venerdì 14 febbraio 2020

LA SCUOLA INSEGNA A PRENDERSI CURA DEL PIANETA, ENI PUÒ INSEGNARE A TRIVELLARE.

Vi invitiamo a sottoscrivere una petizione che parte proprio da altamura.
Promossa dal Comitato ScuolaBeneComune la PETIZIONE SU CHANGE.ORG circa 2000 firme ed il numero è in costante crescita. (Clicca QUI per firmare)


http://chng.it/PckyHth6cR

LA SCUOLA INSEGNA A PRENDERSI CURA DEL PIANETA, ENI PUÒ INSEGNARE A TRIVELLARE.

I Dirigenti scolastici ritirino l'accordo con la multinazionale del petrolio, le scuole di tutta Italia adottino l'agenda Onu2030 per progettare percorsi di cittadinanza attiva.
Apprendiamo con preoccupazione che due giorni fa l'Associazione Nazionale Presidi ha siglato un accordo con ENI per formare i docenti in vista dell'insegnamento dell'Educazione Civica che dovrebbe partire nelle scuole il prossimo anno scolastico. Non è la prima volta che ENI entra nelle scuole (in Basilicata, per esempio, non si contano le scolaresche che vanno "in gita" al centro oli di Viggiano).

Oggi appare al limite del paradosso l'incursione del gigante del petrolio nel mondo della scuola nella sua più delicata missione: la formazione dei docenti. Dall'anno prossimo ogni consiglio di classe dovrà pianificare n.33 ore per la c.d. Educazione Civica in attuazione della recente L. 92/2019. Formare i docenti a progettare percorsi multidisciplinari per declinare questa importante attività è compito della scuola. Eni si occupa di trivellare, estrarre e trattare petrolio. L'educazione civica è altro e dev'essere appannaggio di altri (istituzioni scolastiche soprattutto in collaborazione con tutto il mondo educativo). Perché?
È appena il caso di ricordare che ENI è protagonista di uno storico processo a Milano: i legali della ONG Friends of the earth, che rappresentano il re Francis Ododo e gli oltre 5 mila abitanti della comunità Ikebir (un popolo che vive di pesca e agricoltura sul delta del Niger, in Nigeria) hanno citato in giudizio Eni, insieme alla sua controllata Nigerian Agip Oil Company (Naoc). La comunità nigeriana chiede 2 milioni di euro di risarcimento danni per un disastro ambientale avvenuto nel 2010 a Clough Creek, nello Stato meridionale del Beyalsa.
Eni è, inoltre, indagata per disastro ambientale, abuso d’ufficio e falso ideologico nella vicinissima Basilicata nell'ambito dell'inchiesta della procura di Potenza. Coinvolti anche i rappresentanti del Comitato tecnico regionale, organo dell’amministrazione pubblica che avrebbe dovuto vigilare sulle operazioni del COVA di Viggiano, in quanto impianto a rischio di incidente rilevante. Incidente verificatosi e riconosciuto nel 2017, quando 400 tonnellate vengono sversate (è la stessa Eni a dichiararlo) in un territorio importantissimo dal punto di vista idrologico. Infatti il cova si trova a soli 2 km (a monte!!) dall'invaso del Pertusillo che porta acqua in Puglia, Basilicata e Calabria.
Anche Amnesty International ha evidenziato "gravi negligenze da parte delle aziende petrolifere Shell ed Eni, il cui approccio irresponsabile alle fuoriuscite di petrolio nel Delta del fiume Niger sta aggravando la crisi ambientale in quella regione della Nigeria" (https://www.amnesty.it/nigeria-scoperte-gravi-negligenze-parte-shell-ed-eni/
Non si comprende, infine, l'opportunità di scegliere una azienda che si occupa di energia fossile quando documenti scientifici internazionali e documenti di impegno sottoscritti anche dal nostro paese definiscono chiaramente l'esigenza di abbandonare tali fonti per la salvaguardia del pianeta e dei suoi abitanti.
I dirigenti, le dirigenti, gli insegnanti, le insegnanti, i maestri, le maestre, gli studenti e le studentesse ed i relativi genitori di tutta Italia non si prestino a questa operazione di greenwashing e progettino insieme alle scuole percorsi di educazione civica all'insegna della cittadinanza attiva per l'attuazione dell'agenda 2030.
La petizione può essere sottoscritta anche da ogni singolo/a cittadino/a attivo/a che abbia a cuore le sorti della scuola e delle generazioni future.

Comitato ScuolaBeneComune Altamura
#FRIDAYSFORFUTURE Altamura
Rete Appulo-lucana SALVALACQUA
Coordinamento Nazionale NO TRIV
TEACHERS FOR FUTURE ITALIA
Agorà degli Abitanti della Terra
Cobas Scuola Puglia
Cobas Scuola Basilicata
Cobas Scuola Sardegna
Comitato Pugliese AcquaBeneComune
Coordinamento Acqua Pubblica Basilicata
Epha Basilicata
Liberiamo la Basilicata
Fondazione Capta, Vicenza
Abruzzo Beni Comuni Tortoreto
Comitato NO al petrolio nel Vallo di Diano (Sa)
Comitato di piani del mattino
Ri-Puliliamoci Altamura
Il Grillaio Altamura
Città Plurale Matera
Con.Pro.Bio. Lucano

domenica 9 febbraio 2020

09.02.2010 - 09.02.2020. 10 anni fa il diritto all'acqua nello Statuto comunale di Altamura

09.02.2010 - 09-02-2020
DIECI ANNI FA IL DIRITTO ALL'ACQUA NELLO STATUTO COMUNALE DI ALTAMURA

Festeggiare non è un obbligo, ricordare Sì.
Il Comune di Altamura sollecitato da un gruppo di cittadini attivi e determinati riconosce il DIRITTO UMANO ALL'ACQUA anticipando di diversi mesi la deliberazione ONU del luglio 2010 che integra la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani con il Diritto Umano all'Acqua.

Il 9 febbraio 2010 il consiglio comunale di Altamura approva all'unanimità la modifica dello statuto comunale per sancire il DIRITTO ALL'ACQUA in quella che è la "piccola" Costituzione di ogni comune.
L'operazione avveniva in a seguito di una grande mobilitazione cittadina promossa dal Movimento IlGrillaio con il suppporto delle scuole, delle parrocchie e quello più o meno consapevole dei gruppi politici. Altamura è stato il primo comune in puglia e tra i primi in italia ad ottenere questo grande risultato.

Siamo consapevoli che questo compleanno lo festeggeranno in pochi. Eppure se festeggiare non è un obbligo, ricordare lo è soprattutto in un momento in cui i temi della politica main-stream soffrono di superficialità e caducità.

Abbiamo l'obbligo di ricordare cosa abbiamo scritto perchè il diritto umano all'acqua passa (ora come allora) per la gestione pubblica e partecipata del servizio idrico e deve salvaguardare le sorgenti e le fonti degli stessi dal petrolio e dai profitti.
I DIRITTI VANNO ESERCITATI PENA LA PERDITA DI CIO' che si è duramente conquistato.
A breve il popolo dell'acqua tornerà a far parlare di sè.