venerdì 7 maggio 2010
La 'Flotta della Libertà' contro l'embargo nella Striscia di Gaza
(fonte: italianimbecilli.blogspot.com)
Quando si parla di Striscia di Gaza, si intende davvero una piccola striscia di terra su un suolo depredato e occupato da Israele fin dal 1948. Prima di tale data, i palestinesi godevano di prosperità economica e intellettuale. Oggi quei palestinesi, un milione e mezzo di abitanti, sono prigionieri in quel fazzolettino di terra. Davvero prigionieri. Il potere economico, militare e politico di Israele ha rosicchiato sempre più la loro terra e ha stabilito i confini entro cui chiudere i palestinesi: prigionieri in casa loro. Si tratta di confini controllati militarmente. Ma non è stato sufficiente: gli israeliani sono riusciti a imporre un embargo atroce e, di fatto, quest'interdizione dell'import-export di materie prime e di medicinali nella Striscia si configura come il più duraturo nella storia dell'umanità. Apparentemente l'ONU fa la voce grossa contro Israele, in realtà ha sempre abbozzato. I palestinesi sono perciò perseguitati e ridotti in schiavitù. Che fare?
La Flotta della Libertà può essere una soluzione, certamente un sollievo temporaneo, una boccata di ossigeno alla popolazione martoriata. Otto navi, di cui tre cargo, cariche di merci e case prefabbricate dirette a Gaza. E non senza rischi. Le prime navi partiranno dall'Europa il 15 maggio con destinazione Grecia e Turchia - dice Anwar Garbi, membro della Campagna europea contro l'embargo a Gaza - là ci saranno le altre navi ad attendere. Poi tutte insieme si dirigeranno nella Striscia, passando per Cipro. Detta così sembra semplice, in realtà Israele potrebbe opporsi e mettere il bastone tra le ruote (leggasi proiettili nelle eliche). Ma il parlamentare svizzero Joseph Zisyadis è ben deciso: 'la direzione della flotta sarà una sola: la Striscia di Gaza, quali che siano le pressioni e le minacce israeliane'. Sempre Zisyadis avvisa che Israele, se mai dovesse opporsi alla flotta, potrebbe essere condotta di fronte a un tribunale. Certo, perché le navi viaggeranno in acque internazionali (senza confini) e un attacco israeliano si configurerebbe come atto di pirateria navale. C'è da ben sperare, questa volta, per i fratelli palestinesi stremati.
La Flotta della Libertà è organizzata dalla Campagna europea contro l'embargo a Gaza, da Free Gaza, dall'IHH turco, dalla Campagna greca e da quella svedese e partecipano anche altri parlamentari europei, oltre al già citato Joseph Zisyadis. La flotta imbarcherà anche 600 partecipanti provenienti da venti Paesi.
Ancora una volta, dobbiamo constatare come i governi delle nazioni del mondo (tanto bravi nella predica, quanto ipocriti nella pratica), debbano essere surclassati da iniziative non governative e sottoposti ai diktat di Israele (complice l'ONU). Forse perché le esportazioni di armi, anziché di viveri, sono più redditizie e non alimentano la tanto odiosa pace. Non alimentano, appunto.
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