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giovedì 14 settembre 2017

ACQUEDOTTO PUGLIESE: Basta silenzi e menzogne! Subito un consiglio regionale monotematico sul futuro di AQP

ACQUEDOTTO PUGLIESE: Basta silenzi e menzogne!
Si convochi un Consiglio Regionale monotematico sul futuro di Aqp.

Circa tre mesi fa si è chiuso il tavolo tecnico paritetico tra Regione Puglia e Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune” istituito dalla Regione Puglia per l’individuazione del prossimo modello di governance per Aqp. Il Comitato ha presentato una proposta completa e fattibile (sul piano tecnico e giuridico) messa a punto dal Prof. Alberto Lucarelli (che ha già curato la ripubblicizzazione dell’acquedotto di Napoli) che, se adottata, trasformerebbe Aqp da una società di diritto privato, in un’Azienda speciale di diritto pubblico. In questo modo, l’acqua, bene comune per antonomasia, sarebbe sottratta alle regole di mercato e alle speculazioni finanziarie, garantendo il diritto all’accesso a tutti i Pugliesi, in linea con la volontà popolare emersa chiaramente dal referendum del 2011.

Nella fattispecie, sottolineiamo che il Prof. Alberto Lucarelli - al quale va il ringraziamento nostro e dei cittadini pugliesi – ha argomentato e risposto con meticolosità a tutti i dubbi e le criticità avanzate dall’ufficio legislativo e dai consiglieri regionali presenti al tavolo tecnico.
Insomma, l’ACQUEDOTTO PUGLIESE PUO’ ESSERE RIPUBBLICIZZATO SENZA SE E SENZA MA.

Al riguardo, abbiamo atteso un riscontro da parte del Presidente Emiliano e del governo regionale, almeno per rispetto delle professionalità presenti al tavolo tecnico e del lavoro di quanti, spinti dal senso di giustizia sociale e passione, hanno messo a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze. E, invece, nulla. Tre mesi di silenzio assoluto intervallati da un cambio nel Consiglio di Amministrazione all’insegna dello “spoil system”.

Solo il 7 settembre, il Presidente Emiliano ha accettato di tornare sull’argomento (solo perché incalzato), alla festa regionale di Sinistra Italiana. Ha ripetuto l’affermazione, priva di alcun fondamento, con cui aveva provato a liquidare le istanze di ripubblicizzazione più di un anno fa: “Aqp non può essere trasformato in azienda speciale perché è una società troppo grossa”. Valutazione che non ha neppur avuto risalto nel confronto del tavolo tecnico paritetico – da lui stesso istituito e cui la giunta stessa ha partecipato. Siamo sbalorditi e indignati di fronte a un atteggiamento che non sappiamo se attribuire a pressapochismo e mancanza di onestà intellettuale.  Se il Presidente Emiliano intende non ripubblicizzare Aqp fa una scelta politica, non tecnica; si assuma quindi la responsabilità politica, senza prendere in giro i cittadini pugliesi.

Dal canto nostro, non abbiamo intenzione di arrenderci e, per questo,
chiediamo:
1)     A tutti i consiglieri regionali di richiedere la convocazione di un consiglio regionale monotematico che faccia definitiva chiarezza sulle intenzioni della Regione riguardo alla futura governance di AQP, e che la scelta venga motivata alla luce degli esiti del tavolo tecnico paritetico e del referendum del 2011; e nel quale sia data lettura delle lettere aperte (pubblicate su testate nazionali) inviate dal Prof. Riccardo Petrella e dal Prof. Alberto Lucarelli al Presidente Emiliano pretendendo la risposta che il Presidente non ha mai dato (neanche per cortesia istituzionale!!!).
2)     Ai sindaci, i quali vivono il disagio di un’azienda fornitrice del servizio idrico che non rispetta il diritto all’acqua, tagliando il servizio anche ai meno abbienti, di attivarsi quanto prima a tutela dei propri cittadini attraverso, ad esempio, l’organizzazione di un coordinamento degli enti locali per l’acqua pubblica (come avvenuto già nel 2008).
3)     Alla Regione Puglia e ad Aqp Spa di rendere finalmente noti i contenuti del Piano strategico commissionato più di un anno fa a “Bain&Company” sul futuro di AQP, come chiesto dai Comitati e da alcuni consiglieri regionali a più riprese, in nome del principio di trasparenza. Secondo fonti giornalistiche, le uniche a darne notizia, addirittura l’oggetto di questo studio riguarderebbe un totale stravolgimento della struttura, della composizione azionaria e delle finalità stesse della società AqP che si trasformerebbe in una “multiservizi” avente, come oggetto sociale, anche la gestione di rifiuti e di energia in un territorio ben più vasto della Puglia, ed espandendosi nel settore dell'enginering anche in campo internazionale. Se questo fosse vero (e non è mai stato smentito) sarebbe osceno che una così profonda e radicale trasformazione si pretenda di realizzarla completamente “a porte chiuse”, escludendo totalmente i cittadini rappresentati sia dai comitati per una corretta e democratica gestione delle risorse idriche, dell’energia e dei materiali da recupero (erroneamente chiamati “rifiuti”), sia dai rappresentanti istituzionali (consiglieri regionali, amministrazioni provinciali e comunali). Rappresenterebbe un atto inedito di inaccettabile involuzione autoritaria.   

Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” e le associazioni/organizzazioni/comitati aderenti alla campagna “Acqua e democrazia”
Acqua Bene Comune - Beni Comuni - Comitato Alezio (LE)
AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica
ABAP Puglia (Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi)
ARCI PUGLIA
Associazione “Laici comboniani” -  Lecce
Associazione “Sviluppo Sostenibile”
Attivisti a 5 stelle Martina Franca (TA)
Azione Civile -Ingroia
Banca Etica – Gruppo Iniziativa Territoriale (Bari)
Beni Comuni - Lecce
Beni Comuni - Taranto
Cobas - Com. di Base della Scuola Bari
Cobas, Confederazione dei Comitati di base
Collettivo EXIT di Barletta
Collettivo “Terra Rossa” di Lecce
Comitato “Acqua Bene Comune” - Lecce
Comitato Acqua - Palo del Colle (BA)
Comitato Acqua - Bari
Comitato “Beni Comuni” – Putignano (BA)
Comitato di Terra di Bari per il NO alla Riforma Costituzionale
Comitato NO TRIV Terra di Bari
Comitato per il rispetto della Costituzione – Putignano (BA)
Comitato “2sì acqua bene comune” – Terlizzi (BA)
Consulta Ambiente - Santeramo (BA)
ConvochiamociperBari
Coordinamento Campano per la Gestione Pubblica dell'Acqua
Coordinamento No Triv Basilicata
Coordinamento regionale “Acqua Pubblica Basilicata”
EUGEMA Onlus – Giovinazzo (BA)
Forum Ambiente e Salute – Lecce
Gravina 5 Stelle - Gravina in Puglia (BA)
Italia Nostra – sez. Sud Salento
Lecce Bene Comune
LiberiAMO Taranto
Masseria dei Monelli - Conversano (BA)
Missionari Comboniani - Bari
Missionari Comboniani – Lecce
Movimento Beni Comuni – Mesagne (BR)
Movimento “ilGrillaio” – Altamura (BA)
Movimento 5 Stelle Altamura
M5S Puglia
Popoli e Culture -
PRC Bari
PRC Puglia
Rete della Conoscenza
RifiutiZero Bari
Risorgimento socialista
Sinistra Italiana
USB - Bari
Prof. Riccardo Petrella, Presidente Institut Européen de Recherche sur la Politique de l'Eau, IERPE

martedì 7 febbraio 2017

Comitato pugliese AcquaBeneComune ai consiglieri regionali



Gentilissimo/a Consigliere/a,
Le scriviamo perché in data 3 agosto 2016 il Consiglio Regionale ha votato all'unanimità una mozione per l'istituzione di un tavolo tecnico cui parteciperebbero istituzioni e cittadinanza, volto alla trasformazione di Aqp da società per azioni (quindi una forma giuridica che risponde al diritto privato che ha come obiettivo il profitto) ad azienda speciale che, avendo come obiettivo legale, il pareggio di bilancio, già escluderebbe a priori ogni forma di speculazione.
Questo in un contesto in cui la tariffa è in costante aumento e, annualmente, si contano in media 5000 distacchi del servizio per morosità senza che sia garantito il minimo vitale necessario alla soddisfazione del diritto umano all’acqua potabile.
Si tratta di un passaggio, come Lei saprà, per nulla superfluo, ma che rispetterebbe la volontà popolare chiaramente espressasi con i referendum del 2011, quando il 53% degli aventi diritto pugliesi si espresse contrariamente alla gestione a scopo di lucro del servizio idrico integrato.
Peraltro, occorre ricordare che se entro 2018 (termine della concessione della gestione ad AQP Spa) non vi saranno importanti cambiamenti di rotta, partirà automaticamente la gara d'appalto per la nuova gestione. E nulla impedirà a un privato di subentrare all'attuale gestione in house. E' compito della Politica impedire tutto ciò e, ripetiamo, rispettare e salvaguardare il volere popolare.
Siamo qui a scriverLe perché, nonostante il voto unanime del Consiglio Regionale, la giunta non ha ancora dato seguito alla prima convocazione del tavolo tecnico.
Le chiediamo quindi, in virtù del Suo status di eletto/a dal popolo, di dare seguito e rispettare l'ordine del giorno dello scorso 3 agosto 2016, esprimendosi a favore della costituzione del tavolo tecnico congiunto per verificare le modalità di ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese.
Peraltro, dal 2010 giace agli atti una proposta di legge che, se ripulita di alcuni emendamenti inseriti di certo non per volontà del Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”, potrebbe davvero far tornare l'acquedotto dei pugliesi nelle mani dei pugliesi. Del resto in Europa e in Italia questo percorso di ripubblicizzazione. è già stato intrapreso con ottimi risultati.
Il nostro motto è: “Si scrive acqua, si legge democrazia”. Crediamo che Lei, democraticamente eletto/a a rappresentare i cittadini pugliese possa comprenderne meglio di ogni altro il senso profondo.

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”
AIAB, Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica
ABAP Puglia (Associazione Biologi Ambientalisti Pugliesi)
Associazione “Sviluppo Sostenibile”
Attivisti a 5 stelle Martina Franca (TA)
Azione Civile -Ingroia
Banca Etica – Gruppo Iniziativa Territoriale (Bari)
Beni Comuni - Taranto
Cobas – Confederazione dei Comitati di base
Collettivo EXIT di Barletta
Collettivo “Terra Rossa” di Lecce
Comitato Acqua - Palo del Colle (BA)
Comitato Acqua - Bari
Comitato di Terra di Bari per il NO alla Riforma Costituzionale
Comitato NO TRIV Terra di Bari
Consulta Ambiente - Santeramo (BA)
ConvochiamociperBari
Forum Ambiente e Salute – Lecce
Lecce Bene Comune
Masseria dei Monelli - Conversano (BA)
Missionari Comboniani Bari
Movimento Beni Comuni – Mesagne (BR)
Movimento “ilGrillaio” – Altamura (BA)
M5S Puglia
Popoli e Culture -
PRC - Bari
RifiutiZero Bari

Prof. Riccardo Petrella, Institut Européen de Recherche sur la Politique de l'Eau, IERPE


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Comitato pugliese "Acqua Bene Comune"

giovedì 5 gennaio 2017

Acquedotto pugliese: Emiliano come Vendola Tante parole e pochi fatti


Comunicato stampa
Acquedotto pugliese: Emiliano come Vendola
Tante parole e pochi fatti

«Nel nostro programma di Governo la privatizzazione dell’Acquedotto pugliese è esclusa, non è possibile, non ci sarà mai, almeno fino a quando io sarò Presidente della Regione» ha dichiarato qualche giorno fa il Presidente Emiliano in Consiglio regionale. La stessa affermazione che fece Vendola a più riprese durante le passate legislazioni!
E se è vero che le azioni di AQP SpA non sono state vendute a privati è anche vero che il governo Vendola non ha fatto l’unica cosa che avrebbe dovuto fare per mettere al riparo l’Acquedotto da una possibilità del genere, ovvero ripubblicizzarlo, cioè trasformarlo in Azienda speciale di Diritto Pubblico, sull'esempio dell’Azienda speciale “Acqua Bene Comune” di Napoli.

A tale proposito, ricordiamo al Presidente che in data 3 agosto 2016, il Consiglio Regionale Pugliese ha votato una mozione presentata dal M5S che ha fatto propria la nostra richiesta di istituzione di un tavolo tecnico paritario fra Regione e Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” per la ripubblicizzazione di Aqp SpA (ultimamente, il Presidente Emiliano sembra si sia impegnato a convocare il tavolo per il mese di gennaio).
Ma intanto il Presidente Emiliano cosa fa? Va nella direzione opposta con la proposta di trasformazione dell’Acquedotto in una multiutility, per arrivare a trasformare Aqp SpA in una vera e propria holding che diverrebbe l’unico gestore del Sud, inglobando tutti gli altri acquedotti!  
«Stiamo andando ad una gestione puramente manageriale, che probabilmente ci porterà anche alla fine a risparmiare dei soldi» anche ciò è simile a quanto sostenne Vendola al momento della nomina dell’Ing. Monteforte (fino ad oggi non è stato possibile visionare il puano industriale di Aqp). E a distanza di qualche anno abbiamo visto come è andata in termini di assenza di trasparenza, mancanza di applicazione dell’esito referendario, violazione del diritto umano all’acqua potabile, … infine l’ingegnere è finito indagato per reati ambientali e, più recentemente, per truffa e peculato (ovviamente sempre nell’esercizio delle sue funzioni di amministratore unico AQP)!
La storia dimostra – a tutti i livelli - che i manager (o i cosiddetti tecnici) non è detto che siano più onesti dei politici, ancor meno che siano interessati a indirizzare l’attività economica a fini sociali, come prescrivono gli art. 41 e 43 della Costituzione e la volontà espressa da 27 milioni di cittadini nel referendum del 12 e 13 Giugno 2011. Ancora una volta si cerca di sviare l’attenzione dal nodo della questione: il rispetto della volontà dei cittadini pugliesi e la ripubblicizzazione di AQP SpA.

L’istituzione immediata del tavolo tecnico per la ripubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese è condizione ineludibile per scongiurare la privatizzazione di AQP SpA!
Tutto il resto sono chiacchiere!

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”


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Comitato pugliese "Acqua Bene Comune"

per ulteriori informazioni sulla campagna per la ripubblicizzazione del servizio idrico in Puglia si invita a visitare il blog  www.lacquanonsivende.blogspot.com o il sito internet: www.benicomuni.org

per informazioni sulla campagna a livello nazionale, si invita a visitare il sito: www.acquabenecomune.org"

martedì 8 novembre 2016

Emiliano vuole privatizzare Aqp? SI FERMI!

Comunicato Stampa


Emiliano vuole privatizzare Aqp? SI FERMI!



IN NOME DELLA DEMOCRAZIA E DELLA SOVRANITA’ POPOLARE
Il futuro di Acquedotto Pugliese è più che mai opaco, con presagi di privatizzazione dello stesso. Avevamo già espresso, lo scorso agosto, la nostra contrarietà alla nascita della nuova Agenzia regionale unica per l’affidamento della gestione dei rifiuti (condividendo le preoccupazioni della Rete Rifiuti Zero) perché contrari alla centralizzazione del potere decisionale su inceneritori e discariche e alla trasformazione del nostro Acquedotto in multiutility. A questo abbiamo aggiunto la proposta di percorsi concreti che avrebbero potuto indirizzare la Regione Puglia in una direzione diametralmente opposta, rispettosa del volere popolare.

Tuttavia, a confermare, e per giunta ad aggravare, le inquietanti ipotesi citate, è stato un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno del 27 Ottobre scorso che fa luce sul progetto della Regione Puglia, in accordo con il Governo Renzi e la sua politica di privatizzazioni e accentramento del potere al servizio delle potenti lobby industriali e finanziari, di trasformare Aqp SpA in una vera e propria holding che diverrebbe l’unico gestore del Sud, inglobando tutti gli altri acquedotti.   

Consideriamo inaccettabile la spregiudicatezza di tale strategia che, in totale spregio della volontà dei Pugliesi chiaramente espressosi appena 5 anni fa, si accompagna alla VIOLAZIONE del Diritto Umano all’Acqua potabile con la sospensione del servizio idrico, proprio in questi giorni, in alcune case popolari di Lecce e Provincia, senza alcun riguardo neanche per le esigenze di bambini, anziani e disabili!!!!

In più, ricordiamo che, in data 3 agosto 2016, il Consiglio Regionale Pugliese ha votato una mozione del presentata dal Movimento 5 Stelle di istituzione di un tavolo tecnico paritario fra Regione e Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” volto alla ripubblicizzazione di Aqp SpA. Quindi, il percorso di privatizzazione che la Regione sta imboccando, non è solo in contrasto con l’esito di un referendum popolare, ma anche con l’indirizzo indicato dal Consiglio Regionale democraticamente eletto. 

A questo punto, ci chiediamo se il Presidente Michele Emiliano che ha sposato la causa del referendum del 17 Aprile scorso contro le trivellazioni in mare, o che oggi si dichiara giustamente contro la riforma costituzionale in quanto, fra le altre cose, esautora le Regioni del proprio potere decisionale rispetto a politiche ambientali, energetiche e sulla gestione dei beni comuni, sia lo stesso Presidente che calpesta il Referendum sull’acqua pubblica, in piena linea con il Governo Renzi. 

Come può il Presidente Emiliano chiedere poteri decisionali per la Regione esprimendosi giustamente per il NO AL REFERENDUM COSTITUZIONALE e contemporaneamente ignorare la volontà dei cittadini pugliesi espressa nel referendum del 2011? 

IN NOME DELLA DEMOCRAZIA (= GOVERNO DEL POPOLO)
E DELLA SOVRANITA’ POPOLARE (UNICA fonte di LEGITTIMAZIONE DEL POTERE)
su cui si FONDA la NOSTRA COSTITUZIONE
voluta dalle MADRI e dai PADRI COSTITUTENTI
E CHE ONEREREMO E DIFENDEREMO IL 4 DICEMBRE VOTANDO NO AL SUO STRAVOLGIMENTO
C H I E D I A M O
al Presidente Michele Emiliano, al Governo e a tutti i Consiglieri regionali
- di FERMARE IL PROCESSO DI PRIVATIZZAZONE dell’Acquedotto pugliese in atto
- di dare seguito alla mozione votata dal Consiglio Regionale, istituendo il TAVOLO TECNICO PARITARIO PER LA RIPUBBLICIZZAZIONE DI AQP SPA
Coinvolgeremo la cittadinanza, e faremo rete con gli altri movimenti per l’acqua pubblica meridionali, pur di far sì che i nostri diritti vengano rispettati.
Perché, oggi come ieri,
SI SCRIVE “ACQUA”, SI LEGGE “DEMOCRAZIA”.

 



venerdì 20 febbraio 2015

Il comitato pugliese Acqua Bene Comune torna a scrivere all'amministratore di AQP SpA


Bari, 16 febbraio 2015

Egregio Prof. Costantino,

a seguito del contenuto di questa sua ultima comunicazione non possiamo che costatare, come cittadini, del perpetuarsi della grave mancanza di trasparenza nella gestione di un bene non solo comune ma vitale quale l’acqua.

Noi, quindi, cittadini pugliesi e utenti di AQP SpA prendiamo atto che, a oggi e dopo ripetute sollecitazioni, ci è impedito di conoscere

-          Il numero delle persone, utenti di AQP SpA, soggetta a sospensione del servizio idrico e, dunque, alla violazione del diritto umano all’acqua potabile sicura ed essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani, sancito dalla Risoluzione dell’Assemblea Onu del 28 luglio 2010 (A/64/L.63/Rev.1);

-          Il Piano industriale 2011-2014 che decide delle politiche di gestione del bene comune e vitale quale l’acqua (indicare come Piano Industriale il power point consegnato durante la conferenza stampa è un’offesa all’intelligenza comune).

La sovranità popolare e, dunque, il rispetto del dettato Costituzionale e della pratica democratica non si realizzeranno né con l’ambivalenza né con gli auspici ma solo con una  corretta e coerente applicazione della legge e della volontà popolare.

Del resto, la sua posizione appare in linea con quella posta in essere fin dal 21 luglio 2011 (giorno di pubblicazione dei risultati referendari sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e data in cui questi hanno assunto il rango di legge vigente) da chi si è alternato nelle posizioni di governo delle istituzioni e delle aziende: non fare quanto in proprio potere per dare corso al risultato referendario e/o fare di tutto per impedire l’applicazione del dettato referendario e/o “scaricare” su altri la responsabilità delle proprie scelte e/o attendere le leggi “vigenti” che conviene rispettare.

Pertanto, amaramente prendiamo atto

E invitiamo tutta la cittadinanza pugliese a prendere atto che

-          Lei, come gestore del servizio, ritenga di essere tenuto a conformarsi alle determine dell’AEGSII e della sentenza del TAR Lombardia ma non di dover rispettare la volontà espressa dal popolo sovrano attraverso lo strumento costituzionale del referendum esercitato nel giugno 2011;

-          la Regione Puglia, in qualità di unico azionista di AQP SpA, non sia mai intervenuta in questo scambio epistolare (benché più volte coinvolta direttamente ed espressamente nelle figure del Presidente, degli Assessori e dei Consiglieri) al fine di garantire la trasparenza delle politiche di gestione;

-          la Regione Puglia, in qualità di Ente Pubblico garante dell’interesse collettivo non si sia attivata al fine di garantire il rispetto e l’attuazione della volontà popolare espressa così chiaramente dall’esito referendario;

-          la Regione Puglia, in qualità di Ente Pubblico garante dell’interesse collettivo, non abbia fatto quanto in suo potere per garantire il rispetto e l’applicazione del diritto umano all’acqua potabile;

-          la proprietà pubblica delle azioni della società AQP SpA non sottrae la gestione dell’acqua e la sua funzione sociale alla logica del profitto;

-          in Puglia, le tariffe, dal 2007-2012, sono aumentate del 22,4% (al quale si aggiunge un aumento medio su base nazionale del 3,9% nel 2014 e del 4,8% stimato per il 2015) e a fronte di un mancato pagamento viene interrotta la fornitura di un bene vitale quale l’acqua;

-          la situazione potrebbe addirittura peggiorare qualora nel 2018 (anno di scadenza della concessione del servizio idrico integrato)  si dovesse procedere con la vendita ai privati delle azioni di AQP SpA.  Ipotesi che risulta plausibile alla luce di alcuni segni premonitori come la contrazione del personale e la dismissione del patrimonio  avviati in questi ultimi anni (così come, peraltro, più volte denunciato dal Comitato scrivente).
Pertanto, il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” invita tutta la cittadinanza a continuare - con gli strumenti riconosciuti dalla legge e dalla Costituzione, e attraverso ogni pratica che possa legittimamente affermare la sovranità popolare - il percorso per il riconoscimento reale e la garanziadel diritto umano all’acqua potabile.

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

mercoledì 19 marzo 2014

AMATI IL COCCODRILLO E L'ENNESIMA MANOVRA ELETTORALE DI SEL



Il 22 marzo è la giornata mondiale dell'Acqua. Il comitato Pugliese AcquaBeneComune (del quale anche noi siamo parte) ha diramato il comunicato che riportiamo integralmente. 
Nei giorni scorsi, infatti, come in ogni vigiglia elettorale pugliese che si rispetti, qualche politico si ricorda dell'Acquedotto Pugliese. Se ne ricordano non già per risolverne le relative problematiche (per es. tariffazione che non rispetta il risultato referendario, la forma giuridica spa lontanissima dal recepire le istanze di 27 milioni di italiani che hanno detto NO all'obbligo di privatizzare e NO ai profitti sull'acqua.
Se ne ricordano dimenticando che per 10 anni hanno governato la regione che oggi detiene il 100% delle azioni di AQP e che (a volerlo davvero) l'AQP oggi sarebbe al sicuro!
MOCCAVVOI!

Comunicato stampa



L’Appello dell’Ex-Assessore Amati: LACRIME DI COCCODRILLO

La proposta di legge di SEL: ENNESIMO TENTATIVO DI MANOVRA ELETTORALE



Per evitare REALMENTE la privatizzazione, il GOVERNO REGIONALE

TRASFORMI subito Acquedotto pugliese da SpA a soggetto di DIRITTO PUBBLICO

e dia corso al RISPETTO dei risultati REFERENDARI



Il Manifesto-Appello promosso dall’ex Assessore Fabiano Amati per “impedire la vendita o la gara d’appalto” dell’acquedotto pugliese NON E’ CREDIBILE. E’ sostanzialmente RIDICOLO nei contenuti, oltre che OFFENSIVO  della memoria e dell’intelligenza dei cittadini pugliesi. Lo stesso dicasi – con riferimento alla mancanza di credibilità - per la proposta di legge che Sinistra Ecologia Libertà ha presentato, lo scorso 13 marzo, al Senato e alla Camera per la "Ripubblicizzazione del servizio idrico e per la costituzione di un'azienda pubblica regionale in Puglia" (rispetto al merito ci riserviamo eventualmente di esprimerci dopo aver visionato il testo anche se, dalla presentazione, ci sembra che il ricorso alle SpA non sia venuto meno).

L’ex Assessore Amati e il Presidente Vendola per ben due legislature hanno fatto della ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese motivo di campagna elettorale per poi disattendere puntualmente gli impegni istituzionali assunti in tal senso (DG 1959/2010 e 2032/2009).

Il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, dopo aver collaborato con insigni giuristi esperti al tavolo tecnico istituito con Delibera di Giunta 2032/2009, avente a oggetto l’elaborazione di un disegno di legge che ripubblicizzasse l’acquedotto pugliese, ha successivamente a più riprese e pubblicamente denunciato il comportamento reticente del Governo regionale.

Entrando nel merito di quanto sostenuto dall’ex Assessore Amati, rileviamo che:

-          L’unica maniera seria e sicura per garantire “la necessità inderogabile” di una gestione totalmente pubblica ed impedire che l’acquedotto pugliese potesse passare ai privati attraverso la vendita delle azioni sarebbe stato quello di ripubblicizzare l’acquedotto, trasformando l’attuale società per azioni in un soggetto di diritto pubblico.

-          Non c’è alcun obbligo di affidamento attraverso gara, come non c’è e non c’era alcun obbligo comunitario di privatizzare il servizio idrico integrato. Nel 2018 scade semplicemente la concessione attribuita dal d.lgs. 141/1999 dopo di che l’Autorità Idrica Pugliese cui è attribuito la funzione “di affidamento del servizio idrico” potrà decidere il tipo di affidamento e non è certo obbligata – grazie anche al risultato referendario del 2011 – ad indire una gara. Del resto, l’obbligo di vendere le azioni stabilito con Legge n. 448 del 28 dicembre 2001, art. 25, comma 4, faceva riferimento ai sei mesi immediatamente successivi all’emanazione della legge in questione. Non si comprende, dunque, come tale obbligo, di fatto disatteso per quasi 18 anni, diventi cogente proprio allo scadere della concessione.

L’unica normativa a garanzia della ripubblicizzazione sarebbe stata la proposta di legge licenziata dal tavolo tecnico congiunto con il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” nella sua versione originale, senza gli emendamenti difformi dal testo originario proposti dall’ex Assessore Amati e approvati dal Consiglio regionale nel giugno 2011 che, di fatto, ne hanno snaturato la portata politica e stravolto l’impianto giuridico a tal punto da ricevere la bocciatura di alcuni articoli da parte della Corte Costituzionale che ne ha dichiarato l’incongruenza giuridica. Si ricorda che più volte il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” ha chiesto direttamente al Presidente della Regione Nichi Vendola e all’ex Assessore alle OO. PP. Fabiano Amati un confronto che, fra le altre cose, scongiurasse i rischi di illegittimità che si andavano profilando al quale, però, il Governo regionale si è sottratto, rivolgendo al Comitato in risposta solo gravi insinuazioni.


E le successive, quanto intempestive, scuse 

http://www.regione.puglia.it/index.php?page=pressregione&opz=display&id=12604 non hanno cancellato i danni prodotti anche a causa della mancanza di ascolto, confronto e interlocuzione.



La verità è che l’ex-Assessore Amati, insieme al Presidente Vendola, nell’autunno del 2011,

-          respinsero perfino la richiesta del capogruppo del PD di rendere attuativo il rispetto del referendum affermando – con un “colpo” di contabilità “creativa” (!) - che in Puglia “non è percorribile ogni richiesta di riduzione della tariffa del servizio idrico integrato, compresa la riduzione del 7% di remunerazione del capitale investito, che è per noi un costo”. Ma la remunerazione del capitale non è un costo. Neanche in Puglia, naturalmente;

-          e, successivamente, definirono l’ingresso dei privati nella gestione di rifiuti, trasporti e acqua, in ottemperanza a una non meglio precisata normativa nazionale (http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=522457&IDCategoria=1), annunciando una legge regionale con cui si sarebbe messo “in sicurezza la natura pubblica dei servizi locali” tutelandone contemporaneamente la privatizzazione (!!!) (http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/notizie/politica/2012/29-maggio-2012/vendola-l-ingiuriariparte-smart-cities-201378970047.shtml).



La verità è che, oggi, dopo due legislazioni del Governo Vendola

-          l’acquedotto pugliese non è stato trasformato in un soggetto di diritto pubblico ed è ancora una Società per Azioni

-          i risultati referendari non sono stati attuati

-          in Puglia il diritto umano all’acqua potabile non è garantito



Ricordiamo all’ex-Assessore Amati e al Presidente Vendola che, affinché parole come libertà, giustizia e legalità non siano contenitori vuoti da utilizzare per la prossima campagna elettorale, è necessario che vengano rispettate, iniziando dall’attuazione dei risultati referendari del 2011 che stabiliscono l’obbligo di eliminare la remunerazione del capitale dalle tariffe, nonché la possibilità di gestire il servizio idrico integrato con soggetti di diritto pubblico.

Se il GOVERNO REGIONALE intendesse seriamente garantire “la necessità inderogabile” di una gestione del servizio idrico totalmente pubblica e impedire che l’acquedotto pugliese possa passare ai privati ha ancora il tempo per farlo: TRASFORMI SUBITO – senza indugio – l’Acquedotto pugliese in un soggetto di diritto pubblico con partecipazione sociale!

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua


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Segreteria del Comitato Referendario Pugliese "2 SI per l'Acqua Bene Comune"