venerdì 31 dicembre 2010

SPOT NUCLEARE E DENUNCIA SALUTARE (all'antitrust)







Vogliamo terminare questo 2010 con un augurio ed un invito. L'AUGURIO che vi facciamo è lo stesso che facciamo a noi stessi: che il nuovo anno sia come ognuno di noi lo vorrebbe e per questo vi AUGURIAMO di avere la passione necessaria per VOLER CAMBIARE il mondo a partire dai gesti quotidiani. E qui il nostro ultimo invito del 2011. L'avete visto lo sciagurato spot del Forum Nucleare Italiano che da qualche giorno cerca di mettere in buona luce il nucleare? Bene. Questo tipo di spot ci è sembrato "strano" dato che porta chi lo vede a pensare che tutto sommato il nucleare è, in fondo, è cosa buona e giusta, anzi, necessaria. Peccato che chi lo ha pensato non dica tutta la verità traendo in inganno lo spettatore medio (categoria che in italia non manca).
Dopo aver visto il filmato inquestione LEGGETE QUI post da
Italianimbecilli.blogspot.com. La loro analisi dello stesso spot ci è sembrata la migliore e soprattutto la più puntuale. Anche noi abbiamo motivo di pensare che questo messaggio possa essere giudicato ingannevole dall'Autorità Antitrust (esattamente com'è avvenuto per la pubblicità ingannevole di Mineracqua). Il blog di cui sopra ha già segnalato lo spot in questione alle autorità competenti e ovviamente invita tutti a fare altrettanto. Per questo cogliamo la palla al balzo e vi invitiamo a terminare il 2010 (o iniziare il 2011) con una salutare bella DENUNCIA all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato scaricando questo modulo ed inviandolo a:

Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Autorità Antitrust) Via Liguria, 27 00187 Roma

OPPURE CHIAMANDO DIRETTAMENTE IL NUMERO VERDE 800.166.661

Ricordiamoci che solo nel 1987 gli italiani con un referendum dissero chiaramente NO AL NUCLEARE. Da allora, certo, "qualcosina" è cambiata.
Per esempio Chicco Testa (oggi presidente del Forum Nucleare Italiano) è stato proprio fino al 1987 il presidente di Legambiente. Lasciato il mondo "ambientalista" è approdato a quello nuclearista passando per le poltrone di Enel, Acea SpA, Metropolitane Romane SpA.
E' membro del consiglio di amministrazione di Allianz e Idea Capital Funds sgr ed è Presidente di EVA, Energie Valsabbia, società che sviluppa e costruisce impianti idroelettrici e solari (fonte: Wikipedia).

Se siete particolarmente in forma potete anche lasciare un commento sul blog collegato al FORUM NUCLEARE ITALIANO.

Un BUON 2011 dipende anche da TE.


Controspot n.2

mercoledì 29 dicembre 2010

IL POPOLO DELL'ACQUA NON SI ARGINA




A breve il video dell'intera mattinata!

Ecco un breve resoconto del presidio di ieri, 28 dicembre, davanti alla sede del Consiglio regionale (di cui presto vi gireremo foto e video) e di cui oggi riportano tutti i giornali (alla fine del testo trovate il comunicato stampa dell’Ass.re Amati e la rassegna stampa fin’ora raccolta).

La manifestazione è andata molto bene e ha visto la partecipazione di rappresentanti di vari gruppi e comitati territoriali di tutta la Regione, del Comitato dei lavoratori AQP per l’Acqua Bene Comune e di due Assessori (Daniela Zizzi e Rocco Alò) con la fascia tricolore, in rappresentanza dei rispettivi Comuni (Cisternino e Villa Castelli) e a nome del Coordinamento pugliese degli Enti Locali per la Ripubblicizzazione dei Servizi Idrici.

Una delegazione di una quindicina di persone (Comitato pugliese, Coordinamento EE. LL., Comitato lavoratori AQP) è stata ricevuta dall’Assessore alle OO. PP. Amati (firmatario del DDL) che - dopo aver ascoltato le ragioni di tale manifestazione e le domande sull’attuazione del DDL - ha illustrato essenzialmente quanto riportato qui di seguito per punti

- Il DDL non sarà “congelato”.

- Le commissioni in questo periodo hanno lavorato per apportare gli emendamenti al testo originario del DDL al fine di un “rafforzamento” giuridico a seguito della sentenza della Corte Costituzionale dello scorso 17 novembre (con la quale respingeva i ricorsi delle Regioni, fra cui la Puglia, al Decreto Ronchi).

- Il DDL con gli emendamenti su citati sarà licenziato definitivamente dalle Commissioni competenti nella prima riunione del nuovo anno e sarà presentato al primo Consiglio regionale per essere messo ai voti.

Il Comitato ha chiesto di ricevere una copia del DDL con gli emendamenti e l’Assessore Amati si è impegnato a inoltrarlo appena trasmesso alle Commissioni competenti.

Non possiamo che esprimere soddisfazione per la riuscita della manifestazione e anche per i risultati dell’incontro con l’Ass.re Amati ma resta in piedi una domanda (la stessa che abbiamo posto all’Assessore): perché non comunicarci quanto detto in tempo utile (ad esempio, all’indomani dell’audizione) o, quantomeno, rispondendo alle nostre note ufficiali (e pubbliche) di richiesta di incontro e chiarimento? Perché aspettare il giorno della manifestazione?

L’attenzione resta alta in attesa di conoscere gli emendamenti su citati ma, per il momento, possiamo salutare con un sorriso questo anno difficile e impegnativo che ha fatto emergere una partecipazione popolare straordinaria in Puglia come nel resto del Paese.

Buon anno a tutti!

L'ACQUA NON SI VENDE

e IL POPOLO DELL'ACQUA NON SI ARGINA

Amati incontra i rappresentanti del Forum pugliese dei Movimenti per l'acqua

http://www.regione.puglia.it/index.php?page=pressregione&id=9529&opz=display

Gazzetta del Mezzogiorno: “Intese su acqua pubblica e rifiuti centrosinistra: Pdl schizofrenico”,

Puglia: “Servizio idrico integrato: un Ddl per la gestione pubblica”

Quotidiano di Bari: “Amati: “Presto in Consiglio il Ddl per la gestione publica del servizio idrico integrato”

20Centesimi: “Acqua, Amati: Presto un ddl per la gestione pubblica”

Libero: ACQUA: Assessore Puglia, a gennaio in Consiglio DDL su gestione pubblica

La Repubblica: Acqua: assessore Puglia, a gennaio in Consiglio ddl su gestione pubblica

La Repubblica: leggi anche qui


lunedì 27 dicembre 2010

DOMANI 28 dicembre 2010. Presidio per la ripubblicizzazione in Regione


Il Comitato Pugliese Acqua Bene Comune (e noi del Grillaio siamo orgogliosi di farne parte) con una lettera invita tutti i pugliesi,
tutte le associazioni pugliesi,
tutti i movimenti politici pugliesi,
tutti coloro che pensano che l'ACQUA sia l'ultimo baluardo da difendere nella più ampia difesa dei BENI COMUNI
tutti coloro che hanno a cuore la sorte dell'acquedotto pugliese
a dedicare qualche ora del proprio tempo per
partecipare attivamente ad un sit-in presso la sede del Consiglio della Regione Puglia il prossimo 28 dicembre alle 9,30 circa.

SE PENSATE "Vabbè... che ci andiamo a fare... tanto è tutto inutile... non cambia mai nulla..." beh allora vi rispondiamo: ECCHECCACCHIO!!!
AVETE già DIMENTICATO quando, il 25 febbraio 2009, tale Maniglio presentò un odg per far entrare i privati nel capitale dell'Acquedotto? (guarda il video)
AVETE già DIMENTICATO quando, il 28 maggio dello stesso anno, la Regione dette il patrocino alla ad un convego di Federutility e noi tutti lì a chiedere conto di queste "strane" scelte (guarda il video).
AVETE già DIMENTICATO la modifica dello Statuto Comunale di Altamura?
Questi ed altri episodi dimostrano (semmai ve ne fosse bisogno) che
quando il cittadino informato incontra i politici e chiede conto PUBBLICAMENTE (e non nel chiuso degli uffici) delle promesse fatte, i risultati si ottengono.
Ma la principale conseguenza di questo impegno è il grande senso di libertà che si prova quando si partecipa alla vita della comunità in cui si vive.
LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE diceva Giorgio Gaber.



Oggetto: partecipazione al presidio del 28 dicembre per ripubblicizzazione acquedotto pugliese

Le scadenze imposte dal Decreto Ronchi e dalla Legge di abolizione delle autorità d’ambito territoriale rischiano di produrre un’accelerazione dei processi di privatizzazione dei servizi idrici, contro la volontà manifestata da oltre un milione e 400 mila di cittadini/e che hanno sottoscritto i referendum abrogativi, già passati al vaglio della cassazione. Contro quest’accelerazione il movimento per l’acqua ha avanzato una richiesta di moratoria, in modo da posticipare le scadenze previste per consentire il libero esercizio della volontà popolare.

La Puglia ha partecipato in modo straordinario al Movimento a favore dell’acqua bene comune, con oltre 105.000 firme referendarie e con il consenso popolare dimostrato verso il progetto di ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese.

Il Presidente Vendola e la coalizione che lo ha sostenuto ne hanno fatto un tema centrale della campagna delle primarie e delle ultime elezioni regionali impegnandosi, con i cittadini pugliesi, a portare in Consiglio regionale entro i primi centro giorni il DDL per la trasformazione dell’AQP in Azienda Pubblica Regionale, soggetto di diritto pubblico, unica garanzia di tutela contro i tentativi di profitto di questo bene vitale.

Ora, non solo i cento giorni sono ampiamente trascorsi ma, dopo l’audizione del 18 novembre del Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune” da parte delle Commissioni competenti, la discussione sull’acqua sembra effettivamente “congelata” (come qualche forza politica aveva proposto) e con un fare sonnacchioso, che appare mettere d’accordo tutti, è stata lasciata cadere la richiesta ufficializzata di questo Comitato di un confronto sul tema con i capigruppo di tutte le forze politiche rappresentate nel Consiglio Regionale.

Riteniamo inaccettabile questa posizione esitante, che appare figlia di un atteggiamento pavido. Riteniamo che il Consiglio Regionale debba con risolutezza aderire alla manifestata volontà (resa ampiamente evidente con la raccolta delle firme per il referendum e con il consenso espresso nel corso delle audizioni del DDL) dei cittadini pugliesi che hanno creduto e credono che i beni comuni debbano essere gestiti dal pubblico nell’esclusivo interesse dei cittadini, senza ingerenze di interessi privati o di parte.

Per questo il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”, nell’Assemblea Regionale del 18 dicembre, ha deciso di promuovere un presidio, nella mattina di martedì 28 dicembre, presso la sede regionale di via Capruzzi per chiedere al Consiglio Regionale di non indugiare ulteriormente nell’approvazione della Legge Regionale di ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese.

Riteniamo che tale atto sia una necessaria assunzione di responsabilità e di coerenza da parte del Presidente, della Giunta regionale e dei Consiglieri che hanno fatto di questo tema uno dei vessilli della passata campagna elettorale.

Ciascun soggetto, gruppo, associazione, sindacato, partito politico, aderente al Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”, è chiamato a rendere tangibile la propria adesione al Movimento per l’Acqua, partecipando in delegazione (quanto più possibile nutrita) al presidio del 28 dicembre.

Durante il presidio del 28 dicembre – su cui vi daremo indicazioni a breve – sono previsti degli interventi da parte dei gruppi aderenti al Comitato pugliese. Per comunicare il numero delle persone che parteciperanno al presidio e l’intenzione di intervenire, inviare una email a segreteriareferendumacqua@gmail.com.

La ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese dipenderà da ognuno di noi.

Segreteria del Comitato Pugliese "Acqua Bene Comune"

domenica 19 dicembre 2010

CRACK BANK GULP... Azz



La notizia è di quelle che girano solo in internet (purtroppo!) e che quando di capita di leggerle pensi: "E' una stronzata! Non può essere vero!"

IL FATTO E' ACCADUTO REALMENTE: la Banca d'Italia, lo scorso 7 dicembre ha bloccato tutti gli strumenti finanziari e di credito del Banco Emilliano Romagnolo Spa (una banca già in amministrazione straordinaria).
Clienti e dipendenti della banca rimasti col culo per terra: causa della carenza liquidità dal 7 dicembre i clienti non possono ritirare né soldi dai propri conti, né titoli, né strumenti finanziari.
GRANDIOSO! Guardate la pagina home banking del BANCO EMILIANO ROMAGNOLO.

Nessuno ne ha parla fatta eccezione per alcuni blogs come Mercato Libero o Il Grande Bluff ripresi dal ilFattoQuotidiano e Associazioni di consumatori). Stando a quanto riportato nell'articolo di Camilla Conti, tra le banche commissariate ci sarebbero anche il Gruppo Delta, Sedici Banca, BCC di San Vincenzo La Costa , BCC della Sibaritide, Banca Arner, Banca di Rimini, BCC Fiorentino (la banca di Denis Verdini), Credito di Romagna, Banca di Credito e Risparmio di Romagna.
La lista circola sui blog di economia più cliccati (come quelli citati sopra) dove il tam tam è già partito: “occhio alle banche locali perché più esposte alla crisi del territorio e meno difendibili, diffidate se vi vogliono far sottoscrivere le loro obbligazioni".

venerdì 17 dicembre 2010

Mafia, affari e politica. L'antimafia ad Altamura (VIDEO INTEGRALE)

E' finalmente disponibile il video dell'incontro "Mafia affari e politica"
con DESIRÈE DIGERONIMO (Sost. Proc. Direzione Distrettuale Antimafia di Bari) ROBERTO PENNISI (Sost. Proc. Direzione Nazionale Antimafia).

parte 1

Watch live streaming video from ilgrillaio at livestream.com


parte 2

Watch live streaming video from ilgrillaio at livestream.com

giovedì 16 dicembre 2010

MINERACQUA. La PUBBLICITA' INGANNEVOLE e l'ACQUA CHE SPRECA L'ACQUA

Questa immagine girava qualche settimana fa (a pagina intera) su diversi quotidiani nazionali. Era una risposta dei mercanti dell'acqua ad uno dei pochi tentativi nel nostro paese (promosso dalla COOP) di incoraggiare il consumo di acqua di rubinetto. A commissionare questa pubblicità (vedi sopra) era stata la federazione che riunisce le aziende che imbottigliano acqua e che, per "darcela a bere", investono milioni di euro in pubblicità.

Questa pubblicità con cui Mineracqua denigrava l'acqua di rubinetto, è stata definita INGANNEVOLE dal Giurì dell'Autodisciplina pubblicitaria: il messaggio è in contrasto con l'art. 2 del codice di autodisicplina pubblicitaria (vedi sotto). La mossa di Mineracqua non era passata inosservata e movimenti per l'acqua pubblica e qualche associazione dei consumatori avevano sollevato il problema (segnalando all'antitrust la "strana" pubblicità). La risposta del giurì non si è fatta attendere:
Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che il messaggio pubblicitario denunziato è in contrasto con l'art. 2 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e ne ordina la cessazionela comunicazione commerciale deve evitare ogni dichiarazione o rappresentazione che sia tale da indurre in errore i consumatori, anche per mezzo di omissioni, ambiguità o esagerazioni non palesemente iperboliche, specie per quanto riguarda le caratteristiche e gli effetti del prodotto, il prezzo, la gratuità, le condizioni di vendita, la diffusione, l'identità delle persone rappresentate, i premi o riconoscimenti. Nel valutare l'ingannevolezza della comunicazione commerciale si assume come parametro il consumatore medio del gruppo di riferimento".

Tutto partì un mesetto fa, quando la COOP aveva lanciato una campagna di sensibilizzazione sul consumo irragionevole di acqua in bottiglia degli italiani, in favore dell'acqua a km 0.



I dati, come spesso ricordato da questo blog, sono spaventosi: siamo tra i primi tre paesi al mondo per consumo di acqua in bottiglia (non chiamiamola minerale: tutta l'acqua è minerale tranne quella distillata!!) e questo record negativo porta con sè delle conseguenze devastanti per l'ambiente:
  • qualcosa come 480.000 tir che ogni anno fanno su e giù per l'Italia;
  • miliardi di bottiglie di plastica (solo il 20% viene riciclato) che finiscono in discarica ( 2006 gli italiani hanno utilizzato circa 6 miliardi di bottiglie di plastica, la cui produzione ha implicato il consumo di 480 mila tonnellate di petrolio e l'emissione in atmosfera di 624 mila tonnellate di anidride carbonica;
  • il volume d'affari del settore si aggira sui 2,2 miliardi di euro, grazie all'imbottigliamento di 12 miliardi di litri di acqua;
  • l'acqua in bottiglia è ACQUA CHE SPRECA L'ACQUA dal momento che per berne 1 litro ne sprechiamo circa 15 necessari per fabbricare la bottiglietta;
E che dire dei prezzi di cui nessuno si lamenta?
L'acqua, nel nostro immaginario è ormai una merce e siamo disposti a pagarla anche 500 volte di più dell'acqua di rubinetto, non ci credete? Il conto è presto fatto:

ACQUA di RUBINETTO: 1,20 Euro / 1000 litri
ACQUA in bottiglia: circa 300 Euro / 1000 litri

Ma.... acqua in bocca! Non ditelo a nessuno. Altrimenti i mercanti dell'acqua ricorreranno a strumenti ancora più subdoli ed incisivi degli inviti a go-go su ogni notiziario. Magari ci convincono che bevendo acqua minerale puoi ringiovanir... no... puoi dimagr... NO... puoi fare pling pl... no... puoi diventare famoso come....
Cacchio già fatto!

mercoledì 15 dicembre 2010

Scilipoti e i meta-venduti

L’ex onorevole dell’Italia dei valori Domenico Scilipoti è stato condannato in secondo grado a pagare 200mila euro. Una vicenda che nel luglio scorso si è trasformata in un avviso di garanzia per calunnia e produzione di documenti falsi. Antonio Di Pietro era a conoscenza della vicenda da più di quattro mesi (continua su ilFattoQuotidiano)



Di Pietro nei giorni scorsi ha denuciato la vergogosa compravendita di voti e cambi di casacca, facendo anche il nome dei presunti mandanti. Tra quelli che lo stesso Di Pietro ha definito Giuda ce n'è uno noto a chi ha seguito le vicende legate alla legge di inziativa popolare per la ripubblicizzazione dei servizi idrici (correva l'anno 2007). Si tratta dell'on. Domenico Scilipoti (ormai ex IDV).
Quando abbiamo saputo che tra i traditors c'era pure Scilipoti, c'è venuto un colpo!
Era stato, all'epoca, uno dei pochi interlocutori in parlamento per il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua. Addirittura era stato il relatore della legge di iniziativa popolare.
Mamma mia che tristezza!
Oggi Scilipoti (e non solo lui) è la cifra di una classe politica completamente alla mercè di chi offre di più. E' solo una questione di prezzo.
Ma questo genio di Scilipoti ha superato se stesso pagando degli ignari extracomunitari per fargli tenere degli striscioni con il suo nome (guarda il video).
I meta-venduti

martedì 14 dicembre 2010

il fotovoltaico fotoVoltato a schifìo


In questi giorni si parla molto in Puglia degli enormi interessi della criminalità organizzata nel settore delle energie alternative che specie da noi stanno diventando una valida "alternativa" al traffico di droga. L'allarme lanciato da Pisanu sulle infiltrazioni mafiose nella Green Economy ha svegliato gli ultimi addormentati (veri e/o presunti).
Già, perchè i fatti di cui Pisanu parla oggi, in realtà sono stati attenzionati da Cosimo Forina (Gazzetta del Mezzogiorno), da Carlo Vulpio (Corriere della Sera), Gianni Lannes (giornalista free lance alla cui vita hanno attentato diverse volte e cui recentemente è stato oscurato il sito internet (www.italiaterranostra.it >>> sito di emergenza: congiannilannes.blogspot.com)...
Facciamo questi nomi perchè sono tutti pugliesi, perchè fanno il loro mestiere scrivendo sempre fatti, nomi, cognomi, luoghi... Magari queste persone fanno fatica a verdersi pubblicati i loro pezzi, magari è scomodo averli ospiti nei convegni politically correct presidiati dai politici di ogni colore, magari cercano di zittirti con le cattive o (cosa peggiore) con le buone.
Ma i loro racconti, e non sono i soli, ci sono e chi non sa, non vuole sapere.

In puglia, il fotovoltaico è stato fotoVOLTATO. Tra Gravina e Poggiorsini, ettari ed ettari di terre fertilissime sono state rivestite di pannelli di silicio. Molti dicono: ma che male c'è! E' energia pulita, no?! Noi rispondiamo:
sì, se non occupassero altro suolo;
sì, se rendessero economicamete indipendenti le abitazioni;
sì, se non fosse un modo per dare l'assalto ai fondi pubblici da parte dei soliti noti
sì, se alla base di tutto ci fosse l'amore per la propria terra;
sì, se queste scelte scellerate non mettessero in discussione la sovranità alimentare dei nostri paesi sottraendo terra alla coltivazione del cibo.

Per capire cosa c'è dietro i c.d. conto energia leggete questo paragrafetto

La truffa del fotovoltaico (fonte: controtuttelemafie.it)

La psicosi del risparmio energetico ha scatenato la disperata ricerca della fonte energetica alternativa che consente di liberare i cittadini da questa schiavitù. Tra gli investimenti maggiormente pubblicizzati da una rete di imprese, associazioni e banche figura come primario quello dell'impianto fotovoltaico, godendo di un sistema di incentivazione particolare: il conto energia. Il caro petrolio ha lanciato la psicosi del risparmio energetico e ha scatenato la disperata ricerca della fonte energetica alternativa per uscire dal circolo vizioso dei rincari insostenibili. Cominciano così ad accreditarsi sempre più le fonti di energia alternative, sostenute da una politica promossa dall'Unione Europea e dagli stessi governi di incentivi per abbattere le emissioni di CO2 nell'atmosfera, come sancito dal Trattato di Kyoto. Tra gli investimenti maggiormente pubblicizzati da una rete di imprese, associazioni e banche figura come primario quello dell'impianto fotovoltaico, godendo di un sistema di incentivazione particolare. In particolare, il Decreto Ministeriale del 19 febbraio 2007, ha previsto una procedura amministrativa in virtù della quale viene concesso una forma di finanziamento, mediante il pagamento ad una tariffa fissa, l'energia prodotta mediante il proprio impianto fotovoltaico. In tal modo, il Ministero dell'Ambiente decide di trasferire al proprietario dell'impianto, nonché assegnatario del progetto di finanziamento, una cifra annuale commisurata alla capacità energetica dell'impianto, remunerando l'elettricità prodotta dall'impianto per un certo numero di anni. Stiamo parlando del progetto "conto energia" che va a ripagare con un piano di ammortamento l'acquisto degli impianti già acquistati, funzionanti e connessi alla rete elettrica di distribuzione della casa, predisponendo degli appositi contatori che indicano non solo l'energia consumata ma anche quella prodotta. Ovviamente viene prevista anche la possibilità di poter vendere alla rete nazionale energetica il surplus prodotto, acquistando un credito nei confronti dell'Enel. La norma in sé sembra conveniente e allettante, considerando che riconoscerebbe ad una famiglia media di 4 componenti, che costruisce un impianto di 4 Kw, un finanziamento di 2500€ all'anno, a cui occorre aggiungere il risparmio energetico derivante dal mancato pagamento di bollette energetiche e gas.

Di fatto, per applicare tale norma è stato costruito un contorto sistema che vede imprese, banche e assicurazioni coinvolte in una rete viziosa allo scopo di trarre ovviamente un guadagno dall'incentivazione statale ad acquistare impianti fotovoltaici. I soggetti promotori del progetto sono il più delle volte società, spesso con una struttura multilevel, che si fanno carico delle pratiche di progettazione ingegneristica e civile dell'impianto, nonché del montaggio e del collegamento dello stesso alla rete di distribuzione interna e nazionale. Costruiscono a tal fine una rete di agenti che - come i nostalgici rappresentanti degli elettrodomestici e casalinghi - propongono al cliente la costruzione di un impianto fotovoltaico a costo pari a zero, grazie alla possibilità di usufruire degli incentivi statali. In realtà, in una seconda fase del colloquio, l'agente spiega che al momento dell'acquisto dell'impianto, viene sottoscritto un "mutuo chirografario" di 20 anni, ad un tasso del 5-6%, grazie al quale la Banca anticipa l'intera somma del costo dell'impianto e poi si rifà sulle somme trasferite dal Ministero.

Il punto critico viene allo scoperto proprio esaminando questo "piccolo" particolare, in quanto l'acquisto dell'impianto implica direttamente la sottoscrizione del mutuo, ma non necessariamente l'attribuzione degli incentivi statali, la cui concessione si ha solo dopo che l'impianto diventa funzionante e deve comunque scontare la valutazione delle condizioni esistenti. Nel momento in cui, dunque, acquistate l'impianto verrà subito acceso il mutuo, che non sarà collegato alla pratica inoltrata presso il Ministero: i due contratti vengono ad esistere in momenti diversi, e le vicende dell'uno non posso influire l'esito dell'altro. In altre parole, qualora lo Stato non conceda il finanziamento o interrompa il trasferimento perché "le quote energetiche" sono state tutte aggiudicate, il mutuo non cesserà di esistere e incomberà sul soggetto che lo ha sottoscritto, unico e solo debitore "chirografario", ossia responsabile personalmente e con i suoi beni. Nel meccanismo è stata prevista anche una forma di "copertura assicurativa" in caso di furto o di guasto dell'impianto, che potrebbero portare all'interruzione dei trasferimenti dello Stato: in questo caso occorre aggiungere l'ulteriore costo della componente assicurativa. Stesso discorso vale per la manutenzione e per la garanzia dell'impianto, in quanto l'impresa dà una copertura di oltre 20 anni per alcune componenti, mentre per altre la garanzia non può essere superiore a 10 anni considerando che alcuni componenti - come l'inverter che consente di convertire l'energia continua in energia alternata come necessita al sistema elettrico. Allo stesso modo, la garanzia non è collegata al mutuo, in quanto qualora il guasto non rientri nelle clausole previste né dall'assicurazione né dalla garanzia, il debito della banca resta lì, e deve essere pagato in ogni caso.

Infine, stiamo parlando di impianti che costituiscono una tecnologia "vecchia", risalente agli sessanta, e che in quanto tale dovrebbe essere venduta ad un prezzo di mercato ragionevole, oltre ad aver coltivato esperienza e conoscenza tale da poter far fronte ad ogni inconveniente. Nella realtà gli impianti fotovoltaici vengono venduti a prezzi molto elevati, per circa 7 mila euro ogni Kw di potenza, senza tuttavia garantire che la potenza dell'impianto rimanga nel tempo immutata e non sia sottoposta a degrado, e molto spesso le società comprano dei materiali scadenti per rivenderli ad alte tariffe, con costi che vanno alle stelle se si considera che dovranno alimentare la multilvel, le Banche e le assicurazioni. È chiaro che, dietro al fotovoltaico - entrato nell'immaginario collettivo come una fonte di energia alternativa ed ecologica - hanno costruito un sistema intenzionalmente contorto e complesso per fare, ancora una volta, dell'energia un business, ai danni dei cittadini e dello Stato stesso.

Per quanto possa essere giusta e solida la motivazione di fondo della norma, il modo in cui viene applicata è sbagliato, è poco trasparente e potrebbe rivelarsi una vera e propria truffa, per far girare la macchina bancaria e delle multilevel. Poteva essere elaborato un qualsiasi altro sistema, come un diretto coinvolgimento dell'Enel, che avrebbe beneficiato degli incentivi, oppure avrebbe messo nel conto di ammortamento il risparmio delle bollette, senza richiedere così l'intervento di una banca. D'altronde se il sistema era davvero conveniente, funzionale ed efficiente, avrebbe avuto una pubblicità su larga scala, e avrebbe preso piede tra la popolazione in poco tempo. Invece sono anni che non si muove nulla, e in questi ultimi mesi l'unica cosa che sono riusciti a muovere sono stati - come sempre d'altronde - i mutui, i debiti, i finanziamenti. Allora ci chiediamo perché l'Enel non comincia già da domani a fornire ad ogni famiglia un impianto fotovoltaico, acquistando dai cittadini l'energia, investendo così della "produzione diffusa" e non in quella concentrata in obsolete centrali termoelettriche. Molto spesso abbiamo risposto a questa domanda dicendo che "vi sono grandi interessi delle lobbies petrolifere" che impedisce il diffondersi di tecnologie differenti. La triste realtà tuttavia fa capire che questo è un grande alibi, che il problema di base siamo noi stessi, i nostri governi, le nostre imprese, che complicano una cosa così semplice solo per speculare, per lucrare sulla speranza dei cittadini di uscire dall'incubo del petrolio e del gas. I mutui, le multilevel: non sono questi i mezzi che porteranno i popoli ad ottenere energia libera, perché sono strumenti di potere.

I clan pugliesi mettono le mani sul business della «green economy». Se fino a poco tempo fa c’erano dubbi, ora c’è più di un indizio che ha superato lo step del mero sospetto, arrivando a un passo dalla «prova». L’allarme arriva direttamente dal presidente della commissione parlamentare antimafia, Beppe Pisanu, al termine della «missione» di due giorni in Puglia del 10 dicembre 2010. Il senatore parla per oltre mezz’ora, in Prefettura, rispondendo a una serie di domande dei giornalisti.

Un argomento suscita subito l’attenzione ed è il riferimento agli affari nell’energia pulita. I clan acquistano e rivendono terreni dove collocare la pale eoliche o un parco fotovoltaico che gestiscono anche in proprio attraverso società prestanome: «Non chiedetemi altro, sono vincolato al segreto istruttorio», taglia corto Pisanu che conferma l’esistenza di indagini sulla piovra dell’energia da fonti rinnovabili. Il presidente non indica aree specifiche, ma è evidente che il fenomeno non può riguardare solo il Gargano, zona regina per l’eolico, e dove «la criminalità tende ad assumere forme più oculate di controllo del territorio e caratteristiche di vera e propria mafia». Del resto, la Puglia è la regione italiana con la più alta potenza di eolico, quindi va da sè che la criminalità fiuti l’affare e cerchi di approfittarne, chiosa il presidente dell’organismo bicamerale. Ma di eolico e fotovoltaico a iosa vi è anche nel Salento. Come a iosa sono le polemiche in fazioni contrapposte nello stesso marasma ambientalista salentino.

Pisanu ha parlato anche di borghesia mafiosa facendo riferimento a quel salto di qualità che vede la regione proiettata nell’olimpo di quei territori dove i colletti bianchi trovano terreno fertile. È il caso del riciclaggio di denaro sporco alimentato da connivenze e collusioni con una platea di professionisti che hanno ammodernato il modus operandi delle organizzazioni criminali, sempre più propense a far tacere le armi per poter operare sottotono.

sabato 11 dicembre 2010

ZTL Altamura città amica (delle auto)


Sapete qual è la cosa più curiosa di tutta la storia della ZTL durata "Trè dij che 'nu stèrze".
Ora che la ZTL all'altamurana è stata sospesa,
Ora che tutti hanno dimenticato lo slogan "Città Amica" e relativa campagna promozionale (a spese del contribuente)...
Ora che la segnaletica stradale ai c.d. "varchi" del centro storico, è stata rimossa - dopo essere stata messa su (a spese del contribuente)...
Ora che le telecamere per il telerilevamento nel centro storico (installate a spese del contribuente) non non devono telerilevare più niente...
Ora che hanno rimosso le fioriere che delimitavano l'Area Pedonale all'inizio ed alla fine di Corso Federico II di Svevia...
Ora che si è voluto cambiare tutto e, alla fine, niente
la realtà è che la situazione è persino peggiorata (video docet)!

Qualcuno in Comune avrà il coraggio di assumersene la responsabilità?

mercoledì 8 dicembre 2010

ERA LA MURGIA



Strada Provinciale 159 imbocco da via Ruvo a qualche chilometro da Altamura. Spietramento e fanta-agricoltura hanno provocato la morte dell'ecosistema murgiano. Dai fanta-campi ai campi-fantasma, dove la pietra viva affiora sempre di più.
La pioggia rivela quello che chi conosce la Murgia sa bene: lo spietramento selvaggio ha cancellato il lavoro sapiente della natura che consentiva alla nostra terra di drenare l'acqua.
Questo - come altri scempi ambientali - non è stato un caso, ma il frutto di precise scelte politiche ed economiche.
Gli effetti negativi per l'uomo non sono né saranno addebbitabili alla Natura, ma solo alle nostre scelte.

martedì 7 dicembre 2010

NO AI RIFIUTI DI STATO a Taranto


Il nostro blog vuole oggi dare voce a chi voce non ha. Alcuni comunicati stampa non arrivano sui giornali o nei tg eppure da questi fatti dipende la qualità della vita di migliaia di persone.
La decisione del governatore pugliese Vendola di smaltire i rifiuti campani nel tarantino ha trovato le obiezioni legittime di tante associazioni tarantine che hanno denunciato l'ennesimo attacco alla loro terra già martoriata da decenni di politiche ambientali inesistenti.
Taranto è terra morta, come dimostrano diverse pubblicazionii tra le quali "La città delle nuvole" di Carlo Vulpio, i tarantini che non accettano di morire senza lottare sono sempre di più.

NO AI RIFIUTI DI STATO

In relazione all'offerta fatta - dal Presidente della Regione Puglia, Nicola Vendola (senza il parere del Consiglio Regionale) - di accogliere i rifiuti provenienti dall'ennesima “crisi” campana, come comitati e associazioni di Taranto e provincia sentiamo forte l'esigenza di dichiarare che non è più accettabile il tentativo di monetizzare salute e democrazia. Perchè continua imperterrito lo sfruttamento di un territorio già martoriato da un inquinamento eccezionale, che già vanta tristi primati in fatto di impianti a rischio, e non si fa mancare nulla in fatto di inceneritori e discariche di rifiuti di ogni tipo. con la possibilità di notevole incremento di malattie e la contaminazione della catena alimentare. E' anche una questione di democrazia, perchè Vendola non può assolutamente pensare di partorire una tale decisione senza consultare la popolazione.

Ci pare inoltre oltremodo fuorviante porre l'accoglimento dei rifiuti come una questione di solidarietà. Da anni ormai i comitati cittadini, i medici, gli scienziati addirittura gli economisti propongono una soluzione ecocompatibile e vantaggiosa in termini di risparmio collettivo economico ed energetico, a favore dell'incremento dell'occupazione e della tutela dell''ambiente, fatta di riduzione della produzione di rifiuti, raccolta differenziata porta a porta, riciclo, riutilizzo, con l'obbiettivo di raggiungere "Rifiuti Zero", mentre i vari governi di turno si intestardiscono nella politica dell'incenerimento e dello smaltimento in discarica, che favorisce grandi industriali - come la Marcegaglia - e clientele di dubbia legalità. La solidarietà ai cittadini campani, e come loro a tutti gli altri cittadini impegnati nella tutela del proprio territorio in questo Paese contro questa gestione anacronistica e basata sul continuo consumo senza fine dei beni comuni e notevole spesa economica per i contribuenti, consiste nell'opporsi a tutte le “soluzioni” che le perpetuino.

Riteniamo per questo indispensabile aderire alla giornata europea contro le opere inutili prevista l'11 dicembre per ribadire che gli impianti di incenerimento dei rifiuti non sono una soluzione ma una perpetuazione del problema ( dato che un terzo del conferito finisce in discarica sotto forma di ceneri altamente tossiche) ed invitiamo tutta la provincia a sostenere la manifestazione che il 12 Dicembre si terrà a Lizzano promossa per sensibilizzare le popolazioni della provincia contro lo scempio che da anni la politica di gestione dei rifiuti sta perpetrando nelle zone limitrofe alle discariche (come la Vergine che tra l'altro presenta una non conformità della barriera di confinamento alle disposizioni del lgs. 36/2003 ed Ecolevante). Pretendiamo inoltre che i sindaci teoricamente chiamati a rappresentare i cittadini prendano le dovute tutele e non si limitino a esporre a parole il loro parere negativo verso i rifiuti campani, ma che realizzino atti istituzionali concreti. Sono attese dalla Campania 50.000 tonnellate destinate ai siti di Italcave a Statte, Ecolevante a Grottaglie e Vergine ai confini tra Lizzano, Fragagnano e Faggiano.

Dopo la conferenza stampa del 29 ottobre molti rappresentanti politici provinciali e regionali ignorarono completamente l’allarme 'rifiuti campani' mentre alcuni (assessore regionale Nicastro, sindaci di Lizzano, Faggiano e Monteparano) si affannarono per sminuire il timore e l’agitazione dei 14 comitati commentando la preoccupazione come infondata. I cittadini chiedono spiegazioni sulla evidente non curanza di molti e incoerenza degli altri, domandandosi che fine abbiamo fatto questi politici oggi, quando l’arrivo di circa 200 camion è quasi imminente.
Visto che i sindaci hanno rotto il silenzio siamo tutti curiosi di vedere chi veramente farà seguire alle parole atti concreti. Quanti di questi sindaci non si limiteranno ad atti formali ma assumeranno posizioni intransigenti difronte ai rischi per la salute?

Attiva Lizzano, Comitato Taranto Libera, Associazione Malati Cronici, Comitati di Quartiere Taranto, Meet Up I Grilli delle 100 Masserie, Amici di Beppe Grillo Taranto, I Grilli di Taranto in Movimento, Taranto Ciclabile, Corita Taranto, CarosiNOdiscariche.

lunedì 6 dicembre 2010

Acqua bene pubblico, i parlamentari baresi disertano la mobilitazione per la moratoria



La giornata del 4 dicembre è stata caratterizzata da innumerevoli manifestazioni accomunate da un unico obiettivo: chiedere al governo nazionale una moratoria sugli effetti del decreto Ronchi. Almeno fino al referendum previsto per la primavera prossima.

IN PUGLIA, inoltre, in ben 13 piazze si è voluto contestualizzare l'iniziativa ricordando a tutti che la maggioranza dell'attuale governo aveva promesso l'approvazione della legge di ripubblicizzazione dell'Acquedotto pugliese entro i primi cento giorni di governo.
Di giorni ne sono passati olre 150.
Intanto alla conferenza stampa indetta per sabato dal Comitato Pugliese Acqua Bene Comune, non si presenta nessun parlamentare barese invitato.
Ad Altamura nonostante un freddo ed un vento glaciale e un'organizzazione dell'ultim'ora, il Comitato Acqua Bene Comune Altamura (acquabenecomune.altamura@gmail.com) è sceso in piazza per parlare con i cittadini e distribuire volantini informativi.
fonte Puglia

Non si sono presentati i parlamentari eletti nella VII Circoscrizione barese invitati dal Comitato pugliese ‘Acqua Bene Comune’ alla conferenza stampa indetta in occasione della giornata nazionale per la mobilitazione per l’acqua pubblica. Il tema su cui discutere è la campagna di moratoria sulle scadenze previste dal decreto Ronchi e sulla normativa di soppressione delle Autorità d’Ambito territoriale. Durante la scorsa legislatura Regione Puglia e Movimenti per ‘Acqua Bene Comune’ hanno redatto, grazie ad un tavolo tecnico congiunto, una legge che permetta all’Aqp di tornare definitivamente pubblico, mutando forma giuridica da ‘società per azioni’ ad ‘Ente di diritto pubblico’, a beneficio di tutti i pugliesi. Il disegno di legge era pronto già nel dicembre 2009: la Giunta votò all’unanimità in favore, facendo una precisa scelta politica. Il ddl sarebbe dovuto essere approvato in Consiglio entro la fine della legislatura, ma così non è stato. Ad oggi infatti non è stato ancora approvato. “Inoltre – specifica Margherita Ciervo, referente regionale Comitato pugliese ‘Acqua per il Bene Comune’ – in commissione consiliare è stato proposto un ordine del giorno che prevede il congelamento degli effetti del testo, trasformandolo in una legge che, seppure approvata, potrebbe mai essere applicata”. Queste scelte mortificano le aspettative dei 105 mila pugliesi che hanno posto la firma nella campagna referendaria e chiedono un Acquedotto pubblico e partecipato. “Hanno posto la loro firma – prosegue Ciervo - perchè hanno capito che la battaglia per l’acqua pubblica è una battaglia di civiltà, per la tutela e l’accesso universale ad un bene comune. Concetti incompatibili con ogni forma di privatizzazione e di consegna al mercato di un bene essenziale alla vita”. Con la loro firma si è posta in discussione tutta la normativa attualmente vigente in tema di gestione del servizio idrico, a partire dal decreto Ronchi che ne vuole rendere definitiva la privatizzazione. Ricapitolando, le richieste rivolte alle forze politiche ed istituzionali da parte dei Comitati sono: l’approvazione entro il 31 dicembre 2010 di un provvedimento di Moratoria; di procedere verso la ripublicizzazione del servizio idrico e la sua gestione pubblica e partecipativa, e di fermare tutte quelle iniziative che predispongono l’ingresso dei privati nelle società, l’ulteriore aumento delle loro quote di capitale e tutte le manovre societarie di inglobamento dei dei grandi gestori nei confronti delle piccole gestioni. Del resto, già nel 1902, riferendosi alla ‘Ercole antico’, società ligure appaltatrice che gestiva l’Aqp, Salvemini saggiamente sentenziava: “L’Acquedotto pugliese dà da mangiare più ai genovesi che da bere ai pugliesi”. (Donata Pellegrino)
il servizio del TG3 sab 04dicembre2010





sabato 4 dicembre 2010

SCOPERTO L'ARCANO: l'acqua privata costa di più perchè c'è l'arsenico!

Nella puntata di AGORA' (Raitre) di questa mattina si è parlato di acqua e... arsenico.
La Commissione Europea nega l'ennesima richiesta di deroga per la presenza di Arsenico e altri elementi nell'acqua destinata al consumo umano. In Italia diversi comuni erogano acqua con livelli di arsenico preoccupanti. Se l'arsenico pericoloso, la risposta del nostro ministro della salute non è da meno. Intanto c'è chi evidenzia una sovrapposizione tra la geografia dell'arsenico e quella delle privatizzazioni, lasciando presagire quello che da anni il Co.vi.ri. relaziona per il parlamento: dove si privatizza, magicamente gli investimenti diminuiscono unitamente alla qualità dell'acqua fornita. Eppure le tariffe aumentano!
Non sarà mica che si fanno pagare pure l'arsenico?





giovedì 2 dicembre 2010

4 DICEMBRE 2010 GIORNATA CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA ALTAMURA ore 18 - PIAZZA DUOMO


4 DICEMBRE 2010
GIORNATA CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA
ALTAMURA ore 18 - PIAZZA DUOMO

La campagna referendaria della scorsa estate ha visto un milione e quattrocentomila donne e uomini italiani protagonisti della battaglia per la difesa dell'acqua come Bene Comune e Diritto Universale. Una battaglia di civiltà per dire NO AI PROFITTI sull'ACQUA dal grandissimo valore politico dato che è il popolo (sovrano) a chiedere di decidere senza intermediari sulla gestione dei Servizi idrici.
Per questo chiediamo la MORATORIA: uno STOP alle PRIVATIZZAZIONI (previste dalla Legge Ronchi) FINO AL REFERENDUM.
IN PUGLIA

Le firme raccolte in puglia sono oltre 105.000 e sono un segnale chiaro:
I PUGLIESI VOGLIONO L'ACQUEDOTTO PUBBLICO E PARTECIPATO!
La legge regionale Pugliese per la RIPUBBLICIZZAZIONE dell'Acquedotto Pugliese è pronta dal dicembre 2009. La scorsa Giunta Regionale votò all’unanimità in favore del disegno di legge, facendo una precisa scelta politica.
PRIMA fu promesso che il disegno di legge sarebbe stato approvato in Consiglio regionale entro la fine della passata legislatura, ma così non è stato.
DOPO fu promesso, che il disegno di legge sarebbe stato approvato in Consiglio regionale entro i primi cento giorni dell’attuale legislatura, ma così non è stato.
OGGI il disegno di legge pugliese non è stato ancora approvato. E' stato proposto di “congelare” gli effetti della Legge Regionale di trasformazione in Ente di Diritto Pubblico dell’Acquedotto Pugliese. Una Legge che se approvata non verrà applicata!
Eppure tutti (regione e movimenti) sapevano fin dall'inizio che si andava in direzione opposta rispetto all'impianto “privatizzatorio” della legislazione nazionale. Impianto confermato dalla sentenza della Consulta che ha bocciato il ricorso di alcune regioni contro la legge Ronchi.
Queste scelte mortificano le aspettative dei 105.000 pugliesi che hanno posto la firma nella campagna referendaria e chiedono un'acquedotto pubblico e partecipato.

AD ALTAMURA
Il popolo dell'acqua e la società civile di Altamura sono stati protagonisti di una grande operazione di politica dal basso che ha consentito l'inserimento del DIRITTO ALL'ACQUA nello STATUTO COMUNALE.
Primo caso in Puglia ed uno dei pochi in Italia. Un caso che ha fatto scuola, come dimostra l'attenzione prestata da altri comuni (Modugno ad esempio) ci hanno ospitati anche nei consigli comunali perchè condividessimo la nostra esperienza.
Invitiamo tutti a partecipare
ALTAMURA ore 18,00 - Piazza Duomo

Perchè si scrive acqua ma si legge democrazia.

martedì 30 novembre 2010

MA L'ACQUA CONGELATA BOLLE? Incontro ad Altamura



Cosa ne è stato delle firme raccolte per il REFERENDUM sull'ACQUA?
Cosa ci aspetta, nel frattempo, con il Decreto Ronchi?
Che fine ha fatto il DDL sull'acqua pubblica approvato dalla giunta uscente e odierna della Regione Puglia?
L'acqua bolle oppure è ancora fredda?
COS'é la campagna nazionale per la moratoria del 4 dicembre 2010?


Appuntamento del Comitato Altamurano Acqua Bene Comune

QUESTA SERA, 30 novembre 2010 - ore 20,00
Sala Incontri c/o Parrocchia SS. Rosario
via Pompei
Altamura


Carissimi AcquAmici di Altamura,

la campagna referendaria della scorsa estate ci ha visti tutti protagonisti di una serie di iniziative che hanno consentito lo straordinario risultato di oltre 5000 firme raccolte in soli 2 mesi.
Altamura, inoltre, è stata protagonista di una grande operazione di politica partecipata che ha consentito l'inserimento del DIRITTO ALL'ACQUA nello STATUTO COMUNALE.
E' il primo caso in Puglia ed uno dei pochi in Italia. Un caso che ha fatto scuola, come dimostra l'attenzione prestata da altri comuni ed il paragrafo dal titolo "L'Acqwe e 'u Puéine" nel Libro di C. Jampaglia dal titolo SALVARE L'ACQUA (Feltrinelli, 2010).

Dalla scorsa estate sono successe tante cose e non tutte, purtroppo, passano sui media tradizionali.

FRONTE NAZIONALE
Come sapete la raccolta firme a livello nazionale ha raggiunto cifre record, oltre 1.400.000 firme.
Il Referendum dovrebbe essere indetto per la prossima primavera-estate (salvo elezioni politiche anticipate), ma...
MA IL DECRETO RONCHI, votato con la fiducia un anno fa produrrà i suoi effetti già dall'inizio del 2011.
Infatti l'art. 15 quello che si vuole abrogare con uno dei tre quesiti referendari, obbliga a cedere ai privati almeno il 40% di quelle società che gestiscono gli acquedotti e pone come termine il 31/12/2010.

Ecco perchè il 4 dicembre 2010 in tutta Italia i movimenti per l'Acqua Bene Comune scenderanno in piazza per chiedere all'attuale governo nazionale una MORATORIA sugli effetti del decreto Ronchi.
Il buon senso imporrebbe uno STOP agli effetti di una legge che il popolo italiano potrebbe abrogare fra qualche mese. Non si può non tenere presente quel milione e mezzo di persone che hanno detto NO ALLA PRIVATIZZAZIONE del SERVIZIO IDRICO e NO AI PROFITTI SULL'ACQUA solo qualche mese fa.

IN PUGLIA
Intanto anche in Puglia, le cose non vanno benissimo. Sono passati già 60 giorni oltre i 100 entro i quali si doveva approvare la legge regionale che avrebbe dovuto trasformare l'AQP spa in soggetto di diritto pubblico. Il ddl sarebbe dovuto approdare in consiglio regionale il 23 novembre scorso, ma... Ma qualche giorno prima il capogruppo di SEL (Losappio) propone un emendamento al testo che ne congelerebbe gli effetti a tempo indeterminato. A questo punto tutto l'iter si è bloccato anche per via della sentenza della corte costituzionale che ha bocciato i ricorsi di alcune regioni (tra cui la Puglia) contro il Decreto Ronchi appunto.

Il 4 dicembre, quindi, in Puglia ci saranno iniziative volte a INFORMARE i cittadini pugliesi (sono 105.000 quelli che hanno firmato per il referendum) sull'iter del DDL di ripubblicizzazione e CHIEDERE al governo regionale di procedere con i lavori.

Per organizzarci anche ad Altamura, è previsto un incontro

OGGI, 30 novembre 2010 - ore 20,00
Sala Incontri c/o Parrocchia SS. Rosario
via Pompei
Altamura


E' importante la partecipazione di molti ed il contributo di tutti.

giovedì 25 novembre 2010

FERMATI, MI FAI MALE!

DIRETTA STREAMING A PARTIRE DALLE 19,30 circa





101 nel 2006, 107 nel 2007, 112 nel 2008, 119 nel 2009 e 115 nel 2010.
Sono i numeri relativi alle donne uccise in Italia nel 2010 a causa di violenza da parte degli uomini (ricerca della Casa delle donne di Bologna).
L'allarme riguarda, in particolar modo, la violenza domestica perchè le relazioni famigliari e tra i sessi risultano essere quelle di maggior pericolo per la donna: nello scorso anno i responsabili degli omicidi sono stati i mariti per il 36% dei casi, i conviventi o partner per il 18%, gli ex compagni per il 9% e parenti per il 13%. Violenze spesso senza voce che si consumano in silenzio.
La ricerca evidenzia, infine, che nel 2009 le donne vittime di femminicidio sono di nazionalità italiana per il 70,8% dei casi come sono per la maggior parte italiani, (76%) i loro assassini.

Il 25 novembre ricorre la giornata Internazionale per il No alla Violenza Contro la Donna, una data simbolica che può diventare l'occasione per un confronto pubblico sul tema anche ad Altamura.
Alle 19.30 presso la sala Tommaso Fiore si parlerà di violenza nell'incontro "Fermati, mi fai male!", organizzato dalla neo - costituita associazione AltRamura.
L'associaizione intende favorire una nuova cultura di genere e l’integrazione delle cittadine immigrate, in particolare attraverso un servizio di “prima accoglienza” giuridica, psicologica e linguistica, al fine di dare risposte immediate alle donne, a prescindere dalle condizioni economiche e di agevolare il contatto con le strutture competenti.

L'incontro si avvarrà della preparazione e dell’esperienza della dott.ssa Maria Bruna Moramarco, Psicologa Psicoterapeuta Dirigente Responsabile del Consultorio Familiare di Altamura e della testimonianza di Nino De Giosa, dell'associazione Uomini in Gioco che aderisce a Maschile Plurale che ha promosso l'appello "Prendiamo la parola come uomini" sul tema della violenza contro le donne. Sarà presente anche il dott. Pietro Silvestri, giudice del Tribunale Penale di Bari, al fine di spiegare quali strumenti appresti il diritto per la tutela delle donne vittime di violenza latu sensu intesa.

mercoledì 24 novembre 2010

LAUDATI AD ALTAMURA PER PARLARE DI MAFIA

CLICCA PER IL VIDEO DELL'INCONTRO





Ad Altamura non abbiamo avuto la soddisfazione di vedere un consiglio monotematico sulla questione legalità, ma le iniziative non sono mancate e continuano ad esserci.

Secondo incontro della stagione 2010/2011 della scuola di formazione politica "Tommaso Fiore" di Altamura, promossa e organizzata dal Circolo delle Formiche:
"COMBATTERE LA MAFIA, COSTRUIRE LA LEGALITÀ"
è il tema del secondo appuntamento che si terrà mercoledì 24 novembre, alle 19:00, nella sala "Tommaso Fiore" dell'Istituto Regina Margherita ad Altamura, con la partecipazione di ANTONIO LAUDATI, Procuratore della Repubblica press...o il Tribunale di Bari.

La formula scelta è quella dell'incontro-discussione, con domande e sollecitazioni rivolte dai giornalisti:
Mara Chiarelli (la Repubblica – Bari)
Ivan Cimmarusti (BariSera, l’Unità)
Vincenzo Damiani (Corriere del Mezzogiorno)
Giovanni Longo (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Isabella Maselli (Ansa – Antenna Sud)
A coordinare gli interventi sarà Pasquale Dibenedetto (Giornalista – Circolo delle Formiche)

Circolo delle Formiche - Altamura

domenica 21 novembre 2010

Aggiornamento sul DDL Acqua Pubblica tra bocciatura (ampiamente prevista) della consulta e gli strani movimenti in regione


C'eravamo lasciati qualche giorno fa con la notizia del "congelamento" dell'agognata legge regionale per la ripubblicizzazione dell'Acquedotto Pugliese. Il "lodo Losappio" (leggi proposta di approvare la legge "congelandone" gli effetti fino a ...? ) non era piaciuto ai tanti movimenti, associazioni, comitati per l'acqua pubblica raggruppati nel Comitato Pugliese Acqua Bene Comune.

Le novità
La Corte Costituzionale ha bocciato i ricorsi di Regioni Puglia, Liguria, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana e Marche riguardanti diverse norme del decreto Ronchi sui servizi pubblici locali, in particolare sulla privatizzazione dei servizi idrici.
Una novità, certo, ma non una sorpresa. Il tavolo tecnico paritario che aveva redatto il testo del ddl un annetto fa, aveva già messo nel conto la possibilità di una bocciatura della corte costituzionale, ciò non di meno si era deciso di privilegiare quella parte della dottrina giuridica che, invece, lascia ipotizzare che il servizio idrico possa essere considerato privo di rilevanza economica e quindi disciplinata dagli enti locali. La questione è tutta politica ed è sul piano politico che va portata e affrontata: la direttiva europea Bolkestein del 2006 chiedeva ai paesi membri di individuare quali tra i servizi pubblici locali dovevano essere "a fini di lucro" (rilevanza economica) e quali no.
L'Italia questa distinzione non l'ha mai fatta chiaramente, anzi le zone d'ombra (giuridiche) sono state nel tempo interpretate a favore dei potentati economico finanziari che hanno tutto l'interesse a gestire l'acqua come ogni altra bibita.
"Dobbiamo liberalizzare e privatizzare, perchè è l'Europa che ce lo impone"
Anche il decreto Ronchi è stato accompagnato da questa solfa mistificatoria.
L'ACQUA E' UN DIRITTO e non può considerarsi come una merce qualsiasi da cui trarre profitto.
Tanti sono i comuni (tra cui Altamura) che hanno messo nero su bianco questo semplice principio nello statuto comunale. Solo qualche mese fa, oltre 1.400.000 italiani hanno firmato per la campagna referendaria SALVA L'ACQUA. Quella per l'acqua è una battaglia per la democrazia, oltre che per il diritto alla vita.

Qui sotto riportiamo il testo dell'audizione del 18 novembre u.s. del Comitao Pugliese, a cui hanno fatto seguito le dichiarazioni del Presidente del Consiglio, Onofrio Introna, e quelle dell’Assessore alle OO. PP. Fabiano Amati (links in coda al testo).

Oggetto: audizione sul d.d.l. n. 08 del 11/05/2010 “Governo e gestione del Servizio Idrico Integrato. Costituzione dell’Azienda pubblica regionale “Acquedotto pugliese-AQP”.

Gentili Consiglieri,vi ringraziamo per la celerità con la quale avete risposto alla richiesta di incontro da noi inviata lo scorso 12 novembre e ringraziamo i Presidenti della II e V Commissione per averci invitato a questa audizione. Tuttavia, vogliamo far presente che la nostra richiesta riguardava un incontro per un confronto politico con i capigruppo che, dunque, riproponiamo in questa sede, sicuri di un positivo riscontro. Vi comunichiamo che ci aveva molto sorpreso la nota N. 3028 del 10/11/2010 dell’Agenzia di stampa del Consiglio regionale, dalla quale apprendevamo – in seguito al parere dell’ufficio legislativo, chiesto dalle commissioni congiunte - della proposta del capogruppo del SEL, consigliere Michele Losappio, di approvare contestualmente al DDL sulla ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese, un ordine del giorno con il quale chiedere una moratoria sugli effetti della legge in attesa del parere della Corte Costituzionale in risposta ad un'eventuale ricorso del governo nazionale.
Tale proposta ci è apparsa singolare poiché già nel corso dei lavori preparatori del Tavolo tecnico congiunto tra Regione Puglia, Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” e Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, era emersa la possibilità che da parte di organi tecnico-giuridici o di forze politiche si sollevassero dubbi e rilievi di incostituzionalità era stata già vagliata, e si era comunque di comune accordo deciso di procedere alla stesura del ddl,contenente principi costituzionalmente cruciali condivisi da tutte le componenti del Tavolo tecnico, compresa la Regione, principi tra i quali figurava e figura la "non rilevanza economica" dell'acqua in quanto bene comune e patrimonio dell'umanità.
La decisione allora condivisa di procedere nonostante i dubbi possibili di una parte della dottrina giuridico-costituzionale ci è sembrata e ci sembra un atto politicamente rilevante equalificante, e oltretutto non insensato giuridicamente, dal momento che un'altra parte, non certo secondaria, della dottrina, con il supporto di argomentazioni di alto profilo, ha espresso - anche nel corso dei suddetti lavori preliminari del Tavolo tecnico - il proprio parere favorevole circa la costituzionalità del disegno di legge di cui si discute.
Pertanto, non comprendiamo perché le obiezioni circa l'incostituzionalità del ddl, sollevate dall'Ufficio legislativo della Regione, risultino inattese e comunque tali da cogliere impreparate le forze politiche che sostengono l'attuale governo regionale; per meglio dire, ci appare singolare che, benché il "rischio" fosse noto e le possibili obiezioni di incostituzionalità già discusse, in nessuna occasione, da quando il ddl è stato elaborato e poi approvato dalla Giunta e presentato in Consiglio, fosse mai stata ipotizzata una proposta di "sospensione" degli effetti.
Rispetto a questo, e più in generale al processo in corso, vorremo invitare i capigruppo – di maggioranza e di opposizione – a considerare i numeri e i fatti dai quali non si può prescindere per operare scelte politiche.
Oltre 105.000 firme raccolte nella nostra Regione (su oltre 1.400.000 raccolte a livello nazionale) a sostegno del referendum per l’abrogazione delle norme che privatizzano i servizi idrici che è diventato il primo referendum nella storia della nostra repubblica;
La Puglia è stata la prima Regione in cui è stato promosso ed è nato il Coordinamento degli Enti Locali per la Ripubblicizzazione dei Servizi Idrici;
I Comuni che aderiscono al suddetto Coordinamento (e a quello nazionale) sono amministrati da giunte sia di centro-destra sia di centro-sinistra;
Numerosi sono i Comuni – di centro-destra e di centro-sinistra – che hanno approvato delibere dichiarando l’acqua un bene comune e diritto umano inalienabile e il servizio idrico, servizio di interesse generale privo di rilevanza economica, avviando le procedure per l’integrazione dei rispettivi Statuti in tal senso (il primo Comune in Puglia ad aver integrato lo Statuto sancendo che il S.I.I. è un servizio di interesse generale, privo di rilevanza economica è il Comune di Altamura).
Le audizioni dello scorso mese di ottobre sul DDL per la ripubblicizzazione dell’AQP SpA che hanno visto il plauso e la condivisione della stragrande maggioranza delle associazioni (ABAP, ADOC, ANACI, CIA, Federconsumatori, Fare Verde, UNICONS), dei sindacati (CGIL, UGL, UIL) e degli enti (ANCI, ATO, Consorzio di Bonifica di Taranto, Ente di Sviluppo e Irrigazione, Unione dei Consorzi di Bonifica, UPI).
Del resto, proprio ieri è stata depositata la sentenza della Corte costituzionale 325/2010 che rigetta i ricorsi presentati dalle Regioni contro il decreto Ronchi pur confermando, in alcuni passaggi, che non c’è alcun obbligo di procedere alla privatizzazione secondo il diritto comunitario. Secondo la costante giurisprudenza comunitaria spetta al giudice nazionale valutare circostanze e condizioni in cui il servizio viene prestato, tenendo conto, in particolare, dell’assenza di uno scopo precipuamente lucrativo, della mancata assunzione dei rischi connessi a tale attività ed anche dell’eventuale finanziamento pubblico dell’attività in questione (Corte di Giustizia CE, sentenza 22 maggio 2003, causa 18/2001).
Fermo restando che ci riserviamo di approfondire quanto prima i contenuti della sentenza e che dichiariamo fin da ora la disponibilità del prof. Alberto Lucarelli (che ha fatto parte del tavolo tecnico e che è fra i giuristi di riferimento degli EE. LL. che stanno avviando la ripubblicizzazione come la Regione Molise e Marche) a scrivere e presentare una memoria sul tema, non è sul piano giuridico che vogliamo portare la discussione ma sul piano puramente politicochiedendovi di approfondire, alla luce della recentissima sentenza della Corte Costituzionale,l’analisi del DDL per la ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese, al fine di“rafforzarlo” giuridicamente, per poi proseguire nell’iter di approvazione dello stesso (rigettando ogni ipotesi di “congelamento” degli effetti), cosa che in questo momento diventa di fondamentale importanza non solo per la Puglia ma per l’Italia; di farvi portavoce verso i parlamentari delle vostre rispettive parti politiche perché si impegnino nel sostenere l’approvazione del provvedimento di moratoria al c.d. Decreto Ronchi, che posticipi le scadenze fissate, per rendere eventualmente efficaci i termini previsti dalle due leggi citate solo successivamente alla celebrazione del referendum, consentendo, così, ai cittadini di esercitare il proprio diritto costituzionale di esprimere il consenso o il dissenso riguardo ai provvedimenti legislativi sottoposti a referendum; di intensificare il vostro impegno congiunto – a tutti i livelli – affinché la Puglia possa essere la prima regione ad arginare l’onda privatizzatrice e, soprattutto, a dare corso alla nuova politica di gestione pubblica e partecipata dei beni comuni.
Vi chiediamo con forza e a nome dei cittadini, delle associazioni e degli enti locali impegnati per la ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese, di sostenere con lo stesso coraggio e determinazione con cui avete difeso (e continuate a difendere) la nostra terra dal nucleare, di opporvi e difendere una scelta politica che sottragga alla logica del profitto un bene vitale come l’acqua.

A questo intervento sono seguite le dichiaraziondi Amati e Introna (clicca qui)

giovedì 18 novembre 2010

LEGGE sull'ACQUA PUBBLICA, CONGELATA. Lettera del Comitato Pugliese a Losappio.


Una settimata fa, Michele Losappio (capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà), aveva proposto di approvare la legge della regione Puglia sull'acqua pubblica "CONGELATA". Ergo: facciamo una legge e contestualmente ne blocchiamo ogni effetto fino a data da destinarsi.
Voi direte: ma a che serve? Già! A che serve?

Dopo che diversi di noi si sono chiesti "A che serve?" sul web, lo stesso Losappio ha mandato una mail al Comitato Pugliese Acqua Bene Comune nella quale spiega il perchè della sua proposta. (LEGGI QUI).

Qui sotto la risposta del Comitato Pugliese a Losappio.

Al Capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà,

Losappio Michele

15 novembre 2010

Egr. Consigliere Losappio,

nel prendere atto della sua comunicazione in merito alla discussione interna alle competenti Commissioni consiliari, che ha portato alle proposte di predisporre un'eventuale sospensione degli effetti della legge regionale sulla ripubblicizzazione di Aqp, oppure di far votare sul punto una raccomandazione posta all'Odg del Consiglio, il Comitato pugliese "Acqua Bene Comune" ritiene di dover far presente alcune considerazioni.

A noi risulta, in effetti, che nel corso dei lavori preparatori del Tavolo tecnico congiunto tra Regione Puglia, Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” e Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, che ha elaborato il ddl, poi varato dalla Giunta e successivamente da questa inoltrato alle commissioni consiliari competenti, la possibilità che da parte di organi tecnico-giuridici o di forze politiche si sollevassero dubbi e rilievi di incostituzionalità era stata già vagliata, e si era comunque di comune accordo deciso di procedere alla stesura del ddl, contenente principi costituzionalmente cruciali condivisi da tutte le componenti del Tavolo tecnico, compresa la Regione, principi tra i quali figurava e figura la "non rilevanza economica" dell'acqua in quanto bene comune e patrimonio dell'umanità.

La decisione allora condivisa di procedere nonostante i dubbi possibili di una parte della dottrina giuridico-costituzionale ci è sembrata e ci sembra un atto politicamente rilevante e qualificante, e oltretutto non insensato giuridicamente, dal momento che un'altra parte, non certo secondaria, della dottrina, con il supporto di argomentazioni di alto profilo, ha espresso - anche nel corso dei suddetti lavori preliminari del Tavolo tecnico - il proprio parere favorevole circa la costituzionalità del disegno di legge di cui si discute.

Ciò considerato, ci appare quantomeno singolare che ora le obiezioni circa l'incostituzionalità del ddl, sollevate dall'Ufficio legislativo della Regione, risultino inattese e comunque tali da cogliere impreparate le forze politiche che sostengono l'attuale governo regionale; per meglio dire, ci appare singolare che, benché il "rischio" fosse noto e le possibili obiezioni di incostituzionalità già discusse, in nessuna occasione, da quando il ddl è stato elaborato e poi approvato dalla Giunta e presentato in Consiglio, fosse mai stata ipotizzata una proposta simile a quella che, stando alla sua e-mail, l'assessore Amati ha avanzato: ci riferiamo alla ipotesi di "sospensione".

E l'ipotesi di una legge (regionale o meno) che si autosospende a tempo indeterminato nel momento stesso in cui viene varata e cioè proprio quando dovrebbe entrare in vigore - questa sì - ci sembra francamente irrituale se non addirittura un po' bizantina.

Dunque, se la maggioranza delle forze politiche presenti in Consiglio e nelle Commissioni ritiene tuttora - come al termine della sua e-mail lei peraltro ribadisce - che il disegno di legge che è in discussione nelle competenti Commissioni consiliari sia giusto e costituzionale, a nostro parere non ha senso che se ne chieda l'approvazione in questa forma puramente "apparente" (con una sospensione di fatto a tempo indeterminato, che darebbe luogo a una legge-vetrina priva di qualsiasi efficacia); perché se poi lo si ritiene, viceversa, inopportuno o addirittura incostituzionale, forse è il caso di esplicitare le riserve in maniera chiara e priva di equivoci, visto che i cittadini hanno in primo luogo il diritto ad essere informati in modo trasparente e puntuale, per poter trarre poi le loro conclusioni.

Non ci risultano comprensibili d'altra parte il senso, l'ambito di efficacia e il contenuto di una eventuale "raccomandazione" consiliare alternativa a una sospensione incorporata nel testo della legge, né quindi comprendiamo in che modo questa soluzione possa rappresentare un "compromesso" accettabile.

In ogni caso, continueremo a seguire come sempre con molta attenzione l'iter di discussione del ddl sino alla auspicata approvazione finale, perché è proprio questa attenzione costante che i cittadini pugliesi che sostengono il percorso di ripubblicizzazione di Aqp, e che si informano puntualmente su tutti i suoi sviluppi, ci chiedono.

Cordiali saluti.

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”


Post post: si è diffusa oggi la notizia che la Corte costituzionale ha bocciato i ricorsi di alcune regioni (tra cui la puglia) contro l'art. 23 bis della L. 133/08 modificato dall'art. 15 della L. 135/09 (cosiddetto decreto Ronchi).
La sentenza è lunghissima e ci torneremo presto.

mercoledì 17 novembre 2010

Omidicio Dambrosio: altri due arresti



La notizia è rimbalzata velocemente su tutti i siti di informazione locale: altri due presunti assassini sono stati arrestati dai carabinieri.
Le indagini stanno portando risultati importanti. Speriamo che si possa dire presto lo stesso su quell'intreccio "politico-affaristico-mafioso" di cui parlava il procuratore Laudati.
Siamo tutti in attesa di sapere se si tratta di un'ipotesi confermata e chi dei nostri politici/imprenditori sia coinvolto.

Dal sito del TG1
BARI – Questa mattina all’alba i carabinieri hanno arrestato due componenti del commando che il 6 settembre scorso in un agguato di stampo mafioso uccisero, nelle campagne di Altamura, in provincia di Bari, il boss Bartolomeo Dambrosio. Uno dei due è Alberto Loiudice, elemento di rilievo del clan avverso a quello di Dambrosio che avrebbe disposto l'omicidio. Due mesi fa i carabinieri della compagnia di Altamura e del nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale di Bari avevano arrestato il fratello Michele, accusato dello stesso reato. Per l'uccisione di Dambrosio altre due persone sono detenute da poco più di due mesi: il 22 settembre scorso furono fermati Francesco Palmieri, di 22 anni, e Michele Loiudice (fratello di alberto), di 25, ritenuti anche loro componenti del commando.


REDAZIONE ALTAMURALIFE

Su ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Bari e del ROS hanno arrestato, questa mattina, Alberto Loiudice, 20 anni, per concorso in omicidio volontario ed aggravato di Bartolomeo Dambrosio, e Rocco Giuseppe Ciccimarra, 21 anni, con l'accusa di aver custodito le armi utilizzate per il delitto.