sabato 16 febbraio 2013
LA FINANZA PUO' UCCIDERE. SE LA CONOSCI PUOI DIRE "NON CON I MIEI SOLDI"
sabato 26 gennaio 2013
Scandalo Monte dei Paschi? E’ questa finanza ad essere scandalosa!
Nel mondo terribile disegnato da George Orwell in 1984 le parole perdevano il senso che comunemente attribuiamo loro: La guerra è pace, La libertà è schiavitù e L'ignoranza è forza sono gli slogan dell'immaginario "Ministero della Verità".
La verità, però, supera l'immaginazione: parliamo di emergenza rifiuti per definire una situazione cronica, parliamo di scandalo per la vicenda Monte dei Paschi di Siena quando è il frutto del sistema finanza, del suo normale funzionamento.
La vicenda Monte dei Paschi, insomma, è fisiologica e non patologica come gridano i giornali.
A spiegarci perché con parole chiare è Andrea Baranes su nonconimieisoldi nell'articolo "Derivati e debiti. Cos’è successo in Monte Paschi". Da leggere per capire e cambiare il sistema.
Sappiamo bene che le responsabilità politiche di chi ci governa in Italia, in Europa, nel mondo ci sono e sono grosse, ma non possiamo ignorare le responsabilità personali.
LA MAGGIOR PARTE DEI SOLDI CHE ALIMENTANO IL MERCATO MONDIALE DELLA "FINANZA-CASINO'" (derivati, credit default swap ed altri) che ammonta a più di 10 volte il Pil mondiale, PROVENGONO DAI NOSTRI CONTI CORRENTI, FONDI D'INVESTIMENTO, FONDI PENSIONE....
Come dire: PER FORTUNA E' ANCHE COLPA NOSTRA!
La vicenda Monte Paschi di Siena da alcuni giorni riempie le pagine dei giornali. Articoli che chiamano in causa comportamenti spregiudicati, l’ingerenza della politica, un sistema di potere “occulto” e via discorrendo. Verrebbe da dire magari fosse così. Perché parleremmo di alcune proverbiali mele marce in un sistema sano. Come avviene da diversi anni per ogni singolo scandalo e crisi che investe il mondo bancario e finanziario ci sentiamo ripetere che singole persone in posizione chiave si sono fatte abbagliare dalla cupidigia e hanno violato le regole del gioco. E invece no. Lo scandalo Monte Paschi nasce dal seguire alla lettera le possibilità attualmente offerte dalla finanza. Ancora peggio. Dall’utilizzo di strumenti, procedure e meccanismi che interessano la gran parte del sistema bancario e finanziario... (continua a leggere)
domenica 20 gennaio 2013
Cambiamo la finanza per cambiare l'Italia! Le 5 domande di BancaEtica ai candidati.
Via abbiamo parlato diverse volte di BancaEtica (vedi post precedenti) e della necessità di un maggiore controllo in quel brutto mondo che è la finanza-casinò.
Abbiamo sostenuto e divulgato iniziative come nonconimieisoldi.it che hannno il merito di far riflettere su ciò che accade ai nostri risparmi una volta messi in banca.
Ma soprattutto vale la pena ricordare che BancaEtica è stato l'unico istituto bancario a rifiutare i soldi (esportati illecitamente) dello scudo fiscale.
Di sicuro c'è una dimensione di responsabilità individuale (ognuno è libero di scegliersi la banca che vuole), ma non possiamo non considerare delle responsabilità politiche.
- Tobin Tax - Intende migliorare l'attuale Tobin Tax al fine di arginare la finanza speculativa, i derivati e le transazioni giornaliere ultraveloci e di reperire risorse per welfare, ambiente e cooperazione? Come?
- Paradisi Fiscali - Realizzerà misure per contrastare la fuga di capitali verso i paradisi fiscali? Si impegnerà per ridurre la presenza in tali Paesi delle società italiane controllate dal Tesoro?
- Azionariato Popolare - Rivedrà la tassazione sui piccoli risparmi in modo da non penalizzare le esperienze di democrazia economica e azionariato diffuso?
- Etica e Finanza – Si impegnerà per attuare la separazione tra banche commerciali al servizio dell’economia reale e istituti specializzati nel trading, così come auspicato da autorevoli commissioni indipendenti? Introdurrà una definizione normativa della finanza etica e per favorire le attività ad essa correlate incluso il microcredito?
- Basilea per il sociale – Terrà conto del rapporto dell’UE (Liikanen) che segnala il ruolo cruciale del sistema delle banche etiche e cooperative in risposta alla crisi? Chiederà una revisione degli accordi di Basilea affinché non penalizzino le banche etiche e cooperative e non ostacolino l’erogazione di credito a favore delle realtà del Terzo Settore?
martedì 24 aprile 2012
NON CON I MIEI SOLDI (ANCHE SE SONO POCHI)!


venerdì 2 dicembre 2011
QUANTO SEI COMPLICE DELLO SFACELO FINANZIARIO e DEL DEBITO ECOLOGICO?
Non sono tanti coloro che realizzano che le Banche e le grosse società finanziarie sono la causa del disastro che dalla realtà virtuale dei mercati finanziari sta pian piano arrivando a palesarsi in modo crudo e pesante nella vita reale di molti di noi.
Sono in pochi coloro che vedono una relazione tra quanto sopra ed i propri risparmi affidati al primo "amico" che magari è costretto a proporti dei "prodotti" per non lasciare improduttivi i soldi sul conto corrente.
Sono ancora meno quelli che decidono di non essere complici di questo assurdo sistema, si recano in banca per informarsi su DOVE VANNO I PROPRI SOLDI per poi dire
NON CON I MIEI SOLDI.
Anche tu lo faresti se ne sapessi di più!
Oggi si scommette sui prezzi del cibo e delle materie prime mentre oltre un miliardo di persone nel mondo soffre la fame. La finanza si muove sfruttando i paradisi fiscali per aggirare ogni regola e normativa. Sempre più transazioni avvengono al di fuori delle borse valori fuori da qualunque regolamentazione e trasparenza. Le grandi banche realizzano operazioni eludendo i controlli internazionali, la maggior parte dei derivati sono scambiati al di fuori delle borse ufficiali, questi mercati paralleli sono talmente poco trasparenti che si fa fatica anche a stimare la quantità o il valore dei titoli circolanti.
E' una finanza totalmente scollegata dalla realtà.
Altreconomia e Banca Popolare Etica sono i promotori di un incontro svoltosi oggi venerdì 2 dicembre 2011 e trasmesso in rete sul sito www.altreconomia.it. Il titolo dell'incontro è “NON CON I MIEI SOLDI” e ad intervistare il presidente di Banca Etica, c'erano Pietro Raitano (direttore di Altreconomia), Elio Silva (giornalista del Sole 24 Ore), Paolo Biondani (giornalista de L'Espresso). Tema dell'intervista: la crisi e le opportunità dell'attuale momento economico.
Durante la crisi finanziaria gli Stati sono intervenuti per salvare le banche trasferendo l'eccesso di debiti dai “big” della finanza al pubblico.
Nonostante questo, gli Stati stanno subendo ora l'attacco speculativo di quegli stessi big della finanza. Mentre cioè i cittadini sono chiamati a ulteriori sacrifici, la speculazione è ripartita a pieno ritmo e le lobby finanziarie lavorano per diluire o bloccare qualsiasi tentativo di riforma o regolamentazione. La politica sembra totalmente succube dei mercati finanziari.
Il sistema finanziario ci costringe a tali sacrifici è oggi messo pesantemente in discussione, ma non si intravede ancora una nuova regolamentazione capace di arginarne gli eccessi.
Eppure esiste anche un'altra finanza, mutualistica, autogestita, eticamente orientata. E' uno strumento ideato da un movimento di nicchia che ormai quasi 30 anni fa intuì le potenzialità della collaborazione applicata al mondo del credito. Da quel movimento nacque una Banca popolare Etica, un caso unico in Europa di azienda di credito nata dal basso e completamente dedicata all'economia reale. Oggi Banca Etica ha 12 anni, 16 filiali e tanta esperienza.
E dimostra che l'altra finanza non è un'utopia e può essere una buona pratica da imitare: un capitale sociale ormai prossimo ai 35 milioni di euro e 721.695.000 di euro prestati a imprese sociali e di tutela dell'ambiente. Banca Etica è anche attiva nel campo dei fondi etici con la controllata Etica Sgr e in quello della ricerca con la Fondazione Responsabilità Etica e il Centro Studi La Costigliola. È attiva nel campo dei nuovi media con Zoes ed è socia fondatrice delle reti di Sefea (società finanziaria europea) e Febea (federazione della banche alternative europee).
Sarà possibile intervenire in diretta dalla chat di livestream, oppure collegandosi suwww.twitter.com/altreconomia
venerdì 30 settembre 2011
NON CON I MIEI SOLDI!
dal sito di Banca Etica
NON CON I MIEI SOLDI!
Proposta di Banca Popolare Etica per un uso responsabile del denaro e per non essere complici inconsapevoli della crsi finanziaria che ci sta impoverendo tutti!
LA CRISI GLOBALE
Dopo la crisi finanziaria del 2007-2008 gli Stati sono intervenuti per salvare le banche trasferendo l'eccesso di debiti dai grandi soggetti finanziari al pubblico.
Ora come cittadini siamo chiamati a “stringere la cinghia” e accettare misure di austerità e tagli alla spesa sociale, al welfare, ai diritti mentre stiamo ancora aspettando regole condivise per limitare lo strapotere della finanza. La speculazione è ripartita a pieno ritmo e le lobby finanziarie lavorano per diluire o bloccare qualsiasi tentativo di riforma o regolamentazione.
La politica sembra totalmente succube dei mercati finanziari. In Italia la finanza detta i tempi della manovra di bilancio e ne fissa i contenuti. La validità della manovra non si misura in termini di diminuzione della disoccupazione o di maggiore benessere per i cittadini, ma guardando con il fiato sospeso l'andamento degli indici di borsa e il giudizio dei mercati.
Quale sistema finanziario ci costringe a tali sacrifici? Oggi si scommette sui prezzi del cibo e delle materie prime mentre oltre un miliardo di persone nel mondo soffre la fame. La finanza si muove sfruttando i paradisi fiscali per aggirare ogni regola e normativa. Sempre più transazioni avvengono al di fuori delle borse valori fuori da qualunque regolamentazione e trasparenza. Le grandi banche realizzano operazioni eludendo i controlli internazionali, la maggior parte dei derivati sono scambiati al di fuori delle borse ufficiali, questi mercati paralleli sono talmente poco trasparenti che si fa fatica anche a stimare la quantità o il valore dei titoli circolanti.
E' una finanza totalmente scollegata dalla realtà.
[...]
LA SFIDA DELLA FINANZA ETICA
In una economia di mercato delle alternative esistono: nel sistema bancario e finanziario c'è chi ogni giorno si impegna nella finanza etica.
Tredici “banche etiche” di diversi Paesi si sono riunite nel network “Global Alliance for Banking on Values”. Insieme gestiscono assets che superano i 10 miliardi di dollari; nell’insieme questi 13 istituti di credito dediti alla sostenibilità servono oltre 7 milioni di clienti in più di 20 Paesi.
Una ricerca dell’associazione dei forum europei per la finanza sostenibile, Eurosif, ha evidenziato un +87% negli ultimi due anni per i patrimoni investiti nel Vecchio Continente secondo criteri di responsabilità sociale e ambientale.
In Italia Banca Etica è la testimonianza che è possibile una finanza che dia credito a modelli di sviluppo umano ed imprenditoriale sostenibili. Negli primi 6 mesi del 2011, nel mezzo della bufera sui mercati finanziari, i finanziamenti erogati da Banca Etica a favore di iniziative di economia reale e solidale sono cresciuti del 9% e la raccolta diretta di risparmio è salita del 5%. Siamo in decisa controtendenza rispetto al sistema bancario. I dati ABI a giugno evidenziano un +0,9% sulla raccolta ed un +5% sugli impieghi.
La finanza etica compie scelte concrete che escludono alcuni comportamenti e ne promuovono altri:
* rifiutandosi di operare tramite i paradisi fiscali, la finanza ombra, le operazioni fuori mercato, ma facendo della trasparenza e della tracciabilità il proprio valore fondamentale;
* non nascondendosi dietro la scusa del “segreto bancario” ma pubblicando sul proprio sito internet l'elenco completo dei finanziamenti alle persone giuridiche;
* escludendo strumenti finanziari sempre più incomprensibili, dai derivati in poi, e proponendo pochi semplici strumenti di risparmio e investimento e cercando di spiegarli ai clienti nel modo più chiaro possibile;
* non cercando il profitto fine a sé stesso ma affermando che “l'interesse più alto è quello di tutti” e valutando le ricadute non economiche di ogni azione economica;
* escludendo le attività lobby non-democratiche che influenzano nell'ombra i decisori politici, ma operando alla luce del giorno per costruire e partecipare al fianco della società civile organizzata;
* rifiutando finanziamenti a hedge fund, fondi di private equity e altri attori speculativi, ma rimanendo ancorati nell'economia reale e realizzando una valutazione socio-ambientale di ogni prestito prima;
* non dando “soldi unicamente a chi ha già soldi”, ma cercando di porre attenzione ai “non-bancabili” e alle associazioni e cooperative che solitamente non hanno accesso al credito;
* escludendo i finanziamenti ai combustibili fossili, all'energia nucleare e alle attività inquinanti e scegliendo di lavorare con chi promuove l'efficienza energetica e le energie rinnovabili;
* rifiutando di accettare acriticamente il denaro, essendo l'unico istituto di credito in Italia che ha rifiutato i capitali rientrati dall'estero grazie ai vari scudi fiscali;
* non partecipando al finanziamento di grandi opere inutili e devastanti, ma cercando di fare crescere la microfinanza e puntando su progetti e idee innovative per una sostenibilità di lungo periodo;
* rifiutando di speculare su cibo e materie prime e finanziando i piccoli produttori e i contadini, in particolare nel settore dell'agricoltura biologica.
* favorendo l'investimento azionario responsabile attraverso Etica SGR e invitando i piccoli risparmiatori ad esercitare il loro ruolo di “con-proprietari” di aziende attraverso l'azionariato attivo nelle assemblee degli azionisti
[...] COSA POSSIAMO FARE? [...]
Così come è successo con il commercio equo che ha spinto milioni di donne e uomini a interrogarsi su come vengono prodotti i beni di consumo che acquistano e a pretendere dalle industrie una maggiore responsabilità sociale di impresa, anche il cambianto nella finanza dovrà necessariamente partire anche da una spinta dal basso, dalal collettività dei risparmiatori, anche piccoli.
Quando affidiamo i nostri risparmi a un intermediario finanziario dobbiamo iniziare a chiederci se siamo disposti a fidarci di qualcuno che intenda usarlo per un traffico di mine antiuomo, per quanto remunerativo, o a chi volesse giocarselo al casinò della speculazione.
Siamo tutti contenti di avere qualche decina di euro in più sul conto corrente a fine anno, ma se questo avviene grazie a una speculazione che porta all'aumento dei prezzi della benzina, del pane, dei prodotti alimentari di base? Se questa speculazione è il principale motore della crisi che stiamo vivendo? E' necessario iniziare a considerare la finanza come un bene comune, dove l'interesse del singolo deve fermarsi di fronte a quello della società nel suo insieme.
Un discorso analogo riguarda, oltre i conti correnti bancari, l'insieme degli strumenti finanziari sottoscritti da milioni di italiani. Fondi di investimento, fondi pensione, assicurazioni e via discorrendo. [...]
Quando sottoscriviamo in banca un fondo pensione o di investimento o anche un semplice conto corrente abbiamo il diritto e – secondo Banca Etica anche il dovere – di chiedere al gestore:
* come sono impiegati i miei risparmi?
* che cosa fa la mia banca con i miei soldi?
* quanto partecipa al grande circo della speculazione?
* ha delle filiali in qualche paradiso fiscale?
* che parte dei suoi profitti proviene dalla tradizionale attività creditizia che sostiene l’economia reale e la creazione di posti di lavoro, e quanta invece dal giocare con prodotti derivati e strutturati e dal sistema bancario ombra?
Se saremo sempre di più a porre queste domande alle banche e agli intermediari, le risposte dovranno arrivare, e l’opacità del sistema finanziario dovrà lasciare spazio a una maggiore trasparenza.
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giovedì 22 settembre 2011
Robin Hood Tax: mettici la faccia!
I telegiornali e i giornali ci stanno angosciando giorno dopo giorno con notizie sempre più disastrose sullo stato della "nostra" (di chi?) finanza e sembra oramai impossibile evitare di tassare qualunque cosa e di passare dallo stringere la cinghia a girare direttamente senza pantaloni.
Peccato che a pagare non siano proprio tutti, per esempio al governo italiano non sembra piacere molto la tassa sulle transazioni finanziarie che colpirebbe soprattutto gli speculatori, quelli che si divertono a far oscillare gli indici di borsa come fossero altalene impazzite, da cui noi tutti - però - rischiamo di cadere...
Da Zoes, il blog della Fondazione culturale responsabilità etica
Da oltre un anno la campagna Zerozerocinque per introdurre una "buona tassa", la tassa sulle transazioni finanziarie, stacercando di sensibilizzare governo, parlamentari e opinione pubblica. La campagna italiana fa parte di un coordinamento internazionale di campagne analoghe, che in altri paesi hanno il nome di "Robin Hood" tax. Oltre ad essere una misura contro la speculazione finanziaria, questo strumento rappresenta un soluzione nella direzione giusta per uscire dalla crisi globale e trovare risorse dove i tagli hanno fatto più danni: cooperazione, welfare, ambiente.
Passi avanti ne sono stati fatti, soprattutto in Europa, dove sia il Parlamento europeo si alcuni paesi come Francia e Germania si sono espressi favorevolmente. L'Italia ancora non ha deciso. C'è una legge bi-partisan che giace in parlamento, vari appelli al Ministro Tremonti e al Presidente Napolitano. E intanto il governo italiano ha aumentato l'IVA, andando nella direzione opposta (una tassa regressiva).
Per intensificare la pressione, occorre il tuo aiuto. Ecco il messaggio lanciato in questi giorni, da far circolare più possibile:
La fama della Robin Hood Tax, sta crescendo. Un’idea geniale che può diventare realtà, già da adesso.
Mettiti in gioco: abbiamo bisogno di protagonisti di questa storia che può davvero dare un’importante svolta al nostro futuro.
Diffondi questo video, è il tuo video… Ecco come funziona:
Vai al video, carica la tua foto o quella della persona a cui vuoi parlare della Robin Hood Tax, ed il volto scelto apparirà magicamente nel video che spiega come una piccolissima tassa possa frenare la speculazione e generare risorse per lo sviluppo sociale, la tutela dell’ambiente, la lotta alla povertà in Italia e nel mondo.
Cosa aspetti?! È ora di dirlo a tutti… perché tutti possano determinare il successo di questa storia.
[Già che ci sei, se non lo hai già fatto, firma l'appello/manifesto della campagna Zerozerocinque]
martedì 20 settembre 2011
TUTT'A POST? Sì QUASI TUTTO alla POSTA
Chi di noi non ha mai pensato ad un libretto Postale o ai Buoni Fruttiferi Postali per “investire” quanto messo da parte facendo la baby-sitter o andando “alll'acinino” o semplicemente quanto incassato con la strenna dei nonni a Capodanno.
Insomma gli uffici postali (oggi Poste Italiane Spa) sono ovunque, sono aperti il sabato e prima o poi tutti ci passiamo per pagare le bollette della nonna. Ecco perchè attraverso gli sportelli postali, la Cassa Depositi e Prestiti oggi raccoglie olre il 90% degli olre 200 MILIARDI di euro capitale liquido attraverso i piccoli risparmiatori che decidono di andare “alla posta”.
Quello che molti non sanno è che la CASSA DEPOSITI e PRESTITI che nata per finanziare gli Enti Locali è diventata una SpA e come tale oggi si comporta come un Fondo Investimenti con una liquidità che farebbe invidia a zio Paperone.
Sono ancora meno quelli che sanno che alla presidenza di questa società privata (partecipata al 70% dal ministero dell'Economia e delle Finanze ed al 30% da 66 fondazioni bancarie) c'è Bassanini.
Di recente la rivista Altreconomia nel numero di luglio-agosto 2011 (www.altreconomia.it) ha pubblicato un interessantissimo dossier su quello che Luca Martinelli ha ribattezzato il Fondo Sovrano.
Leggete per capire di più circa quello che accade ai soldini di chi ci circonda, in famiglia, sul lavoro, in parrocchia...
clicca qui per leggere l'articolo intero
lunedì 28 settembre 2009
banca piu etica
Banca Etica, no ai soldi dello scudo fiscale
La raccolta del risparmio è vitale per qualsiasi banca, a maggior ragione in periodi di crisi come quello attuale, ma non può essere fatta a qualsiasi costo. E’ il senso del discorso che ha portato la Banca popolare etica ed Etica Sgr a decidere di non accettare i capitali che rientreranno in Italia con lo scudo fiscale. «L’intermediazione di denaro proveniente da attività illecite snatura e umilia l’impegno per la legalità che noi, insieme ad altri istituti bancari, associazioni e cittadini, scegliamo quotidianamente – dice il presidente di Banca Etica e di Etica Sgr, Fabio Salviato – La normativa proposta, tra l’altro, potrebbe esonerare gli intermediari finanziari anche dall’obbligo di segnalare eventuali operazioni in odore di riciclaggio. Non è certo in questo modo che il settore bancario recupera la fiducia dei cittadini. Il bisogno del governo di fare cassa non giustifica un condono iniquo verso i risparmiatori che hanno sempre rispettato le regole e profondamente diseducativo. In Italia, l’evasione fiscale è una piaga da combattere con il rigore e non con le sanatorie a basso costo». Una bella lezione per quanti, nella maggioranza di governo, si salvano l’anima giustificando l’amnistia operata con lo scudo fiscale con le necessità di bilancio «per il bene del paese», compensata dai provvedimenti che sarebbero in atto per combattere evasione e malaffare, ma di cui nessuno si è accorto. «I principi della finanza etica che ispirano per intero la nostra attività – dice il direttore generale della banca, Mario Crosta – prevedono la piena tracciabilità del percorso del denaro e la provenienza lecita di quello che raccogliamo. Accettare capitali accumulati anche grazie al mancato rispetto delle leggi e che, al già grave reato di evasione fiscale, potrebbero sommare il falso in bilancio, sarebbe una violazione del nostro Dna e un tradimento dei clienti che ci scelgono quotidianamente in nome di un uso responsabile del denaro». Intanto, c’è la corsa di tutti gli altri istituti di credito ad accaparrarsi la ricca torta dei fondi illegalmente trasferiti all’estero per frodare il fisco: grazie allo scudo in via di approvazione, dovrebbero rientrare in Italia almeno cento miliardi di euro.
domenica 16 agosto 2009
CEI Collaborare per Economie Indipendenti (dalle banche)
La crisi imperversa mentre i mezzi di distrazione di massa vogliono convincerci del contrario. "Siamo in ripresaaa! EVVIVAAA" ci dicono.
A leggere le statistiche di Banca d'Italia il debito delle famiglie italiane nel 2008 è aumentato di oltre l'80% rispetto al 2002. I dati del 2009 saranno ancora peggio.
Ovvio che le famiglie povere vanno aiutate (soprattutto per tenersele buone buone: la TV potrebbe non reggere ai morsi della fame!)
Dopo la genialata della social card con cui abbiamo regalato un sacco di soldi a Poste Italiane SpA, ai CAF che dovevano compilare le domande, a Mastercard (vedi la puntata di Report),
anche la CEI in accordo con l'ABI, farà la sua parte lanciando quello che la stessa ABI (associazione bancaria italiana) ha definito il più grande programma di microcredito realizzato in Italia. Si tratta di un prestito di 500 euri al mese per un anno (estendibile a 2) da restiruire entro 5 anni con un interessa annuo del 4,5%. Al prestito potranno accedere - secondo criteri stabiliti dalla stessa CEI - coppie sposate con almeno tre figlie (no separati se conviventi) che abbiano perso qualsiasi fonte di reddito a causa della crisi dopo giugno 2008. Fin qui, niente di male, ma il fondo di garanzia di 30 milioni di euro raccolto dalla CEI è stato affidato a BancaProssima (costola di Intesa San Paolo, una della banche più armate d'Italia con un movimento di 850 milioni di euro per programmi di riarmo!).
Sembra la solita operazione di greenwashing, anzi ethic-washing degli istituti bancari che utilizzano il patrocinio dei vescovi per essere più socialmente accettate e sopratutto per farsi nuovi clienti.
Questa iniziativa darà sollievo immediato a tante famiglie, ma cosa accadrà dopo?
Cosa ne sarà di questi poveri (soprattutto di spirito) vittime dell'istigazione allo spreco di Stato?
Perchè non farsi sentire contro il gioco d'azzardo di stato del Gratta e Perdi e del SuperStremaLotto?
Accando a queste iniziative si dovrebbero prevedere programmi di educazione all'uso responsabile del denaro, proposte concrete per ripensare i nostro modo di concepire gli acquisti, gli strumenti reali per incentivare l'autoproduzione di beni di consumo... Ma le banche forse non sarebbero d'accordo, e la CEI?
P.P.: un prestito di 7.500 euro con Banca Etica ha un interesse del 3,3%.... per dire.