venerdì 31 luglio 2009

L'Inchiesta barese arriva ad Altamura



L'inchiesta sulla sanità barese scoppiata su tutti i mass media il mese scorso si allarga a toccare imprenditori, direttori regionali di alcune Asl pugliesi e funzionari regionali.
I carabinieri, su delega del sostituto procuratore della Repubblica Desiree Digeronimo, hanno effettuato perquisizioni a Bari nelle sedi regionali di 5 partiti del centrosinistra (Pd, i Socialisti Autonomisti, partito di cui è leader lo stesso ex ass. alla sanità Tedesco, Rifondazione Comunista, Sinistra e Liberta' e Lista Emiliano), dei quali quattro attualmente presenti con loro gruppi alla Regione Puglia e uno al Comune.

Sono stati acquisiti i documenti relativi ai bilanci dei partiti per fare chiarezza sui finanziamenti delle campagne elettorali degli ultimi anni. L'ipotesi accusatoria è che i partiti del centrosinistra dal 2005 ad oggi abbiano favorito alcuni imprenditori che li avrebbero "ringraziati" con finanziamenti.

L'inchiesta vede indagate una quindicina di persone tra le quali figurano due altamurani: Carlo Dante Columella amministratore della Tradeco che da un ventennio opera nel campo dello smaltimento dei rifiuti (anche sanitari) e Francesco Petronella cognato del primo e consigliere ex Socialista Autonomista, ora quota PD, del nostro comune (fonti: Gazzetta del Mezzogiorno - il Resto).

giovedì 30 luglio 2009

Turisti d'azzardo, uèlcam tu Italy



L'Italia è al primo posto al mondo nella classifica del patrimonio UNESCO, ma è solo quinta in quella delle mete turistiche. Davanti a noi Spagna e Francia oltre a Stati Uniti e Cina. Quest'anno si prevede un calo di fatturato del 15%. Negli ultimi anni la politica dei governi italiani è stata inefficace, quando non ridicola. Ricordate il portale Italia.it con l'esilarante invito di Rutelli? "PLIS VISIT AUAR CANTRI". L'Italia interessa sempre meno. E come potrebbe essere diversamente? L'immagine di un paese inefficiente, caro, poco accogliente, con poca cura del suo patrimonio. Il portale internet di cui sopra (il cui solo logo costò circa 80mila euro viene rispolverato dall'attuale ministro del turismo Brambilla.
Per i nostri politici il patrimonio culturale è visto soltanto nell'ottica mercantile: è un problema solo quando non ci sono più turisti. In pratica, in loro assenza, senza i loro soldi l'homo politicus italicus non è in grado andare oltre l'equazione turista=soldi. Infatti per provare a rilanciare il turismo italiano in caduta libera si vogliono aprire nuovi casinò. In Italia ce ne sono 4 in deroga alle stesse leggi italiane. Ma nel paese dove la legge è diversa per tutti, si è ideato il "Progetto Kursaal": tutto elettronico! Ne apriranno 20 in tutta italia (una anche a Fasano!).(Fonte: Left, 25lug09)

Che bello!Saremo il paese meta dei ricchi malati del gioco d'azzardo e dei poveri di spirito che si apprestano ad accoglierli. Se dovesse funzionare il patrimonio Unesco potrebbe anche andare in rovina. Noi suggeriamo a questi politicanti di fare un bel gratta e vinci con pezzi di colosseo o di Castel del Monte... anche far prostituire mogli e sorelle potrebbe portare soldi.

mercoledì 29 luglio 2009

SCUOLA SOLARE



Quattro scuole altamurane saranno "illuminate" dal sole: l'I.P.S.S.C.T. “N. Lorusso”, l'I.T.C. Genco, l'I.T.G. Nervi e il Polivalente "Genco" sono tra le scuole della provincia di Bari destinatarie dell'istallazione dei pannelli fotovoltaici.
Si tratta di una notizia importante per due ragioni:
1) si promuove l'energia "alternativa" o meglio le uniche fonti energetiche compatibili con l'equilibrio ambientale di cui siamo parte e non padroni;
2) non si occupano terreni per super-mega impianti solari con conseguente soffocamento della terra.
Il posto dei pannelli solari è sui tetti delle abitazioni.
Il futuro (prossimo) dell'energia è l'autoproduzione che porta ad una reale indipendenza delle famiglie dalle difficoltà di arrivare a fine mese sollevandole almeno dalle bollette energetiche.
Ci vuole tanto a capirlo?!?

martedì 28 luglio 2009

AGAIN A GAIN. More gains


A proposito di finanza qualche giorno fa su ildirittodisapere.it si leggeva:

Triplicati per le banche italiane i compensi di intermediazione sulla vendita di armi all’estero. Abbiamo letto in esclusiva la relazione. Ed ecco i dati: Banca nazionale del Lavoro, Intesa-San Paolo e Unicredit: sono le principali banche italiane coinvolte nel commercio di armi. Nulla di illegale - intervengono in operazioni regolarmente autorizzate - ma si tratta evidentemente di attività da non pubblicizzare troppo, tanto che sono stati gli stessi istituti di credito a chiedere al governo di non rendere pubblica la Relazione del ministero dell'Economia e delle Finanze su esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento, che invece la Voce ha potuto leggere. E le "banche armate", sulla scia del grande aumento dell'export di armi made in Italy e sfruttando l'onda lunga dell'aumento delle spese militari sostenuto dal governo di centro-sinistra di Prodi (+ 22%, in due anni), hanno fatto grandi affari, triplicando i «compensi di intermediazione» che hanno incassato dai fabbricanti di armi.

Nel corso del 2008, infatti, sono state autorizzate 1.612 «transazioni bancarie» per conto delle aziende armiere, per un valore complessivo di 4.285 milioni di euro (nel 2007 erano state la metà, 882, per 1.329 milioni). A questi vanno poi aggiunti 1.266 milioni per «programmi intergovernativi» di riarmo (cioè i grandi sistemi d'arma costruiti in collaborazione con altri Paesi, come ad esempio il cacciabombardiere Joint Strike Fighter - Jsf - per cui l'Italia spenderà almeno 14 miliardi nei prossimi 15 anni), quasi il doppio del 2007, quando la cifra si era fermata a 738 milioni. Un volume totale di "movimenti" di oltre 5.500 milioni di euro, per i quali le banche hanno ottenuto compensi di intermediazione attorno al 3-5%, in base al valore e al tipo di commessa.

La regina delle "banche armate" è la Banca Nazionale del Lavoro (del gruppo francese Bnp Paribas) con 1.461 milioni di euro. Al secondo posto si piazza Intesa-San Paolo di Corrado Passera, già braccio destro di Carlo De Benedetti ed ex amministratore delegato di Poste Italiane, con 851 milioni (a cui andrebbero aggiunti anche gli 87 milioni della Cassa di Risparmio di La Spezia , parte del gruppo), per lo più relativi a «programmi intergovernativi»: il cacciabombardiere Eurofighter, le navi da guerra Fremm e Orizzonte, gli elicotteri da combattimento Nh90 e diversi sistemi missilistici.
Eppure due anni fa il gruppo aveva dichiarato che, proprio per «dare una risposta significativa a una richiesta espressa da ampi e diversificati settori dell'opinione pubblica che fanno riferimento a istanze etiche», cioè la campagna di pressione alle banche armate, avrebbe sospeso la partecipazione a operazioni finanziarie che riguardano il commercio e la produzione di armi e di sistemi d'arma pur consentite dalla legge.
Si tratta di transazioni relative a operazioni sottoscritte e avviate prima dell'entrata in vigore del nostro codice di comportamento e che dureranno ancora a lungo», è la spiegazione che fornisce Valter Serrentino, responsabile dell'Unità Corporate Social Responsibility di Intesa-San Paolo. Anche Unicredit negli anni passati aveva ripetutamente annunciato di voler rinunciare ad appoggiare le industrie armiere, eppure nel 2008 è stata la terza "banca armata" italiana, con 606 milioni di euro. Nessuna dichiarazione di disimpegno invece da parte della Banca Antonveneta, che lo scorso anno ha movimentato 217 milioni. Mentre piuttosto ambigua è la situazione del Banco di Brescia: nel 2008 ha gestito per conto delle industrie armiere 208 milioni di euro benché il gruppo di cui fa parte dal 1 aprile 2007, Ubi (Unione Banche Italiane), nel suo codice di comportamento abbia stabilito che «ogni banca del gruppo dovrà astenersi dall'intrattenere rapporti relativi all'export di armi con soggetti che siano residenti in Paesi non appartenenti all'Unione Europea o alla Nato» e che «siano direttamente o indirettamente coinvolti nella produzione e/o commercializzazione di armi di distruzione di massa e di altri armamenti quali bombe, mine, razzi, missili e siluri».

Luca Kocci – tratto da “La Voce delle Voci”, n.6 giugno 2009 - www.lavocedellevoci.it

«La policy del gruppo non vieta le operazioni di commercio internazionale - spiega Damiano Carrara, responsabile Corporate Social Responsibility di Ubi - ma le disciplina prevedendo che il cliente della banca», cioè l'industria armiera, non si trovi «in Paesi che non appartengano alla Ue o alla Nato, e questo divieto è pienamente rispettato».
Ma i dubbi restano. «Da quando, lo scorso anno, è sparito dalla Relazione il lungo e dettagliato elenco delle singole operazioni effettuate dagli istituti di credito - spiega Giorgio Beretta, analista della Rete italiano Dísarmo - è impossibile giudicare l'operato delle singole banche. Senza quell'elenco, infatti, i loro codici di comportamento non sono comprovati dal riscontro ufficiale che solo la del governo può fornire» www.disinformazione.it

lunedì 27 luglio 2009

DIRITTO DI SOGNARE



Chi ha partecipato alla Scuola del Vivere Insieme ha voluto confrontarsi con una nuova narrazione del sistema. Non tutti hanno deciso di condividere il desiderio di "destrutturare" il sistema finanziario attuale per costruirne uno nuovo su diverse basi ma - ne siamo convinti - i semi della conoscenza che sono stati gettati porteranno buoni frutti.
La finanza fa parte del nostro quotidiano: sono i nostri amministratori comunali, l'impresa presso cui lavoriamo o alcuni dei nostri parenti o amici stretti o noi ad aver comprato bond (Argentina, Cirio, Parmalat) derivati & co. ed a perdere gran parte dei loro risparmi.
Siamo noi ad aver accettato la logica dei dominanti per cui il valore coincide con l'aumento della remunerazione del capitale, che tradotto in soldoni vuol dire crescita del valore delle azioni e quindi della ricchezza di pochi a scapito di tutti gli altri.
E' in nome di questa logica che ha senso "de-localizzare" una azienda che da lavoro a centinaia di famiglie per spostare la produzione nei "cosiddetti" paesi in via di sviluppo ed inquinarne il territorio.
E' in nome di questa logica/illogica che si può sacrificare la biodiversità, la preservazione dell'acqua e del suolo per trasformare un campo coltivato con metodi "naturali" in una piantagione intensiva di OGM.
Provate a trovare un solo esempio di qualcosa che abbia valore nel nostro sistema se non produce aumento di valore del capitale.
La nostra sfida è costruire un mondo in cui il valore di riferimento sia il diritto alla vita di tutti gli esseri umani.
E' un utopia (non come luogo che non esiste ma come buon luogo) ma noi abbiamo deciso di riprenderci quantomeno il diritto di sognare.

domenica 26 luglio 2009

Conclusione Scuola Vivere Insieme Altamura

Live Streaming by Ustream.TV

Siamo al termine della Scuola del Vivere Insieme.
Dalle 10,30 circa, Riccardo Petrella tirerà le somme di questo seminario.

canale Ustream.


sabato 25 luglio 2009

Scuola Vivere Insieme giorno 3

La finanziarizzazione dell’ economia ed i costi per i consumatori
Avv. Massimo Melpignano | Associazione Adusbef - Puglia



Attori della Finanza mondiale e processi di privatizzazione dell’acqua
Margherita Ciervo | Forum Pugliese Acqua Bene Comune



I percorsi alternativi a livello di economia e della finanza
Rosario Lembo | Università del Bene Comune


venerdì 24 luglio 2009

Scuola Vivere Insieme giorno 2 (pomeriggio)

Live Streaming by Ustream.TV

Pausa pranzo.
I lavori e la trasmissione riprenderanno alle 15,30.

ore 15.30 La finanziarizzazione dell’acqua: il caso dell’Acquedotto Pugliese
Riccardo Petrella | Università del Bene Comune

ore 18.00 I processi di finanziarizzazione dei Servizi Idrici Integrani in Italia
Rosario Lembo | Università del Bene Comune

SCUOLA del VIVERE INSIEME (inizia)

Live Streaming by Ustream.TV

Carissimi amici e lettori. Ci siamo!
finalmente siamo riusciti a collegarci e ad assicurare un minimo di collegamento in streaming.
La trasmissione riprenderà alle 11,15 con Riccardo Petrella.

canale Ustream.


mercoledì 22 luglio 2009

Banche Armate ed guadagni "bomba"



Vi piace vantarvi con amici e parenti delle vostre imprese da piccoli investitori finanziari? Vi siete mai chiesti, però, qual'è la provenienza di quelle piccole rendite?
Pochi probabilmente sanno che moltissime banche investono nel sempre florido mercato delle armi. Un settore che non conosce crisi come dimostra il Rapporto annuale 'Small Arms Survey 2009' da cui risulta che il commercio mondiale legale di "armi piccole e leggere" (small arms and light weapons) è aumentato del 28% tra il 2000 ed il 2006 con un incremento pari a 653 milioni di dollari che portano il valore complessivo a 2,97 miliardi di dollari.

I dati analizzati dal centro indipendente di ricerca del Graduate Institute of International Studies di Ginevra si basano sul 'UN Commodity Trade Statistics Database (UN Comtrade), il database delle Nazioni Unite che riporta i dati doganali forniti volontariamente da molti - ma non da tutti - gli stati.

Gli Stati Uniti continuano ad essere leader nel commercio globale legale di "armi piccole e leggere" sia per quanto riguarda le esportazioni (ricoprono il 22% dei traferimenti) che le importazioni (27% del totale mondiale) nel periodo 2000-6. Al secondo posto tra i maggiori esportatori del 2006 vi è l'Italia che con 434 milioni di dollari di esportazioni di "armi leggere e di piccolo calibro" annovera tra i suoi principali acquirenti Stati Uniti, Francia, Spagna, Regno Unito e Germania. Le tipologie di armi esportate dal nostro paese ricoprono un ampio raggio in cui, in ordine di importanza, figurano "pistole sportive e da caccia", "caricatori per pistole", "revolver e pistole" (ad uso civile, non sportivo nè militare), "fucili sportivi e da caccia", oltre a parti accessori e munizioni. Secondo il rapporto sarebbero di misura minore le esportazioni italiane di "armi militari", ma va ricordato che i dati forniti dall'Italia all'Onu non riportano spesso quelli presenti nella Relazione governativa sulle esportazioni di armi (anche piccole e leggere) ad uso militare, bensì solo quelli forniti dall'Istat - basati sulle informazioni delle Camere di Commercio - relativi quasi esclusivamente alle armi sportive, da caccia e "ad uso civile".

Inoltre, con oltre 345 milioni di dollari di esportazioni, nel 2006 l'Italia è stata il principale esportatore internazionale di "pistole e fucili da caccia" mentre nel settennio 2000-6 con una media annuale di quasi 190 milioni di dollari ha ricoperto da sola più il 51% delle esportazioni di questi sistemi d'arma. Un leader indiscusso nell'export di armi da caccia di ogni tipo, quindi, considerato anche che nel settennio le esportazioni della seconda classificata, la Turchia, non hanno superato la media annuale di 24 milioni di dollari.

Desta invece più di una preoccupazione il livello di trasparenza dell'Italia. Il "Barometro 2009" messo a punto dall'Istituto di Ginevra, infatti, fa scendere l'Italia al dodicesimo posto - era seconda nel 2008 - preceduta anche da Slovacchia, Romania e Serbia. A penalizzare l'Italia nella nuova classificazione è soprattutto il basso livello di "licences refused", che valuta se uno stato "specifica o no i paesi ai quali sono state rifiutate esportazioni, offre una spiegazione dei rifiuti emanati e informa sul tipo, valore e quantità del sistema d'arma per il quale sono stati emanati i rifiuti". Positiva, invece, è per "tempestività" l'informazione fornita all'Onu dal nostro paese. In altre parole, l'Istituto di ricerca di Ginevra valuta positivamente il lavoro di raccolta e trasmissione dei dati - che nello specifico è svolto dall'Istat -, mentre punta il dito verso la poca informazione fornita dalle amministrazioni e ministeri competenti in materia di autorizzazioni e rifiuti. Primeggiano invece per trasparenza Svizzera, Regno Unito, Germania, Norvegia e Paesi Bassi.

fonte UNIMONDO.org [Giorgio Beretta]

Volete cambiare il "sistema"? Cominciate seguendo la Scuola del Vivere Insieme!
vedi anche banchearmate.

lunedì 20 luglio 2009

GIORNATE ECO- ILLOGICHE



Domenica 19 luglio si è tenuta la prima delle tre Giornate Ecologiche indette dalla giunta comunale di Altamura (le altre due si terranno il 20 settembre ed il 4 ottobre). Più che una domenica senz'auto è stata una domenica senza altamurani, ovviamente spinti dal sole e dall'estate ormai inoltrata a prendere l'auto per raggiugere i lidi più vicini.
Apprezziamo la volontà dell'amministrazione di sensibilizzare al rispetto dell'ambiente ed alla qualità della vita, oltre a lanciare il messaggio di fare a meno dell'automobile quando essa non è indispensabile e ci permettiamo solo di suggerire di prendere tali buoni propositi con apprezzabile anticipo l'anno prossimo.
Si potrebbe - ad esempio - organizzare delle domeniche senz'auto fin dalla primavera e farle terminare in autunno ed in quelle giornate organizzare anche dibattiti pubblici sulle alternative alla im - mobilità in auto.
Le domeniche senz'auto potrebbero essere ottimi contenitori per iniziative attira-turisti considerando anche la possibilità di spostarsi sulla murgia che - soprattutto in primavera - offre un panorama spettacolare.
Far divertire i bambini, poi, sarebbe facilissimo: basterebbe creare delle "soste di gioco" tra una pedalata e l'altra oppure una caccia al tesoro in bicicletta.
Le idee sono tante ma ci vuole la voglia di trasformare il "contentino" della giornata senz'auto in un programma più ampio volto ad una seria educazione alla mobilità sostenibile. Questa sarebbe una scelta davvero eco - logica!

sabato 18 luglio 2009

La scuola del Vivere Insieme



Raccolte le iscrizioni e raccolte le idee e siamo pronti a "r-Accogliere" ad Altamura i docenti della Università del Bene Comune, i Padri Stimmatini di Sezano (VR) e tutti coloro che prenderanno parte alla SCUOLA DEL VIVERE INSIEME.
L'appuntamento è alla parrocchia di S. Sabino in Fornello dal 23 al 26 luglio.
Chi non può partecipare e non si è iscritto può comunque seguire la scuola in diretta sul nostro blog.
La partecipazione è aperta a tutti coloro che credono che il futuro non appartenga solo a pochi, ma che è possibile lavorare per costruirlo in maniera giusta, sostenibile e solidale, liberandolo dai “signori della guerra”, dai “signori del denaro” e dai “signori delle tecnologie”. Saranno ben accolti anche gli scettici perché nel confronto si cresce e ci si arricchisce. Insieme.

venerdì 17 luglio 2009

Casaleggio a chi?!?



La Casaleggio Associati è la società che gestisce il blog di Grillo e di Di Pietro. Da tempo circolano in rete notizie poco lusinghiere che ci portano a chiederci: chi è La Casaleggio?
Vi consigliamo di leggere questi due articoli non per darvi la verità ma per provare a capire insieme: nessuna libertà nasce dall'accettazione passiva delle informazioni o dalla fiducia cieca. Neanche in noi.

La Casaleggio non è solo una società di comunicazione web, è anche una sorta di laboratorio filosofico con l’ambizione di rivoluzionare il pianeta attraverso il web, di cambiare la politica (guardate sul loro sito www.casaleggio.it il video: «Gaia, il futuro della politica») per sostituire ai poteri forti un modello di democrazia dal basso, grazie al web. È Casaleggio che ha inventato i meet up, i circoli di militanti grilliani organizzati e reclutati attraverso internet, ed è sua l’idea di trasformare il sito di Grillo (e poi quello dell’Idv) in uno strumento di «democrazia» virtuale che si oppone al mondo della Casta, delle grandi lobby, delle multinazionali odiate dal comico genovese. Questa l’immagine, questo lo spirito identitario. Eppure c’è qualcosa che non torna, forse perché dietro c’è dell’altro. Da un’indagine sulla rete di soci e partner della Casaleggio il Giornale ha scoperto connessioni e interessi molto particolari che con la «democrazia dal basso» stonano un po’. Tanto per cominciare gli uomini e la società in questione hanno avuto rapporti con grandi banche d’affari, colossi della comunicazione americani, multinazionali. Continua su IlGiornale



Dal sito di Carlo Vulpio: Prima premessa, grande quanto una casa: ciò che state per leggere non è frutto né di risentimento, né di delusione, né di recriminazione. Ma di pura e semplice esigenza di verità. E questo perché, come avevo detto “prima” di accettare la candidatura come indipendente alle Europee con l’IdV, “io ho già vinto nel momento in cui mi sono candidato”. Continua a leggere

giovedì 16 luglio 2009

In quei giorni (per donne)



In quei giorni, tra dolori e lune storte, si può anche fare consumo critico evitando di aumentare a dismisura la nostra impronta ecologica.
Gli assorbenti usa e getta sono stati un'invenzione liberatoria per le donne ma rischiano di diventare un boomerang eco-distruttivo come i pannolini dei bambini.
Sono sostanzialmente in plastica ma non si possono ricliclare. Tornare alla scomodità del passato è chiedere davvero troppo. E allora?
La soluzione c'è anzi ce ne sono molte.
La più semplice è acquistare assorbenti biodregradabili, ma ci sono anche metodi più radicali come le mooncup(una morbida coppetta mestruale in silicone anallergico che raccoglie il flusso mestruale) o gli assorbenti lavabili in puro cotone e flanella di cotone biologico.
Un paese intelligente promuoverebbe la ricerca e la distribuzione di questi prodotti, ma in mancanza di dirigenti intelligenti (le poltrone - si sa - hanno un effetto omicida sui neuroni)possiamo informarci e passarci le informazioni (se ne trovate altre fateci sapere). Da donna a donna (ma anche gli uomini possono dare una mano...).

mercoledì 15 luglio 2009

EMERGENZA ACQUA



Ci ridiamo un po' sopra, ma il problema dell'accesso all'acqua è serissimo e diventa sempre più pressante.
Altamura sta vivendo in questi giorni disagi e difficoltà a causa di più guasti verificatesi in successione nelle condotte dell'Aqp.
Parliamo di "emergenza idrica" e siamo (giustamente) pronti a far sentire la nostra voce per lamentare la difficile situazione ma la vera emergenza acqua non è questa, ma quella di un miliardo e mezzo di individui che non hanno accesso all’acqua.
Dal 7 al 18 dicembre 2009 si terrà la Conferenza per il cambiamento climatico dell'ONU a Copenaghen – la seconda Kyoto – per ridefinire gli obiettivi per la salvaguardia dell’ecosistema mondiale. Al centro dell’agenda di questo fondamentale appuntamento, che dovrà anche scontrarsi con l’inosservanza dell’accordo di Kyoto da parte di molti stati, non c’è l’acqua ma l’energia. Sull'acqua si gioca la partita del potere e le multinazionali hanno le carte più forti: loro, l'acqua, la vendono.
Un'altra "emergenza" porta la data del dicembre 2010: scadenza prevista dall'art. 23bis della L.133/08 perché i comuni mettano a bando di gara internazionale anche le reti idriche.
Privatizzare l'acqua significa svuotare di senso il diritto all'acqua.
Il tempo sta per scadere.

martedì 14 luglio 2009

OGGI SCIOPERO

lunedì 13 luglio 2009

Libero Blog in libero Stato




Sono già centinaia di blog e i siti italiani che hanno aderito alla giornata di "rumoroso silenzio" della Rete indetta per domani 14 luglio contro le norme del Decreto Alfano (quello sulle intercettazioni) che vanno a colpire anche il Web. L'iniziativa, organizzata dal docente Guido Scorza, dal giornalista-blogger Enzo Di Frenna e partita dal blog Piovonorane, nasce dal fatto che nella proposta Alfano è previsto anche un "obbligo di rettifica" per i blog: un apparente richiamo alla responsabilità on line che in realtà, per il modo in cui viene imposto e sanzionato, diventa una disincentivazione molto forte alla produzione dei contenuti on line, con l'effetto di ridurre gli spazi di libertà in Rete.
«Gli ultimi mesi», scrivono gli organizzatori della protesta, « sono stati caratterizzati da un susseguirsi di iniziative legislative apparentemente estemporanee e dettate dalla fantasia dei singoli parlamentari ma collegate tra loro da una linea di continuità: la volontà della politica di soffocare ogni giorno di più la Rete come strumento di diffusione e di condivisione libera dell'informazione e del sapere. Le disposizioni contenute nel "Decreto Alfano" sulle intercettazioni rientrano all'interno di questa offensiva.
Il cosiddetto "obbligo di rettifica" imposto al gestore di qualsiasi sito informatico (dai blog ai social network come Facebook e Twitter fino a .... ) appare chiaramente come un pretesto, un alibi. I suoi effetti infatti - in termini di burocratizzazione della Rete, di complessità di gestione dell'obbligo in questione, di sanzioni pesantissime per gli utenti - rendono il decreto una nuova legge ammazza-internet.
I blogger sono già oggi del tutto responsabili, in termini penali, di eventuali reati di ingiuria, diffamazione o altro: non c'è alcun bisogno di introdurre sanzioni insostenibili per i "citizen journalist" se questi non aderiscono alla tortuosa e burocratica imposizione prevista nel Decreto Alfano. La pluralità dell'informazione, non importa se via internet, sui giornali, attraverso le radio o le tv o qualsiasi altro mezzo, costituisce uno dei diritti fondamentali dell'uomo e del cittadino e, probabilmente, quello al quale sono più direttamente connesse la libertà e la democrazia. Con il Decreto Alfano siamo di fronte a un attacco alla libertà di di tutti i media, dal grande giornale al più piccolo blog».
Attorno all'iniziativa è nato un sito, chiamato Diritto alla Rete, a cui si può aderire registrandosi, inviando commenti, foto e video.

AGGIORNAMENTO: La FNSI ha revocato lo sciopero indetto il 13 Luglio per i giornali su carta stampata e 14 Luglio per le TV e il settore multimediale, dopo la decisione del Senato di riaprire le audizioni in Commissione Giustizia (compresa quella con i giornalisti) per un confronto di merito e di rimandare l’esame del Ddl a settembre e comunque dopo la pausa estiva.
I Blogger però hanno comunque deciso di scioperare in nome del diritto alla libertà di pensiero.

sabato 11 luglio 2009

La rivoluzione della felicità



Il G8 è finito e i grandi del pianeta sono tornati a casa nelle loro nazioni iper-produttive con i buoni propositi e le tante promesse di sempre.
La loro grandezza è legata al Pil e così definiscono "emergenti" quei paesi il cui prodotto interno lordo cresce a gran velocità.
Ma la Cina è un grande paese? Inquinatissima agisce in totale spregio dei diritti umani mantenendo la stragrande maggioranza dei suoi abitanti nella povertà materiale e psicologica.
Paesi che hanno distrutto il pianeta possono dettare l'agenda del mondo.
Non dovrebbe essere così. I grandi della terra dovrebbero essere i rappresentanti di quei paesi che garantiscono un alto FIL, un'alta FELICITà INTERNA LORDA, un indicatore che smonta il mito occidentale del reddito, sostituendolo con soddisfazione personale, speranza di vita, politiche ambientali.
Un bell'articolo di Alessandra Retico, apparso su Repubblica.it ci informa che è il Costa Rica il paese con il Fil più alto: ci si vive bene, a lungo, in armonia con la natura.

Mentre i leader riuniti in Italia per il G8 si preoccupano di Pil e deflazione, la seconda edizione dell'"Happy planet index", che indica il tasso di benessere sostenibile, premia standard alternativi: impronta ecologica del sistema produttivo, lunghezza e pienezza dell'esistenza.
Consumare e consumare non porta da nessuna parte. Non a caso a guidare la classifica sono paesi a reddito medio, i ricchi e sviluppati stanno invece a metà. Nella lista, stilata sulla percezione degli abitanti di 143 paesi, la maggior parte delle nazioni "verdi" e contente si concentra in America Latina, la prima tra le europee è l'Olanda (43esima), l'Italia è 69esima (slittata dal 66esimo posto del 2006), prima di Francia, Uk e Spagna ma dopo la Germania. In coda la maggior parte dei Paesi africani, ultimo lo Zimbabwe. "Con il mondo che si trova ad affrontare la tripla sfida presentata da una profonda crisi economica, da cambiamenti climatici sempre più veloci e da un incombente picco della produzione di petrolio, abbiamo disperatamente bisogno di nuove direzioni e linee guida" scrive nel rapporto Nic Marks. "Seguire il canto della sirena della crescita economica ha dato benefici marginali ai poveri del mondo, mettendo a rischio le basi per la loro sopravvivenza. Questa strategia non ha nemmeno migliorato il benessere di chi è già ricco, né ha portato a una stabilità economica".


La vera rivoluzione è quella della felicità!

venerdì 10 luglio 2009

Geopolitica dell'acqua

Ci sono libri che meritano di essere letti e conosciuti, soprattutto quando a scriverli è una persona che non si limita ad esprimere concetti ed idee interessanti ma le applica nella vita di tutti i giorni.
Geopolitica dell'acqua di Margherita Ciervo è uno di questi libri.
Vive della sua professionalità (è ricercatrice presso il dipartimento di Scienze geografiche e merceologiche dell’Università di Bari) e della sua esperienza di quotidiana "lotta" per l'affermazione del diritto all'acqua e per la ripubblicizzazione dei servizi idrici (Forum Pugliese Acqua Bene Comune)
Perché le idee camminino sulle nostre gambe c'è bisogno di passione ma anche di una profonda preparazione culturale senza la quale si è solo portatori di slogan.
Leggere questo libro vi aiuterà sicuramente a dare solide radici alla vostra sete d'acqua pubblica!

L’acqua è un bene comune o un bene economico? Perché, pur essendo la risorsa più abbondante sul nostro pianeta, è sempre più scarsa? Qual è la relazione fra tale scarsità e sistema produttivo e stili di vita? Esiste una connessione fra la mancanza di accesso all’acqua potabile di circa un quarto della popolazione mondiale e il controllo delle fonti e dei servizi idrici da parte delle multinazionali? Quali sono le ragioni e gli effetti della privatizzazione? Quali le responsabilità dei governi? È un caso che i conflitti idrici aumentino in maniera esponenziale? Il libro si propone di fornire spunti di riflessione a queste e altre domande, esplorando anche i luoghi della resistenza alla mercificazione dell’acqua.

giovedì 9 luglio 2009

Pecunia non olet?!?



In vista del Summit del G8, la Coalizione Italiana contro la povertà (GCAP) ha incontrato venerdì scorso il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per consegnargli le sue richieste sostenute da 1milione e 500mila firme raccolte nel mondo. "Il premier ci ha garantito il suo impegno personale nel rappresentare le istanze contenute nell’appello all’incontro dei G8 anche se si è detto pessimista nei confronti di come verranno accolte dagli altri membri"- riporta la coalizione nel ribadire che "non è più tempo di promesse". Si intensificano intanto le iniziative della società civile!


Non si tratta di fare l'elemosina ai paesi poveri ma soprattutto di restituire "il maltolto".
Il rapporto 2009 di Ccfd-Terre solidaire (Action Catholique contre la faim) evidenzia che molti governanti dei Paesi "poveri" (tra i più famosi Saddam Hussein ma figurano anche governanti della Costa d'Avorio, Angola, Camerun...) stornano le risorse finanziarie dello Stato a loro beneficio depositandoli nei paradisi fiscali o nelle banche o nelle economie occidentali (circa 13 miliardi all'anno). La Ong francese sottolinea che il 95 per cento di queste risorse, malgrado i tentativi fatti dai governi o dalla società civile, non è stato restituito ai paesi interessati.
Il motivo? La Ccfd spiega che "in nome della ragion di Stato, rari sono i sequestri dei conti correnti di dittatori dei paesi amici".
Pecunia non olet (il denaro non ha odore) dicevano i romani, ma in questo caso la puzza è insopportabile.
400miliardi di dollari è l'ammontare dei soldi trasferiti dai leader africani nelle banche straniere tra il 1970 e il 2005, una cifra pari quasi al doppio del debito contratto dai Paesi Africani nello stesso periodo (215 miliardi).
Noi occidentali (la Svizzera in primis ma anche la Francia che nella sua Banque de France detiene 23 milioni di euro di beni iracheni) siamo i resposabili di una povertà che i grandi del pianeta puntualmente dimenticano.
Ccfd-Terre solidaire chiede alle autorità politiche quantomeno di non interfeire nelle vicende giudiziarie che oppongono le Ong a dittatori e uomini di Stato corrotti nei paesi poveri.
In realtà dovrebbero fare molto di più.
(per approfondimenti leggi Left n. 26 "Il denaro dei poveri" di Jean Claude Mbede)

mercoledì 8 luglio 2009

Italiani brava gente



"Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano, anche perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno e alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro, affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente dialetti. ;olti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici, ma perché si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro
Sembrano le parole di un qualsiasi leghista esaltato. In realtà si tratta della comunicazione che l’Ispettore per l’Immigrazione statunitense inviò al congresso nel 1912. Si parla di migranti italiani… brava gente,eh?! E ancora:
I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare fra coloro che entrano nel nostro Paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali (…) Propongo che si privilegino e veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano purchè le famiglie rimangano unite, e non contestano il salario. Gli altri provengono dal sud, Vi invito a rimpatriare i più. La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione"



Andando a zonzo per il sito di Ellis Island, (thanks to: comitato.pandora.over-blog.it) dove sono annotati gli arrivi sull'isola degli emigranti di tutto il mondo, si scopre che: un certo Giacomo Berlusconi, di anni 24, proveniente da Veniano (CO), l'11 maggio 1908 è giunto negli Stati Uniti a bordo della nave Duca degli Abruzzi partita da Napoli; allo stesso modo Umberto Bossi, di anni 18, proveniente da Fossato, il 12 dicembre 1909 sbarcava dalla La Lorraine salpata dal porto di Le Havre. Toccavano il sacro suolo americano, in cerca di fortuna, anche: Germano Fini, di Borgo Panigale, anni 11, il 21 ottobre 1913 a bordo del Berlin, proveniente da Genova; Roberto Maroni, di anni 44, luogo di provenienza non indicata (forse era clandestino anche in Italia), il 14 luglio 1920 a bordo del piroscafo Giuseppe Verdi salpato da Genova; Ignazio La Russa, di anni 19, di Collesano (Sicily), il 27 settembre 1913 a bordo della nave America partita da Palermo; Giolfi Calderoli, di anni 32, proveniente da Aljano ( ? ), l'8 marzo 1906 arrivato col Konigin Luise dal porto di Genova, e poi Pietro Gasparri, 21 anni da Roma, Marino Salvini, 30 anni da Brescia, Luigi Gentilini, 21 anni da Treviso (e potremmo andare avanti all'infinito, calcolando che di Bossi, di sesso maschile, ne sono emigrati negli U.S.A 619, di Fini 208, La Russa 117, Salvini 97, Gasparri 51 e così via).

Secondo noi l'Ispettore per l'Immigrazione del Congresso degli Stati Uniti d'America si riferivano proprio agli antenati e parenti dei nostri simpatici governanti.

martedì 7 luglio 2009

Gli "esperti" e la scuola dei libri


Pare che al Ministero della Pubblica Istruzione stiano lavorando alla "macchina per la valutazione oggettiva", ultima frontiera per conquistare la "verità". La cosa strana è che a lavorare non siano coloro che con i ragazzi ci lavorano; magari in edifici sporchi e fatiscenti (spesso privati, per la gioia dei proprietari!!) freddi d'inverno e caldi d'estate: i trulli al contrario!!!
Dicevamo: a questo grandioso progetto ci lavorano solo gli "esperti".
"Gli esperti di scuola solitamente consultati scrivono su ciò che conoscono solo attraverso i libri. Ritengono di acquisire prestigio in modo direttamente proporzionale alla loro opera di delegittimazinone dei docenti della scuola. Concorrono a svilire ogni attività che riguardi il fuzionamento della scuola, perfino quelle, come l'attuale sistema degli esami di Stato, che hannno contribuito a definire in maniera determinante. Amano spararle grosse (per es.: insegnare a 20 o 40 allievi è la stessa cosa), tanto sanno che è difficile porre a verifica."
E poi se le cose vanno male, possono sempre dare la colpa a chi nella scuola ci opera: i docenti!
"Non si sentono minimamente obbligati alla coerenza: reclamano la scuola dell'insegnamento individualizzato o personalizzato in gruppi-classe di 30 alunni, mentre attivano corsi universitari a distanza dove gli allievi si chiamano byte e i docenti hanno l'umanità di lettori ottici."
Non preoccupatevi, cari docenti, ci pensiamo noi "esperti"! E' così che spesso nei convegni sulla scuola, non capita quasi mai di sentir parlare gli insegnanti. Peccato che la qualità della scuola non si valuti dalla quantità di pubblicazioni "esperte" negli scaffali delle librerie, soprattutto se insegnanti e alunni vengono abbandonati nelle scuole; salvo ricordarsene quando c'è da risparmiare sulla spesa pubblica anteponento il segno meno alla parola "docenti"!

(fonte: G. Benedetti, Un marziano al ministero, su Left n.26/2009)

lunedì 6 luglio 2009

Extracomunitari ed Extracattolici



Pensavate che a gridare allo scandalo per le nuove leggi razziali approvate in Italia qualche giorno fa fossero solo i soliti comunisti, fricchettoni, "piis en lov"? Sbagliato.
Dopo l'appello di MicroMega che vi abbiamo segnalato nei giorni scorsi, vorremmo dare eco a quello che è il mondo cattolico italiano, almeno nella porzione più coerente con ciò che predica. Già, perchè il papa tace e dalla CEI arrivano solo timide dichiarazioni a dimostrazione del fatto che certi errori (quelli del ventennio) la Chiesa potrebbe ripeterli. Fa una certa rabbia (santa rabbia!) vedere con quanta premura la Chieda si muova contro pillole del giorno dopo ed eutanasia!!! Ed ora che si condannano all'inferno (sociale, economico, igienico-sanitario, carcerario) tanti uomini donne e bambini colpevoli di aver voluto sognare una vita migliore, perchè questo silenzio??? Dov'è finita la carità?
Volete salvare le poche Eluana da una morte agognata e nel frattempo far morire migliaia di uomini buttandoli giù dal carro di una vita tanto agognata (e sognata)???
Ma veniamo ai cristiani veri.

Due giorni fa quelli di Pax Christi (Movimento Cattolico Internazionale per la Pace) diffondeva questo comunicato stampa che invita a diffondere il più possibile:
"Come cittadini italiani riteniamo che il provvedimento varato oggi al Senato sia un vero e proprio "atto eversivo" verso la civiltà del diritto espressa nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (la dignità della persona umana), nella Costituzione italiana (articoli 2 e 3), in tanti testi delle Nazioni Unite il cui spirito è presente nella Dottrina Sociale della Chiesa, orientata ad affermare il "bene comune", che è il bene di tutti e di ciascuno, sintesi di libertà e giustizia. Come credenti nel Dio che tutti ama e nel Vangelo di Cristo "nostra pace" pensiamo che per i cristiani nessuno sia straniero e, soprattutto, che nessuno straniero sia di per sè un delinquente. Chi ostenta i valori cristiani conosce le parole di Cristo "Ero straniero e mi avete accolto" (Matteo 25)? "


Padre Alex Zanotelli, dal sito di Mosaico di Pace, invita alla disobbedienza civile e aggiunge [Leggi tutto]:

"Mi vergogno di essere italiano e di essere cristiano. Non avrei mai pensato che un Paese come l’Italia avrebbe potuto varare una legge così razzista e xenofoba. Noi che siamo vissuti per secoli emigrando per cercare un tozzo di pane (sono 60 milioni gli italiani che vivono all’estero!), ora ripetiamo sugli immigrati lo stesso trattamento, anzi peggiorandolo, che noi italiani abbiamo subito un po’ ovunque nel mondo. [...] Fra le altre cose, la legge prevede la tassa sul permesso di soggiorno (i nostri immigrati non sono già tartassati abbastanza?), le ronde, il permesso di soggiorno a punti, norme restrittive sui ricongiungimenti familiari e matrimoni misti, il carcere fino a 4 anni per gli irregolari che non rispettano l’ordine di espulsione ed infine la proibizione per una donna clandestina che partorisce in ospedale di riconoscere il proprio figlio o di iscriverlo all’anagrafe.
Questa è una legislazione da apartheid, che viene da lontano: passando per la legge Turco-Napolitano fino alla non costituzionale Bossi-Fini. Tutto questo è il risultato di un mondo politico di destra e di sinistra che ha messo alla gogna lavavetri, ambulanti, rom e mendicanti. Questa è una cultura razzista che ci sta portando nel baratro dell’esclusione e dell’emarginazione. "Questo rischia di svuotare dall’interno le garanzie costituzionali erette 60 anni fa – così hanno scritto nel loro appello gli antropologi italiani - contro il ritorno di un fascismo che rivelò se stesso nelle leggi razziali. [...] questa legge è la negazione di verità fondamentali della Buona Novella di Gesù di Nazareth. Chiedo alla Chiesa Italiana il coraggio di denunciare senza mezzi termini una legge che fa a pugni con i fondamenti della fede cristiana. ".

Concludiamo con Don Ciotti (appena rieletto predidente di Libera):
Non sicurezza, crudeltà. Non c’è altra parola per definire questo accanimento contro chi fugge dalla miseria, dalla discriminazione, dall’oppressione, dalle guerre. Sono persone, prima che immigrati, quelle che chiedono di essere riconosciute e accolte nella legalità [leggi tutto]

domenica 5 luglio 2009

L'Europa è alla frutta



Che l'Europa non sia sempre dalla parte della ragione è noto.
Per fortuna, a volte, ha l'intelligenza di tornare sui suoi passi anzicché difendersi dicendo "sono stata franitesa!".
Il buon senso l'ha colta in materia di frutta qualche giorno fa: tornano sui banchi dell'ortolano i cetrioli storti e altri 25 tipi di ortaggi e frutta la cui vendita era proibita dalle norme europee perché la loro forma non era considerata regolare.
Sono state, infatti, eliminate le norme di commercializzazione per ventisei prodotti: albicocche, carciofi, asparagi, melanzane, avocado, fagioli, cavoli di Bruxelles, carote, cavolfiori, ciliegie, zucchine, cetrioli, funghi coltivati, aglio, nocciole in guscio, cavoli cappucci, porri, meloni, cipolle, piselli, prugne, sedani da coste, spinaci, noci in guscio, cocomeri e cicoria witloof.

Saranno invece mantenute le norme specifiche di commercializzazione per dieci prodotti che rappresentano il 75% del valore degli scambi nell'Unione europea: mele, agrumi, kiwi, lattughe, pesche e pesche noci, pere, fragole, peperoni dolci, uve da tavola e pomodori. Tuttavia, gli Stati membri possono esentare questi prodotti dall'applicazione delle norme se sono venduti con un'etichettatura appropriata (Fonte: Il Sole 24 ore)

sabato 4 luglio 2009

Tutta la verità sull'acqua



Ciao a tutti,
vi informo che ieri la segreteria di Vendola ci ha comunicato dell'impossibilità del Presidente di partecipare all'incontro con i rappresentanti del Forum nazionale dei Movimenti per l'Acqua e del Comitato pugliese già fissato nei suoi uffiici per oggi (2 luglio) alle ore 15.00. La motivazione che ci è stata riferita sta negli impegni istituzionali sopraggiunti (Consiglio delle Regioni domani a Roma) unito alle ultime "evoluzioni" della difficile situazione pugliese che ha portato all'azzeramento - proprio ieri sera - della giunta regionale. La segreteria di Presidenza aveva proposto di spostare l'incontro a Roma (sempre domani nel pomeriggio), proposta che abbiamo ritenuto di non poter accogliere a causa, fra le altre cose, del brevissimo preavviso. La segreteria ha cercato di "rassicurarci" rispetto alle intenzioni del Presidente ad incontrarci e ci ha detto che verrà fissato un nuovo incontro quanto prima. Prendiamo atto di questo nuovo rinvio e di quanto ci è stato detto e speriamo di potervi comunicarvi quanto prima i nuovi sviluppi.
A presto e buona giornata

Margherita Ciervo per il Comitato pugliese "Acqua Bene Comune"


Due giorni fa, per la seconda volta in due settimane, è saltato l'agognato appuntamento del Forum Pugliese ACQUA BENE COMUNE ed il Presidente della Regione Puglia Vendola. La bufera giudiziaria e politica ha sicuramente fatto slittare l'appuntamento già rinviato il 19 giugno scorso. Saper portare pazienza è la peculiarità che rende forte il Forum. Senza pazienza (anche quella che serve per incazzarsi!) non sarebbero arrivati a questo punto. E poi un incontro con un governo regionale che ha appena azzerato la giunta, non sarebbe stato il massimo.
Attendiamo con impazienza i nuovi sviluppi.

Se vuoi saperne di più su quanto accade a Bari leggi questo post da voglioscendere.it

giovedì 2 luglio 2009

Appello contro il ritorno delle leggi razziali in Europa



Da oggi in India l'omosessualità non è più reato (leggi).
Da oggi in Italia essere clandestini è un reato.
E se sei indiano e omosessuale?
Per il momento, se sei omosessuale puoi ancora stare all'interno del confine italiota senza il rischio di essere arrestato (soprattutto se non vai a dirlo in giro)

Pubblichiamo il testo italiano dell'appello pubblicato il 1 luglio sul quotidiano spagnolo El Paìs.
da MicroMEGA a firma di alcuni esponenti del pensiero illuminato di questa Italia alla deriva.

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Alla cultura democratica europea e ai giornali che la esprimono

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera società europea, dal Rinascimento italiano al fascismo.
Non sempre sono state però conosciute in tempo.
In questo momento c’è una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, però, un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscirà ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell’Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l’adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali.
È stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non più gli ebrei bensì la popolazione degli immigrati irregolari, che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalità, l’esercizio di un diritto fondamentale quale è quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora più lesiva della dignità e della stessa qualità umana, è stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarità amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere irregolari diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, né le costringevano all’aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all’opinione pubblica europea se la gravità di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanità. L’Europa non può ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civiltà giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea.
È interesse e onore di tutti noi europei che ciò non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall’Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione.

Roma, 29 giugno 2009

Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio

(2 luglio 2009)

mercoledì 1 luglio 2009

Ad Altamura la SCUOLA DEL VIVERE INSIEME



L'Università del Bene Comune ed il Monastero dei Padri Stimmatini di Sezano (VR), che ci hanno ospitati quando abbiamo frequentato la Facoltà dell'Acqua, saranno ad Altamura!
La SCUOLA DEL VIVERE INSIEME avrà - infatti - una sessione altamurana sulla FINANZA grazie all’ospitalità della parrocchia di S. Sabino in Fornello.
Le lezioni si terranno dal 23 al 26 luglio. Iscrivetevi entro il 10 luglio cliccando sul banner accanto e scaricando la scheda di iscrizione!
Le iscrizioni sono aperte a tutti coloro che credono che il futuro non appartenga solo a pochi, ma che è possibile lavorare per costruirlo in maniera giusta, sostenibile e solidale, liberandolo dai “signori della guerra”, dai “signori del denaro” e dai “signori delle tecnologie”. Saranno ben accolti anche gli scettici perché nel confronto si cresce e ci si arricchisce.
E’ prevista una quota di iscrizione e un contributo spese per chi intende alloggiare e pranzare a Fornello (chiedete tutte le informazioni di cui avete bisogno...e vi sarà dato!).
Il tema prescelto “Conoscere la finanza per cambiare il sistema” è di grande attualità.
Stiamo vivendo una crisi economica che, nonostante i proclami del Ministro dell’Economia, è tutt’altro che vicina alla fine e, putroppo, quasi nessuno si interroga sull'attuale sistema (fallimentare) e si chiede se sia l’unico possibile.
Conoscere i giochi e i trucchi della finanza significa capire perché sia esploso l’acquisto a rate (che costa molto più del contante anche se non ce ne rendiamo conto), perché le banche americane (Lehman Brothers in primis) abbiano consegnato i libri al tribunale fallimentare nonostante gli ottimi giudizi dati dalle agenzie di rating e perché la Fiat chiuda Pomigliano e acquisti la Chrysler.
L’etimologia greca della parola “economia” è “oicos nomos”, “governo della casa”: che sia il focolare domestico o l’Europa non possiamo non occuparcene perché inevitabilmente ne siamo parte.
Una buona “oicos nomos” non può – come l’attuale – fare gli interessi dei soli azionisti, legati all’oscillante valore del titolo in borsa, ma deve occuparsi di tutti gli abitanti della casa-Stato.
L’osservazione, anche superficiale, del sistema economico-produttivo ci mostra una realtà sempre più finanziarizzata: conoscere i meccanismi della finanza è quindi indispensabile per capire ed, eventualmente, cambiare il sistema per... vivere insieme.