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Cosa accade quando un paese, un popolo pretende di impadronirsi dell'acqua?
Cosa accade quando si devia un corso d'acqua a vantaggio di un paese lasciandone a secco un altro? L'analisi di quanto accade in Palestina offre buoni spunti di riflessione: decine di migliaia di palestinesi sono privi di accesso all’acqua perchè i loro vicini hanno deciso che l'acqua appartiene a loro. E se accadesse a noi?
Il Grillaio Altamura ed il Comitato Pugliese AcquaBeneComune hanno organizzato
QUANDO L'ACQUA HA UN PADRONE
Report della carovana dell'acqua in Palestina
Giovedì 10 gennaio 2013 ore 18,30
Sala convegni ABMC - p.zza Zanardelli (sotto i portici) - Altamura
sono intervenuti
Rosario Lembo (Contratto Mondiale sull'ACQUA)
Michele Loporcaro (Comitato AcquaBeneComune Altamura)
coordina Antonio Elia (ilGrillaio Altamura)
La carovana dell'acqua, promossa dal Contratto Mondiale sull'Acqua, si propone di attivare relazioni di solidarietà fra le comunità locali e i movimenti dell’acqua impegnati in Italia e in Europa nel contrasto ai processi di privatizzazione.
I dati del Rapporto di Amnesty International sull’acqua in Israele e Territori occupati (ottobre 2009) evidenziano alcune questioni: Israele utilizza più dell’80 % dell’acqua della falda montana, e i palestinesi solo il 20%. Il consumo giornaliero di acqua dei palestinesi è di 70 litri a persona, quello degli israeliani è di 300 litri. 450 mila coloni israeliani utilizzano una maggiore quantità d'acqua di 2milioni e 300mila palestinesi. Nella Striscia di Gaza, il 90-95% dell'acqua dell’unica risorsa idrica presente, la falda acquifera costiera, è contaminato e inutilizzabile per gli usi umani. Alla luce di questi dati la Carovana ha verificato l’incidenza della costruzione del muro e dei nuovi insediamenti israeliani rispetto alla possibilità di accesso all’acqua nella regione.
Secondo le Nazioni Unite nella metà di questo secolo, nel bacino mediterraneo, 240 milioni di persone vivranno con una disponibilità inferiore ai 1.000 m3 di acqua all’anno per persona. E’ opportuno ricordare che oggi in media ogni italiano impiega circa 2400 mc di acqua e quando la disponibilità di acqua è inferiore ai 1700 m3, si parla di 'stress idrico' ed il Medio Oriente rischia quindi di diventare l’epicentro dei processi di scarsità idrica.
Links:
contrattoacqua.it
ilgrillaio.blogspot.it
l'acquanonsivende.blogspot .it
Cosa accade quando si devia un corso d'acqua a vantaggio di un paese lasciandone a secco un altro? L'analisi di quanto accade in Palestina offre buoni spunti di riflessione: decine di migliaia di palestinesi sono privi di accesso all’acqua perchè i loro vicini hanno deciso che l'acqua appartiene a loro. E se accadesse a noi?
Il Grillaio Altamura ed il Comitato Pugliese AcquaBeneComune hanno organizzato
QUANDO L'ACQUA HA UN PADRONE
Report della carovana dell'acqua in Palestina
Giovedì 10 gennaio 2013 ore 18,30
Sala convegni ABMC - p.zza Zanardelli (sotto i portici) - Altamura
sono intervenuti
Rosario Lembo (Contratto Mondiale sull'ACQUA)
Michele Loporcaro (Comitato AcquaBeneComune Altamura)
coordina Antonio Elia (ilGrillaio Altamura)
La carovana dell'acqua, promossa dal Contratto Mondiale sull'Acqua, si propone di attivare relazioni di solidarietà fra le comunità locali e i movimenti dell’acqua impegnati in Italia e in Europa nel contrasto ai processi di privatizzazione.
I dati del Rapporto di Amnesty International sull’acqua in Israele e Territori occupati (ottobre 2009) evidenziano alcune questioni: Israele utilizza più dell’80 % dell’acqua della falda montana, e i palestinesi solo il 20%. Il consumo giornaliero di acqua dei palestinesi è di 70 litri a persona, quello degli israeliani è di 300 litri. 450 mila coloni israeliani utilizzano una maggiore quantità d'acqua di 2milioni e 300mila palestinesi. Nella Striscia di Gaza, il 90-95% dell'acqua dell’unica risorsa idrica presente, la falda acquifera costiera, è contaminato e inutilizzabile per gli usi umani. Alla luce di questi dati la Carovana ha verificato l’incidenza della costruzione del muro e dei nuovi insediamenti israeliani rispetto alla possibilità di accesso all’acqua nella regione.
Secondo le Nazioni Unite nella metà di questo secolo, nel bacino mediterraneo, 240 milioni di persone vivranno con una disponibilità inferiore ai 1.000 m3 di acqua all’anno per persona. E’ opportuno ricordare che oggi in media ogni italiano impiega circa 2400 mc di acqua e quando la disponibilità di acqua è inferiore ai 1700 m3, si parla di 'stress idrico' ed il Medio Oriente rischia quindi di diventare l’epicentro dei processi di scarsità idrica.
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