venerdì 30 aprile 2010

GIUNTA VENDOLA E MINI GIUNTA STACCA


Vendola ha presentato qualche giorno fa la sua squadra: 7 uomni e 7 donne (ed era ora!), mentre restano ancora da definire le deleghe all'Avvocatura regionale, ai Rapporti istituzionali, alle Aziende partecipate e alle Politiche internazionali.
Questi sono i nominativi della neo Giunta :
1) Loredana Capone , vice presidente della Regione Puglia con delega allo Sviluppo economico - Attività produttive, Industria, Industria energetica, Artigianato, Commercio, Innovazione tecnologica, Fiere e mercati
2) Fabiano Amati - Opere pubbliche - Lavori pubblici, Difesa del suolo, Risorse naturali
3) Angela Barbanente - Assetto del territorio - Urbanistica, Edilizia residenziale pubblica
4) Maria Campese - risorse umane e Personale
5) Ida Maria Dentamaro -al sud federalismo e contenzioso
6) Tommaso Fiore - politica della salute
7) Nicola Fratoianni - Politiche giovanili
8) Elena Gentile - Welfare, lavoro, pari opportunità e pugliesi nel mondo
9) Silvia Godelli - Mediterraneo, cultura e turismo
10) Guglielmo Minervini Infastrutture strategiche, mobilità e trasporti
11) Lorenzo Nicastro - Qualità dell'ambiente, ecologia e rifiuti
12) Michele Pelillo - Bilancio, programmazione, federalismo fiscale e fondi strutturali
13) Alba Sasso - Diritto allo studio, formazione professionale, scuola, università e ricerca
14) Dario Stefàno - Agricoltura, caccia e pesca

Il Sindaco Stacca, ancora in attesa dei risultati definitivi e della proclamazione ufficiale del consiglio comunale, ha invece nominato solo quattro asssessori, il minimo per garantire l'operatività della giunta. Si tratta di Vito Zaccaria e Nicola Loizzo, coordinatori del Pdl (già responsabili cittadini rispettivamente di Forza Italia e An, il primo assessore all’Urbanistica, il secondo consigliere comunale uscente), Vito Casiello, segretario locale dell’Udc, e Luigi Lorusso, responsabile di Rinnovamento Altamura e consigliere uscente. Non sono state assegnate deleghe, almeno per il momento.

I nomi sono importanti perché sono le istituzioni quelle a cui dovremo chiedere conto della gestione dei nostri beni comuni. Indipendentemente dal nostro colore politico sono i nostri rappresentanti ed è a noi, a tutti noi che devono dare risposte. Ad esempio aspettiamo ancora la risposta del Sindaco e della maggioranza rispetto all'autenticazione delle firme per i referendum contro la privatizzazione dell'acqua. Il Comune di Altamura ha già fatto tanto: dispiacerebbe dover desumere dal loro silenzio che si è trattato solo di una concessione spinta dalla prossimità dell'appuntamento elettorale e non di una scelta dettata dalla consapevolezza dell'importanza dell'acqua come bene comune e come presidio di democrazia.

mercoledì 28 aprile 2010

MISTIFICAZIONI NUCLEARI (COME L'ACQUA INSEGNA...)



Ci arriva e ci fa piacere condividere un'email "leggi pensiero" dal Meetup Cosenza.
Quello che si prospetta per il nucleare è accaduto, accade ed accadrà per l'acqua.
Si parte da un dato parzialmente reale (la gestione non sempre cristallina dei servizi idrici da parte del pubblico) per arrivare a proporre soluzioni peggiori del male - la privatizzazione - che porta un aumento vertiginoso delle bollette, una colata a picco degli investimenti e un grave vulnus alla democrazia.
Come ripetiamo spesso la gestione pubblica è la condizione necessaria ma non sufficiente per una gestione corretta e partecipata.
Occorre tornare ad occuparsi dei beni comuni: la democrazia, in fondo, non è altro che un modo di gestire i beni comuni, non l'unico ma sicuramente quello che meglio garantisce i cittadini e la loro libertà di scelta.

A proposito di nucleare il meetup di Cosenza immagina questo:
1. Berlusconi sul nucleare: "Bisogna che cambi l'opinione pubblica italiana, dobbiamo fare una vasta opera di convincimento, guardando alla situazione francese".
2. Berlusconi: "Userò le mie televisoni e i miei giornali per fare il lavaggio del cervello ai cittadini, spacciando per rivoluzionaria una tecnologia ormai morta, e sottoponendoli a programmi squisitamente pubblicitari che descriveranno il nucleare come indispensabile, sicuro e conveniente senza mai citare che in paesi come la Spagna si va verso intere cittadine alimentate col solo solare termico, progetto tra l'altro nato in Italia dal premio nobel Rubbia, che è stato però prontamente licenziato commisariando l'ENEA di cui era presidente. E fortunatamente direi, dato che le sue idee circa la scarsa convenienza del nucleare in termini di tempi e costi, il suo appoggio nei confronti dello sfruttamento del sole visto come fonte non soggetta a monopolio e non tassabile, certo non sarebbero state opportune durante questa campagna di disinformazione. Se poi, dopo questo incessante martellamento mediatico, i cittadini continueranno a non volere nel proprio territorio le centrali, beh, c'è sempre l'esercito."


A proposito di acqua (leggi l'articolo integrale qui)

Il decreto Ronchi interviene dunque in un ambito delicatissimo e cruciale per l’interesse pubblico nazionale. Per questa ragione sarebbe stato opportuno che per valutare la congruità del provvedimento si fosse aperta una discussione libera da pregiudiziali e fondata su elementi oggettivi. La letteratura scientifica sugli effetti delle privatizzazioni dei servizi pubblici, del resto, è ormai ampia. Autorevoli studi internazionali mostrano che storicamente le privatizzazioni non hanno assicurato una crescita della quantità e della qualità dei servizi offerti ai cittadini. I medesimi studi inoltre evidenziano che a seguito delle privatizzazioni i meccanismi perequativi si riducono e che le tariffe il più delle volte aumentano, dal momento che i ricavi aziendali devono assicurare non solo la copertura dei costi ma anche un margine di profitto. Ed ancora, diverse analisi rivelano che i meccanismi di liberalizzazione e apertura dei mercati risultano facilmente aggirabili, e che il servizio pubblico locale spesso finisce per assumere i tipici caratteri delle attività protette, che consentono ai capitali privati di godere di profitti elevati nella sostanziale assenza di pressioni competitive esterne. Insomma, il vecchio convincimento secondo cui la privatizzazione dei servizi determinerebbe aumenti dell’efficienza e del benessere collettivo, in realtà non trova riscontro nei dati[1].

In molti paesi di queste evidenze si tiene conto. Fin da prima della crisi - e dopo di essa in misura ancor più accentuata - assistiamo a veri e propri cambi di paradigma, che soprattutto in materia di servizi locali determinano un ampliamento della sfera pubblica. Basterebbe ricordare ciò che è accaduto a Parigi, dove le società private Suez e Veolia, che hanno gestito l’acqua nell’ultimo quarto di secolo, hanno lucrato ampi profitti reinvestendoli nei settori più disparati. I parigini, stanchi di assistere a un continuo peggioramento del servizio e ad una progressiva crescita delle tariffe, hanno chiesto a gran voce la rimunicipalizzazione dell’acqua e il sindaco Bertrand Delanoë ha vinto la campagna elettorale proponendo di tornare alla gestione pubblica dell’acqua.

martedì 27 aprile 2010

Quello che la TV non dice...


Ecco i dati aggiornati della Puglia comunicati dai referenti provinciali (e mancano ancora alcuni gruppi) relativi alle firme raccolte in un solo giorno (25 aprile): 13.231 (a livello nazionale sono state raccolte oltre 100.000 firme).

E' importante sottolineare è che si è trattata di una mobilitazione diffusa su tutto il territorio regionale e non solo nei capoluoghi di provincia. Questo dato ci dice quanto radicata sia battaglia dell'acqua nella nostra Regione e qaunto diffusa sia la partecipazione sociale. Avanti così!...

Risultati dei Comuni Capoluogo e rispettive province

BARI 5062

LECCE 2170

BRINDISI 2045

TARANTO 2013

FOGGIA 1456

BAT 684

TOTALE 13231


Più di centomila firme per riprendersi l’acqua

Più di centomila firme nelle prime 48 ore di raccolta. Più del doppio dell’obiettivo che il comitato promotore dei tre referendum per l’acqua pubblica s’era prefisso. Inutile cercare la notizia sulle testate più blasonate. E’ un successo dovuto al tam-tam tra la rete e i mezzi di informazione non omologati (e “Liberazione” è parte del comitato promotore assieme al “Manifesto”). Ovunque siano stati issati i gazebo, tra sabato e domenica, si sono registrate code di cittadini decisi a liberare l’acqua dal mercato e dal profitto. Per sempre. La coincidenza della festa della Liberazione è stata quantomai suggestiva: la resistenza, oggi, è resistenza al liberismo e si comincia dai beni comuni. Un discorso pubblico cominciato con i forum sociali e che sembrava essersi perso nel declino della sinistra. Invece rispunta, come la vecchia talpa.
Lo «straordinario risultato - commenta Paolo Ferrero, portavoce della Federazione della sinistra - è stato reso possibile dall’impegno di migliaia di comitati e associazioni e dall’impegno dei partiti della sinistra di alternativa. Se continuerà così, il risultato obbligherà il governo a cambiare la sua agenda politica tutta tesa alle privatizzazioni e a scaricare i costi
della crisi sugli strati sociali più deboli. Anche alla luce di questo
risultato invitiamo l’Italia dei Valori a ritirare i suoi referendum (come la Federazione della Sinistra ha già fatto) per poter concentrare tutta l’attenzione sulla questione dell’acqua pubblica e valorizzare il lavoro dei comitati. I partiti politici debbono saper ascoltare la società se vogliamo sul serio battere Berlusconi». Ma dal quadro politico giungono segnali contraddittori. Se i socialisti di Nencini arrivano a dire che «non si possono fare profitti a ogni costo su un bene primario come l’acqua e per questo i socialisti sosterranno in ogni comune la raccolta di firme per un referendum contro la privatizzazione delle reti idriche promossa dal Forum dell’Acqua, Bene Comune», il dipietrista Donadi approfitta dell’anniversario di Chernobyl e del proclama Putin Berlsuconi per lanciare il referendum antinucleare ma non fa menzione dell’ambiguo quesito (darebbe libertà di scelta ai comuni) sull’acqua che il suo leader maximo non ha voluto ritirare.
Diecimila firme solo a Roma, Frosinone ha già raggiunto l’obiettivo finale, la Liguria è a metà, la Puglia ne ha raccolte 20mila e Pescara, teatro di una enorme vertenza sull’acqua dai primi anni del secolo ha visto firmare già mille cittadini.
Tutto ciò al termine di una settimana che ha registrato l’approvazione alla Provincia di napoli di un ordine del giorno (16 a 14 e 1 astenuto) presentato da Tommaso Sodano, capogruppo della Federazione della sinistra, in cui si riconosce l’acqua come diritto umano e bene pubblico comune la cui gestione è priva di rilevanza economica. Un modo per provare a scardinare il decreto Ronchi che stabilisce la road map della privatizzazione obbligatoria e definitiva del servizio idrico. Là dove già si toccano con mano gli effetti della privatizzazione, sembra più generalizzato l’afflusso ai gazebo. Un voto storico del nuovo consiglio comunale di Aprilia, dopo sei anni di reti idriche nelle mani di una società mista partecipata dalla multinazionale francese Veolia, ha appena rimesso in discussione la gestione degli impianti di quella importante città del Lazio. Ad Arezzo (altra disastrosa esperienza pilota) di privatizzazione ha firmato anche il sindaco del Pd, Fanfani, assieme a un migliaio di suoi concittadini che hanno partecipato all’avvio della campagna assieme al missionario comboniano Alex Zanotelli. Sul fronte opposto va preso atto della scalata di Caltagirone in Acea dove il palazzinaro romano supera il 10% e scavalca i francesi di Gdf-Suez candidandosi a divenire partner strategico del Campidoglio. Caltagirone possiede un paio di grandi quotidiani e alcune tv. Capito perché centomila persone che firmano per l’acqua pubblica fanno meno notizia di un uovo a Polverini?

Checchino Antonini

lunedì 26 aprile 2010

1300 altamurani dicono SI all'ACQUA PUBBLICA!


Il giorno dopo la dichiarazione del segretario del PD Bersani che non intende appoggiare i tre referendum per l'acqua pubblica;
due settimane dopo l'invito al Sindaco di Altamura e a tutti gli amministratori locali (non una risposta dal sindaco né dalla sua maggioranza)
la risposta del POPOLO DELL'ACQUA altamurano è arrivata puntualissima, potente, trasparente e travolgente.
Puntuale e fresca come la pioggia d'aprile che ha preceduto il banchetto ma non ha scoraggiato gli altamurani che hanno persino aspettato che montassimo il gazebo.
Che serata! 1300 firme, 1300 cittadini e cittadine: venivano a firmare e che andando via ci dicevano "grazie per quello che fate"... "Voi date voce a chi non ha voce!" Signori e signore anziani che a stento riuscivano a firmare ma che avevano piena consapevolezza dell'importanza di quello che stavano sostenendo.
Uomini, donne, ragazzi appena diciottenni che, senza aver bisogno di essere convinti, si avvicinavano chiedendo solo "serve un documento?".
1300 firme in una sola giornata! E' stata davvero una Festa di Liberazione che fa ben sperare nell'esito del referendum.
Importantissimo è stato anche l'aiuto degli autenticatori (E. Colonna, S. Diperna, M. Ventricelli, M. Cornacchia) che hanno dedicato una giornata di festa alla democrazia.
Peccato per il Sindaco: ci sarebbe piaciuto avere la sua firma, ma non si è avvicinato (c'è ancora tempo)
Va bene così, comunque: l'acqua è dei cittadini, non delle istituzioni, non dei potentati economici. Un cittadino ci ha detto: firmo perché l'acqua è un dono di Dio, c'è un comandamento che dice "date da bere agli assetati". Come spiegargli che i "cristiani" che sedono in Parlamento non la pensano così? Per fortuna ci sono gli Alex Zanotelli che danno fiducia nella possibilità che la Chiesa non tralasci questa battaglia per i diritti.
Di acqua pubblica non hanno certo bisogno i ricchi e potenti, ma chi ha meno che paga sempre più degli altri i prezzi delle speculazioni. Sull'acqua non si deve fare profitto.
Per questo il meetUp ilGrillaio - Movimento Cittadino Aria Fresca - Ass. Molino d'Arte - Ass. Sopra la panca - SEL Altamura - Comitato Acquamura - Missionari Clarettiani Altamura - PRC Altamura - Comitato di Quartiere “Don Tonino Bello” - Fabbrica Nichi Altamura - Gi. Fra. Altamura - Ass. Culturale Free - Radio Regio Stereo Altamura - Ass. Senzareti e semplici cittadini volenterosi hanno dedicato il proprio 25 aprile all'acqua e alla raccolta firme per i tre referendum che vogliono bloccare la privatizzazione.
Prossimi appuntamenti:
  • 29 aprile (19,00 - 21,00) c/o Sala Convegni Edil Habitat via Manzoni;
  • 1 maggio (10,00 - 22,00) c/o S. Sabino ss. per Santeramo;
  • 2 maggio (10,00 - 22,00) in P.zza Duomo;
FIRMATE E FATE FIRMARE per l'acqua: difendete la vita e la democrazia!

domenica 25 aprile 2010

Hitler perde le elezioni ad Altamura


Hitler perde le elezioni ad Altamura
Ecco cosa è successo nel bunker di Hitler quando ha appreso di aver perso le elezioni per diventare sindaco di Altamura.

Qui il link su youtube, se il video non dovesse funzionare.

sabato 24 aprile 2010

LIBERIAMO I DIRITTI, LIBERIAMO L'ACQUA



COMUNICATO STAMPA

Oggetto: invito apertura Campagna Referendaria L'ACQUA NON SI VENDE ad Altamura

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua ha lanciato una campagna referendaria con cui si intende abrogare le norme che hanno consentito la privatizzazione totale o parziale dei servizi idrici, ribadendo il carattere pubblico ed il valore bene comune dell'acqua.

Domenica 25 aprile 2010 in Piazza Duomo ad Altamura ore 10,00 si darà inizio alla campagna referendaria L'ACQUA NON SI VENDE. Nei giorni scorsi, diverse realtà associative, partitiche, religiose e signoli cittadini altamurani si sono riuniti nel Comitato Referendario Acqua Bene Comune per Altamura.

Nella città murgiana, prima in Puglia ad aver modificato il 9.2.2010 il proprio Statuto Comunale mettendo nero su bianco che l'acqua è un diritto umano inalienabile e che il servizio idrico è un servizio pubblico privo di rilevanza economica, l'attenzione sull'argomento acqua non è mai stato così alto (nel bene e nel male!).

Il comune di Altamura ha deciso fin dal maggio 2008 (delibera di giunta) di stare dalla parte di CHI non accetta la mercificazione di un bene essenziale alla vita, che coincide con la vista stessa.

Oggi, torniamo a chiedere agli amministratori e tutti i cittadini (almeno i 3.000 che hanno firmato la petizione nei mesi scorsi) di dare continuità rispetto a quella che non è un battaglia di una forza partitica, né una speculazione ideologica. Si tratta di una questione di buon senso e di ragionevolezza. A dimostrarlo vi è un ampissimo fronte associativo, sindacale, religioso (cattolico e non solo) oltre ad una ricca rappresentaza di Enti Locali riuniti nel Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Ripubblicizzazione dei Servizi Idrici e con il sostegno di alcuni partiti politici.

Il Comitato referendario Acqua Bene Comune per Altamura invita gli organi di stampa, i cittadini (muniti di documento di riconoscimento), le realtà associative, il sindaco, gli amministratori e tutte le forze politiche di Altamura a partecipare all'apertura della raccolta firme e a non far mancare il proprio sostegno al movimento per l'acqua bene comune.

Fino al 4 luglio 2010 sarà possibile firmare ogni giorno c/o la Segreteria del Comune di Altamura – p.zza Municipio (orari ufficio). Il calendario dei banchetti altamurani aggiornato in tempo reale, così come i risultati settimanali della raccolta, saranno disponibili su: www.ilgrillaio.blogspot.com e su www.acquabenecomune.org

Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.

PERCHE' TRE QUESITI?

I tre quesiti vogliono abrogare tutte le norme che negli ultimi 20 anni hanno spinto verso la privatizzazione dell'acqua. Con questi referendum si vuole:

1. togliere l'acqua dal mercato; 2. togliere i profitti dall'acqua;

- restituire questo bene essenziale alla gestione collettiva.

Dal punto di vista normativo, l’approvazione dei tre quesiti rimanderà, per l’affidamento del servizio idrico integrato, al vigente art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000.
Tale articolo prevede il ricorso alle aziende speciali o, in ogni caso, ad enti di diritto pubblico che qualificano il servizio idrico come strutturalmente e funzionalmente “privo di rilevanza economica”, servizio di interesse generale e privo di profitti nella sua erogazione.
Verrebbero poste le premesse migliori per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare, già consegnata al Parlamento nel 2007 dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, corredata da oltre 400.000 firme di cittadini. E si riaprirebbe sui territori la discussione e il confronto sulla rifondazione di un nuovo modello di pubblico, che può definirsi tale solo se costruito sulla democrazia partecipativa, il controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali.

Per avere maggiori informazioni sui tre quesiti referendari e per sapere dove si può firmare si consiglia la consultazione del sito www.acquabenecomune .org

La campagna referendaria in Puglia

In Puglia a guidare la campagna referendaria è il Comitato Pugliese Acqua Bene Comune, che si sta già mobilitando per la raccolta firme e per una campagna d'informazione massiccia.
L'obiettivo è di raggiungere in 3 mesi le 50.000 firme in Puglia, (500.000 firme valide in tutta Italia) necessarie per lo svolgimento del referendum; in tutte le province pugliesi si stanno già organizzando banchetti ed iniziative specifiche per la raccolta firme.

REFERENTI per Altamura:

Michele Loporcaro mic.lop73@gmail.com 328/9696766 - Loretta Moramarco lorettamoramarco@gmail.com 328/787981 - per adesioni: segreteriacomitatopugliese@gmail.com

REFERENTE REGIONALE: Margherita Ciervo; margrita@libero.it; 339/6894675


Comitato Referendario Acqua Bene Comune Altamura:

MeetUp ilGrillaio - Movimento Cittadino Aria Fresca - Ass. Molino d'Arte - Ass. Sopra la panca - SEL Altamura - Comitato Acquamura - Missionari Clarettiani Altamura - PRC Altamura - Comitato di Quartiere “Don Tonino Bello” - Fabbrica Nichi Altamura - Gi. Fra. Altamura - Ass. Culturale Free - Radio Regio Stereo Altamura - Ass. Senzareti.

venerdì 23 aprile 2010

Parco dell'Alta Murgia Fotovoltaica


Conosciamo il prezzo di tutte le cose e il valore di nessuna.
L'energia alternativa, per essere davvero tale, dovrebbe puntare alla mini produzione e non alle grandi centrali che mangiano terreno fertile rendendolo arido e inservibile per la sua vocazione primaria: l'agricoltura o il verde.
Le normative, però, anziché favorire in ogni modo i mini impianti e limitare mega centrali gestite dalle solite multinazionali preferiscono fare gli interessi dei pochi grandi, contribuendo ad impoverirci e a farci perdere l'occasione di auto-produrre energia.
Lo sguardo lungo continua a mancare.

(nella foto uno dei tantissimi parchi fotovoltaici impiantati tra il costone murgiano e la fossa bradanica. Una delle zone più fertili della puglia ridotta a campo di concentramento elettrogeno)

REDAZIONE ALTAMURALIFE
Venerdì 23 Aprile 2010

Pubblichiamo integralmente il documento approvato dall'Assemblea dei Cam (Comitati Alta Murgia) presso Masseria Martucci lo scorso 18 aprile:
«La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la L.R. 31/2008 nella parte (Art. 2, commi 1, 2, 3) che preservava le Aree Protette da impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. La sentenza della Corte ha sancito il principio secondo cui le politiche energetiche sono prerogative senza mediazioni del Governo centrale, nonostante ciò quest'ultimo non aveva e non ha ancora provveduto a redigere le Linee Guida per la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili (Art. 12 della Legge Statale N. 387/2003).

Il vuoto determinato dall'inerzia del governo e la cancellazione del divieto di installare tali impianti, non solo blocca i processi più virtuosi per la comunità ma agevola, per l'assenza di regole chiare, i peggiori istinti degli affaristi vecchi e nuovi, che così avranno più spazio per tentare di imporre la logica del mero profitto a discapito degli interessi collettivi e della necessaria tutela dell'ambiente.

Del resto la medesima logica ha consentito, nel più recente passato, di procedere alla distruzione di ampie superfici dell'Alta Murgia: dallo spietramento ai cosiddetti invasi artificiali, dalle numerose cave alle discariche tossiche, dai capannoni alle seconde e terze case, alla proliferazione di impianti eolici che tutti invocano senza che a nessuno importi realmente sapere se queste produrranno benefici veri e sufficienti a coprire i costi che in gran parte ricadranno sulla collettività e senza valutare il danno, anch'esso irreversibile, in un'area così delicata e già molto compromessa come la murgia. In conseguenza del vulnus sancito dalla sentenza, invitiamo il Governo e la Regione Puglia ad intervenire al più presto con norme chiare e rispettose delle tutele ambientali.

Non è possibile continuare ad agire come se il parco nazionale non fosse stato mai stato istituito, come se la Zona di Protezione Speciale Murgia Alta non avesse mai ricevuto la ratifica ufficiale da parte dell'Unione Europea, del Governo nazionale e della Regione Puglia. I problemi relativi all'Alta Murgia non solo restano ancora irrisolti ma si sono persino aggravati in questi ultimi anni. Al di là della discutibile gestione del Parco Nazionale da parte dell'Ente, quasi tutti i Comuni interessati all'area protetta non hanno fatto nulla perché il parco potesse esprimere le sue più timide potenzialità, hanno al contrario combattuto ogni forma pur timida di tutela, in quanto ritenuta ostacolo alla "libertà di impresa", e anche oggi continuano a cavalcare gli appetiti di gruppi ristretti ed equivoci, che guardano al territorio come ad una sorta di complemento oscuro da utilizzare secondo "opportune convenienze" economiche. In quest'ottica, alcuni comuni come Altamura, senza mai "entrare" fattivamente nel parco, senza mai collaborare con l'Ente hanno dichiarato ufficialmente di voler "uscire", di sottrarre i terreni agricoli al parco e renderli disponibili agli ultimi assalti sempre possibili e che con le attività agropastorali non hanno nulla a che fare. Gli esempi non mancano, e la logica, purtroppo, è la stessa che ha presieduto tutte le altre opere citate e realizzate.

Piuttosto è necessario attivare tutte le forze in campo, sia istituzionali che sociali per invertire la tendenza all'abbandono e al degrado, come sperimentano ormai da anni, quasi fosse una strategia per una loro lenta agonia, i pastori e i coltivatori seri e onesti di quest'area interna della provincia di Bari. Da anni i CAM, nelle loro forme autonome e organizzate in tutti i comuni dell'area, hanno proposto progetti concreti che hanno riguardato i vari settori d'intervento: dal problema energetico (attraverso osservazioni puntuali al piano energetico regionale, progetti di sperimentazione di micro-impianti di energia da fonti rinnovabili tesi a incentivare le ricadute direttamente sul territorio piuttosto che favorire fantomatiche società per azioni o multinazionali che non hanno prodotto né produrranno alcun beneficio per gli operatori murgiani e per le comunità), a quello agricolo (attraverso una più oculata gestione e incentivazione delle risorse rese disponibili mediante i Piani di Sviluppo Rurale, i GAL, per una necessaria riconversione produttiva per l'istituzione di filiere corte del grano, di aziende agro-ambientali, di tutela e incentivazioni del settore zootecnico, ecc,), alla necessaria opera di bonifica e di tutela del patrimonio naturale e storico-architettonico. Tali proposte in quasi tutti i casi sono rimaste inascoltate.

Così come sono rimaste sulla carta le varie proposte progettuali presentate in sede regionale: il Parco della pace, il progetto di Mobilità dolce, l'Accademia Aperta (progetto polifunzionale diretto principalmente alla creazione di un centro di ricerca e di formazione per nuove professionalità tese al recupero dei manufatti rurali dell'Alta Murgia…).

Per tutto questo i CAM rivendicano da parte di tutti gli Enti preposti alla tutela e allo sviluppo di quest'area, una maggiore attenzione e disponibilità a coinvolgere le realtà di base operanti a più livelli nel territorio nei processi analitici e decisionali. In particolare alla Regione Puglia chiedono di far entrare l'Alta Murgia a pieno titolo nella agenda politica di programmazione e di coordinamento degli interventi; di considerare seriamente, anche nella formazione dell'Amministrazione regionale, la possibilità di affidare ruoli importanti ai rappresentanti del territorio eletti dalle comunità murgiane.

Nel frattempo, i CAM continueranno a mobilitarsi in tutti comuni dell'area, a mettere in campo tutte le proprie capacità per contribuire fattivamente a delineare un futuro durevole per questo territorio».

giovedì 22 aprile 2010

Giornate della Terra. Cochabamba e Milano.



Oggi 22 aprile, giornata mondiale della Terra. Due paesi, due città, due modi di concepire la vita (anche quando si parla di economia e di finanza).
Bolivia. A Cochabamba si riunisce il forum mondiale sul cambiamento climatico.
Cochabamba è la terza città della Bolivia ed è famosa perchè esattamente 10 anni fa (era il 10 aprile del 2000) scoppiò la prima guerra dell'acqua di questo secolo (guarda qui). Dopo quelle scene di guerriglia, la Bolivia ha sancito il diritto all'acqua nella propria costituzione.
In questi giorni, quindi, a Cochabamba, si tenta di rimediare al fallito vertice sul clima di Cophenagen 2009, quello in cui l'Europa si presentò con una risoluzione che prevedeva anche il nucleare come fonte energetica a medio termine (leggi l'articolo di Vulpio sulla "suppostina nucleare") e che si è concluso con un nulla di fatto.
Evo Morales, presidente della Bolivia, inaugura il forum di Cochabamba sui cambiamenti climatici e si cimenta in un duro atto di accusa contro il modello di sviluppo dominante. Oltre 20mila i delegati presenti alla Conferenza mondiale da 136 paesi di 5 continenti diversi.
«O muore il capitalismo o muore la madre Terra. Abbiamo di fronte a noi solo due strade: la Pachamama (Madre Terra, in aimara) o la morte. E quindi o muore il capitalismo o muore la madre Terra, o vive il capitalismo o viva la Madre Terra» (leggi tutto su ilmegafonoquotidiano.it)

Itaglia. A Milano il comune rigetta un progetto di Renzo Piano per piantumare alberi nel centro di una delle città più inquinate d'Italia... dopo Taranto, ovviamente!

E' il costo della modernità, baby: le nostre vite, please!

mercoledì 21 aprile 2010

CASE per VIVERE MORENDO di CASE



Vi siete mai chiesti in base a quali dati "spaziali" si costruiscono abitazioni ad Altamura, in Puglia, in Italia?
Vi siete mai chiesti quanto spazio abbiamo a disposizione come uomini sulla Terra?
Vi state chiedendo perchè non ve lo siete mai chiesto?


Le case non si fanno più per essere abitate. Si fanno innanzitutto per essere vendute. Come accade per i futures, si vendono sulla carta. Non serve farle vedere: basta pensarle.

Quando dovevano comprare una casa, i nostri nonni - che avevano quasi tutti una qualche infarinatura di edilizia - entravano, toccavano, picchiettavano sui muri, grattavano via la calce, ascoltavano l'eco prodotto dal capitolato e sapevano dirti se era stato messo bene oppure male, se le mattonelle si sarebbero staccate, se quella macchiolina di umidità, quella crepa nell'angolo del soffitto era preoccupante o se invece si poteva aggiustare con una passata di stucco e con una mano di intonaco. Poi trattavano sul prezzo (continua su WWW.BYOBLU.COM)

martedì 20 aprile 2010

Altamura: città del pane, dell'acqua e del referendum



Da Novembre 2009 a febbraio 2010, un gruppo di ragazzi altamurani ha messo in atto una intensa campagna di sensibilizzazione sul Diritto all'Acqua e sui rischi concreti della privatizzazione. Il MeetUp ilGrillaio (questo il loro nome) parte attiva del comitato pugliese Acqua Bene Comune, in tre mesi ha chiamato a raccolta il Popolo dell'Acqua di Altamura. Siamo andati ovunque a parlare di quella che è la battaglia madre per la difesa dei Beni comuni: la difesa dell'ACQUA dalle grinfie del mercato e della finanza. Perchè di questo si tratta!
Tutto a GRATIS!
Oltre 3000 le firme raccolte con l'aiuto di tanti uomini, donne, ragazzi e ragazze che dopo averci detto "Grazie!" hanno voluto dare il proprio personale contributo alla petizione per l'integrazione delle Statuto Comunale.
Il Comune di Altamura, lo scorso 9 febbraio ha modificato il proprio Statuto: è stato il primo comune in Puglia.
Se è vero (com'è vero) che questo è stato un importante risultato, è anche vero che il quadro normativo nazionale è ancora molto insidioso e (ahinoi!) in vigore.

E' per questo che si rende necessario il referendum per

  • abrogare l’art. 23 bis L. 133/2008 (Servizi pubblici di rilevanza economica), così come modificato dall’articolo 15 L. 166/2009
  • abrogare l’art. 150 D.Lgs 152/2006 (Scelta delle forme di gestione e procedure di affidamento)
  • abrogare parzialmente l’art. 154 D.Lgs 152/2006 (tariffa del servizio idricointegrato)
Ad Altamura si sta muovento un gran numero di persone e realtà, già diversi consiglieri (vecchi e nuovi) hanno dato disponibilità ad autenticare le firme.

Il comune di Altamura come istituzione, il Sindaco non possono starne fuori.
L'unico comune di Puglia ad aver sancito il diritto all'acqua nello statuto comunale, non può non adoperarsi affinchè tutti ad Altamura sappiano e (se vogliono) firmino per i referendum.
Chiediamo che il Comune di Altamura nelle persone del Sindaco, del Presidente del Consiglio, dei consiglieri comunali e degli assessori sostenga l'azione del Comitato attraverso l'adesione al Comitato Promotore pugliese, l'organizzazione di incontri di informazione e la disponibilità ad autenticare le firme dei cittadini.

Per programmare le iniziative di sensibilizzazione e raccolta firme ci vediamo giovedì 22 aprile alle 20.30 presso la sala incontri SS. Rosario.
Non mancate!

lunedì 19 aprile 2010

Diego Cugia per Emergency



Ci sono parole che, in Italia, cambiano significato: eroe, martire, volontario...
Cambiano le parole e con esse la nostra percezione del mondo che ci circonda.
Diego Cugia è un grande scrittore. Diego Cugia scriveva per la Radio (cerca Jack Folla).
Le sue parole meritano.

gino strada

sabato 17 aprile 2010

IL GRILLAIO STA CON EMERGENCY



L'inviato della Ministero degli Estreri a Kabul incontra i tre operatori di Emergency in un supercarcere afghano: «Stanno bene». Una settimana fa il sequestro dei tre volontari, Matteo Pagani, Marco Garatti e Matteo Dall'Aria. Gino Strada accusa: «Un'operazione premeditata, preparata, organizzata». Sul web 300.000 firme di sostegno. Oggi alle 14.30 la pace torna in Piazza San Giovanni a Roma. Il meetUp ilGRILLAIO sarà in quella piazza anche per quel pezzo di Altamura che ancora spera che la primavera possa ancora arrivare.

Il video sopra lo abbiamo già proposto nel blog qualche mese fa (vedi MORTI e morti), quando il governo. Rivederlo è importante per capire chi sono quelli di Emergency, chi è Gino Strada.
Il blog del Grillaio sta con Emergency!



Firma l'appello.

venerdì 16 aprile 2010

PRIMA RIUNIONE ALTAMURANA PER IL REFERENDUM SALVA-ACQUA



Ciao a tutti,

mercoledì 14 aprile 2010 si è svolta la prima assemblea referendaria Altamurana convocata dal meetUp ilGrillaio al fine di condividere le informazioni necessarie per la campagna referendaria che partirà ufficialmente in tutta Italia il 24 aprile. L'incontro ha visto una straordinaria partecipazione: quasi 40 presenti hanno dimostrato il crescente interesse per il tema ACQUA nella città del PANE. Presenti anche due referenti per Gravina, uno per Santeramo ed uno per Rutigliano. L'assemblea ha avuto luogo nella sala incontri SS. Rosario gentilmente messa a disposizione dalla comunità parrocchiale.

Il prossimo incontro si terrà giovedì 22 aprile ore 20.30 presso la sala incontri SS. Rosario (vedi N.B)

Qui di seguito un estratto del report dell'incontro. Per leggere il report integrale clicca qui.

  • Presentazione dei quesiti referendari: per leggerli integralmente e approfondirli potete consultare il sito del forum (www.acquabenecomune.org);

  • Illustrazione del vademecum per la raccolta firme: la versione integrale è disponibile in formato PDF sul sito acquabenecomune.org. Si ricorda che la normativa non impone la indicazione sul modulo del documento d'identità (patente cartacea, passaporto, carta d'identità), tuttavia essa è consigliabile. Ricordate di guardare sempre i dati sul documento (anche la patente plastificata) per evitare errori.

Le iniziative previste Anche ad Altamura il lancio della campagna di raccolta firme è fissato per il 25 aprile 2010 tra piazza Duomo e Piazza Resistenza (banchetti multipli). I presenti hanno concordato con la necessità di invitare il Sindaco di Altamura come primo firmatario (il 25 mattina). Il sindaco, già ufficialmente e pubblicamente invitato sarà ulteriormente sollecitato. Altre date suggerite sono:

29 aprile: iniziativa Principi Attivi ad Altamura;

1 maggio: fiera dell'altro mondo possibile c/o la parrocchia di Fornello.

5 maggio: festa patronale di S. Irene.

Altri possibili luoghi/tempi di raccolta emersi all'incontro sono

  • Domeniche e Sabato in piazza Duomo e/o P.zza Resistenza;

  • Fuori dalle parrocchie la domenica;

  • Scuole (soprattutto superiori);

  • Sabato mattina al mercato settimanale

N.B.: Tutte le iniziative previste per il 25 aprile e il calendario delle iniziative di raccolta firme predisposto da ogni Comitato territoriale/associazione su ogni Comune del territorio regionale devono essere inviate entro martedì 20 aprile a segreteriareferendumacqua@gmail.com per poter essere inserite per tempo nel calendario pugliese, sul sito nazionale e nei comunicati stampa che saranno diffusi dal gruppo stampa pugliese il 22 aprile (a giornali, radio, tv, testate e siti web).


Autenticatori. Si invita ogni gruppo a trovare autonomamente i propri autenticatori (secondo quanto previsto dal vademecum). Ieri sera erano presenti ed hanno dato la loro disponibilità Enzo Colonna (che può autenticare dal 24 aprile), Lello Rella (che potrà autenticare solo dopo l'insediamento del nuovo consiglio comunale) e Michele Ventricelli e Michele Cornacchia (questi ultimi due potranno autenticare le firme solo fino all'insediamento del nuovo consiglio comunale). Questo pomeriggio anche Saverio Diperna ha dato la sua disponibilità che è valida da subito, essendo come Enzo Colonna anche consigliere uscente.

Si può, anche “attingere” ai consiglieri/assessori provinciali (segnalati da PRC, SEL e VERDI) chiedendo i contatti ai referenti provinciali del Comitato pugliese.

Vidimazione. Abbiamo stabilito di chiedere 70 moduli, 50 dei quali andranno vidimati presso il Tribunale/Comune di Altamura. Durante l'incontro non tutti hanno scritto il numero di moduli richiesti. I gruppi che non hanno fatto richiesta possono farlo rispondendo a questa mail (meetup.ilgrillaio@gmail.com) in modo da poterli distribuire già durante il prossimo incontro di giovedì 22 p.v.

giovedì 15 aprile 2010

INCENERITORI E FONDO ANTI-DIOSSINA: buone e cattive nuove da TARANTO


Cattive nuove da Taranto dove si continua a giocare con la salute in nome della soluzione al problema rifiuti: il meetup di taranto è intervenuto sul suo blog per commentare la scellerata riattivazione dell'inceneritore (non chiamiamoli TERMOVALORIZZATORI!).
Per fortuna arrivano anche buone notizie: il Fondo Anti-Diossina Taranto è entrato, a tempo di record, nell'anagrafe delle Onlus.
Pertanto tutti coloro che hanno effettuato versamenti e/o bonifici a favore del Fondo, potranno richiedere le detrazioni fiscali previste nella dichiarazione dei redditi, relativa all’anno 2010.
Per tutti coloro, invece, che vorranno devolvere il 5 X MILLE delle proprie tasse, lo potranno fare a partire dall’anno 2011, inserendo nella dichiarazione dei redditi il codice fiscale del FONDO ANTIDIOSSINA TARANTO 90192790732

Ecco come si chiude il ciclo dei rifiuti a Taranto…
Pubblicato il aprile 5, 2010 da Letizia del MeetUp di Taranto

Cosa trovano i tarantini nell’uovo di Pasqua post elettorale? La riattivazione dell’inceneritore da parte dell’Amiu! Ecco come si chiude il ciclo dei “rifiuti”, che sono in realtà risorse preziose da non bruciare, in questa città! Nonostante le osservazioni presentate da parte nostra lo scorso Luglio(Le trovate qui ) non è stata presa in considerazione la possibilità di dare il via alla Strategia Rifiuti Zero investendo su un centro di riciclo Modello Vedelago che avrebbe dato respiro a questa città in tutti i sensi: a livello ambientale e a livello lavorativo(il rapporto dei lavoratori impiegati è di 1:30 a favore dei centri di riciclo…) Andremo a fondo di questa questione perchè è una scelta scellerata e assolutamente non nell’interesse dei cittadini che già tanto patiscono per via della grande industria. Ci si lamenta della bassa percentuale di raccolta differenziata? Certo! Finchè si porta avanti quella domiciliare con piccoli cassoni multi-materialesotto palazzi di 10 piani accanto a cassonetti per l’indifferenziata i cittadini non sono invogliati a farla(senza contare che in un paese civile se io ti dò plastica da vendere tu mi devi quantomeno abbassare la TARSU, cosa che qui non avviene) Inoltre una campagna informativa sulle Buone Pratiche sarebbe assolutamente essenziale per aumentare questa percentuale. Dell’inceneritore non avremmo alcun bisogno!!!
Questa scelta è l’ennesimo sopruso perpetrato ai danni di una cittadinanza stanca, malata e avvilita!!!
Stigmatizziamo anche l’utilizzo, da parte del giornale, della parola Termovalorizzatore. La Comunità Europea ha ritenuto inesistente tale termine, multando l’Italia per averlo utilizzato in più occasioni. I termovalorizzatori infatti non esistono ma in Italia si gioca sul principio di funzionamento di alcuni tipi di inceneritori che recuperano parte del calore prodotto dalla bruciatura sotto forma di energia. Il problema è che per creare quel minimo calore è necessaria molta più energia di quella che si recupera e quindi il conteggio, alla fine, è sempre in passivo!!! Non si valorizza assolutamente niente! Si sprecano solo risorse!

mercoledì 14 aprile 2010

NOI SIAMO PER LA VITA



Lo avevamo scritto come un'estrema provocazione, chiedendoci se i leghisti quando si scagliano contro l'aborto si riferiscono solo ad embrioni e feti italiani, ma la realtà ha superato i peggiori incubi.
Le cronache raccontano di una bambina nigeriana di 13 mesi a cui i medici hanno negato le cure perché senza tessera sanitaria.
L'indagine è stata aperta: non sappiamo se ci saranno colpevoli o se tutto finirà in prescrizione e assoluzioni, ma ognuno di noi è responsabile di questa barbarie.
Hanno cominciato col mettere a pane e acqua i bambini i cui genitori non pagavano la mensa e ora gli tolgono anche il diritto alla cura. Non sono italiani. Questo basta.
Tanto rumore per assicurare l'idratazione a chi è in coma vegetativo da anni, ma nessuna voce si alza per assicurare una flebo ad una bambina di poco più di un anno.
Dove sono ora i Comitati per la vita? Dove si nasconde la voce del Vaticano?
Manifestare contro l'aborto non è difendere la vita è opporsi ad una legge che lo consente in condizioni di sicurezza.
Aiutare una donna perché non subisca le condizioni sociali ed economiche che la spingono all'aborto è difendere la vita. Adottare un bambino è difendere la vita.
Educare ad una sessualità responsabile è difendere la vita.
Assicurare le cure ad un bambino (senza distinzioni di sesso, nazionalità, lingua o cultura) è difendere la vita.
Il resto è cultura della morte e del disprezzo.

In una delle regioni più ricche d'Italia, con la sanità pubblica/privata in mano a Comunione e Liberazione ed alla sua "confindustria", la Compagnia delle Opere, accade che se hai la pelle nera e la tessera sanitaria scaduta, ti lasciano morire fuori dall'ospedale. Anche se hai 13 mesi.

Cure negate senza tessera sanitria muore a 13 mesi bimba nigeriana
di GABRIELE CEREDA

[...]Il padre, in regola con il permesso di soggiorno, aveva appena perso il lavoro e non poteva rinnovare il documento che forse avrebbe strappato la piccola alla morte. «Uccisa dalla burocrazia», dicono gli amici della coppia, che ieri pomeriggio in 200 hanno sfilato per le vie di Carugate, hinterland di Milano, dove la famiglia vive. «I medici avrebbero potuto salvarla se non si fosse perso tutto quel tempo e se le cure fossero state adeguate. Se fosse stata italiana questo non sarebbe successo», grida ora Tommy Odiase, 40 anni, in Italia dal 1997. Chiede giustizia mentre stringe la mano della moglie Linda, di nove anni più giovane.
Leggi tutto su repubblica.it

martedì 13 aprile 2010

APPELLO SALVA ACQUA: prime due risposte dai neo eletti



Siamo felici di condividere con i lettori del blog le prime risposte al nostro appello SALVA ACQUA al neo-consiglio comunale e alla nuova amministrazione: sono di Aria Fresca che comunica la disponibilità del proprio consigliere Enzo Colonna e del consigliere Lello Rella di Sinistra Ecologia e Libertà.

Siamo certi che in questi giorni saranno numerose e bi-partisan le risposte: lo chiedono più di tremila altamurani e i loro rappresentanti non possono permettersi di star a guardare.
Lo chiede la difesa dei beni comuni e della democrazia di cui l'acqua è simbolo e sostanza.
Riecheggiando i sostenitori del PDL: chi non difende l'acqua, anti-vita è, è!

Leggi il comunicato di ARIA FRESCA.
Leggi il contenuto della mail di risposta del consigliere Lello Rella.


APPELLO alla MOBILITAZIONE
per il REFERENDUM ACQUA PUBBLICA ad Altamura

Vi ricordiamo, che domani Mercoledì 14 aprile 201 alle 20,30 c/o la sala incontri SS. Rosario in via Pompei ad Altamura, avrà luogo un'assemblea PRO-REFERENDUM ACQUA per tutti i gruppi ed associazioni di Altamurae paesi vicini.
Lo scorso 31 marzo, si è svolta la prima assemblea regionale referendaria convocata dal Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” che ha visto una partecipazione straordinaria (associazioni, sindacati, media locali, parrocchie, partiti e singoli cittadini): almeno un centinaio di persone. A questo link trovate il report dell'incontro.

I gruppi di Altamura e paesi vicini che vogliono dare il loro contributo, sono invitati alla riunione per organizzarsi in vista della raccolta firme che partirà in tutta Italia il 24 aprile prossimo.

Parleremo di:
  1. Presentazione dei quesiti referendari. Questi ultimi, insieme alla relazione introduttiva e altri materiali, sono disponibili sul sito: www.acquabenecomune.org e del Vademecum per la raccolta firme. (disponibile in formato PDF su: www.meetup.com/ilgrillaio-altamura/files).
  2. organizzazione iniziativa del 25 aprile per lancio campagna raccolta firme;
  3. organizzazione per vidimazione moduli;
  4. calendario raccolta firme (mercati, piazze, feste, parrochie, ecc.) e permessi banchetti;
  5. autenticatori (consiglieri comunali/provinciali, sindaci, assessori...)
  6. autofinanziamento: proposte acquisto borracce;
E' importantissimo che a questo incontro sia presente un esponente per ogni gruppo e che cerchiamo di coinvolgere quanti non hanno accesso ad internet.
Iniziative grandi e importanti come questa meritano il contributo di ognUNO (clicca QUI per vedere la vastità del costituendo Comitato Referendario: questa lista è bellissima!)

Perché si scrive ACQUA, ma si legge DEMOCRAZIA. E si pensa alla VITA.

meetup ilGrillaio/Comitato Pugliese Acqua Bene Comune

lunedì 12 aprile 2010

IDV: Io Da solo Vado



Speravamo che l'IDV, messa alle strette, avrebbe fatto un passo indietro sul referendum sull'acqua e invece prosegue e insiste sulla cattiva strada intrapresa. Nessun ripensamento: l'IDV va da sola
con un proprio quesito (leggi la risposta di DiPietro), rischiando di compromettere l'unità di movimenti, partiti, sindacati e cittadini che si sono ritrovati nei tre quesiti presentati dal Forum Nazionale dei movimenti per l'acqua. A chi serve tutto questo?
Ad appropiarsi di una battaglia, quella dell'acqua pubblica, che è valoriale e di buon senso e non merita la pochezza dei partiti? A servirsi della POLITICA (intesa come difesa dei BENI COMUNI) a scopi ELETTORALI?
Caro DiPietro, cara IDV sei ancora in tempo: non vorremmo che i tuoi "valori" si perdessero in un bicchiere d'acqua!

Pubblichiamo questa analisi e proposta del gruppo di Bari Acqua Bene Comune sulla vicenda IDV. La memoria aiuta sempre a comprendere e i fatti servono a non perdersi nel mare delle opinioni.

I FATTI

(a questo link trovate un’importante ricostruzione cronologica fatta da Marco Bersani del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua)

La battaglia per l’acqua come bene comune e per la ripubblicizzazione dei servizi idrici è una battaglia popolare e comune che non ha (e non può avere) colore e connotazione partitica.
La presenza dell’IDV non è mai stata rifiutata (ci mancherebbe!) ma semplicemente richiesta alle “condizioni” stabilite anche per gli altri partiti, ovvero come “comitato a sostegno” del referendum.
Il quesito referendario deposito dall’IDV in data 17/12/2009 ha rappresentato già di per sé un’iniziativa in contrasto con il percorso comune avviato per la realizzazione del referendum sull’acqua.
In seguito ad alcuni incontri fra il Forum italiano e i parlamentari dell’IDV, l’on. Antonio Di Pietro disse che avrebbe ritirato i quesiti.
Pertanto la “nuova” deposizione in Cassazione del suddetto quesito rappresenterebbe al più la prosecuzione della linea di divisione e “differenziazione” rispetto al Forum dei Movimenti e al Comitato promotore referendario già assunta in passato, oltre che un cambio di marcia rispetto alla sua ultima decisione.

LA MEMORIA

La posizione di Di Pietro rispetto ai servizi idrici e alla loro gestione non è storicamente a sostegno della forma pubblica. A tale riguardo vi invio un’intervista di qualche anno fa nella quale Di Pietro afferma che “Non è particolarmente rilevante la forma di gestione ; non ci sono pregiudiziali nei confronti dei privati, purché il loro interesse sia subordinato a quello generale”.
Tuttavia, ultimamente, la sua idea sulla gestione privata è cambiata “L'acqua e l'aria sono beni pubblici, sono beni dell'umanità e, in quanto tali, non si possono privatizzare. Ci sono beni essenziali nella vita, beni che non possono essere venduti ai privati. Il privato, per definizione, se ci guadagna vende, ma se non ci guadagna non vende” (http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/articoli/politica/privatizzazione_dellacqua_ribe.php). Anche l’onorevole Bellisario si è espresso recentemente in maniera inequivocabile “In tal caso ci appelleremo comunque alle amministrazioni locali e alle Regioni per costituire un cartello di enti e associazioni affinché quanto prima si possa ripubblicizzare la gestione dell’acqua” (http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/articoli/politica/acqua_pubblica_un_patto_di_lea.php) e l’onorevole Orlando in una risposta a p. Alex Zanotelli affermava “Credo che Padre Alex Zanotelli, opportunamente, ci invita a partire dal basso. In attesa di poter costruire un'alternativa di governo che faccia della pubblicità dell'acqua uno dei punti qualificanti, dal basso, dalle realtà locali e dall'opposizione continueremo a sostenere che l'acqua sia un diritto fondamentale umano e uno strumento per salvare la nostra democrazia”.
Il cambiamento di idea dell’on. A. Di Pietro, come ogni cambiamento, oltre ad essere legittimo è segno di intelligenza se sincero e non strumentale.

LA VERITA’

I quesiti referendari del Comitato promosso dal Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua (http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article7200) hanno l’obiettivo di
- fermare la privatizzazione dell’acqua (Abrogazione dell’art.23 bis L. 133/08); - aprire la strada della ripubblicizzazione (Abrogazione dell’art. 150 del D.lgs 152/06);
eliminare i profitti dal bene comune acqua (Abrogazione di parte del comma 1 dell’art. 154 del D.lgs 152/06).

Il quesito presentato dall’Italia dei Valori lo scorso dicembre riguarda solo l’abrogazione di una parte dell’articolo 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre, che da solo non sarebbe sufficiente a fermare la privatizzazione, né tanto meno ad aprire la strada alla ripubblicizzazione.
Con la presentazione dei due quesiti referendari si rischia di creare confusione e, soprattutto, di non raggiungere il quorum, il che si tradurrebbe in un NULLA DI FATTO.
Il dialogo presuppone ascolto e condivisione. Che senso ha dire, come fa l’on. A. Di Pietro nella sua risposta, che in una situazione del genere, noi rispettiamo voi, voi rispettate noi. Le parole sono vuote se non vengono “riempite” di significato.
Che significa “dichiariamo fin d’ora la nostra disponibilità a ospitare nei nostri banchetti di raccolta firme anche la modulistica riportante i vostri quesiti, invitando i cittadini a sottoscriverli”?
Del resto già Luigi De Magistris e Sonia Alfano si sono espressi pubblicamente per la necessità di un “fronte unito” (http://www.soniaalfano.it/content/acqua-pubblica-tutti-la-piazza-non-aspetta) prendendo posizioni molto nette a fianco del Movimento.

L’APPELLO ALLA COERENZA

Sulla base della posizione assunta da IDV Puglia, fin dall’inizio a fianco del movimento e che ha chiamato a relazionare alla sua ultima assemblea programmatica (http://ilgrillaio.blogspot.com/2010/04/lettera-aperta-allitalia-dei-valori.html), e nella convinzione che l’IDV non sia un partito dove il “capo” decide e gli altri eseguono, proponiamo

di avviare una sottoscrizione rapida (da fare via mail) nella quale

si chiede

ad IDV PUGLIA e a ogni singolo istituzionale eletto

di esercitare pressione nei confronti dell’On. Antonio Di Pietro e ai quadri dirigenti nazionali affinché possa trovare accoglimento la richiesta del Forum Nazionale dei Movimenti per l’acqua ovvero che si “si possa svolgere in tempi urgenti un incontro tra il Comitato referendario e Italia dei Valori, in modo tale che si possa arrivare ad un chiarimento e, soprattutto, giungere, nel rispetto dei ruoli di ciascuno, ad una posizione unitaria sul merito e sul percorso referendario”.

Firmatari

Comitato di Bari “Acqua Bene Comune”

venerdì 9 aprile 2010

Appello SALVA-ACQUA ai neoeletti del Comune di Altamura



All'attenzione
del Sindaco M. STACCA
dei Consiglieri Comunali
dei componenti della Giunta
del presidente del Consiglio
del Comune di Altamura


Con la trasformazione in legge del c.d. Decreto Ronchi (art. 15) approvato con voto di fiducia, l'Italia muove passi sempre più decisi verso l'affidamento della gestione dei servizi idrici ai privati. Questa sarebbe la definitiva mercificazione di un bene essenziale per la vita: è la mercificazione della vita stessa.
Il Movimento dell'ACQUA ha visto ad Altamura una attivazione senza precedenti da parte del MeetUp ilGrillaio (componente del Comitato Pugliese Acqua Bene Comune) per la campagna SALVA L’ACQUA al fine di diffondere la cultura dell’acqua bene comune, informare la cittadinanza dei provvedimenti assunti a livello nazionale e regionale in materia di gestione dei servizi idrici e raccogliere le firme per la petizione per la modifica dello statuto comunale: ben 16 incontri pubblici nei luoghi più disparati; iniziative di raccolta firme da parte di volontari di diversa natura (parrocchie, condomini, scuole...); due manifestazioni in piazza con banchetto per raccogliere firme; una petizione con oltre 3000 firme; lettere di sollecitazione a consiglieri, assessori e sindaco; colloqui più o meno informali con tutti gli amministratori; una manifestazione silenziosa durante il Consiglio Comunale per sollecitare l’inserimento della proposta all’ordine del giorno.
Il Comune di Altamura aveva già riconosciuto il diritto all’acqua nella delibera di Giunta n. 45 del 16/05/2008 nella quale ha sostenuto che: è preoccupante che l’acqua sia considerata un bene economico e che il suo valore sia definito dai meccanismi del mercato ed è inaccettabile il processo di privatizzazione e mercificazione della risorsa. Nella stessa delibera il Comune:
1.aderiva alla legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dei servizi idrici;
2.aderiva al Coordinamento pugliese degli enti locali per la ripubblicizzazione dei servizi idrici;
3.si impegnava a modificare lo statuto comunale inserendovi il diritto all'acqua;

PERTANTO, PREMESSO CHE
  • la gestione del servizio idrico in Italia è attualmente normata dall’art. 15 del d.l. 135/09, convertito in legge il 19.11.09, che muove passi decisi verso la privatizzazione dei servizi idrici e altri servizi pubblici prevedendo:

- l’affidamento della gestione dei servizi pubblici a rilevanza economica a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica o, in alternativa, a società a partecipazione mista pubblica e privata con capitale privato maggioritario;

- la cessazione degli affidamenti “in house” a società totalmente pubblica, controllate dai comuni (in essere alla data del 22.08.08) alla data del 31.12.2011;

  • la Regione Puglia il 20 ottobre, con una delibera di Giunta, ha sancito l'avvio della ripubblicizzazione dell'Acquedotto Pugliese. L'attuale Presidente della Regione e la sua coalizione si sono inoltre impegnati ad approvare nei primi cento giorni di governo la legge regionale, elaborata dal Tavolo tecnico paritetico Regione- Forum Nazionale dei Movimenti dell'acqua che sancisce la trasformazione dell'Acquedotto Pugliese da S.p.A. ad ente di diritto pubblico, definendo così la totale fuoriuscita dell'acqua dalle leggi del mercato;

  • il Consiglio comunale di Altamura, il 09.02.2010 ha votato all'unanimità (23 presenti) l'integrazione dello STATUTO COMUNALE volta a sancire che: l’acqua è un diritto inalienabile di ogni essere vivente; il servizio idrico, in quanto risponde ad un diritto primario di ogni essere vivente, non può che essere privo di rilevanza economica e deve essere esercitato salvaguardando l’accesso di tutti all’acqua;

CONSIDERATO CHE
  • la privatizzazione dei servizi idrici è un epilogo da scongiurare, sia perché l’acqua è un diritto universale e non merce, sia per le ripercussioni disastrose che potrebbe generare per i cittadini e per le imprese (il caso di Acqualatina ad Aprilia, e non solo, sta lì a dimostrarlo);
  • la gestione pubblica dell’acqua non può essere garantita da una società disciplinata dal diritto privato (art. 2247 c.c.), poiché le finalità riconosciute a società “commerciali” sono incompatibili con la gestione del “bene comune” acqua;
  • NON ESISTE alcuna norma europea che sancisca l’obbligo per le imprese pubbliche di trasformarsi in società private (come ribadito più volte da: Corte di giustizia CE, 2005; Commissione CE 2003, 2006; Parlamento europeo, 2006);
  • il 31 marzo 2010 il Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua ha depositato, presso la Corte di Cassazione, i tre quesiti referendari per l’abrogazione di tutte le norme che hanno reso possibile la privatizzazione dell’acqua potabile in Italia (su acquabenecomune.org il testo integrale e la relazione introduttiva).
CHIEDIAMO CHE

il Comune di Altamura (nelle persone del Sindaco, del presidente del Consiglio, dei consiglieri comunali e assessori), sostenga l'azione del Comitato promotore del Referendum Acqua Pubblica attraverso:
  1. l'adesione dello stesso Comune di Altamura al comitato promotore pugliese, come già fatto da altre amministrazioni nei giorni scorsi, l'organizzazione di incontri pubblici per la presentazione dei quesiti referendari e di un’iniziativa pubblica (insieme al Comitato promotore) di lancio della campagna di raccolta firme da realizzarsi il 25 aprile ad Altamura (in contemporanea ad iniziative analoghe su tutto il territorio regionale e nazionale);
  2. la Sua disponibilità come autenticatore al fine di rendere possibile e celere la raccolta firme sul territorio di Altamura per raggiungere l'obiettivo di 500.000 firme in tutta Italia (50.000 in Puglia). Tutto al fine di sottoporre alla volontà degli elettori la scelta della modalità di gestione del servizio idrico che deve essere gestito come un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini.
Restiamo in attesa di una Sua risposta e (possibilmente) dell'indicazione approssimativa delle date (comprese tra il 25 aprile e il 10 luglio 2010) in cui è disponibile ad autenticare le firme per i referendum (da inviare all’e-mail indicata in calce), comunicandole che entro venerdì 16 aprile p.v. renderemo pubbliche le risposte - sui siti www.acquabenecomune.org e www.ilgrillaio.blospot.com e su quelli delle organizzazioni aderenti al Comitato pugliese - sia in caso di adesione, sia in caso di mancata risposta o di risposta negativa.

La questione ACQUA è particolarmente sentita ad Altamura, così come in tutta la Puglia.
I quasi 3.000 altamurani che hanno chiesto con forza la modifica dello Statuto Comunale qualche settimana fa, suscitando grande interesse tra i media (primo comune pugliese ad aver inserito il Diritto all'Acqua nel proprio Statuto) torneranno volentieri a firmare per il referendum salva-acqua.
La Vostra presenza è necessaria perché i cittadini e le cittadine che rappresentate possano esprimersi attraverso lo strumento referendario e partecipare attivamente alla vita pubblica.
Perché si scrive Acqua, ma si legge Democrazia.

Altamura, 09/04/2010

Meetup ilGrillaio - Comitato Pugliese Acqua Bene Comune

meetup.ilgrillaio@gmail.com