domenica 11 ottobre 2009

De Magistris, l'ACQUA PUBBLICA e Vendola che non si muove!



Qualche settimana fa vi abbiamo parlato del decreto legge datato 9 settembre 2009 che con la scusa di adeguare le leggi italiane alla normativa europea, all'art. 15 si propone di disciplinare i servizi pubblici (compresa l'acqua) configurando (ed auspicando) per la gioia di Confindustria, una svolta privatizzatoria. Detto art. 15 andrà a sostituire il già molto discusso art. 23 bis della 133/2008 che già "etichettava" l'acqua come una merce ed il servizio idrico come un servizio di rilevanza economica da assoggettare alle leggi di mercato.
Come abbiamo più volte sottolineato, l'Italia rappresenta il primo caso di un governo che MERCIFICA l'ACQUA e preme perchè questa venga gestita dai capitali privati. Tutto questo avviene in un periodo storico in cui il modello capitalistico mostra tutti i suoi limiti.
Lo ripetiamo e lo ripeteremo finchè avremo fiato:
L'ACQUA E' UN DIRITTO.
MERCIFICARE L'ACQUA SIGNIFICA MERCIFICARE LA VITA.

ATTENZIONE COMUNQUE!!
Particolare importantissimo!! a decidere se i servizi idrici sono servizi di rilevanza economica o no, non è lo stato, ma le Regioni.
Ecco perchè la Toscana, l'Emilia Romagna e il Piemonte avevano già fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro l'art. 23 bis.
Ecco perchè se Vendola e la Regione Puglia si sbrigassero a legiferare in tal senso, il nostro Acquedotto tornerebbe ad essere un ente di diritto pubblico che garantirebbe il diritto all'acqua per tutti. E non una SpA (com'è adesso) che deve perseguire un utile che remuneri il capitale investito.
Ma di questo parleremo tra qualche giorno....


Fonte: Micromega

Le modifiche introdotte con l'art.15 riguardano l’affidamento dei servizi pubblici locali e stabiliscono che la gestione di questi stessi servizi veda protagoniste, attraverso bandi di gara, società miste, il cui socio privato deve possedere non meno del 40% ed essere socio industriale con compiti di gestione operativa.

Promette battaglia l’europarlamentare Idv Luigi De Magistris:

“Una scelta grave, compiuta nel silenzio mediatico e politico, coperta dal Governo attraverso l’abito mistificatorio del decreto legge, che aveva come unico fattore di urgenza quello di rendere subito l’acqua non più un bene di tutti ma patrimonio di pochi, funzionale al loro arricchimento… Ho deciso di presentare al Parlamento europeo un’interrogazione sul tema. Nel 2006 proprio Bruxelles ha approvato una risoluzione che afferma che “l’acqua è un bene comune dell’umanità e come tale l’accesso costituisce un diritto fondamentale della persona umana”. Nel marzo 2007, sempre a Bruxelles, si è riunita l’Assemblea mondiale dei cittadini e degli eletti per l’acqua ed è stata approvata una lettera rivolta a tutti i capi di stato e di governo del mondo, a tutti i presidenti dei parlamenti nazionali e sovranazionali e ai membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, per richiedere un impegno sul tema….”

Continua l’ex pm: “In Commissione Ambiente della Camera, infine, è stata depositata una Legge di iniziativa popolare per una gestione pubblica dell’acqua che ha raccolto 400mila firme. Che fine ha fatto e perché continua a riposare dimenticata in Commissione, quando in Italia l’acqua scarseggia e in Sicilia è già oggetto di razionamento ma soprattutto di controllo mafioso?”

A riguardo l’Italia dei Valori ha presentato recentemente una mozione in Parlamento per chiedere al Governo di tutelare i diritti dei cittadini perché l’acqua sia rispettata come bene inalienabile e indisponibile, soprattutto da parte delle lobby e delle multinazionali, insomma del mercato.

L’acqua è stata indicata nel settembre 2007 dall’Onu come un diritto umano, estensione del diritto alla vita.

E qua in Italia ce la vogliono togliere. Vergogna!


Nessun commento: