giovedì 31 gennaio 2013

La ragnatela della Cassa Depositi e Prestiti



Chi di noi non ha mai pensato ad un libretto Postale o ai Buoni Fruttiferi Postali per “investire” quanto messo da parte facendo la baby-sitter o andando “alll'acinino” o semplicemente quanto incassato con la strenna dei nonni a Capodanno.
Insomma gli uffici postali (oggi Poste Italiane Spa) sono ovunque, sono aperti il sabato e prima o poi tutti ci passiamo per pagare le bollette della nonna. Ecco perchè attraverso gli sportelli postali, la Cassa Depositi e Prestiti oggi raccoglie olre il 90% degli olre 200 MILIARDI di euro capitale liquido attraverso i piccoli risparmiatori che decidono di andare “alla posta”.
Quello che molti non sanno è che la CASSA DEPOSITI e PRESTITI che nata per finanziare gli Enti Locali a tassi calmierati è diventata una SpA e come tale oggi si comporta come un Fondo Investimenti con una liquidità che farebbe invidia a zio Paperone.
Sono ancora meno quelli che sanno che alla presidenza di questa società privata (partecipata al 70% dal ministero dell'Economia e delle Finanze ed al 30% da 66 fondazioni bancarie) c'è Bassanini.
Oggi inoltriamo un altro comunicato stampa della rivista Altreconomia (leggetela per capire cos'è la vera informazione).
Oggetto del c.s. è la cassa depositi e prestiti. Quell'enorme salvadanaio (220 MLD di soldi liquidi) contenente tutti i soldi che 12 milioni di italiani affidato ai libretti e ai buoni fruttiferi di PosteItaliane.

Leggete per capire di più circa quello che accade ai soldini di chi ci circonda, in famiglia, sul lavoro, in parrocchia...



Comunicato stampa, 30 gennaio 2013
La ragnatela della Cassa

20 miliardi di nuovi impieghi, 2 miliardi di margine, acquisizione di nuove partecipazioni strategiche: Cdp è sempre più il fondo sovrano italiano. La rete di Cassa depositi e prestiti negli approfondimenti di "Altreconomia"
Secondo il management è "il più importante finanziatore degli investimenti pubblici e il maggiore investitore di lungo termine del Paese" e "una grande istituzione finanziaria per lo sviluppo del Paese". È Cassa depositi e prestiti, secondo Altreconomia il fondo sovrano italiano: i risultati preliminari 2012 evidenziano che lo scorso anno Cdp "ha mobilitato sotto forma di finanziamenti e investimenti risorse complessive superiori a 20 miliardi di euro, dopo i 16,5 miliardi impiegati nel 2011".
A Cassa depositi e prestiti Altreconomia ha dedicato numerosi approfondimenti, a partire dal 2011.
"La ragnatela della Cassa" è invece l'infografica che racconta, anche in versione animata, l'universo d'interessi e gli intrecci societari legati alle partecipazioni di Cassa depositi e prestiti.

La società controllata dal ministero del Tesoro chiuderà il 2012 con un risultato netto ben superiore agli 1,6 miliardi di euro del 2011 e ai 2 miliardi previsti dal Piano industriale, "senza considerare la plusvalenza ottenuta dalla vendita del 3,3% di ENI, pari a circa 500 milioni di euro" come riporta una nota di FTA Online News ripresa da lastampa.it.

Dai dati, si evince che nel 2012 si è ridotta l'attività di finanziamento nei confronti degli Enti pubblici, mentre aumenta l'impegno nel settore delle infrastrutture in project financing e utility. Tra i beneficiari:
"Autovie Venete, Concessioni Autostradali Venete, BreBeMI, Austostrade Spa, Traforo Frejus, Tramvia di Firenze, Gasdotti, Reti metropolitane di Roma e Milano".

Sabato 2 febbraio, a Roma, Cassa depositi e prestiti sarà al centro dell'attenzione dell'ASSEMBLEA NAZIONALE “PER UNA NUOVA FINANZA PUBBLICA”.
Secondo i promotori dell'assemblea, Cdp -un ente di proprietà del Tesoro italiano che in passato aveva il compito di di finanziare a prezzi calmierati le amministrazioni e le opere pubbliche essenziali per il Paese, da un decennio trasformata in ente di diritto privato- è impegnata in acquisizioni di partecipazioni azionarie in aziende da cui trae profitti notevoli. Operando sia come protettrice degli interessi strategici dello Stato che come facilitatrice dei processi di mercato, la Cassa lavora per patrimonializzare e finanziarizzare pezzi di ex aziende pubbliche, immobili del demanio, case popolari. Il tutto utilizzando, come visto, oltre 200 miliardi di risparmio postale degli italiani.

Per maggiori informazioni e per interviste:
Luca Martinelli - Altreconomia
tel. 02.89.91.98.90 - cell.: 349 8686815
luca@altreconomia.it
Altreconomia - www.altreconomia.it  - Corso Lodi 47 - 20139 Milano

leggi anche:

mercoledì 30 gennaio 2013

La monnezza è ricchezza... da incenerire nei cementifici



Il Grillaio di Altamura aderisce fin dalla sua nascita (estate 2012) alla Rete Pugliese dei Comitati per i BeniComuni (benicomuni.org) che a qualche settimana dalle elezioni sottoscrive questo appello insieme ad altre associazioni, comitati, reti di comitati.
Vuoi bruciare i rifiuti nei cementifici, evidentemente in affanno in questo periodo di crisi? Basta cambiare il nome da rifiuti a combustibili solidi secondari e il gioco è fatto! E magari ci diranno pure di ringraziarli perchè così risolviamo pure il problema dei rifiuti.
Pensare che bruciare rifiuti sia una soluzione è il frutto di una concezione medievale della vita.

Comunicato stampa, 29 gennaio 2012

Solo adesso, a Camere sciolte, ha preso la rincorsa l'iter di approvazione dello "Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente il regolamento recante disciplina dell'utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali, in cementifici soggetti al regime dell'autorizzazione integrata ambientale".
Il 16 gennaio scorso -come rivela un articolo pubblicato sul portale della rivista Altreconomia- ha avuto, infatti, il parere favorevole della 13° commissione "Territorio,ambiente, beni ambientali" del Senato, dopo una fase “istruttoria” durata appena due giorni lavorativi.
Ciò ha destato la viva preoccupazione delle nostre associazioni e dei nostri comitati, impegnati sul territorio nazionale e territoriale per la tutela del paesaggio, contro la presenza di inceneritori e co-inceneritori e per promuovere una gestione sostenibile del territorio e la strategia “Rifiuti zero”.
Per questo, in vista del prossimo 11 febbraio 2013, quando lo stesso testo sarà sottoposto all'attenzione dei membri della commissione Ambiente della Camera,

Associazione "Comuni virtuosi", Slow Food Italia, Campagna Legge Rifiuti Zero, "Comitato promotore Campagna Difesa Latte Materno dai Contaminanti Ambientali", Associazione "Verso rifiuti zero", Zero Waste Italy, Rete nazionale rifiuti zero, Stop al consumo di territorio, Rete dei comitati pugliesi per i beni comuni, AriaNova di Pederobba (Tv), Comitato "Lasciateci respirare" di Monselice (Pd), "E noi?" di Monselice (Pd), Fumane Futura di Fumane (Vr), Valpolicella 2000 di Marano (Vr), Circolo ambiente “Ilaria Alpi” di Merone (Co), Associazione “Gestione corretta rifiuti” di Parma, Campagna Pulita, Maniago (Pn), Movimento No all'Incenerimento di rifiuti, Si al Riciclo, Fanna (Pn), Ambiente e futuro per rifiuti zero

hanno deciso di rivolgere un invito ai deputati: prima di dare il vostro parere favorevole, leggete con attenzione la “relazione istruttoria” che accompagna il testo.
Perché quella che consideriamo l'istituzionalizzazione del processo di co-incenerimento viene giustificata con la "continua crescita della quantità di rifiuti [che] costituisce un problema ambientale e territoriale comune a tutti i paesi industrializzati, ma con connotati più gravi per l’Italia e, in particolare, per alcune aree del nostro Paese che fanno ancora ampio ricorso allo smaltimento in discariche, di cui molte fra l’altro in via di esaurimento". 

I dati in merito alla produzione di rifiuti solidi urbani nelle nostre città, tuttavia, si discostano da questa impostazione. L'Ispra certifica che nel 2010 il dato complessivo era inferiore a quello del 2006. E il 2012, complice la crisi, ha evidenziato un ulteriore e rilevante calo, cui ha dato risalto recentemente anche Il Sole 24 Ore.

A preoccuparci è anche la trasformazione implicita del rifiuto, connessa all'applicazione del decreto: "Il CSS -infatti- non è composto da rifiuti tal quali, ma è un combustibile ottenuto dalla separazione, lavorazione e ri-composizione di rifiuti solidi urbani e speciali non pericolosi". Ciò significa che rifiuti solidi urbani, per cui vige il principio della gestione e della "chiusura del ciclo" a livello territoriale, e per i quali ci stiamo attivando promovendo una legge d'iniziativa popolare “Verso rifiutizero”, diventano rifiuti speciali, che possono essere acquistati e venduti, in tutto il Paese e oltre. Non dimentichiamo nemmeno, perciò, che il sistema di tracciabilità di questi rifiuti speciali, Sistri, è ancora un miraggio, un problema evidenziato anche nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.

Consideriamo, infine, che la possibilità di trasformare i cementifici in impianti di co-incenerimento, che vengono pagati per smaltire il Css, è soltanto una “stampella” offerta all'industria del cemento, in grave crisi a causa della riduzione di produzione e consumo, quantificata -dal 2006 al 2012- nel 39,4% dei volumi, pari a 18,5 milioni di tonnellate.
Valutiamo, però, che questa situazione debba essere affrontata con Aitec (Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento) nel corso della prossima legislatura, per andare verso una progressiva riduzione del numero di impianti presenti, a partire da quelli che -per localizzazione- presentano particolari problematiche ambientali (perché siti in luoghi densamente abitati, come le città capoluogo, o in luoghi di pregevoli caratteristiche ambientali, o particolarmente concentrati).
Chiediamo, pertanto, alla commissione Ambiente della Camera di attendere la prossima legislatura per affrontare il tema, a partire da un'analisi seria del fabbisogno di cemento, che potrebbe subire una ulteriore riduzione, vale la pena ricordarlo, se -come auspichiamo- venisse accelerato l'iter d'approvazione del ddl promosso dal ministro dell'Agricoltura Mario Catania in merito al consumo di suolo agricolo.

Contatti e ufficio stampa:

Carlo Bogliotti, Slow Food,
Comitato Direttivo Associazione nazionale “Comuni virtuosi”, 348 3963300
Luca Martinelli, Altreconomia - Stop al consumo di territorio, 349 8686815
Francesco Miazzi, Comitato “Lasciate respirare” di Monselice 349 8353348



martedì 29 gennaio 2013

MULEDDA DAY e INCONTRO CON I CANDIDATI. AL VIA LA CAMPAGNA ELETTORALE DEL Movimento 5 Stelle di ALTAMURA


Comunicato Stampa

MULEDDA DAY e INCONTRO CON I CANDIDATI.
AL VIA LA CAMPAGNA ELETTORALE DEL Movimento 5 Stelle di ALTAMURA

Con il MULEDDA DAY di ieri 27 gennaio in p.zza Duomo e l'incontro con il capolista alla Camera dei Deputati Giuseppe D'Ambrosio e il candidato Diego De Lorenzis (venerdì 1 febbraio ex Monastero del Soccorso), gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Altamura hanno dato il via alla campagna elettorale ad Altamura. L'obiettivo è promuovere le liste del MoVimento 5 Stelle alle prossime elezioni politiche, far conoscere il Programma del MoVimento e riportare la gente a votare... per il “gusto” di essere i protagonisti del proprio futuro.

Il MULEDDA DAY - domenica 27 gennaio – è stata l'occasione per incontrare i cittadini e farli riflettere sui costi della politica con lo slogan “siamo la vostra prima scelta e non costiamo niente”. Una dozzina di attivisti hanno distribuito mele, ma soprattutto arance con il bollino del M5S che ne attesta la sostenibilità e la biologicità. “Tutto quello che noi spenderemo - soldi delle nostre tasche, ovviamente - avrà un ritorno solo e soltanto per la collettività”.
Se è vero che i rimborsi elettorali sPARTITI dai PARTITI ammontano, dal '94 ad oggi, a 2,5 miliardi di euro significa che la missione dei politici oggi è fortemente messa in discussione da questo mare di soldi, “Vuol dire che siamo alla frutta” aggiungono “I candidati del M5S eletti in alcuni consigli regionali hanno già rifiutato questi soldi e li rifiuteranno anche coloro che si apprestano ad entrare in parlamento” dichiarano Angela e Maria Bruna mentre consegnano un'arancia ad una coppia incuriosita. “Questi soldi potrebbero alimentare un fondo per fare microcredito alle microimprese. Sobrietà anche negli stipendi: NO alle indennità speciali, NO alle auto blu. E scusate se è poco.”

Venerdì 1 febbraio 2013 alle 19,00 c/o l'ex Monastero del Soccorso, i candidati alla camera Giuseppe D'Ambrosio e Diego De Lorenzis, incontreranno i cittadini di Altamura. Non sarà il solito incontro: essi verranno sì per presentarsi, ma soprattutto per interagire con i presenti. E' necessario scardinare l'idea del politico come la persona a cui delegare l'impegno per la politica. I politici saranno migliori se i cittadini sapranno partecipare e sapranno partecipare se saranno messi nelle condizioni di farlo.

Viviamo giorni in cui la POLITICA è percepita come una cosa sporca, centro di potere e di interessi particolari, crocevia per favori e soldi (pubblici) facili. La gente sembra aver perso quello che è il significato della parola “politica”, confondendola spesso con la parola “politici” (che in questo momento storico ha significato negativo). La disaffezione ed il disinteresse per la res pubblica non sono stati mai così diffusi, e ciò è un cancro per la democrazia.

Al Movimento spetta riconquistare la fiducia di tutta quella gente che pensa “tanto sono tutti uguali” e riportarla a votare, senza false promesse, ma tenendo sempre bene in vista il Bene Comune. Questo sarà il primo obiettivo, che si traduce non solo nella necessità di votare il M5S., ma innanzitutto nella necessità che ogni cittadino torni a sentirsi parte attiva della vita politica, vedendo rispettato l’art. 1 della nostra Costituzione:
“L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”

28.01.2013

Attivisti M5S di Altamura 

sabato 26 gennaio 2013

Scandalo Monte dei Paschi? E’ questa finanza ad essere scandalosa!


Nel mondo terribile disegnato da George Orwell in 1984 le parole perdevano il senso che comunemente attribuiamo loro: La guerra è pace, La libertà è schiavitù e L'ignoranza è forza sono gli slogan dell'immaginario "Ministero della Verità".
La verità, però, supera l'immaginazione: parliamo di emergenza rifiuti per definire una situazione cronica, parliamo di scandalo per la vicenda Monte dei Paschi di Siena quando è il frutto del sistema finanza, del suo normale funzionamento.
La vicenda Monte dei Paschi, insomma, è fisiologica e non patologica come gridano i giornali.
A spiegarci perché con parole chiare è Andrea Baranes su nonconimieisoldi nell'articolo "Derivati e debiti. Cos’è successo in Monte Paschi". Da leggere per capire e cambiare il sistema.
Sappiamo bene che le responsabilità politiche di chi ci governa in Italia, in Europa, nel mondo ci sono e sono grosse, ma non possiamo ignorare le responsabilità personali.
LA MAGGIOR PARTE DEI SOLDI CHE ALIMENTANO IL MERCATO MONDIALE DELLA "FINANZA-CASINO'" (derivati, credit default swap ed altri) che ammonta a più di 10 volte il Pil mondiale, PROVENGONO DAI NOSTRI CONTI CORRENTI, FONDI D'INVESTIMENTO, FONDI PENSIONE....
Come dire: PER FORTUNA E' ANCHE COLPA NOSTRA!

La vicenda Monte Paschi di Siena da alcuni giorni riempie le pagine dei giornali. Articoli che chiamano in causa comportamenti spregiudicati, l’ingerenza della politica, un sistema di potere “occulto” e via discorrendo. Verrebbe da dire magari fosse così. Perché parleremmo di alcune proverbiali mele marce in un sistema sano. Come avviene da diversi anni per ogni singolo scandalo e crisi che investe il mondo bancario e finanziario ci sentiamo ripetere che singole persone in posizione chiave si sono fatte abbagliare dalla cupidigia e hanno violato le regole del gioco. E invece no. Lo scandalo Monte Paschi nasce dal seguire alla lettera le possibilità attualmente offerte dalla finanza. Ancora peggio. Dall’utilizzo di strumenti, procedure e meccanismi che interessano la gran parte del sistema bancario e finanziario... (continua a leggere)

domenica 20 gennaio 2013

Cambiamo la finanza per cambiare l'Italia! Le 5 domande di BancaEtica ai candidati.



Via abbiamo parlato diverse volte di BancaEtica (vedi post precedenti) e della necessità di un maggiore controllo in quel brutto mondo che è la finanza-casinò.
Abbiamo sostenuto e divulgato iniziative come nonconimieisoldi.it che hannno il merito di far riflettere su ciò che accade ai nostri risparmi una volta messi in banca.
Ma soprattutto vale la pena ricordare che BancaEtica è stato l'unico istituto bancario a rifiutare i soldi (esportati illecitamente) dello scudo fiscale

Di sicuro c'è una dimensione di responsabilità individuale (ognuno è libero di scegliersi la banca che vuole), ma non possiamo non considerare delle responsabilità politiche

Se il governo Monti ha deciso di tassare con l'imposta di bollo (34 €) sia chi possie 1.000.000 di euro di azioni Unicredit (quotata in borsa)  sia chi ha 10 azioni di Banca Etica (non quotata in borsa) per un totale di 550 €, la scelta che si fa è quella di ammazzare l'azionariato popolare e democratico che è la particolatà di Banca Etica.
Questo significa che chi sostiene (con quote di modesta entità) una banca responsabile vedrà il suo "capitale di 550 €" finire pian piano polverizzato in tasse mentre chi investe milioni di euro in banche armate o irresponsabili, nemmeno se ne accorgerà e potrà dire "La mia banca è indifferente".

Oggi alla vigilia delle elezioni BancaEtica che conta quasi 36.000 soci, quasi tutte persone fisiche, pone ai candidati alcune domande che hanno l'obiettivo di arrivare ad un voto ragionato e informato



 
 
 

Cambiamo la finanza per cambiare l'Italia.

 L’Italia si avvia a nuove elezioni. Candidati, alleanze, volti nuovi e vecchi monopolizzano l'attenzione dei media. Il dibattito è – ancora una volta – focalizzato su chi prenderà il potere e su come intende suddividerlo.
Crediamo, insieme alle migliaia di persone e organizzazioni che rendono Banca Etica un'esperienza unica di democrazia economica e finanza etica, che ci siano anche altre priorità. 
Questa crisi è stata causata in larga parte dalle distorsioni di una finanza sempre più lontana dai cittadini e dalle imprese che creano occupazione producendo beni e servizi utili. Una finanza speculativa cui la politica non ha saputo imporre regole trasparenti.
Come tutti siamo chiamati a scegliere chi ci governerà, ma per farlo vogliamo sapere cosa i leader politici intendono fare sui temi della finanza: perché da qui dobbiamo ripartire per dare futuro al welfare, all'imprenditoria e all'occupazione in Italia.
Poniamo alle forze politiche e ai loro leader 5 domande, consapevoli che dalle loro risposte dipenderà anche il nostro futuro:
  1. Tobin Tax - Intende migliorare l'attuale Tobin Tax al fine di arginare la finanza speculativa, i derivati e le transazioni giornaliere ultraveloci e di reperire risorse per welfare, ambiente  e cooperazione? Come?
  2. Paradisi Fiscali -  Realizzerà misure per contrastare la fuga di capitali verso i paradisi fiscali? Si impegnerà per ridurre la presenza in tali Paesi delle società italiane controllate dal Tesoro?
  3. Azionariato Popolare - Rivedrà la tassazione sui piccoli risparmi in modo da non penalizzare le esperienze di democrazia economica e azionariato diffuso?
  4. Etica e Finanza – Si impegnerà per attuare la separazione tra banche commerciali al servizio dell’economia reale e istituti specializzati nel trading, così come auspicato da autorevoli commissioni indipendenti? Introdurrà una definizione normativa della finanza etica e per favorire le attività ad essa correlate incluso il microcredito?
  5. Basilea per il sociale – Terrà conto del rapporto dell’UE (Liikanen) che segnala il ruolo cruciale del sistema delle banche etiche e cooperative in risposta alla crisi? Chiederà una revisione degli accordi di Basilea affinché non penalizzino le banche etiche e cooperative e non ostacolino l’erogazione di credito a favore delle realtà del Terzo Settore?
La regolamentazione finanziaria è un tema che riguarda tutti, per questo abbiamo attivato una petizione sulla piattaforma Change.org per dare a tutti la possibilità di testimoniare l'urgenza di posizioni chiare e concrete su questi temi.

venerdì 18 gennaio 2013

La Puglia in MoVimento

Rilanciamo il comunicato degli attivisti pugliesi del Movimento 5 Stelle. Domenica 13 gennaio a Corato c'eravamo anche noi del GRILLAIO di Altamura insieme ad altre decine di gruppi per oltre 100 partecipanti.
  

AL VIA LA CAMPAGNA ELETTORALE DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE PUGLIA

Positivo l'incontro degli attivisti tenuto a Corato domenica scorsa. Entusiasmo e passione negli interventi e tante le decisioni prese, riguardanti aspetti organizzativi. Prende avvio la campagna di preparazione degli attivisti pugliesi del MoVimento 5Stelle alla prossima competizione elettorale. Un nutrito ordine del giorno, 110 attivisti provenienti da tutta la Puglia, tanto entusiasmo e passione nei numerosissimi interventi: questi gli ingredienti dell'incontro regionale, tenutosi domenica scorsa presso l'Executive Center di Corato. Un interessante brainstorming, una vera e propria "tempesta di idee"™ sulle priorità del momento, ha consentito di focalizzare le attenzioni sulla crescita ed evoluzione dei gruppi operanti in Puglia. Il Movimento, in continuo e costante sviluppo sul territorio, registra una partecipazione popolare che smentisce ogni giorno i sondaggi fatti circolare ultimamente in merito alle intenzioni di voto degli elettori. Fatto anche il punto sulle tante iniziative legate alle questioni territoriali, aperte in funzione di altrettante criticità in campo ambientale, della pubblica amministrazione e, in generale, della qualità della vita dei cittadini pugliesi. Presenti numerosi candidati alle elezioni politiche 2013, designati dalle 'Parlamentarie' 5 Stelle pugliesi, tra cui i 'Numeri Uno' alla Camera e al Senato, Giuseppe D'Ambrosio e Maurizio Buccarella. Stilata l'agenda del Movimento5Stelle Puglia, organizzate le azioni da avviare sul territorio. I singoli gruppi, i cittadini e tutti i candidati, hanno avviato una intensa attività di coordinamento allo scopo di affrontare le tematiche provinciali, insieme ai 16 punti dell'Agenda Grillo e al Programma. Costituiti, infine, i gruppi di lavoro per la gestione degli eventi, della comunicazione e della realizzazione di materiali informativi. Presentato, tra l'altro, e già disponibile, il portale web www.pugliacinquestelle.it, che costituirà un importante strumento a disposizione di tutti i militanti del Movimento. Attivisti Movimento 5 Stelle Puglia Corato, 15 gennaio 2013

sabato 12 gennaio 2013

QUANDO L'ACQUA HA UN PADRONE. Report Carovana dell'ACQUA in Palestina


Live broadcast by Ustream
Cosa accade quando un paese, un popolo pretende di impadronirsi dell'acqua?
Cosa accade quando si devia un corso d'acqua a vantaggio di un paese lasciandone a secco un altro? L'analisi di quanto accade in Palestina offre buoni spunti di riflessione: decine di migliaia di palestinesi sono privi di accesso all’acqua perchè i loro vicini hanno deciso che l'acqua appartiene a loro. E se accadesse a noi?
Il Grillaio Altamura ed il Comitato Pugliese AcquaBeneComune hanno organizzato

QUANDO L'ACQUA HA UN PADRONE
Report della carovana dell'acqua in Palestina
Giovedì 10 gennaio 2013 ore 18,30
Sala convegni ABMC - p.zza Zanardelli (sotto i portici) - Altamura

sono intervenuti
Rosario Lembo (Contratto Mondiale sull'ACQUA)
Michele Loporcaro (Comitato AcquaBeneComune Altamura)
coordina Antonio Elia (ilGrillaio Altamura)

La carovana dell'acqua, promossa dal Contratto Mondiale sull'Acqua, si propone di attivare relazioni di solidarietà fra le comunità locali e i movimenti dell’acqua impegnati in Italia e in Europa nel contrasto ai processi di privatizzazione.
I dati del Rapporto di Amnesty International sull’acqua in Israele e Territori occupati (ottobre 2009) evidenziano alcune questioni: Israele utilizza più dell’80 % dell’acqua della falda montana, e i palestinesi solo il 20%. Il consumo giornaliero di acqua dei palestinesi è di 70 litri a persona, quello degli israeliani è di 300 litri. 450 mila coloni israeliani utilizzano una maggiore quantità d'acqua di 2milioni e 300mila palestinesi. Nella Striscia di Gaza, il 90-95% dell'acqua dell’unica risorsa idrica presente, la falda acquifera costiera, è contaminato e inutilizzabile per gli usi umani. Alla luce di questi dati la Carovana ha verificato l’incidenza della costruzione del muro e dei nuovi insediamenti israeliani rispetto alla possibilità di accesso all’acqua nella regione.
Secondo le Nazioni Unite nella metà di questo secolo, nel bacino mediterraneo, 240 milioni di persone vivranno con una disponibilità inferiore ai 1.000 m3 di acqua all’anno per persona. E’ opportuno ricordare che oggi in media ogni italiano impiega circa 2400 mc di acqua e quando la disponibilità di acqua è inferiore ai 1700 m3, si parla di 'stress idrico' ed il Medio Oriente rischia quindi di diventare l’epicentro dei processi di scarsità idrica.

Links:
contrattoacqua.it
ilgrillaio.blogspot.it
l'acquanonsivende.blogspot.it

domenica 6 gennaio 2013

Il bambinello di Casaleggio

Proponiamo di seguito intervista di John Hooper a Roberto Casaleggio, 3 Gennaio, The Guardian, Milano. L'intervista è stata letteralmente tradotta dalla redazione de ilGrillaio, per consentire a tutti di potersi esprimere sulle dichiarazioni di Roberto Casaleggio (vi invitiamo a farlo nei commenti), riportate nelle ultime ore a volte non propriamente, o perlomeno non letteralmente da alcune agenzie di stampa italiane e quotidiani.

Ci permettiamo anche di esprimere alcune brevi osservazioni prima di lasciarvi alla lettura: appurata la natura  limpidissima del pensiero di Roberto Casaleggio, sul quale gravitano non poche diffidenze interne ed esterne al movimento, pensiamo che non sia ancora pienamente espressa la regola d'oro di Grillo secondo la quale 'Uno vale Uno', o almeno non sarà possibile fino a quando la gestione del movimento e dei gruppi locali sarà inquadrata in logiche direzionali strategiche up-down (sperimentiamo "una nuova democrazia diretta che vedrà l'eliminazione di tutte le barriere fra il cittadino e lo Stato'' sulla base di uno statuto scritto da "Grillo and I").


Non crediamo nelle tesi complottistiche di un'agenda segreta di Casaleggio Associati, ma riteniamo che i gruppi locali debbano essere liberi di organizzarsi attraverso gli strumenti che la Rete nel 2013 offre, per la formazione e l'organizzazione delle decisioni (il metodo che ci si da non è assolutamente neutro, anzì la questione è tutta lì). Un blog e un portale sono strumenti nuovi, ma non sufficientemente all'avanguardia, e non coerentemente orizzontali rispetto alle intenzioni del movimento.

A Grillo e Casaleggio va riconosciuto il merito di aver provato (riuscendoci spesso) a fare informazione in Italia. Hanno dato voce attraverso la rete a persone (tipo R. PETRELLA, B. SCIENZA, M. PALLANTE, M. Wakernagel....) che mai sarebbero arrivate a così tante persone.

Infine hanno visto bene quando hanno capito che il solo blog non era sufficiente per cambiare le cose: erano (e sono) i gruppi locali, le iniziative di quartiere, l'informazione del porta a porta, a poter fare la differenza. Questa è oggi la vera forza del M5S: la credibilità acquisita negli utlimi anni dai gruppi locali. Grillo, il blog, Casaleggio sono gli strumenti.
Con i 2 V-DAY, con i banchetti, con gli incontri pubblici su vari temi, con le petizioni, con la Politica del quotidiano, con la pratica del DIRITTO ALL'ACQUA, con le buone prassi dei RIFIUTI ZERO, con l'interesse per la cosa pubblica a prescindere dai momenti meramente elettorali, abbiamo dimostrato che un'altra/ALTA forma di Politica era ed è possibile.

L'obiettivo secondo noi, per sopravvivere all'incazzatura degli Italiani verso la classe dirigente, è quello di crescere lentamente e in modo organizzato e civile, nel recinto di pochi semplici regole, rinunciando il prima possibile a confessioni di leader pericolose, e rifuggendo da escursioni di apprezzamenti elettorali troppo fluttuanti e instabili.

Buona lettura.
ilGrillaio


Il guru del web in Italia, sperimenta il potere nella forma di un movimento politico nuovo che diventa virale

Roberto Casaleggio è il pioniere del M5S, che si propone di raggiungere la democrazia diretta e di annichilire i tradizionali partiti politici


"È successo come per Gesù Cristo e gli apostoli" dice Roberto Casaleggio. "Anche il suo messaggio divenne virale'.
Con una chioma arruffata, capelli neri grigio e argento che gli scendono sulle spalle, Casaleggio stesso potrebbe sembrare un buon messia. Così com'è, egli è forse è l'uomo di cui più si diffida nello scenario della politica italiana: il guru del web che, in poco più di tre anni, ha trasformato il fan club di un comico nella seconda forza politica d'Italia; un'eminenza grigia con poteri apparentemente magici, che non ha mai concesso prima di ora, di essere intervistato da un giornale.
Lo scorso maggio, il M5S, ispirato dal comico Beppe Grillo, ha sorpreso gli esperti con la vittoria delle elezioni amministrative della città di Parma. Nel mese di ottobre, è diventato il primo partito  nelle elezioni regionali in Sicilia. E con un consenso stimato dai sondaggi intorno al 17% il M5S è in corsa per aggiudicarsi tra i 90 e i 100 seggi alla Camera dei Deputati, nelle elezioni politiche del mese prossimo.
Come nuovo arrivato, però, il movimento ha bisogno di decine di migliaia di firme certificate per partecipare al voto. Il mese scorso, nella sede della società di consulenza di Casaleggio, situata in un quartiere elegante di Milano, gli impiegati erano impegnati a organizzare un piano d'azione su scala nazionale per soddisfare i requisiti richiesti.
La maggior parte di quelli che si sono espressi sul M5S, attribuiscono il suo successo alla crisi dell'euro e alla rabbia degli Italiani verso le misure di austerità imposte dal governo Monti, bersaglio preferito dei monologhi taglienti e deliranti di Grillo. Secondo tale interpretazione, si tratta del classico movimento di protesta che scomparirà insieme alla causa che lo ha scatenato.
Ma per Casaleggio il M5S è parte di un fenomeno complessivo assai più durevole - l'erosione di ogni forma di mediazione per effetto della Rete. Proprio come i quotidiani, egli argomenta, sono condannati all'estinzione perché stanno tra i giornalisti e i lettori, così i partiti si stanno dirigendo verso una zona morta perché stanno tra gli elettori e le istituzioni.
Il M5S sta sperimentando ''una nuova democrazia diretta che vedrà l'eliminazione di tutte le barriere fra il cittadino e lo Stato''. Come Julian Assange, Casaleggio combina l'incrollabile fiducia nelle sue capacità di interpretare l'impatto di internet con l'aria di un'ingenuità infantile. Quest'ultima è particolarmente evidente quando sorride per rivelare uno spazio fra gli incisivi.
Incontrò Grillo per la prima volta ''circa 10 anni fa'', dopo che il comico ebbe letto un suo libro. In quel momento Casaleggio era un manager informatico di successo, già a capo della filiale italiana della Logica, una società inglese. Nel 2004 fondò la sua società, Casaleggio Associati.
''Senza il web, Beppe e io non avremmo potuto raggiungere nulla del genere'', lui dice. '' È la Rete che ha alterato tutti gli equilibri.'' Il primo passo è stato la creazione del blog di Grillo, che nel 2007 è diventato il settimo per popolarità nel mondo, anche se redatto in una lingua con meno di un quinto della popolazione degli Stati Uniti e in un Paese dove meno che il 40% le famiglie possedevano un pc.
Casaleggio attribuisce il successo del blog alla situazione unica in Italia. Per cinque anni dal 2001 al 2006, Silvio Berlusconi ha controllato sei dei sette canali televisivi principali. '' Era come vivere dentro Matrix'', dice. Grillo offriva informazioni e commenti che fossero liberi di censura. ''E quando la gente ha visto che quanto diceva era vero, ha cominciato a dubitare delle altre informazioni che riceveva.''
Il blog ha stato stimolato anche uno straordinario livello di partecipazione: c'è stato un post che ha attirato circa 10.000 commenti. Si è formata una comunità di vastissime proporzioni, guidata da Grillo e Casaleggio, attivata usando il portale di social networking Meetup per formare gruppi locali. Ora ne esistono circa 650. Lo step successivo è stato il coinvolgimento di liste civiche, candidati indipendenti per le elezioni comunali, per testare l'apprezzamento su Grillo. Molti hanno risposto positivamente.
Per conseguenza, ha detto Casaleggio, i gruppi dei Meetup hanno chiesto di poter candidare propri iscritti. In un meeting a Firenze nel marzo 2009 viene elaborata una carta dei principi, fortemente improntata sui temi ambientali, che sarebbe stata condivisa da tutte le liste con il bollino di Grillo. La comunità era ormai pronta a diventare un movimento (Casaleggio disconosce il termine partito). Per la fondazione del M5S più tardi nello stesso anno, lui e Grillo scelgono il giorno della festa di San Francesco d'Assisi il 4 ottobre.
Fino ad oggi, il movimento è rimasto fedele al disprezzo del mistico Francescano per i soldi. Casaleggio dice che il movimento si appresta a restituire 800.000€ dei rimborsi elettorali delle regionali in Sicilia. ''I nostri parlamentari avranno stipendi 5.000€ al mese, il resto sarà restituito'' aggiunge. Il M5S non ha bisogno di denaro dal momento che l'unico sforzo richiesto è il tempo e lo sforzo dei suoi dipendenti. Il loro ultimo exploit è stato quello della selezione on-line dei candidati parlamentari del movimento, 'una cosa credo che non abbia precedenti nel mondo'' commenta Casaleggio. L'operazione, tuttavia, non è stata un successo totale. Secondo un post sul sito di Grillo il M5S ha oltre 255.000 membri. Ma solo 31.612 registrati per partecipare al processo di selezione e , di questi, solo 20.252 hanno votato.
Inoltre Casaleggio ha dovuto fare i conti con le accuse della base, secondo cui il processo non sia stato oggetto di verifiche indipendenti - aggiungendosi ad un'altra polemica derivante dal divieto espresso da Grillo circa la partecipazione ai TV talk. Casaleggio è fermo sulle sue. ''Lo statuto contiene le regole. Se vogliono cambiare le regole, possono liberamente creare un altro movimento,'' dice. E chi ha scritto lo statuto? '' Grillo e io'' risponde Casaleggio.
La vicenda ha destato critiche secondo le quali il M5S è intrinsecamente antidemocratico e che Casaleggio, in particolare, abbia un'agenda segreta. ''Il problema con queste persone è che tutti pensano si faccia qualcosa per un contraccambio'', sostiene. ''L'unica cosa che otteniamo è il calore della gente. È l'unica cosa che si ottiene in cambio.'' E sorride in modo fanciullesco.
--
Le regole di Casaleggio
Le cinque regole d'oro di Roberto Casaleggio per costruire un movimento politico di successo, attraverso il web:
1 Creare partecipazione. Hai bisogno di una comunità da cui partire.
2 Capire internet, includendo la sua sociologia. Non pensare al web come qualcosa di addizionale al reale, è invece una nuova realtà, un mondo nuovo.
3 Parla il linguaggio di internet. In particolare, non dire cose che non possano essere verificate sul web
4 Rendi semplici le regole del tuo movimento
5 Realizza quello che stai delegando. Le cellule che crei assumeranno vita propria.

(fonte http://www.guardian.co.uk/world/2013/jan/03/italy-five-star-movement-internet)

giovedì 3 gennaio 2013

L'acqua e la democrazia post referendum in vacanza


Il metodo, ormai collaudato, è quello di approfittare dei momenti in cui l'attenzione dell'opinione pubblica, ormai ridotta ad un lumicino, sia concentrata sulle vacanze al mare, oppure sia presa dalle pettole, dal pasticcio o dalle cartellate col vincotto e.... zac ti arriva la supposta. Era già accaduto nell'estate del 2008 quando nella finanziaria comparve l'art. 23 bis che parlava di gestione privata dei servizi pubblici locali e che è stato in parte abrogato con il Referendum del 2011.
Siamo in uno strano paese dove "la sovranità appartiene al popol che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione" salvo poi ignorare questa la stessa per mezzo di regolamenti tipo quello sulla tariffa.
L'acqua, la sua gestione, oggi più che mai rappresenta un paradigma culturale per radiografare lo stato di salute della politica di un paese.
Con l'acqua non si scherza!
  
  
COMUNICATO STAMPA
Dal decreto di Ferragosto alla tariffa di Capodanno
Ovvero come uccidere la Democrazia durante le vacanze
Ieri l'Autorità per l'Energia Elettrica ed il Gas ha approvato il nuovo Metodo Tariffario Transitorio 2012-2013 per il Servizio idrico Integrato sancendo, nei fatti, la negazione dei Referendum del Giugno 2011, con cui 27 milioni di cittadini italiani si erano espressi per una gestione dell'acqua che fosse pubblica e fuori dalle logiche di mercato.
Già il Governo Berlusconi, solo due mesi dopo i referendum, aveva varato un decreto che, reintroducendo sostanzialmente la stessa norma abrogata, avrebbe portato alla privatizzazzione dei servizi pubblici locali. Tale decreto è stato poi dichiarato incostituzionale.
In egual modo l'Autorità vara una tariffa che nega, nello specifico, il secondo referendum sulla remunerazione del capitale e lascia che si possano fare profitti sull'acqua, cambiando semplicemente la denominazione in “costo della risorsa finanziaria”, ma non la sostanza: profitti garantiti in bolletta.
Ma fa anche di peggio.
Infatti, il nuovo metodo tariffario, metterà a rischio gli investimenti per la gestione del servizio idrico integrato più di quanto già non accada attualmente. Ciò avverrà perché in un sistema che si basa sul ricorso al mercato creditizio, se si allunga il periodo di ammortamento dei cespiti si ha una conseguente riduzione delle aliquote annue con un impatto negativo sui flussi di cassa, creando, così, un rischio elevato nel reperimento delle risorse finanziarie.
Ciò è particolarmente grave visto che il servizio idrico integrato abbisogna di ingenti investimenti nei prossimi anni (alcune stime parlano di circa 2 miliardi di € l'anno per i prossimi 20/30 anni).
L'Autorità, in un contesto dove il Governo tecnico di Monti ha rafforzato un' impostazione neoliberista e di privatizzazione dei beni comuni, che conferma e ripropone nella sua agenda per il prossimo governo, si nasconde dietro una deliberazione amministrativa per affermare una ricetta politica che vuole speculare sui servizi pubblici essenziali, a partire dall'acqua.
Dietro le manovre tecniche si afferma, inoltre, una sospensione democratica gravissima a danno di tutti noi.
Per questo vogliamo che il nuovo metodo tariffario venga ritirato e chiediamo le dimissioni dei membri dell'Autorità. E, chiaramente, non ci fermeremo ad elemosinare concessioni ma ci batteremo finchè questo non avverrà e venga ristabilità la volontà popolare.
Perchè si scrive acqua, si legge democrazia, e vogliamo ripubblicizzare entrambe.
Roma, 29 Dicembre 2012.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua