lunedì 6 dicembre 2010

Acqua bene pubblico, i parlamentari baresi disertano la mobilitazione per la moratoria



La giornata del 4 dicembre è stata caratterizzata da innumerevoli manifestazioni accomunate da un unico obiettivo: chiedere al governo nazionale una moratoria sugli effetti del decreto Ronchi. Almeno fino al referendum previsto per la primavera prossima.

IN PUGLIA, inoltre, in ben 13 piazze si è voluto contestualizzare l'iniziativa ricordando a tutti che la maggioranza dell'attuale governo aveva promesso l'approvazione della legge di ripubblicizzazione dell'Acquedotto pugliese entro i primi cento giorni di governo.
Di giorni ne sono passati olre 150.
Intanto alla conferenza stampa indetta per sabato dal Comitato Pugliese Acqua Bene Comune, non si presenta nessun parlamentare barese invitato.
Ad Altamura nonostante un freddo ed un vento glaciale e un'organizzazione dell'ultim'ora, il Comitato Acqua Bene Comune Altamura (acquabenecomune.altamura@gmail.com) è sceso in piazza per parlare con i cittadini e distribuire volantini informativi.
fonte Puglia

Non si sono presentati i parlamentari eletti nella VII Circoscrizione barese invitati dal Comitato pugliese ‘Acqua Bene Comune’ alla conferenza stampa indetta in occasione della giornata nazionale per la mobilitazione per l’acqua pubblica. Il tema su cui discutere è la campagna di moratoria sulle scadenze previste dal decreto Ronchi e sulla normativa di soppressione delle Autorità d’Ambito territoriale. Durante la scorsa legislatura Regione Puglia e Movimenti per ‘Acqua Bene Comune’ hanno redatto, grazie ad un tavolo tecnico congiunto, una legge che permetta all’Aqp di tornare definitivamente pubblico, mutando forma giuridica da ‘società per azioni’ ad ‘Ente di diritto pubblico’, a beneficio di tutti i pugliesi. Il disegno di legge era pronto già nel dicembre 2009: la Giunta votò all’unanimità in favore, facendo una precisa scelta politica. Il ddl sarebbe dovuto essere approvato in Consiglio entro la fine della legislatura, ma così non è stato. Ad oggi infatti non è stato ancora approvato. “Inoltre – specifica Margherita Ciervo, referente regionale Comitato pugliese ‘Acqua per il Bene Comune’ – in commissione consiliare è stato proposto un ordine del giorno che prevede il congelamento degli effetti del testo, trasformandolo in una legge che, seppure approvata, potrebbe mai essere applicata”. Queste scelte mortificano le aspettative dei 105 mila pugliesi che hanno posto la firma nella campagna referendaria e chiedono un Acquedotto pubblico e partecipato. “Hanno posto la loro firma – prosegue Ciervo - perchè hanno capito che la battaglia per l’acqua pubblica è una battaglia di civiltà, per la tutela e l’accesso universale ad un bene comune. Concetti incompatibili con ogni forma di privatizzazione e di consegna al mercato di un bene essenziale alla vita”. Con la loro firma si è posta in discussione tutta la normativa attualmente vigente in tema di gestione del servizio idrico, a partire dal decreto Ronchi che ne vuole rendere definitiva la privatizzazione. Ricapitolando, le richieste rivolte alle forze politiche ed istituzionali da parte dei Comitati sono: l’approvazione entro il 31 dicembre 2010 di un provvedimento di Moratoria; di procedere verso la ripublicizzazione del servizio idrico e la sua gestione pubblica e partecipativa, e di fermare tutte quelle iniziative che predispongono l’ingresso dei privati nelle società, l’ulteriore aumento delle loro quote di capitale e tutte le manovre societarie di inglobamento dei dei grandi gestori nei confronti delle piccole gestioni. Del resto, già nel 1902, riferendosi alla ‘Ercole antico’, società ligure appaltatrice che gestiva l’Aqp, Salvemini saggiamente sentenziava: “L’Acquedotto pugliese dà da mangiare più ai genovesi che da bere ai pugliesi”. (Donata Pellegrino)
il servizio del TG3 sab 04dicembre2010





Nessun commento: