martedì 20 ottobre 2009

Alta Murgia: il mistero irrisolto dei rifiuti



Cosa collega i Casalesi con il nostro territorio? I rifiuti e la possibilità di trasformarli in denaro contante: non ha caso una delle prime indagini sull'ecomafia si chiamava Re Mida, dal mitico regnante in grado di trasformare tutto quello che toccava in purissimo oro.
Il mito greco racconta che il re si accorse presto che in tal modo non poteva neppure sfamarsi, in quanto tutti i cibi che toccava diventavano istantaneamente d'oro.
I miti del passato ci insegnano una lezione per l'oggi: se continueremo a fare sfregio del territorio per ottenere maggiore (e provvisoria) ricchezza non avremo più nulla con cui sfamarci, nulla in cui vivere. Il territorio è un bene finito e noi - con la nostra indolenza - e loro - con la loro cupidigia - lo stiamo trasformando in un ricco immondezzaio.
Loro sono le associazioni mafiose, camorra in primis, che hanno capito il grande business del trattamento dei rifiuti ed esaurita la Campania hanno ben pensato di trasferire il redditizio commercio nella vicina Puglia.
Lo racconta Cosimo Forina nell'articolo apparso qualche giorno fa sulla Gazzetta del Mezzogiorno (clicca sull'immagine per ingrandire), che dà conto anche le dichiarazioni del direttore del Parco dell'Alta Murgia, Fabio Modesti, che ha promesso un maggiore impegno sul territorio per prevenire lo scarico di veleni.
Non c'è, però, vittoria possibile contro lo scempio della terra senza la piena consapevolezza della sua essenzialità per la nostra vita: non si tratta di battaglie ecologiste "estreme" ma di semplice istinto di sopravvivenza per noi e per i nostri figli.
Aspettiamo ancora le bonifiche per lo sversamento dei fanghi, non possiamo permetterci altri disastri.

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