mercoledì 27 gennaio 2010

Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario (Primo Levi)



Sul sito www.tommasofiore.it il diario inedito dell'altamurano Paolo Baldassarra internato nei campi di concentramento di Wietzendorf, Hannover, Freden e Fischbecker in Germania. Un modo non retorico per ricordare il dramma dei deportati in occasione della giornata della memoria


Segni dei tempi
- di daniela tuscano -

Questa volta sono costretta ad affidarmi alla sola scrittura. Per ragioni inspiegabili, infatti, Blogspot non sta accettando né la pubblicazioni di link, né di video, né di immagini.

Odioso e intollerabile, soprattutto oggi. Ma, d'altra parte, tornare alle nude parole serve a rendere queste ultime più espressive. Saranno i miei colori. Per ricordarmi che appartengo alla specie sapiens, e non a quella che ci sta soppiantando, la videns.

In fondo, non c'è nulla da vedere. Quando, in Israele, visitai il museo della Shoah, non ricordo colori. Li percepivo solo razionalmente, ma la mia sensazione rimase quella del grigio e del nero. C'era pure un giallo, il giallo degli archivi, dei cataloghi, dei faldoni: un giallo burocratico e malato, quindi, di conseguenza, un non-colore anch'esso, come la morte.

La lettura integrale del Diario di Anne Frank in una scuola elementare di Usmate ha provocato la denuncia del deputato leghista Paolo Grimoldi. Secondo lui, vi è un passo nel quale Anne Frank descrive le proprie parti intime in modo così minuzioso da suscitare inveitabilmente turbamento in bambini di età scolare.

Il leghista afferma di esser stato interpellato da alcuni timorati genitori. Ai quali ha risposto 1) che esiste l'autonomia scolastica ("purtroppo", immaginiamo abbia pensato tra sé), 2) che forse di quest'autonomia si è abusato, 3) che sarebbe intervenuto presso il Ministero dell'Istruzione, come ha fatto: "Credo che quelle pagine per bambini di nove anni si possano definire hard". L'unica risposta che non ha fornito, e che sarebbe stata la più naturale, ovvia, banale, è che "quelle pagine hard" erano state scritte da una bambina; pertanto non si capisce come potessero turbare la coscienza di altri coetanei, del cui parere, va da sé, non abbiamo notizia positiva.

Ieri Daniele Sensi (danseni su youtube) ha diffuso una registrazione radiofonica, Cultura padana di Andrea Rognoni, in onda su Radio Padania. Rognoni si definisce "figlio di un deportato e quindi "uno che ama gli ebrei con tutto il cuore, ma come popolo, non come lobby di potere diffusa nel mondo". Il sillogismo è, in verità, assurdo, visto che non tutti i deportati, per il solo fatto di esser tali, amavano gli ebrei. Ma il Nostro prosegue: "Hanno fatto di Anna Frank una santa, tanto da dedicarle una giornata, il 27 gennaio, e ne difenderebbero il Diario anche se vi fossero colate quattro pagine di sterco". Il nostro amico degli ebrei, nel suo aulico linguaggio, concede che sì, il Diario è un bellissimo libro, che occorre leggere, senza però che "i nostri bambini possano accedere a pagine che parlano di clitoride, di vagina e di altre menate di questo genere". Forse pensa a un nuovo Indice dei libri proibiti in salsa padana, dove purgare i testi pericolosi, in modo che escano con l'imprimatur legaiolo.

Ma chi sarebbero gli sciagurati che "hanno fatto di Anna Frank una santa", dedicandole addirittura (!) una giornata, il 27 gennaio (che in realtà commemora l'apertura di Auschwitz, ma non soffermiamoci su questi dettagliucci, via...)? Eccoli: "Non vogliamo vedere film dove gli omosessuali si slinguazzano tra loro; la depravazione morale sta raggiungendo il suo limite estremo, arrivando a superare la cattiveria con la quale Hitler ha mandato sei milioni di ebrei a morire. Crepate, voi che ci date dei moralisti e dei bacchettoni, crepate assieme a Satana [Satana crepa?]. Noi siamo sicuri di salvarci; voi crepate pure". Chi fa propaganda per quella svergognata piccola ebrea sono le lobby demoplutomassoniche e omosessuali. Ecco.

L'ayatollah Khamenei starnazza: "Un giorno Israele sparirà". E' quanto si augurano anche molti "sinistrissimi" da me già denunciati nell'articolo Antisemitismo, nessuna ambiguità. Con la scusa di difendere i diritti dei palestinesi, essi vorrebbero la distruzione sia dello Stato, sia del popolo ebraico. E quando, nelle manifestazioni, bruciano la bandiera d'Israele velati dalla kefiah, esprimono un desiderio molto concreto.

Il vescovo polacco Tadeusz Pieronek, in un'intervista al sito Pontifex, ammette a denti stretti che sì, nei campi di concentramento morirono moltissimi ebrei, anche se - aggiungiamo noi - meno di quanto qualcuno sperasse. Però "non è lecito impossessarsi di quella tragedia per farne della propaganda. La Shoah come tale è un'invenzione ebraica, si potrebbe parlare della stessa cosa per le vittime del comunismo". Anch'egli, poi, rievoca la tragedia dei palestinesi, sottaciuta sempre a causa delle lobby (ebraiche, naturalmente). Non molto diverse le invettive d'un suo confratello italiano, mons. Babini. Egli indirizza le sue misericordiose frecce soprattutto agli omosessuali, che "gli fanno ribrezzo", e contro l'Islam, "religione anticristiana e violenta, senza inutili e insensate distinzioni tra moderati ed estremisti", però ne ha pure per gli israeliti, e non potrebbe essere altrimenti dato che i razzisti, sia di destra sia di sinistra, li considerano fomite di ogni male e depravazione. Contraddicendo la bella definizione di Giovanni Paolo II, "gli ebrei non sono i nostri fratelli maggiori. O meglio, lo sono stati fino all'arrivo di Cristo, poi lo hanno abbandonato e non conosciuto. Loro sono contro la storia e dal Nuovo Testamento in poi hanno scelto di non essere nostri fratelli. Sull'albero dell'ulivo è stato fatto un 'inserto' diverso. La Chiesa è nata da Cristo e non dagli ebrei".

E' vero: la Chiesa è nata da Cristo, che era ebreo; e infatti per un secolo circa i cristiani, definiti in tal modo - spregiativo - solo da Roma, si riunivano nelle sinagoghe; a Cafarnao, sopra l'abitazione dell'ebreo Pietro, primo Papa, sorge un santuario, proprio di fronte al tempio ebraico di stile ellenistico dove i primi seguaci di Cristo erano soliti riunirsi. Tutto quanto è conosciuto molto bene da mons. Babini, come si evince dalle sue illuminanti parole. Un autentico cristiano, senza dubbio.

In effetti non servono commenti né chiose a tanta sapienza. Non serve nemmeno controbattere, tanto essa giace lì, inerte e stolida, macilenta e coagulata, come un sangue amaro ricaduto su chi l'ha profusa. Si teme Anne Frank perché si teme la verità; e si nega, o si minimizza la Shoah, si tornano a evocare lobby, massonerie, complotti ebraico-plutocratici e, dulcis in fundo, omosessuali per il solito motivo: che Auschwitz è esistito. E qualcuno vorrebbe si ripetesse (P. Levi).

Nessun commento: