Via abbiamo parlato diverse volte di BancaEtica (vedi post precedenti) e della necessità di un maggiore controllo in quel brutto mondo che è la finanza-casinò.
Abbiamo sostenuto e divulgato iniziative come nonconimieisoldi.it che hannno il merito di far riflettere su ciò che accade ai nostri risparmi una volta messi in banca.
Ma soprattutto vale la pena ricordare che BancaEtica è stato l'unico istituto bancario a rifiutare i soldi (esportati illecitamente) dello scudo fiscale.
Di sicuro c'è una dimensione di responsabilità individuale (ognuno è libero di scegliersi la banca che vuole), ma non possiamo non considerare delle responsabilità politiche.
Se il governo Monti ha deciso di tassare con l'imposta di bollo (34 €) sia chi possie 1.000.000 di euro di azioni Unicredit (quotata in borsa) sia chi ha 10 azioni di Banca Etica (non quotata in borsa) per un totale di 550 €, la scelta che si fa è quella di ammazzare l'azionariato popolare e democratico che è la particolatà di Banca Etica.
Questo significa che chi sostiene (con quote di modesta entità) una banca responsabile vedrà il suo "capitale di 550 €" finire pian piano polverizzato in tasse mentre chi investe milioni di euro in banche armate o irresponsabili, nemmeno se ne accorgerà e potrà dire "La mia banca è indifferente".
L’Italia si avvia a nuove elezioni. Candidati, alleanze, volti nuovi e vecchi monopolizzano l'attenzione dei media. Il dibattito è – ancora una volta – focalizzato su chi prenderà il potere e su come intende suddividerlo.
Crediamo, insieme alle migliaia di persone e organizzazioni che rendono Banca Etica un'esperienza unica di democrazia economica e finanza etica, che ci siano anche altre priorità.
Questa crisi è stata causata in larga parte dalle distorsioni di una finanza sempre più lontana dai cittadini e dalle imprese che creano occupazione producendo beni e servizi utili. Una finanza speculativa cui la politica non ha saputo imporre regole trasparenti.
Come tutti siamo chiamati a scegliere chi ci governerà, ma per farlo vogliamo sapere cosa i leader politici intendono fare sui temi della finanza: perché da qui dobbiamo ripartire per dare futuro al welfare, all'imprenditoria e all'occupazione in Italia.
Poniamo alle forze politiche e ai loro leader 5 domande, consapevoli che dalle loro risposte dipenderà anche il nostro futuro:
- Tobin Tax - Intende migliorare l'attuale Tobin Tax al fine di arginare la finanza speculativa, i derivati e le transazioni giornaliere ultraveloci e di reperire risorse per welfare, ambiente e cooperazione? Come?
- Paradisi Fiscali - Realizzerà misure per contrastare la fuga di capitali verso i paradisi fiscali? Si impegnerà per ridurre la presenza in tali Paesi delle società italiane controllate dal Tesoro?
- Azionariato Popolare - Rivedrà la tassazione sui piccoli risparmi in modo da non penalizzare le esperienze di democrazia economica e azionariato diffuso?
- Etica e Finanza – Si impegnerà per attuare la separazione tra banche commerciali al servizio dell’economia reale e istituti specializzati nel trading, così come auspicato da autorevoli commissioni indipendenti? Introdurrà una definizione normativa della finanza etica e per favorire le attività ad essa correlate incluso il microcredito?
- Basilea per il sociale – Terrà conto del rapporto dell’UE (Liikanen) che segnala il ruolo cruciale del sistema delle banche etiche e cooperative in risposta alla crisi? Chiederà una revisione degli accordi di Basilea affinché non penalizzino le banche etiche e cooperative e non ostacolino l’erogazione di credito a favore delle realtà del Terzo Settore?
La regolamentazione finanziaria è un tema che riguarda tutti, per questo abbiamo attivato una petizione sulla piattaforma Change.org per dare a tutti la possibilità di testimoniare l'urgenza di posizioni chiare e concrete su questi temi.
Firma e fai firmare: http://www.change.org/it/petizioni/cambiamo-la-finanza-per-cambiare-l-italia
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