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giovedì 5 febbraio 2015

EXPO 2015: OPPORTUNITA' SUPPOSTA



In tv ed in radio è partita la propaganda governativa (e delle grandi lobby) sull'EXPO 2015.
NUTRIRE IL PIANETA è solo apparentemente uno slogan positivo, ma ci sono diversi motivi per sospettare che dietro questi buoni propositi vi siano gli interessi più o meno nascosti delle multinazionali della chimica, delle sementi e dell'ingegneria genetica che vogliono proporre la loro idea (molto industriale) di agricoltura.


Abbiamo sottoscritto questa lettera e vi invitiamo a farlo se, dopo averla letta, la ritenete condivisibile.

EXPO: LETTERA APERTA

Alle Autorità
e p.c. agli esperti invitati all’incontro istituzionale di Milano.

Allo stato attuale la produzione agricola mondiale potrebbe facilmente sfamare 12 miliardi di persone……. si potrebbe quindi affermare che ogni bambino che muore per denutrizione oggi è di fatto ucciso”
Jean Ziegler, già Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul diritto al cibo

Signor presidente del Consiglio, 
 
i giornali ci informano che lei sarà a Milano il 7 febbraio per lanciare un Protocollo mondiale sul Cibo, in occasione dell’avvicinarsi di Expo. Ci risulta che la regia di tale protocollo, al quale lei ha già aderito, sia stata affidata alla Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition. Una multinazionale molto ben inserita nei mercati e nella finanza globale, ma che nulla ha da spartire con le politiche di sovranità alimentare essenziali per poter sfamare con cibo sano tutto il pianeta.
EXPO ha siglato una partnership con Nestlè attraverso la sua controllata S.Pellegrino per diffondere 150 milioni di bottiglie di acqua con la sigla EXPO in tutto il mondo. Il Presidente di Nestlé Worldwide già da qualche anno sostiene l’istituzione di una borsa per l’acqua così come avviene per il petrolio. L’acqua, senza la quale non potrebbe esserci vita nel nostro pianeta, dovrebbe quindi essere trasformata in una merce sui mercati internazionali a disposizione solo di chi ha le risorse per acquistarla.
Questi sono solo due esempi di quanto sta avvenendo in preparazione dell’EXPO.
Scriveva Vandana Shiva: “Expo avrà un senso solo se parteciperà chi s'impegna per la democrazia del cibo, per la tutela della biodiversità, per la difesa degli interessi degli agricoltori e delle loro famiglie e di chi il cibo lo mette in tavola. Solo allora Expo avrà un senso che vada oltre a quello di grande vetrina dello spreco o, peggio ancora, occasione per vicende di corruzione e di cementificazione del territorio.”
“Nutrire il Pianeta, Energia per la vita.” recita il logo di Expo. Ma Expo è diventata una delle tante vetrine per nutrire la multinazionali, non certo il pianeta.
Come si può pensare infatti di garantire cibo e acqua a sette miliardi di persone affidandosi a coloro che del cibo e dell’acqua hanno fatto la ragione del loro profitto senza prestare la minima attenzione ai bisogni primari di milioni di persone ?
Expo si presenta come la passerella delle multinazionali agroalimentari, proprio quelle che detengono il controllo dell'alimentazione di tutto il mondo, che producono quel cibo globalizzato o spazzatura, che determina contemporaneamente un miliardo di affamati e un miliardo di obesi.
Due facce dello stesso problema che abitano questo nostro tempo: la povertà, in aumento non solo nel Sud del mondo ma anche nelle nostre periferie sempre più degradate.
Expo non parla di tutto ciò.
Non parla di diritto all'acqua potabile e di acqua per l'agricoltura familiare.
Non parla di diritto alla terra e all'autodeterminazione a coltivarla.
Non si rivolge e non coinvolge i poveri delle megalopoli di tutto il mondo, non si interroga su cosa mangiano, non parla ai contadini privati della terra e dell'acqua, scacciati attraverso il Land e Water grabbing, ( la cessione di grandi estensioni di terreno e di risorse idriche a un paese straniero o ad una multinazionale), espulsi dalle grandi dighe, dallo sviluppo dell'industria estrattiva ed energetica, dalla perdita di sovranità sui semi per via degli OGM e costretti quindi a diventare profughi e migranti.
E non cambia certo la situazione qualche invito a singoli personaggi della cultura provenienti da ogni angolo della terra e impegnati nella lotta per la giustizia sociale. Al massimo serve per creare qualche diversivo.
In Expo a fianco della passerella delle multinazionali si dispiega la passerella del cibo di “eccellenza”. Expo parla solo alle fasce di popolazione ricca dell'occidente e questo ne fa oggettivamente la vetrina dell'ingiustizia alimentare del mondo, nella quale la povertà si misurerà nel cibo: in quello spazzatura per le grandi masse e in quello delle eccedenze e degli scarti per i poveri.
In questi mesi, di fronte a tutto quello che è accaduto nella nostra città, dall’illegalità allo sperpero di ingenti risorse economiche per l’organizzazione di Expo in una città dove la povertà cresce quotidianamente e che avrebbe urgenza di ben altri interventi, noi abbiamo maturato un giudizio negativo su Expo.
Ma come cittadini milanesi non posiamo fuggire la responsabilità di impegnarci affinché l’obiettivo di “Nutrire il pianeta” possa essere meno lontano.
Per questo avanziamo a lei e alle autorità politiche ed amministrative che stanno organizzando Expo alcune precise richieste.
Il Protocollo mondiale sulla nutrizione che lei intende lanciare, pur dicendo anche alcune cose condivisibili, evitando i nodi di fondo, rimane tutto all’interno dei meccanismi iniqui che hanno generato l’attuale situazione . Noi le chiediamo di porre al centro la sovranità alimentare e il diritto alla terra negati dallo strapotere e dal controllo delle multinazionali in particolare quelle dei semi. Chiediamo che sia affermata una netta contrarietà agli OGM che sono il paradigma di questa espropriazione della sovranità dei contadini e dei cittadini, il perno di un modello globalizzato di agricoltura e di produzione di cibo che inquina con i diserbanti, consuma energia da petrolio, è idrovoro e contribuisce al 50% del riscaldamento climatico.
Le chiediamo che venga affermato il diritto all'acqua potabile per tutti attraverso l’approvazione di un Protocollo Mondiale dell’acqua, con il quale si concretizzi il diritto umano all’acqua e ai servizi igienico sanitari sancito dalla risoluzione dell’ONU del 2011.
Chiediamo che vengano rimessi in discussione gli accordi di Partnership tra Expo e le grandi multinazionali, che, lungi dal rappresentare una soluzione, costituiscono una delle ragioni che impediscono la piena realizzazione del diritto al cibo e all’acqua.
Chiediamo che si decida fin d'ora il destino delle aree di Expo non lasciandole unicamente in mano alla speculazione e agli appetiti della criminalità organizzata e che, su quei terreni, venga indicata una sede per un’istituzione internazionale finalizzata a tutelare l’acqua, potrebbe essere l’Authority mondiale per l’acqua, e il cibo come beni comuni a disposizione di tutta l’umanità. Una sede dove i movimenti sociali come i Sem Terra, Via Campesina, le reti mondiali dell’acqua, le organizzazioni popolari e i governi locali e nazionali discutano: la politica per la vita.
Una sede nella quale la Food Policy diventi anche Water Policy, dove si discuta la costituzione di una rete di città che assumano una Carta dell’acqua e del Cibo, nella quale si inizi a concretizzare localmente la sovranità alimentare, il diritto all’acqua, la sua natura pubblica, la non chiusura dei rubinetti a chi non è in grado di pagare, la costituzione di un fondo per la cooperazione internazionale verso coloro che non hanno accesso all’acqua potabile nel mondo.
Una sede nella quale alle istituzioni e ai movimenti sociali, venga restituita la sovranità sulle scelte essenziali che riguardano il futuro dell’umanità.
"La Terra ha abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l'avidità di alcune persone” affermava Gandhi. E questa verità oggi è più che mai attuale e ci richiama alla nostra responsabilità, ognuno per il ruolo che svolge.

Moni Ovadia, Vittorio Agnoletto, Mario Agostinelli, Piero Basso, Franco Calamida, Massimo Gatti, Antonio Lareno, Antonio Lupo, Emilio Molinari, Silvano Piccardi, Paolo Pinardi, Basilio Rizzo, Erica Rodari, Anita Sonego, Guglielmo Spettante.
Milano 21 gennaio 2015.

Le adesioni alla lettera aperta, sia individuali che collettive, vanno comunicate ad uno dei seguenti indirizzi mail:
Vittorio Agnoletto vagnoletto@primapersone.org
Franco Calamida f.calamida@alice.it

giovedì 24 ottobre 2013

Banning Poverty: dobiamo attaccare le cause strutturali dell’impoverimento nel mondo



COMUNICATO STAMPA
“Dichiariamo Illegale la Povertà”
2ª Conferenza DIP
Attaccare le cause strutturali dell’impoverimento nel mondo



Togliere alle Borse la possibilità di orientare la produzione, la distribuzione e l’uso dei beni e servizi essenziali ed insostituibili per la vita, sui quali si fondano i diritti umani alla salute, all’igiene, alla casa, all’educazione.
Questa è la prima delle tre misure concrete con le quali l’Iniziativa “Dichiariamo Illegale la Povertà” (DIP) è entrata nella fase di realizzazione dei suoi obiettivi, dopo più di un anno di lavoro per definire l’intero programma, articolato in Italia in 3 campagne e 10 azioni prioritarie per il periodo 2013-2017.
Un dato è certo: non è possibile sradicare i fattori strutturali che sono all’origine ed alimentano i processi dell’impoverimento nel mondo se non si modificano le regole che hanno dato ai mercati finanziari, e alle Borse in particolare, lo strapotere di cui dispongono per decidere del divenire della vita. L’esperienza mostra che l’aver lasciato alle Borse del grano, del riso, dei semi, per non menzionare le Borse dei terreni urbani o quelle delle imprese farmaceutiche, non ha permesso un migliore uso delle risorse naturali nell’interesse della popolazione mondiale, ma ha favorito soprattutto l’arricchimento dei detentori delle azioni/obbligazioni delle imprese attive in detti campi quotate in Borsa. È noto che allorché c'è penuria di grano o di riso, e di altre derrate alimentari o elementi naturali per la salute, il valore delle azioni delle grandi imprese multinazionali aumenta considerevolmente. È uno scandalo così grande che i più non riescono a comprendere, come sia possibile che i proprietari di capitale si arricchiscano mentre impoveriscono coloro che hanno fame, che hanno sete o che devono essere curati.
Cosa proponiamo di fare? Anzitutto, in un primo tempo (novembre 2013-marzo 2014), costituire rapidamente la conoscenza cittadina collettiva redigendo i seguenti brevi dossier di documentazione su:
"Fuori le imprese quotate in Borsa dalla campo dell'acqua potabile e per l'irrigazione";
"No alle imprese quotate in borsa nel settore del grano e del riso",
"Liberare il suolo urbano dalla finanza speculativa".
In un secondo tempo (aprile-dicembre 2014), organizzare una duplice azione di mobilitazione popolare sui membri del Parlamento Italiano e sui cittadini stessi in favore di proposte di legge rispondenti agli obiettivi della DIP.
NON LASCIAMO IL DIVENIRE DEI DIRITTI DEI CITTADINI NELLE MANI
DELLE IMPRESE QUOTATE IN BORSA!
Comitato editoriale Banning Poverty 2018

23.10.2013

martedì 1 ottobre 2013

BANNING POVERTY 2018. giovedì 03.10.13 ad ALTAMURA




Giovedì 3 ottobre 2013, Altamura ospiterà il Prof. RICCARDO PETRELLA Docente Emerito di Economia all'Università Cattolica di Lovanio in Belgio) e già presidente dell'Acquedotto Pugliese. Petrella è al suo terzo viaggio ad Altamura e la sua presenza ha sempre lasciato un segno. Vi invitiamo caldamente a partecipare.


Comunicato stampa 
2^ Conferenza Nazionale Itinerante 
“Dichiariamo Illegale la Povertà” 
Altamura, giovedì 3 ottobre 2013 


Il Gruppo DIP di Altamura ospiterà il prossimo 3 ottobre 2013, ore 18,30 presso la Sala Convegni ABMC in p.zza Zanardelli (sotto i portici) una delle tappe della 2° Conferenza Nazionale della Campagna Internazionale “Dichiariamo illegale la povertà - Banning Poverty 2018”. L'evento è organizzato dal gruppo DIP Puglia (Gruppo Altamura) in collaborazione con i Missionari Comboniani di Bari e la Rete dei Comitati per i Beni Comuni.

Interverranno: il Prof. Riccardo Petrella, Docente Emerito di Economia all'Università Cattolica di Lovanio in Belgio) e già presidente dell'Acquedotto Pugliese, insieme a rappresentanti del mondo associativo e della cittadinanza attiva; Demetrio Spanti (ass. Monasteo del Bene Comune) esperto in pedagogia dell'impoverimento. Coordina Lucia Difonzo.

La povertà non è un fatto di natura, inevitabile, come la pioggia, ma è invece il risultato di processi sociali, culturali, economici e politici. Un'economia ingiusta e una società ineguale comportano la creazione dei fattori strutturali all'origine dei processi di impoverimento, come dimostra l'aumento scandaloso dei poveri in Italia. Non si nasce poveri ma si diventa impoveriti.

La Campagna Nazionale e Internazionale “Dichiariamo illegale la povertà - Banning Poverty 2018” mira a realizzare delle azioni di intervento su leggi, istituzioni e pratiche sociali e collettive che costituiscono i fattori strutturali all'origine dei processi d'impoverimento nelle società attuali.

Durante la conferenza saranno presentate le 3 campagne:
- Mettiamo fuori legge la finanza predatrice;
- Diamo forza ad un’economia dei beni comuni;
- Costruiamo le comunità dei cittadini;
e le azioni prioritarie per ciascuna campagna:
1. Togliere ai meccanismi della Borsa i settori relativi ai beni e servizi essenziali e insostituibili per la vita;
2. Eliminare le cooperative di lavoro da caporalato;
3. Chiudere a livello anche europeo i Cie.

Obiettivo della campagna è ottenere nel 2018 (70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani) una risoluzione dell’Assemblea Generale dell’Onu che dichiari illegali le leggi, le istituzioni e le pratiche sociali e collettive che generano e alimentano i processi di impoverimento nei vari paesi e regioni del mondo. Una dichiarazione analoga, per portata e impatto, alla dichiarazione di illegalità della schiavitù.

Tutte le tappe della Conferenza Nazionale Itinerante pugliese:
30 settembre: Conversano (Ba), Biblioteca del Seminario Vescovile in via Paolotti 2, ore 19:00
1 ottobre: Lecce, Officine Cantelmo, ore 18,00
2 ottobre: Brindisi, sala Mario Marino Guadalupi del Comune, ore 17:30
3 ottobre: Altamura (Ba), Sala Convegni ABMC p.zza Zanardelli (sotto i portici) ore 18:30
4 ottobre: Polignano a Mare (Ba), Aula consiliare “Domenico Modugno”, ore 19:00
5 ottobre: Bari (giornata conclusiva), Sala Consiliare del Comune, corso Vitt Emanuele II, ore 17.00 (con il Patrocinio del Comune di Bari). A seguire, in Cattedrale si esibirà l’Orchestra MusicaInGioco-MomART diretta dal maestro A. Gargiulo, ore 20:30.

Per informazioni:
banningpoverty.org
benicomuni.org

giovedì 26 settembre 2013

Dichiariamo illegale la povertà – Banning Poverty 2018 in PUGLIA



Inoltriamo un c.s. proveniente dalla Rete dei Comitati per i Beni Comuni: 

2^ Conferenza Nazionale ITINERANTE
Dichiariamo illegale la povertà – Banning Poverty 2018


Puglia, 30 settembre – 5 ottobre 2013


La povertà non è un fatto di natura, inevitabile, come la pioggia, ma è invece il risultato di processi sociali, culturali, economici e politici.
Un'economia ingiusta e una società ineguale comportano la creazione dei fattori strutturali all'origine dei processi di impoverimento, come dimostra l'aumento scandaloso dei poveri in Italia. Non si nasce poveri ma si diventa impoveriti.
Per questo occorre non limitarsi a curare i sintomi o gli aspetti dolorosi della povertà, ma è necessario intervenire sulle cause strutturali dell'impoverimento.
Di questo e delle iniziative specifiche che per fermare i meccanismi dell’impoverimento se ne parlerà durante le tappe della conferenza itinerante qui di seguito elencate (per maggiori informazioni sui singoli appuntamenti www.banningpoverty.org), alle quali prenderà parte il 
Prof. Riccardo Petrella insieme a rappresentanti del mondo associativo e della cittadinanza attiva.

NON MANCARE! …. Partecipa e invita a partecipare :-)
 
30 settembre  CONVERSANO
Biblioteca Seminario Vescovile, ore 19:00
 1 ottobre  LECCE
Officine Cantelmo, ore  18:00
 2 ottobre  BRINDISI
Sala M.M. Guadalupi del Comune,  ore 17:30
 giovedì 3 ottobre  ALTAMURA

Sala convegni ABMC, ore 18:30
 4 ottobre POLIGNANO A MARE
Sala Consiliare D. Modugno, ore 19:00

5 ottobre BARI
 Sala Consiliare del Comune, ore 17:00
Riccardo PETRELLA
Università del Bene Comune, Bruxelles
Antonietta POTENTE
teologa, Università di Verona
Antonio Felice URICCHIO
Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”
 Cattedrale di San Sabino, ore 20:30
Orchestra MusicaInGioco-MomART 

Gruppo “Dichiariamo Illegale la Povertà – Puglia”

Iniziativa organizzata in collaborazione con
i Missionari Comboniani di Bari e la “Rete dei Comitati per i Beni Comuni”
 per maggiori informazioni:


Rete dei Comitati per i Beni Comuni