sabato 14 novembre 2009

PROCESSO BREVE: LA GIUSTIZIA DELLA RAGNATELA




La giustizia è una ragnatela: i moscerini restano impigliati, i mosconi la bucano.

Tutti sapete che il nostro Parlamento, oltre ad essere occupato a votare la privatizzazione del servizio idrico e quindi ad aprire alla totale mercificazione della vita, sarà presto impegnato nell'esame dell'assurdo disegno di legge sul processo breve.
Come ha notato (persino) il PD, il ddl non si applicherà - per esempio - per il furto aggravato mentre processi come Eternit, con tutti quei morti, Thyssen, Cirio e Parmalat andranno al macero. Oltre, ovviamente, ai processi del premier.

Ci arriva e ci fa piacere condividere la riflessione sul disegno di legge del prof.Nicola Scannicchio, Ordinario di diritto civile della Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Bari:

[...]Finora eravamo tutti convinti che le norme, civili , penali, morali, religiose e di ogni altro genere, avessero come scopo quello di dirigere e regolare i comportamenti umani. Attoniti, scopriamo adesso l’ arcano: esse hanno anche il potere (quasi magico) di produrre da sole i risultati dei detti comportamenti.

Non più prescrivere l’ obbligo, attendendo faticosamente che sia adempiuto e mettendo in campo sapienza, intelligenza e mezzi perchè ciò avvenga, ma disporne legalmente l’ effetto e considerare il risultato dell’ obbedienza per avvenuto: ecco l’ intuizione geniale. Per ridurre a due anni un processo, che rebus sic stantibus ne dura 13, non c’ è bisogno di sveltire i tempi, aumentare gli organici, migliorare l’ organizzazione, eliminare i cavilli, semplificare la gestione burocratica, etc. etc. Non c’ è nemmeno bisogno di Brunetta per licenziare giudici e cancellieri fannulloni e farli stare a lavorare in tribunale. Basta dirlo ! Ecco la novità: DEVONO durare due anni, è così semplice. Se no, cessano, finiscono, terminano. Sono “terminati” per legge.

Ma allora, mi domando, perchè fermarsi ai processi? Perché non sfruttare appieno le immani possibilità di questa stravolgente intuizione? Perché non prescrivere altresì anche che in due anni DEVONO terminare gli espropri, DEVONO venir realizzati gli appalti e vivaddio le loro revisioni, la costruzioni delle opere pubbliche e persino, questa sarebbe una rivoluzione, DEVONO arrivare le raccomandate ? Perché non aggiungere che – pena l’ estinzione del procedimento – le lauree DEVONO espletarsi in due anni, le multe e sanzioni DEVONO pervenire in due giorni, i mutui si DEVONO estinguere in due anni, invece che cinquanta ? E perché fermarsi al mondo dei risultati dei comportamenti umani e non raggiungere il mondo dei fenomeni materiali: ordinando che le crisi economiche non DEVONO durare più di 6 mesi, se no finiscono; che le automobili si DEVONO costruire in due settimane, gli aerei si DEVONO produrre in due mesi e i transatlantici in quattro. Perché non migliorare la produttività ordinando che i film di due ore si DEVONO vedere in 10 minuti, che i 400 metri DEVONO durare 20 secondi; le partite di calcio alla televisione si DEVONO vedere in mezz’ ora (anche se durano un’ ora e mezzo) e che, infine ,anche quella faccenda fastidiosa di cui si occupò Vespasiano, per lo meno sui luoghi di lavoro, si DEVE fare in 5 secondi? Limitare la grandezza della scoperta mi sembra criminoso e sicuramente perfino l’ On.le Violante non potrebbe risparmiarsi un certo entusiasmo, una volta che tutte le potenzialità ne siano svelate.

Il limite materiale per cui tutte le cose hanno il loro tempo e per cui, come scoprì Vespasiano, non si possono ottenere per legge i risultati di certi comportamenti umani, se non si adottano gli appositi artifici meccanici ed organizzativi che li rendono possibili (e che giustamente ancora portano il suo nome) è stato finalmente superato. Il TEMPO (quello di Einstein) è stato finalmente domato ed incatenato alla sua dimensione giuridica. Alla storia stabilire se la grandezza imperiale del diritto di Roma fu finalmente trascesa dalla nostra classe politica e dirigente, ovvero se di essa grandezza, eliminata l’ esigenza degli artifici meccanici ed organizzativi, sia rimasta esclusivamente la materia finale, l’ effluescente risultato.. Del quale l’ Imperatore non ebbe il genio politico moderno di prescrivere per legge direttamente la scomparsa (il risultato), ma si limitò, povero ignorante, a prescrivere l’ OBBLIGO di depositarla in appositi ricettacoli, faticosamente progettati, costruiti e messi in opera dai suoi ingegneri (artefices).

La cosa è veramente importante e su questo ha ragione Violante ad essere bipartisan, cooperative, politically correct. Ma ove mai ciò non avvenisse, so già come devo fare a convincere gli scettici.

Aspetterò che la novità sia esportata al processo civile e chiederò un prestito a qualche esponente del Governo (possibilmente della Lega, che quelli sono industriosi e hanno denari da investire). Quando verrà per farsi pagare gli dico di agire in giudizio e poi mi siedo in poltrona. Anche i processi civili, in Italia, sono lunghissimi. Di più di quelli penali. Dopo che, trascorsi i due anni, il procedimento si sarà estinto, voglio proprio vedere come deve fare a farsi pagare. E allora sono sicuro che comprenderà appieno la grandezza sconfinata della sua stessa invenzione.

p.s. per chiarezza Vespasiano è colui che ha inventato i bagni pubblici...i vespasiani!

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