Il Grillaio di Altamura aderisce fin dalla sua nascita (estate 2012) alla Rete Pugliese dei Comitati per i BeniComuni (benicomuni.org) che a qualche settimana dalle elezioni sottoscrive questo appello insieme ad altre associazioni, comitati, reti di comitati.
Vuoi bruciare i rifiuti nei cementifici, evidentemente in affanno in questo periodo di crisi? Basta cambiare il nome da rifiuti a combustibili solidi secondari e il gioco è fatto! E magari ci diranno pure di ringraziarli perchè così risolviamo pure il problema dei rifiuti.
Pensare che bruciare rifiuti sia una soluzione è il frutto di una concezione medievale della vita.
Comunicato
stampa, 29 gennaio 2012
Solo
adesso, a Camere sciolte, ha preso la rincorsa l'iter di approvazione
dello "Schema
di decreto del Presidente della Repubblica concernente il regolamento
recante disciplina dell'utilizzo di combustibili solidi secondari
(CSS), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali,
in cementifici soggetti al regime dell'autorizzazione integrata
ambientale".
Il
16 gennaio scorso -come rivela un articolo
pubblicato sul portale della rivista Altreconomia- ha avuto,
infatti, il parere favorevole della 13° commissione "Territorio,ambiente, beni ambientali" del Senato, dopo una fase
“istruttoria” durata appena due giorni lavorativi.
Ciò
ha destato la viva preoccupazione delle nostre associazioni e dei
nostri comitati, impegnati sul territorio nazionale e territoriale
per la tutela del paesaggio, contro la presenza di inceneritori e
co-inceneritori e per promuovere una gestione sostenibile del
territorio e la strategia “Rifiuti zero”.
Per
questo, in vista del prossimo 11 febbraio 2013, quando lo
stesso testo sarà sottoposto all'attenzione dei membri della
commissione Ambiente della Camera,
Associazione
"Comuni virtuosi", Slow Food Italia, Campagna Legge Rifiuti
Zero, "Comitato promotore Campagna Difesa Latte Materno dai
Contaminanti Ambientali", Associazione "Verso rifiuti
zero", Zero Waste Italy, Rete
nazionale rifiuti zero, Stop
al consumo di territorio, Rete dei comitati pugliesi per i beni
comuni, AriaNova di Pederobba (Tv), Comitato "Lasciateci
respirare" di Monselice (Pd), "E noi?" di Monselice
(Pd), Fumane Futura di Fumane (Vr), Valpolicella 2000 di Marano (Vr),
Circolo ambiente “Ilaria Alpi” di Merone (Co), Associazione
“Gestione corretta rifiuti” di Parma, Campagna
Pulita, Maniago (Pn), Movimento No all'Incenerimento di rifiuti, Si
al Riciclo, Fanna (Pn), Ambiente e futuro per rifiuti zero
hanno
deciso di rivolgere un invito ai deputati: prima di dare il vostro
parere favorevole, leggete con attenzione la “relazione
istruttoria” che accompagna il testo.
Perché quella che consideriamo
l'istituzionalizzazione del processo di co-incenerimento viene
giustificata con la "continua crescita della quantità di
rifiuti [che] costituisce un problema ambientale e territoriale
comune a tutti i paesi industrializzati, ma con connotati più gravi
per l’Italia e, in particolare, per alcune aree del nostro Paese
che fanno ancora ampio ricorso allo smaltimento in discariche, di cui
molte fra l’altro in via di esaurimento".
I dati in merito
alla produzione di rifiuti solidi urbani nelle nostre città,
tuttavia, si discostano da questa impostazione. L'Ispra certifica
che nel 2010 il dato complessivo era inferiore a quello del 2006.
E il 2012, complice la crisi, ha evidenziato un ulteriore e rilevante
calo, cui ha dato risalto recentemente anche Il Sole 24 Ore.
A
preoccuparci è anche la
trasformazione implicita del rifiuto,
connessa all'applicazione del decreto: "Il CSS -infatti- non è
composto da rifiuti tal quali, ma è un combustibile ottenuto dalla
separazione, lavorazione e ri-composizione di rifiuti solidi urbani e
speciali non pericolosi". Ciò significa che rifiuti solidi
urbani, per cui vige il principio della gestione e della "chiusura
del ciclo" a livello territoriale, e per i quali ci stiamo
attivando promovendo una legge d'iniziativa popolare “Verso rifiutizero”, diventano rifiuti speciali, che possono essere acquistati e
venduti, in tutto il Paese e oltre. Non dimentichiamo nemmeno,
perciò, che il sistema di tracciabilità di questi rifiuti speciali,
Sistri, è ancora un miraggio, un problema evidenziato anche nella
relazione della Commissione
parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività
illecite ad esso connesse.
Consideriamo,
infine, che la possibilità di trasformare i cementifici in impianti
di co-incenerimento, che vengono pagati per smaltire il Css, è
soltanto una “stampella” offerta all'industria del cemento, in
grave crisi a causa della riduzione di produzione e consumo,
quantificata -dal 2006 al 2012- nel 39,4% dei volumi, pari a 18,5
milioni di tonnellate.
Valutiamo,
però, che questa situazione debba essere affrontata con Aitec
(Associazione
Italiana Tecnico Economica del Cemento) nel corso della prossima
legislatura, per
andare verso una progressiva riduzione del numero di impianti
presenti, a partire da quelli che -per localizzazione- presentano
particolari problematiche ambientali (perché siti in luoghi
densamente abitati, come le città capoluogo, o in luoghi di
pregevoli caratteristiche ambientali, o particolarmente concentrati).
Chiediamo,
pertanto, alla commissione Ambiente della Camera di attendere la
prossima legislatura per affrontare il tema, a partire da un'analisi
seria del fabbisogno di cemento, che potrebbe subire una ulteriore
riduzione, vale la pena ricordarlo, se -come auspichiamo- venisse
accelerato l'iter d'approvazione del ddl promosso dal ministro
dell'Agricoltura Mario Catania in merito al consumo di suolo
agricolo.
Contatti
e ufficio stampa:
Carlo
Bogliotti, Slow Food,
Comitato
Direttivo Associazione nazionale “Comuni virtuosi”, 348
3963300
Luca
Martinelli, Altreconomia - Stop al consumo di territorio, 349 8686815
Francesco
Miazzi, Comitato “Lasciate respirare” di Monselice 349
8353348
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