sabato 12 settembre 2009

Acqua al bivio


Il nuovo attacco al diritto all'acqua (leggi DIRITTO ALLA VITA) arriva dal nostro "caro" Raffaele Fitto. Si tratta di un decreto legislativo voluto dal Ministro degli Affari Regionali e da Tremonti.
Nel decreto si propongono alcune modifiche nascoste del già discusso art. 23 bis della L. 133/2008 che già aveva dichiarato l'acqua un servizio di rilevanza economica (leggi: è il mercato che decide).
Se queste modifiche verranno approvate in parlamento, da quel momento la «via ordinaria» di gestione di un bene come l'acqua sarà regolata dalla compartecipazione in una Spa di un ente locale e di un privato scelto attraverso gara, che disporrà di non meno del 40% del capitale e ne sarà socio «industriale». Gli enti pubblici (gli unici veri proprietari delle reti idriche) non potranno possedere più del 30% di queste nuove società miste.
Mettere questi provvedimenti sotto l'etichetta "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi internazionali e comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee" è una pericolosa operazione di mistificazione: l'Europa non obbliga gli stati membri a privatizzare i servizi idrici, anzi, l'opzione pubblica è prevista ma i nostri politici non l'hanno vista. Le modifiche di cui sopra interesserebbero da vicino noi pugliesi che saremmo così davanti ad un biivo: privatizzare tout court
l'AQP (e il pubblico dovrà accontentarsi del 30%) oppure procedere alla ripubblicizzazione piena dello stesso. L'investimento politico, ma soprattutto culturare per sostenere l'opzione pubblica richiede un grande impegno, ma grande è anche il peso delle 30.000 persone che in Puglia hanno firmato per la la legge di iniziativa popolare per l'acqua pubblica e la gestione partecipata dei servizi idrici.

Leggi l'articolo del Manifesto

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