L'IDV Pugliese ci aveva invitati lo scorso 14 novembre, alla loro assemblea programmatica regionale, per discutere di ACQUA BENE COMUNE. Aveva invitato anche Margherita Ciervo (referente del Comitato Pugliese Acqua Bene Comune).
Un mesetto dopo, il partito di DiPietro deposita DA SOLO i quesiti referendari su Acqua e Nucleare. La fuga in avanti di Tonino non piacque al Forum dei Movimenti per l'Acqua, non piacque al Comitato Pugliese e nemmeno a noi del MeetUp ilGrillaio.
Dopo alcuni incontri con parlamentari dell'IDV ci fu promesso che DiPietro avrebbe ritirato i quesiti. Qualche giorno fa il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua ha depositato i tre quesiti referendari, ma ancora l'IDV non ha ritirato i propri, anzi, vuole promuoverli autonomamente
Questa cosa non sarebbe buona e neanche giusta. Il Forum ha raccolto attorno a se migliaia di realtà tra associazioni, movimenti civici, partiti, sindacati, gruppi cattolici, intere diocesi, enti locali di diversa "inclinazione" o colore...
L'acqua non ha UN colore perchè li comprende tutti!
L'acqua finora ha unito. Oggi l'IDV rischia di rovinare tutto per la voglia di primeggiare.
Caro DiPietro, battaglie come questa non si vincono con una o due sigle. Ciò che finora hanno fatto i parlamentari IDV per l'acqua bene comune è cosa riconosciuta. Ora però si tratta di essere ragionevoli ed operare con buon senso per il Bene Comune che si spera rientri tra i "VALORI" della vostra "ITALIA".
LETTERA APERTA ALL’ITALIA DEI VALORI
(pubblicato su L'Unità, il Manifesto e Liberazione di domenica scorsa)
Siamo le donne e gli uomini che in questi anni e in tutti i territori hanno promosso sensibilizzazione e cultura, mobilitazione e proposte contro la privatizzazione dell’acqua, per il suo riconoscimento come bene comune e diritto umano universale e per la ripubblicizzazione del servizio idrico.
Tutte e tutti assieme abbiamo costituito il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e presentato nel 2007 una proposta di legge d’iniziativa popolare sottoscritta da oltre 400.000 cittadini.
Il 20 marzo scorso abbiamo promosso una grande manifestazione di 200.000 persone, che ha inondato le strade di Roma e lanciato una nuova stagione di mobilitazione per il diritto all’acqua, attraverso la promozione di tre referendum per l’acqua pubblica.
Il 31 marzo abbiamo depositati i tre quesiti in Cassazione, insieme alla più vasta coalizione sociale che si è riusciti a costruire negli ultimi anni in questo Paese: oltre al popolo dell’acqua, sono con noi gran parte del mondo cattolico e religioso, il mondo ambientalista, l’associazionismo sociale e di movimento, le reti della cooperazione solidale, le associazioni dei consumatori, il mondo sindacale, il popolo viola e il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per l'Acqua Pubblica. Alcuni partiti hanno deciso di sostenere questa esperienza.
La cosa più straordinaria di questo movimento così ricco e variegato è che la gran parte delle persone che ne fanno parte sono cittadine e cittadini alla loro prima esperienza di attivismo sociale; uomini e donne che, su un bene essenziale come l’acqua, hanno deciso di mettersi in gioco in prima persona, di scommettere sul fatto che l’impegno sociale possa ancora significare partecipare al cambiamento sociale, alla ricostruzione di una democrazia reale e di una politica capace di parlare ai bisogni delle persone.
In queste ore abbiamo saputo che l’Italia dei Valori, nonostante gli incontri in precedenza avvenuti con la coalizione che promuove il referendum, intende procedere a promuovere autonomamente un proprio referendum sull’acqua, ponendo così la propria iniziativa in aperta competizione con quella comunemente condivisa.
Se tale intenzione corrispondesse al vero, chiediamo da subito all’IdV di fermarsi e, a questo scopo, abbiamo già inoltrato la richiesta di un incontro urgente.
Crediamo sia chiaro a tutte e tutti gli iscritti all’IdV l’enorme danno che una scelta del genere provocherebbe alla comune battaglia per l’acqua bene comune e all’idea di una nuova politica che possa generarsi a partire dalla partecipazione diretta delle cittadine e dei cittadini.
La battaglia per l’acqua ha già smosso milioni di coscienze, ha rimesso in discussione culture politiche sedimentate, ha già vinto culturalmente nel Paese.
È possibile portarla tutte e tutti assieme fino alla vittoria politica?
È possibile per una volta non anteporre gli interessi di appartenenza ad un obiettivo grande, condiviso e di civiltà, come quello per l’acqua bene comune?
È possibile per una volta parlare al Paese con un linguaggio nuovo, comune e comprensibile a tutte e tutti?
Comitato Promotore Referendum Acqua
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