensate davvero che manchino loro le forze per far da soli? Credete davvero che i nostri soldati o i lituani siano importanti? No! L’importante è che nessuno si sottragga a un impegno Nato. Ecco perché vengono chiesti continuamente uomini agli alleati”.

“Agli infami, vigliacchi aggressori che hanno colpito ancora nella maniera più subdola diciamo con convinzione che non ci fermeremo”, avverte il ministro della Difesa, Ignazio La Russa.
E’ stravagante definire ‘vigliacchi’ uomini che sacrificano la propria vita per uccidere il nemico.
Forse questo giudizio andrebbe riservato ai piloti alleati che da mille piedi di altitudine sganciano bombe che fanno strage di talebani e civili, sapendo di non poter essere né visti né colpiti.
Anche chiamare ‘aggressori’ i guerriglieri talebani che colpiscono le truppe d’occupazione Nato è curioso. Siamo noi che abbiamo aggredito loro invadendo il loro Paese.
“Non ci fermeremo”, conclude La Russa in tono bellicoso. Altri soldati italiani dovranno quindi sacrificare le loro vite e stroncare quelle di altri afgani, combattenti e non. Da maggio, per la cronaca, le truppe italiane hanno “neutralizzato” almeno cinquecento “nemici” nelle battaglie combattute nell’ovest dell’Afghanistan con il massiccio impiego di carri cingolati ed elicotteri da combattimento. E presto, come annunciato, anche con le bombe sganciate dai nostri Tornado.

Secondo il ministro degli Esteri, Franco Frattini, bisogna “conquistare il cuore degli afgani per fare terra bruciata di ogni complicità e omertà verso i terroristi”.
Ma finché l’occupazione e la guerra continueranno, con le stragi di civili, i rastrellamenti, la distruzione dei villaggi, la terra bruciata si allargherà attorno ai nostri soldati e la guerriglia afgana diventerà sempre più popolare. La rabbia e il dolore di chi, a causa delle truppe occidentali, perde un familiare, la casa, una parte del corpo o semplicemente la libertà e la dignità, non fanno che portare acqua al mulino del “nemico”. Un nemico che, infatti, più la guerra va avanti, più si rafforza e guadagna consensi.

giovedì 17 settembre 2009

L'influenza dei porci (lettera di un pediatra)



Il Dott. Eugenio Serravalle, Specialista in Pediatria Preventiva, scrive una lettera informativa ai genitori sull'influenza A/H1N1, valutando l'utilità o meno di sottoporre i propri figli alla vaccinazione.

È importante essere a conoscenza dei dati oggettivi sulla diffusione e presunta gravità e atipicità dell'influenza per poter scegliere in maniera consapevole e responsabile in un contesto - come quello attuale - fortemente condizionato dai mezzi mediatici.

Vi preghiamo pertanto di diffondere questa lettera il più possibile:



*LETTERA AI GENITORI SULLA "NUOVA INFLUENZA"*


Cari genitori,

ogni giorno parliamo della nuova influenza, e mi chiedete se sia utile e sicuro vaccinare i bambini.

La mia risposta è NO! Un 'no' motivato e ponderato, frutto delle analisi delle conoscenze fornite dalla letteratura medica internazionale. Un 'no' controcorrente perché molti organismi pubblici, alcune società scientifiche e i mezzi di comunicazione trasmettono messaggi differenti:
avranno le loro ragioni.

Influenza stagionale e influenza A/H1N1: alcuni dati a confronto

L'epidemia, iniziata in Messico nel 2009, è di modesta gravità: il virus A/H1N1 si è dimostrato meno aggressivo della comune influenza stagionale. Si manifesta come qualsiasi forma influenzale: febbre, mal di testa, dolori muscolari, nausea, diarrea tosse. Non sarà l'unica patologia che colpirà i bambini in questo inverno, e non sarà facile distinguerla dai circa 500 (tra tipi e sottotipi) virus capaci di infettare i bambini. I test rapidi per identificare il virus dell'influenza A hanno poca sensibilità (dal 10 al 60%). Il test quindi non garantisce con certezza se si tratti di influenza A/H1N1.

Sembra però essere un virus molto contagioso, ed è stato dichiarato lo stato di pandemia. La sola parola-pandemia-fa paura. Ma questa definizione è stata appositamente modificata, facendo scomparire il criterio della gravità, cioè della mortalità che la malattia può provocare. La nuova influenza può colpire più persone, pare, ma provoca meno morti di qualunque altra influenza trascorsa. La mortalità, ossia il numero di persone morte rispetto ai casi segnalati, registrata finora nei paesi dove l'A/H1N1 è circolato ampiamente è dello 0,3% in Europa e dello 0,4% negli USA. In realtà potrebbe essere ancora inferiore. Perché generalmente i casi con sintomi lievi sfuggono alla sorveglianza (e quindi i contagiati possono essere molti di più), ed alcuni decessi possono essere dovuti ad altre cause e non al virus (anche se ad esso viene data la responsabilità).

Non deve meravigliare: purtroppo si può, e si muore, di influenza, se si soffre di una patologia cronica, di una malformazione organica, di una malattia immunitaria, o se si è anziani.

Le cifre variano in base alla fonte dei dati. Per esempio in Gran Bretagna sono stati registrati 30 morti su centomila casi e negli USA solo 302 su un milione di casi. Nell'inverno australe (che coincide con l'estate in Italia) in Argentina sono morte circa 350 persone, in Cile 128 ed in Nuova Zelanda 16. Quasi alla fine dell'inverno australe, sinora nel mondo intero si sono avuti 2501 decessi. Per fare un paragone, si calcola che in Spagna, durante un inverno "normale" i decessi per influenza stagionale sono circa 1500-3000.

La mortalità per influenza A riguarda prevalentemente persone di età minore di 65 anni, in quanto i soggetti di età superiore sembrano avere un certo grado di protezione, a seguito di epidemie passate dovute a virus simili.

Il 90% dei decessi per influenza stagionale riguarda persone sopra i 65 anni di età, l'influenza A colpisce invece prevalentemente persone di età inferiore (solo il 10% dei casi mortali si colloca nella fascia di età sopra i 65 anni). Ma, in numero assoluto, l'influenza A provoca pochi decessi tra i giovani; negli USA ogni anno muoiono per influenza stagionale circa 3600 persone sotto i 65 anni, mentre finora ne sono morte 324 nella stessa fascia di età per influenza A. In Australia ogni anno per l'influenza stagionale muoiono circa 310 persone sotto i di 65 anni. A inverno ormai terminato, ne sono morte 132 per influenza A, di cui circa 119 sotto i 65 anni.

Perchè allora il panico?

Quanto successo nei Paesi dell'Emisfero australe ci rassicura: l'influenza A semplicemente arriva a colpire (leggermente) molte persone. Eppure i mezzi di informazione hanno creato il panico. E' un tipico esempio di "invenzione delle malattie" (disease mongering). Non si tratta della prima volta. Nel 2005 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva previsto fino a sette milioni di morti per l'influenza aviaria. Alla fine i morti furono 262. Si tratto' di un gravissimo errore prognostico?

Secondo una delle maggiori banche di affari del mondo (JP Morgan) l'attuale vendita di farmaci anti-influenzali e di vaccini muoverebbe un giro di oltre 10 miliardi di dollari.

I medicinali funzionano?

Non esiste alcun trattamento preventivo: i farmaci antivirali, Oseltamivir (Tamiflu) e Zanamivir (Relenza), non prevengono la malattia e su individui già ammalati l'azione dimostrata di questi farmaci è di poter accorciare di mezza giornata la durata dei sintomi dell'influenza. Né va dimenticato che gli antivirali possono causare effetti collaterali importanti. Il 18% dei bambini in età scolare del Regno Unito, a cui è stato somministrato l'Oseltamivir contro l'A/H1N1, ha presentato sintomi neuropsichiatrici e il 40% sintomi gastroenterici.

...E i vaccini?

I vaccini contro il nuovo virus A/H1N1 sono ancora in fase di sperimentazione. Nessuno è in grado di sapere se e quanto saranno efficaci e sicuri, ma vengono pubblicizzati, con gran clamore. Basta che il virus cambi (per mutazione, o per riassortimento con altri virus) per rendere inefficace il vaccino già messo a punto. Sulla sicurezza sia l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che l'Agenzia del farmaco europea (EMEA) dichiarano necessaria un'attenta sorveglianza. Alcuni vaccini sono allestiti con tecnologie nuove e saranno testati su poche centinaia di bambini e adulti volontari, e soltanto per pochi giorni.

Il vaccino che meglio conosciamo, quello contro l'influenza stagionale, sappiamo che ha un'efficacia del 33% tra bambini e adolescenti e che è assolutamente inutile nei minori di due anni. Esistono anche dubbi circa la sua efficacia negli adulti e negli anziani.

Non conosciamo la sicurezza del vaccino per l'influenza A, ma ricordiamo che nel 1976 negli USA fu prodotto un vaccino simile, anche allora con una gran fretta per un pericolo di pandemia, ed il risultato fu un'epidemia di reazioni avverse gravi (sindrome di Guillan-Barrè, una malattia neurologica), per cui la campagna di vaccinazione fu subito sospesa. La fretta non è mai utile, tanto più per fermare un'influenza come quella A, la cui mortalità è così bassa. Conviene non ripetere l'errore del 1976.

Un'altra motivazione a favore della vaccinazione è il cercare di ridurre la circolazione del virus A/H1N1 per diminuire le opportunità di ricombinazione con altri sottotipi. Ma attualmente non esistono strumenti o modelli teorici per prevedere una eventuale evoluzione pericolosa del virus. Sul piano teorico, proprio la vaccinazione di massa potrebbe indurre il virus a mutare in una forma più aggressiva.

Come curarsi?

Per curare l'influenza A occorrono: riposo, una buona idratazione, una alimentazione adeguata, una igiene corretta. Non si deve tossire davanti agli altri senza riparare naso e bocca, bisogna evitare di toccarsi il naso, la bocca, gli occhi, facili vie di accesso dei virus, occorre lavarsi le mani spesso ed accuratamente con acqua e sapone. Non è dimostrato che l'uso di mascherine serva a limitare la propagazione dell'epidemia.

Se decidete comunque per la vaccinazione, vi verrà richiesto di firmare il "consenso informato", una informativa sui rischi. Leggetelo bene, prima di decidere, chiedete informazioni scritte sui benefici e i rischi. Chiedete e chiediamo insieme, per tutti i vaccinati, che sia attivato un programma di sorveglianza attivo, capace davvero di registrare e trattare i gravi problemi di salute che possono presentarsi dopo la vaccinazione. Chiedete e chiediamo che si prevedano risorse economiche per l'indennizzo ai danneggiati.
Chiediamo di non speculare sulla salute e sulla paura.


Dott. Eugenio Serravalle,
Specialista in Pediatria Preventiva, Puericultura-Patologia Neonatale


Pisa 6 settembre 2009

Per la stesura della lettera ho utilizzato quanto scritto dal Dr J. Gérvas:
http://www.equipocesca.org/Gripe
https://mail.sns.it/Redirect/www.equipocesca.org/Gripe_A, paciencia y
tranquilidad
http://www.equipocesca.org/wp-content/uploads/2009/08/gripe-a-paciencia-y-
tranquilidad-9.doc
https://mail.sns.it/Redirect/www.equipocesca.org/wp-content/uploads/2009/08
/gripe-a-paciencia-y-tranquilidad-9.doc.
e la Lettera aperta sulla nuova influenza dell'Associazione Culturale Pediatri.

Eugenio Serravalle
autore di Bambini super-vaccinati

mercoledì 16 settembre 2009

Mamma voglio il parcheggio!



A seguito della campagna mediatica di denigrazione e disinformazione che denuncia 8 posti macchine che alcuni membri del consiglio comunale si sono auto-assegnati nel centro storico, di fronte al municipio, sul sito internet del nostro comune è stata pubblicata una replica (qui).

Si dice in alcuni punti:
Sono polemiche insulse perché non si dice che il Palazzo di città, in pieno centro storico, non è dotato di un parcheggio né interno né esterno e che è necessario lasciare liberi dei posti per coloro che hanno il dovere di adempiere alle funzioni istituzionali.

Le automobili si potrebbero lasciare a cinquanta metri dal municipio, magari fuori dal centro storico, e raggiungere il comune con un minuto di passeggiata. Per non parlare della possibilità di andarci direttamente a piedi o con la bicicletta. A conferma che in questa città già i primi cittadini hanno una pessima cultura della mobilità.
Oltretutto la “riserva” di posti per quanti svolgono funzioni istituzionali è in vigore in tantissime città, a Bari per esempio.

Questo non significa che Bari sia un modello da seguire, anzi...
Chi vive e lavora ad Altamura sa benissimo che per raggiungere Palazzo di città un parcheggio non lo si trova, nemmeno a pagamento.

Appunto per questo serve ripensare la mobilità, non raccattare selvaggiamente posti auto a colpi di ordinanze.
Sfugge inoltre agli “strilloni” dell’opposizione altamurana che Palazzo di città è sede dell’Ufficio di piano, che vede la partecipazione di quattro Comuni (Altamura, Gravina, Santeramo, Poggiorsini), i cui sindaci sono componenti del coordinamento istituzionale. Altamura è inoltre sede legale dell’ATO dei rifiuti che annovera ben 9 Comuni i cui sindaci ne sono componenti. Quindi occorre garantire anche agli stessi, in concomitanza con le riunioni, la possibilità di parcheggio.

Che i sindaci di 9 comuni vengono forse tutti i giorni a visitare il nostro municipio? E in ogni caso, in concomitanza con le riunioni, lo stesso discorso visto prima varrebbe anche per loro.
[l’Amministrazione comunale] non ha mai avuto né intende avere alcun atteggiamento da “casta”.

E invece proprio questo atteggiamento non sembra particolarmente corretto, visto che se ancora vige la Costituzione ed è vero che tutti siamo uguali di fronte alla legge, perchè anche Peppino che fa il medico non avrebbe il diritto di accaparrarsi un posto auto tutto per sè davanti al suo studio? Voi si, e Peppino no?
Forse amministratori seri che abbiano a cuore la salute della gente, invece di correre dietro a certe delibere da quattro soldi, dovrebbero essere i primi a mostrare come ci si sposta senza inquinare.

martedì 15 settembre 2009

Lettera aperta alle donne



Riportiamo con piacere alcuni stralci della lettera aperta alle donne apparsa oggi sul corriere.it a firma di Maria Laura Rodotà.
La libertà non è un concetto che si può calare dall'alto e neppure l'autostima o la consapevolezza di genere. E' necessaria una riflessione condivisa che coinvolga anche gli uomini ma parta dalle donne. Anche ad Altamura, dove le consigliere stanno larghe sulle dita di una mano e nulla di signficativo si vede all'orizzonte per migliorare la condizione femminile, anzi. Vista la deriva del maggior partito italiano (che ha sbancato anche ad Altamura) non vorremmo che nelle liste per le prossime comunali si guardasse più Miss Altamura che l'elenco delle neo laureate che stanno pensando di emigrare.

Care donne italiane, o meglio ca­re donne italiane che cominciano a discutere di deriva maschilista-mi­sogina nel nostro Paese e dell’im­broglio sesso-politica che sta im­bambolando la nostra repub­blica, che si preoccupano della video-velinocrazia che condiziona le nostre vite di mature (invisibili) e giovani (preferibilmente scollate); care tutte, che si fa?[…]

Corpi vili?

Perché è da vari mesi, dall’inizio del caso Berlusconi-Noemi-e poi al­tre, che parecchie donne provano un senso di umiliazione collettiva. È da ancora prima che qualcuna mo­stra segni di intolleranza attiva. Al­l’inizio dell’anno è uscito un docu­mentario, Il corpo delle donne di Lo­rella Zanardo, prima presentato in eventi semicarbonari, poi mostrato da Gad Lerner all’ Infedele , ora feno­meno sul Web: è un rapido e terrifi­cante montaggio-sovrapposizione di immagini tv che lascia tramortite davanti a un evidente modello di Femmina Unica raggiungibile solo a furia di diete, reggiseni. Poi i corpi sono diventati veri, di ragazzine che dicevano papi, di escort nel letto grande, eccetera. Poi ci sono le ragazze della tv, va da sé.

Studiose all’attacco
Ma ci sono anche le quasi-ex ra­gazze dell’università, in genere espa­triate.
Come […] Michela Marzano, apprezzata filoso­fa a Parigi: «Perché tante donne cre­dono che il solo modo per emergere sia quello di ridursi a oggetti di pul­sioni, contemplate per il corpo-fetic­cio che incarnano, e ridicolizzate per la loro incompetenza professio­nale davanti alla telecamera? Quale libertà resta oggi alle donne in un Paese in cui il potere in carica propo­ne loro un modello unico di riuscita e di comportamento?». Conclude Marzano: «Facciamo, allora, in mo­do che il ventunesimo secolo, col pretesto di essere 'alla moda', non sia la tomba di tutte le conquiste femminili del secolo scorso». C’è chi dice «allora scendiamo in piaz­za ». E chi ironizza.

Veline e velini
Come Nicoletta Tiliacos, femmi­nista storica e penna del Foglio , che attacca «la piattezza di questa ver­sione vittimistica e irreale della “donna italiana silenziosa”». Inter­pellata, Tiliacos precisa: «Altro che silenzio, sono anni che non sentivo discutere tanto. Se dobbiamo pole­mizzare sulla cooptazione in politi­ca, parliamo di veline ma anche di velini. E poi non stiamo parlando di donne passive, ma di donne che fanno delle scelte. Intorno ai palaz­zi del potere ci sono sempre state le garçonnières. Se ora le ragazze vo­gliono uscire e diventare deputate, non mi scandalizzo». Anche se sui media di centrodestra però c’è chi si scandalizza, e come. C’è Sofia Ventura, professore di scienza della politica a Bologna, autrice di un ar­ticolo sul velinismo per la fondazio­ne finiana FareFuturo che in prima­vera ha scatenato risse. Ventura vorrebbe più indignazione, e più trasversale: «Ho visto Il corpo delle donne insieme a un gruppo di stu­denti di Sciences-Po a Parigi. Erano tutti inorriditi. Ho discusso alla Fe­sta democratica di Bologna. E tra le dirigenti Pd ho trovato molto benal­trismo, molto conformismo detta­to dalla fedeltà ai leader. Che in Ita­lia sono maschilisti».

L’autostima bassa

Sono maschilisti, di sicuro. Ma le donne italiane, sembrano registra­re il più basso tasso di autostima nel mondo occidentale. Tengono la tv accesa, non badano alle bellezze bipartisan, non si arrabbiano per non passare per matte. Anche le po­litiche. […]
Un nuovo femminismo?
«Io non sono pessimista», cerca di tirar su il morale Eva Cantarella, storica del diritto. «Perché ricordo il vecchio femminismo. Si era in po­che, e bisognava convincere la stra­grande maggioranza delle donne, quelle che erano chiuse in casa e di­cevano “ma io non sono discrimina­ta”. Ed è successo, e molto è cambia­to. Certo, ci vuole molto tempo, e un’attività capillare. Per questo non sono contraria a scendere in piazza. In una fase in cui siamo tutti incate­nati agli schermi, la parola pubblica sarebbe la vera novità. […]

lunedì 14 settembre 2009

RIPUDIO



Pubblichiamo una lettera di un prete indirizzata a berluska dal titolo: "Lettera di ripudio".

I punti interessanti sono a partire da metà lettera e ve li abbiamo copiati in basso; il merito della lettera é soprattutto quello di RICHIAMARE IL VATICANO (stato estero) sulle sue RESPONSABILITà per il suo APPOGGIO a Berluska e di SPACCARE il mondo cattolico tre "la VeraCHIESA" ed il Vaticano ... e questa é una bella differenziazione.

A voler essere pignoli manca una UNA CRITICA A D'ALEMA E LA pseudoSINISTRA CHE HANNO LASCIATO FARE SENZA MUOVERE UN DITO... oggi la vera opposizione la fanno Beppe Grillo e Marco Travaglio (DiPietro segue in scia)
Il SILENZIO-ASSENSO DALEMIANO-Veltronico é semplice STOMACHEVOLE *COMPLICITà*.


Il testo integrale é lunghino si trova sul MeetUp Altamura.
Testo integrale ..... http://beppegrillo.meetup.com/664/it/messages/boards/thread/7642219


Sig. Presidente «pro tempore»
del Consiglio dei Ministri
Silvio Berlusconi,
Palazzo Chigi
00100 Roma


Lettera di ripudio

Il mio nome è Paolo Farinella, prete della Chiesa cattolica residente nella diocesi
di Genova. Come cittadino della Repubblica Italiana, riconosco la legittimità
formale del suo governo, .................;;

continua continua ... é parecchio lunga.

Ecco qualche spunto più interessante ............................


La maledizione italiana
A lei nulla importa dei valori religiosi, etici e sociali, che usa come stracci a suo comodo esclusivo, senza esimere di vantarsi di essere ossequioso degli insegnamenti etici e sociali della Chiesa cattolica, di cui si è sempre servito per averne l'appoggio e il sostegno. Partecipa convinto al «Family-Day» in difesa della famiglia tradizionale, monogamica formata da maschio e femmina e poi ce lo ritroviamo con prostitute a pagamento che registrano la sua voce nel letto di Putin; oppure spogliarelliste che lei ha nominato ministre: è lecito chiedersi, in cambio di cosa? Come concilia questo suo comportamento con le sue dichiarazioni di adesione agli insegnamenti della Chiesa cattolica? La «corrispondenza d'amorosi sensi» tra lei, il Vaticano e la gerarchia cattolica è la maledizione piombata sull'Italia ed una delle cause del progressivo e costante allontanamento dalla Chiesa delle persone migliori. I prelati, come sempre nella storia, fanno gli affari loro e lei che di affari se ne intende si è lasciato usare ed ha usato senza scrupoli offrendo la sua collaborazione e cercando quella della cosiddetta «finanza cattolica» legata a doppia mandata con il Vaticano. Se volesse avere la documentazione di legga il molto istruttivo saggio di Ferruccio Pinotti e Udo Gümpel, «L'unto del Signore», BUR,
Rizzoli, Milano 2009.
Gli ecclesiastici, da perfetti «uomini di mondo, hanno capito che con lei al governo potevano imporre al parlamento leggi e decreti di loro interesse, utilizzandolo quindi come braccio secolare. Per questo obiettivo, devono però rinunciare alla loro religiosità e adeguarsi alla paganità del potere che esige la contropartita.
Lei, infatti, è sostenuto dall'Opus Dei, da Comunione e Liberazione e da tutte le organizzazioni e sètte cattoliche che si lasciano manovrare a piacimento con lo
spauracchio dei «comunisti» e con l'odore satanico dei soldi. Il Vaticano e i vescovi, non essendo profeti, ma esercenti gestori di una ditta pagana, non hanno saputo o voluto cogliere le conseguenze nefaste che sarebbero derivate al Paese da questo connubio incestuoso; di fatto sono caduti nella trappola che essi stessi e lei avevate preparato.

Strategie convergenti
Lei può fare affari col Vaticano e chiudere nel cassetto morale e dignità, ma sappia che il Vaticano non è la Chiesa, per nostra fortuna e per sua e vostra disgrazia. Noi, uomini e donne semplici, vogliamo onorare e difendere la nostra dignità e la nostra fede, contro ogni tentativo di manipolazione e di incesto tra altare e politica. Purtroppo lei, supportato da parte della gerarchia, ha fatto scadere la «politica» da arte a servizio del bene comune a mercimonio di malaffare e a sentina maleodorante. Le istituzioni cattoliche che lo hanno appoggiato ne portano, con lei, la responsabilità morale, in base al principio giuridico della complicità. Strana accoppiata: i difensori della moralità ufficiale, costretti a tacere per mesi di fronte a comportamenti indegni e a leggi inique, perché lautamente ricompensati o in vista della mancia promessa. Trattasi solo di un baratto di cui i responsabili dovranno rendere conto. I vescovi hanno ritrovato la parola quando si sono visti attaccare, inaspettatamente, da lei con avvertimenti di stampo mafioso (per interposta persona). La gerarchia, in genere felpata e compassata, in questo frangette è risorta come un sol uomo, arruolando anche il papa alla bisogna, ma cogliendo anche l'occasione per dare corpo alle vendette interne e regolare i conti
tra ruiniani e bertoniani. Come insegna l'amabile Andreotti «la vendetta è un piatto che si gusta freddo». Strategie convergenti che hanno sprigionato il disgusto del popolo cattolico e dei cittadini che ancora pensano con la propria testa.


Ripudio

Io, Paolo Farinella, prete mi vergogno della sua presidenza, per me e la mia Nazione e, mi creda, in Italia siamo la maggioranza che non è quella elettorale, ottenuta da una «legge porcata» che ben esprime l’identità della sua maggioranza e del governo e di lei che lo presiede (o lo possiede?). Lei potrà avere il sostegno del Vaticano (uno Stato estero) e della Cei che con il loro silenzio e le loro arti diplomatiche condannano se stessi come complici di ingiustizia e di immoralità.

Per questi motivi, per quanto mi concerne in forza del mio diritto di cittadino sovrano, non voglio più essere rappresentato da lei in Italia e all’Estero, io la ripudio come politico e come presidente del consiglio: lei non può rappresentarmi né in Italia e tanto meno all’estero perché lei è la negazione evidente di tutto quello in cui credo e spero di vedere realizzato per il mio Paese. sia perché non mi rappresenta sia perché è indegno di rappresentare il buon nome dell’Italia seria, laboriosa e civile e legale che amo e per la quale lotto e impegno la mia vita. Non importa che lei abbia la maggioranza parlamentare, a me interessa molto di più che non abbia la mia coscienza

Io, Paolo Farinella, prete ripudio lei, Silvio Berlusconi, presidente pro tempore del consiglio dei ministri e tutto quello che rappresenta insieme a coloro che l’adulano, lo ingannano, lo manipolano e lo sorreggono: li/vi ripudio dal profondo del cuore. in nome della politica, dell’etica e della fede cattolica. La ripudio e prego Dio che liberi l’Italia dal flagello nefasto della sua presenza.

Genova 09 settembre 2009
Paolo Farinella, prete


per la par condicio...


domenica 13 settembre 2009

Facoltà dell'ACQUA 2009 - Sezano (VR), 13set09


Chiusura lavori.

Per una nuova organizzazione del mondo.
Scenari possibili
relatore: Prof. Riccardo Petrella

sabato 12 settembre 2009

Facoltà dell'ACQUA 2009 - Sezano (VR), sabato 12set09

Gli effetti dei cambiamenti climatici sulla popolazione e sulle economie
relatore: Prof. Riccardo Petrella

PARTE 1


PARTE 2


PARTE 3

Acqua al bivio


Il nuovo attacco al diritto all'acqua (leggi DIRITTO ALLA VITA) arriva dal nostro "caro" Raffaele Fitto. Si tratta di un decreto legislativo voluto dal Ministro degli Affari Regionali e da Tremonti.
Nel decreto si propongono alcune modifiche nascoste del già discusso art. 23 bis della L. 133/2008 che già aveva dichiarato l'acqua un servizio di rilevanza economica (leggi: è il mercato che decide).
Se queste modifiche verranno approvate in parlamento, da quel momento la «via ordinaria» di gestione di un bene come l'acqua sarà regolata dalla compartecipazione in una Spa di un ente locale e di un privato scelto attraverso gara, che disporrà di non meno del 40% del capitale e ne sarà socio «industriale». Gli enti pubblici (gli unici veri proprietari delle reti idriche) non potranno possedere più del 30% di queste nuove società miste.
Mettere questi provvedimenti sotto l'etichetta "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi internazionali e comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee" è una pericolosa operazione di mistificazione: l'Europa non obbliga gli stati membri a privatizzare i servizi idrici, anzi, l'opzione pubblica è prevista ma i nostri politici non l'hanno vista. Le modifiche di cui sopra interesserebbero da vicino noi pugliesi che saremmo così davanti ad un biivo: privatizzare tout court
l'AQP (e il pubblico dovrà accontentarsi del 30%) oppure procedere alla ripubblicizzazione piena dello stesso. L'investimento politico, ma soprattutto culturare per sostenere l'opzione pubblica richiede un grande impegno, ma grande è anche il peso delle 30.000 persone che in Puglia hanno firmato per la la legge di iniziativa popolare per l'acqua pubblica e la gestione partecipata dei servizi idrici.

Leggi l'articolo del Manifesto

venerdì 11 settembre 2009

qualcosa ci Puzza


Ieri sera c'era una puzza tremenda che ha fatto insospettire non pochi altamurani. Anche stamattina c'è puzza in mezza città.
Una puzza di letame mista a cane morto decomposto, uova marce e fondo di cassonetto... ma la cosa peggiore è la vastità dell'area interessata: da porta Bari a Via Selva passando per S. Teresa, via Corato e... Via Ruvo.
Già, via Ruvo! Cercando di capire la provenienza abbiamo appurato che all'altezza di via Ruvo c'era la zona più puzzolente. Alcuni abitanti della zona ci hanno riferito che potrebbe trattarsi degli allevamenti di polli che si troverebbero in quella zona e che in questi giorni pare stiano facendo delle operazioni di spargimento della pollina (?) in alcuni campi.
I vigili urbani non avevano informazioni, ma pare siano stati allertati da più persone preoccupate. Con la tramontana, la puzza continuerà ad "aromatizzare" la città.
Una puzza così intensa non si era mai sentita: quanta merda stanno muovendo e dove la portano? E chi controlla questi sversamenti?
Se questo olezzo è letame, niente male, ma se così non fosse?

giovedì 10 settembre 2009

10 domande per Gelmini&Co.



dal sito dell'ANIEF

Le domande a cui i consiglieri del Ministro che hanno scritto il Regolamento dovrebbero rispondere

1) Vi hanno informati che nelle SSIS già si insegnava ad insegnare e che erano nate proprio con questo obiettivo, che prevedevano il tirocinio attivo, considerato il perno di tutto il corso biennale?

2) Perché le SSIS avrebbero creato precariato? Vi hanno informati del fatto che anche le SSIS abilitavano docenti in base al fabbisogno nazionale espresso da cifre stabilite secondo la legge dal vostro ministero che, in verità, ha contribuito a creare precariato, a SSIS già avviate senza seguire la stressa programmazione con l’indizione di un concorso a cattedra, tre sessioni riservate di esami di stato gestite dai provveditorati e un corso-sanatoria imposto alle Università?

3) Potreste chiarire a chi pensate quando si afferma che “con la fine del precariato sarà consentito ai giovani l'inserimento immediato in ruolo”: a quali giovani vi riferite? A quelli della classe 2020 vista la presenza, nelle graduatorie ad esaurimento, di oltre 300.000 precari?

4) Come intendete mettere fine al precariato? Con la disinfestazione, dal momento che ritenete il precariato qualcosa che “prolifera”, piuttosto che un fenomeno sociale che coinvolge e colpisce migliaia di docenti sfruttati e poi gettati via alla fine di ogni anno scolastico, licenziati, perdenti cattedra o semplici disoccupati dopo anni di servizio?

5) Perché continuate a prediligere la “coda”, quando potreste almeno questa volta, a proposito delle secondarie superiori, cominciare dalla “testa” riformando prima i cicli scolastici, quindi le classi di abilitazione, le lauree magistrali e “infine” il sistema di formazione degli insegnanti?

6) Perché licenziate i supervisori di tirocinio che hanno superato un concorso pubblico e affidate la nuova formazione ai docenti segnalati dai Presidi? Vi sembra un parametro più oggettivo?

7) Ritenete che gli USR saranno felici di vedersi assegnato anche il controllo dei tirocini e che saranno in grado, tra le loro incombenze, di farlo con la dovuta attenzione e solerzia?

8) Secondo quale criterio ritenere di prevedere, per il nuovo sistema di formazione degli insegnanti, una selezione severa: forse, a vostro giudizio, la selezione delle SSIS non era abbastanza severa? Sulla base di cosa potreste affermarlo? Avete fatto parte della commissione esaminatrice, non siete stati ritenuti più idonei a insegnare nelle SSIS o avete forse provato a sostenere di persona l’esame di ammissione alla SSIS?

9) Come mai sono partiti i corsi di Scienze della Formazione anche per quest’anno senza tener conto del regolamento e senza prevedere come per l’anno scorso l’inserimento degli stessi nelle graduatorie ad esaurimento creando nuovo precariato?

10) Perché negli attuali corsi di Scienze della Formazione non si tiene conto della nuova riforma quando diversi rappresentanti di tale università sono stati componenti della commissione Israel che ha scritto il regolamento della formazione iniziale?

ATTENZIONE!
Sabato 12 settembre MANIFESTAZIONE dei PRECARI all'inaugurazione della FIERA del LEVANTE dov'è atteso Supernan. Speriamo non ci siano gli infiltrati della Digos che si vedono in questo filmato (primi secondi)!!! Chi fosse interessato (di Altamura) può recarsi presso la piscina di via Santeramo: ci sono posti disponibili in macchina!

L’oro blu della Puglia

La situazione politica non è buona diceva Celentano.
Questo post di Alessandro Tauro è da non perdere.

fonte: http://alessandrotauro.blogspot.com


La storia che state per leggere è una storia che lega tra loro sanità, risorse naturali, amministrazioni pubbliche, il mondo della politica, ipotesi giudiziarie, vittime inconsapevoli e navigati carnefici.

E’ una storia che parla di interessi economici, di giochi al limite del political-thriller, di alleanze trasversali, di mondo imprenditoriale e di celebri uomini politici costretti a ricoprire il ruolo della pedina inconsapevole in una scacchiera sconosciuta.

Se vi dicessi che esiste un unico filo conduttore che unisce nello stesso interesse Massimo D’Alema, Gianni Alemanno, Francesco Gaetano Caltagirone, Antonio Di Pietro, Pierferdinando Casini, Cesare Geronzi, Raffaele Fitto, Francesco Boccia mi credereste?

La storia che segue è la risposta a questa domanda. Se si tratta di fantapolitica o di gigantesche microscopiche realtà non sarà il sottoscritto a dirlo.

Tutto ha inizio 13 anni fa, nel settembre del 1996, quando Antonio Di Pietro, allora ministro dei Lavori Pubblici, redige la prima bozza di decreto che ordina la privatizzazione dell’acquedotto pugliese. Una privatizzazione che, nel corso degli anni, non è mai praticamente avvenuta.

Così nasce questa storia, con l’attuale ferreo sostenitore del principio "acqua bene pubblico" primo ideatore della sua privatizzazione. Un ruolo, questo del privatizzatore dell’oro blu, che è utile tenere bene a mente.

Per un intero anno, dal 2000 al 2001, i governi D’alema e Amato tentano un accordo di vendita della Acquedotto Pugliese SpA (allora nelle mani del Tesoro) all’Enel, un accordo che fallirà miseramente per l’ostruzione continua operata dal Presidente pugliese Raffaele Fitto, che, nel tentativo di incrementare la posizione della Regione Puglia nel futuro asset societario della SpA, finirà per distruggere l’unica possibilità di privatizzazione dell’acquedotto regionale.
Un involontario eroe socialista in salsa pugliese.

Nel dicembre 2001 il nuovo governo Berlusconi consegna l’acquedotto pugliese nelle mani di Fitto, alla sola condizione di procedere regionalmente alla privatizzazione entro 6 mesi.

Numerosi gli interessati. Tra tutti una cordata dall’enorme potenziale: ACEA (società municipalizzata di Roma controllata dall’allora sindaco Walter Veltroni), Roberto Colaninno (futuro anello di congiunzione tra PD e PDL) e Francesco Caltagirone (capo di un impero che va dall’editoria all’edilizia, dalle banche ai trasporti), una cordata ben vista e sostenuta da D’Alema e Letta da una parte (un binomio che ritroviamo ancora oggi nell’endorsement a Pierluigi Bersani) e da Alemanno dall’altra.

La privatizzazione si fa attendere e la duratura attesa esporrà Fitto e la sua regione a numerose critiche del centrosinistra, in un gioco della parti completamente rovesciato: con l’Ulivo e Di Pietro "convinti privatizzatori" da una parte e la destra "anomala statalista" dall’altra.

Tra i più convinti privatizzatori il lettiano Francesco Boccia e il dalemiano Sandro Frisullo.

Ogni ipotesi di privatizzazione fallisce miseramente nel gennaio 2005 quando le primarie del centrosinistra vengono vinte inaspettatamente dal "rivoluzionario gentile" Nichi Vendola, proprio a danno di Boccia, fervido sostenitore della "bozza di privatizzazione D’Alema" del 2000.

La vittoria nelle regionali contro il governatore uscente Fitto metterà per sempre la parola fine ad ogni velleità liberista, vista la profonda convinzione del neo-eletto Vendola a mantenere la gestione dell’acqua pugliese nelle mani della collettività.

L’evidente acredine preesistente tra Ulivo e Vendola cresce sempre più durante il governo di quest’ultimo, impegnato a nominare ai vertici dell’AQP amministratori contrari ad ogni privatizzazione (Petrella prima e Monteforte poi) e ad ostruire ogni interesse gestionale del duo DS-Margherita.

Nel luglio 2008 le prime dichiarazioni di reciproco interesse in Puglia tra PD e UDC. La condizione una sola: l’allontamento definitivo di Nichi Vendola e dei partiti della "sinistra" (Italia dei Valori, Rifondazione e Sinistra e Libertà).

La china presa da Vendola diventa preoccupante. A febbraio, lo scandalo che colpisce l’assessore Tedesco, socialista dalemiano, allontanato dalla giunta Vendola prima dell’avviso di garanzia, immediatamente riciclato in Senato al posto del prodiano De Castro, dirottato in Europa, su "richiesta" di D’Alema ed avallo di Franceschini.

Lo scontro tra Vendola e D’Alema diventa pubblico e sfocia nelle critiche dell’ex segretario PDS al leader di Sinistra e Libertà per la candidatura di bandiera alle europee, che D’Alema e Latorre contesteranno profondamente ("Mi auguro che abbia considerato e soppesato le conseguenze politiche che la sua scelta di candidarsi alle europee potrebbe avere" fu la dichiarazione molto esplicita del secondo).

E poi, nel luglio scorso, l’indagine della DDA barese capitanata dal PM Digeronimo sulla giunta regionale e la cacciata di 5 esponenti, tra cui ben 3 dalemiani.

Uno schiaffo al leader-massimo che se compiuto dall’esponente di un partitino come Sinistra e Libertà può significare una cosa sola: abiura o morte.
Inizia così l’attacco da più fronti a Vendola, alla sua giunta e al suo sponsor, l’ex dalemiano ed ora scheggia impazzita Michele Emiliano, sindaco di Bari. Gli attacchi vedono i dalemiani colpiti nel cuore da un lato e dalla parte opposta l’Italia dei Valori alla ricerca di un’altra leadership "più opportuna". Un gioco di potere, quello del leader morale dei DS, che salta agli occhi anche dell’attento Giannini, su Repubblica, che parla di "Patto della crostata in casa ACEA". Un patto che sembra riaprire l’ipotesi della privatizzazione, con un solo prezzo da pagare: l’allontanamento dei sostenitori della gestione pubblica.

Un gioco di potere ancora meglio calibrato se a lanciare l’attacco contribuisce anche "Il riformista", vicino alla corrente di D’Alema e di proprietà della famiglia Angelucci, indagata (nelle persone di Antonio, deputato PDL, e Giampaolo) assieme a Raffaele Fitto per lo scandalo della sanità pugliese.

Una storia che sembra consegnare il corpo morente del governatore Vendola sull’altare del patto PD-UDC. Il "patto della crostata". Sancito con l’entrata in ACEA del consigliere dalemiano Andrea Peruzy al posto del prescelto dal PD romano Angelo Rughetti, un ingresso che conferma l’ottimo rapporto tra D’Alema e Caltagirone (suocero di Pierferdinando Casini), che affonda le radici negli interessi comuni su Monte dei Paschi di Siena, scalata BNL e, adesso, ACEA, come conferma lo stesso Marco Palombo (PD) dalle pagine del Foglio.

Un patto però, questo tra D’Alema e Casini, insufficiente, elettoralmente e numericamente parlando. Serve almeno un altro alleato, anche non fidato, ma in grado di apportare un certo contributo per la vittoria.

E chi meglio di un Di Pietro e un IDV così critici verso Vendola? Ma come fare?

Semplicemente lasciando che gli eventi corrano da sé. E lasciare che a mezzo stampa trapeli il recondito interesse dell’IDV nella candidatura di un certo Francesco Boccia, lo stesso che negli anni (forse all’insaputa di un distratto Di Pietro) si è fatto portavoce dell’istanza privatizzatrice per nome del duo Letta-D’Alema.

Lo stesso che negli ultimi anni ha ribadito la fedeltà al progetto di privatizzazione targato D’Alema e che ora vede Caltagirone, Colaninno, l’ACEA di Alemanno e la Mediobanca di Geronzi al posto dell’ENEL.

Quel progetto nato dall’ex ministro Antonio Di Pietro.

Un cerchio che si chiude.