martedì 7 luglio 2009

Gli "esperti" e la scuola dei libri


Pare che al Ministero della Pubblica Istruzione stiano lavorando alla "macchina per la valutazione oggettiva", ultima frontiera per conquistare la "verità". La cosa strana è che a lavorare non siano coloro che con i ragazzi ci lavorano; magari in edifici sporchi e fatiscenti (spesso privati, per la gioia dei proprietari!!) freddi d'inverno e caldi d'estate: i trulli al contrario!!!
Dicevamo: a questo grandioso progetto ci lavorano solo gli "esperti".
"Gli esperti di scuola solitamente consultati scrivono su ciò che conoscono solo attraverso i libri. Ritengono di acquisire prestigio in modo direttamente proporzionale alla loro opera di delegittimazinone dei docenti della scuola. Concorrono a svilire ogni attività che riguardi il fuzionamento della scuola, perfino quelle, come l'attuale sistema degli esami di Stato, che hannno contribuito a definire in maniera determinante. Amano spararle grosse (per es.: insegnare a 20 o 40 allievi è la stessa cosa), tanto sanno che è difficile porre a verifica."
E poi se le cose vanno male, possono sempre dare la colpa a chi nella scuola ci opera: i docenti!
"Non si sentono minimamente obbligati alla coerenza: reclamano la scuola dell'insegnamento individualizzato o personalizzato in gruppi-classe di 30 alunni, mentre attivano corsi universitari a distanza dove gli allievi si chiamano byte e i docenti hanno l'umanità di lettori ottici."
Non preoccupatevi, cari docenti, ci pensiamo noi "esperti"! E' così che spesso nei convegni sulla scuola, non capita quasi mai di sentir parlare gli insegnanti. Peccato che la qualità della scuola non si valuti dalla quantità di pubblicazioni "esperte" negli scaffali delle librerie, soprattutto se insegnanti e alunni vengono abbandonati nelle scuole; salvo ricordarsene quando c'è da risparmiare sulla spesa pubblica anteponento il segno meno alla parola "docenti"!

(fonte: G. Benedetti, Un marziano al ministero, su Left n.26/2009)

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