lunedì 31 maggio 2010

PIRATI e TERRORISTI!



Comunicato stampa

PIRATI e TERRORISTI!

I militari israeliani questa notte hanno attaccato il convoglio di navi “Freedom Flotilla” che trasportava pacifisti internazionali intenzionati a rompere l’illegale e criminale blocco israeliano della Striscia di Gaza.

L’attacco israeliano - che ha provocato almeno 19 morti e oltre 60 feriti – è un vero e proprio atto terroristico e di pirateria internazionale, con l’obiettivo di spaventare definitivamente i volontari internazionali dopo aver terrorizzato già la popolazione della Striscia di Gaza distrutta con i bombardamenti dell’operazione “Piombo Fuso” del dicembre 2008/gennaio 2009 e tenuta da molti anni sotto embargo e blocco anche navale.

Un atto ancora più odioso in primo luogo perché condotto contro navi dichiaratamente pacifiche, come del resto avviene ogni giorno contro le barche dei pescatori di Gaza affamati dalla politica israeliana, e in secondo luogo se si pensa che Israele partecipa insieme agli altri paesi della Nato – tra i quali l’Italia – alle operazioni “antiterrorismo” nel Mediterraneo e alle missioni contro la pirateria navale.

Questo attacco dimostra ancora una volta che Israele rappresenta uno dei principali pericoli nel Mediterraneo stesso e che senza la libertà ed una soluzione giusta per i palestinesi non ci sarà pace e giustizia in Medioriente.

È ormai intollerabile l’impunità dei governi israeliani, che si sono macchiati in questi anni di diversi crimini di guerra e contro l’umanità e che sono protetti e sostenuti dai governi occidentali – che continuano altrettanto impunemente a commerciare armi con Israele, a fare ricerca bellica comune, a collaborare con la costruzione del Muro dell’Apartheid in Cisgiordania, ad accettare (e supportare) l’illegale blocco di Gaza e a colpevolizzare la resistenza palestinese dei mancati “passi verso la pace”.

Non ci aspettiamo quindi nulla dai governi della Nato – complici dell’occupazione e dei crimini israeliani – mentre riteniamo che vada rilanciata una campagna di solidarietà con il popolo palestinese anche attraverso il boicottaggio dell’economia israeliana, per imporre sanzioni dal basso e la rottura dei rapporti diplomatici e militari dei paesi europei con Israele.

Sinistra Critica partecipa alle manifestazioni che in diverse città italiane sono state organizzate oggi per protestare contro la pirateria e il terrorismo israeliano e invita tutte/i a costruire altre iniziative per mettere fine all’occupazione israeliana della Palestina.

Stasera h 18.30 in via Borrelli, 53 Bari ci incontriamo per organizzare e partecipare alle proteste contro il governo israeliano.

domenica 30 maggio 2010

Saviano: io disobbedirò


Io disobbedirò. Roberto Saviano non ha dubbi: «Cercherò di continuare a lavorare come se questa legge non ci fosse». Perché il testo sulle intercettazioni approvato in commissione Giustizia «è una castrazione reale del lavoro di inchiesta» e soprattutto un regalo alle mafie «che potranno comunicare con facilità e nascondere i meccanismi del loro potere». A quattro anni dall’uscita di “Gomorra”, lo scrittore non vede diminuire la forza della criminalità organizzata mentre sente «crescere la fragilità della magistratura». E percepisce un clima molto simile a quello che ha preceduto le stragi del 1992, quegli attentati spettacolari contro obiettivi simbolici, uomini e monumenti, che hanno cambiato la storia d’Italia: «Anche oggi se i boss decidessero di alzare il tiro potrebbero dare una spallata al Paese e scegliere come ridisegnarlo.

leggi tutta l’intervista a Roberto Saviano realizzata da Gianluca Di Feo sulle nuove norme sulle intercettazioni pubblicata sull’Espresso

venerdì 28 maggio 2010

DDL Intercettazioni: come un pedofilo sfuggirà alla giustizia


In questo articolo a firma di GIUSEPPE CASCINI, pubblico ministero e segretario nazionale dell'associazione nazionale magistrati, si è tentato di applicare ad un caso realmente accaduto la nuova disciplina delle intercettazioni per poter valutare cosa realmente potrebbe succedere se il DDL intercettazioni venisse approvato (dal blog di susanna ambivero)

In una cittadina del Nord Italia scompare un bambino di otto anni. Stava tornando da scuola, ma non è mai arrivato a casa. La polizia avvia le indagini. Alcuni testimoni riferiscono di aver visto nei giorni precedenti una persona sospetta nei pressi della scuola. Ne forniscono una descrizione. Corrisponde a quella di un soggetto già condannato in passato per detenzione di materiale pedo-pornografico. La polizia avvia le indagini e scopre che l'uomo non è a casa e non si è presentato al lavoro. La polizia comunica al magistrato le informazioni acquisite e propone di effettuare indagini tecniche:
a) Acquisizione dei tabulati del telefono intestato al sospetto;
b) Acquisizione dei tabulati del traffico telefonico transitato sulla cella nei pressi della scuola nella settimana precedente al rapimento. L' ACQUISIZIONE serve sia per confermare la presenza del sospetto davanti alla scuola sia per individuare altri telefoni nella sua disponibilità;
c) Acquisizione dei tabulati del traffico telefonico della anziana madre del sospetto per individuare altri telefoni nella sua disponibilità;
d) Acquisizione dei tabulati del traffico telefonico sull'utenza della famiglia del bambino e intercettazione delle utenze;
e) Intercettazione del telefono del sospetto;
f) Intercettazione del telefono della madre del sospetto;

Il pubblico ministero ricevuta la comunicazione iscrive il nome del sospetto nel registro degli indagati per il delitto di cui all' art. 605 del codice penale (sequestro di persona: pena massima otto anni) e comincia a studiare le richieste della polizia alla luce delle nuova legge sulle intercettazioni:
a) I tabulati del telefono del sospetto non si possono fare. La legge richiede gravi indizi di colpevolezza che in questo caso mancano. Ci sono indizi, ma non sono gravi.
b) I tabulati del traffico della cella (che potrebbero confermare la presenza del soggetto sul luogo e quindi rendere grave il quadro indiziario) non si possono fare perché la legge consente l' acquisizione dei tabulati solo nei procedimenti contro ignoti e al solo fine di identificare le persone presenti sul luogo del reato o nelle immediate vicinanze di esso. In questo caso perché il procedimento è a carico di una persona identificata; comunque non si potrebbero estrarre i tabulati dei giorni precedenti al rapimento.
c) L' acquisizione dei tabulati della madre è comunque vietata perché sottoposta allo stesso regime delle intercettazioni: si possono fare solo in presenza di gravi indizi di colpevolezza, requisito che per la madre del sospetto certamente manca.
d) L' acquisizione dei tabulati delle utenze della persona offesa è possibile con il loro consenso, ma solo nei procedimenti contro ignoti, non in quelli, come in questo caso, a carico di persone identificate. Per la stessa ragione non possono essere intercettate le utenze.
e) Il telefono del sospetto non è intercettabile perché mancano i gravi indizi di colpevolezza.
f) Il telefono della madre non è comunque intercettabile.

Il pubblico ministero comunica al commissario di polizia il risultato del suo studio. «Dunque non possiamo fare nulla?», chiede il commissario. «Dobbiamo tornare ai vecchi metodi di indagine». «Bene», risponde il commissario, «allora convochiamo qui la madre e le chiediamo dove si trova il figlio e se non ci risponde la arrestiamo per favoreggiamento, così vediamo se lui viene fuori». «Niente da fare, commissario», spiega paziente il pubblico ministero, «i prossimi congiunti dell'indagato non sono obbligati a testimoniare e non rispondono di favoreggiamento».

Una settimana dopo le indagini hanno una svolta. Un testimone ha visto il bambino salire su una macchina, ricorda il modello e i primi numeri di targa. La polizia verifica che il modello e i numeri di targa corrispondono all'auto del sospetto. Gli indizi di colpevolezza ora sono gravi. Il commissario torna dal pubblico ministero a chiedere tabulati e intercettazioni. Il pubblico ministero emette subito i decreti di urgenza. Poi fa fare copia integrale degli atti di indagine e dispone che un' auto parta immediatamente per portare il tutto nella sede del capoluogo del distretto, a circa 150 km di distanza, perché il provvedimento deve essere convalidato dal tribunale in composizione collegiale entro 48 ore e al tribunale va trasmesso l' intero fascicolo. L'autista del commissario, un agente di polizia, si offre di portare lui il fascicolo che, per mancanza di fondi e di personale, non arriverebbe mai a destinazione in tempo. I tabulati del telefono confermano la gravità del quadro indiziario. Il sospetto ha passato molte mattine davanti alla scuola. Le intercettazioni non producono però risultati. Probabilmente il sospetto ha cambiato telefono. Il commissario propone di intercettare tutte le persone con le quali il sospetto ha parlato durante gli appostamenti per arrivare al nuovo numero. Il pubblico ministero spiega che la nuova legge non consente l'intercettazione di persone diverse dall'indagato.
Dopo una settimana una nuova svolta. Una impiegata di un negozio di telefonia ha riconosciuto il sospetto dalla foto pubblicata sui giornali e ricorda di avergli venduto un telefono pochi giorni prima del rapimento. Controllando gli archivi del negozio la polizia individua la nuova utenza. Il pubblico ministero emette subito un decreto di urgenza poi guarda l' autista del commissario che senza dire una parola prende il voluminoso fascicolo e parte alla volta del capoluogo del distretto. L' utenza è quella giusta. Il sospetto parla con la madre e le racconta del rapimento. La madre cerca invano di convincerlo a liberare il bambino. Purtroppo però la zona da cui chiama è piuttosto vasta ed è impossibile individuare il luogo dove si nasconde. Il sospetto riceve poi telefonate da diverse cabine telefoniche da un uomo che vuole "comprare" il bambino. La polizia propone di estrarre il tabulato delle cabine. Se poi l' uomo ha usato una scheda prepagata si potrebbe estrarre il traffico di quella scheda come si è fatto nell'indagine per l' omicidio del professore Massimo D'Antona. Le altre chiamate potrebbero consentire di identificare l'uomo. Niente da fare: l' uomo non è identificato e a suo carico non ci sono gravi indizi di colpevolezza. Passano i giorni; siamo a due mesi dall'inizio delle intercettazioni. Il pubblico ministero non ha ancora trovato il coraggio di dire al commissario che a mezzanotte dovranno staccare i telefoni. Lo vede arrivare trafelato e raggiante: «Dottore, ci siamo!» urla. Gli mostra la trascrizione di una telefonata intercettata quella mattina tra l' uomo sconosciuto e il rapitore. Mentre legge la trascrizione il volto del pubblico ministero diventa sempre più bianco: il rapitore ha accettato di consegnare all'uomo il bambino, ma la telefonata si conclude così: «Chiamami domani e ti dirò dove venire».

Articolo tratto dalla rassegna stampa del CSM

giovedì 27 maggio 2010

Il portavoce della Commissione Europea lascia un commento sul nostro blog



Domenica 25 maggio abbiamo rilanciato un comunicato stampa della Facoltà dell'Acqua (Università del Bene Comune). Il MAIL BOMBING verso il portavoce della Commissione Europea Joe Hennon era appena iniziato, quando ci siamo ritrovati la risposta dello stesso Hennon tra i commenti del nostro blog (
vedi qui). All'inizio abbiamo messo in dubbio l'autenticità dello stesso messaggio, ma oggi abbiamo ricevuto anche una mail:

Thank you for your mail.

You have completely misunderstood my comment - although that is not surprising from the way it is reported in EUObserver. This has nothing to do with privatisation or commercialisation of water, nothing to do with charging people in the Third World for drinking water. Yes, water is priceless, yes, water is a public good. What the Commission says is that the economic cost of providing water should be recovered so that its importance for the environment and health is reflected. Otherwise businesses and consumers will treat water as free and use as much of it as they wish. Do you really want McDonalds, Monsanto, Shell and every business in the world to be able to use as much water as they wish for free? Do you want wealthy Westerners to be able to spend three hours washing their cars or watering their lawns for free? Of course not.

Joe Hennon
Spokesperson for Environment
Commissioner Janez Potočnik
European Commission
Berlaymont 1/331
B-1049 Brussels

Traduzione:

Avete completamente travisato il mio commento - sebbene non sia sorprendente dal modo che è riferito in EUObserver. Il mio discorso non ha niente a che fare con privatizzazione o la commercializzazione dell'acqua, niente a che fare con la gente nel terzo mondo che non ha acqua. Sì, l'acqua è senza prezzo, sì, l'acqua è un bebe pubblico. La Commissione dice è che il costo economico di fornitura dell'acqua dovrebbe essere recuperato in modo da tenere presente la sua importanza per l'ambiente e la salute. Altrimenti i commerci ed i consumatori tratteranno liberamente l'acqua e ne useranno tanto quanto ne desiderano. Volete realmente che McDonalds, Monsanto, Shell ed ogni affare nel mondo possano usare tant'acqua quanta ne vogliono, gratis?
Volete gli occidentali ricchi possano passare tre ore lavando le loro automobili o innaffiando i loro prati inglesi gratis? Naturalmente no.

Capito? abbiamo capito male. In realtà EuObserver ha confermato il suo articolo poi resta il fatto che Hennon ha fatto questa dichiarazione in pubblico. Se uno viene frainteso può provare a spiegarsi meglio, magari con un comunicato ufficiale della CE. Dobbiamo domandare alla Commissione almeno la smentita delle affermazioni del portavoce.

Intanto continuiamo a mandare MAILS di PROTESTA a Hennon e spargete la voce.

Invia una e-mail di protesta a Joseph.Hennon@ec.europa.eu;

Oggetto: I fully disagree, water is not a commodity
Testo proposto: I fully disagree with your statement on the behalf of the European Commission: “We consider water to be a commodity, like anything else” (18.05.2010 reported by EuObserver). I firmly oppose to this merchandisation of water and of all other forms of life. Such a position is ethically, socially and humanly untolerable.

traduzione:
Sono totalmente in disaccordo con la sua dichiarazione a nome della Commissione Europea: “Riteniamo che l'acqua sia un bene, come qualsiasi altra cosa".(18.05.2010 fonte EuObserver). Io mi oppongo fermamente a questa mercificazione dell'acqua e di ogni altra forma di vita. Questa posizione è eticamente, socialmente e umanamente intollerabile.


martedì 25 maggio 2010

GIUNTA ALTAMURANA WANTED!



La aspettiamo con ansia e con trepidazione, la immaginiamo con la fantasia più sfrenata, ne sognamo il volto rinnovato e serio ma essa si fa attendere: la giunta altamurana dell'amministrazione Stacca bis è timida e introversa e ci mostra solo una piccola parte di sé.

L'Ufficio Relazioni Esterne del Comune il 24.05.10 ha comunicato che:
A seguito delle dimissioni da assessori dei consiglieri comunali Nicola Loizzo e Luigi Lorusso, il Sindaco Mario Stacca ha provveduto a ricostituire la Giunta comunale nominando assessori Raffaella Petronelli e Vincenzo Schiraldi.

La giunta, riunita oggi, ha convalidato la nomina dei nuovi assessori accertando le condizioni di eleggibilità e compatibilità. L'esecutivo, inoltre, ha approvato alcuni provvedimenti tra cui la relazione al Rendiconto dell'esercizio finanziario 2009 (conto consuntivo).

Lo scorso 27 aprile, il sindaco Mario Stacca, in attesa della ufficializzazione del Consiglio Comunale, aveva nominato una Giunta tecnico-politica formata da Vito Casiello, Nicola Loizzo, Luigi Lorusso e Vito Zaccaria. E gli altri nomi? A quando la agognata ostensione? Abbiamo già dovuto attendere tempi biblici per la proclamazione del Consiglio Comunale che ha portato la novità della uscita di scena di Maria Basile (Altamura con Piglionica Sindaco) e la nomina della capolista Rosa Melodia; quali altri emozionanti colpi di scena ci attendono? L'operatività della giunta è assicurata ma a noi (come agli altri cittadini altamurani) preme conoscere i nomi del nuovo governo cittadino, guardare i visi che segneranno i prossimi cinque anni di amministrazione: we want you!

domenica 23 maggio 2010

Per la Commissione europea l'acqua è una merce: noi non ci stiamo!





COMUNICATO STAMPA

Denuncia della Facoltà dell’Acqua: per la Commissione europea l'acqua è una merce


A conclusione dei lavori della 4° sessione della Facoltà dell’Acqua 2010 (sede di Sezano-Verona) sui “Percorsi di governo dell’Acqua”, i partecipanti hanno approvato all’unanimità una dichiarazione in cui denunciano la scandalosa presa di posizione della Commissione Europea, attraverso il suo portavoce Joe Hennon, sull’acqua considerata come merce.

A tal fine invitano associazioni e movimenti attivi contro la mercificazione dell’acqua e la privatizzazione dei servizi idrici che condividono la proposta, a fare pressione sulla Commissione Europea con un mail-bombing, informazioni e video di denuncia sul sito www.monasterodelbenecomune.blogspot.com

Chiediamo agli organi di stampa di dare la massima diffusione all'iniziativa.

Segue il testo dei partecipanti alla Facoltà dell’Acqua sessione del 22 maggio 2010:
«Scandalosa e inaccettabile è la dichiarazione di Joe Hennon, portavoce della Commissione Europea dell'UE riportata da EuObserver, il quale ha affermato il 18 maggio 2010 che la Commissione Europea “considera l'acqua una merce, come qualsiasi altra cosa” (“we consider water to be a commodity, like anything else”). Questa è la risoluzione adottata dai partecipanti alla sessione del 22 maggio 2010 della Facoltà dell'Acqua dell'Università del Bene Comune, a Sezano (Verona) nella sede dell'ass. Monastero del Bene Comune, dedicata al tema “Per un governo dell'acqua pubblico e partecipato”.

Una dichiarazione inaccettabile perché conferma la deriva ultramercantile dell'Europa in materia di acqua iniziata con la Direttiva Quadro Europea sull'acqua del 2000 che sostiene “l'acqua non è una merce come le altre”, ma pur sempre una merce.

Scandalosa anche perché aggiungendo la specificazione “come qualsiasi altra cosa” conferma che la Commissione europea è favorevole alla mercificazione di ogni forma di vita materiale e immateriale.

I partecipanti alla Facoltà dell'Acqua invitano tutte le associazioni, i movimenti e quanti nella società civile sono attivi contro la mercificazione dell’acqua a prendere le iniziative appropriate di rigetto della posizione espressa dalla Commissione Europea».


Riccardo Petrella (Pres. Facoltà dell'Acqua dell'Università del Bene Comune),
Rosario Lembo (Dir. Facoltà dell'Acqua e Pres. Contratto Mondiale sull'acqua),
Silvano Nicoletto (Responsabile Comunità Stimmatini di Sezano),
Alessandro Mazzer (Pres. Ass. Monastero del Bene Comune – Verona),
Marco Job (Dir. CeVI - Udine),
Piero Pieraccini (Centro per la Pace – Cesena),
Loretta Moramarco e Michele Loporcaro (MeetUp ilGrillaio – Altamura),
Rosa Maria, Rossi, Marta Fischer, Michele Dorigatti, Gianni Mantovani, Giorgio Ceriani, Paolo Ferrari, Maria Luparelli, Natalina Colombaroli, Miria Pericolosi, Renzo Bellotti, Fulvio De Santa, Luca Cecchi, Valentina Zuccher, Francesca Ferrari, Emilio Battioni, Mariangela Abbadessa, Paola Libanti.


Invia anche tu una mail di protesta al portavoce della Commissione Europea (INFORMAZIONI e TESTO del mail-bombing su www.monasterodelbenecomune.blogspot.com o universitadelbenecomune.org


Contatti stampa:
Rosario Lembo tel 02 4079213
Alessandro Mazzer tel 349 8126644


"L'umanità non è semplicemente l'insieme degli esseri umani, ma sono gli esseri umani che vivono insieme"
(Riccardo Petrella)

sabato 22 maggio 2010

Per la CE l'acqua è una merce come tutte le altre!!!



BRUXELLES. La Commissione europea ha pubblicato il rapporto "2012 Water Scarcity and Droughts - Policy Review" sui risultati ottenuti dagli Stati membri nella lotta alla carenza idrica e alla siccità. «Anche se nel 2009 nei paesi dell'Europa meridionale le precipitazioni sono state più elevate rispetto agli anni precedenti, non sarà possibile arrestare l'eccessivo sfruttamento delle risorse idriche europee notoriamente limitate, e invertire le tendenze in atto senza un'azione più incisiva - sottolinea la Commissione - Una politica efficace di tariffazione dell'acqua e misure nel campo dell'efficienza e del risparmio idrico sono tutti elementi essenziali che potranno permettere all'Europa di disporre di acqua a sufficienza e di qualità adeguata a soddisfare le esigenze degli utilizzatori e ad affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici».

Questo si legge su alcuni siti italiani che riportano la notizia, ma quello che ha fatto saltare dalla sedia i difensori dell'acqua bene comune è stata la dichiarazione del portavoce CE Joe Hennan riportata da alcuni siti in lingua inglese e francese (leggi qui)
Commission spokesman Joe Hennan told EUobserver: "We are encouraging water pricing whether there is scarcity or not. We consider water to be a commodity like anything else. The cost of delivering water is not really being taking into account."
Ovvero: "Noi consideriamo l'acqua una merce come tutte le altre".
Si tratta di una dichiarazione di assoluta gravità.

Oggi esponenti del meetUp ilGrillaio hanno testimoniato l'impegno dei movimenti che lavorano su un territorio particolare come quello di Altamura alla Facoltà dell'Acqua c/o il Monastero del Bene Comune a Sezano (Verona).
In serata sarà diramato un comunicato a firma dei partecipanti alla Facoltà dell'Acqua sulla dichiarazione del portavoce CE che pubblicheremo sul blog del Grillaio nella giornata di domani.

Il TG1 perde pezzi



La lettera della dissidente Busi:

"Caro direttore ti chiedo di essere sollevata dalla mansione di conduttrice dell'edizione delle 20 del Tg1, essendosi determinata una situazione che non mi consente di svolgere questo compito senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali. Questa è per me una scelta difficile, ma obbligata. Considero la linea editoriale che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del quale il Tg1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di credibilità nei confronti dei telespettatori.
Come ha detto il presidente della Commissione di Vigilanza Rai Sergio Zavoli: 'La più grande testata italiana, rinunciando alla sua tradizionale struttura ha visto trasformare insieme con la sua identità, parte dell'ascolto tradizionale.
Amo questo giornale, dove lavoro da 21 anni. Perché è un grande giornale. E' stato il giornale di Vespa, Frajese, Longhi, Morrione, Fava, Giuntella. Il giornale delle culture diverse, delle idee diverse. Le conteneva tutte, era questa la sua ricchezza. Era il loro giornale, il nostro giornale. Anche dei colleghi che hai rimosso dai loro incarichi e di molti altri qui dentro che sono stati emarginati. Questo è il giornale che ha sempre parlato a tutto il Paese. Il giornale degli italiani. Il giornale che ha dato voce a tutte le voci. Non è mai stato il giornale di una voce sola. Oggi l'informazione del Tg1 è un'informazione parziale e di parte. Dov'è il Paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d'Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perché negli asili nido non c'è posto per tutti i nostri figli? Devono farsi levare il sangue e morire per avere l'onore di un nostro titolo.
E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i cassintegrati dell'Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perchè falliti? Dov'è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell'Italia esiste. Ma il tg1 l'ha eliminata. Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel Tg1 delle 20, diamo spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale.
L'Italia che vive una drammatica crisi sociale è finita nel binario morto della nostra indifferenza. Schiacciata tra un'informazione di parte - un editoriale sulla giustizia, uno contro i pentiti di mafia, un altro sull'inchiesta di Trani nel quale hai affermato di non essere indagato, smentito dai fatti il giorno dopo - e l'infotainment quotidiano: da quante volte occorre lavarsi le mani ogni giorno, alla caccia al coccodrillo nel lago, alle mutande antiscippo. Una scelta editoriale con la quale stiamo arricchendo le sceneggiature dei programmi di satira e impoverendo la nostra reputazione di primo giornale del servizio pubblico della più importante azienda culturale del Paese. Oltre che i cittadini, ne fanno le spese tanti bravi colleghi che potrebbero dedicarsi con maggiore soddisfazione a ben altre inchieste di più alto profilo e interesse generale.
Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore, una conduttrice, può soltanto levare la propria faccia, a questo punto. Nell'affidamento dei telespettatori è infatti al conduttore che viene ricollegata la notizia. E' lui che ricopre primariamente il ruolo di garante del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori.
I fatti dell'Aquila ne sono stata la prova. Quando centinaia di persone hanno inveito contro la troupe che guidavo al grido di vergogna e scodinzolini, ho capito che quel rapporto di fiducia che ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. E' quello che accade quando si privilegia la comunicazione all'informazione, la propaganda alla verifica.
Ho fatto dell'onestà e della lealtà lo stile della mia vita e della mia professione. Dissentire non è tradire. Non rammento chi lo ha detto recentemente. Pertanto:
1)respingo l'accusa di avere avuto un comportamento scorretto. Le critiche che ho espresso pubblicamente - ricordo che si tratta di un mio diritto oltre che di un dovere essendo una consigliera della FNSI - le avevo già mosse anche nelle riunioni di sommario e a te, personalmente. Con spirito di leale collaborazione, pensando che in un lavoro come il nostro la circolazione delle idee e la pluralità delle opinioni costituisca un arricchimento. Per questo ho continuato a condurre in questi mesi. Ma è palese che non c'è più alcuno spazio per la dialettica democratica al Tg1. Sono i tempi del pensiero unico. Chi non ci sta è fuori, prima o dopo.
2)Respingo l'accusa che mi è stata mossa di sputare nel piatto in cui mangio. Ricordo che la pietanza è quella di un semplice inviato, che chiede semplicemente che quel piatto contenga gli ingredienti giusti. Tutti e onesti. E tengo a precisare di avere sempre rifiutato compensi fuori dalla Rai, lautamente offerti dalle grandi aziende per i volti chiamati a presentare le loro conventions, ritenendo che un giornalista del servizio pubblico non debba trarre profitto dal proprio ruolo.
3) Respingo come offensive le affermazioni contenute nella tua lettera dopo l'intervista rilasciata a Repubblica 2, lettera nella quale hai sollecitato all'azienda un provvedimento disciplinare nei miei confronti: mi hai accusato di "danneggiare il giornale per cui lavoro", con le mie dichiarazioni sui dati d'ascolto. I dati resi pubblici hanno confermato quelle dichiarazioni. Trovo inoltre paradossale la tua considerazione seguente: 'il Tg1 darà conto delle posizioni delle minoranze ma non stravolgerà i fatti in ossequio a campagne ideologiche'. Posso dirti che l'unica campagna a cui mi dedico è quella dove trascorro i week end con la famiglia. Spero tu possa dire altrettanto. Viceversa ho notato come non si sia levata una tua parola contro la violenta campagna diffamatoria che i quotidiani Il Giornale, Libero e il settimanale Panorama - anche utilizzando impropriamente corrispondenza aziendale a me diretta - hanno scatenato nei miei confronti in seguito alle mie critiche alla tua linea editoriale. Un attacco a orologeria: screditare subito chi dissente per indebolire la valenza delle sue affermazioni. Sono stata definita 'tosa ciacolante - ragazza chiacchierona - cronista senza cronaca, editorialista senza editoriali' e via di questo passo. Non è ciò che mi disse il Presidente Ciampi consegnandomi il Premio Saint Vincent di giornalismo, al Quirinale. A queste vigliaccate risponderà il mio legale. Ma sappi che non è certo per questo che lascio la conduzione delle 20. Thomas Bernhard in Antichi Maestri scrive decine di volte una parola che amo molto: rispetto. Non di ammirazione viviamo, dice, ma è di rispetto che abbiamo bisogno
Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il pubblico, per la verità.
Quello che nutro per la storia del Tg1, per la mia azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori, nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il dovere."



venerdì 21 maggio 2010

QUANDO LA VOCE DEI G2 IMMIGRATI E’ CARICA DI SPERANZA PER IL FUTURO


Cosa accade quando si partecipa ad una serata dedicata alla generazione 2 (G2) degli immigrati in una città "particolare" sotto questo aspetto qual è Verona (organizzata dalla Cisl)?
Cosa si prova a sentire le parole di due bimbi di colore nati in Italia che... "se andiamo in Africa siamo extracomunitari, ma anche per la scuola italiana siamo etracomunitari"?
Cosa si prova ascoltando Basili, arrivato in Italia dalla Moldavia sotto un camion che ringrazia il suo dio di essere arrivato sano e salvo?
Cosa cambia se a questi incontri ci si ritrova (come italiani) ad essere minoranza?
Cosa cambia se a questi incontri si è immersi in una festa di saluti, in una tempesta calda di odori e colori?
Ragazzi, cambia tutto! Troppo spesso si parla di loro, ma senza di loro. E invece, il solo condividere uno spazio con uomini, donne e bambini provenienti da diverse parti del mondo, pone tutto sotto una luce diversa. La stessa luce che illumina uno splendido paesagio in un pomeriggio di primavera.
Maurice (Marocco) nel suo rap dice che il mondo, proprio come un paesaggio, è bello perché ma molti colori.

I colori di questa serata veronese sono straordinari e danzano e cantano sulle gambe di tanta bella gente.

giovedì 20 maggio 2010

L'anticultura dell'acqua vs il dialogo del rubinetto



In vacanza sul Lago di Molveno, dopo aver percorso il Sentiero delle Acque (16 fonti in poco più di 5 km), ti aspetti di cenare con un'ottima acqua di rubinetto locale e invece...ti propongono l'acqua in bottiglia, nonostante reiterate richieste e dopo aver sentito improbabili spiegazioni.
I "portatori d'acqua" devono affrontare queste piccole fatiche quotidiane per essere "testimoni credibili" della cultura dell'acqua (pubblica e democratica): niente paura, però, perché ci si diverte un mondo a vedere le facce sconvolte dei ristoratori e sentirli balbettare scuse sulla carenza di igiene della caraffa (salvo trovare a colazione caraffe aperte di succo di frutta o di té) o su inesistenti norme che impediscono loro di servire acqua di rubinetto.
L'anti-cultura dell'acqua è il segno di una cultura non illuminata e antidemocratica che non regge il dialogo perché non ha ragioni e, per questo, si rifugia nelle prese di posizione.

p.s. se non riuscite a farvi ascoltare, portate la vostra sete in locali più "democratici"...ce ne sono sia nel profondo sud che nell'incantevole cornice delle Dolomiti.

domenica 16 maggio 2010

L'ACQUA UNISCE, L'ACQUA NON HA COLORE


L'ACQUA UNISCE, L'ACQUA NON HA COLORE
Oltre 3000 firme in due settimane ad Altamura

A sole due settimane dall'inizio della raccolta firme per la campagna referendaria L'ACQUA NON SI VENDE, il nostro Comune ha fatto registrare cifre record: oltre 3000 firme moltiplicate per TRE quesiti. Mai si sono raccolte così tante firme in così poco tempo. Il caso Altamura fa scuola da diverso tempo. Altamura è stato il primo comune pugliese a sancire il Diritto all'acqua nello Statuto Comunale, lo scorso 9 febbraio 2010. Al Comitato Referedario ACQUA BENE COMUNE di Altamura hanno aderito tanti gruppi e singoli che vogliono

  • INFORMARSI ed INFORMARE sul perchè dei TRE REFERENDUM proposti dal Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua (www.acquabenecomune.org) e promossi in puglia dal Comitato Pugliese Acqua Bene Comune. Una firma informata implica più possibilità di successo per i referendum stessi;

  • IMPEGNARSI a promuovere e realizzare banchetti per la raccolta firme nelle forme e nei luoghi che ogni gruppo riterrà opportuno;

  • PROMUOVERE una sana Cultura dell'acqua (soprattutto nel quotidiano) a partire dallo scriteriato utilizzo delle acque in bottiglia insostenibili per l'ambiente e per le tasche dei cittadini. Se non è eticamente accettabile VENDERE L'ACQUA, dovrebbe derivarne che è altrettanto ingiusto COMPRARE l'ACQUA perché questo significa legittimarne la mercificazione.

  • DIVENTARE PORTATORI d'ACQUA.

Fino al 4 luglio 2010 il Comitato Referendario ABC di Altamura continuerà ad organizzare banchetti per la raccolta firme in diversi punti della città e c/o la Segreteria del Comune di Altamura – p.zza Municipio (orari ufficio). Il calendario dei banchetti altamurani aggiornato in tempo reale, così come i risultati settimanali della raccolta, saranno disponibili su: www.acquabenecomune-altamura.blogspot.com/ e su www.acquabenecomune.org.

Il Comitato referendario Acqua Bene Comune di Altamura invita gli organi di stampa, i cittadini (muniti di documento di riconoscimento), le realtà associative, il sindaco, gli amministratori e tutte le forze politiche di Altamura a contribuire, ognuno con i propri mezzi e possibilità alla migliore riuscita di questa importante iniziativa civica.

PER ADESIONI invia una mail ai referenti: Michele Loporcaro mic.lop73@gmail.com 328/9696766, Loretta Moramarco lorettamoramarco@gmail.com 328/7879816

Comitato Referendario Acqua Bene Comune Altamura

MeetUp ilGrillaio - Movimento Cittadino Aria Fresca - Ass. Molino d'Arte - Ass. Sopra la panca - SEL Altamura - Comitato Acquamura - Missionari Clarettiani Altamura - PRC Altamura - Comitato di Quartiere “Don Tonino Bello” - Fabbrica Nichi Altamura - Gi. Fra. Altamura - Ass. Culturale Free - Radio Regio Stereo Altamura - Ass. ilDugongo.


Calendario dei prossimi banchetti: banner a destra>>>>

giovedì 13 maggio 2010

LA GIUNTA REGIONALE APPROVA IL DDL ACQUA PUBBLICA!



La speranza che si era affievolita alla fine della scorsa legislatura regionale è tornata a ravvivarsi due giorni fa: nel pomeriggio dell'11 maggio la giunta regionale della Puglia ha, infatti, approvato il disegno di legge per la costituzione dell'azienda pubblica regionale "Acquedotto pugliese - AQP" realizzato dal tavolo tecnico congiunto "Acqua Bene Comune dell'Umanità" costituito da esponenti ed esperti della Regione Puglia, del Comitato pugliese "Acqua Bene Comune" e del Forum italiano dei Movimenti per l'Acqua che all'art. 5 stabilisce "L’AQP, ai sensi dell’art. 2 della presente legge, è un soggetto di diritto pubblico, non ha finalità di lucro e persegue il pareggio di bilancio. Gli eventuali avanzi di gestione sono finalizzati al miglioramento del servizio idrico integrato secondo i principi e le modalità di gestione previste dalla presente legge" e l'art. 6 . disciplina "il governo pubblico partecipato dell'acquedotto pugliese".
Adesso il testo passa al Consiglio regionale che - secondo gli impegni presi dal Presidente Vendola e dalla sua coalizione in campagna elettorale - dovrà essere approvato nei primi 100 giorni dell'attuale legislatura.


Giunta regionale approva ddl azienda Acquedotto Pugliese AQP
La Giunta regionale pugliese ha approvato poco fa il disegno di legge regionale che punta a regolare il governo e la gestione del servizio idrico integrato e a costituire l'azienda pubblica regionale "Acquedotto pugliese - AQP". Lo rendono noto il Presidente Nichi Vendola e l'assessore alle Opere Pubbliche, Fabiano Amati.
Il disegno di legge si compone di 15 articoli che stabiliscono i termini di governo e gestione del Servizio idrico integrato attraverso la costituzione dell'azienda pubblica regionale "Acquedotto Pugliese - AQP" che subentra all'Acquedotto pugliese s.p.a.
In particolare, si è ritenuto opportuno sottolineare nella relazione illustrativa che "la configurazione legislativo - amministrativa dell'AQP è di società per azioni a totale partecipazione pubblica; l'attuale assetto proprietario è ripartito tra la Regione Puglia (87% circa) e Regione Basilicata (13% circa), anche se allo stato, con Deliberazione n. 521 del 23.02.2010 la Giunta Regionale, prendendo atto della valutazione della Società Ernst & Young, si è impegnata ad acquisire le azioni detenute dalla Regione Basilicata non appena saranno reperite le somme necessarie, pari ad ? 12.200.000,00. Tale operazione è da considerarsi ovviamente necessaria per l'attuazione della presente legge". Inoltre, la Giunta pugliese ha adeguato il disegno di legge alla recente decisione del Governo nazionale di sopprimere entro il termine di un anno gli Ato.
Strettamente funzionale alla garanzia del diritto fondamentale dell'acqua potabile, affermato dall'articolo 1, è la previsione contenuta nell'articolo 2 della configurazione del servizio idrico integrato come servizio privo di rilevanza economica affidato ad un organismo di diritto pubblico sottratto alle regole della concorrenza.
La legge prevede, agli articoli 3 e 4, due strumenti a tutela del diritto all'approvvigionamento idrico: un fondo regionale, per garantire il diritto all'acqua potabile ai residenti, ed un fondo di solidarietà internazionale per finanziare progetti in paesi esteri. L'articolo 5 della legge prevede la trasformazione di AQP S.p.A. in soggetto giuridico di diritto pubblico senza scopo di lucro, con la possibilità di gestire anche attività diverse dal servizio idrico integrato, pur destinando gli eventuali utili al potenziamento del servizio idrico integrato.
Il governo della costituenda azienda, in ossequio alle finalità generali che costituiscono la sua mission, è improntato alla trasparenza e alla partecipazione delle comunità locali e della cittadinanza: l'art. 8, tra l'altro, prevede infatti la presenza, nel consiglio di amministrazione, di tre rappresentanti eletti da un'assemblea di sindaci dell'ambito territoriale ottimale; inoltre l'art.6 assicura ai cittadini, singoli e associati, la partecipazione alle principali decisioni, in osservanza del principio di sussidiarietà orizzontale sancito dall'art. 118 della Costituzione, e la sorveglianza e il controllo, anche attraverso meccanismi di sorveglianza e di consultazione in ordine ai livelli di servizio erogati.
L'articolo 7 disciplina le procedure per l'approvazione dello statuto dell'azienda mentre l'8 stabilisce la composizione del consiglio di amministrazione, riservando allo statuto la fissazione delle cause di impedimento e incompatibilità, le attribuzioni, il funzionamento e le indennità.
L'articolo 9 prevede il transito del personale di AQP S.p.A. nell'organico della azienda di nuova istituzione e il 10 indica i controlli regionali sulla società e i suoi organi, le ipotesi di revoca degli amministratori e di scioglimento del consiglio, e i poteri del commissario straordinario nominato in caso di scioglimento del consiglio di amministrazione.
L'articolo 11 prevede l'adeguamento alle disposizioni di legge degli atti dell'autorità d'ambito e dell'azienda regionale.
L'articolo 12 detta disposizioni per garantire il governo dell'azienda fino all'insediamento del nuovo consiglio di amministrazione.

Per rendere effettivo il diritto all'approvvigionamento per uso domestico, l'articolo 13 vincola il gestore del servizio a erogare un minimo quantitativo vitale, alla cui individuazione procede la Giunta Regionale sulla base degli indici di fabbisogno riconosciuti internazionalmente e delle disponibilità finanziarie esistenti.
Relazione e schema di ddl

martedì 11 maggio 2010

RINNOVAMENTI



Queste sono settimane di fuoco per chi promuove una NUOVA CULTURA dell'ACQUA. I vari referenti sparsi su tutto il territorio regionale girano come trottole da un capo all'altro della regione per parlare ai gruppi più diversi, promuovere la nascita di comitati referendari, illustrare i motivi dei tre referendum, spiegare la differenza tra questi e quello dell'IDV.
Anche il meetup ilGrillaio sta dando un grosso contributo a questa grande opera di sensibilizzazione fatta con piccoli ma incisivi mezzi, gli stessi che hanno portato alla modifica dello Statuto comunale:
  • giovedì 6 maggio eravamo a Molfetta ospiti dell'Azione Cattolica;
  • martedì 4 maggio ad un'assemblea degli studenti della Facolta di Lettera a Bari;
  • 24 aprile a Ruvo ospiti (per la seconda volta) della Fabbrica di nichi;
  • 24 marzo a Palo del Colle.... per elencare gli ultimi

Ieri sera il meetup ilGrillaio, nella veste di membro del Comitato Pugliese Acqua Bene Comune, ha incontrato i ragazzi di Rinnovamento Altamura che, per poco più di un'ora, hanno dedicato tempo del loro incontro per capire cosa non va nella privatizzazione dei servizi idrici.
Hanno intenzione di unirsi ai portatori d'acqua che ad Altamura stanno già raccogliendo le firme per i tre referendum per dire No alla privatizzazione e ai profitti sul bene comune acqua.
Bene così: questa battaglia non dovrebbe avere un preciso colore politico, dovrebbe essere una lotta di buon senso che vede PERSONE, anche di schieramenti diversi, unirsi per difendere la vita (quella che non potrebbe esistere senza l'acqua).
Certo, come ha affermato il Comitato Pugliese e il Forum Nazionale, non è possibile condividere l'idea dell'ACQUA BENE COMUNE senza pensare che la terra non ci appartenga, ma vada "custodita" e che tutti gli individui hanno gli stessi diritti (e doveri) indipendentemente dalle differenze di nazionalità, sesso, lingua, cultura, condizioni sociali ed economiche.
Insomma non si può fare una battaglia per l'acqua senza credere nei capisaldi della nostra (bellissima) Costituzione.
Perché come abbiamo ripetuto ormai mille volte: si scrive acqua ma si legge democrazia.

PROSSIMI APPUNTAMENTI UTILI:
  • stasera alle 20,30 c/o sala incontri SS. Rosario: riunione organizzativa Comitato Referendario ABC per Altamura;
  • mercoledì 12 maggio alle 20,00 c/o sala incontri S.Agostino: "PERCHE' TRE REFERENDUM sull'ACQUA" incontro promosso da AGESCI - ALTAMURA 1 - gruppo giovanissimi S. Agostino;

lunedì 10 maggio 2010

Acqua Bene Comune e acqua al proprio mulino (IDV altamurana)




Con il banchetto di ieri salgono ad oltre 3000 le firme raccolte ad Altamura per l'Acqua Pubblica. Mentre scriviamo non abbiamo ancora i dati degli altri comuni della puglia, ma tremilaquaranta firme non sono affatto poche, soprattutto se si tratta di firme informate. In ogni caso la nostra regione ha già raccolto il 70% delle firme totali assegnategli dal Forum Nazionale

Ieri mattina in piazza, in aggiunta al banchetto del Comitato Referendario Acqua Bene Comune, ce n'era un altro: quello dell'IDV. Già, perchè Di Pietro ha depositato un suo (UNO SOLO) quesito referendario che rassomiglia in parte al primo dei TRE quesiti del Forum.
IDV di Altamura è in leggera controtendenza rispetto ai loro colleghi del capoluogo pugliese i quali sostengono apertamente i TRE REFERENDUM del Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua (guarda le dichiarazioni del capogruppo IDV di Bari).
Ma tant'è! Capiamo la voglia di fare qualcosa di utile per il paese, ma a leggere bene i TRE quesiti è evidente che il quesito di DiPietro abroga l'art. 15 del Decreto Ronchi. Ora, poichè quest'ultimo modificava l'art. 23/bis della L.133/2008 (che trattava comunque l'acqua come una merce da affidare alle leggi del mercato!!!), togliere il primo significa lasciare vigente il secondo e questo non risolve affatto il problema della PRIVATIZZAZIONE dei SERVIZI IDRICI.

Ma non era più semplice entrare a far parte del neonato Comitato Referendario ACQUA BENE COMUNE di Altamura già tanto partecipato? Non era più sensata l'adesione al Comitato Pugliese Acqua Bene Comune dato che solo qualche mese fa gli stessi dirigenti dell'IDV regionale chiedevano al meetUp ilGrillaio ed allo stesso comitato Pugliese di relazionare all'assemblea programmatica del loro partito proprio per un libro bianco sull'ACQUA (relazioni, tra le altre cose, seguitissime ed applauditissime VEDI QUI).
Si può sempre tornare indietro, o no?

domenica 9 maggio 2010

Fraitendimenti


[Vignetta di Cruel.]

venerdì 7 maggio 2010

La 'Flotta della Libertà' contro l'embargo nella Striscia di Gaza


(fonte: italianimbecilli.blogspot.com)
Quando si parla di Striscia di Gaza, si intende davvero una piccola striscia di terra su un suolo depredato e occupato da Israele fin dal 1948. Prima di tale data, i palestinesi godevano di prosperità economica e intellettuale. Oggi quei palestinesi, un milione e mezzo di abitanti, sono prigionieri in quel fazzolettino di terra. Davvero prigionieri. Il potere economico, militare e politico di Israele ha rosicchiato sempre più la loro terra e ha stabilito i confini entro cui chiudere i palestinesi: prigionieri in casa loro. Si tratta di confini controllati militarmente. Ma non è stato sufficiente: gli israeliani sono riusciti a imporre un embargo atroce e, di fatto, quest'interdizione dell'import-export di materie prime e di medicinali nella Striscia si configura come il più duraturo nella storia dell'umanità. Apparentemente l'ONU fa la voce grossa contro Israele, in realtà ha sempre abbozzato. I palestinesi sono perciò perseguitati e ridotti in schiavitù. Che fare?
La Flotta della Libertà può essere una soluzione, certamente un sollievo temporaneo, una boccata di ossigeno alla popolazione martoriata. Otto navi, di cui tre cargo, cariche di merci e case prefabbricate dirette a Gaza. E non senza rischi. Le prime navi partiranno dall'Europa il 15 maggio con destinazione Grecia e Turchia - dice Anwar Garbi, membro della Campagna europea contro l'embargo a Gaza - là ci saranno le altre navi ad attendere. Poi tutte insieme si dirigeranno nella Striscia, passando per Cipro. Detta così sembra semplice, in realtà Israele potrebbe opporsi e mettere il bastone tra le ruote (leggasi proiettili nelle eliche). Ma il parlamentare svizzero Joseph Zisyadis è ben deciso: 'la direzione della flotta sarà una sola: la Striscia di Gaza, quali che siano le pressioni e le minacce israeliane'. Sempre Zisyadis avvisa che Israele, se mai dovesse opporsi alla flotta, potrebbe essere condotta di fronte a un tribunale. Certo, perché le navi viaggeranno in acque internazionali (senza confini) e un attacco israeliano si configurerebbe come atto di pirateria navale. C'è da ben sperare, questa volta, per i fratelli palestinesi stremati.
La Flotta della Libertà è organizzata dalla Campagna europea contro l'embargo a Gaza, da Free Gaza, dall'IHH turco, dalla Campagna greca e da quella svedese e partecipano anche altri parlamentari europei, oltre al già citato Joseph Zisyadis. La flotta imbarcherà anche 600 partecipanti provenienti da venti Paesi.
Ancora una volta, dobbiamo constatare come i governi delle nazioni del mondo (tanto bravi nella predica, quanto ipocriti nella pratica), debbano essere surclassati da iniziative non governative e sottoposti ai diktat di Israele (complice l'ONU). Forse perché le esportazioni di armi, anziché di viveri, sono più redditizie e non alimentano la tanto odiosa pace. Non alimentano, appunto.

giovedì 6 maggio 2010

L'acqua pubblica italiana agli italiani

"Volevamo fare un V-day sull’acqua l'8 maggio. Non è che noi non siamo più d’accordo per farlo, ma visto che tanti movimenti hanno già fatto un grande lavoro di raccolta firme, noi appoggeremo i movimenti territoriali che potranno essere appoggiati, se loro lo riterranno opportuno, anche dal nostro blog e da me personalmente." Con queste parole Grillo ha deciso di sostenere ufficialmente l'attività del Comitato Nazionale promotore dei referendum. Non poteva essere divesamente: i MeetUp che si stanno muovendo per la raccolta firme sono tantissimi in tutta italia e noi ne siamo un esempio concreto.

Tra coloro che avrebbero voluto aderire al comitato promotore nazionale ci sta anche Forza Nuova di R. Fiore (chi è? leggi qui). Non cercate questo nome e cognome su Wikipedia perchè leggeste:
Attenzione: questa pagina è stata oscurata e bloccata a scopo cautelativo a seguito di minaccia di azioni legali. Verrà eventualmente ripristinata alla fine della vicenda che la riguarda.

Essere per l'acqua pubblica è molto di più di una dichiarazione di principio: significa concepire l'intero pianeta in termini di relazioni. Tutto è in relazione con tutto: non esiste l'acqua "mia"! Dire no alla mercificazione dell'acqua significa concepire l'uomo come parte integrante del ciclo dell'acqua: gli uomini (tutti) sono parte dell'incessante ciclo dell'acqua.
Chi glie lo spiega a questi che nel 70% del loro corpo potrebbe scorrere il sudore di pelli scure degli abitanti dell'Africo sub-sahariana, le lacrime degli occhi stretti cinesi... la saliva degli arabi o l'urina degli ebrei?



(dal blog di Susanna Ambivero)

Esiste ancora in Italia chi crede nei valori e nei principi di solidarietà e fratellanza e a questi principi non rinuncia, neppure davanti alle lusinghe e alla promessa di un comodo sostegno.
Ovviamente non sto parlando di una forza politica, ambiente che ha dimostrato già numerose volte di essere pronto e disponibile a scendere a qualsiasi genere di compromesso pur di potersi assicurare una manciata di voti in più, sto parlando invece di uno dei pochissimi movimenti che si è riuscito a costituire mantenendo lontana qualsiasi influenza dei partiti, il Comitato Promotore del referendum per l'acqua pubblica .
Nel silenzio della quotidianità questo semplice comitato, degnamente rappresentato da una personalità straordinaria come Padre Alex Zanotelli, sta dando una lezione di rettitudine e moralità a tutta l'Italia, dimostrando che la coerenza e la correttezza, in questo disastrato Paese, sono ancora possibili.
Certo questo rigore morale i ragazzi del Comitato lo stanno pagando caro come dimostra l'azione che non può essere definita diversamente se non di boicottaggio che l'Italia dei Valori ha messo in opera davanti al rifiuto del Comitato a “farsi mettere il cappello”. Ora la minaccia di ritorsioni se non ci si piega alla prepotenza dell'ipocrisia partitica si ripete, protagonista il partito di ispirazione nazi-fascista Forza Nuova.
Forza Nuova pochi giorni fa aveva proposto al Comitato Promotore del referendum per l'acqua pubblica un appoggio, proposta respinta al mittente con la seguente lettera.

La lettera del Comitato Promotore del referendum per l'acqua pubblica sull'adesione di Forza Nuova
In merito al comunicato di adesione al Comitato Promotore del referendum per l'acqua pubblica, pervenuto da Forza Nuova, iI suddetto Comitato Promotore intende ribadire che la lotta per l´acqua come bene comune e diritto umano universale è parte di una concezione del mondo e della società che, pur nella diversità delle esperienze che la promuovono, nasce da valori comuni che fanno dell´antifascismo, dell´antirazzismo e della solidarietà fra i popoli e le persone il proprio elemento costituente. Non è pertanto possibile né auspicabile alcuna collaborazione con chi ha una storia politica che si distanzia in modo radicale dai suddetti principi, condivisi da tutte le realtà che compongono il Comitato Promotore.
A Forza Nuova chiediamo espressamente di astenersi da dichiarazioni di solidarietà e dalla partecipazione all'iniziativa referendaria che, alla luce di quanto sopra, sono per noi inaccettabili e irricevibili.
Non si è fatta attendere la replica di Forza Nuova per mezzo del suo leader Roberto Fiore (leggi qui)

Se mai ce ne fosse stato bisogno questa vicenda è la dimostrazione che la società civile esiste anche in Italia, la si riconosce per il fatto che non scende MAI a compromessi con la politica.

mercoledì 5 maggio 2010

BUONE NOTIZIE DALLA PUGLIA



vi ricordiamo che il banchetto previsto per oggi in p.zza Duomo è spostato in p.zza Resistenza dalle 17,30 alle 22,00. Spargete la voce tra quanti ancora non hanno firmato

Ciao a tutti,

in due settimane la Puglia ha raggiunto e superato il numero di firme raccolte in sei mesi nel 2007 a sostegno della Legge di Iniziativa Popolare e i banchetti si moltiplicano! Oltre 31.500 persone hanno sottoscritto ognuno dei tre quesiti referendari (a margine il dettaglio per provincia).
Ma la Festa dei Lavoratori ha portato con se altre importanti novità che qui vi sintetizzo.

IDV. Il capogruppo IdV al Comune di Bari, Emanuele Pasculli, il 1 maggio ha firmato i tre quesiti referendari promossi dal Forum italiano Movimenti dell'acqua e non quello del suo partito. “Pure essendo capogruppo di un partito politico - ha dichiarato - ho scelto quello che è più giusto. L'unica possibilità di poter rivendicare la ripubblicizzazione dell'acqua è firmare questi tre quesiti referendari, contrariamente a quello promosso dell'IdV che preserva lo status quo e involontariamente consente la coesistenza di pubblico e privato”.

PD. Cambia l’Italia Puglia (area del Partito Democratico, ex mozione Marino), ADERISCE al comitato pugliese “Acqua Bene Comune” per la campagna referendaria contro la privatizzazione dell’acqua e al percorso di ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese, e - considerato che molti iscritti al partito, alcuni circoli, parlamentari ed assessori pugliesi aderiscono alla campagna referendaria contro la privatizzazione dell’acqua – chiede al PD Puglia di convocare al più presto i propri organismi dirigenti, perché il PD pugliese esprima ufficialmente la posizione rispetto all’acqua e sul referendum sull’acqua pubblica.

La UIL PUGLIA ha aderito ufficialmente alla campagna referendaria. “L'acqua è un bene essenziale- si legge nella lettera- che deve essere restituito alla gestione collettiva, contro tutte le norme che, in questi anni, hanno spinto verso la privatizzazione dell'acqua”.


Margherita Ciervo Per il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”





martedì 4 maggio 2010

GRILLAIO RADIO PER L'ACQUA




Ieri ilGrillaio è andato in onda in tutta Italia grazie all'ospitalità di Radio Popolare Network e del programma Jalla! Jalla!.
Potete ascoltare il servizio qui (dal minuto 14).
ilGrillaio e l'esperienza di Altamura fanno scuola!!!
Da due mesi andiamo in giro per i comuni limitrofi con i ragazzi del Comitato Pugliese Acqua Bene Comue, ospiti dei comitati che sorgono spontanei di giorno in giorno. Ci chiedono come abbiamo fatto in un comune con un'amministrazione di centro destra. Il comune di Follonica (GR) ha chiesto materiale sulla delibera. A tutti coloro che ce lo chiedono diciamo che questa è una battaglia che non può che passare per una grande mobilitazione popolare. E' quello che con i nostri piccoli mezzi abbiamo cercato di fare ad Altamura. Ogni persona che ha partecipato ai nostri incontri è diventata PORTATRICE d'ACQUA: è tornata a casa ed ha cominciato a diffondere una NUOVA CULTURA dell'ACQUA a partire dal quotidiano (perchè è lì che ci fregano!). Siamo tutti d'accordo con l'ACQUA DIRITTO, ma ne giustifichiamo e sponsorizziamo la mercificazione ogni qualvolta acquistiamo acqua in bottiglia.
Se non è giusto VENDERE l'ACQUA, non è giusto COMPRARLA, o no?
Tre “Si” per l’acqua pubblica. E’ l’obbiettivo del Forum italiano dei movimenti per l’acqua, per cancellare il decreto Ronchi che ha messo l’acqua pubblica in vendita dal prossimo Gennaio. Nelle prime due settimane di campagna sono state raccolte duecentomila firme. “Un risultato soprendente” commenta ai nostri microfoni Emilio Molinari; Claudio Jampaglia -ospite in studio- ci guiderà di qui alle prossime trasmissioni in un’Italia poco raccontata e resistente: quella che dal basso ha respinto la privatizzazione delle risorse idriche. Prima tappa Altamura, nel racconto di Michele Loporcaro, del comitato.

lunedì 3 maggio 2010

Altamura città dell'acqua: oltre 2300 le firme raccolte!



Superate abbondantemente le 2300 firme in soli due giorni e mezzo di raccolta!
Il 25 aprile erano già 1300 a cui si sono aggiunte quelle raccolte il 29 aprile, le oltre 700 raccolte ieri durante la Fiera dell'Altro Mondo Possibile a Fornello e le 300 firme della giornata di ieri.
Il sostegno dei cittadini non può che rincuorarci e farci sperare in un ottimo risultato per il referendum!
Qualcuno ci ha chiesto: chi siete? Chi vi finanzia?
Siamo quelli del Grillaio e ci auto finanziamo, dedichiamo il nostro tempo e le nostre energie gratuitamente convinti che questa battaglia sia fondamentale.
Attorno al tema dell'acqua si è creato un gruppo eterogeneo il Comitato Referendario Acqua Bene Comune Altamura - abbiamo aggiunto - che non può essere facilmente "definito" perché raccoglie sensibilità diverse che su alcuni temi la pensano diversamente, ma che sono convinti della necessità di difendere l'acqua pubblica, ultimo baluardo prima della caduta di ogni bene comune e dello svuotamento della democrazia.
Ci ha stupito constatare la diffidenza di alcuni giovani e la convinzione di molti anziani che con la grafia incerta non avevano dubbi a firmare: gli pareva inconcepibile che si potesse arrivare a privatizzare l'acquedotto! Tanti credevano che le norme non fossero ancora in vigore.
E perché l'hanno fatto? - ci ha chiesto qualcuno.
Signori - gli abbiamo spiegato - le multinazionali dell'acqua "privata" (che sono le stesse dell'acqua imbottigliata) sono più potenti dei governi e formano, anche culturalmente, i governanti con un Forum Mondiale dell'Acqua che sembra un organismo indipendente e, invece, è finanziato e gestito dalle multinazionali. Dopo l'approvazione dell'ultima norma di privatizzazione le azioni di quelle società sono schizzate alle stelle!
L'acqua ci sta consentendo di parlare con la gente e di essere cittadini più informati e quindi attivi.
L'acqua ci sta insegnando quanto è faticosa la democrazia, ma anche quanto è affascinante: richiede conoscenza, approfondimento, dedizione ma porta buoni frutti e ad Altamura li stiamo già raccogliendo. Durante la campagna SALVA L'ACQUA per la modifica dello statuto comunale abbiamo parlato a tantissimi (oltre 15 incontri pubblici in 2 mesi) della necessità di una nuova cultura dell'acqua! Quei tantissimi ne hanno parlato ad altri e sono diventati quei tanti di più che ora vengono a firmare per il referendum e che sicuramente lo andranno anche a votare!
Perchè (non ci stancheremo mai di ripeterlo) si scrive Acqua ma si legge democrazia.