giovedì 5 marzo 2009
pubblica (d)istruzione
Se la scuola affonda affondiamo tutti.
La democrazia ha un senso se i cittadini sono informati.
In caso contrario diventano analfabeti che mettono una X sulla scheda elettorale.
La democrazia presuppone la capacità di capire quello che decidono nel palazzo.
Nel mondo complesso in cui viviamo le competenze devono essere le più elevate possibili.
Questo significa che maestri, insegnanti e professori devono essere eccellenti per trasmettere conoscenza agli studenti.
Nella "povertà di mezzi" emergono in pochi. Gli altri restano ignoranti. Ed è nella mancanza di conoscenza che i diritti involvono in favori.
Probabilmente al governo va bene così.
Qualche insegnante comincia a realizzare che l'anno prossimo non avrà più una cattedra. Non so se si tratta di buoni o cattivi insegnanti, ma sono quasi sempre i più giovani.
Certo è che meno insegnanti non producono più cultura. Queste brutte nuove stentano ad uscire dagli istituti super-impegnati con i vari PON, POR, CRIT... sono sigle che si possono racchiudere in un'unica acronimo S.O.L.D.I., tanti soldi... Qualcuno però pensa già ad agosto, il mese delle nomine dei precari della scuola. Chi non è imPOgNato ci pensa ed è seriamente preoccupato.
La scuola pubblica sta cadenso a pezzi.
I nostri nonni hanno lottato perché in un paese di analfabeti tutti potessero andare a scuola senza pagare cifre elevate.
La scuola è un diritto. Chissà se per i nostri figli sarà ancora così.
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