sabato 30 gennaio 2010

Democrazia e Beni Comuni



In Campania la lotta per l'Acqua Pubblica sta incapando nelle mistificazione che consente raggirare la gente, ma non il popolo dell'acqua. Una proposta di legge (intitolata ACQUA PUBBLICA) proponeva in realtà la gestione attraverso Società per Azioni.
Sempre in campania si fanno insistenti le voci circa l'individuazione di 2 siti per le scorie nucleari, in una regione già martoriata da discariche (più o meno legali) e inceneritori. Eppure la Regione campania recentemente si è espressa CONTRO le centrali nucleari (VEDI QUI)
NO alle centrali, le scorie possono esserci!
Per fortuna i comitati di cittadini attivi/attenti fanno bene il loro dovere.
In attesa di informazioni più precise: Stateve accuorte!

PS: ieri si è riunita la conferenza dei capigruppo del Consiglio Comunale di Altamura. Aspettiamo trepidanti l'ordine del giorno aggiuntivo.
Perchè si scrive acqua ma si legge democrazia

venerdì 29 gennaio 2010

Presidio Democratico: le gocce scavano la roccia!



Dopo 16 gocce di incontri pubblici
2 gocce di manifestazioni in piazza
17 gocce di consiglieri concordi
ma soprattutto dopo oltre 2600 gocce di firme protocollate
I cittadini hanno "presidiato" il Consiglio Comunale di Altamura per sollecitare l'integrazione dello Statuto comunale con l'inserimento del riconoscimento del diritto all'acqua e del servizio idrico come privo di rilevanza economica.
Le gocce blu che portavamo come simbolo della battaglia per l'acqua pubblica hanno dato vita ad una manifestazione composta ma rumorosa come solo la partecipazione attiva e disinteressata può essere.
Ieri sera non c'era il Meetup in Comune: c'erano i cittadini - senza alcuna connotazione partititica - che credono nell'ACQUA BENE COMUNE e che chiedono ai loro rappresentanti di NON DIMENTICARE L'ACQUA.
Il presidente del Consiglio Lagonigro ha affermato che la proposta di modifica ha finalmente superato i passaggi tecnici e potrebbe approdare nella conferenza dei capigruppo (che si tiene proprio oggi pomeriggio) ed essere inserita nell'ordine del giorno.
Oggi, come nei prossimi giorni, terremo alta l'attenzione perché a queste parole seguano i fatti.
Invitiamo il popolo dell'acqua a continuare a "star vicino" ai nostri rappresentanti, cominciando da oggi, quando i capigruppo si incontreranno (alle 18.30 circa) per decidere l'ordine del giorno.
Ricordate che goccia dopo goccia l'acqua scava anche la roccia!

giovedì 28 gennaio 2010

l'ACQUA e la ag GIUNTA faticosa al comune Altamura!



QUESTA MATTINA sono state consegnate/protocollate altre 423 firme in 22 moduli.
Sono quasi 2700 firme.
Qualche giorno fa l'assemblea dei capigruppo ed il Presidente del Cosiglio comunale hanno pubblicato il 2° Odg aggiuntivo ed anche questa volta la proposta di delibera per il DIRITTO all'ACQUA nello Statuto Comunale non è stata inserita.

Agli oltre 2600 cittadini che hanno firmato la petizione durante la campagna SALVA l'ACQUA, andrebbe spiegato il perchè di questo incomprensibile ritardo.
Sono passati quasi 2 anni dal maggio 2008, quando con una delibera di Giunta il sindaco e i suoi assessori:
- aderivano alla legge di iniziativa popolare per l'ACQUA PUBBLICA e la RIPUBBLICIZZAZIONE dei SERVIZI IDRICI;
- aderivano al coordinamento pugliese enti locali per la ripublicizzazione dei servizi idrici;
- si IMPEGNAVANO..... (leggete bene!) AD INSERIRE IL DIRITTO ALL'ACQUA NELLO STATUTO COMUNALE !!!!!!


Sono passati 2 mesi da quando abbiamo protocollato la prima richiesta con le prime 1650 firme (era il 24nov09); quasi contemporaneamente la ns richiesta veniva formalizzata dal cons. E. Colonna (la nostra, così come la petizione, non ha un valore giuridico, ma HA UN GRAN VALORE POLITICO!!!).
A questa proposta di delibera, il 12 gennaio 2010, se ne è aggiunta un'altra (sostanzialmente uguale) sottoscritta da altri 16 (sedici!) consiglieri di ogni colore (guarda qui): se messo in condizioni di ascoltare/capire nessun consigliere mediamente ragionevole NON SOTTOSCRIVEREBBE l'istanza "dell'ACQUA". E allora?
Com'è che si riesce ad inserire OdG di varia natura fino a qualche ora prima del consiglio ed, invece, si lascia fuori qualcosa che è richiesta da 2 mesi??

La questione è tutta qui: portare la delibera in consiglio e far votare.
La gente vuole sapere (con i fatti!) di chi ci si portrà fidare, non solo quando avrà da lottizzare l'orto della bisnonna o il pascolo del prozio...Vuole sapere chi starà dalla parte del popolo, quando bisognerà battersi per mantenere il controllo pubblico su un Bene essenziale come l'acqua! (vi pare poco?)

Che strano.... sembra un deja vù... in quella che Dante definì "terra sitibonda ove il sole si fa vino". E l'acqua?


mercoledì 27 gennaio 2010

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario (Primo Levi)



Sul sito www.tommasofiore.it il diario inedito dell'altamurano Paolo Baldassarra internato nei campi di concentramento di Wietzendorf, Hannover, Freden e Fischbecker in Germania. Un modo non retorico per ricordare il dramma dei deportati in occasione della giornata della memoria


Segni dei tempi
- di daniela tuscano -

Questa volta sono costretta ad affidarmi alla sola scrittura. Per ragioni inspiegabili, infatti, Blogspot non sta accettando né la pubblicazioni di link, né di video, né di immagini.

Odioso e intollerabile, soprattutto oggi. Ma, d'altra parte, tornare alle nude parole serve a rendere queste ultime più espressive. Saranno i miei colori. Per ricordarmi che appartengo alla specie sapiens, e non a quella che ci sta soppiantando, la videns.

In fondo, non c'è nulla da vedere. Quando, in Israele, visitai il museo della Shoah, non ricordo colori. Li percepivo solo razionalmente, ma la mia sensazione rimase quella del grigio e del nero. C'era pure un giallo, il giallo degli archivi, dei cataloghi, dei faldoni: un giallo burocratico e malato, quindi, di conseguenza, un non-colore anch'esso, come la morte.

La lettura integrale del Diario di Anne Frank in una scuola elementare di Usmate ha provocato la denuncia del deputato leghista Paolo Grimoldi. Secondo lui, vi è un passo nel quale Anne Frank descrive le proprie parti intime in modo così minuzioso da suscitare inveitabilmente turbamento in bambini di età scolare.

Il leghista afferma di esser stato interpellato da alcuni timorati genitori. Ai quali ha risposto 1) che esiste l'autonomia scolastica ("purtroppo", immaginiamo abbia pensato tra sé), 2) che forse di quest'autonomia si è abusato, 3) che sarebbe intervenuto presso il Ministero dell'Istruzione, come ha fatto: "Credo che quelle pagine per bambini di nove anni si possano definire hard". L'unica risposta che non ha fornito, e che sarebbe stata la più naturale, ovvia, banale, è che "quelle pagine hard" erano state scritte da una bambina; pertanto non si capisce come potessero turbare la coscienza di altri coetanei, del cui parere, va da sé, non abbiamo notizia positiva.

Ieri Daniele Sensi (danseni su youtube) ha diffuso una registrazione radiofonica, Cultura padana di Andrea Rognoni, in onda su Radio Padania. Rognoni si definisce "figlio di un deportato e quindi "uno che ama gli ebrei con tutto il cuore, ma come popolo, non come lobby di potere diffusa nel mondo". Il sillogismo è, in verità, assurdo, visto che non tutti i deportati, per il solo fatto di esser tali, amavano gli ebrei. Ma il Nostro prosegue: "Hanno fatto di Anna Frank una santa, tanto da dedicarle una giornata, il 27 gennaio, e ne difenderebbero il Diario anche se vi fossero colate quattro pagine di sterco". Il nostro amico degli ebrei, nel suo aulico linguaggio, concede che sì, il Diario è un bellissimo libro, che occorre leggere, senza però che "i nostri bambini possano accedere a pagine che parlano di clitoride, di vagina e di altre menate di questo genere". Forse pensa a un nuovo Indice dei libri proibiti in salsa padana, dove purgare i testi pericolosi, in modo che escano con l'imprimatur legaiolo.

Ma chi sarebbero gli sciagurati che "hanno fatto di Anna Frank una santa", dedicandole addirittura (!) una giornata, il 27 gennaio (che in realtà commemora l'apertura di Auschwitz, ma non soffermiamoci su questi dettagliucci, via...)? Eccoli: "Non vogliamo vedere film dove gli omosessuali si slinguazzano tra loro; la depravazione morale sta raggiungendo il suo limite estremo, arrivando a superare la cattiveria con la quale Hitler ha mandato sei milioni di ebrei a morire. Crepate, voi che ci date dei moralisti e dei bacchettoni, crepate assieme a Satana [Satana crepa?]. Noi siamo sicuri di salvarci; voi crepate pure". Chi fa propaganda per quella svergognata piccola ebrea sono le lobby demoplutomassoniche e omosessuali. Ecco.

L'ayatollah Khamenei starnazza: "Un giorno Israele sparirà". E' quanto si augurano anche molti "sinistrissimi" da me già denunciati nell'articolo Antisemitismo, nessuna ambiguità. Con la scusa di difendere i diritti dei palestinesi, essi vorrebbero la distruzione sia dello Stato, sia del popolo ebraico. E quando, nelle manifestazioni, bruciano la bandiera d'Israele velati dalla kefiah, esprimono un desiderio molto concreto.

Il vescovo polacco Tadeusz Pieronek, in un'intervista al sito Pontifex, ammette a denti stretti che sì, nei campi di concentramento morirono moltissimi ebrei, anche se - aggiungiamo noi - meno di quanto qualcuno sperasse. Però "non è lecito impossessarsi di quella tragedia per farne della propaganda. La Shoah come tale è un'invenzione ebraica, si potrebbe parlare della stessa cosa per le vittime del comunismo". Anch'egli, poi, rievoca la tragedia dei palestinesi, sottaciuta sempre a causa delle lobby (ebraiche, naturalmente). Non molto diverse le invettive d'un suo confratello italiano, mons. Babini. Egli indirizza le sue misericordiose frecce soprattutto agli omosessuali, che "gli fanno ribrezzo", e contro l'Islam, "religione anticristiana e violenta, senza inutili e insensate distinzioni tra moderati ed estremisti", però ne ha pure per gli israeliti, e non potrebbe essere altrimenti dato che i razzisti, sia di destra sia di sinistra, li considerano fomite di ogni male e depravazione. Contraddicendo la bella definizione di Giovanni Paolo II, "gli ebrei non sono i nostri fratelli maggiori. O meglio, lo sono stati fino all'arrivo di Cristo, poi lo hanno abbandonato e non conosciuto. Loro sono contro la storia e dal Nuovo Testamento in poi hanno scelto di non essere nostri fratelli. Sull'albero dell'ulivo è stato fatto un 'inserto' diverso. La Chiesa è nata da Cristo e non dagli ebrei".

E' vero: la Chiesa è nata da Cristo, che era ebreo; e infatti per un secolo circa i cristiani, definiti in tal modo - spregiativo - solo da Roma, si riunivano nelle sinagoghe; a Cafarnao, sopra l'abitazione dell'ebreo Pietro, primo Papa, sorge un santuario, proprio di fronte al tempio ebraico di stile ellenistico dove i primi seguaci di Cristo erano soliti riunirsi. Tutto quanto è conosciuto molto bene da mons. Babini, come si evince dalle sue illuminanti parole. Un autentico cristiano, senza dubbio.

In effetti non servono commenti né chiose a tanta sapienza. Non serve nemmeno controbattere, tanto essa giace lì, inerte e stolida, macilenta e coagulata, come un sangue amaro ricaduto su chi l'ha profusa. Si teme Anne Frank perché si teme la verità; e si nega, o si minimizza la Shoah, si tornano a evocare lobby, massonerie, complotti ebraico-plutocratici e, dulcis in fundo, omosessuali per il solito motivo: che Auschwitz è esistito. E qualcuno vorrebbe si ripetesse (P. Levi).

martedì 26 gennaio 2010

ACQUA in COMUNE (n.6): Presidio Democratico per l'ACQUA BENE COMUNE



Vendola ha stravinto le primarie. Ora si auspica che prosegua quella "rivoluzione idrica" iniziata il 20 ottobre 2009 con la delibera di giunta che (tra le altre cose) impegnava la giunta a presentare la legge di ripubblicizzazione dell'Acquedotto Pugliese entro questa legislatura...
e ora?
Non dimentichiamoci, che i rappresentaNTI migliorano se migliorano i rappresentaTI.

Segue invito per gli altamurani che hanno a cuore l'acqua come Bene Comune

Presidio Democratico per l'ACQUA BENE COMUNE
giovedì 28 gennaio 2010 ore 20,00
c/o la sala consiliare del comune di Altamura

Senza capi, senza bandiere, solo persone che chiedono che si rispetti il loro futuro.

C'E' BISOGNO DI RICORDARE AI NOSTRI AMMINISTRATORI
CHE CON L'ACQUA NON SI SCHERZA!

Sancire il diritto all'acqua e la non rilevanza economica del servizio idrico, all'interno dello Statuto comunale significa mettere un "paletto" nei confronti dei tentativi di privatizzazione delle reti idriche che si fanno sempre più insistenti con l'attuale quadro normativo (art. 15 DL 135/2009)

PERCHE' PARTECIPARE

- oltre 2600 cittadini altamurani hanno firmato una petizione per chiedere di inserire il DIRITTO all'ACQUA nello Statuto comunale;
- nel 2008 il comune di Altamura si è già espresso (favorevolmente) rispetto all'ACQUA come DIRITTO e alla necessità della gestione pubblica dei servizi idrici ;
- il sindaco dice che è d'accordo;
- 19 consiglieri hanno già firmato una proposta di delibera per modificare lo statuto...

NONOSTANTE TUTTO QUESTO,
NONOSTANTE LA PROMESSA di sindaco, assessori e consiglieri...
NONOSTANTE sia sufficiente metterla in calendario,
al comune hanno programmato 7 (SETTE!!!) consigli comunali (gli ultimi di questa legislatura) SENZA METTERE LA QUESTIONE ACQUA all'Ordine del giorno.

riteniamo che UNA RISPOSTA alle 2600 persone che hanno firmato vada data:
BISOGNA VOTARE per la modifica dello Statuto Comunale

Difficile credere che tutto dipenda dal Presidente del Consiglio Lagonigro, il quale si è pubblicamente espresso in favore della gestione PRIVATA dell'acqua ("... perchè rende di più" - per chi, però, non lo dice!).

Ecco perchè dopo l'ultimo incontro pubblico, qualcuno ha proposto di recarsi insieme al Consiglio Comunale del 28 gennaio 2010 alle ore 20,00: zitti zitti, piano piano, per far sentire la ns presenza fisica e RICORDARE AI NOSTRI AMMINISTRATORI CHE CON L'ACQUA NON SI SCHERZA! Avremo come contrassegno una goccia blu che mostreremo ai consiglieri.

lunedì 25 gennaio 2010

Maria Stella e la pubblica distruzione (Appello per la geografia)



Negli ultimi dieci anni la spesa del ministero dell’istruzione è aumentata del 30%: da 33 miliardi di euro nel 1999 a 43 miliardi nel 2008. La spesa pubblica per la scuola è esplosa. I tagli e le tasse di Maria Stella senza migliorarne la qualità, che è costantemente diminuita e degradata. Gli otto miliardi di risparmio programmati per i prossimi tre anni non tagliano la spesa attuale, ma evitano lo sfondamento del tetto dei 50 miliardi di spesa senza qualità: non si vuole spendere meno ma si vuole spendere meglio, investendo in innovazione, formazione, premi per i docenti meritevoli, edilizia scolastica. Non incidere sui meccanismi di spesa vuol dire assumersi la responsabilità del tracollo. Il piano del governo pone le premesse per un innalzamento della qualità del sistema, innescando un circolo virtuoso: efficienza (stesso risultato a costi minori), maggiori risorse da investire, più qualità. I risparmi saranno reinvestiti nella scuola per premiare i docenti più meritevoli".

E’ quanto si legge sul sito governoberlusconi.it che puntigliosamente rivendica la politica e la logica che sottintende i famosi “tagli orizzontali” praticati dal governo Berlusconi. Per un'analisi attenta della questione vi rimandiamo all'articolo di Petro Salvato su giornalettismo.it.
Vorremmo invece soffermarci su un preoccupante aspetto di questo ennesimo colpo meschino alla scuola pubblica italiana: la SCOMPARSA DELLA GEOGRAFIA! Stando infatti agli ultimi tentativi del nostro governo di "riformare" la scuola superiore, il consiglio dei ministri ha suggerito al ministro Gelmini (agli ordini!) che dovendo diminuire i costi, si può iniziare a tagliare partendo dalla geografia.
A che serve conoscere luoghi e spazi geografici, se non hai il telefonino con il navigatore che ti dice dove sei? Capire dove si trova il posto in cui sei.... beh! cosa vuoi che mi importi sapere dov'è il posto in cui sono: so dove sono e questo è sufficiente per poter dire di esservi stato quando tornerò e mi vanterò con i compagni mostrando i souvenir!
A che serve sapere dove sorge il sole e quale percorso segna l'ombra di un albero in piena estate? Non devo mica tenere in fresco l'acqua quando vano al mare: la compro al bar del lido, no?
A che seve sapere quali sono le differenze paesaggistiche, culturali, economiche tra l'Italia e l'america latina!! Quello che conta è avere la carta di credito per poterci andare, tanto i villaggi MEDiocriTOUR sono tutti uguali!!! E meno male che ci andiamo, in vacanza, in quei posti: almeno gli portiamo un po' di soldi a quei poveracci!
Meno male che gli spaghetti o gli hamburgher li trovo ovunque. e allora
abasso la giografia - W i viaggi di buonivacanze

"Nel biennio dei Licei la disciplina avrebbe 3 ore da condividere con storia, ma a quanto sembra si potrebbe scendere addirittura a due. Per gli Istituti Tecnici e Professionali la situazione è per molti versi ancora peggiore. Negli Istituti Tecnici è quasi del tutto assente, generando paradossi talmente gravi da apparire quasi comici: non è più presente in Trasporti e logistica (ovvero negli - ex istituti Nautici: ve lo immaginate un professionista della nautica che non abbia mai sentito parlare di geografia? definirlo "spaesato" sarebbe poco...) e viene ridotta in quelli del Settore economico, amministrazione, finanza e marketing. Anche nei Professionali manca completamente".

E' questo uno dei commenti dei geografi della Società geografica italiana sul loro sito - luogoespazio.info) che insieme all'Associazione italiana insegnanti di geografia (aiig.it) hanno dato vita ad una protesta e invitano a sottoscrivere un appello (APPELLO PER LA GEOGRAFIA)

sabato 23 gennaio 2010

Acqua, memoria e Primarie



E' davvero divertente constatare come si viene considerati, di volta in volta, vicini ad un candidato o ad un altro pur mantenendo ferme le medesime idee.
Che per noi l'acqua sia un diritto e il servizio idrico privo di rilevanza economica e, quindi, gestito da enti pubblici lo diciamo da sempre. Il problema è che sono i politici a non essere sempre coerenti o i rappresentanti dei partiti a cambiare e a "costringerci" a prendere posizione nell'una o nell'altra direzione. Per esempio, non abbiamo mancato di stuzzicare Niki Vendola e criticarlo anche aspramente quando anziché ascoltare le ragioni del popolo dell'acqua, preferiva tenere linee più mediate come quelle espresse dall'assessore Losappio il 25 febbraio del 2009, oppure dare l'appoggio della Regione alla candidatura di Bari per il World Water Forum (quello gestito dalle Multinazionali dell'ACQUA!), poi ritirato. Quelli erano giorni in cui ci tacciavano per anti-vendoliani e ci accusavano di fare (indirettamente) il gioco del centrodestra. Oggi, anche grazie all'impegno costante del Comitato Pugliese Acqua Bene Comune, le cose sono cambiate e si è realizzata una situazione di dialogo e di condivisione di obiettivi. La Giunta regionale ha approvato una delibera, il 20 ottobre 2009, con cui si impegna a ricorrere alla Corte Costituzionale contro l'art. 15 (quello che privatizza i servizi idrici) e con cui si impegna ad approvare a breve una legge regionale che sancisca la trasformazione dell’Acquedotto Pugliese da S.p.A. ad ente di diritto pubblico, definendo così la totale fuoriuscita dell’acqua dalle leggi del mercato. La ripubblicizzazione non è stata ancora attuata (e l'impegno del popolo dell'acqua non mancherà di spingere per la chiusura rapida del processo) ma le premesse e il metodo sono quelli giusti. Quando abbiamo commentato positivamente questi atti del governo regionale, quando (con il Comitato Pugliese) abbiamo divulgato le posizioni di Vendola e Boccia sulla questione AQP (come abbiamo sempre fatto!), siamo stati "accusati" di essere vendoliani!
Tutto questo fa un po' sorridere, un po'...
In realtà quello che chiediamo a tutti i candidati/politici (Regionali e Comunali) è di difendere con parole e fatti l'acqua bene comune e di rendere possibile la difesa del diritto all'acqua attraverso una gestione efficiente e democratica, realizzabile solo con un ente di diritto pubblico e non con una S.p.A., anche se questa è partecipata dai Comuni (come sostiene Boccia nelle sue ultime dichiarazioni).
Ribadiamo, poi, come sia deprimente dover discutere di questo anziché dei NODI IRRISOLTI della POLITICA REGIONALE: la sanità e i rifiuti.
Che succederà ai siti di Grotelline e a Corigliano se vincerà Vendola? E se vincerà Boccia?
Quale alternativa agli inceneritori che esistono o sono stati autorizzati sul nostro territorio (almeno cinque!!!)? Quale scudo di fronte alla malasanità che tanto è intrecciata con il business dei rifiuti e che vede ad Altamura una metastasi importante di questo cancro? Quando sono le idee ed i programmi e non le persone al centro della riflessione politica si rischia sempre di essere considerati NEMICI dagli uni e dagli altri, ma per noi non esiste ALTERNATIVA a questo modo di affrontare gli appuntamenti elettorali.
Il voto LIBERO è il VOTO INFORMATO.
Si faccia memoria dei percorsi dei candidati e ognuno scelga secondo coscienza.
Ma soprattutto continuate - come continueremo noi - a chiedere chiarezza ai politici (di ogni colore) sulla GESTIONE DEI BENI COMUNI anche dopo gli appuntamenti elettorali.


venerdì 22 gennaio 2010

L'ACQUA DI PLASTICA

Oggi alle 20,15 saremo c/o la parrocchia SM Consolazione per "ACQUA si NASCE, PUBBLICA Sì RESTA". Ed a proposito di Acque in bottiglia...

LA FOOD AND DRUG ADMINISTRATION CONTRO IL BISFENOLO A - FORTI SOSPETTI DI TOSSICITA' (da il sole 24 ore)
In America la Food Drug Administration ha diffuso un comunicato sui rischi per la salute correlati alla presenza di Bisfenolo A (BPA) in alcuni recipienti di plastica per alimenti. Un anno fa la stessa agenzia non aveva adottato provvedimenti restrittivi dopo la pubblicazione di alcuni studi che avanzavano riserve sulla presenza di questo additivo nel cibo. A distanza di un anno la situazione sta cambiando, in seguito ad alcuni studi tossicologici realizzati negli USA dall’Istituto nazionale della salute (NIH). I sospetti riguardano potenziali effetti dannosi del Bisfenolo sulla prostata, sul cervello, sul feto e sui bambini. Un grosso investimento è stato destinato all’avvio di nuove ricerche. La FDA si dichiara d’accordo sull’iniziativa, già adottata spontaneamente da diverse aziende americane, di non usare più BPA per i biberon (la velocità di migrazione del BPA aumenta di 55 volte quando le bottiglie di policarbonato contengono bevande calde). In altri paesi come il Canada le autorità sanitarie hanno vietato da tempo l’uso di BPA nei recipienti per i prodotti alimentari.

La questione del Bisfenolo A è stata segnalata anche pochi mesi fa dalla rivista dei consumatori americana Consumer Reports, che in un test condotto in laboratorio su alcuni alimenti confezionati ha trovato tracce della sostanza tossica in quasi tutti i 19 prodotti (succhi di frutta, verdure in scatola, tonno, carne in scatola, conserve, pelati, zuppe, piatti pronti), compresi gli alimenti biologici. Le linee guida consigliano un’esposizione giornaliera di 50 microgrammi di BPA per kg di peso corporeo, ma si tratta di un valore degli anni 80.Ultraseal_no_BPA_03

Anche l’Autorità per la sicurezza alimentare europea (EFSA) nel 2006 raccomandava come livello di assunzione massima tollerabile 50 microgrammi per kg di peso al giorno (cioè 0,30 mg per un bambino di 6 kg e 3 mg per un soggetto di 60 kg). La regolamentazione del Bisfenolo A è però molto discussa. L’auspicio di una parte del mondo scientifico è che le nuove ricerche siano l’occasione per rivedere i limiti massimi di residui (LMR) ammessi per tutelare meglio la salute di bambini e neonati che sono ritenuti molto più sensibili agli effetti negativi del BPA rispetto agli adulti. Il BPA può avere effetti negativi anche sulla tiroide, gli studi di laboratorio e recenti ricerche sull’uomo associano un’elevata esposizione con rischi di abortività, alterato sviluppo fetale con ricadute a lungo termine sulla salute (infertilità, sistema nervoso). La lista degli Interferenti endocrini comprende oltre al Bisfenolo A, le diossine e i ritardanti di fiamma utilizzati in apparecchiature elettroniche, nei tessuti di arredo e nelle tappezzerie. «Il problema– spiega Alberto Mantovani tossicologo dell’Istituto Superiore di Sanità – è che i ritardanti di fiamma pur essendo diffusissimi e avendo un elevato indice di tossicità sono usati liberamente e non esistono limiti di presenza negli alimenti. Si tratta di sostanze poco biodegradabili che, disperdendosi nell’acqua e nel terreno si accumulano nel grasso degli animali, e finiscono inevitabilmente nella catena alimentare, col risultato di essere ingeriti dall’uomo attraverso latte, carne, pesce”

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Il Bisfenolo A è uno dei principali additivi utilizzati nella plastica ed è classificato come interferente endocrino (IE). Si aggiunge alle materie plastiche (policarbonato) e alle resine per ammorbidirle e facilitare la lavorazione industriale. La lista degli oggetti che possono contenere BPA è molto lunga e comprende: biberon, stoviglie (piatti, tazze, insalatiere e bicchieri di plastica), contenitori per forni a microonde, recipienti, rivestimento delle lattine e serbatoi per l’acqua ricaricabili. Il bisfenolo A si trova anche nelle resine epossifenoliche, impiegate nel rivestimento interno di alcune scatolette per alimenti e bibite, di alcuni coperchi metallici degli omogeneizzati, barattoli e bottiglie di vetro, e anche nei serbatoi domestici dell’acqua potabile e nei tini per il vino.

giovedì 21 gennaio 2010

LE PRIMARIE PUGLIESI (e altamurane) DELL'ACQUA


Ieri sera ad Altamura sono arrivati D'Alema (si, proprio colui che ha trasformato l'AQP in una S.p.a.) e Boccia per promuovere la candidatura di quest'ultimo a candidato presidente della coalizione del centro sinistra pugliese. C'era ovviamente il PD locale e i Giovani Democratici di Altamura. Siamo dispiaciuti e delusi dalla scelta del partito democratico di Altamura di sostenere Boccia nonostante le sue dichiarazioni in merito all'Aquedotto Pugliese.
Eppure il Capogruppo del PD, Nicola Natuzzi, aveva risposto così alla nostra sollecitazionericonoscimento del servizio idrico come privo di rilevanza economica:
Cari amici,
in più occasioni, e con i comportamenti prima ancora che con le opinioni espresse, il Partito Democratico di Altamura ha aderito alla mobilitazione in corso per riaffermare il diritto all'acqua (bene primario della vita ed elemento simbolo della vita stessa) per tutti, ed il dovere di tutti di utilizzarla con l'intelligenza, la parsimonia, la responsabilità ed il rispetto dovuti verso un bene così essenziale che la sua difesa implica la difesa della vita: solo se comprendiamo che l'acqua, l'aria, la terra, le risorse energetiche sono beni comuni abbiamo un'etica, chi invece impone scelte diverse non ha un'etica perché produce morte ed i morti non hanno leggi.

Date queste premesse ci saremmo aspettati quantomeno una richiesta forte e decisa perché Boccia cambiasse il suo programma in relazione alla gestione dei servizi idrici e invece nulla di nulla: né parole né scelte coerenti con l'asserita condivisione della battaglia per la difesa dell'Acqua Bene Comune. Se l'ACQUA (dunque la vita) è il prezzo da pagare per l'allargamento delle coalizioni e per aumentare le possibilità di vittoria in Regione, NOI NON CI STIAMO. E con noi, non ci stanno gli oltre 2500 altamurani che hanno firmato per il DIRITTO ALL'ACQUA nello STATUTO COMUNALE!!!

E' deprimente dover ancora una volta basare il dibattito elettorale sulla gestione dei servizi idrici che - almeno il centro-sinistra - dovrebbe unitariamente ritenere affidabile esclusivamente ad enti di diritto pubblico, secondo i principi della legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione. Ci sarebbe piaciuto poter scegliere il candidato sulla base delle diverse proposte per risolvere il problema dei rifiuti, della sanitopoli, del rilancio dell'agricoltura eco-compatibile, dell'occupazione e della salvaguardia del paesaggio, non sulla base delle più elementari scelte ETICHE e POLITICHE, quale la difesa del BENE COMUNE ACQUA (che dovrebbero essere scontate, ma scontate evidentemente non sono!).
Al PD locale chiediamo coerenza rispetto alle dichiarazioni espresse e chiediamo che si rafforzi l'impegno per la modifica dello statuto comunale: la difesa dei beni comuni non dovrebbe essere appannaggio di una sola forza politica. Perchè si scrive acqua ma si legge democrazia.

Di seguito il Comunicato del Comitato Pugliese Acqua Bene Comune in merito alle Primarie

I CANDIDATI PRESIDENTE PER LA COALIZIONE DI CENTRO SINISTRA

Il Comitato Pugliese Acqua Bene Comune, in vista delle primarie per la scelta del candidato presidente del centro-sinistra, ritiene essenziale ricordare ai cittadini le posizioni espresse dai candidati, Francesco Boccia e Nichi Vendola, rispetto al tema fondamentale dell'acqua e della gestione dei servizi idrici.

La diffusione delle posizioni espresse sull'argomento dai candidati di tutte le consultazioni elettorali è una consuetudine per il Comitato, poiché tutti hanno il diritto e la responsabilità di essere informati e di decidere su come e per quali obiettivi deve essere gestita l’acqua, il cui accesso costituisce un diritto umano inalienabile.

In questa particolare occasione non abbiamo ritenuto necessario chiedere formalmente ai candidati di esprimere la propria posizione sul tema, essendo state già espresse pubblicamente e con atti politici le rispettive convinzioni, sintetizzate nella seguente tabella e approfondite nel testo qui di seguito.

L’informazione rende il voto consapevole. L’acqua è un bene comune non una merce. Non si può sostenere chi apre la gestione ai privati.

Candidato Presidente Coalizione
di Centro-Sinistra Gestione dei servizi idrici

BOCCIA Francesco Sostiene l’apertura della gestione ai privati
VENDOLA Nichi Sostiene la gestione pubblica con partecipazione sociale

Francesco Boccia ha dichiarato che l’acquedotto deve rimanere una società per azioni che dovrà essere aperta ai privati. Ha espresso dubbi sulla necessità di leggere il tema della gestione dell'Acquedotto Pugliese per tramite della dicotomia: acqua bene pubblico Vs acqua bene privato. Pur affermando che l'acqua è bene indispensabile e il relativo servizio è di pubblica utilità, ha definito surreale un dibattito che si incentri su questo punto, visto e considerato che l’Aqp è già pubblico al 100% e nulla cambia il suo configurarsi come Spa.
Nichi Vendola ha dichiarato che l’acqua, come diritto umano universale, non è assoggettabile a meccanismi di mercato e che il servizio idrico è servizio di interesse generale, privo di rilevanza economica. Ha, quindi, affermato la necessità di trasformare l’acquedotto da SpA in soggetto di diritto pubblico con partecipazione sociale al fine di garantire la realizzazione dei suddetti principi e ha avviato e sostenuto il percorso del governo regionale in questa direzione. “La battaglia per la pubblicizzazione dell'acqua in Puglia è una sfida decisiva”, ha aggiunto Vendola, “io non voglio demonizzare il privato, ma è giusto che un bene pubblico debba essere gestito da un soggetto pubblico”.

Ricordiamo che l’acquedotto Pugliese è una società per azioni a capitale pubblico da 10 anni, da quando cioè, nel 1999, il governo D’Alema aveva trasformato l’Ente Autonomo in una società commerciale disciplinata dal diritto privato.
La forma giuridica dell’impresa non è neutra ma definisce gli obiettivi di gestione. Nel caso di una società disciplinata dal diritto privato (art. 2247 c.c.), come una Spa, anche se a capitale pubblico, l’obiettivo è il profitto che sarà tanto più alto quanto più elevati saranno i ricavi (cioè il prezzo) e minori i costi. Dovunque il servizio idrico è gestito con logiche privatistiche le tariffe aumentano poiché su queste deve essere “caricato” l’utile (oltre che i costi di gestione e gli investimenti). Del resto, se il profitto è l’obiettivo di gestione, un’eventuale diminuzione dei consumi (traducendosi in una diminuzione delle entrate) determina un incremento delle tariffe come avvenuto, ad esempio a Firenze, dove il servizio idrico è gestito da Publiaqua, una SpA a maggioranza pubblica, le cui azioni sono possedute 49 Comuni e da 3 imprese private.

La gestione dell’acqua non può essere garantita da società disciplinate dal diritto privato, ma al contrario deve essere espletata attraverso enti di diritto pubblico poiché le finalità riconosciute a società “commerciali” sono incompatibili con la gestione del “bene comune” acqua.

Ricordiamo che il processo di ripubblicizzazione in corso è frutto non solo del lavoro assiduo e della tenacia delle tante (180) associazioni e realtà (del mondo cattolico e ambientalista, dell’associazionismo e del volontariato) che compongono il Comitato “Acqua bene comune” quanto e soprattutto dell'impulso forte e chiaro proveniente da una parte cospicua della cittadinanza pugliese che è convinta della necessità ormai improrogabile di riappropriarsi, in quanto collettività, di un bene comune quale l'acqua, sottraendolo al pericolo di farne una merce a disposizione di qualche multinazionale (come altrove, in questa stessa Italia, è avvenuto e sta tuttora avvenendo...). Senza dimenticare l'impegno profuso dal Coordinamento pugliese degli Enti Locali per la Ripubblicizzazione dei Servizi Idrici (primo in Italia) che ha chiesto (ed ottenuto) un’audizione alla Commissione Ambiente della Camera per esprimere la contrarietà alla privatizzazione e il sostegno alla legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dei servizi idrici, sottoscritta con delibera da circa 50 Comuni pugliesi.

Ricordiamo che oggi, più di ieri, l’attenzione e il dibattito su questo tema è vivo. Infatti, risalgono ad appena qualche settimana fa le delibere del Comune di Taranto e del Comune di Terlizzi che sanciscono i servizi idrici, come servizi di interesse generale, privi di rilevanza economica; le dichiarazioni pubbliche dei Missionari Comboniani di Lecce e dei Sacerdoti di Altamura contro la privatizzazione dei servizi idrici e a sostegno del processo di ripubblicizzazione in corso; la campagna “Salva l’acqua” con la quale è partita da novembre una petizione popolare per chiedere ai Comuni di sancire nei rispettivi Statuti l’acqua come diritto e i servizi idrici privi di rilevanza economica, che ha già raccolto decine di migliaia di firme.

A fronte dei provvedimenti legislativi nazionali di privatizzazione dei servizi idrici, si fa urgente una scelta in controtendenza di tutti gli enti locali al fine di garantire l'accesso universale all'acqua e la partecipazione alle scelte di gestione.

L'acqua è un paradigma, che richiama l’insieme delle lotte per i beni comuni, per i servizi pubblici, per la difesa del territorio e della salute, per i diritti sociali, ma è anche – e soprattutto- una battaglia per la riappropriazione della democrazia, per la rimessa in discussione dei luoghi della decisionalità politica, per superare la sempre maggiore distanza tra chi decide -e pensa, con ciò, di rappresentare automaticamente l’interesse generale - e le comunità in lotta per la riappropriazione dei beni comuni e della partecipazione democratica.
La ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese e una politica partecipata al governo dei beni comuni rappresentano le uniche scelte sostenibili per quanti ritengono l'acqua un diritto umano fondamentale.

Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.

Bari, 19 gennaio 2010
Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”

mercoledì 20 gennaio 2010

Gratta gratta il banco vince. Sempre



Al governo l'antistato, al governo l'antipolitica, l'antiUOMO, l'andiDONNA.
Al governo la cultura dell'IPERMERCATO GLOBALE dove la vita è un prodotto da scaffale.

(da lerane.wordpress.com)

Gratta gratta il banco vince. Sempre

Si diceva che la legalizzazione delle scommese doveva servire a togliere il business alla criminalità organizzata. Si diceva che la legalizzazione delle slot machine doveva servire a togliere di mezzo le bische clandestine. Ma non è che gratta e vinci, lotterie e via estraendo servono solo a togliere soldi ai tantissimi che ne hanno pochi per premiare non più di una dozzina di fortunati l’anno e rimpinguare le finanze di uno stato sempre più biscazziere?

I giochi gestiti dai monopoli hanno incassato nel 2009 54,4 miliardi di euro e il montepremi di ciascun concorso non supera mai il 70% delle giocate (il banco, quindi, può contare su una vincita sicura del 30%). Si parla tanto (in tv, sui giornali) di febbre da superenalotto e jackpot miliardari, ma nei fatti la fonte di reddito più pingue per i monopoli sono proprio le new slot installate in bar e tabaccherie: a dicembre scorso, ad esempio, le macchinette hanno mangiato circa la metà (2,6 miliardi di euro) dei 5,3 miliardi di giocate totali; un altro miliardo e mezzo circa è arrivato da lotto e lotterie, mentre il superenalotto ha raccolto 335 milioni.

Domanda: avete notato la tipologia del giocatore tipo di slot machine? Vi sembrano, generalmente, persone che si possono permettere di perdere ogni giorno – come mediamente avviene – 10, 20 o 50 euro? 300, 600 0 900 euro al mese? Il fatto è che la mossa statale di spostare le slot nei luoghi della spesa quotidiana ha reso familiare il gioco d’azzardo a una moltitudine di persone (pensionati, casalinghe…) che prima mai si sarebbero sognate di entrare in una bisca clandestina, ha creato una sorta di tassa occulta che pagano soprattutto le categorie a basso reddito, sta facendo crescere il numero di gioco-dipendenti che si impegnano pure le mutande per infilare l’ennesima monetina nelle slot.

Ora è partito anche un altro gioco: turista per sempre. Gratta e vinci che promette un vitalizio di 6mila euro al mese per venti anni, oltre a 200 mila euro da incassare subito e un bonus finale di 100 mila euro. Due domande: 1)quanto dovranno spendere gli italiani per mandare in vacanza un unico loro connazionale? 2) Tutta questa fantasia statale non sarebbe meglio indirizzarla alla creazione di reddito piuttosto che spacciare promesse di vincite facili?

martedì 19 gennaio 2010

San Bettino da Hammamet



Roma in questi giorni è stata invasa di manifesti inneggianti a Craxi. Anche a RAiaset il tam tam si è fatto sentire e molto. Ed è comprensibile dato che Bottino fu l'innovatore e l'artefice dell'attuale monopolio mediatico che ha aperto le porte al berlusconismo aggressivo, inquinante, manipolatorio, che sta mandando al macero questo paese. La campagna di revisionismo "estetico" non è cosa di oggi e chi cerca di ricordare passa per vecchio. Loro sanno benissimo che (citanto Orwell) "chi controlla il passato controlla il futuro".
Grazie a Wikipedia vi forniamo un tuile promemoria:
Craxi è stato condannato con sentenza passata in giudicato a:

* 5 anni e 6 mesi per corruzione nel processo Eni-Sai il 12 novembre 1996[71];
* 4 anni e 6 mesi per finanziamento illecito per le mazzette della metropolitana milanese il 20 aprile 1999[72].

Per tutti gli altri processi in cui era imputato (alcuni dei quali in secondo o in terzo grado di giudizio), è stata pronunciata sentenza di estinzione del reato a causa del decesso dell'imputato.

Fino a quel momento Craxi era stato condannato a:

* 4 anni e una multa di 20 miliardi di Lire in primo grado per il caso All Iberian il 13 luglio 1998[73], pena poi prescritta in appello il 26 ottobre 1999[74].
* 5 anni e 5 mesi in primo grado per tangenti Enel il 22 gennaio 1999[75];
* 5 anni e 9 mesi in appello per il Conto Protezione, sentenza poi annullata dalla Cassazione con rinvio il 15 giugno 1999[76];
* 3 anni in appello bis per il caso Enimont il 1° ottobre 1999[77];

Craxi fu anche rinviato a giudizio il 25 marzo 1998 per i fondi neri Montedison[78] e il 30 novembre 1998 per i fondi neri Eni[79].

Il NO CRAXI DAY, questa mattina a Roma


Craxi e Mangano i loro eroi
di Marco Travaglio
Con la lettera del presidente Napolitano alla famiglia Craxi, indirizzata dal Quirinale alla villa di Hammamet, appena lasciata da tre ministri aviotrasportati del governo in carica, si chiude degnamente il triduo di celebrazioni per l’anniversario della scomparsa del grande statista corrotto, pregiudicato e latitante: 10 anni, tanti quanti ne aveva totalizzati in Cassazione. Oggi completeranno l’opera in Senato altri luminosi statisti come l’ex autista Renato Schifani e il pluriprescritto Silvio Berlusconi, già noto per aver definito “eroe” il mafioso pluriomicida Vittorio Mangano. Intanto fervono i preparativi per festeggiare i 150 anni dell’Italia unita e il Pantheon dei padri della Patria è un porto di mare. Gente che va, gente che viene. Soprattutto gentaglia. Nel felpato linguaggio del capo dello Stato, la latitanza di Craxi viene tradotta testualmente così: “Craxi decise di lasciare il Paese mentre erano ancora in pieno svolgimento i procedimenti giudiziari nei suoi confronti”. Anche perché, aggiunge Napolitano in perfetto napolitanese, le indagini sulla corruzione (non la corruzione) avevano determinato “un brusco spostamento degli equilibri nel rapporto tra politica e giustizia”. E il sant’uomo fu trattato “con una durezza senza eguali” mentre, com’è noto, la legge impone di processare i politici che rubano senza eguali con una morbidezza senza eguali. E le mazzette miliardarie, e gli appalti truccati, e i soldi rovesciati sul letto, e i 50 miliardi su tre conti personali in Svizzera? Non sono reati comuni: il napolitanese li trasforma soavemente in “fenomeni degenerativi ammessi e denunciati” (come se rubare e poi, una volta scoperti, andare in Parlamento a dire “qui rubano tutti” rendesse meno gravi i furti). Il presidente ricorda che “la Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo ritenne violato il ‘diritto ad un processo equo’ per uno degli aspetti indicati dalla Convenzione europea”. Ma non spiega che Craxi fu processato in base al Codice di procedura che lui stesso aveva voluto e votato, il Pisapia-Vassalli del 1989 che – modificato da due sentenze della Consulta – consentì fino al 1999 di usare i verbali delle chiamate in correità dei coimputati anche se questi non si presentavano a ripeterle nei processi altrui. Se i processi a Craxi non furono “equi”, non lo furono tutti quelli celebrati in Italia dal 1946 al 1999. Su un punto Napolitano ha ragione: Craxi lasciò “un’impronta incancellabile”: digitale, ovviamente. Quel che sta accadendo è fin troppo chiaro: si riabilita il corrotto morto per beatificare il corruttore vivo. Si rimuovono le tangenti della Prima Repubblica per legittimare quelle della Seconda. Si sorvola sulla latitanza di Craxi per apparecchiare nuove leggi vergogna che risparmino la latitanza a Berlusconi. L’ha ammesso, in un lampo di lucidità, Stefania Craxi: “Gli italiani non credettero a Bettino, ma oggi credono a Berlusconi”. Ma perché credano a Berlusconi su Craxi, ne devono ancora passare di acqua sotto i ponti e di balle in televisione. Stando a tutti i sondaggi, la stragrande maggioranza degli italiani di destra, di centro e di sinistra è contraria a celebrare Craxi, come è contraria all’immunità parlamentare e alle leggi ad personam prossime venture. Forse gli italiani sono ancora migliori di chi dice di rappresentarli. E allora, tanto peggio tanto meglio. Si dedichino pure a Craxi monumenti equestri, targhe votive, busti bronzei, strade, piazze, vicoli, parchi e soprattutto tangenziali. Dopodiché si passi a Mangano (sono ancora in tempo: anche lui scomparve prematuramente nel 2000). Così sarà chiaro a tutti chi sono i “loro” eroi. Noi ci terremo i nostri e da domani chiameremo i lettori a sceglierli. A Mangano preferiamo ancora Falcone e Borsellino. A Craxi e a Berlusconi, politici diversi ma limpidi come De Gasperi e Berlinguer. Ieri, poi, ci è venuta un’inestinguibile nostalgia per Luigi Einaudi e Sandro Pertini.

(fonte: ilFatto Quotidiano, 19.01.2010)

lunedì 18 gennaio 2010

Antenna Vodafone: lo show del consiglio Comunale

Pubblicato da TeleAppula.
Buon divertimento.



Per la cronaca, ricordiamo che il 12 gennaio è stata firmata l’ordinanza dirigenziale per la sospensione dei lavori di realizzazione dell’antenna di telefonia della Vodafone in via Manzoni, per la revoca dell’autorizzazione e per la delocalizzazione.
In questo modo - si legge nel comunicato stampa - il Sindaco e l’Amministrazione comunale, con la collaborazione del Dirigente e degli Uffici, hanno mantenuto gli impegni presi con i Cittadini del quartiere.

Ma non avevano detto che non era possibile assumere un provvedimento del genere perché sospendendo i lavori la Vodafone avrebbe avuto la possibilità di agire e vincere in giudizio?
E' eccesso di malignità pensare che la sospensione rimandi semplicemente il problema al DOPO-ELEZIONI?!?

sabato 16 gennaio 2010

L'ACQUA può Aspettare?!?



Agrigento è la città peggiore d'Italia per la qualità della vita. E' quanto si evince dalla statistica annuale del Sole 24 Ore. E se si parla di VITA, si parla di ACQUA che ad Agrigento dal 2008 è gestita (indovinate un po?) da una società privata GIRGENTI ACQUE SPA.
E' l'ennesimo esempio, semmai ce ne fosse bisogno, di cosa significa affidare il servizio idrico a società private. I cittadini di Sciacca si sono visti recapitare bollette anche da 20.000 euro (scarica il dossier di L'ALTRASCIACCA.IT).

(...) Nella provincia notoriamente più assetata d'Italia i militari fanno la guardia alle condotte idriche per contrastarne i furti. Sul tavolo del procuratore della repubblica sono arrivate tremila firme di cittadini che chiedono che si indaghi sulla Girgenti Acque la società privata a cui l'Ato idrico ha affidato il servizio e che ha inviato bollette salatissime ("pazze" dicono ad Agrigento) stabilite senza la necessaria lettura dei contatori, ma con il sistema del pagamento forfettario e dei conguagli. La media delle bollette è di oltre 500 euro, contro i 229 della media nazionale (ma sono arrivate anche bollette con pagamenti a conguaglio di tre e quattromila euro). Un paradosso che emerge da un'indagine di Cittadinanzattiva che ha preso in esame, per tutti i capoluoghi di provincia italiani, il servizio idrico integrato (acquedotto, canone di fognatura e depurazione, quota fissa o ex nolo contatori) in riferimento al costo annuo sopportato da una famiglia di tre persone che consuma mediamente 192 metri cubi d'acqua ogni anno. Ad Agrigento il costo del servizio è aumentato in modo particolare negli ultimi due anni, da quando è gestito da Girgenti Acque, con un incremento del 38%. (leggi tutto articolo da manifesto.it del 15/01/2010)

Diversi sono i consigli comunali della Sicilia che si sono riuniti per sancire i principi della legge di iniziativa popolare: l'acqua è un diritto, il servizio idrico è un servizio privo di rilevanza economica.
Meditate gente, meditate sindacati, meditate consiglieri Altamurani.



E' stato pubblicato l'ordine del giorno unico per tutte e 7 le sedute di gennaio e febbraio del Consiglio comunale: l'integrazione dello statuto, con l'introduzione del diritto all'acqua e della considerazione del servizio idrico come privo di rilevanza economica, manca!
Non ci spieghiamo il motivo di questa scelta, tenuto conto delle 2208 firme di cittadini e dei 19 consiglieri (17+2) che hanno firmato la proposta di deliberazione per l'integrazione dello statuto.
Anche il Sindaco si è detto pubblicamente favorevole.
Al popolo dell'acqua non bastano le DICHIARAZIONI, servono i FATTI!
Non ci interessano le firme se non corrispondono ad una reale impegno per l'ACQUA BENE COMUNE!

Venerdì 22
gennaio ore 20.15, si terrà il 16°
incontro Acqua si nasce Pubblica si Resta c/o salone parrocchiale S.M. CONSOLAZIONE (clicca qui)

venerdì 15 gennaio 2010

UNA MAIL CONTRO la DERIVA RAZZISTA del nostro paese





Nei giorni scorsi un ministro leghista con i baffetti e gli occhiali rossi ha detto che il diritto alla vita viene prima di tutto.... Parlava dei body scanner, quei congegni che vogliono mettere negli aeroporti per spiarci nelle mutande o nei reggiseni. Ma per il diritto alla vita si fa questo e al... e basta!
Il diritto alla vita lo si sbandiera dinanzi all'ipotesi attentati (per alimentare quel clima di PAURA dell'altro che è l'humus per l'intolleranza, madre del terrorismo) , ma lo si nasconde quando si tratta di gente estra-italiana. Ma il diritto alla vita prima di tutto vale solo negli aeroporti? E chi non vola? Capite in che mani siamo?

La vita diventa uno stendardo da difendere fanaticamente al capezzale di un malato terminale o nell'utero di una donna. PRIMA (troppo presto) e DOPO (troppo tardi) si difende la vita.
E DURANTE? Dov'è il diritto alla vita se "Rosarno" è solo la punta di un iceberg che è il frutto del freddo che ha preso in ostaggio i nostri cuori?

"Se voi avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri."
(Don Milani)

Allo scopo di mostrare il proprio dissenso verso una politica sempre più discriminatoria che troppo spesso parteggia per i più forti opprimendo oltre misura i deboli, è partita dal gruppo web “non sono bianco, non sono nero, voglio essere a colori” l’iniziativa di inviare una mail di protesta alla Presidenza della Repubblica.

Se anche voi condividete la necessità di non essere complici del degrado morale verso il quale ci stà portando questa politica discriminatoria, copia/incollate il testo che segue ed inviatelo tramite questo link al Presidente Giorgio Napolitano.



Alla Presidenza della Repubblica.


Il nostro Paese oggi non è quello immaginato, né dagli Italiani del Risorgimento, né dai Partigiani della Resistenza, specialmente quando esso si macchia di gravissime colpe come quella di essere diventato terra di discriminazioni razziali.
La Storia italica ha nelle sue stesse radici, più che in ogni altro angolo del mondo, una componente : la risultante millenaria dell’incontro tra grandi civiltà diverse, che hanno fatto sì che nel nostro stesso patrimonio genetico di abitanti di questa penisola siano inevitabilmente presenti elementi di multietnicità. Persino i nostri stessi caratteri somatici testimoniano questa verità: si provi ad entrare in una qualsiasi aula scolastica frequentata anche da soli cittadini italiani in qualunque regione italiana e si noterà che, a differenza che in paesi anglosassoni, scandinavi, slavi, lì troviamo volti i più diversi : mori, biondi, rossi, castani ; occhi neri, occhi azzurri, pelle scura, pelle olivastra, pelle chiara: sono proprio loro, i nostri figli !
I Padri Costituenti la Repubblica vollero solennemente sancire principi fondamentali che l’art. 3C ci ricorda: . Ma oggi appare così lontana l’osservanza di tali principi che, per quelli, che come noi, ne hanno fatto la loro base etica di vita, l’indignazione ha raggiunto un livello di non più sopportazione. Nel ricordare che l’Italia ha aderito alle piu'importanti convenzioni internazionali in tema di diritti umani, I cittadini, che si sono raccolti intorno al gruppo titolato : , presente tra le pagine del social network “Facebook”, si rivolgono ad Ella, Signor Presidente della Repubblica, affinchè ci sia un Suo intervento chiaro, nelle vesti di Garate della Carta Costituzionale, inteso a far valere quei principi, a richiamare il governo di questo Paese all’osservanza di quei principi, a sanzionare senza esitazione quelle formazioni partitiche che si sono distinte per atteggiamenti e propositi xenofobi e razzisti.
Noi Le inviamo questa nostra richiesta fiduciosi.
Ci auguriamo quanto prima che vengano presi provvedimenti chiari, intesi a porre un freno a quest’ondata di razzismo nel nostro Paese.
Il nostro gruppo, che non è il solo, ha però anche una precisa posizione che è quella, nel caso di insensibilità a questa nostra richiesta, di procedere a manifestazioni e proteste senza fermarci, intenzionati a condurre un’azione di civile lotta contro ogni forma di discriminazione razziale e ingiustizia sociale nei confronti dei deboli di qualsiasi etnia.

La ringraziamo per l’attenzione.
IL GRUPPO CONTRO IL RAZZISMO: “NON SONO BIANCO, NON SONO NERO VOGLIO ESSERE A COLORI” indirizzo mail : fratellicolorati@gmail.com

giovedì 14 gennaio 2010

LUCA TORNATORE E' LIBERO

(Immagine profilo Facebook)

(fonte:INFORMAZIONE LIBERA)
Luca Tornatore, ricercatore in astrofisica all'università di Trieste, è stato arrestato nella serata di lunedì 14 dicembre in seguito alla maxi-operazione repressiva svolta dalla Polizia danese nel quartiere di Christiania a Copenhagen.

Tornatore era stato coinvolto in alcuni scontri all’uscita da un incontro di attivisti e la prova incriminante era costituita da una fotografia in cui lo stesso ricercatore sarebbe stato in procinto di lanciare una molotov. Ma i difensori di Tornatore e diversi testimoni presenti, hanno sempre sostenuto lo scambio di identità.

Luca Toratore, adesso, è Libero!

Link audio intervista appena uscito dal carcere.
Clicca Qui!

mercoledì 13 gennaio 2010

ACQUA in MOVIMENTO a BOCCIAE ferme.

ALTAMURA (BA). Domani la conferenza dei capigruppo deciderà l'O.d.G dei prossimi consigli comunali. Domani sapremo se Sindaco, Assessori e Consiglieri si saranno spesi (e come) per una NUOVA CULTURA dell'ACQUA. Dall'ACQUA-MERCE all'ACQUA-DIRITTO.

PUGLIA. Nella confusione sui nomi dei candidati alla presidenza della Regione pare che giochi un importante ruolo la questione ACQUEDOTTO PUGLIESE. I partiti vicini al PDL, si sa, continuerebbero quanto iniziato dai loro colleghi al Governo con l'art. 15 del Decreto 135/2009. GESTIONE degli acquedotti ai privati (leggi grosse multinazionali) che saprebbero come rimpinguare le tasche dei loro azionisti e... se non paghi ti arrangi!

Per non parlare dell'UDC (Unione di Caltagirone). Pare che il suocero di Casini sia tra le i più affamate della nostra acqua. Per fare soldi bisogna togliere NON ai ricchi, ma ai poveri: hanno poco ma sono tantissimi. Poco per tanti fa una fortuna come sanno i miliardari in euro del nostro Paese. Privatizzare i profitti e socializzare le perdite è sempre stato il motto degli affaristi che si travestono da imprenditori. Purtroppo queste teorie trovano terreno fertile anche nel centro(ex)sinistra come quella parte del PD che avrebbe fatto entrare i privati nel capitale AQP già lo scorso febbraio (vedi qui). Per non parlare dell'UDC (Unione di Caltagirone) che pare sia tra le più affamate della nostra acqua. Ma torniamo all'AQP. Nei giorni scorsi il candidato del PD Boccia aveva fatto delle dichiarazioni in favore dell'ingresso di capitali privati nell'Acquedotto Pugliese SPA. Il Comitato Pugliese ACQUA BENE COMUNE, sabato scorso usciva con un comunicato che metteva in chiaro quali sono le priorità del POPOLO dell'ACQUA, prima tra tutte il processo di Ripubblicizzazione dell'AQP appena intrapreso. Ieri Boccia ha risposto al Comitato con una lettera a Barilive.it Oggi il Comitato pugliese Acqua Bene Comune ha diramato un altro comunicato che riportiamo integralmente.

Gentile Francesco Boccia, la ringraziamo per la sua risposta di cui leggiamo sul suo sito e su alcune testate giornalistiche. Anche noi vogliamo, con questa nostra, fare ulteriore chiarezza e partiamo proprio dall’acquedotto pugliese oggetto del suo intervento del 2004. L’acquedotto di cui lei lamentava la cattiva gestione (e, fra le altre cose, la poca chiarezza della qualità e dei tempi di investimento) era allora (come oggi) una società per azioni a capitale pubblico da 5 anni, da quando cioè, nel 1999, il governo D’Alema aveva trasformato l’Ente Autonomo in una società commerciale disciplinata dal diritto privato. Anche noi ci permettiamo di portare alla sua attenzione e a quella della cittadinanza alcune riflessioni. La forma giuridica dell’impresa non è neutra ma definisce gli obiettivi di gestione. Nel caso di una società disciplinata dal diritto privato (art. 2247 c.c.), come una Spa, anche se a capitale pubblico, l’obiettivo è il profitto che sarà tanto più alto quanto più elevati saranno i ricavi (cioè il prezzo) e minori i costi. Dovunque il servizio idrico è gestito con logiche privatistiche le tariffe aumentano poiché su queste deve essere “caricato” l’utile (oltre che i costi di gestione e gli investimenti). Del resto, se il profitto è l’obiettivo di gestione, un’eventuale diminuzione dei consumi (traducendosi in una diminuzione delle entrate) determina un incremento delle tariffe come avvenuto, ad esempio a Firenze, dove il servizio idrico è gestito da Publiaqua, una SpA a maggioranza pubblica, le cui azioni sono possedute 49 Comuni e da 3 imprese private. Lei afferma che le tariffe dell’Acqua in Puglia sono più alte di quelle della Lombardia e del Veneto. Vero. Ma questo si spiega anche con il fatto che l’Acquedotto pugliese – attingendo la risorsa dai bacini e dalle fonti della Basilicata e della Campania ubicati a centinaia di chilometri di distanza – deve sostenere (a differenza dei casi citati e di numerosi altri) dei costi superiori per l’approvvigionamento idrico dovuti, ad esempio, all’impiego significativo di energia elettrica (i dati del 2007 parlano di 70 milioni di euro) per il trasporto dell’acqua (si veda sito AQP spa) . Del resto la determinazione delle tariffe del Servizio Idrico Integrato (come l’attività di controllo e la vigilanza sui servizi di gestione, nonché la determinazione dei livelli e degli standard di qualità e di consumo) – in base della normativa nazionale e regionale - spetta già all’ATO, ovvero ai Comuni consorziati che vi fanno parte (http://www.aatopuglia.it/index.aspx?area=17 ). D’altro canto non solo la ripubblicizzazione non esclude i Comuni, ma al contrario ne prevede un loro diretto coinvolgimento. La posizione da lei espressa a favore di una gestione del servizio idrico attraverso una società per azioni e l’apertura ai privati (alla quale faceva riferimento nelle sue dichiarazioni rese alla stampa la settimana scorsa ma non nella sua lettera di risposta) non solo è dissimile ma è in assoluta contraddizione rispetto alla delibera regionale dello scorso 20 ottobre approvata all’unanimità (e, dunque, anche dal PD) nella quale - oltre a sancire l’acqua come diritto umano universale non assoggettabile a meccanismi di mercato e il servizio idrico come servizio di interesse generale, privo di rilevanza economica - assume l’impegno di trasformare l’acquedotto da SpA in soggetto di diritto pubblico con partecipazione sociale (www.acquabenecomune.org/spip.php?article6640 ). Il processo in corso, del resto, è in linea con quanto accade a livello mondiale ed europeo, dove sono numerosi i Paesi che hanno stabilito per legge la gestione pubblica dell’acqua e diffusi i casi di ripubblicizzazione a partire dalla Francia e da Parigi - sede delle prime due multinazionali mondiali del settore (Veolia e Suez) - che, dopo 25 anni di gestione privata, ha deciso di ripubblicizzare, incoraggiando le municipalità della regione a fare lo stesso. Lei ci chiede se “Siamo sicuri che il tema della gestione dell'Acquedotto Pugliese debba leggersi per tramite della dicotomia: acqua bene pubblico Vs acqua bene privato”. La risposta è si. L’acqua è sicuramente un “bene indispensabile e il relativo servizio è di pubblica utilità” ma, ancor prima, l’acqua è un bene vitale il cui accesso costituisce un diritto umano inalienabile, e tutti hanno il diritto e la responsabilità di essere informati e di decidere su come deve essere gestita e per quali obiettivi. Ci dispiace che a lei appaia surreale tale dibattito, ma a noi sembra assolutamente reale e ragionevole e riteniamo importantissimo che esso sia al centro della campagna elettorale e - visto gli ulteriori riscontri che abbiamo ricevuto a seguito alla nostra lettera (Centro Missionario Diocesano di Lecce, Medicina Democratica, Cittadinanzattiva, Associazione Libera di Taranto, Redazione del Barometro, per citare solo alcune realtà oltre ai singoli cittadini) - abbiamo ragione di credere che l’acqua e la gestione pubblica sia argomento centrale e importante per tutti cittadini. Come dice Vandana Shiva (2003), “la democrazia non è semplicemente un rituale elettorale ma il potere delle persone di forgiare il proprio destino, determinare in che modo le loro risorse naturali debbono essere possedute e utilizzate, come la loro sete vada placata, come il loro cibo vada prodotto e distribuito, quali sistemi sanitari e di istruzione debbono avere ”. Invitiamo tutti coloro i quali vogliono esprimere la loro adesione al processo di ripubblicizzazione in corso a inviarci un messaggio all’email del Comitato (segreteriacomitatopugliese@gmail.com) e, soprattutto, ad aprire il dibattito sull’acqua bene pubblico vs acqua bene privato in tutte le sedi, nei luoghi pubblici – fisici (le piazze) e virtuali (facebook, i blog, internet) - e attraverso i mezzi di comunicazione. Invitiamo a moltiplicare i momenti di confronto su un tema che non è ideologico ma valoriale e sociale. Invitiamo a mettere al centro della campagna elettorale il dibattito sui beni comuni. Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia. 13 gennaio 2010
Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”

martedì 12 gennaio 2010

ACQUA in COMUNE n. 5: SIATE MAGGIORANZA QUALIFICATA!


Stamattina abbiamo depositato altre 563 firme che si aggiungono alle 1645 depositate il 25 novembre 2009 per la petizione che chiede la modifica dello statuto comunale sancendo il diritto all'acqua come diritto umano e la non rilevanza economica del servizio idrico.
Siamo a quota 2208 firme. Si tratta di risultati imponenti per chi si muove senza strutture, senza fondi e, soprattutto, senza secondi fini.

Questa mattina è stata consegnata anche la proposta di deliberazione per l'integrazione dello STATUTO COMUNALE con i principi di cui sopra: ai 16 consiglieri dell'elenco pubblicato nel post di ieri si è aggiunto Sanrocco Giuseppe (PDL) che ha firmato proprio stamattina. Quindi se ai 17 consiglieri aggiungiamo i due consiglieri PD (che non hanno firmato ma si sono espressi a favore della ripubblicizzazione) ed il Sindaco (che ha firmato la petizione e si è pubblicamente espresso a favore> guarda il video)...SIAMO a 20! La maggioranza qualificata sulla carta c'è: ora sta alla conferenza dei capigruppo calendarizzarla.
Ora bisogna fare in modo che venga messa nell'o.d.g. e che venga votata!

A quanti non comprendono la NECESSITA' di INTEGRARE LO STATUTO COMUNALE rispondiamo: se non per la VITA, dunque se non per l'ACQUA, per COSA?
A chi ci chiede - quasi come contropartita dell'approvazione della modifica dello statuto comunale - una sorta di rinuncia preventiva all'eventuale candidatura per le prossime amministrative rispondiamo sdegnati che la battaglia per l'acqua bene comune non è uno strumento di consenso bensì una NECESSITA' DI BUON SENSO.
Non vediamo le ragioni di contrapposizioni ideologiche e riteniamo sintomatico della bassezza cui è giunto il confronto politico lo scontro su questo tema.
Che l'acqua sia un bene comune e il servizio idrico sia un servizio PRIVO di rilevanza economica è per noi talmente ovvio che questi discorsi ci sembrano risibili.
Continueremo ad impegnarci per diffondere la VERA CULTURA DELL'ACQUA, per trasmettere le informazioni che, con lo studio (importantissima è stata la Facoltà dell'Acqua) e la passione, abbiamo recepito.
Siamo aperti al confronto, al dialogo anche con chi la pensa diversamente da noi ma non siamo disposti a scendere a squallidi compromessi.
L'ACQUA è VITA e poi, ricordate: Si scrive ACQUA ma si legge DEMOCRAZIA.

Prossimo incontro pubblico: giovedì 21 gennaio 2009 ore 20,00 salone parrocchiale SM Consolazione. Spargete la voce!

lunedì 11 gennaio 2010

ACQUA IN COMUNE (n. 4): è quasi maggioranza qualificata!

Torniamo a parlare di acqua. E ci torneremo ancora finchè il comune di Altamura non avrà sancito nello Statuto comunale il riconoscimento del DIRITTO ALL'ACQUA e che SULL'ACQUA NON SI FA PROFITTO! Torniamo sull'argomento dopo aver pubblicato la lista dei consiglieri che hanno/non hanno risposto alla nostra lettera del 15 dicembre 2009.
In quell'occasiono abbiamo dimenticato la giunta.


Nessuno di loro ha risposto e questo ci dispiace molto. Abbiamo provveduto anche a rinviare la ns lettera alle loro caselle e.mail. Nei prossimi giorni torneremo ad occuparci della giunta, la stessa che nel 2008 si espresse con grande chiarezza in materia di diritto all'acqua (vedi delibera), e vi parleremo anche della posizione (rispettabile, ma non condivisibile) del presidente del consiglio Nunzio Lagonigro per il quale "la privatizzazione rende di più!".

Ma torniamo in consiglio comunale. Ad una proposta di deliberazione per l'integrazione dello STATUTO COMUNALE (secondo quanto chiesto dal movimento per l'ACQUA BENE COMUNE) presentata il 24 novembre scorso dal consigliere Enzo Colonna, sta per aggiungersene un'altra sottoscritta da un gruppo di consiglieri "trasversale".
Questo documento è stato sottoscritto ad oggi da:
1. Iurino Massimo
2. Cornacchia Michele (PD)
3. Dambrosio Nicola (PDL)
4. Forte Giacinto (IDV)
5. Ventricelli Michele (SEL)
6. Diperna Saverio (PD)
7. Natuzzi Nicola (PD)
8. Petronella Francesco (PD)
9. Ventricelli Michele (UDC)
10. Centonze Gioacchino (UDC)
11. Colonna Giacinto (UDC)
12. Crapuzzo Pascquale (UDC)
13. Donatangelo Ferrulli (PDL)
14. Giandomenico Marroccoli (MPA)
15. Lucariello Oronzio (Rinnovamento Altamura)

aggiungete E. Colonna e siamo a 16, aggiungete altri due consiglieri del PD, che hanno risposto alla ns lettera come gruppo consigliare esprimendosi a favore... siamo a 18 su 29! Con il sindaco siamo a 19 su 29! E' una maggioranza assoluta!!!! E dato che per le modifiche dello STATUTO serve il voto favorevole della maggioranza qualificata (cioè i due terzi, cioè 20 persone) basterebbe SOLO UN ALTRO VOTO A FAVORE per recepire il diritto all'acqua all'interno del nostro statuto comunale. Ricordiamo che ad oggi lo chiedono (oltre che il buon senso) anche 2300 cittadini che hanno sottoscritto la petizione ed hanno chiaro che il servizio idrico in mano a i privati è un rischio per il diritto alla vita che va scongiurato!
La raccolta firme continua e ci auguriamo che la suddetta proposta di deliberazione vada in consiglio prima possibile: i tempi stringono!

sabato 9 gennaio 2010

Regionali 2010: nè di LA, nè di QUA ma nelL'AcQUA!!



Pubblichiamo e condividiamo il comunicato Stampa diffuso dal Comitato Pugliese "Acqua Bene Comune (di cui il Meetup ilgrillaio è parte).
Esiste una pregiudiziale assoluta per noi rispetto ai candidati di qualsiasi competizione elettorale: il sostegno (reale e incondizionato) al riconoscimento del diritto all'acqua in tutte le sedi e l'attuazione della ripubblicizzazione dei servizi idrici.
Difendere l'acqua pubblica significa difendere il più essenziale dei beni comuni e aderire all'idea di democrazia come possibilità di partecipazione alle scelte di gestione dei beni comuni.
Qualunque c.d. politico (candidato) non aderisce pienamente a questi principi, NON FA POLITICA! si allontana dalla vita stessa.

Questi principi etici e morali non sono nè la, nè qua, ma nell'ACQUA.


Francesco Boccia sull'acquedotto pugliese: sarà una SpA aperta ai privati
Apprendiamo dalla stampa la notizia che “l’esploratore-candidato” della coalizione di centro-sinistra, Francesco Boccia, rispetto all’acqua dice a chiare lettere che l’acquedotto deve rimanere una società per azioni (dunque, un’impresa finalizzata al profitto) che dovrà essere aperta ai privati.
Questa dichiarazione è agli antipodi del processo di ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese in corso, voluto da una grande parte della cittadinanza pugliese e avviato dal Governo regionale, con la delibera approvata all’unanimità lo scorso 20 ottobre e, dunque, approvata anche da quei partiti (PD e Verdi) che oggi, stando alle dichiarazioni di F. Boccia, sembrano appoggiare una coalizione pronta a riportare l’acquedotto pugliese esattamente nella situazione di 10 anni fa, quando nel 1999 fu trasformato dal Governo D’Alema in una società per azioni. Analogamente dicasi per gli altri partiti (indicati tra quelli della coalizione) che hanno sostenuto con forza il processo di ripubblicizzazione in corso (Pdci e IdV, ma anche i Giovani Socialisti) e le attività del Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”. E come si può, non ricordare l’impegno di Enzo Divella, Presidente della Provincia di Bari nella scorsa legislatura, che ha guidato il Coordinamento pugliese degli Enti Locali per la Ripubblicizzazione dei Servizi Idrici (primo in Italia) chiedendo (e ottenendo) un’audizione alla Commissione Ambiente della Camera per esprimere la contrarietà alla privatizzazione e il sostegno alla legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dei servizi idrici, sottoscritta con delibera da circa 50 Comuni pugliesi (fra cui il Comune di Bari)?
Non intendiamo entrare nelle vicende dei partiti ma, viste le dichiarazioni, ci sentiamo in dovere di manifestare la nostra forte preoccupazione rispetto al fatto che i gruppi politici di cui sopra possano sostenere una posizione contraria a quanto da loro fino ad oggi espresso. Ricordiamo che il processo di ripubblicizzazione in corso è frutto non solo del lavoro assiduo e della tenacia delle tante (180) associazioni e realtà (del mondo cattolico e ambientalista, dell’associazionismo e del volontariato) che compongono il Comitato “Acqua bene comune” quanto e soprattutto dell'impulso forte e chiaro proveniente da una parte cospicua della cittadinanza pugliese che è convinta della necessità ormai improrogabile di riappropriarsi, in quanto collettività, di un bene comune quale l'acqua, sottraendolo al pericolo di farne una merce a disposizione di qualche multinazionale (come altrove, in questa stessa Italia, è avvenuto e sta tuttora avvenendo...). Ricordiamo che oggi, più di ieri, l’attenzione e il dibattito su questo tema è vivo. Infatti, risalgono ad appena qualche settimana fa le delibere del Comune di Taranto e del Comune di Terlizzi che sanciscono i servizi idrici, come servizi di interesse generale, privi di rilevanza economica; le dichiarazioni pubbliche dei Missionari Comboniani di Lecce e dei Sacerdoti di Altamura contro la privatizzazione dei servizi idrici e a sostegno del processo di ripubblicizzazione in corso; la campagna “Salva l’acqua” con la quale è partita da novembre una petizione popolare per chiedere ai Comuni di sancire nei rispettivi Statuti l’acqua come diritto e i servizi idrici privi di rilevanza economica, che ha già raccolto decine di migliaia di firme.
È per questo ed anche a nome dei 30.000 cittadini pugliesi che hanno firmato della legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dei servizi idrici, che il Comitato “Acqua bene comune”
Chiede a tutti coerenza esprimendo con altrettanta chiarezza che sosterremo con forza e determinazione SOLO ­i partiti e i candidati che confermano (NEI FATTI) i contenuti della delibera dello scorso 20 ottobre ­le coalizioni che mettono fra i punti fondanti del loro programma la ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese e una politica partecipata al governo dei beni comuni.
Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.
Bari, 9 gennaio 2010 Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”