Visualizzazione post con etichetta regione puglia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta regione puglia. Mostra tutti i post

martedì 8 novembre 2016

Emiliano vuole privatizzare Aqp? SI FERMI!

Comunicato Stampa


Emiliano vuole privatizzare Aqp? SI FERMI!



IN NOME DELLA DEMOCRAZIA E DELLA SOVRANITA’ POPOLARE
Il futuro di Acquedotto Pugliese è più che mai opaco, con presagi di privatizzazione dello stesso. Avevamo già espresso, lo scorso agosto, la nostra contrarietà alla nascita della nuova Agenzia regionale unica per l’affidamento della gestione dei rifiuti (condividendo le preoccupazioni della Rete Rifiuti Zero) perché contrari alla centralizzazione del potere decisionale su inceneritori e discariche e alla trasformazione del nostro Acquedotto in multiutility. A questo abbiamo aggiunto la proposta di percorsi concreti che avrebbero potuto indirizzare la Regione Puglia in una direzione diametralmente opposta, rispettosa del volere popolare.

Tuttavia, a confermare, e per giunta ad aggravare, le inquietanti ipotesi citate, è stato un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno del 27 Ottobre scorso che fa luce sul progetto della Regione Puglia, in accordo con il Governo Renzi e la sua politica di privatizzazioni e accentramento del potere al servizio delle potenti lobby industriali e finanziari, di trasformare Aqp SpA in una vera e propria holding che diverrebbe l’unico gestore del Sud, inglobando tutti gli altri acquedotti.   

Consideriamo inaccettabile la spregiudicatezza di tale strategia che, in totale spregio della volontà dei Pugliesi chiaramente espressosi appena 5 anni fa, si accompagna alla VIOLAZIONE del Diritto Umano all’Acqua potabile con la sospensione del servizio idrico, proprio in questi giorni, in alcune case popolari di Lecce e Provincia, senza alcun riguardo neanche per le esigenze di bambini, anziani e disabili!!!!

In più, ricordiamo che, in data 3 agosto 2016, il Consiglio Regionale Pugliese ha votato una mozione del presentata dal Movimento 5 Stelle di istituzione di un tavolo tecnico paritario fra Regione e Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” volto alla ripubblicizzazione di Aqp SpA. Quindi, il percorso di privatizzazione che la Regione sta imboccando, non è solo in contrasto con l’esito di un referendum popolare, ma anche con l’indirizzo indicato dal Consiglio Regionale democraticamente eletto. 

A questo punto, ci chiediamo se il Presidente Michele Emiliano che ha sposato la causa del referendum del 17 Aprile scorso contro le trivellazioni in mare, o che oggi si dichiara giustamente contro la riforma costituzionale in quanto, fra le altre cose, esautora le Regioni del proprio potere decisionale rispetto a politiche ambientali, energetiche e sulla gestione dei beni comuni, sia lo stesso Presidente che calpesta il Referendum sull’acqua pubblica, in piena linea con il Governo Renzi. 

Come può il Presidente Emiliano chiedere poteri decisionali per la Regione esprimendosi giustamente per il NO AL REFERENDUM COSTITUZIONALE e contemporaneamente ignorare la volontà dei cittadini pugliesi espressa nel referendum del 2011? 

IN NOME DELLA DEMOCRAZIA (= GOVERNO DEL POPOLO)
E DELLA SOVRANITA’ POPOLARE (UNICA fonte di LEGITTIMAZIONE DEL POTERE)
su cui si FONDA la NOSTRA COSTITUZIONE
voluta dalle MADRI e dai PADRI COSTITUTENTI
E CHE ONEREREMO E DIFENDEREMO IL 4 DICEMBRE VOTANDO NO AL SUO STRAVOLGIMENTO
C H I E D I A M O
al Presidente Michele Emiliano, al Governo e a tutti i Consiglieri regionali
- di FERMARE IL PROCESSO DI PRIVATIZZAZONE dell’Acquedotto pugliese in atto
- di dare seguito alla mozione votata dal Consiglio Regionale, istituendo il TAVOLO TECNICO PARITARIO PER LA RIPUBBLICIZZAZIONE DI AQP SPA
Coinvolgeremo la cittadinanza, e faremo rete con gli altri movimenti per l’acqua pubblica meridionali, pur di far sì che i nostri diritti vengano rispettati.
Perché, oggi come ieri,
SI SCRIVE “ACQUA”, SI LEGGE “DEMOCRAZIA”.

 



giovedì 30 giugno 2016

Vogliono trasformare l’AQP in una multiutility! Il comitato “Acqua Bene Comune” organizza 2 assemblee regionali l’8 e il 15 luglio 2016

 

Come Movimento ILGRILLAIO, nonchè componenti del Comitato Pugliese AcquaBeneComune, invitiamo cittadini, associazioni e comitati di varia natura a partecipate all'assemblea di venerdì 8 luglio a Bari (leggi sotto)

IN BALLO C'E' L'ACQUA, IN BALLO CI SONO LE NOSTRE VITE.

Vogliono vendere la Puglia. RiPugliamocela!

La giunta regionale sta preparando un disegno di legge per portare a termine il processo di privatizzazione dell’Acquedotto pugliese. Il disegno è trasformare l’AQP in una multiutility sulla base del modello di società a capitale privato, quotata in borsa (*). E per fare questo la Regione Puglia spende 130.000 euro di soldi pubblici per una società di consulenza privata cui affidare lo studio dell’apertura al nuovo business.

E’ un atto gravissimo che evidenzia il totale disprezzo verso il volere popolare che nel 2011, attraverso un referendum, sancì che il servizio idrico integrato e gli altri servizi pubblici locali devono essere sottratti al profitto e all’obbligo di gestione attraverso forme di diritto privato!

Non possiamo che inserire questa ultima vergogna nella lunga lista degli attacchi che il nostro territorio sta subendo in nome del profitto e della speculazione - nel totale silenzio o, in alcuni casi, con la complicità delle istituzioni locali - assieme alla cosiddetta “emergenza” xylella, la Tap, le istanze di ricerca di idrocarburi lungo le nostre coste, le discariche, gli inceneritori, le centrali turbogas, lo sviluppo dell’eolico e del fotovoltaico in mega impianti a scala industriale, le strade inutili e la cementificazione,  la speculazione edilizia, il ricatto lavoro-salute-ambiente e tanto altro ancora.

Da notare che la multiutility AQP dovrebbe estendersi oltre la Puglia e dovrebbe gestire, oltre all’acqua, anche i rifiuti e le energie rinnovabili. Due settori che, per essere sostenibili da un punto di vista ambientale, sociale ed economico, dovrebbero essere gestiti a scala locale, in maniera decentrata, diffusa, facilmente controllabile dai cittadini. La scelta, invece, di accentrarli in una multiutiliy provocherebbe la concentrazione dei profitti e del potere, che ha già dato prova di mortificare e danneggiare - se non distruggere - il paesaggio e l’ambiente, la salute dei cittadini, la vita sociale ed economica nei territori.

Pensiamo sia urgente organizzare un fronte comune di tutti i movimenti, i comitati, i cittadini e le realtà che si oppongono a questa deriva in difesa dell’ambiente, del diritto alla salute e all’autodeterminazione dei territori, contro ogni privatizzazione dei servizi pubblici e dei beni comuni, per salva-guardare la nostra terra.

Per questo convochiamo un’Assemblea regionale aperta che si svolgerà in due appuntamenti secondo il seguente calendario:

-          venerdì 8 luglio, alle ore 18.00 a Bari (presso lo Spazio di Mutuo Soccorso “Bread & Roses”, via Amendola, 189/A)
-     venerdì 15 luglio, alle ore 19.00 a Lecce (presso “Manifatture Knos”, via Vecchia Frigole, 36)

Perché le nostre vite valgono più dei loro profitti. Perché il nostro territorio non è in vendita.
Perché la sovranità appartiene al popolo e la Costituzione delle nostre madri e dei nostri padri è ancora vigente.

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune"

domenica 5 ottobre 2014

il Movimento 5 Stelle puglia scrive a Vendola: chiarimenti su ARO, ATO e ciclo dei rifiuti


Al Presidente della Regione Puglia
dott. Nichi Vendola
e p.c.   all’assessore regionale  all’ambiente
dott. Lorenzo Nicastro
ai consiglieri regionali
REGIONE PUGLIA

Ai Sindaci dei comuni pugliesi

ALLA STAMPA

Oggetto: Richiesta di chiarimento su ARO, ATO e ciclo dei rifiuti in Puglia

Egr. Presidente Nichi Vendola,
il buon andamento della Pubblica Amministrazione è principio fondamentale dell’ordinamento giuridico Italiano;
ai sensi dell’art. 14 dello Statuto Regionale: “La Regione riconosce e garantisce il diritto dei cittadini all’informazione sull’attività istituzionale. 2. La Regione riconosce e garantisce il diritto dei cittadini a essere informati sulle  condizioni e qualità dell’ambiente, sui rischi per la salute derivanti dall’esercizio di  attività economiche o dall’esecuzione di opere pubbliche o private e, in generale, su  ogni situazione di pericolo che possa loro derivare da attività incidenti sul territorio.  3. La Regione attiva adeguate forme di ascolto finalizzate alla migliore conoscenza  dei bisogni dei cittadini e delle istanze sociali per il miglioramento dei servizi e delle  prestazioni. 4. La legge regionale disciplina l’esercizio dei diritti di cui al presente articolo”;
a due anni dall’entrata in vigore della Legge Regionale n.24/2012, la parte residua dei rifiuti delle raccolte differenziate, detta anche RUR, rappresenta ancora la parte più rilevante della raccolta dei rifiuti essendo, sul totale dei rifiuti raccolti, una percentuale che nel 2012 si aggirava intorno all’ 81%,  materiale che è quindi destinato a “smaltimento”, tra discariche ed inceneritori disseminati sul nostro territorio;
di contro, la parte “differenziata” era ad un misero 19% circa del totale dei rifiuti raccolti, in netto ritardo con la piena applicazione della Direttiva Europea 2008/98/CE e il suo recepimento nell’ordinamento italiano attraverso le modifiche apportate nel D.Lgs 152/2006, che esigono che al 31/12/2012 il raggiungimento di una percentuale di raccolta differenziata almeno pari al 65% del totale dei rifiuti prodotti.
Attualmente i dati non sono molto incoraggianti: fino a luglio 2014 si registra una percentuale di raccolta differenziata pari al 25%, segnale che davvero scarsi sono stati la politica ed i suoi effetti nell’ambito della gestione dei rifiuti i generale.
rifiuti_14
La quasi totalità degli ARO versa in una situazione di stallo imbarazzante, a prova dell’inefficacia della suddetta legge regionale e della irresponsabilità degli amministratori locali.
Tanto premesso, i sottoscritti parlamentari, coadiuvati dal lavoro dei meet up, attivisti e comitati territoriali
VISTA
  • la mancanza di comunicazione pubblica sulle convocazioni delle riunioni degli ARO e ATO;
  • l’assenza di trasparenza nella pubblicazione degli atti (vedi delibere degli ARO e ATO);
  • l’assenza di discussione in merito all’interno dei consigli comunali;
  • la mancanza di coinvolgimento della cittadinanza e la previsione di adeguati strumenti di partecipazione attiva nelle procedure consultive e decisionali;
RAVVISATI
  • ritardi e rallentamenti nei lavori in sede di approvazione di Piano industriale, carta dei servizi e regolamento nella quasi totalità degli ARO;
  • Il commissariamento da parte della regione Puglia, con D.G.R. n.1169 del 10 Giugno 2014 di parte degli ARO, nello specifico: ARO8/BA, ARO1/BT, ARO4/FG, ARO8/FG, ARO2/LE, ARO5/LE, ARO10/LE, ARO11/LE, ARO5/TA in quanto non adempienti alle disposizioni di cui alla L.R. 24/2012 e ss.mm.ii. ed alla DGR 2877/2012
CHIEDONO
  • quale sia la destinazione di parte della differenziata al recupero di “energia” (cosa che non esclude l’incenerimento, vedi articolo 12 regolamento dell’ARO BA 4).
  • maggior controllo da parte degli enti regionali preposti all’attività degli ARO garantendo la trasparenza nei percorsi decisionali degli stessi;
  • che i consigli comunali si riuniscano in sedute monotematiche pubbliche e che da esse se ne tragga un atto di indirizzo da portare nelle riunioni, anch’esse pubbliche, di ARO e ATO, affinché questi ultimi ambiti possano recepire e valorizzare le singole esigenze e renderle comuni);
  • che le convocazioni e la totalità delle delibere degli ARO e ATO siano pubbliche, e disponibili nel portale “Ambiente” della Regione Puglia e sui siti web dei comuni di competenza;
  • maggior coinvolgimento dei cittadini/utenti nelle scelte che ricadranno sul futuro dell’intera collettività;
  • una presa di posizione chiara e decisa in direzione della strategia RIFIUTI ZERO, l’unica strada percorribile a tutela dei cittadini e dell’ambiente, con progressiva chiusura degli inceneritori (con e senza recupero energetico) esistenti in Puglia, nel rispetto dell’art.4 della direttiva 98/2008/CEE sulla “gerarchia dei rifiuti” che impone come prioritaria la diminuzione a monte della produzione dei rifiuti;
  • annullamento e revoca degli atti che individuano 2 discariche, Grottelline e Corigliano d’Otranto, che metterebbero a rischio rispettivamente le falde acquifere della fossa bradanica e della più grande riserva idrica sotterranea del Salento;
  • un piano di realizzazione di impianti di compostaggio pubblici e domestici che consentano di conferire la FORSU con costi di conferimento per i Comuni non elevati e sconti sulla tariffa;
  • che siano attivati impianti di selezione spinta dei rifiuti indifferenziati al fine di recuperare dagli stessi i materiali direttamente riciclabili;
  • di verifica lo stato dell’arte sugli obiettivi indicati all’art. 181 del D.Lgs 152/06 in materia di riciclaggio e recupero dei rifiuti;
  • alla Regione Puglia se sia vero il coinvolgimento di Consip e Conai nel ciclo dei rifiuti pugliese (compresi la determinazione e l’espletamento di bandi di gara per l’affidamento dei servizi);
  • alla Regione Puglia quali siano i servizi di competenza dell’ARO (raccolta, spazzamento e trasporto) che sono già stati affidati da parte dei comuni prima che gli ARO avessero deliberato in merito;
  • alla Regione Puglia quale sia il numero totale delle discariche esaurite di RSU (rifiuti solidi urbani) e RS (rifiuti speciali) presenti nel territorio regionale e loro stato di caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica, con particolare riguardo per quelle che non hanno ricevuto alcuna operazione su richiamata e giacciono in uno stato di abbandono totale o parziale;
  • alla Regione Puglia sulla possibilità di gestione “in house” dei servizi di competenza degli ARO e ATO, espletata attraverso soggetti giuridici di diritto pubblico (es. aziende speciali);
  • che venga immediatamente ri­calcolato il tempo di esaurimento della discarica di Massafra a sevizio dell’intero ATO di Taranto, a seguito della chiusura temporanea/definitiva della discarica di Manduria che accoglieva i rifiuti smaltiti dell’ex ATO TA3, rifiuti che ora sono smaltiti presso la suddetta discarica in agro di Massafra;
  • alla Regione Puglia quali siano le possibili soluzioni e siti di destinazione del residuo da raccolte differenziate di RSU e assimilati dell’ATO Taranto, destinato a smaltimento, prima e dopo l’eventuale esaurimento della discarica di Massafra
  • alla Regione Puglia la legittimità a norma di legge degli inceneritori che bruciano rifiuto tal quale come quello gestito da AMIU spa di Taranto;
  • caratterizzazione, messa in sicurezza e bonifica dei 3 lotti della discarica già esaurita e delle 2 vasche di servizio e soccorso per l’impianto di CDR in contrada Martucci a Conversano, modifica dello stesso impianto in vista di una futura conversione in impianto di compostaggio, modifica del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani per il sito di smaltimento dell’ATO BA5 e che la Regione Puglia individui altra soluzione per lo smaltimento del rifiuti residuo da raccolte differenziate;
  • alla luce delle gravi irregolarità accertate in sede di incidente probatorio, relative alla realizzazione delle discariche di servizio e soccorso annesse all’impianto per CDR in c.da Martucci a Conversano, la motivazione della mancata rescissione, da parte della Regione Puglia, del contratto con la Progetto Gestione Bacino Bari Cinque S.r.l.;
  • chiarimenti da parte della Regione Puglia circa la situazione degli impianti di conferimento rifiuti di Andria e Trani, anche alla luce della recente Ordinanza adottata dal Presidente della regione Puglia in data 05/09/2014, prot. 5442;
  • quali siano le intenzioni sia in merito alle discariche di rifiuti speciali che hanno ricevuto autorizzazioni senza osservare quanto previsto dal D.Lgs 152/06, nonché sulle modalità gestionali dei rifiuti speciali nelle aree ILVA oggetto di esposti al NOE di Lecce;
Una-discarica-di-rifiuti-1-e1370553517364
Se tutto questo è la conseguenza di una legge (peraltro abbondantemente disattesa) ci chiediamo se non sia il caso di fare un passo indietro e ritornare a dare dignità e sovranità ai singoli comuni evitando quei regimi di proroga perennemente perpetrati negli ultimi anni (a cominciare dal rinvio dell’ecotassa regionale) che penalizzano gli amministratori dei comuni virtuosi e premiano quelli incapaci di garantire una gestione sana dei rifiuti.
PERCHE’ IL FUTURO E’ NERO SE NON E’ RIFIUTI ZERO!
Con l’auspicio di una gradita risposta,
l’occasione è gradita per augurarLe una buona giornata

I portavoce alla Camera dei Deputati
Diego De Lorenzis
Giuseppe D’Ambrosio
Giuseppe Brescia
Giuseppe L’Abbate
Emanuele Scagliusi
Francesco Cariello

I portavoce al Senato della Repubblica
Daniela Donno
Maurizio Buccarella
Barbara Lezzi

Il portavoce Europarlamentare
Rosa D’Amato

Rete Rifiuti Zero attivisti M5S PUGLIA
MoVimento 5 Stelle Bari
MoVimento 5 Stelle Noci
Movimento ilGrillaio Altamura
Castellaneta Aperta M5S
Modugno a 5 Stelle
Amici di Beppe Grillo Taranto
Attivisti MoVimento 5 Stelle Casamassima
Adelfia 5 Stelle ­ Amici di Beppe Grillo
Conversano 5 Stelle
Terlizzi 5 Stelle
Gravina 5 Stelle
Pulsano 5 Stelle
Palo 5 Stelle
Attivisti MoVimento 5 Stelle Andria
Attivisti Mottola 5 Stelle
M5S Attivisti Lecce

domenica 27 ottobre 2013

PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE LA REGIONE NON LO SVUOTI CON LA DEROGA PREVISTA



sopra: 3 delle 24 torri eoliche in via di installazione tra Gravina e Poggiorsini (BA) (visibili anche da Altamura cioè da 30 km) - per avere idea della dimensione di queste torri, guardate i pali in cemento alti 12-15 mt, accanto alla torre centrale. 


Il paesaggio pugliese è inesorabilmente compromesso in nome della crescita (dei conti svizzeri delle multinazionali, non del benessere di cittadini), dell'economia sostenibile (per chi la propone, non per il pianeta), di una agricoltura fatta sulle carte (non nella terra) e della politica politicamente corretta (con i poteri forti ovviamente).
Abbiamo devastato e la nostra CASA. Dire basta ora è il minimo che si possa fare. Condizione indispensabile ma non sufficiente: non continuare a scavarci la fossa.
Nei giorni scorsi il Movimento ilGrillaio ha sottoscritto l'appello del Forum Ambiente Salute di Lecce in favore del Piano Paesaggistico Regionale e contro la possibilità di deroga prevista nello stesso piano. 
Oggi divulghiamo l'appello con l'elenco di tutte le realtà che l'hanno condiviso via blog, mai, social network. Fatelo girare e soprattutto inviatelo a Vendola e Barbanente.


PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE
LA REGIONE NON LO SVUOTI CON LA DEROGAPREVISTA

N. VENDOLA
PRESIDENTE REGIONE PUGLIA


A. BARBANENTE
Assessore  ASSETTO DEL TERRITORIO
QUINTA COMMISSIONE AMBIENTE
Consiglio Regionale

Il Nuovo PIANO PAESAGGISTICO  TERRITORIALE REGIONALE   è motivatamente   presentato dalla Regione  come strumento-modello di pianificazione territoriale , sia per essere il primo  approvato   d’ intesa con il governo nazionale, sia per  la nuova cultura che  lo caratterizza: la  tutela del territorio attraverso la sinergia tra  ben definiti vincoli  e l’incentivazione  di progetti e  azioni  virtuose,  promosse all’interno di una visione eco-sistemica,   dalla  molteplicità di fattori  interconnessi (territorio, salute, economia,cultura, etc.).
Tuttavia l’indiscutibile novità e validità del PPTR rischia di essere inficiata e svuotata nei fatti, dall’ art. 95 delle sue Norme di attuazione: esso ripropone, A FAVORE DI OPERE PUBBLICHE O DI PUBLICA UTILITA’, lo strumento della DEROGA  alle prescrizioni del tit.VI delle norme dei beni paesaggistici, purchè   in sede di autorizzazione paesaggistica tali opere  risultino compatibili  con gli obiettivi di qualità (art. 37) e non abbiano alternative.
L’art.95, nonostante tale  debole rimando e limite, contrasta con l’impianto contenutistico-strategico- normativo del Piano: lo vanifica e delegittima , rappresentando  un segnale ad eventuali interessati su possibili fragilità e impugnabilità dell’intero impianto ,  utili per metterlo in discussione o per rivendicare in sede giudiziaria  interessi privatistici;  favorisce l’elusione di strumenti di tutela e velocizza  iter autorizzativi.  Infine  la deroga prevista  è ad ampio raggio, sia a  favore  di opere pubbliche, sia di opere di pubblica utilità: queste, realizzate  da privati, perseguono analoghi interessi , ma  sono dichiarate  tali solo perché offrono servizi pubblici (in tale categoria possono rientrare gasdotti, case di riposo, supermercati,  strutture sportive , alberghiere, etc).
Infine l’istituto della  deroga non sembra legittimato dal Codice dei beni culturali (in cui non v’è  , che  norma dettagliatamente  la elaborazione dei Piani paesaggistici regionali.
E’ incomprensibile e contraddittorio che la sventurata prassi della  DEROGA AL PUTT, finora concessa spesso dalla Regione per diverse opere  ( es. superstrade, discariche, etc., di pubblica devastazione del territorio, proprio perché autorizzate in deroga ai vincoli del PUTT che lo  dovrebbe tutelare) ritorni anche come norma del  PPTR! E ciò ne inficia gravemente la sua novità ed efficacia nel perseguire gli obiettivi prefissi.
Su tali  negative ricadute  per la tutela ambientale ha argomentato  l’avv. T. Millefiori in un recente articolo su LEXAMBIENTE; è sollevato anche il problema  della possibile incostituzionalità della Deroga ( in ciò confortato da altri giuristi, tra cui anche l’ avv. P. Quinto).

In tale  lavoro si  richiama il giudizio del prof. S. Amorosino, per il quale i meccanismi derogatori con rozzezza eludono e degradano la disciplina paesaggistica  istituita dal Codice del paesaggio ( cfr.“La Corte costituzionale  tutela il paesaggio contro i tentativi elusivi delle regioni” in Riv. Giur.edile 2009); viene ricordato che la Deroga dell’art. 95, estesa anche ai beni regionali tutelati dallo stato (art. 136 del Codice b.c.).può produrre  un  probabile conflitto tra   esso e la regione: infatti la Corte Costituzionale   ha ribadito  che la omogeneità della  tutela del paesaggio sul territorio nazionale ,di competenza statale ,  esclude la discrezionalità delle norme regionali(sent.182-2006. 367-2007);  si ricorda infine la sentenza del  Consiglio di stato (sez. VI 220, 2013) in cui si rimarca  che le regioni, che  con la propria pianificazione dovrebbero rafforzare gli strumenti e gli obiettivi di salvaguardia del territorio, con la deroga  invece  attenuano, eludono,  forse  negano vincoli e autorizzazioni, anche derivanti dalla tutela statale, finalizzate alla Conservazione del paesaggio
La Regione può credibilmente imporre giusti vincoli ai cittadini, solo se anch’ essa li rispetta per le opere pubbliche e non favorisce , con la deroga, l’ elusione-violazione delle norme di tutela paesaggistica a favore di corposi interessi privatistica, per opere dichiarate di pubblica utilità…!
 PER QUESTO  RITENIAMO CHE  LA DEROGA  PREVISTA  DALL’ART. 95 DEVE ESSERE ABROGAT!; QUANTOMENO ESSA VA DRASTICAMENTE LIMITATA, RESTRINGENDOLA  A POCHE CATEGORIE  BEN DEFINITE DI  SOLE OPERE PUBBLICHE (ES. OSPEDALI, SCUOLE, FERROVIE), RAFFORZANDO IL PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE SPECIFICA E NON LIMITANDOLO AI DEBOLI DETTAMI DELL’ART. 37; DALLA DEROGA ESSA VANNO ESCLUSE LE OPERE  DI  “PUBBLICA UTILITA’”, MA ESPRESSIONE DI INTERESI PRIVATISTICI.
Lo richiede, l’onestà e la coerenza culturale ,  l’obiettivo dell’ efficace tutela ambientale, la credibilità pubblica del messaggio che il PPTR intende dare.

Distinti saluti

LECCE  OTTOBRE 2013


Comitato ACQUA BENE COMUNE Puglia,  Movimento  per la TUTELA DEGLI ULIVI E DEI PAESAGGI di Puglia, PEACELINK  Taranto,  Rete Pugliese COMITATI BENI COMUNI, Lega Naz. DIRITTI ANIMALI, sez. regionale; Ass. BIOLOGI AMBIENTALISTI PUGLIESI;
NO AL CARBONE, Lista BRINDISI BENE COMUNE, SALUTE PUBBLICA – Brindisi;
Coord. Prov.  PARCO TERRA DELLE GRAVINE, WWF –Taranto;
 Ass. DOTTORI AGRARI E FORESTALI, CONF. ITAL. AGRICOLTORI, FORUM AMBIENTE E SALUTE, CITTADINANZATTIVA,  WWF- -  Lecce;
Mov. Per la GOVERNABILITA’ XII OTT. , Bari; SYSSTIA Laboratorio Progettazione sociale , Gravina di Puglia; NO TAP Melendugno; SOS COSTA SALENTO;  NO STATALE 275, Capo di leuca; Com. ANTINUCLEARE, Maruggio; IL GRILLAIO, Altamura;Coord. Civico TUTELA DEL TERRITORIO, Maglie; LIZZANOATTIVA; TERRA ROSSA, Mesagne;
Osservatori civici  salentini per la tutela ambiente- progetto UE “CHOEIRS”;
L.  MARCHETTI, già sottosegretaria ministero ambiente, univ. Foggia; D. FINIGUERRA, cofondatore  naz.di  “SALVIAMO IL PAESAGGIO”  e  di  “STOP CONSUMO DEL SUOLO”;
 A.COLOMBO, M. DI GIULIO, E. IMBRIANI, P. SANSO’, G. METAFUNE, univ. Salento; R. GUIDO, dir. “QUI SALENTO”

mercoledì 16 ottobre 2013

PRGRU Puglia: il filo nero che lega ACQUA e RIFIUTI

ex-cava di Grottelline


Comunicato stampa

PER L'ACQUA il FUTURO è NERO, 
SE NON E' a RIFIUTI ZERO
MA LA REGIONE PUGLIA PENSA ALLA CONCORRENZA E DIMENTICA LA SALUTE

Molti di noi hanno manifestato assieme ai cittadini di Mola,Polignano e Conversano contro il nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani, mentre questo era in discussione presso il Consiglio regionale Pugliese, che prevede, fra l’altro, la conferma della tristemente celebre discarica in Contrada Martucci.

La popolazione denuncia l’utilizzo di tale discarica anche – oramai - per lo sversamento di rifiuti tossici e nocivi per la salute pubblica.

Dal canto nostro, non possiamo che prendere atto dell’ennesima inadeguata, contraddittoria e deludente decisione da parte dell’amministrazione regionale che ignora la evidente volontà di oltre 13.000 di cittadini Pugliesi che in questi ultimi mesi hanno firmato per la proposta di legge di iniziativa popolare “Rifiuti Zero” la quale prevede, fra l’altro, il recupero e il riutilizzo dei materiali contenuti nei rifiuti.

Il piano, infatti, risulta basato sulla logica malata dello spreco, insalubre, di quei preziosi materiali attraverso l’incenerimento e la realizzazione di nuove discariche, Grottelline (tra Poggiorsini e Spinazzola) e Corigliano (in provincia di Lecce), le cui localizzazioni (la prima a ridosso dell'invaso del Basentello e la seconda ubicata “a piombo” sulla grande riserva idrica che serve l’intero Salento) le rendono vere e proprie bombe ad orologeria dal punto di vista idrogeologico.

Dalle vertenze territoriali (Conversano, Grottelline e Corigliano) è sempre più evidente il filo rosso anzi nero che lega indissolubilmente ACQUA e RIFIUTI.

Quanto alla paventata creazione di un Ambito Territoriale Ottimale (ATO) unico sui rifiuti sul modello dell'Autorità Idrica Pugliese (AIP), riteniamo che questi enti debbano garantire meccanismi di partecipazione da parte dei cittadini (non solo di 5 sindaci che, come nel caso dell’AIP, assumono decisioni che riguardano tutto il territorio regionale!!!).

Ribadiamo il nostro totale sostegno, politico ed operativo, ai cittadini ed i comitati locali che si stanno battendo contro questo scempio, e la nostra solidarietà a chi si trova a dover manifestare per salvaguardare la salute propria e dei propri figli. Compito, quest’ultimo, che dovrebbe appartenere proprio alle istituzioni che, invece, oggi si preoccupano più di soddisfare le pretese di profitto a tutti i costi di potentati economici, presentate come salvaguardia della “concorrenza in materia energetica”, che di salvaguardare una sana e razionale gestione delle risorse e della salute pubblica. Ambiti,questi sì, di competenza regionale.

Comitato pugliese“Acqua Bene Comune” – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

mercoledì 12 giugno 2013

acqua e nucleare: 4 referendum e un funerale (la democrazia)


Oggi ricorre il compleanno (o anniversario di morte) dei 4 Referendum storici sull'acqua e sul nucleare. Era il 12 e 13 giugno del 2011 e oltre 27 milioni di italiani hanno detto chiaramente come volevano che fosse gestita l'acqua. 
Da allora non è cambiato assolutamente niente (o quasi). 

Se all'inizio c'erano Berlusconi col suo ministro Ronchi a trovare mille scuse per giustificare la privatizzazione dei servizi pubblici locali (tra cui la gestione del servizio idrico) con grandi menzogne come "E' l'europa che ce lo chiede!",
 con Monti e i suoi ministri/banchieri non è andata meglio. A traghettarci tra i due c'era (e c'è ancora) il presidente Giorgio Napolitano che da garante dell'unità nazionale e della costituzione avrebbe dovuto tenere in considerazione l'eccezionale portata del risultato referendario, invece niente.   

Sebbene si trattasse di un referendum abrogativo, dato che in Italia abbiamo sono quelli, il voto e la partecipazione assolutamente non scontati, non lasciavano adito a dubbi: gli italiani volevano (e vogliono) che l'acqua sia gestita da enti pubblici e sull'acqua non ci sia nessun profitto (mediamente paghiamo un + 7% in bolletta).

In Puglia, dunque ci aspettavamo un acquedotto soggetto di diritto pubblico e diminuzione delle tariffe, invece...  l'AQP resta una SpA e la tariffa è pure aumentata. 

All'indomani del referendum il governo Vendola che sulla carta (dei giornali) aveva pure sostenuto il referendum, da un lato sbandierava la cosiddetta ripubblicizzazione dell'Acquedotto (legge bocciata per motivi diversi sia dal comitato pugliese ABC sia dal consiglio di stato!!), dall'altro lo stesso Vendola dichiarava "non abbasseremo le tariffe" «Non abbasseremo le tariffe.... Occorre fare i conti con la realtà... Perché non l'ho detto prima? Nessuno me lo ha chiesto». Che gran burlone!

Referendum inutile allora? MA CERTO CHE NO!
Con quel risultato straordinario abbiamo cancellato quelle norme (già esistenti) che obbligavano gli enti locali a mettere in mano ai privati (leggi: multinazionali) per vent'anni almeno la gestione del servizio idrico. 
ABBIAMO CANCELLATO L'OBBLIGO DI PRIVATIZZARE! CHE NON E' POCO!
Certo, dopo quei numeri, ci si aspettava qualcosa qualche mossa politica più ardita, soprattutto da chi sul tema dell'acqua ha impostato ben 2 campagne elettorali. Ma tant'è.

Oggi per una strana coincidenza apprendiamo delle dimissioni del neo amministratore unico Maselli dopo a soli 6 mesi dalla nomina.

Tra due giorni invece presso il tribunale di Ginosa avrà luogo una delle cause pilota che il comitato pugliese AcquaBeneComune ha promosso contro l'AQP SpA proprio sul mancato rispetto dell'esito referendario in bolletta. 
Auguri.
Stay tuned

venerdì 23 marzo 2012

Il diritto all'acqua senza scuse

Comunicato stampa

Rispetto alla sentenza della Consulta del 21 marzo, pur riservandoci di esprimerci nel merito, come sempre dopo un’analisi approfondita e dettagliata della stessa, riteniamo di dovere chiarire alcuni punti essenziali.
  1. La Consulta non ha bocciato la ripubblicizzazione del Servizio Idrico.
  2. La Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge del governo pugliese, rimarcando le numerose incongruenze giuridiche. L’acquedotto pugliese SpA non è mai stato trasformato in un soggetto pubblico come la sentenza stessa dichiara.
  3. Gli aspetti della norma dichiarati incostituzionali sono, in larga parte, riconducibili agli articoli licenziati dalla Regione Puglia, difformi dal testo originario elaborato con il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”–Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua a fine 2009 con il contributo di esperti costituzionalisti.
  4. Fondamentale errore di carattere giuridico da parte del Governo regionale è stato quello di eliminare la definizione di servizio idrico come “servizio pubblico locale di interesse generale, privo di rilevanza economica”, attribuendo così automaticamente (ai sensi dell'art. 117 della Costituzione) la competenza in materia al Governo nazionale.
  5. Inoltre, uno dei passaggi "imputati" è quello nel quale si dichiara che "Il servizio idrico integrato della Puglia è affidato a un’azienda pubblica regionale che realizza la parte prevalente della propria attività con l’ente pubblico che la controlla", accezione che è propria del regime di una SpA in house non di un soggetto di diritto pubblico!
Per un raffronto fra il disegno di legge licenziato dal tavolo tecnico congiunto (fra Comitato Pugliese-Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e Governo della Regione Puglia) con la legge approvata dal Consiglio regionale il 14 giugno 2011, si rinvia alla valutazione diffusa dal Comitato pugliese nel mese di giugno 2011 , nella quale si mettono in evidenza le forti contraddizioni sui contenuti, oltre alleperplessità sulle modalità e i tempi dell’approvazione del Disegno di Legge leggi.
Più volte il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua ha chiesto direttamente al Presidente della Regione Nichi Vendola e all’Assessore alle OO. PP. Fabiano Amati unconfronto che, fra le altre cose, scongiurasse i rischi di illegittimità che si andavano profilando al quale, però, il Governo regionale si è sottratto, rivolgendo al Comitato in risposta solo gravi insinuazioni. guarda qui
Sono, purtroppo, intempestive le recenti scuse (leggi le SCUSE di AMATI) e, soprattutto, non sufficienti a cancellare i danni prodotti anche a causa della mancanza di ascolto, confronto e interlocuzione.

Perché si scrive Acqua e si legge Democrazia.
Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” – Forum dei Movimenti per l’Acqua

sabato 10 marzo 2012

Anche Altamura tra i comuni pugliesi pronti all'obbedienza civile.



Ora attendiamo che il Comune di Altamura dia il giusto seguito a questo incontro.
Perchè non cogliere l'occasione il prossimo 22 marzo (GIORNATA MONDIALE DELL'ACQUA) per organizzare con tutte le scuole primarie. 
UNA GIORNATA PER L'ACQUA AD ALTAMURA.

Ieri, 9 marzo, come sapete, si è riunito del Coordinamento pugliese degli EE. LL. per la ripubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese, convocato dal Sindaco di Bari.  Per  l'occasione, su proposta del Comitato pugliese “Acqua Bene Comune – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua” è stato affisso all’ingresso di Palazzo di Città di Bari lo striscione “Obbedienza Civile – il Mio Voto va rispettato (foto in allegato).

Il Comitato “Acqua Bene Comune” ha chiesto agli EE.LL. presenti di aderire alla campagna nazionale “Obbedienza civile. Il mio voto va rispettato” attraverso i seguenti atti: 
  • Integrazione dei rispettivi Statuti e inserimento del principio che il Servizio Idrico Integrato è privo di rilevanza economica; 
  • Esposizione delle bandiere “Il mio voto va rispettato” sugli edifici istituzionali come comunicazione permanente della richiesta di rispetto della legalità e della Carta costituzionale; 
  • Presentazione di un reclamo/istanza di rimborso all’AQP SpA per l’importo corrispondente alla remunerazione del capitale investito, abrogato dal referendum; 
  • Presentazione all’Autorità Idrica Pugliese della richiesta di adeguare le tariffe, eliminando la remunerazione del capitale; 
  • Ampia e diffusa campagna informativa presso la cittadinanza, invitandola ad aderire alla campagna di Obbedienza civile – Il mio voto va rispettato; 
  • Segnalazione degli URP o di altri uffici comunali nell’elenco degli sportelli informativi dove il cittadino potrà trovare informazioni e materiale per la campagna.
I Comuni presenti (tra i quali Altamura con l'ass. Disabato) si sono detti pronti ad aderire alla campagna e il Sindaco di Bari si è detto pronto a invitare i baresi all’Obbedienza Civile
“Noi ci auguriamo che a brevissimo la Regione Puglia e l’Acquedotto pugliese diano delle risposte a una questione, quella della riduzione della tariffa, che devono essere ovviamente trattate immediatamente. Altrimenti, per dare esecuzione al referendum non ci sarà altra possibilità che operare questa riduzione e poi eventualmente discutere nelle sedi giudiziarie se questa riduzione ha un fondamento o no ha un fondamento. Non si tratta di disobbedienza ma di applicazione tecnico-giuridica dei risultati dei referendum. Punto”. (GUARDA VIDEO)

Il Presidente della Regione Puglia risponde:
“L’esito del referendum sull’acqua va rispettato. Su questo non vi è alcun dubbio. Per questo accogliamo con piacere, finalmente, l’avvio, da parte del Governo, delle attività per definire gli interventi necessari a rendere concreto il risultato”.
vai su  http://www.regione.puglia.it/index....

sabato 28 gennaio 2012

IL MIO VOTO VA RISPETTATO (soprattutto da chi lo ha utilizzato)


E' necessario fare chiarezza rispetto alle dichiarazioni rilasciate a DESTRA e a MANCA a seguito del Convegno del 20 gennaio "Referendum. A(C)QUAle punto siamo?" durante il quale è stata lanciata la campagna di OBBEDIENZA CIVILE per il rispetto dell'esito referendario.
Sentire Vendola che mette in guardia quanti "qua e là" vorrebbero (a suo dire) "legittimare una fuga da questo dovere" fa venir voglia di fargli un ben gavettone con la speranza lo shock gli faccia ritornare in mente le promesse fatte nelle sue 2 campagne elettorali e gli impegni presi durante la campagna referendaria.


A destra si DESTReggiano...  guarda qui e a manca... MANCANO (LEGGI QUI)


Comunicato stampa
Obbedienza Civile. IL MIO VOTO VA RISPETTATO


Registriamo con soddisfazione che la “Campagna di Obbedienza Civile, il mio voto va rispettato” promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, l’appassionata e incessante mobilitazione di cittadine/i e associazioni che si riconoscono nel Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune”-Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e la entusiastica partecipazione popolare al convegno “Referendum. A(C)QUAle punto siamo?” organizzato il 20 gennaio scorso dal nostro Comitato hanno riaperto nella Regione Puglia il dibattito sull’applicazione del REFERENDUM del giugno scorso.

Troviamo francamente priva di senso la provocatoria proposta del capogruppo consiliare PDL alla Regione Puglia di presentare un proprio disegno di legge per l’applicazione del quesito referendario sulla remunerazione del capitale. A lui ricordiamo che la norma che garantiva la “remunerazione del capitale” è stata già abrogata e, come sancito dalla Corte Costituzionale, “la normativa residua è già immediatamente applicabile”. Prendiamo atto, da parte sua, di uno scarsissimo rispetto per i cittadini nel tentativo di strumentalizzare il risultato referendario e il referendum che, invece, è uno degli strumenti più alti di democrazia nel nostro Paese.

Pur apprezzando l’apparente cambio di prospettiva del Presidente Vendola (rispetto alle singolari dichiarazioni sulle tariffe dell’acqua in Puglia rese a valle dell’esito referendario), è doveroso chiarire al Presidente, a proposito della sua ultima dichiarazione rilasciata ai media, che la campagna (nazionale) di “Obbedienza Civile il mio voto va rispettato” non è “una fuga da un dovere” da parte della cittadinanza, ma è una risposta alla mancata applicazione della volontà popolare da parte degli amministratori e delle istituzioni preposte. Se ci fosse stato rispetto della legge – e, quindi, “obbedienza” all’esito referendario da parte di chi è preposto ad attuarlo, non ci sarebbe stato bisogno di alcuna campagna da parte dei cittadini.

Ad ogni buon conto, la campagna di “Obbedienza civile, il mio voto va rispettato” consiste nel pagare le bollette dell’acqua applicando una riduzione pari solo alla “remunerazione del capitale”.

Del resto, già da settembre scorso, il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”-Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua – seguito dalle associazioni dei consumatori e da numerosi cittadini/e - aveva inviato all’AATO (e per conoscenza ai Sindaci), la diffida ad applicare con tempestività l’esito referendario, eliminando dalla tariffa la quota di remunerazione del capitale. Ma la risposta è stata uno scarica barile.

Sottolineiamo, tra l’altro, che dal “Tavolo tecnico” istituito per ridiscutere l’argomento (il cui compito sembra quello di trovare il modo di ridurre le tariffe del Servizio Idrico e non, più correttamente, dare applicazione al referendum) siano nuovamente esclusi i cittadini, le parti sociali e i movimenti, in barba ai principi di partecipazione che pure sono contenuti nella Legge Regionale n. 11/2011 dal titolo Gestione del servizio idrico integrato - Costituzione dell’Azienda pubblica regionale “Acquedotto Pugliese (AQP)” (uno dei pochi punti rimasti inalterati sulla carta rispetto al disegno di legge approvato dal tavolo paritario tra il Forum e la Regione Puglia nel ormai lontano dicembre 2009).

Il voto va rispettato. Perché si scrive Acqua e si legge DEMOCRAZIA.

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” - Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua

giovedì 19 gennaio 2012

Obbedienza Civile in uno stato disobbediente (al referendum)



A sette mesi dal referendum con cui gli italiani hanno ribadito il carattere di bene comune dell’acqua e hanno detto no ai tentativi di privatizzare i servizi idrici, la volontà popolare non è stata ancora rispettata. Ad oggi, infatti, a livello locale nessun gestore ha abbassato le tariffe idriche intervenendo sulla voce «remunerazione del capitale investito» oggetto del secondo quesito referendario.
Per questo, in tutta Italia, è stata lanciata la campagna di “Obbedienza Civile” che in Puglia presenteremo venerdì 20 gennaio (ore 17.00 presso l’Aula Aldo Moro dell’Università di Bari, Facoltà di Giurisprudenza, Via C. Battisti, 1) organizzando un dibattito pubblico con personalità, fra le altre, come il prof. Riccardo Petrella (fra i massimi esponenti a livello europeo e mondiale sul tema del diritto all'acqua), il prof. Alberto Lucarelli (fra gli estensori dei quesiti referendari ), il dott. Rosario Lembo (Presidente del Contratto Mondiale sull'Acqua-Forum Italiano dei Movimenti sull'Acqua) e Padre Alex Zanotelli (Missionario Comboniano impegnato in prima linea per la difesa del diritto umano all'acqua potabile).

Il Convegno sarà l’occasione per fare il punto sulla situazione con uno sguardo particolare al contesto pugliese: nella nostra regione quest’anno le bollette dell’acqua potabile aumenteranno nonostante la volontà popolare abbia abrogato con il referendum del 12 e 13 giugno 2011 la “Remunerazione del Capitale” in tariffa che avrebbe dovuto comportare un immediato abbassamento delle tariffe, mentre rimane insoluto il nodo della ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese che resta al momento una S.p.A (diversamente da quanto previsto dal testo di legge partorito dal tavolo tecnico Regione Puglia – Movimenti per l’Acqua Bene Comune).

L’incontro di venerdì sarà l’occasione per provare a fare luce anche su questo tema.

Questi i relatori dell’iniziativa:
Riccardo Petrella, Presidente IERPE (Institut Européen de Recherche pour la Politique de l'Eau)
Alberto Lucarelli, Ordinario di Diritto Pubblico, Università Federico II Napoli
Rosario Lembo, Presidente Contratto Mondiale sull'Acqua-Forum Italiano Movimenti per l'Acqua
Consiglia Salvio, Coordinamento campano per la gestione pubblica dell'acqua
p. Alex Zanotelli, Missionario Comboniano.

Bari, 18 gennaio 2012

Il Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune” - Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua.
per informazioni: 339/6894675

lunedì 16 gennaio 2012

Il decalogo di Amati e le risposte del Comitato Acqua Bene Comune


Negli incontri pre-referendum chiedevamo quasi sempre ai cittadini "secondo voi che cos'è l'AQP? Un ente pubblico o una società privata?".
La risposta giusta (è una s.p.a.) - che il referendum voleva cambiare - è rimasta, però, la stessa anche dopo il voto di 27 milioni di italiani. 
Per quanto riguarda, in particolare, la Puglia il popolo dell'acqua non può affatto essere soddisfatto visto che la legge di "ripubblicizzazione" presenta delle incongruenze che fanno dubitare della natura giuridica (che non è mera questione di forma) dell'AQP e visto che il secondo quesito referendario  (quello che ha abrogato il 7% di remunerazione del capitale) è rimasto lettera morta (da noi, come nel resto d'Italia). 

Di seguito la risposta del Comitato pugliese ACQUA BENE COMUNE e del FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA al "decalogo" dell'assessore Amati, dieci domande "o forse più, pacate, problematiche, prive di suggestioni demagogiche, ed affettuose, a voi rivolte sulla base di ciò che ho letto negli ultimi mesi".

Caro Assessore, 
siamo sinceramente sorpresi delle domande che ci rivolge – poiché pensiamo che dovrebbero essere gli amministratori a dare risposte ai cittadini e non il contrario – ma anche altrettanto sinceramente contenti, poiché questa sua nota pubblica ristabilisce la comunicazione (sospesa ormai da mesi) ed esprime la sua disponibilità a comprendere e la sua intenzione a superare i “nodi” che si sono creati in questo periodo (e non semplicemente con il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” ma anche con quella parte di cittadinanza che ha fortemente creduto nella realizzazione dell’impegno alla ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese che avete assunto in campagna elettorale).

Le riflessioni e le osservazioni - che, in questi mesi, abbiamo portato alla sua attenzione, a quella del Presidente e del Consiglio regionale, e attraverso la stampa, a quella della cittadinanza tutta - poggiano su un punto centrale dal quale è necessario ripartire per poter affrontare la situazione nella sua completezza.

Si tratta della ripubblicizzazione dell’acquedotto pugliese che, allo stato attuale, ci risulta essere ancora una Società per Azioni
CONTINUA...

domenica 15 gennaio 2012

PUGLIA: BOLLETTE ACQUA, AUMENTO “ILLEGITTIMO” e INDEBITAMENTO inspiegabile.



A quelli del settimanale il Resto di Altamura

PUGLIA: BOLLETTE ACQUA, AUMENTO “ILLEGITTIMO”.

Anche quest’anno le bollette dell’acqua potabile in Puglia aumenteranno nonostante la volontà popolare abbia abrogato con il referendum del 12 e 13 giugno 2011 la “Remunerazione del Capitale” in tariffa che avrebbe dovuto comportare un immediato abbassamento delle tariffe.  Tuttavia, i cittadini pugliesi hanno continuato a pagare in maniera invariata – e ingiusta - per tutto il 2011 e rischiano di dover fare lo stesso anche per il 2012!

Secondo i dati forniti dal Piano d’Ambito 2010-2018 e la successiva delibera dell’esecutivo dell’Ato (7/02/2011) di rimodulazione della tariffa 2011 in base ai consumi di acqua prevista, la remunerazione del capitale dovrebbe costare alle tasche dei pugliesi circa 24 milioni di euro.
Con il nuovo anno non solo la remunerazione del capitale risulta ancora in tariffa ma è anche aumentata e, sempre sulla base dei dati, sembra essere l’unica voce in tariffa destinata ad aumentare vertiginosamente arrivando, nel 2018, ad oltre il 225% rispetto al 2010, che tradotto in cifre è pari a una somma di oltre 56 milioni di euro, una cifra maggiore rispetto agli investimenti previsti per lo stesso anno!
Tale condizione, peraltro, è determinata da un’inspiegabile corsa all’indebitamento cheraddoppierà nel corso di soli quattro anni a oltre 400 milioni di euro nel 2014!

La “Remunerazione del Capitale” deve esser scorporata dalla tariffa in quanto la volontà popolare ne ha sancito l’abrogazione ed è quindi illegittimo pretenderla, a maggior ragione in un periodo di crisi economica come quello che stiamo attraversando in questo momento storico.

Per questo a breve partirà anche in Puglia la campagna di “obbedienza civile” promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua affinché l’esito referendario sia rispettato e le tariffe ridotte! 
Per saperne di più PARTECIPA e INVITA A PARTECIPARE al

Convegno del 20 gennaio 2012 “Referendum. A(C)QUAle punto siamo?”, dove interverranno:
Riccardo Petrella, Presidente IERPE (Institut Européen de Recherche pour la Politique de l’Eau)
Alberto Lucarelli, Ordinario di Diritto Pubblico, Università Federico II Napoli
Rosario Lembo, Presidente Contratto Mondiale sull’Acqua-Forum Italiano Movimenti per l’Acqua
Consiglia Salvio, Coordinamento campano per la gestione pubblica dell'acqua
p. Alex Zanotelli, Missionario Comboniano.

Il convegno del 20 gennaio è un appuntamento molto importante anche per fare chiarezza e per capire COSA FARE per ripubblicizzare per davvero l’acquedotto pugliese.

NON MANCATE!