mercoledì 30 gennaio 2013

La monnezza è ricchezza... da incenerire nei cementifici



Il Grillaio di Altamura aderisce fin dalla sua nascita (estate 2012) alla Rete Pugliese dei Comitati per i BeniComuni (benicomuni.org) che a qualche settimana dalle elezioni sottoscrive questo appello insieme ad altre associazioni, comitati, reti di comitati.
Vuoi bruciare i rifiuti nei cementifici, evidentemente in affanno in questo periodo di crisi? Basta cambiare il nome da rifiuti a combustibili solidi secondari e il gioco è fatto! E magari ci diranno pure di ringraziarli perchè così risolviamo pure il problema dei rifiuti.
Pensare che bruciare rifiuti sia una soluzione è il frutto di una concezione medievale della vita.

Comunicato stampa, 29 gennaio 2012

Solo adesso, a Camere sciolte, ha preso la rincorsa l'iter di approvazione dello "Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente il regolamento recante disciplina dell'utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali, in cementifici soggetti al regime dell'autorizzazione integrata ambientale".
Il 16 gennaio scorso -come rivela un articolo pubblicato sul portale della rivista Altreconomia- ha avuto, infatti, il parere favorevole della 13° commissione "Territorio,ambiente, beni ambientali" del Senato, dopo una fase “istruttoria” durata appena due giorni lavorativi.
Ciò ha destato la viva preoccupazione delle nostre associazioni e dei nostri comitati, impegnati sul territorio nazionale e territoriale per la tutela del paesaggio, contro la presenza di inceneritori e co-inceneritori e per promuovere una gestione sostenibile del territorio e la strategia “Rifiuti zero”.
Per questo, in vista del prossimo 11 febbraio 2013, quando lo stesso testo sarà sottoposto all'attenzione dei membri della commissione Ambiente della Camera,

Associazione "Comuni virtuosi", Slow Food Italia, Campagna Legge Rifiuti Zero, "Comitato promotore Campagna Difesa Latte Materno dai Contaminanti Ambientali", Associazione "Verso rifiuti zero", Zero Waste Italy, Rete nazionale rifiuti zero, Stop al consumo di territorio, Rete dei comitati pugliesi per i beni comuni, AriaNova di Pederobba (Tv), Comitato "Lasciateci respirare" di Monselice (Pd), "E noi?" di Monselice (Pd), Fumane Futura di Fumane (Vr), Valpolicella 2000 di Marano (Vr), Circolo ambiente “Ilaria Alpi” di Merone (Co), Associazione “Gestione corretta rifiuti” di Parma, Campagna Pulita, Maniago (Pn), Movimento No all'Incenerimento di rifiuti, Si al Riciclo, Fanna (Pn), Ambiente e futuro per rifiuti zero

hanno deciso di rivolgere un invito ai deputati: prima di dare il vostro parere favorevole, leggete con attenzione la “relazione istruttoria” che accompagna il testo.
Perché quella che consideriamo l'istituzionalizzazione del processo di co-incenerimento viene giustificata con la "continua crescita della quantità di rifiuti [che] costituisce un problema ambientale e territoriale comune a tutti i paesi industrializzati, ma con connotati più gravi per l’Italia e, in particolare, per alcune aree del nostro Paese che fanno ancora ampio ricorso allo smaltimento in discariche, di cui molte fra l’altro in via di esaurimento". 

I dati in merito alla produzione di rifiuti solidi urbani nelle nostre città, tuttavia, si discostano da questa impostazione. L'Ispra certifica che nel 2010 il dato complessivo era inferiore a quello del 2006. E il 2012, complice la crisi, ha evidenziato un ulteriore e rilevante calo, cui ha dato risalto recentemente anche Il Sole 24 Ore.

A preoccuparci è anche la trasformazione implicita del rifiuto, connessa all'applicazione del decreto: "Il CSS -infatti- non è composto da rifiuti tal quali, ma è un combustibile ottenuto dalla separazione, lavorazione e ri-composizione di rifiuti solidi urbani e speciali non pericolosi". Ciò significa che rifiuti solidi urbani, per cui vige il principio della gestione e della "chiusura del ciclo" a livello territoriale, e per i quali ci stiamo attivando promovendo una legge d'iniziativa popolare “Verso rifiutizero”, diventano rifiuti speciali, che possono essere acquistati e venduti, in tutto il Paese e oltre. Non dimentichiamo nemmeno, perciò, che il sistema di tracciabilità di questi rifiuti speciali, Sistri, è ancora un miraggio, un problema evidenziato anche nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.

Consideriamo, infine, che la possibilità di trasformare i cementifici in impianti di co-incenerimento, che vengono pagati per smaltire il Css, è soltanto una “stampella” offerta all'industria del cemento, in grave crisi a causa della riduzione di produzione e consumo, quantificata -dal 2006 al 2012- nel 39,4% dei volumi, pari a 18,5 milioni di tonnellate.
Valutiamo, però, che questa situazione debba essere affrontata con Aitec (Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento) nel corso della prossima legislatura, per andare verso una progressiva riduzione del numero di impianti presenti, a partire da quelli che -per localizzazione- presentano particolari problematiche ambientali (perché siti in luoghi densamente abitati, come le città capoluogo, o in luoghi di pregevoli caratteristiche ambientali, o particolarmente concentrati).
Chiediamo, pertanto, alla commissione Ambiente della Camera di attendere la prossima legislatura per affrontare il tema, a partire da un'analisi seria del fabbisogno di cemento, che potrebbe subire una ulteriore riduzione, vale la pena ricordarlo, se -come auspichiamo- venisse accelerato l'iter d'approvazione del ddl promosso dal ministro dell'Agricoltura Mario Catania in merito al consumo di suolo agricolo.

Contatti e ufficio stampa:

Carlo Bogliotti, Slow Food,
Comitato Direttivo Associazione nazionale “Comuni virtuosi”, 348 3963300
Luca Martinelli, Altreconomia - Stop al consumo di territorio, 349 8686815
Francesco Miazzi, Comitato “Lasciate respirare” di Monselice 349 8353348



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