“Chi gestiva e gestisce l’Ilva ha continuato in tale attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza”(GIP di Taranto).
Nei giorni in cui Taranto (finalmente) viene posta crudelmente dinanzi al bivio MORTE DI FAME o MORTE PER AVVELENAMENTO il nostro pensiero non va agli operai, ma ai contadini, agli allevatori, ai pescatori e mitilicoltori del capoluogo jonico.
Nelle ore in cui quasi tutti si schierano con gli operai chiedendo che l'ILVA non chiuda, noi pensiamo a tutti quei campi, quei pascoli, quelle pecore, quelle mucche, quelle cozze e quei pesci avvelenati dall'attività dell'ILVA. Pensiamo alle mamme il cui latte presenta tracce di diossina, pensiamo alle famiglie del rione Tamburi. Sono queste le prime vittime dell'ignavia dei politici che ancora oggi dichiarano che CHIUDERE L'ILVA NON HA SENSO (Clini, ministro). In effetti un senso ce l'avrebbe qualora fosse fatta fuori ogni forma di vita tarantina.
Le immagini del video sopra (girato a giugno 2012) nel mare di Taranto dovrebbero essere fatte vedere a chiunque si accinga a parlare di connubio ILVA e ambiente.
Evidentemente si tratta di un ossimoro poichè non si tratta solo di adeguare gli impianti: la diossina e le altre schifezze riversate in aria, terra e mare si sono accumulate e necessitano di secoli per "dissolversi".
Ancora una volta c'è voluta la magistratura a cercare di togliere le fette di prosciutto dagli occhi dei politici comunali, provinciali, regionali e nazionali. Le immagini che da anni fanno il giro del mondo via web non sono state in grado di farlo.
2000 firme
ad Altamura per DIMEZZARE gli STIPENDI dei politici
ed
ELIMINARE I VITALIZI degli ex-politici
Sono
oltre duemila le firme raccolte dal Movimento ilGrillaio
a sostegno della proposta di legge Zero Privilegi Puglia
consegnate (e protocollate) il 12 luglio da una rappresentanza dei
centinaia di attivisti del Movimento 5 Stelle pugliesi che, dal
Gargano al Salento col freddo pungente di Febbraio e il caldo afoso
di Giugno, sono scesi per le strade di Puglia incontrando decine di
migliaia di concittadini, informandoli e confrontandosi con loro. Le
firme raccolte a livello regionale sono state circa 20.000, 2.000
nella sola Altamura e tutte raccolte alla presenza del cons. comunale
Enzo Colonna (noi le cose le facciamo sempre nel pieno rispetto della
legge!).
L'approvazione
di questa legge avrebbe come risultato il dimezzamento delle
indennità dei consiglieri regionali, l’abolizione dell'assegno
di fine mandato e del vitalizio e consentirebbe risparmi per 10
milioni di euro all'anno e di ulteriori 10 milioni nel lungo periodo
(vitalizio).
Una
proposta concreta che può diventare realtà nel corso di una sola
seduta di consiglio regionale, al contrario di altre iniziative che
appaiono specchietti per le allodole. Ci riferiamo, in particolare,
al referendum anti-casta contro
"gli stipendi d'oro dei parlamentari" promossa da Unione
POPOLARE, coordinata dalla sig.ra Di Prato,
già democristiana e poi UDC “fermamente convinta della necessità
di un partito di centro che guardi con interesse al
centro-destra"(così su
http://www.unionepopolare.eu/component/content/article/38-curricula-cv/93-maria-di-prato.html).
La proposta referendaria prevede l'abolizione dell’art. 2 della
legge 31 Ottobre 1965, n. 1261, che stabilisce il diritto alla DIARIA
dei parlamentari (cioè il "rimborso spese" per il
soggiorno a Roma, corrisposto anche a chi a Roma ci abita), quesito
condivisibile...
Peccato,
però, che le firme raccolte in questo periodo siano inutilizzabili.
Basta leggere la legge che regola i referendum (L. 352/1970) per
capire che la richiesta di referendum deve essere presentata alla
Corte di Cassazione entro 3 mesi dalla data del timbro apposto sui
fogli da parte del funzionario comunale competente, in questo caso
dunque entro il 30 settembre 2012. Tuttavia, ciò non è possibile, a
causa dell’articolo 31 il quale spiega che “non può essere
depositata richiesta di referendum nell’anno anteriore alla
scadenza di una delle due Camere e nei sei mesi successivi alla data
di convocazione dei comizi elettorali per l’elezione di una delle
Camere medesime”. Di conseguenza, risulta improbabile, se non del
tutto impossibile, utilizzare le firme raccolte in questi mesi.
Anche
la sola riduzione del numero dei consiglieri (proposta di recente con
la manovra di revisione della spesa) ridurrebbe sì i costi ma
avrebbe lo spiacevole effetto di mortificare la rappresentanza senza
peraltro incidere davvero su quello che è il vero scandalo dei costi
della politica: i
vitalizi (ovvero gli emolumenti per chi era
politico), l'assegno di fine mandato e le diarie
che sono svincolate da una reale rendicontazione delle spese e
incidono in maniera consistente sul bilancio regionale.
Zero
Privilegi Puglia è l'ennesima proposta POLITICA a cui
aderisce il Movimento ilGrillaio che da anni si impegna con proposte
concrete per consentire la partecipazione democratica e ridurre i
costi dell'apparato politico che è diventato un'agenzia di
collocamento e non un luogo di servizio per la collettività.
Chiunque sia interessato
a questa e alle altre nostre attività può contattarci sul web
(www.ilgrillaio.blogspot.com) o scrivendo a
meetup.ilgrillaio@gmail.com.
Ci trovate anche su
Facebook e Twitter digitando IlGrillaio Altamura Cinque Stelle.
promossa e organizzata dalla Rete Regionale dei Comitati per i Beni Comuni
Verso la Ripubblicizzazione dei Beni Comuni
Mercoledì 27 luglio alle ore 11.30,
a Bari, in Via Capruzzi
(sotto i portici, davanti all’entrata della sede del Consiglio regionale)
si terrà la Conferenza Stampa per:
·Contestualizzare, a livello regionale, i risultati della Sentenza 199/2012 della Consulta che dichiara incostituzionali le norme contrarie agli esiti referendari dello scorso giugno;
·Presentare le proposte esposte e consegnate ai consiglieri della Regione Puglia dalla Rete dei Comitati per i Beni Comuni nel corso dell'audizione in Consiglio Regionale, stabilita per lo stesso giorno, mercoledì 25 luglio, alle ore 10.30 (presso la Presidenza del Consiglio regionale), in merito alle modalità di gestione dei servizi pubblici locali, con particolare riguardo al servizioidrico integrato e al ciclo integrato della gestione virtuosa mediante “Strategia Rifiuti Zero” dei rifiuti urbani.
·Aggiornare sull’evoluzione e i risultati della campagna “Obbedienza Civile – Il mio voto va rispettato” con riferimento all’eliminazione della remunerazione del capitale dalla bolletta del servizio idrico integrato
In attesa di vostra conferma, si saluta cordialmente.
La corte costituzionale nella sentenza di ieri 20 luglio 2012 ha sancito qualcosa che era chiaro a noi tutti: l'esito referendario non può essere aggirato com'è stato fatto finora da Berlusconi (agosto 2011 leggi qui) e da Monti qualche mese fa. La volontà di 27 milioni di italiani va rispettata e l'obbligo di privatizzare i servizi pubblici locali (gestione rifiuti e trasporti) sbandierato anche da qualche politico del c.d. centro-sinistra, sostanzialmente non esiste perchè è stato cancellato dal referendum del giugno 2011.
La sentenza è un sano bicchiere d'acqua per quanti, assetati di legalità e di democrazia, nella terra di Tristalia, cominciavano a dubitare dell'utilità del Referendum.
E' appena il caso di ricordare che l'altra faccia del referendum riguardava quell'8,24 % che ancora a noi pugliesi (e non solo) viene chiesto di pagare (illegittimamente).
DUNQUE, NO ALLA PRIVATIZZAZIONE
e NO ALLA REMUNERAZIONE DEL CAPITALE IN BOLLETTA.
Da oggi siamo ancora più forti e continueremo a raccogliere lettere di diffida nei confronti di AQP SpA.
Stefano Rodotà, Ugo Mattei e Alberto Lucarelli - tra gli estensori dei quesiti referendari sull'Acqua -erano a capo di un gruppo di giuristi i quali "suggerirono" al governatore Vendola dalle pagine del Manifensto di fare ricorso per l'incostituzionalità dell'art. 4 del decreto legge 138 del 13 Agosto
2011, con il quale, il Governo Berlusconi, calpestava il risultato
referendario e rintroduceva la privatizzazione dei servizi pubblici
locali. Al ricorso della Puglia seguirono quelli di Lazio, Marche, Emilia Romagna, Umbria e Sardegna.
Non si esagera dicendo che questa è una sentenza storica perché in concreto denuncia e elimina una clamorosa frode del legislatore. Nella sentenza infatti si dice esplicitamente che i vari decreti in materia hanno riprodotto parti delle norme abrogate col referendum, addirittura rendendole più restrittive, violando così l'articolo 75 della Costituzione. Inoltre i giudici scrivono che le nuove discipline in materia sono contraddistinte da «identica ratio ispiratrice» di quelle abrogate col referendum. In primo luogo, dunque, è stata ripristinata la legalità costituzionale...
Con questa nettezza, non era mai stato affermato il diritto del cittadini di veder rispettato il referendum .
(Stefano Rodotà su "il Manifesto" di oggi 21 Luglio 2012, intervista di Eleonora Martini)
COMUNICATO STAMPA
FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA
Grande vittoria dei movimenti, la Corte Costituzionale fa saltare le privatizzazioni di acqua e servizi pubblici locali
Oggi, 20 Luglio, la Corte Costituzionale restituisce la voce ai cittadini italiani e la democrazia al nostro Paese. Lo
fa dichiarando incostituzionale, quindi inammissibile, l'articolo 4
del decreto legge 138 del 13 Agosto 2011, con il quale, il Governo
Berlusconi, calpestava il risultato referendario e rintroduceva la
privatizzazione dei servizi pubblici locali. Questa sentenza blocca
anche tutte le modificazioni successive, compresa quelle del Governo
Monti.
La sentenza esplicita chiaramente il
vincolo referendario infranto con l'articolo 4 e dichiara che la legge
approvata dal Governo Berlusconi violava l'articolo 75 della
Costituzione. Viene confermato quello che sostenemmo un anno fa, cioè
come quel provvedimento reintroducesse la privatizzazione dei servizi
pubblici e calpestasse la volontà dei cittadini.
La sentenza ribadisce con forza la
volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno 2011 e rappresenta un monito
al Governo Monti e a tutti i poteri forti che speculano sui beni
comuni. Dopo la straordinaria vittoria referendaria costruita dal basso,
oggi è chiarito una volta per tutte che deve deve essere rispettato
quello che hanno scelto 27 milioni di italiani: l'acqua e i servizi
pubblici devono essere pubblici.
Una delle cose tristi del vivere in Italia è che il tempo si ferma. Oggi 19 luglio 2012 a 20 anni dalla strage di via D'amelio la storia sembra essersi fermata. Il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta gli agenti Agostino Catalano (caposcorta), Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e a cadere in servizio), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina sono morti ma siamo concordi con coloro (e sono tanti) che affermano che la loro morte non è stata vana. "La vostra forza è la nostra forza!" ha detto Roberto Scarpinato introducendo la sua lettera a Paolo Borsellino. Finchè ci saranno uomini, donne, giovani e meno giovani che non si arrenderanno allo stato delle cose per difendere la legalità, i magistrati, lo Stato (di diritto) la verità sarà sempre più vicina. I ricordi riaffioreranno nelle menti di "chi non ricorda" IERI come OGGi con la speranza che il capo dello Stato operi (con i fatti e non solo a parole) per la ricerca della VERITA'. In periodo di crisi economica e delle istituzioni democratiche il suo difendere a spada tratta la segretezza delle telefonate tra Mancino ed i suoi uffici rischia di trasformarsi nella mortificazione del ricordo di quanti hanno dato la vita affinchè le logiche mafiose non prevalessero sulla ricerca della legalità.
Week end di grande mobilitazione nel meridione d'Italia. La scorsa settimana vi abbiamo parlato della nascita a Bari della Rete dei Comitati per i Beni Comuni. Ieri è stata la volta a Pisticci (MT) del Coordinamento Nazionale NO TRIV (su Facebook). Queste iniziative sono la risposta al gravissimo deficit di democrazia che caratterizza questo momento storico. L'augurio del Movimento ilGRILLAIO è che i due movimenti (che già riuniscono comitati territoriali) trovino la maniera per condividere esperienze, iniziative ed energie per far fronte a quello che è il più grave attacco ai Beni Comuni che mai si sia registrato in Italia.
Comunicato stampa Coordinamento NoTriv,
Pisticci scalo 15 Luglio 2012
Si è conclusa alle 14 di oggi 15 Luglio 2012 la due giorni NoTriv convocata per dare vita al primo coordinamento nazionale delle realtà sociali italiane e dei comitati contro la liberalizzazione delle estrazioni petrolifere e per un modello democratico della gestione delle risorse energetiche.
Nella serata di ieri, dopo la plenaria, si erano riuniti i tre gruppi di lavoro con cui il nascente movimento ha voluto rileggere la crisi economica, ambientale e di democrazia dentro cui avanza il tentativo di far pagare, ancora una volta, alle comunità il prezzo della svendita del nostro patrimonio energetico.
L’assemblea della mattina, iniziata dopo che i movimenti presenti hanno partecipato con i contadini del territorio alla occupazione di 3 ettari di terra incolta alle spalle del luogo in cui si è tenuta la due giorni, è iniziata con i report dei gruppi di lavoro che erano stati chiamati a rispondere su come e su quali obiettivi e percorsi è possibile dare vita ad un vasto ed ampio movimento popolare.
I report hanno espresso una forte ricchezza di analisi, di elementi comuni e, soprattutto, di proposte di strumenti e di percorsi operativi, che sono state discusse ed assunte dall’assemblea segnata da un dibattito fortemente unitario che supera le differenze di approccio, le diversità territoriali e sociali e, soprattutto, individua obiettivi, strumenti ed iniziative.
Viene avanti, così, l’idea di una rete organizzata come uno spazio plurale di socializzazione, critica, proposta di modelli e pratiche alternative e di azione e mobilitazione che si dia strumenti efficaci: un sito internet, un Comitato Scientifico composto da esperti e da portatori di esperienze sociali, un calendario di iniziative, una rete di pratiche, proposte di legge nazionali, regionali e comunitarie su cui incalzare la politica e le istituzioni, il collegamento con le altre reti e movimenti che operano sulle crisi territoriali, ambientali ed economiche, la ridiscussione dei parametri di impatto ambientale e sulla salute.
L’assemblea si è conclusa con la prima agenda su cui operare nell’immediato: nei prossimi giorni verrà prodotta una lettera agli eletti e portata a Roma con la richiesta di un cambio nella strategia fin qui adottata e di ripensamento dell’articolo 16 del decreto “Cresci Italia” del Governo Monti.
L’incontro, che chiederemo si tenga entro le prossime due o tre settimane, sarà l’occasione per un nuovo appuntamento operativo in cui strutturare il Coordinamento Nazionale NoTriv e per preparare le iniziative dell’autunno, a partire dalla discussione sulla proposta di tenere un “NoTriv Tour” fra tutte le aree italiane esposte al rischio o già coinvolte dall’estendersi dei processi di estrazione del petrolio e dai problemi indotti dall’uso delle energie.
Con la decisione di assumere questa prima agenda di iniziative si è conclusa la due giorni NoTriv a Pisticci Scalo, mentre continuavano ad arrivare nuove adesioni e messaggi da movimenti, associazioni e comitati da tutta Italia.
Fra i movimenti lucani e del Vallo di Diano che hanno promosso questo primo appuntamento, ma anche fra i tanti e tanti che si sono coinvolti, si è rafforzata, così, l’idea che si può fare. Si può uscire dalla strumentale, provinciale e fuorviante discussione sull’uso delle royalty spesso usate come specchietto delle allodole di fronte alle comunità in crisi per nascondere il grande processo di espropriazione delle risorse in atto e ragionare sulle alternative economicamente e ambientalmente possibili e giuste.
Soprattutto si può rivendicare e far valere il diritto dei cittadini ad opporsi a scelte antisociali e antidemocratiche che li espropriano del diritto a scegliere. In fin dei conti, è ancora una volta una questione di democrazia: chi sceglie, chi gestisce e per chi.
Comeavevamo annunciato ieri e come Carmine Sgambato, del direttivo di Altragricoltura aveva confermato ieri pomeriggio nell’assemblea diPisticci Scalo portando l’adesione di Altragricoltura, stamattina ungruppo di Agricoltori lucani e Pugliesi si è dato appuntamento alle 7al Villaggio Mattei per occupare un pezzo di terra incolta in quelterritorio.
Mentre Giovanni, Vincenzo e Pietro (agricoltori della ValBasento) aravano una parte dei terreni con i loro trattori, su uncamioncino con le insegne di Altragricoltura, della OLA, del ComitatoTerreJoniche e del Coordinamento Notriv, interveniva Gianni Fabbris,coordinatore nazionale di Altragricoltura, per spiegare il senso dellaazione.
“Oggi i contadini di questo territorio si riappropriano di treettari di terra incolta nel centro di un territorio ambientalmentecompromesso in una comunità ferita dal fallimento delle politicheindustriali e della chimica. Oggi affermiamo il diritto ad usare laterra in maniera socialmente giusta e sostenibile, per questo ce neriappropriamo”.
Con i contadini che aravano, almeno altri trentaagricoltori metapontino e ginosini ed i rappresentanti delleorganizzazioni che si sono datiappuntamento a Pisticci Scalo per la due giorni NoTriv che, dopo aver fatto colazione con i prodotti offertie preparati dalle donne di Altragricoltura, hanno contribuito alleoperazioni di pulizia dell’area liberandone una parte da innumerevolirifiuti (bottiglie, plastiche, pneumatici, metalli ed altro).
Fabbrisha ulteriormente spiegato: “Oggi prendiamo possesso di questo territorio e chiediamo formalmente alla proprietà (il Comune diPisticci) di assegnarne l’uso ai contadini per rimetterlo inproduzione. La richiesta è fatta da tutte le associazioni partecipantialla due giorni Notriv che stiamo conducendo e punta a realizzare esostenere un progetto di uso sociale ecologicamente compatibile.Altragricoltura presenterà il progetto di realizzazione di una fattoriadidattica e di un centro sperimentale contadino sulle tecniche agronomiche ed ambientali per il riuso di aree ambientalmentecompromesse come queste. Il progetto metterà insieme i saperi degliagricoltori e dei pastori, con la ricerca tecnica e scientifica e degli esperti di tutela ambientale, coinvolgendo le migliori esperienzescientifiche e professionali del territorio. Una parte di questa area,sarà invece piantata con un frutteto con diverse specie arboree cheverrà consegnato alla comunità del Villaggio Mattei perché lo possagestire e godere, dopo essere stata bonificata e dopo aver verificato con analisi di laboratorio che la terra non sia compromessa” (un primocampione di terra verrà inviato già lunedì al laboratorio di analisiper le verifiche del caso).
Dopo aver preparato il terreno con unprimo intervento (cui seguiranno altri e ben più importanti lavori perla messa in produzione) il presidio dei contadini e delle associazionipresenti ha compiuto un ultimo atto fortemente simbolico ma moltoconcreto: un trattore con una trivella (su cui era esposta la bandieraNOTRIV) è entrato nell’area ed ha realizzato una buca di circa 70 cm incui è stato messo a dimora un ulivo selvatico su cui, successivamente,saranno innestate varietà di produzione olearia della nostra tradizioneterritoriale. Mentre la messa a dimora della pianta fra i contadinipresenti veniva osservato “SITRIV, queste sono le trivelle che cipiacciono, quelle che ci portano vita e risorse e non quelle che ce le sottraggono per arricchire multinazionali e speculatori lasciandocisolo danni ambientali, crisi economica e qualche mancia insignificantecon cui vorrebbero compraci le coscienze”. La messa a dimora dellapianta d’olivo, la ha realizzata il rappresentante delle Associazionidella Lombardia presente alla 2 giorni NoTriv commentando: “Insieme adun piccolo pezzo di terra in Val Susa, adesso, ho anche una pianta d’ Olivo in Basilicata, un bel modo per segnare l’unità delle lotte per la difesa della terra ed un altro modello economico ed ambientale per il territorio e le nostre comunità”
L’assemblea NoTriv ha assunto, fra lesue conclusioni, il progetto di realizzare il Centro ContadinoSperimentale e la fattoria didattica come il primo esempio concreto pertutto il nascente movimento di legare la critica e la proposta allepratiche concrete di modelli e percorsi alternativi alla gestione del territorio.
Alla fine della mattinata il Sindaco di Pisticci, Vito Di Trani, venuto a salutare i partecipanti all’assemblea ha ricevuto lacomunicazione dell’occupazione da Gianni Fabbris con cui ha fissato unappuntamento nei prossimi giorni per discutere il da farsi.
Domenica senz'auto? Certo, anche sabato! Questo pomeriggio ad Altamura (l'appuntamento è alle 19.30 in p.zza Zanardelli) ci sarà un'allegra invasione delle due ruote, bissando la splendida esperienza di qualche settimana fa che ha visto protagonisti quasi centro tra adulti e bambini, tutti rigorosamente (ed ecologicamente) su due ruote. Tra gli sguardi basiti degli automobilisti (tanti, troppi) e quelli increduli dei passanti (pochi) tantissime bici si riapproprierannno delle strade facendo riflettere su come potrebbe essere la nostra città con meno auto e più bici. Iniziamo ad immaginare una pista ciclabile che circondi Altamura, un percorso sicuro e comodo anche per i bambini. Questa è la mobilità sostenibile!
Info sull'appuntamento di oggi su facebook: https://www.facebook.com/events/262020600570970/
Vi abbiamo raccontato della nascita, sabato scorso a Bari, della Rete dei Comitati per i Beni Comuni. Circa 70 tra uomini e donne attive sui territori in varie forme dal salento alla capitanata, non già per creare un nuovo comitato, ma per coordinarsi in una struttura meglio articolata.
Questa mattina la Rete dei Comitati per i Beni Comuni ha tenuto una conferenza stampa sotto i portici del Consiglio Regionale Pugliese in via Capruzzi a Bari. La data non è casuale: oggi consiglio regionale e nel pomeriggio conferenza dei capigruppo per discutere del DDL per la privatizzazione della gestione dei rifiuti e dei trasporti (ex) pubblici.
la conferenza stampa è andata molto bene, con una grande partecipazione di comitati e gruppi di numerosi Comuni e province.
Abbiamo consegnato la lettera qui di seguito e il Presidente Introna, che ci ha raggiunto al banchetto, ci ha assicurato che la discussione sul DDL sui rifiuti si sarebbe fermata almeno fino a settembre.
In ogni caso, gli chiederemo di convocare quanto prima laconferenza dei capigruppoper poter porre la questione dei servizi pubblici locali e l'attuazione dell'esito referendario, con particolare riguardo, allaripubblicizzazione dell'acquedotto pugliese, all'eliminazione della remunerazione del capitale dalle tariffe, e la discussione del modello di gestione dei rifiuti.
Nel frattempo,
attendiamo la risposta dei consiglierialle richieste poste nella nota consegnata stamane;
continua la presentazione del libro di Andrea Palladinopromossa dalla Rete dei Comitati per i Beni Comuni. E' fondamentale, utilizzare tale occasione per comprendere a fondo i meccanismi perversi alla base della gestione dei rifiuti e, contemporaneamente,far conoscere la nascente rete(www.benicomuni.org).
Oggetto: lettera aperta sulla proposta di legge per l’organizzazione dello svolgimento del ciclo integrato della gestione dei rifiuti urbani.
Gentili Consiglieri,
vi scriviamo in vista della discussione sul disegno di legge in oggetto presentato dal Governo regionale che il Consiglio si appresta a ridiscutere.
Leggiamo in questi giorni, interventi da parte di diverse forze politiche circa la volontà di tutelare l’acqua pubblica e di rispettare l’esito referendario e riguardo a queste affermazioni di impegno politico ci permettiamo segnalare che :
Il quesito referendariononriguardavasolo il servizio idrico integrato maanche gli altri servizi pubblici locali compresi, dunque, rifiuti e trasporti(come la Corte Costituzionale precisa nella sentenza 24/2011 affermando che “non sarebbe stato possibile formulare un quesito diretto ad abrogare la normativa dell’art.23-bis solo per alcuni settori di servizi pubblici e non per altri”);
Gli oltre 27 milioni di cittadini che hanno votato per i referendum hanno inteso abolire la disposizione secondo cui l’affidamento della gestionedel servizio pubblico locale avvenga, «in via ordinaria», mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, cioè a privati(la Corte Costituzionale nella sentenza 24/2001 rileva come “appare evidente che l’obiettivaratio del quesito n. 1 va ravvisata nell’intento di escludere l’applicazione delle norme, contenute nell’art. 23-bis,che limitano, rispetto al diritto comunitario,le ipotesi di affidamento diretto[…] Non sussiste, pertanto, alcuna contraddizione o incongruità tra tale intento intrinseco e la formulazione – del tutto chiara, semplice ed univoca − della richiesta referendaria di abrogare l’intero art. 23-bis”);
Non sussiste alcun obbligo comunitario a privatizzare i servizi pubblici locali, motivo per cui il primo quesito referendario è stato ammesso (come, del resto, la Corte Costituzionale aveva precisato già nella sentenza 325/2010 e poi ribadito nella sentenza di ammissibilità dei referendum 24/2011).
Pertanto, l’aperturadella gestione dei servizi pubblici locali e, in particolare il reinserimento dei rifiuti e dei trasporti tra i servizi da affidare ai privati, tramite gara è unasceltadei governi nazionali e di quelli regionali(per le materia di loro competenza).
Le leggi nazionali e/o regionali in contraddizione con l’esito referendario sonoda considerarsi illegittimepoiché contrarie alla volontà popolare espressa attraverso referendum.
E se da un lato abbiamo apprezzato il ricorso presentato dalla Regione Puglia alla Consulta rispetto al D. Lgs. 138/2011, dall’altro cichiediamo, a questo punto, perché tanta urgenza da parte della Regione Puglia di adottare un provvedimento ad hoc sui rifiuti che, di fatto, accetta l’inclusione del ciclo dei rifiuti tra i servizi da mettere a gara?
La Regione Puglia, infatti, più di altre, avrebbe un “titolo” in più da spendere a difesa dell’esito referendario, ovvero il ricorso presentato alla Corte Costituzionale contro l’art. 4 del D.Lgs. 138/2011.
Pertanto, sulla base di tali preoccupazioni,chiediamo ai Consiglieri regionali, in qualità di Legislatori, di
chiedere la sospensiva di ogni provvedimentoche spinge la gestione del ciclo dei rifiuti verso l’affidamento ai privati tramite il ricorso alla gara in attesa almeno della pronuncia della Corte Costituzionale;
adottare un modello di gestione regionale del ciclo dei rifiuti che valorizzi l’autonomia dei Comuni e sia rispettoso della volontà popolareespressa attraverso l’esito referendario del giugno 2011;
esplicitare la posizione del proprio gruppo rispetto a questa proposta di legge e al modello di gestione dei rifiutiche si ritiene sia più appropriato per salvaguardare il territorio della Regione Puglia ;
nonarrendersi politicamente (e, ancor prima, culturalmente) al ruolo ritagliatoad hocper il pubblico dal sistema liberista, ovvero esclusivamente quello di programmazione, regolazione e controllo.
eliminare “l’incenerimento” come pratica di trattamento del rifiuto residuo e l'immediata adozione per tutto il territorio regionale della virtuosa 'Strategia Rifiuti Zero',essenziale per una sana gestione del ciclo veramente integrato delle 'materie prime seconde', impropriamente definite 'rifiuto'. Si chiede inoltre la trasformazione degli impianti, già esistenti e quelli di prossima realizzazione in Puglia, di ”Trattamento meccanico biologico” finalizzati alla produzione di combustibile da rifiuti (cdr) e vincolati da contratti pluridecennali, in impianti che recuperano maggiormente il residuo rispettando la “gerarchia” europea del trattamento dei rifiuti, eliminando quindi la parte destinata alla combustione, avvalendosi anche del processo di estrusione. Oltre a ciò, è’ di fondamentale importanza il recupero della frazione umida-organica per la produzione di compost che troppo spesso non può essere raccolto dai Comuni per mancanza di impianti idonei.