martedì 29 settembre 2009
Il sangue del sud
Ha detto bene Saviano quando ha scritto del sangue versato in Afganistan dal sud Italia. La sua riflessione è acuta come sempre: si, è vero andavano per soldi ma è riduttivo fermarsi a questo. Sono i soldi che servono in un paese senza opportunità per averne una e per crearne una alla propria famiglia.
Per chi crede nella pace non sono eroi, ma vittime si. Vittime di scelte di stato: investire nella guerra anzicché nella lotta alle mafie, accettare una missione di guerra mascherandola come missione di pace.
Sarà vero come dice uno dei signori dell'intervista che nelle amministrazioni ci sono molti meridionali ma questo non è una colpa, è un merito, una capacità. Raccomandazioni a parte.
E' triste vederci spaccati in due: l'Italia del nord che si percepisce come lavoratrice e derubata dai meridionali e l'Italia del sud che si percepisce come stretta nella morsa del degrado e della violenza.
Diventa così naturale ed accettabile che la guerra sia un'occasione per sganciarsi da un destino già scritto.
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