venerdì 11 dicembre 2009

Greenwashing (I lupi travestiti da agnelli)



Evidentemente non sono più sufficienti i nomi rassicuranti dei santi (sant'anna, san gemini, santa maria degli angeli, san pellegrino)... o i santi benedetti (valgono di più!)... Non bastano neanche tutti i santi, gli angeli, gli arcangeli e la trinità messi insieme nell'ultima trovata "PARADISiaca" del marketing.
La minore disponibiltà economica, unitamente ad una presa di coscienza della stupidità/assurdità di a
lcune abitudini come il consumo di acqua minerale, probabilmente sta allarmando le socità che imbottigliano la pioggia per poi riverderla a caro prezzo. Sapete quanto paga in Puglia chi imbottiglia acqua e riempie i cassonetti (e non solo) di plastica?
1 uro (UNO!) per ogni ettaro di suolo occupato... all'anno! e senza limiti di captazione!
Evidentemente, dicevamo, qualcuno comincia ad accorgersi di questa grave aberrazione del nostro mondo "moderno" (camion che viaggiano su e giù per l'Italia, bottiglie di plastica che per l'80% finiscono in discarica, una "qualità" molto discutibile e... di una scomodità tremenda!) così queste aziende corrono ai ripari. Negli ultimi 20 anni hanno cercato di convincere il popolo d'itaglia che l'acqua minerale è meglio perchè... fa dimagrire, ti fa diventare un bravo giocator
e, ti fa ringiovanire, ti fa divertare più bella, ti fa fare tanta pipì... e questo a colpi di spot pubblicitari = di milioni di euro spesi su tv, radio, giornali.



Ora si passa al piano B: convincerci che quelle scelte possono addir
ittura legarsi alla lotta contro il surriscaldamento globale!!! ta taaaaaan! Si chiama greenwashing ed è una cosa mooolto pericolosamente subdola!
La san Benedetto partner (sponsor) di una delle più grandi campagne "...
per promuovere un cambiamento e una rapida azione allo scopo di salvare il pianeta da pericolosi livelli di cambiamento climatico" si affianca a chi in questi giorni a Copenhagen studia le possibiltà che l'umanità ha di salvarsi e propone strategie e questo non è buono nè giusto. Chissà se i grandi riuniti al vertice di Copenhagen bevon acqua della fontana in caraffe di vetro e bicchieri non usa e getta. E speriamo prendano le distanze dai lupi travestiti da agnelli.

da unimondo.org
:

Che c'azzeccano gli ecologisti con la San Benedetto? Me lo son chiesto ieri vedendo la pubblicità a tutta pagina su 'la Repubblica' della multinazionale dell'acqua sulla quale campeggiava il titolo "San Benedetto sostiene TckTckTck, Time for Climate Justice".

Come i nostri lettori sanno, la coalizione TckTckTck.org - a cui partecipano 188 organizzazioni internazionali - promuove da mesi la 'Global Campaign for Climate Action' (GCCA). Una campagna di rilievo della quale Unimondo ha ripetutamente informato e che - tra l'altro - è stata ampiamente segnalata sul nostro sito oltre che su diversi siti del network OneWorld - di cui Unimondo è partner - tra cui OneClimate.net promosso da OneWorld UK. Stiamo parlando, dunque, di associazioni partner e non di secondo piano: si va da Amnesty International a Greenpeace, da Oxfam al WWF giusto per citare solo le più note.

Si tratta di un'importante coalizione internazionale del mondo umanitario ed ecologista: "TckTckTck.org è un progetto - spiega il sito - della Global Campaign for Climate Action (GCCA), una coraggiosa, nuova iniziativa che coinvolge un crescente numero di organizzazioni nazionali e globali a sostegno di un unico obiettivo: mobilitare la società civile e galvanizzare l'opinione pubblica per un promuovere un cambiamento e una rapida azione allo scopo di salvare il pianeta da pericolosi livelli di cambiamento climatico". Un obiettivo - a parte l'intento di mobilitazione - forse un po' generico che comunque la coalizione specifica nell'appello "The Deal we Need" che chiede che la Conferenza sul Clima di Copenhagen definisca un accordo "ambizioso, equo e vincolante".

A ben guardare la coalizione TckTckTck.org sembra essere il lato "movimentista" di un altra campagna, la "Time for Climate Justice" che - come spiega il promotore, l'ex Segretario generale dell'Onu, Kofi A. Annan - "cerca di influenzare i leader politici affinchè raggiungano alla Conferenza di Copenhagen un accordo robusto, equo e effettivo". Considerando il logo "Tck" ripetuto - verticalmente stavolta - tre volte (logo che in questa forma si ritrova anche in diverse foto nella pagina della campagna TckTckTck.org - e le principali ong che promuovono (le due?) iniziative sono - soprattutto le principali (Amnesty, Greenpeace, Oxfam, WWF...) - le medesime, l'affinità è evidente.

E' proprio il logo con la scritta verticale "Tck Tck Tck, Time for Climate Justice" quello che appare nella pubblicità della San Benedetto sui quotidiani di ieri (vedi foto). "L'Acqua Minerale San Benedetto Spa - spiega l'azienda nella presentazione della pubblicità - è società leader del settore delle acque minerali e ha aderito alla campagna 'Tck tck tck: Time for Climate Justice' perché profondamente persuasa della validità del suo messaggio chiave: sensibilizzare i "grandi" del mondo affinché traducano finalmente in azioni concrete ed efficaci l’ideale del rispetto per l’ecosistema".

"Per aiutare il pianeta, San Benedetto non si è mai fatta pregare" - ha spiegato il presidente della società Enrico Zoppas. "Siamo da sempre attenti al rispetto per l’ambiente – ha continuato Zoppas – con un’intensa e costante attività di ricerca e innovazione tecnologica che ci ha permesso di ridurre l’impiego di pet nella produzione delle bottiglie e di modificare il ciclo produttivo al fine di ridurre le emissioni di CO2". Un’attenzione testimoniata - secondo la multinazionale - proprio dalla linea di bottiglie "Eco-friendly", "prodotte con almeno il 30% di PET in meno rispetto agli anni 80". L'anno esatto di raffronto è il 1983 nel quale - spiega l'azienda nella sezione del suo sito dedicata a "Una storia di successo" - "è stata la prima azienda italiana nel settore a lanciare i contenitori in PET".

Quei contenitori, tanto per capirci, che proprio dagli anni Ottanta hanno incominciato a invadere l'ambiente e che producono - spiega la campagna "Imbrocchiamola!" promossa da Altreconomia e Legambiente - "montagne di bottiglie di plastica da smaltire e tante emissioni di CO2 per il trasporto su gomma che potrebbero essere risparmiate". Che la San Benedetto - multinazionale italiana del gruppo Finanziaria San Benedetto S.p.A. - trovi profittevole riciclarsi l'immagine aderendo ad una campagna come la Tck non mi stupisce: fa parte della sua mission fare affari con chi può.

Ma che attente associazioni umanitarie ed ecologiste come Amnesty, Greenpeace, Oxfam e WWF non abbian visto la pubblicità a piena pagina della San Benedetto e la sua autoproclamazione a paladina del "rispetto per l’ecosistema" o che vedendola rimangano impassibili a guardare - al momento non trovo loro prese di posizione in merito - mi stupisce non poco.

Per le acque minerali trovare un'organizzazione umanitaria di cui sostenere qualche progetto sembra essere diventato un nuovo business. Ha cominciato qualche anno fa la Ferrarelle sponsorizzando l'Unicef per un progetto per portare l'acqua in Eritrea in 30 scuole a beneficio di circa 9.000 bambini e bambine (ricordate questo spot?). Ha proseguito l'acqua Norda sostenendo Terres des Hommes nel progetto 'La casa del sole' per "proteggere centinaia di bambini in Mozambico". E adesso la San Benedetto a favore di Tcktcktck.

Non ci piace fare il watchdog delle associazioni. Qualche volta ci siano trovati a indicare talune iniziative con sponsor criticabili e criticati dalle stesse associazioni (come nel caso di "M'illumino di meno"). E ci ha fatto piacere essere sommersi di mail di protesta dei nostri lettori quando lo scorso anno è apparsa la pubblicità di una banca sul nostro sito: segno che la società civile - o almeno i nostri lettori - è attenta alla coerenza tra ciò che si dice e chi sponsorizza.

I recenti esempi delle acque minerali nelle campagna umanitarie e ambientaliste ci dicono però che è arrivato il momento anche per le organizzazioni non profit di dotarsi di un "codice etico" soprattutto sugli sponsor. Perchè se è vero che il principio della responsabilità sociale deve valere per le imprese e le banche - cosi come per gli Enti locali - crediamo che ancor più debba contare per le associazioni non profit (onlus, ong ecc.) che sono impegnate nel campo umanitario e nello "sviluppo sostenibile". Non sarà un impegno semplice e porterà sicuramente alla rinuncia di qualche sponsor importante; ma crediamo sia necessario se non si vuole offrire al pubblico - già bombardato da annunci pubblicitari tra i più disparati - un messaggio distonico e contraddittorio. Sappiamo che esistono già progetti di studio e elaborazione attenti a questi temi: crediamo sia urgente giungere a definire presto delle linee guida che possano essere adottate da tutte le associazioni della società civile soprattutto in riferimento alle sponsorizzazioni e ai finanziamenti.

Se la San Benedetto non vi disturba più di tanto, segnalo che tra gli sponsor della campagna "Time for Climate Justice" (vedi fondo pagina qui) vi è anche il colosso bancario HSBC che è la capofila delle banche che finanziano le industrie occidentali che producono "cluster bombs"... Che Amnesty, Greenpeace, Oxfam e WWF non se ne siano accorti al momento dell'adesione?

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