mercoledì 30 novembre 2011

DIMENSIONAMENTO e DIS ORDINAMENTO SCOLASTICO MADE IN ALTAMURA



Sulla vicenda del dimensionamento della rete scolatica altamurana si sta giocando un'altra brutta pagina della politica locale.
Qualche giorno fa, in un post su ilgrillaio.blogspot.com (ALTAMURA E LA SCUOLA A PEZZI), avevamo denunciato la "strana" decisione dei nostri amministratori di passare nel giro di pochi mesi da un sistema scolastico con 6 Circoli Didattici e 5 scuole medie ad uno che prevede 8 Istituti Comprensivi. Nel post avevamo evidenziato come le delibere (2 nel giro di una settimana) non fossero state condivise con i soggetti interessati (come prevede la delibera di giunta regionale).
Sindaco e Assessori (in primis Saponaro) si sono limitati ad incontrare i dirigenti scolastici (9 persone) che hanno fatto alcune proposte di "accorpamenti" (parere non vincolante).
PROBLEMA n. 1
Perchè al comune non hanno fatto in modo (magari con un comunicato stampa) che ad un argomento così delicato, che coinvolge migliaia di famiglie altamurane, fosse data la giusta risonanza mediatica? Chi, più dei genitori, è chiamato in causa quando si tratta di decidere sul futuro della scuola?

>Oggi apprendiamo che Sindaco Stacca e giunta non avrebbero condiviso questa importante decisione nemmeno con i consiglieri comunali vicini alla stessa maggioranza (vedi qui).

PROBLEMA n. 2
Nell'era di internet, cellulari, skype, facebook... di cosa abbisognano al comune per una comunicazione efficace?

Intanto la notizia che l'anno prossimo l'assetto delle scuole elementari e medie sarà stravolto, inizia a fare il giro del paese. I genitori iniziano ad autoconvocarsi in assemblee, parlano con i docenti, coinvolgono altri genitori. 
Il comune si è affrettato a divulgare un comunicato in cui proclama: 
"Il dimensionamento scolastico è obbligatorio per legge (L.111/2011, ndb) e prevede l'accorpamento in Istituti Comprensivi."
E questo è vero, ma dato che la Regione Puglia ed altre regioni hanno impugnato la legge 110/2011, e dato che la stessa Regione dà la possibilità ai comuni di adeguarsi in 3 anni, sorge il 
PROBLEMA n.3
Perchè il nostro sindaco e i nostri assessori (Saponaro) hanno voluto essere più realisti del re? PERCHE' decidere "in anticipo" in base ad una legge che potrebbe essere dichiarata incostituzionale dalla Consulta?
Oggi sull'emittente locale Canale2 sono andate in onda diverse interviste sull'argomento, ma anche da queste viene fuori un quadro parziale di quanto sta accadendo: sono stati ascoltati, infatti, coloro che di fatto hanno proposto (dirigenti)  e preso (amministratori) questa decisione.
Nessuno degli intervistati ha messo in luce i disagi che si verificheranno nelle scuole SPACCATE a metà.
Nessuno di questi sembra porsi il problema della progettualità trasversale in atto nonchè della continuità didattica che verrebbe messa in discussione nelle tre scuole "sfigate" e non solo.
PROBLEMA n.4 (complesso)
Come fa un dirigente a seguire opportunamente 3-4 plessi scolastici?
Dato che l'ubiquità è da escludere, chi ne fa le veci? I docenti vicari?  E se è così quali ripercussioni avrà tutto questo sulla didattica?
Nelle scuole divise come si divideranno i laboratori? Come si dividerà la palestra? A chi toccherà la biblioteca? Testa o croce?


martedì 29 novembre 2011

Rifiuti, Altamura al bivio. E la Puglia cosa sceglie?


(fonte: Altreconomia.it)

A poco più di due mesi dalla scadenza del contratto con la Tradeco, ad Altamura ancora non c'è traccia del Bando di Gara per il nuovo affidamento del servizio di raccolta dei rifiuti. In Puglia da qualche anno, però, qualcosa ha iniziato a muoversi. Si tratta del movimento RIFIUTI ZERO PUGLIA che ha chiamato a raccolta associazioni ed amministratori pugliesi per discutere di come approcciare il tema partendo dal concetto che RIDURRE I RIFIUTI è l'unica soluzione.

L'apputamento è il prossimo 9 dicembre 2011 ore 17,30
all'ITC Tommaso Fiore
Via Padre Annibale Maria di Francia 4
Modugno (BA)
Ospiti d'onore il prof. PAUL CONNET (Professor of Chemistry St.Lawrence University, NY, USA), ideatore della strategia "zero rifiuti" e ROSSANO ERCOLINI, coordinatore del “centro ricerca rifiuti zero” del comune di Capannori (Lucca) e referente della rete italiana dei comuni virtuosi. Coordina il dott. Agostino di Ciaula (vedi questo video)
Mai come in questo momento è necessario decidere qual è il futuro che vogliamo per la nostra Terra (pianeta), per la nostra terra (la Puglia), per i nostri figli. 
La responsabiltà dei nostri amministratori è grandissima e non vanno lasciati soli.
Non pensate che sia un problema di destra o di sinistra. NON POSSIAMO DELEGARE IL NOSTRO FUTURO.
E LA REGIONE PUGLIA COSA SCEGLIE?

Rifiuti, la Puglia sceglie la via dell'incenerimento

La gestione del ciclo fondata sulla trasformazione dei rifiuti solidi urbani in combustibile da rifiuti. La differenziata è ferma al 18%

L'inchiesta sul numero di dicembre di Altreconomia




































In occasione della terza edizione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, in programma dal 19 al 27 novembre 2011, Altreconomia anticipa i contenuti di un reportage sui rifiuti pugliesi, in uscita sul numero di dicembre della rivista.
La Puglia ha scelto di “investire” sul ciclo dei rifiuti, non per ridurli ma per bruciarli. Mentre la raccolta differenziata langue sotto il 20 per cento (18,01% il dato medio nel 2011), sono quasi ultimati i lavori per la realizzazione dei 6 impianti che trasformeranno i rifiuti solidi urbani in combustibile da rifiuti (Cdr).
Sono tutti realizzati da Cogeam, società partecipata dal gruppo Marcegaglia, e saranno in grado di trattare quasi 900mila tonnellate di rifiuti, trasformati in circa 400mila t di Cdr. 

Tra i rifiuti solidi urbani e il combustibile da rifiuti, però, una differenza sostanziale: il Cdr, a differenza dei rifiuti urbani, è un rifiuto speciale, con codice Cer 191210, da “valorizzare” all'interno di un impianto di incenerimento.  
In Puglia, però, l'unico inceneritore adatto attivo è a Massafra (in provincia di Taranto), ed è gestito da Appia Energy, gruppo Marcegaglia. Può accogliere un massimo di 25mila tonnellate.
Altre 98mila finiranno nell'inceneritore che Eta spa (sempre gruppo Marcegaglia) sta costruendo nelle campagna tra Manfredonia e Cerignola (Fg), in mezzo ai campi di carciofi, grazie anche ad un contributo pubblico di 15 milioni di euro. 
Ma questi due impianti non bastano. Il cantiere del terzo, a Modugno (Ba), è sotto sequestro giudiziario. 
Lo smaltimento del Cdr, così, chiama in causa anche i cementifici, nei cui forni -come raccontiamo nel libro Le conseguenze del cemento (Luca Martinelli, Altreconomia, 2011)- il Cdr prende il posto del carbone o del pet-coke. Questi impianti si trasformano, secondo la definizione di legge, in co-inceneritori. Lo è già quello di Barletta (Bat), gestito da Buzzi Unicem. ATaranto, invece, lo sta diventando l'impianto Cementir (gruppo Caltagirone), che grazie anche a fondi Bei (Banca europea d'investimenti)sta trasformando l'impianto per renderlo in grado di “accogliere” i rifiuti.
Questo “sistema”, frutto di una gestione commissariale iniziata nel 1994, funziona solo se i cittadini pugliesi continuano a produrre rifiuti: per questo siamo stati a Conversano e Mola di Bari, due dei 21 Comuni del bacino BA5. Obbligati, per legge, a conferire a Cogeam almeno 470 tonnellate di rifiuti al giorno. Ogni tonnellata frutterà 125,76 euro a Cogeam, 21,5 milioni di euro all'anno.
Qui i cittadini, il 19 agosto scorso, sono scesi in piazza portando cartelli che dicevano: “Contro l'obbligo di produrre rifiuti”. 
Foto di Luca Martinelli e Paolo Edison Petrosillo

Per interviste con l'autore, potete contattare: Luca Martinelli - redazione Altreconomia - tel: 02-89.91.98.90 - Cell.: 349-86.86.815

Altreconomia è l’editore che dal 1999 racconta, con la rivista mensile e i suoi libri le iniziative più coraggiose di un’economia nuova e solidale, fondata sulle relazioni, il rispetto dell’ambiente e delle persone, la forza della società civile. 
Altreconomia
 è un caso unico d’informazione indipendente, senza finanziamenti pubblici e senza padroni. L’editore, il consorzio Altra Economia è infatti una cooperativa, formata da 510 soci, in gran parte lettori, persone e realtà vicine all’economia solidale. Una nuova chiave di lettura della realtà.  La redazione è in Corso Lodi 47, a Milano Tel. 02.89.91.98.90 - fax 02.54.01.96.55 - www.altreconomia.it

lunedì 28 novembre 2011

IO MI RIFIUTO, TU TI RIFIUTI... LA TERRA RINGRAZIA


Grande successo, ieri sera per "IO MI RIFIUTO" serata di teatro-forum organizzata da "Circus in Fabula" in occasione della Settimana europea per la riduzione dei rifiuti. Tantissima la gente che ha partecipato all'iniziativa svoltasi nei locali del Laboratorio Urbano Giovanile PORTALBA, interagendo attivamente con i protagonisti della rappresentazione tetrale. Obiettivo della serata era "sensibilizzare la cittadinanza a tematiche e situazioni a lei cara, come quella dei rifiuti, attraverso una soluzione che potesse essere allo stesso tempo incisiva, diretta ed efficace" come il teatro. Diverse le associazioni che hanno allestito stand nel Laboratorio Urbano, tutte impegnate a diverso titolo nella salvaguardia del nostro più grande BENE COMUNE: la Terra.
Il meetUp ilGrillaio ha "messo in scena" il decalogo per la RIDUZIONE DEI RIFIUTI. 
Quando si parla di corretta gestione dei rifiuti, quasi sempre si pensa alla RACCOLTA DIFFERENZIATA (e in piccola parte è giusto). Questo approccio però non considera una cosa fondamentale (PAUL CONNETT il 16 gennaio 2011 fu chiarissimo):
"Il rifiuto è la prova che stiamo sbagliando qualcosa. Con le discariche non facciamo altro che SOTTERRARE LA PROVA. Con gli inceneritori BRUCIAMO LA PROVA."
L'unica vera soluzione è:
RIDURRE LA PRODUZIONE DI RIFIUTI fino ad arrivare a.... RIFIUTI ZERO!

Il primo passo è prendere coscienza del fatto che noi (nord del mondo) CONSUMIAMO TROPPO. Non parliamo di soldi: 
  • produciamo troppo cibo, per il quale consumiamo troppa ACQUA, troppi FERTILIZZANTI, troppi pesticidi (leggi troppo petrolio);
  • produciamo troppe cose, troppi vestiti, troppe auto, troppi giocattoli, troppi cellulari; 
  • produciamo (ciò che è peggio) tutto ciò nel modo più INSOSTENIBILE per la nostra cara Terra (per rifletterti un po' su, date un'occhiata al video sotto);
  • arriviamo a rendere INSOSTENIBILE anche un gesto semplicissimo qual è BERE un BICCHIERE d'ACQUA (se quell'acqua è stata imbottigliata a 1000 km di distanza, attraversa in autostrada tutta l'Italia e ci viene venduta in una bottiglia di plastica che ha impiegato 15 litri di acqua oltre che petrolio)
Dopo aver prodotto, il problema è far acquistare sempre più merce. Bene, è a questo punto che intervengono due strumenti POTENTISSIMI ideati apposta: MODE e PUBBLICITA'
Le mode e la pubblicità sono il catalizzatore di questa pazzia globale.
Un numero per rendere l'idea:

All'età di 16 anni i ragazzi di oggi 
hanno già guardato oltre 350.000 spot pubblicitari
(Paul Hawkeni, The Ecology of Commerce)

E la cosa peggiore è che la malattia ci viene propinata come la cura.







sabato 26 novembre 2011

ALTAMURA E LA SCUOLA A PEZZI


Il Natale è vicino. E' il tempo di pettole, cartellate e di... pasticcio. 
Il pasticcio di cui vi parliamo oggi, però, è un altro.
In questi giorni, tra comune e regione, si programma il prossimo anno scolastico. Alunni e genitori altamurani avranno una brutta sorpresa il prossimo anno scolastico: potrebbero recarsi nello stesso plesso ed accorgersi di non appartenere più allo stesso istituto comprensivo: dirigenti diversi, docenti diversi, bidelli diversi. Tutto questo in nome di una "razionalizzazione" che di razionale sembra avere poco.
Infatti qualche giorno fa (22/11/2011), nel silenzio assordante dei media locali (e non solo!) la giunta comunale di Altamura ha deliberato in materia di "DIMENSIONAMENTO RETE SCOLASTICA ANNO SCOLASTICO 2012/2013". Il sindaco Stacca M. e i suoi 8 assessori Centonze G., Fiore F., Marroccoli G., Disabato G., Genco P., Pallotta G., Petronelli R. e l'ass. alla Pubblica Istruzione Giovanni Saponaro) hanno deliberato che ad Altamura “...per garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall’a.s. 2011/12, la scuola dell'infanzia, la scuola primaria, la scuola secondaria di primo grado sono aggregate in (n. 8) istituti comprensivi". 
Ma dov'è la fregatura?


Ad Altamura accade che PER UNIRE, SI DIVIDE.
Infatti leggendo la delibera di giunta n.127 del 15 novembre 2011 (modificata solo una settimana dopo con la n. 137 del 22-11-2011) ci si accorge che alcune scuole saranno divise a metà.
Le scuole "sfigate", quelle tagliate in due come un cocomero sono 
la scuola media "Padre Pio" (metà con l'Aldo Moro e metà con la Don Milani), 
la scuola media "Ottavio Serena" (metà con la Roncalli l'altra metà con la Pacelli) e 
la scuola media "Mercadante"

La giunta con questa delibera si è di fatto adeguata alla L. 111/2011 recepita a sua volta dalla giunta regionale ( delibera n. 2410 del 02-11-11). L'obiettivo è ottimizzare il sistema, che in Italia significa soltanto una cosa: tagliare!
L'idea, dal punto di vista contabile non fa una grinza: se unisci un circolo didattico e una scuola media in un unico istituto comprensivo con almeno 1000 alunni i risparmi sono molteplici:
- hai bisogno di meno dirigenti (in compenso i rimanenti guadagneranno di più);
- risparmi sui docenti e sui bidelli.


Per legge, un Istituto potrrà essere autonomo soltanto se avrà 1.000 iscrizioni. Altrimenti salta il dirigente e il Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (c.d. segretario) e la scuola piccola viene accorpata ad un'altra. 
In Puglia l'anno prossimo ci saranno quasi 200 scuole autonome in meno. 65 nella provincia di Bari. Ad Altamura sono 3 o 4.


Gli amministratori (soprattutto quelli locali) non dovrebbero limitarsi a tagliare e incollare numeri e nomi anche perchè la delibera della giunta pugliese è chiara:
"... il dimensionamento scolastico non può essere un puro dato numerico" ed invita i comuni a "concertare le proprie decisioni con le stesse scuole, i sindacati ed ogni soggetto intreressato" (p.e. i rappresentanti dei lavoratori e i genitori, ndr)". 
Ad Altamura questa concertazione c'è stata? La risposta è Nì! 

I dirigenti scolastici altamurani fanno pervenire al comune un documento con delle prosposte (leggi qui); è l'unico documento ufficiale anche perchè al 14 novembre, in tante scuole gli organi collegiali (soprattutto quelli aperti ai genitori) non si sono ancora riuniti.
Le proposte dei dirigenti sono:
  • A. formazione di n. 7 istituti comprensivi. 2 per il prossimo anno (T.Fiore + SG Bosco e Pacelli + S.Francesco d'Assisi); gli altri I.C. si formerebbero negli anni a seguire dato che ci sono 3 anni di tempo per adeguarsi alla normativa;
  • B. formazione di 8 istituti comprensivi che vengono fatti "a tavolino" spezzettando alcune scuole per metterne un pezzo da una parte e un pezzo dall'altra.
Di questa seconda soluzione (quella ad 8) gli stessi dirigenti scolastici esprimono le criticità, ma (chissà perchè?) la giunta decide proprio per la soluzione-spezzatino.
Il sindaco e la giunta altamurani, hanno una grossa responsabiltà in questa vicenda. In particolare l'ass.re alla P.I. Saponaro: è il suo campo, no? Perchè non si è opposto a quello che rischia di trasformarsi in un'altra spiacevole pagina di una amministrazione che non ascolta la gente?
Intanto il malcontento inizia a diffondersi man mano che la notizia inizia a varcare i confini delle scuole e degli uffici comunali.


Al documento dei dirigenti sono seguite le delibere degli organi collegiali del 5° circolo "San Francesco" e della scuola media "T.Fiore" (leggi qui). Mentre il personale della P.Pio e dell'Ottavio Serena cerca di opporsi allo smembramento che metterebbe in forse la continuità per il prossimo anno scolastico.


Finora, però, mancano all'appello gli alunni e le loro famiglie. Sono loro i veri protagonisti di questa triste vicenda, sono loro che pagheranno sulla loro pelle le conseguenze di queste azioni politiche dettate solo dalla voglia di far quadrare i conti anche a costo di un pasticcio che farà a pezzi la scuola italiana, la suola italiana e con essa il nostro futuro. Perchè è di questo stiamo parlando.
Ci auguriamo che una soluzione a questa vicenda possa arrivare dai nostri amministarori, magari ascoltando per davvero chi nella scuola ci va, ci lavora, ci manda i figli. 




venerdì 25 novembre 2011

IL 26 NOVEMBRE IN PIAZZA PER L’ACQUA, I BENI COMUNI E LA DEMOCRAZIA



IL 26 NOVEMBRE IN PIAZZA PER L’ACQUA, I BENI COMUNI E LA DEMOCRAZIA

PER IL RISPETTO DELL'ESITO REFERENDARIO, PER UN'USCITA ALTERNATIVA DALLA CRISI

Domani il popolo dell’acqua tornerà in piazza. Lo facciamo perché il 12 e 13 giugno scorsi la maggioranza assoluta del popolo italiano ha votato per l’uscita dell’acqua dalle logiche di mercato, per la sua affermazione come bene comune e diritto umano universale e per una gestione pubblica e partecipativa del servizio idrico.
Ad oggi nulla di quanto deciso ha trovato alcuna attuazione: la legge d’iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua continua a giacere nei cassetti delle commissioni parlamentari, gli enti locali - ad eccezione del Comune di Napoli - proseguono la gestione dei servizi idrici attraverso S.p.A. e nessun gestore ha tolto i profitti dalla tariffa.
Non solo. Con l’alibi della crisi e dei diktat della Banca Centrale Europea, il Governo Berlusconi ha rilanciato, attraverso l’art. 4 della manovra estiva successivamente rafforzato con la legge di stabilità, una nuova stagione di privatizzazioni dei servizi pubblici locali, addirittura riproponendo il famigerato”Decreto Ronchi” abrogato dal referendum.
Gli stessi soggetti gestori e gli ATO non hanno finora proceduto all’elimininazione del profitto garantito dalle tariffe del servizio idrico, di fatto disconoscendo l'esito del secondo referendum e lo stesso pronunciamento della Corte Costituzionale chiaramente esplicitato nella sentenza di ammissibilità del quesito stesso.
L'ostinarsi a procedere lungo questa strada produce non solo una chiara lesione dei principi democratici, ma arriva a legittimare posizioni che non vogliono tener conto della volontà popolare espressa il 12 e 13 giugno. Su questa base abbiamo chiesto un incontro al nuovo Presidente del Consiglio Monti, perché riteniamo che anche il nuovo esecutivo non può sottrarsi dal rispettare l'esito referendario.
Il popolo dell'acqua torna a riempire le strade di Roma per ribadire con forza che non ci sta a subire questo “vulnus” democratico e che, nonostante i grandi media abbiano tentato di far calare un silenzio assordante su questi temi, la spinta che ha portato al raggiungimento del quorum nei referendum di giugno non si è esaurita con essi.
Per questo, il movimento per l’acqua si prepara a lanciare la campagna nazionale “Obbedienza civile”, ovvero una campagna che, obbedendo al mandato del popolo italiano, produrrà in tutti i territori e con tutti i cittadini percorsi auto organizzati e collettivi di riduzione delle tariffe dell’acqua, secondo quanto stabilito dal voto referendario.
La manifestazione nazionale sarà anche l'occasione in cui rilanciare l’iniziativa per la ripubblicizzazione del servizio idrico, sia con azioni a sostegno della nostra legge di iniziativa popolare affinché sia discussa e approvata dal Parlamento, sia per avviare a livello territoriale la trasformazione in enti di diritto pubblico dei soggetti gestori privati ad oggi operanti, in particolare a partire dalle S.p.A. a totale capitale pubblico presenti in grandi città come Torino, Milano, Venezia, Palermo e altre ancora.
Quello che avviene per l’acqua è solo il paradigma di uno scenario più ampio dentro il quale si colloca la crisi globale. Un sistema insostenibile è giunto al capolinea. I poteri forti invece di prenderne atto invertendo la rotta, ne hanno deciso la prosecuzione, attraverso la continua restrizione del ruolo del pubblico a colpi di necessità imposte dalla riduzione del debito e dai patti di stabilità, la consegna dei beni comuni al mercato, tra cui la conoscenza e la cultura, lo smantellamento dei diritti del lavoro anche attraverso l'art. 8 della manovra estiva, la precarizzazione dell’intera società e la conseguente riduzione degli spazi di democrazia.
Un altro modello di società è necessario per l’intero pianeta e insieme proveremo a costruirlo anche nei prossimi appuntamenti internazionali, come la conferenza sui cambiamenti climatici di Durban di fine novembre e a Marsiglia nel Forum Alternativo Mondiale dell'acqua a Marzo 2012.
Indietro non si torna. Dalla crisi non si esce se non cambiando sistema, per vedere garantiti il benessere sociale, la tutela dei beni comuni e dell’ambiente, la fine della precarietà del lavoro e della vita delle persone, un futuro dignitoso e cooperativo per le nuove generazioni.


Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

martedì 22 novembre 2011

APRE TUTTO SFUSO!



Come si riducono i rifiuti?
Dieci sono i passi necessari, alcuni dei quali potranno essere mossi solo con il nuovo contratto di smaltimento dei rifiuti (separazione alla fonte, raccolta porta a porta, compostaggio, riciclaggio, incentivi economici alla riduzione), altri che richiedono una nuova politica industriale (centri di riutilizzo e riparazione, centro di ricerca e separazione dei residui, miglior design che riduca lo spreco di materiale) e altri ancora che possono essere fatti anche da ciascuno di noi.
Parliamo delle iniziative per la riduzione dei rifiuti che vanno dalle tasse sui sacchetti di plastica ai negozi in cui si possono fare acquisti "alla spina", senza imballaggio.
Finalmente anche ad Altamura questi acquisti "eco- compatibili" oltre che intelligenti si potranno fare con comodità: oggi apre per la prima volta "Tutto sfuso", il primo punto vendita del territorio che coniuga la proposta di produzioni biologiche locali a chilometri zero con la riduzione di rifiuti da imballaggio, ubicato ad Altamura in Via Santeramo n. 32.
Nei prossimi giorni seguirà un vero e proprio momento celebrativo per l’inaugurazione del punto vendita.
TUTTO SFUSO è stato selezionato tra i 19 progetti di comunicazione, informazione ed educazione allo sviluppo sostenibile selezionati dalla Regione Puglia (attraverso il CREA - Centro Regionale di Educazione Ambientale), nonché inserito tra le azioni validate che animeranno la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti dal 19 al 27 novembre.
Buon acquisto a tutti!





foto: Il Circolo delle Formiche - work in progress

lunedì 21 novembre 2011

IO MI RIFIUTO DI FARE RIFIUTI



E' appena cominciata la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti (http://www.youtube.com/watch?v=kH-A-w5kJ8E).
La prevenzione è la prima cosa! Ce lo dice la natura (anche drammaticamente). Ce lo dicono i medici. Ce lo dicono le leggi.

Per l'occasione l
’associazione di Volontariato e Formazione Circus in Fabula realizzerà il 27 novembre alle 18.00, presso il Laboratorio Urbano Port'Alba un Teatro Forum intitolato “IO MI RIFIUTO”. L'evento è il risultato di un percorso formativo intitolato O.P.P.R.E.S.S.O. (Operare Per Promuovere Realtà Educative Scegliendo Strade Opportune) condotto attraverso il metodo del Teatro dell’Oppresso, che opera ai confini tra teatro, educazione, intervento sociale e politica.
Per favorire la discussione sulla tematica
Circus in Fabula ha invitato enti e associazioni sensibili alla tematica a prender parte all’evento, con la possibilità di allestire una postazione come punto informativo.
Ci sarà anche ilGrillaio che diffonderà materiale sulle buone pratiche verso i rifiuti zero, prima fra tutte l'uso dell'acqua di rubinetto.

Vi aspettiamo!

p.s. siamo in attesa dell'apertura di "Tutto sfuso" per cominciare a comprare senza imballaggi!

giovedì 17 novembre 2011

SIAMO IN GUERRA - la rete contro i partiti

Buongiorno a tutti i nostri followers,


oggi ci fa piacere inaugurare una serie di recensioni per segnalarvi libri in uscita,

che affrontano i temi a noi cari ( cittadinanza attiva, rete, ecologia, beni comuni, etc).


L'occasione è una nuova pubblicazione firmata da Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo, padri costituenti del blog beppegrillo.it, della rete dei meetup associati al blog e nonchè dei movimenti 5 stelle, già presenti nei comuni e nei consigli regionali del Paese.


Pubblicato da Chiarelettere, Siamo in Guerra, per una nuova politica (188 pp, 11.60E), arriva per dirci che qualcosa è cambiato, e Grillo l'aveva previsto l' 8 ottobre 2007 in Piazza Maggiore a Bologna, in occasione del primo Vday, gridando dal palco ' I partiti sono morti! ' un grido di allarme su un fenomeno allora in corso, oggi sotto gli occhi di tutti completamente compiuto. Insomma Grillo l'aveva previsto, e dal quel momento i 'cadaveri', parlarono espressamente di antipolitica, per difendersi da un movimento che lentamente li sta spazzando via.


La rete infatti può rappresentare la nuova resistenza, azzerando la vecchia politica, e in questo senso attraverso il web ognuno vale uno, i leader politici sono una contraddizione in termini, non hanno senso. Il web è istantaneo, e ha una memoria eterna, qualsiasi articolo resterà in una cache a disposizione di tutti. I dinosauri che smentiscono il giorno dopo, ritrattando, sono anch'essi passati alla storia di ieri.


Il cittadino che s'informa su internet non segue più i tg, non legge i giornali, le notizie non hanno più pesi controllati, e grazie alla rete non ci sono più intermediari. I referendum propositivi senza quorum on line, saran no la normalità; le costituzioni potranno essere partecipate e scritte dai cittadini come sta avvenendo oggi per l'Islanda.


'La rete è un'opportunità unica per creare un'intelligenza collettiva che possa affrontare i problemi della società permettendo a ciascuno di partecipare alle proprie scelte'

mercoledì 16 novembre 2011

FUMI di PAROLE?



La centrale di Santeramo non c'è ancora (per fortuna!) ma i suoi fumi sono già nell'aria.
Cominciano ad arrivare le reazioni dei nostri politici alla notizia del progetto di realizzazione della centrale a biomasse.
Il primo a rispondere sulla pagina del gruppo facebook
è stato Nicola Loizzo (Pdl) che ha espresso la sua contrarietà
(peccato che il suo "collega" di Santeramo non la pensi proprio così) .
A seguire ci sono stati i comunicati del consigliere regionale Ventricelli (SEL) e de La Destra di Altamura, anche loro perplessi (timidamente) dinanzi alla notizia del progetto.
Ammettiamo di essere arrivati in ritardo sulla notizia: a lanciarla era stata la Gazzetta del mezzogiorno qualche giorno prima del nostro comunicato e, per fortuna, a Santeramo esisteva già un comitato No alla centrale a biomassa.
Se noi siamo arrivati in ritardo, però, i nostri politici non sono stati più rapidi.
Possibile che nessuno sapesse niente di questo progetto che - come si apprende dalla stampa - si porta avanti da 8 anni? Nessuna conferenza di servizi? Nessuna richiesta di autorizzazione che sia arrivata alle orecchie dei nostri rappresentanti?
Intanto domani la "società civile" scende in piazza a Santeramo per una manifestazione/corteo che si chiuderà con un sit-in davanti al municipio (a destra il volantino del comitato)
Chi riveste ruoli di rilievo nella compagine politica non può più attendere se non vuole che le parole dei comunicati stampa si riducano a mero "fumo" anche prima nella messa in funzione della centrale.

P.S.: guardate un po' i risultati di uno studio sulla disponibilità di biomasse commissionato dalla Regione Puglia.

domenica 13 novembre 2011

MANDA UNA MAIL AL COMUNE DI SANTERAMO. ALTAMURA NON VUOLE I FUMI DELLA CENTRALE BIOMASSE


Questa mattina eravamo in piazza, il nostro blog nei giorni scorsi è stato preso d'assalto. Abbiamo cercato con i nostri modesti mezzi di arrivare a quantra più gente possibile (compreso il sindaco!).

ORA DEVI AGIRE!

HAI TEMPO ANCORA FINO ALLE 14,00 di domani 14/11/2011
INVIA UNA MAIL al Comune di Santearamo per
DIRE NO ALLA CENTRALE A BIOMASSE TRA ALTAMURA E SANTERAMO.


Testo della mail: Sono un* cittadin* di Altamura e mi unisco ai cittadini di Santeramo in colle CHIEDERE al commissario Dott. Marani
DI SOSPENDERE L'ITER DI APPROVAZIONE DELLA CENTRALE A BIOMASSE che sorgerebbe tra Altamura e Santeramo, perchè:
  • Una centrale di questo tipo dovrebbe nascere per servire il territorio e non per sfruttarlo, ma così non è;
  • Una centrale da 10 MW brucia oltre 100 mila tonnellate di biomassa all’anno, cioè circa 300 tonnellate al giorno! Considerando questo notevole fabbisogno di combustibile è impossibile pensare che l’approvvigionamento possa derivare unicamente dall’uso degli scarti agricoli. È troppo facile che diventi un inceneritore di rifiuti urbani o scarti di lavorazione industriale!
  • la centrale sorgerebbe in via Alessandriello, nella zona più fertile di Santeramo (c.da Montefungale, a soli 6 Km dal centro urbano) e pregiudicherebbe in maniera irreversibile le produzioni agricole del territorio e il suo potenziale turistico;
  • le strade del nostro territorio si intaserebbero con oltre 7000 autotreni all’anno da e verso la centrale, inquinando ulteriormente aria, acqua e suolo con metalli pesanti, nano particelle, diossine, ecc;
  • la centrale avrebbe effetti negativi sulla salute dei cittadini di Santeramo e dei comuni limitroci (tra cui Altamura);
  • la centrale avrebbe ripercussioni negative sull'attività agricola locale;
Per salvaguardare il nostro territorio e la nostra salute, c’è bisogno di scelte condivise, partecipazione e consapevolezza di tutti.
Questa è una decisione che non può essere presa sulla testa dei cittadini.

Firma

A: segreteria@comune.santeramo.ba.it
CC: nocentrale@gmail.com

COMITATO NO ALLA CENTRALE A BIOMASSA - Santeramo http://www.facebook.com/groups/263533247026933/264052280308363/?notif_t=like

sabato 12 novembre 2011

Ma quale biomassa?



QUAle biomassa?
qua la biomassa non ci sta.
Sul pollino la centrale a biomassa avrebbe importato legna dall'estero.
Con tutti i boschi che ha il pollino!
Siamo il primo paese per importazioni di legna da ardere.
E noi qui in provincia di bari cosa bruceremo?
la restòcce (le stoppie)? l'ègghje frìtte (l'olio delle fritture)?
'ì fràske e li sare'mìnde (le frasche degli ulivi o i sarmenti)?
la wòzzere secchète (gli asfodeli secchi)?
la cawùrnèdde (la carbonella)?
la segatura dei nostri falegnami? le scuregge?

OPPURE BRUCEREMO I RIFIUTI?


Guarda tutta la puntata di REPORT "biomasse di massa" :


...
R OBE R T O GA R A VA GL I A ­ P R ES. E UR O E N E R GY GR OU P
In questo momento noi non abbiamo la certezza che possiamo sopravvivere. Perché noi
abbiamo costi certi, e ricavi incertissimi.
E M I L I O CA SA L I N I F U OR I CA M P O
Una soluzione potrebbe essere quella di bruciare insieme al legname, i rifiuti. Autorizzazione concessa.
R OBE R T O GA R A VA GL I A ­ P R ES. E UR O E N E R GY GR OU P
C'è stata un po' una sollevazione popolare, e quindi diciamo abbiamo desistito.
E M I L I O CA SA L I N I F U OR I CA M P O
Resta il fatto che comunque trasformare le centrali a biomassa in inceneritori è possibile, e da lì a bruciare poi anche quel che non si dovrebbe il passo è breve. Questa centrale a biomassa nel comune di Argenta in provincia di Ferrara, veniva alimentata con qualsiasi cosa, tanto che nel 2006, i carabinieri hanno chiuso tutto e sequestrato l’azienda.
...

questo e tanto altro nell'inchiesta di REPORT "biomasse di massa".
Il comune di Santeramo prima di poter pensare di autorizzare un impianto del genere dovrebbe come minimo chiedere un parere ai comuni limitrofi.
Tutte le persone di buonsenso dovrebbero opporsi all'ennesima ipoteca sul futuro. una centrale del genere riempirà le tasche di pochi oggi, provocherà impoverimento e sofferenze di tantissime famiglie domani.
Come ogni volta che si saccheggia il bene pubblico, a voler quantificare, i danni sulla collettività sono 1000 volte più grandi dei guadagni ottenibili dagli investitori.
e gran parte di questi guadagni sono soldi pubblici. Per intenderci tasse, soldi nostri, per intenderci non si tratta di un plusvalore, non si tratta di circolo virtuoso, non si tratta di un aumento del benessere della collettività.
Meditate, gente e agite alla svelta, gente.

giovedì 10 novembre 2011

Biomasse, bio-fumi e bio-inquinamento. Torna la paura tra Santeramo, Altamura e Matera


(il dott. Montanari spiega cosa sono DAVVERO le centrali a biomasse)

Ci risiamo! Ve la ricordate la storia dell'inceneritore in zona Jesce, previsto dal piano pluriennale delle opere del comune di Matera? Era marzo 2008 e quell'opera, che avrebbe definitvamente affossato l'economia agricola delle nostre terre, fu sventata da un gruppo di cittadini attivi di Matera (vedi qui).


Laddove però in un comune non si può si può sempre provare con il comune vicino (Santeramo in Colle), magari edulcorando la "pillola" (meglio la SUPPOSTA) per le popolazioni locali. Magari si può optare per una soluzione più "leggera". Se la parola inceneritore spaventa gli indigeni rozzi e provinciali, allora perchè non proporgli una centralina a biomasse, magari affiancata dalle parole eco-sostenibile? In questo modo zittiamo anche i partiti di opposizione dello stesso comune (leggi comunicato di PD, IDV e SEL).

E' quanto sta avvenendo a Santeramo in Colle, dove da qualche settimana i cittadini si sono ritrovati con un progetto di una centrale a biomasse da 10 MW che sorgerebbe su una zona di 70.000 mq al confine tra Altamura, Santeramo e Matera (a pochi passi dalla zona Jesce). Per la cronistoria di questo ennesimo assalto al nostro territorio già malmesso, vi rimandiamo al sito santeramolive.it che tra le altre cose elenca tutta una serie di "regali" che l'azienda interessata farebbe ai santermani (pianterebbe doppi filarri di alberi, costruirebbe un parcheggio nei pressi della centrale.... addirittura ospiterebbe ben 10 studenti meritevoli!!).

Il nostro pensiero su tutto ciò che è CENTRALE (c. nucleare, c. fotovoltaica, c. eolica...) è fortemente critico: significa un solo padrone. Quanto alle centrali a biomasse, queste altro non sono che inceneritori: possono bruciare, incenerire tutto ciò che viene conferito. Ora sapendo che una centrale a biomasse non è un caminetto, una volta accesa DEVE BRUCIARE! Cosa accadrebbe se gli scarti vegetali non fossero sufficienti? Potrebbe essere autorizzato anche l'incenerimento di rifiuti solidi urbani anche a scapito della logica del riciclo? Non bisogna, poi, dimenticare che anche queste centrali vanno controllate per evitare gli abusi che si sono verificati per esempio a Pavia dove si è finiti per utilizzare la centrale (a biomasse prima poi autorizzata anche a bruciare altri tipi di rifiuti) per incenerire (illecitamente) rifiuti pericolosi.

Questo modo di stuprare le nostre terre affosserà definitivamente le PRODUZIONI AGRO-ALIMENTARI LOCALI :
1. le diossine prodotte da queste centrali si accumulano nell'ambiente (aria e terra).
2. ciò che verrà bruciato (il cippato) proviene per lo più da agricoltura convenzionale (leggi schifezze chimiche a go go!) e se bruciato sprigiona nell'aria il peggio di questi prodotti;
3. la biomassa necessaria per alimentare una centrale di queste impiegherebbe tanta di quella terra che per il trasporto delle biomasse stesse, il bilancio energetico sarebbe passivo.
Basti pensare che per coprire il 10% dei consumi energetici italiani servirebbe una superficie tre volte superiore alla terra attualmente arabile nel nostro paese, che non produce eccedenze di cibo, ma anzi importa cereali dall'estero.
4. la mistificazione delle EMISSIONI ZERO, poi, è presto chiarita: è vero che la c02 prodotta da tot quintali di biomassa è pari a quella assorbita dalla stessa biomassa assorbe per crescere (solo se vegetale!!!), ma in questo bilancio si "dimentica" di considerare la co2 prodotta per arare, seminare, concimare (con concimi chimici derivanti dal petrolio), diserbare e raccogliere quelle biomasse!!!

Nonostante la Regione Puglia abbia un eccesso di produzione di energia elettrica (circa il 25% della corrente prodotta non ci serve...) si continua a proporre questo assurdo modo di gestire l'ambiente in cui viviamo, come se fosse uno sportello bancomat.

Di solito queste grandi opere portano benefici solo in una direzione che non è mai quella della collettività. Alle aziende vanno soldi, tanti soldi, ai cittadini le briciole e l'aria "aromatizzata" che fa tanto bene ad anziani e bambini. Bene faremmo anche noi Altamurani ad attivarci perchè la concessione dell'autorizzazione sia stoppata (come chiede il neonato Comitato del NO alla Centrale a Biomasse). Non c'è molto tempo: il commissario prefettizio di Santeramo sarebbe intenzionato a firmare entro il prossimo 19 novembre. ed avvisa che eventuali osservazioni in merito alla questione potranno essere presentate, in forma scritta, entro le ore 14.00 del 14 Novembre 2011 presso la Segreteria del Comune di Santeramo oppure anche via e-mail all'indirizzo segreteria@comune.santeramo.ba.it.

martedì 8 novembre 2011

ZERO PRIVILEGI PER I CONSIGLIERI PUGLIESI



Riceviamo e diffondiamo il comunicato stampa relativo alla proposta di legge regionale di iniziativa popolare di abolizione di alcuni
dei privilegi dei nostri consiglieri regionali presentata ieri da un gruppo di cittadini pugliesi iscritti al MoVimento 5 Stelle.
La proposta di legge prevede:

  • dimezzamento dello stipendio dei consiglieri regionali;
  • abolizione dell'assegno di fine mandato;
  • abolizione del vitalizio;
  • non erogazione della diaria in caso di eccessive assenze;
  • sostituzione dell'accesso gratuito alla rete autostradale con rimborsi per spese effettivamente effettuate e debitamente documentate;
  • sospensione del trattamento economico ai consiglieri sottoposti dalla magistratura a misure cautelari.
L'iniziativa è meritevole e il Meetup ilGrillaio intende partecipare alla raccolta delle necessarie firme a sostegno di questa proposta. Vi aspettiamo in piazza prima di Natale per regalarci un 2012 con "zero privilegi"!
ZERO PRIVILEGI PUGLIA

Mentre la polemica sugli ingiustificabili privilegi della "casta" imperversa da mesi e la politica risponde con i soliti, quanto vuoti, annunci e intenti a cui non segue alcun atto concreto e tangibile, oggi 7 Novembre 2011 un gruppo di cittadini pugliesi iscritti al MoVimento 5 Stelle, in linea con le proposte sui tagli ai costi della politica che questo sostiene da tempo (abolizione dei rimborsi elettorali, abolizione delle Provincie, accorpamento dei Comuni sotto i 5 mila abitanti, ecc), hanno depositato presso il Consiglio regionale della Puglia una proposta di Legge regionale di iniziativa popolare che prevede:

dimezzamento dello stipendio dei consiglieri regionali;
abolizione dell'assegno di fine mandato;
abolizione del vitalizio;
non erogazione della diaria in caso di eccessive assenze;
sostituzione dell'accesso gratuito alla rete autostradale con rimborsi per spese effettivamente effettuate e debitamente documentate;
sospensione del trattamento economico ai consiglieri sottoposti dalla magistratura a misure cautelari.

Sarebbero 9 milioni di euro l'anno (45 milioni a legislatura) i risparmi quantificabili se queste semplici, quanto doverose norme venissero applicate a cui si sommerebbero ulteriori 9 milioni di risparmi a lungo termine in seguito all'abolizione del vitalizio.
Consapevoli che tali cifre non siano in grado da sole di risolvere i problemi economici della regione, siamo convinti che possano essere utilizzati per più importanti ed urgenti necessità, soprattutto oggi con i cittadini costantemente chiamati a sacrifici "lacrime e sangue".
La raccolta delle necessarie firme a sostegno di questa proposta, che sarà preceduta da apposita conferenza stampa del comitato promotore, sarà avviata subito dopo che l'ufficio di presidenza del Consiglio regionale pugliese avrà svolto i previsti adempimenti burocratici.
I cittadini che volessero aderire all'iniziativa possono prendere contatti col comitato promotore sul sito web http://pugliazeropriv.altervista.org , tramite l'apposita pagina Facebook Zero Privilegi Puglia o via mail all'indirizzo zeroprivilegipuglia@gmail.com.

Testo integrale della proposta
Tabella riassuntiva risparmi previsti

Il Comitato Promotore

domenica 6 novembre 2011

Dopo il flop della Staffetta dell'acqua, Federutility scatenata: attacco al Forum con accuse false e diffamatorie





COMUNICATO STAMPA
Dopo il flop della Staffetta dell'acqua, Federutility scatenata: attacco al Forum con accuse false e diffamatorie

Leggiamo su “Quindici”, la newsletter di Federutility, che le tappe di Roma e di Bari della Staffetta dell'acqua sono state annullate per evitare situazioni di tensione, temute dall'organizzazione a causa di un quantomai fantasioso e infondato “diretto coinvolgimento nei disordini del 15 ottobre di due soggetti che avevano contestato una delle tappe della Staffetta”.

Si tratta di una gravissima mistificazione che accosta un movimento pacifico come il Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua ad azioni violente che mai, nella sua storia, gli sono appartenute. Si tratta di un grave atto di diffamazione e di una subdola mossa che ha il solo scopo di screditare il Forum agli occhi dell'opinione pubblica e di coprire il totale fallimento della Staffetta dell'Acqua, giustamente contestata pacificamente ad ogni sua tappa da cittadini offesi dai messaggi truffaldini di chi continua a fare profitti sull'acqua nonostante il risultato referendario.

Avrà modo Federutility di vedere quanto allegro, colorato e pacifico è il popolo dell'acqua in occasione della prossima grande manifestazione indetta dal Forum stesso il prossimo 26 novembre.

Il Forum dei Movimenti per l'Acqua si aspetta una repentina e pubblica smentita da parte di Federutility, in caso contrario saranno attivate le opportune vie legali.

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Luca Faenzi
Ufficio Stampa Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua
ufficiostampa@acquabenecomune.org
+39 338 83 64 299
Skype: lucafaenzi
Via di S. Ambrogio n.4 - 00186 Roma
Tel. 06 6832638; Fax. 06 68136225 Lun.-Ven. 10:00-19:00
www.acquabenecomune.org
www.referendumacqua.it