domenica 18 ottobre 2009

Il territorio più inquinato d'Europa è a due passi da noi



Qual è il territorio più inquinato d'Europa? Se avete risposto Chernobyl siete andati troppo lontano: è Taranto, a due passi dalla nostra (martoriata) Murgia.
Fa male sentirselo dire e sentire snocciolare i dati delle morti, ma soprattutto colpisce allo stomaco ascoltare i racconti delle vite interrotte di chi ha la sfortuna di vivere nel quartiere Tamburi, sotto le luci e i fumi dell'ILVA.
A farlo è stato Carlo Vulpio con "La città delle nuvole" presentato qualche giorno fa a Monopoli durante un incontro organizzato dall'IDV in cui sono intervenuti anche il dott. Maurizio Portaluri (referente pugliese del Movimento Medicina Democratica) e Chiara Zilli (autrice del documentario "A li tiempi mei era tutta campagna").
Non basta però la commozione per le vittime: serve la rabbia per quello che non si è fatto in più di quarant'anni di attività industriale scegliendo di sacrificare vite umane e territorio ad un presunto sviluppo economico che, in realtà, con il suo carico di veleni rischia di far scomparire (e in parte c'è già riuscito) l'intero settore agro-alimentare.
Questo è accaduto e continuerà ad accadere finché i cittadini non decideranno di occuparsi del proprio territorio e della propria salute.
Per fortuna, a volte, le forze migliori riescono a far sentire la propria voce e ad avviare processi virtuosi. E' accaduto ad Altamura per la "Astronave di Grumo", di proprietà della Tersan Puglia (oggi Prometeo 2000): il mega impianto di compostaggio aveva suscitato, sin dall’inizio, dure polemiche da parte di Senza Reti e Aria Fresca per la sua posizione, per le sue dimensioni e per il tipo di rifiuti di cui era stata autorizzata la lavorazione.
Pochi giorni fa (il 16 ottobre) è giunto al termine il processo penale di primo grado: il Tribunale di Bari, sezione di Modugno, ha riconosciuto che per i reati contestati ai sei imputati è intervenuta la prescrizione, ma ha disposto "la confisca e l'acquisizione gratuita" al patrimonio pubblico (nello specifico, al patrimonio del Comune di Grumo Appula) "dei suoli indicati nel capo di imputazione con tutte le opere che su di essi insistono".
L'impianto è stato costruito in una zona dove insistono ben due vincoli - ZPS (zona a protezione speciale) e SIC (sito di interesse comunitario) - a ridosso del Parco dell'Alta Murgia ed era destinato a diventare uno dei più grandi in Europa, autorizzato nel 2000 dalla giunta provinciale al trattamento di 800 tonnellate di rifiuti al giorno, compresi i rifiuti provenienti dall'industria conciaria ed i fanghi contenenti cromo.

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