lunedì 31 agosto 2009

proibire e non parlare è cosa da evitare



Il vero successo di una società non si misura contando le decine di migliaia di persone dietro le sbarre per anni, ma facendo in modo che quelli che possono non finirci dietro le sbarre non ci finiscano. Dieci, cento scuole in più per un carcere in meno.
Noi italiani siamo in "leggera" controtendenza: Gelmini taglia un sacco di cattedre e chiude tante aule (sovraffollandone altre) e Mister Alfano propone di costruire nuove carceri (magari a privati).
E' triste, ma vero.
Nel frattempo il crociato Giovanardi rilancia la sua battaglia proibizionista senza aver valutato gli effetti (negativi) di 3 anni della Fini-Giovanardi L. 49/2006 sulle droghe, quella che equiparava droghe leggere e pesanti. Pensate che l'art. 73 della suddetta legge è responsabile del 40% del totale dei detenuti.
Le associazioni Antigone, Forum Droghe e La società della Ragione hanno presentato nei mesi scorsi il “Libro bianco sulla Fini Giovanardi” (l. 49/2006). Nel rapporto sono illustrati e commentati i dati sulle conseguenze penali e sulle sanzioni amministrative della legge:
calano i sequestri di sostanze,
cresce il numero delle persone segnalate all’autorità giudiziaria (soprattutto stranieri),
aumenta il numero delle sanzioni amministrative,
aumenta la percentuale dei tossicodipendenti in carcere sul totale dei detenuti,
aumenta la percentuale dei tossicodipendenti sul totale degli ingressi (siamo al 46%)
Per non parlare di una campagna terroristica sulla “droga bruciacervello”, che non tiene conto dei moderni approcci della psicologia sociale.
Negli ultimi anni anche la scuola ha rinunciato a parlare di dipendenze (non solo droghe: alcol, scommesse, consumismo...) eppure di soldi per le scoppiettanti attività POF! PON! PATAPUM! e via dicendo non mancano.

venerdì 28 agosto 2009

La censura CONTRADDITTORIA




Ciò che non hanno detto i TG di oggi è qualcosa di allucinante. Il trailer di VIDEOCRACY documentario di Erik Gandini (regista italiano indipendente che vive in Svezia) non sarà trasmesso in Italia nè da Mediaset nè da RAI. A giudicare dall'effetto boomerang che ha avuto per i censori di RAISET questo divieto c'è da esserne contenti: più cerchi di nascondere più appetibile diventa la ricerca e c'è da scommettere che il film che sarà presentato al festival di Venezia il 3 settembre e nelle sale il giorno dopo sarà mooooolto ricercato.
Ma torniamo alla notizia nascosta che deve far riflettere. Un simile trattamento censorio non era stato riservato neanche a IL CAIMANO di Moretti o VIVA ZAPATERO di Guzzanti. Mai ci si era spinti a rifiutare di proporre persino lo SPOT promozionale. Questa paura deve far riflettere assieme ai tentativi ridicoli e surreali di mamma Rai per giustificare il rifiuto. I vertici dell'ex tv pubblica italiana, in una lettera alla Fandango comunicano di non poter mandare in onda il trailer visto che il film cita le tv del Cavaliere e alcuni suoi programmi "caratterizzati da immagini di donne prive di abiti e dal contenuto latamente voyeuristico delle medesime si determina un inequivocabile richiamo alle problematiche attualmente all'ordine del giorno riguardo alle attitudini morali dello stesso e al suo rapporto con il sesso femminile formulando illazioni sul fatto che tali caratteristiche personali sarebbero emerse già in passato nel corso dell'attività di imprenditore televisivo".
Alla fine però ammettono (senza neanche tanti scrupoli) che lo spot del film "veicola un inequivocabile messaggio politico di critica al governo"... e ancora "il trailer non è informato al principio del contaddittorio". Avete capito bene "il principio del contraddittorio". Già! Perchè non far seguire allo spot un "Silvio nostro" (che sei nell'etere) da Buttiglione o Bondi? E' la censura del contraddittorio.

Andiamo in massa a vedere quello che in svezia hanno definito l'Horror Movie dell'anno.

giovedì 27 agosto 2009

Grande Fratello altamurano



Cinquecento milioni di sterline spese per organizzare un esercito di mille telecamere spesi quasi inutilmente. Lo dice un rapporto interno della polizia di Londra, la città al mondo che più ha investito in telecamere per il controllo della città e che viene presa a modello da tutti i comuni che scelgono questa strada. Secondo l'indagine, solo un crimine è stato risolto da ciascuna della mille telecamere a circuito chiuso delle forze di polizia della città. E in un mese la telecamere hanno aiutato a catturare solo 8 su oltre 200 sospetti di furto.


La notizia è apparsa ieri sul sito del Corriere e dovrebbe spingerci a qualche riflessione sul Grande Fratello altamurano. Anche la nostra città ha investito moltissimi soldi nella video - sorveglianza che dovrebbe servire a garantire un centro storico senza auto e maggiore sicurezza.
A noi pare un obiettivo egualmente raggiungibile con altri mezzi meno invasivi della nostra privacy. Ad evitare l'ingresso delle auto in centro basta un vigile in servizio nelle ore "notturne" che non si prodighi a spostare la transenna per far passare le auto e non si giri dall'altra parte quando transitano in tutta tranquillità sotto la cattedrale.
E per quanto attiene alla sicurezza bisogna intendersi sull'obiettivo che si persegue.
Ci danno fastidio i tossici per strada? Non c'è bisogno delle telecamere né per scovarli (sono sempre nei soliti posti) né per individuarli (la stragrande maggioranza è ben nota).
Abbiamo paura dei furti? Quale ladro sarà così deficiente da girare a volto scoperto sapendo che ci sono le telecamere (per altro ben segnalate da cartelli)?
Se poi per sicurezza si intende controllo su tutto e tutti con la possibilità per gli addetti di ascoltare conversazioni, di sapere chi si incontra con chi e quando allora si, le telecamere sono davvero indispensabili.

mercoledì 26 agosto 2009

China Blue


date un'occhiata a questo documentario e guardatelo con cura la prossima serata che state per passare davanti alla tv-felix

China Blue
è un documentario girato in Cina. Soffermandosi su una fabbrica di jeans, parla delle condizioni disumane in cui oggi lavorano gli operai cinesi.
Che in Cina la gente venga sfruttata lo sanno tutti, presumibilmente. Ma come per ogni altro argomento, una cosa è conoscerne gli aspetti generali, altra è conoscerne i dettagli, o viverlo. E allora ecco alcuni dettagli:
  • guadagno di un operaio: 4 centesimi di euro all'ora;
  • orario di lavoro: 08.00-19.00, 7 giorni alla settimana;
  • pause: pausa pranzo, e massimo altre due pause nel corso della giornata lavorativa per andare in bagno;
  • straordinario: non retribuito, dalle 19.00 alle 02.00, ma si arriva alle volte fino all'alba, tutti i giorni;
  • malattia: non contemplata. Se ti ammali perdi il posto di lavoro;
  • clienti dell'azienda: sono gli occidentali, viene citato il marchio Levi's;
  • prezzo: un paio di jeans comprato in Cina costa 20 centesimi di euro;
  • aspetti positivi: a capo d'anno si va in ferie;
E naturalmente ci sono tanti altri abusi.
In più, c'è una cosa che forse non quadra: a che serve dar loro uno stipendio se non hanno una vita? Tutti calmi, la risposta c'è: serve a pagare il pasto che ti dà l'azienda e le multe che ti dà l'azienda.

e allora...

DISINTOSSICHIAMOCI DALLA CRESCITA
Per una comunità, solidale conviviale ecologica (a cura di Potenzattiva)

Nova Siri - Basilicata
25-26-27 settembre 2009

Una tre giorni di condivisione, laboratori, convivialità, esplorazioni, osservazioni, giochi sui temi della decrescita per un modello differente di convivenza.

Presto INFO e PROGARMMA

lunedì 24 agosto 2009

La sofisticazione



Per sofisticazione si può intendere una serie vastissima di eventi che consistono nella creazione e introduzione (o mantenimento) cosciente di un processo, un sistema o una struttura inutili (anzi, spessissimo dannosi) all'interno della società, solitamente per scopi economici; una scossa ad una equazione in equilibrio per sbilanciarla volontariamente; una generazione o un mantenimento consapevole di uno status di distruzione, caos e morte.
E' una tematica sicuramente ampia e variegata, che abbraccia praticamente tutti i campi dell'attività umana, dall'agricoltura alla medicina, alla scuola, alla tecnologia, alla politica, ecc..., ciascun caso con le proprie peculiarità.
Per questo è bene soffermarsi solo su qualche circostanza:

Problema - Reazione - Soluzione è un metodo usato da chi, non potendo raggiungere direttamente uno scopo a causa della contrarietà di chi gli sta attorno, è obbligato a seguire un percorso più lungo pur di raggiungere la meta: inventa di sana pianta e segretamente un problema che per reazione ingeneri nel pubblico paura e indignazione (o altri sentimenti, a seconda dei fenomeni) così che sia lo stesso pubblico a chiedere un intervento e magari anche protezione. Naturalmente poi si presenterebbe, nel ruolo di salvatore, lo stesso autore del problema con la sua soluzione preconfezionata. Abbiamo cioè ottenuto indirettamente il consenso di una popolazione. Esempio:

1) Nerone voleva perseguitare i cristiani, ma non aveva appoggi. Perciò fa incendiare Roma (crea il problema);
2) i romani reagiscono con spavento e indignazione, chiedendo un provvedimento;
3) Nerone offre la soluzione: sterminiamo i cristiani, "sono stati loro".

E' stato presentato volutamente un caso ufficialmente riconosciuto, raccontato anche sui libri di scuola, ma invito ognuno a dar vita alla propria immaginazione e pensare a qualche altra evenienza in cui potrebbe essere valido lo stesso ragionamento - se lo ha fatto Nerone 2000 anni fa, perché non potrebbe succedere anche oggi?

Quello che riguarda l'immagine di un individuo potrebbe essere un altro degli infiniti esempi. Si inventano problemi inestistenti o si ingigantiscono problemi irrilevanti per specularci sopra. Pensiamo alle pubblicità sui cosmetici, sull'invecchiamento della pelle, le rughe, il colore o la perdita dei capelli. Questi spot sono elaborati in modo da terrorizzare letteralmente il destinatario, farlo sentire incompleto, insoddisfatto, brutto, bisognoso di aiuto; un aiuto che arriverà proprio da chi - la ditta di cosmetici - ha dato vita ad un problema fatto di nulla, tranne che da una micidiale combinanzione di certi toni, parole e immagini; puntando, tra l'altro, sulla qualità più esigua dell'Uomo: il suo aspetto.
C'era un vecchio aneddoto su due agenti di commercio che giravano l'Africa per conto dei rispettivi calzaturifici. Il primo inviò in ditta questo messaggio: inutile spedire scarpe , qui tutti vanno scalzi. Il secondo scrisse: richiedo spedizione immediata di due milioni di paia di scarpe, tutti qui vanno scalzi. La storiella mirava ad esaltare l'intuito imprenditoriale aggressivo, criticando la filosofia prevalente all'epoca secondo cui il commercio rispondeva ai bisogni esistenti e l'offerta seguiva l'andamento della domanda. Nel giro di qualche decennio la filosofia imprenditoriale si è completamente capovolta. Gli agenti di commercio che la pensano come il primo rappresentante sono rarissimi, se ancora esistono. La filosofia imprenditoriale vigente ribadisce che il commercio ha l'obiettivo di impedire che si soddisfino i bisogni, deve creare altri bisogni che esigano di essere soddisfatti e identifica il compito dell'offerta col creare domanda. Questa tesi si applica a qualsiasi prodotto, venga esso dalle fabbriche o dalle società finanziarie.
Nota: la citazione è tratta da questo articolo.

sabato 22 agosto 2009

Spegnete la tv!

giovedì 20 agosto 2009

forze vecchie nuove


Vi sono solo “buone notizie” che arrivano da Berlino. L’ergastolo per la strage di Falzano di Cortona ha confermato la sentenza di la Spezia che da tempo aveva condannato Herbert Stommel, ex maggiore della Wehrmacht, e Josef Scheungraber, ex sottufficiale. La sentenza mette dunque la parola fine al massacro di Falzano, giudicando Stommel colpevole dell’omicidio, per averne ordinato l’esecuzione, di 14 civili dai 16 ai 74 anni. Oggi l’ anziano vive a Ottobrunn, in Baviera, dove è stato anche consigliere comunale. E’ sordo e cammina appoggiandosi a un bastone. Passerà gli ultimi anni a meditare l’eccidio.

Ma vi sono anche cattive notizie che arrivano dalla città del muro. Gruppi neonazisti hanno contestato la candidatura di Zeca Schall, un angolano che milita nella CDU (Unione Democratico Cristiana) tedesca. La NPD (National Democratic Party - partito di estrema destra tedesco) ha avviato una campagna per convincere il candidato a tornarsene a casa.


Cattive notizie anche dalla città delle mura (Altamura). Negli ultimi giorni sono comparsi manifesti come questi che lasciano molto perplessi (non solo perchè chi li ha affissi li ha messi un po' ad capocchiam)



martedì 18 agosto 2009

Vade retro TV!



Ogni tanto si sente dire da qualcuno che la realtà non esiste: ogni evento ha diversi modi di essere visto, interpretato, ha mille sfaccettature, alcune meglio nascoste, più scomode, più spaventose di altre. E ognuno di noi a seconda della propria base culturale, delle proprie certezze o desideri, riesce a vedere in anticipo o in ritardo, più grandi o più piccole queste sfaccetature rispetto ad altri; ha il proprio modo di percepire lo stesso evento, ecco perchè la realtà in sè non esisterebbe, ma ce ne sarebbero tante quante sono le persone che vi assistono.
Sono le fondamenta del relativismo.

Ora, la TV è un mezzo di comunicazione broadcasting, funziona cioè come una piramide, dove dal vertice - un unico punto - parte la diffusione su larga scala, verso la base. E su quel vertice siedono (ahimè, solo metaforicamente) persone che decidono cosa trasmettere offrendo la loro realtà a intere popolazioni creando di fatto una vera e propria omogeneizzazione, quella che si chiama pensiero o cultura dominante; sono costoro a decidere cosa debba essere normale e cosa no, cosa debba essere il bene e cosa il male.

Essenzialmente, quindi, la prospettiva che il telespettatore medio ha sul mondo viene gradualmente scolpita, modellata, decisa dalla televisione, col pericolo che l'interpretazione che il telespettatore ha della vita venga rimpiazzata da quella appartenente all'élite, perdendo così l'occasione di formarsene una propria, libera e originale.

Questo plagio, schiavitù, omologazione, è invece molto più difficile nel caso di internet, un network, luogo virtuale, a maglia, dove tutti i partecipanti sono sullo stesso livello e direttamente connessi l'uno all'altro, baluardo della vera democrazia. E la piramide va a farsi benedire.

Ecco perchè la TV va spenta! Specie quella italiana. O meglio ancora, si può cliccare qui e seguire le istruzioni per disdire il canone RAI.

domenica 16 agosto 2009

CEI Collaborare per Economie Indipendenti (dalle banche)



La crisi imperversa mentre i mezzi di distrazione di massa vogliono convincerci del contrario. "Siamo in ripresaaa! EVVIVAAA" ci dicono.
A leggere le statistiche di Banca d'Italia il debito delle famiglie italiane nel 2008 è aumentato di oltre l'80% rispetto al 2002. I dati del 2009 saranno ancora peggio.
Ovvio che le famiglie povere vanno aiutate (soprattutto per tenersele buone buone: la TV potrebbe non reggere ai morsi della fame!)
Dopo la genialata della social card con cui abbiamo regalato un sacco di soldi a Poste Italiane SpA, ai CAF che dovevano compilare le domande, a Mastercard (vedi la puntata di Report),
anche la CEI in accordo con l'ABI, farà la sua parte lanciando quello che la stessa ABI (associazione bancaria italiana) ha definito il più grande programma di microcredito realizzato in Italia. Si tratta di un prestito di 500 euri al mese per un anno (estendibile a 2) da restiruire entro 5 anni con un interessa annuo del 4,5%. Al prestito potranno accedere - secondo criteri stabiliti dalla stessa CEI - coppie sposate con almeno tre figlie (no separati se conviventi) che abbiano perso qualsiasi fonte di reddito a causa della crisi dopo giugno 2008. Fin qui, niente di male, ma il fondo di garanzia di 30 milioni di euro raccolto dalla CEI è stato affidato a BancaProssima (costola di Intesa San Paolo, una della banche più armate d'Italia con un movimento di 850 milioni di euro per programmi di riarmo!).
Sembra la solita operazione di greenwashing, anzi ethic-washing degli istituti bancari che utilizzano il patrocinio dei vescovi per essere più socialmente accettate e sopratutto per farsi nuovi clienti.
Questa iniziativa darà sollievo immediato a tante famiglie, ma cosa accadrà dopo?
Cosa ne sarà di questi poveri (soprattutto di spirito) vittime dell'istigazione allo spreco di Stato?
Perchè non farsi sentire contro il gioco d'azzardo di stato del Gratta e Perdi e del SuperStremaLotto?
Accando a queste iniziative si dovrebbero prevedere programmi di educazione all'uso responsabile del denaro, proposte concrete per ripensare i nostro modo di concepire gli acquisti, gli strumenti reali per incentivare l'autoproduzione di beni di consumo... Ma le banche forse non sarebbero d'accordo, e la CEI?

P.P.: un prestito di 7.500 euro con Banca Etica ha un interesse del 3,3%.... per dire.

venerdì 14 agosto 2009

GUSTARE LA BELLEZZA COSTRUIRE LA SPERANZA


INCONTRO NAZIONALE BILANCI DI GIUSTIZIA

GUSTARE LA BELLEZZA COSTRUIRE LA SPERANZA
dal 27 al 30 agosto 2009, Oropa - Biella

Manca poco all’Incontro Annuale della Campagna Bilanci di Giustizia, che si terrà ad Oropa dal 27 al 30 agosto; il tema affrontato sarà quello della crisi, nella prospettiva di capire se e come questa può essere un’opportunità per delineare un nuovo modo di vivere, che non metta l’economia al primo posto nella vita.
Uno degli ospiti dell’Incontro, Francesco Gesualdi del Centro Nuovo Modello di Sviluppo ha proposto che tre direttori, Pierluigi Sullo di Carta, Pietro Raitano di Altreconomia e Andrea Di Stefano di Valori si confrontino sulla seguente riflessione:
sulla porta di ogni Gruppo di Acquisto e di ogni Gruppo che aderisce ai Bilanci di Giustizia andrebbe scolpito, ‘Per modificare l’economia in senso egualitario non basta parlare di stili di vita, bisogna parlare di modelli di società’.
La gente vuol sapere come potrà vivere pur smantellando l’industria dell’automobile, come potrà avere una buona sanità, una buona istruzione, una buona gestione dei beni comuni, pur raffreddando l’economia. Come si coniuga una buona vita con risorse limitate. Mentre continuiamo a fare tutto ciò che facciamo come consumatori critici, dobbiamo trovare il tempo e le energie per occuparci anche della progettazione di un quadro sociale alternativo di riferimento. (da Carta n. 24 [3 luglio 2009], p. 64)
Francesco Gesualdi ha invitato i direttori delle riviste Carta, Altreconomia e Valori a confrontarsi sul tema e sulle modalità per coordinare una riflessione e una progettazione diffusa: nel programma dei partiti devono entrare la gestione dell’acqua come bene pubblico, la gestione dei rifiuti non centrata sulla moltiplicazione degli inceneritori, la promozione delle fonti di energia rinnovabili ecc.

Il confronto si terrà venerdì 28 agosto alle ore 9.30 ad Oropa nell’ambito dell’Incontro dei Bilanci di Giustizia | Gustare la bellezza. Costruire la speranza |
Per informazionie e aggiornamenti: www.bilancidigiustizia.it
segreteria@bilancidigiustizia.it_ tel 041-5381479 _ skype: segreteriabilanci

giovedì 13 agosto 2009

I rimedi della nonna



Bianco che più bianco non si può! Pulisce in un bang! Sgrassa in pochi secondi! Una passata e via!
Ci manca solo che ci dicano che verrà Mastro Lindo a lavarci i fornelli e a farci un delicato massaggio poco dopo!
Frastornati da cotanta pubblicità abbiamo dimenticato quanto sono "potenti", "rapidi" ma soprattutto economici ed ecologici i rimedi di una volta.
Se riuscissimo a capire che la nostra "casa" non è solo formata dalle quattro mura in cui viviamo ma anche dell'aria-acqua-terra che ci circonda smetteremmo di rovinarla con prodotti distruttivi.
I detersivi sporcano con i loro additivi chimici e soprattutto lasciano sporca la nostra coscienza.

mercoledì 12 agosto 2009

Una Montagna di Balle

Una Montagna Di Balle from spazzatour on Vimeo.



Un'autoproduzione di InsuTv, telestreet dei movimenti campani (www.insutv.it)

Regia: Nicola Angrisano
Soggetto: Maurizio Braucci, Nicola Angrisano, Sabina Laddaga
Musiche originali: Marco Messina
Montaggio: Simone Veneroso
Voce narrante: Ascanio Celestini

"Una Montagna di Balle" è un documentario completamente autoprodotto da InsuTv, telestreet no-profit creata dai movimenti napoletani, forse la prima esperienza di questo genere in Campania e nel Sud Italia.
una raccolta dei materiali girati negli ultimi 6 anni: le interviste
ad esperti e testimoni chiave, insieme alle voci delle
comunità in lotta, squarciano la censura subita in questa battaglia per la
democrazia e la salute e, raccontano la dialettica sociale e politica
intorno alla gestione della cosiddetta "crisi rifiuti" che ha attirato
l’attenzione di tutto il mondo.
La voce narrante di Ascanio Celestini in una radio immaginaria fà da
cornice alle rivolte di popolazioni espropriate
nei loro diritti e ricostruisce gli interessi e le truffe consumate sulla
pelle dei cittadini. una vicenda tutt’altro che chiusa nelle sue
implicazioni giudiziarie e sociali, come invece si vuole far credere!

Il documentario, inoltre, si propone di sostenere la campagna contro il
finanziamento pubblico agli inceneritori.

Anche l'autofinanziamento del documentario è stata un’esperienza
innovativa, poichè è stato prodotto grazie alla prevendita di
500 copie sulla piattaforma web "produzioni dal
basso".

martedì 11 agosto 2009

Cecenia: uccisi due attivisti per i diritti umani





A un mese dall'omicidio di Nataliya Estemirova, erede di Anna Politkovskaja, sono stati uccisi in Cecenia due attivisti per i diritti umani: Zarema Sadulayeva, direttrice di una organizzazione non governativa che si occupa di giovani «Salviamo la generazione» e il marito Alik Dzhabrailov.

dal sito di Amnesty International:
Il 15 luglio 2009, Natalia Estemirova è stata rapita e uccisa a causa del suo lavoro in favore dei diritti umani. Natalia Estemirova era una delle esponenti più note dell'organizzazione non governativa Memorial con sede a Grozny e lavorava nella regione del Caucaso del Nord. La sua attività è stata fondamentale nella documentazione delle violazioni dei diritti umani nella regione, quali torture e altri maltrattamenti, uccisioni illegali e sparizioni forzate, dall'inizio della seconda guerra di Cecenia nel 2000.

L'assassinio di Natalia Estemirova mette ancora una volta in luce le precarie circostanze in cui i difensori dei diritti umani agiscono all'interno della Federazione russa; è una conseguenza della perdurante impunità permessa dalle autorità russe e cecene e rappresenta un ulteriore tentativo di imbavagliare la società civile. L'omicidio di Natalia Estemirova segue quelli, avvenuti all'inizio di quest'anno, dell'avvocato per i diritti umani Stanislav Markelov e della giornalista Anastasia Baburova, entrambi amici stretti e colleghi di Anna Politkovskaya, a sua volta assassinata nell'ottobre del 2006.

Amnesty International sollecita la fine dell'impunità per le uccisioni di difensori dei diritti umani, giornalisti e avvocati in Russia, chiede l'avvio o la continuazione di indagini rapide e approfondite su questi omicidi e che siano portati dinanzi alla giustizia gli esecutori e i mandanti di questi terribili omicidi.

lunedì 10 agosto 2009

Altamura's dream e quaquaraquà


E' strano leggere di Altamura sui giornali. Si ha la sensazione di svegliarsi da un sogno, il sogno altamurano, Altamura's dream. Leggere di Altamura in relazione alle indagini della DIA non è piacevole, ma può diventare estremamente salutare nel momento in cui serve a rendersi conto che la merda ci sta arrivando al collo. Leggere il nome del giornalaio altamurano (come ironicamente si definisce come lo etichetta chi è infastidito dalle sue continue denunce) Alessio Dipalo e della sua Radio Regio su Panorama, su L'Espresso e sul seguitissimo blog voglioscendere.it deve far riflettere.
Soprattutto se si considera che le inchieste del pm Digeronimo partono proprio dalle denunce di Dipalo a seguito delle minacce e dei pestaggi subiti.
Come deve far riflettere la subitanea risposta di Nichi Vendola (che non risulta tra gli indagati) tutt'altro che scontata: Vendola se la prende con il magistrato che sta indagando accusandola di prestarsi inconsapevolmente ad una operazione politica contro di lui e lamentando una serie di comportamenti che egli ritiene irregolari (leggi)!
Intando ad Alessio Dipalo questa vicenda non può che far bene, dato che da anni, quasi in solitudine denuncia gli intrecci tra politica e malaffare nella citta del pane e della monnezza!
Con la sua cadenza fortemente (forse volutamente) altamurana continuerà con maggior vigore a gridare allo scandalo in un paese in cui lo scandalo non fa più notizia (salvo quando ad accorgersene è il forestiero).
Fanta-politica? Magistratura guidata ad arte? Giornalisti che si credono eroi?
Magari se lo chiederanno i lettori di Milano o di Roma ma - intanto - ad Altamura tutto tace. Si sente solo qualche anatra che starnazza.


«Io» proseguì don Mariano «ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà... Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini... E invece no, scende ancora più in giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi... E ancora di più: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito... E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre.
Leonardo Sciascia - Il giorno della civetta

sabato 8 agosto 2009

Ponti e conti



La storia dello ponte sullo Stretto di Messina mi ricorda tanto quelle situazioni in cui alcune persone cercano di giustificare il loro ultimo acquisto (evidentemente una ciofeca per l'interlocutore) esclamando: "Tu non sai QUANTO COSTA!".
Il ponte sullo stretto è un’opera insostenibile dal punto di vista economico, avrà "effetti devastanti dal punto di vista ambientale, con pesanti impatti su centinaia di migliaia di uccelli, pesci e cetacei che migrano lungo questa importantissima rotta di importanza internazionale, avrebbe un impatto sociale incalcolabile (decine di cantieri e piste di servizio previste anche in zone densamente abitate da decine di migliaia di cittadini) ed è un azzardo perché si troverebbe nell’area a maggior rischio sismico del Mediterraneo" - sostiene il WWF che parteciperà oggi alla manifestazione "Contro il Ponte e per la tutela dei territori" prevista per oggi 8 agosto." (unimondo.org)

Eppure i sostenitori del governo dei miracoli (annunciati) sostengono che...
Ma sapete quanto costa? ...quasi 6 miliardi e mezzo di euro!
Ma sapete quanto è lungo (unica campata)? record del mondo!!
Ma sapete che potrà sostenere 100.000 veicoli al giorno?...

Questi ricchi megalomani poveri di spirito dimenticano che:
1. 5 miliardi su 6,3 non si sa ancora dove prenderli;
2. ci sono opere pubbliche più importanti da terminare (la rete stradale e ferroviaria calabra e siciliana, per esempio);
3. la zona del ponte è una delle più rischiose zone sismiche del mediterraneo;
4. il traffico stimato da qui a vent'anni non supera i 20.000 veicoli al giorno;

E allora perchè questa "banana di cemento" (guarda video sotto)?
Qual'è la sua utilità a parte "Ma sai quanto costa... quanti metri... quanti veicoli. Opere pubbliche per interessi di pochi privati?


venerdì 7 agosto 2009

Rifiuti SALATI



Per l'anno 2009 pagheremo ancora di più per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. La brutta notizia la si può leggere nelle pagine 49-52 del bollettino regionale del 9 luglio o sul sito altamura2001. Altamura (come molti altri comuni) dovrà pagare 15 euro per ogni tonnellata di rifiuti non differenziati non avendo raggiunto nel 2008 l'obiettivo minimo di raccolta differenziata fissato al 32%.
A dire il vero il dato della raccolta differenziata della nostra città non è mai pervenuto al Servizio Gestione Rifiuti e Bonifiche della Regione puglia, come si evince dalla lettura della pag. 50 del bollettino ("il Comune di Altamura non ha inviato la dichiarazione relativa a produzione rifiuti e raccolte differenziate").
Il costo economico si aggiunge a quello ecologico che la nostra terra ha già pesantemente pagato. La cultura della riduzione e della raccolta differenziata dei rifiuti non è radicata nel nostro territorio, ma le istituzioni dovrebbero fare di più a meno di volersi arrendere a pagare costi esorbitanti. Non solo in denaro.

giovedì 6 agosto 2009

influenza suina



Vendere farmaci a gente sana. Inventare malattie piuttosto che farmaci. E’ un business in voga che rende l’industria farmaceutica la più florida del pianeta. Una strategia per rafforzare posizioni di monopolio ed assicurarsi solide fette di mercato, spesso a danno della salute pubblica dei cittadini. Lo denuncia “Inventori di Malattie, una co-produzione Rai Tre/C’era una volta e Alhambra Factory, in onda ieri sera su RaiTre alle 23.40. Il viaggio-inchiesta che parte dagli Stati Uniti e traccia un inquietante racconto sulla "colonizzazione farmaceutica" di larghe fette di popolazione del pianeta, attraverso le suggestioni ammiccanti delle campagne pubblicitarie, gli innumerevoli conflitti d’interesse e le tante complicità occulte.

L’industria farmaceutica, costretta dalla Borsa ad aumentare sempre di più i propri profitti, non si può permettere battute d’arresto.

Numerose le interviste del documentario: a medici (Marcia Angell, Silvio Garattini, Steve Woloshin, Lisa Shwartz), giornalisti (Melodie Petersen, Merrill Goozner), oltre che avvocati ed economisti (J. Stiglitz) e due importanti insider (Peter Rost, ex vice direttore marketing della Pfizer e Mike Oldani, ex informatore farmaceutico).

Ecco alcune frasi tratte dalle interviste:

  • “L’unica innovazione degli ultimi anni nel settore farmaceutico è il marketing” (Marcia Angel)
  • “Ho definito il settore farmaceutico una mafia perché agisce e si comporta esattamente come la mafia” (Peter Rost)
  • “Dal momento in cui viene fatta una causa ad una casa farmaceutica al momento in cui questa dovrà pagare una multa passa talmente tanto tempo che il guadagno dalla vendita di quel farmaco è molto, molto superiore al costo della multa che la casa farmaceutica dovrà pagare” (K. B. Menzies, avvocato)
  • “Vendono paura, paura d’invecchiare, di ammalarsi, paura di essere adolescenti, paura degli altri…” (M. Petersen)
  • “La Chadd, l’associazione di pazienti per la cura dell’ADHD, ha poi ammesso di aver preso 700.000 dollari dalla Novartis, la casa farmaceutica produttrice del Ritalin” (M. Oldani)

Fonte: Unimondo [che fin dall'inizio ha sostenuto la serie di documentari "C'era una volta" ideata da Silvestro Montanaro].

mercoledì 5 agosto 2009

LA PILLOLA NON VA GIU'



I vescovi italiani non si sono risparmiati contro la pillola abortiva RU-486, minacciando di scomunica donne e medici che ne faranno uso.
A loro due domande:
il diritto alla vita non riguarda anche quei neonati degli immigrati irregolari che non potranno essere riconosciuti dai propri genitori perchè rei di clandestinità? Oppure un neonato essendo ormai nato, può badare da solo a se stesso!
Il diritto alla vita passa anche per il diritto all'acqua (acqua che in Italia è divenuta merce per legge da più di un anno): dove sono i vostri anatemi e le vostre denunce a riguardo?

La pillola non va giù (fonte Manifesto.it)
«Ora che l’Aifa ha deciso, in scienza e coscienza, di consentire anche in Italia l’utilizzo della pillola Ru486, nessuno, tanto meno il governo, cerchi rivincite». L’auspicio di Benedetto Della Vedova, uno dei pochissimi esponenti del Pdl che giudica normale e corretto il sì dell’Agenzia del farmaco, fa capire che il fronte del no - Chiesa, destra, vetero e neo fondamentalisti - la rivincita la cercherà eccome. Il rampino a cui si attaccherà sarà l’articolo 8 della legge 194 che prescrive che l’intervento abortivo debba svolgersi in ospedale. Interpretato con razionalità e buon senso, l’articolo implica che debba avvenire in ospedale l’intervento chirurgico o la somministrazione della coppia di farmaci (Ru486 e, successivamente, le prostaglandine) che inducono il distacco e l’espulsione dell’embrione. Nella maggior parte dei casi l’espulsione si verifica due-tre giorni dopo l’assunzione, in day hospital, delle prostaglandine. Avviene a casa (non per obbligo, ma per scelta delle donne). Tanto basta alla sottosegretaria al welfare Eugenia Roccella per sostenere che l’aborto farmacologico è «intrinsecamente domiciliare», quindi «clandestino», quindi contro la 194. Mai legge fu tanto apprezzata dagli stessi che, fino all’altro ieri, l’avevano condannata. La guerra al day hospital, la pretesa che le donne restino ricoverate a lungo sarà lo stratagemma per «disincentivare» la Ru486. [...] Tutti tralasciano il fatto che la Ru486, nei paesi europei dove si usa da anni, non ha fatto aumentare il numero delle interruzioni di gravidanza volontarie. Ha spostato una quota di aborti da un metodo all’altro. In Francia, paese d’origine della Ru586, le ivg chimiche costituiscono il 56% del totale. In Gran Bretagna si fermano al 15%. In Italia, dove la pillola potrà essere somministrata solo entro la settima settimana di gravidanza (due in meno rispetto alle direttive europee), non si dovrebbe andare oltre il 15-20%. Molto meno, se passerà la linea di tenere prigioniere in ospedale le donne in attesa che l’embrione venga espulso.

martedì 4 agosto 2009

Unicef a tutto gas



Il TG1 delle 13,30 del 2 agosto dedicava diversi minuti ad una notizia inutile quanto dannosa (notizia quasi del tutto assente sul web).
A l'Aquila l'Unicef ha patrocinato un evento del Ferrari Club Passione Rossa per portare 50 Ferrari nel parcheggio di un centro commerciale del capoluobo abruzzese.
Cosa centra l'Unicef con la Ferrari? Nel sito dell'associazione di Pescara si legge "...
i bambini avranno modo durante la giornata di provare l'emozione di un giro su una rossa di Maranello". Poveri bimbi rincoglioniti da rombi assordanti e puzza di smog in un parcheggio assolato dei un romantico centro commerciale (l'Aquilone).
Un we in mezzo ai boschi o al mare?

lunedì 3 agosto 2009

Pacchetto (in)sicurezza? Noi disobbediamo!



Se voi avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri”. Don Lorenzo Milani


Si estende il fronte della protesta al cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato con voto di fiducia dal Parlamento ai primi di luglio che inizierà a entrare in vigore il prossimo 8 agosto.

Tra le numerose norme contestate vi è quella che obbliga gli stranieri irregolarmente presenti in Italia a mostrare il permesso di soggiorno negli atti di stato civile.
Raffaele Salinari, presidente di Terre des Hommes Italia, ha dichiarato: "L’impossibilità di registrare all’anagrafe i figli degli immigrati irregolarmente presenti sul nostro territorio significa che questi bambini saranno condannati all’invisibilità e che non potranno né andare a scuola né essere curati dalla sanità pubblica. L'alternativa per loro è essere dichiarati figli di nessuno e quindi adottabili, pur avendo dei genitori".


Terre des hommes ha perciò chiesto al Governo di correggere in fase di attuazione alcune delle ingiustizie più palesi e delle storture più evidenti e chiediamo di aprire sin d’ora un tavolo tecnico con la partecipazione di magistrati ed esponenti del mondo dell’Associazionismo per restituire ai bambini, indipendentemente dal loro status giuridico, il diritto all’identità".

Richieste al Governo sono avanzate anche dalle associazioni che nei mesi scorsi aveva lanciato la campagna "Siamo medici non spie!" per mantenere il "divieto di segnalazione" per gli stranieri privi di permesso di soggiorno che ricevono cure sanitarie. MSF, ASGI, SIMM e OISG chiedono al Governo di introdurre disposizioni che garantiscano la piena applicazione del "divieto di segnalazione" degli stranieri privi di permesso di soggiorno. Le associazioni sollecitano inoltre "le Autorità sanitarie nazionali e regionali, a diramare chiare e tempestive disposizioni volte a confermare che l'accesso alle strutture sanitarie da parte degli stranieri non in regola con le norme sull'ingresso e il soggiorno non può comportare, da parte del personale sanitario, alcun obbligo (ma neanche la facoltà) di denuncia degli stranieri in oggetto se non nei casi in cui sia obbligatorio il referto, a parità di condizioni con il cittadino italiano".

Dal mondo cattolico è partito l'appello 'Onoriamo i poveri' firmato da oltre 100 religiosi per attuare pratiche di accoglienza, di solidarietà e di disobbedienza pubblica verso le norme contenute nel pacchetto sicurezza. L'appello lanciato dall'associazione 'Beati i costruttori di pace' e ripreso da diversi siti cattolici non intende proporre i religiosi "come oppositori politici", ma "come portatori di una necessità pastorale e civile, dichiarandoci obiettori di coscienza". "Con i fatti e non solo a parole - ribadiscono i religiosi - ci riconosciamo nella umanità e nella dignità di tutte le persone, che vengono colpite da questa legge iniqua; intendiamo onorare i poveri. Se non lo facessimo negheremmo le nostre persone e la nostra missione e tradiremmo le nostre comunità. Perciò dichiariamo in coscienza la nostra obiezione pubblica. Vale anche per noi bisogna obbedire a Dio, invece che agli uomini".

E numerose associazioni trentine invitano a continuare ad aderire all'appello online "Pacchetto (in)sicurezza? Noi disobbediamo!" che chiede ai referenti politici "sostanziali modifiche alla legge appena approvata", di "non permettere il sorgere di alcuna associazione volontaria per la sicurezza" e "favorire le iniziative di relazione e integrazione"; ai pubblici ufficiali di "praticare la disobbedienza civile non denunciando lo straniero irregolare" e alla cittadinanza di "sostenere tutte le iniziative di accoglienza, solidarietà e tutela dei diritti fondamentali di ogni persona".

Fonte: Unimondo.org

domenica 2 agosto 2009

L'AUSTRALIA contro l'acqua in bottiglia



Americani e italiani in testa, seguiti a ruota dal resto dei Paesi industrializzati, bevono sempre di più acqua in bottiglia. Quanto contribuiscono al deterioramento dell'ambiente? Spiega Todd Jarvis della Water Resources Graduate Program alla Oregon State University (Usa): "Ogni anno, nel mondo, si consumano 81 milioni di litri di petrolio e 600 miliardi di litri di acqua (necessari per la lavorazione della plastica) per produrre 154 miliardi di acqua minerale in bottiglia. E questo alimenta un favoloso business che oggi ha raggiunto i 100 miliardi di dollari all'anno e che continua a crescere, visto che dal 1978 ad oggi è aumentato del 2.000%".

Per produrre 1 chilo di Pet (polietilen-tereftalato), la plastica usata per le bottiglie, sono necessari poco meno di 2 chili di petrolio e 17 litri di acqua, la cui lavorazione rilascia nell'atmosfera 2,3 chili di anidride carbonica, o40 grammi di idrocarburi, 25 grammi di ossidi di zolfo e 18 grammi di monossido di carbonio. A cui poi va aggiunto l'inquinamento per il trasporto, visto che solo il 25% delle acque in bottiglia bevute in un Paese provengono dalle industrie nazionali, le altre devono varcare uno o più confini. Forse vale la pena rifletterci.
(Fonte: La Repubblica)

Del resto in un sistema competitivo di mercato - in cui le relazioni hanno natura strumentale, lo scambio è mediato dalla moneta e finalizzato al profitto - sembra "normale" che anche il mondo naturale sia valutato in funzione della sua utlità produttiva ed economica. In fondo la "mercificazione dell'acqua" non è che la punta dell'iceberg di un processo iniziato da secoli che ha prodotto risultati fallimentari da un punto di vista etico (giacché lesivo della dignità umana e "produttore" di disuguaglianze), ambientale (poiché causa di danni ed alterazione dei cicli ecologici) e socio - economico (quale motivo di miseria e conflitti). Margherita Ciervo, Geopolitica dell'acqua

sabato 1 agosto 2009

Il Comitato Pugliese AcquaBeneComune incontra Vendola



Il 27 luglio - finalmente - si è svolto l'incontro del Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune” e del Forum Nazionale dei Movimenti per l’Acqua con il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e con il capo di gabinetto Francesco Manna.

"La delegazione che ha incontrato il Presidente Vendola era composta da 14 persone: 10 del Comitato Pugliese [n.d.r. c'eravamo anche noi!!], Marco Bersani, Rosario Lembo, Corrado Oddi e Tommaso Fattori.
La riunione – durata oltre due ore – è stata piuttosto interessante. Qui di seguito, per brevità, riportiamo i punti salienti.
Per primo è stata posta la questione della candidatura della città di Bari ad ospitare il Forum Mondiale dell’Acqua (delle multinazionali) nel 2015. Rispetto a questo è stato ribadito da parte nostra la totale contrarietà a questa ipotesi e, invece, l'utilità che la Regione Puglia interloquisca con l'ONU perché esso si faccia promotore di un proprio Forum mondiale dell'acqua e che, in tale contesto, la Regione Puglia avanzi la propria candidatura ad ospitarlo. Su quest'impostazione la Regione ha convenuto e, dunque, si attiverà conseguentemente.
Secondo punto all’ordine del giorno è stato il processo di ripubblicizzazione dei servizi idrici e dell’acquedotto pugliese SpA.
A tale riguardo è stata decisa l’apertura di un tavolo di lavoro fra Regione, Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” e Forum nazionale dei Movimenti dell’Acqua che si avvierà il prossimo settembre per esaminare gli scenari e le possibilità alla luce dell’attuale quadro nazionale e regionale.
Inoltre, l’incontro è stato anche l'occasione per chiedere e aprire un’interlocuzione diretta con la Regione, chiarendo e superando le chiusure in passato emerse, che avevano fatto slittare di ben due anni la possibilità di incontro".

Comitato Pugliese Acqua Bene Comune