Visualizzazione post con etichetta Comitato Pugliese AcquaBeneComune. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Comitato Pugliese AcquaBeneComune. Mostra tutti i post

giovedì 5 gennaio 2017

Acquedotto pugliese: Emiliano come Vendola Tante parole e pochi fatti


Comunicato stampa
Acquedotto pugliese: Emiliano come Vendola
Tante parole e pochi fatti

«Nel nostro programma di Governo la privatizzazione dell’Acquedotto pugliese è esclusa, non è possibile, non ci sarà mai, almeno fino a quando io sarò Presidente della Regione» ha dichiarato qualche giorno fa il Presidente Emiliano in Consiglio regionale. La stessa affermazione che fece Vendola a più riprese durante le passate legislazioni!
E se è vero che le azioni di AQP SpA non sono state vendute a privati è anche vero che il governo Vendola non ha fatto l’unica cosa che avrebbe dovuto fare per mettere al riparo l’Acquedotto da una possibilità del genere, ovvero ripubblicizzarlo, cioè trasformarlo in Azienda speciale di Diritto Pubblico, sull'esempio dell’Azienda speciale “Acqua Bene Comune” di Napoli.

A tale proposito, ricordiamo al Presidente che in data 3 agosto 2016, il Consiglio Regionale Pugliese ha votato una mozione presentata dal M5S che ha fatto propria la nostra richiesta di istituzione di un tavolo tecnico paritario fra Regione e Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” per la ripubblicizzazione di Aqp SpA (ultimamente, il Presidente Emiliano sembra si sia impegnato a convocare il tavolo per il mese di gennaio).
Ma intanto il Presidente Emiliano cosa fa? Va nella direzione opposta con la proposta di trasformazione dell’Acquedotto in una multiutility, per arrivare a trasformare Aqp SpA in una vera e propria holding che diverrebbe l’unico gestore del Sud, inglobando tutti gli altri acquedotti!  
«Stiamo andando ad una gestione puramente manageriale, che probabilmente ci porterà anche alla fine a risparmiare dei soldi» anche ciò è simile a quanto sostenne Vendola al momento della nomina dell’Ing. Monteforte (fino ad oggi non è stato possibile visionare il puano industriale di Aqp). E a distanza di qualche anno abbiamo visto come è andata in termini di assenza di trasparenza, mancanza di applicazione dell’esito referendario, violazione del diritto umano all’acqua potabile, … infine l’ingegnere è finito indagato per reati ambientali e, più recentemente, per truffa e peculato (ovviamente sempre nell’esercizio delle sue funzioni di amministratore unico AQP)!
La storia dimostra – a tutti i livelli - che i manager (o i cosiddetti tecnici) non è detto che siano più onesti dei politici, ancor meno che siano interessati a indirizzare l’attività economica a fini sociali, come prescrivono gli art. 41 e 43 della Costituzione e la volontà espressa da 27 milioni di cittadini nel referendum del 12 e 13 Giugno 2011. Ancora una volta si cerca di sviare l’attenzione dal nodo della questione: il rispetto della volontà dei cittadini pugliesi e la ripubblicizzazione di AQP SpA.

L’istituzione immediata del tavolo tecnico per la ripubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese è condizione ineludibile per scongiurare la privatizzazione di AQP SpA!
Tutto il resto sono chiacchiere!

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”


--
Comitato pugliese "Acqua Bene Comune"

per ulteriori informazioni sulla campagna per la ripubblicizzazione del servizio idrico in Puglia si invita a visitare il blog  www.lacquanonsivende.blogspot.com o il sito internet: www.benicomuni.org

per informazioni sulla campagna a livello nazionale, si invita a visitare il sito: www.acquabenecomune.org"

martedì 8 novembre 2016

Emiliano vuole privatizzare Aqp? SI FERMI!

Comunicato Stampa


Emiliano vuole privatizzare Aqp? SI FERMI!



IN NOME DELLA DEMOCRAZIA E DELLA SOVRANITA’ POPOLARE
Il futuro di Acquedotto Pugliese è più che mai opaco, con presagi di privatizzazione dello stesso. Avevamo già espresso, lo scorso agosto, la nostra contrarietà alla nascita della nuova Agenzia regionale unica per l’affidamento della gestione dei rifiuti (condividendo le preoccupazioni della Rete Rifiuti Zero) perché contrari alla centralizzazione del potere decisionale su inceneritori e discariche e alla trasformazione del nostro Acquedotto in multiutility. A questo abbiamo aggiunto la proposta di percorsi concreti che avrebbero potuto indirizzare la Regione Puglia in una direzione diametralmente opposta, rispettosa del volere popolare.

Tuttavia, a confermare, e per giunta ad aggravare, le inquietanti ipotesi citate, è stato un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno del 27 Ottobre scorso che fa luce sul progetto della Regione Puglia, in accordo con il Governo Renzi e la sua politica di privatizzazioni e accentramento del potere al servizio delle potenti lobby industriali e finanziari, di trasformare Aqp SpA in una vera e propria holding che diverrebbe l’unico gestore del Sud, inglobando tutti gli altri acquedotti.   

Consideriamo inaccettabile la spregiudicatezza di tale strategia che, in totale spregio della volontà dei Pugliesi chiaramente espressosi appena 5 anni fa, si accompagna alla VIOLAZIONE del Diritto Umano all’Acqua potabile con la sospensione del servizio idrico, proprio in questi giorni, in alcune case popolari di Lecce e Provincia, senza alcun riguardo neanche per le esigenze di bambini, anziani e disabili!!!!

In più, ricordiamo che, in data 3 agosto 2016, il Consiglio Regionale Pugliese ha votato una mozione del presentata dal Movimento 5 Stelle di istituzione di un tavolo tecnico paritario fra Regione e Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” volto alla ripubblicizzazione di Aqp SpA. Quindi, il percorso di privatizzazione che la Regione sta imboccando, non è solo in contrasto con l’esito di un referendum popolare, ma anche con l’indirizzo indicato dal Consiglio Regionale democraticamente eletto. 

A questo punto, ci chiediamo se il Presidente Michele Emiliano che ha sposato la causa del referendum del 17 Aprile scorso contro le trivellazioni in mare, o che oggi si dichiara giustamente contro la riforma costituzionale in quanto, fra le altre cose, esautora le Regioni del proprio potere decisionale rispetto a politiche ambientali, energetiche e sulla gestione dei beni comuni, sia lo stesso Presidente che calpesta il Referendum sull’acqua pubblica, in piena linea con il Governo Renzi. 

Come può il Presidente Emiliano chiedere poteri decisionali per la Regione esprimendosi giustamente per il NO AL REFERENDUM COSTITUZIONALE e contemporaneamente ignorare la volontà dei cittadini pugliesi espressa nel referendum del 2011? 

IN NOME DELLA DEMOCRAZIA (= GOVERNO DEL POPOLO)
E DELLA SOVRANITA’ POPOLARE (UNICA fonte di LEGITTIMAZIONE DEL POTERE)
su cui si FONDA la NOSTRA COSTITUZIONE
voluta dalle MADRI e dai PADRI COSTITUTENTI
E CHE ONEREREMO E DIFENDEREMO IL 4 DICEMBRE VOTANDO NO AL SUO STRAVOLGIMENTO
C H I E D I A M O
al Presidente Michele Emiliano, al Governo e a tutti i Consiglieri regionali
- di FERMARE IL PROCESSO DI PRIVATIZZAZONE dell’Acquedotto pugliese in atto
- di dare seguito alla mozione votata dal Consiglio Regionale, istituendo il TAVOLO TECNICO PARITARIO PER LA RIPUBBLICIZZAZIONE DI AQP SPA
Coinvolgeremo la cittadinanza, e faremo rete con gli altri movimenti per l’acqua pubblica meridionali, pur di far sì che i nostri diritti vengano rispettati.
Perché, oggi come ieri,
SI SCRIVE “ACQUA”, SI LEGGE “DEMOCRAZIA”.

 



giovedì 30 giugno 2016

Vogliono trasformare l’AQP in una multiutility! Il comitato “Acqua Bene Comune” organizza 2 assemblee regionali l’8 e il 15 luglio 2016

 

Come Movimento ILGRILLAIO, nonchè componenti del Comitato Pugliese AcquaBeneComune, invitiamo cittadini, associazioni e comitati di varia natura a partecipate all'assemblea di venerdì 8 luglio a Bari (leggi sotto)

IN BALLO C'E' L'ACQUA, IN BALLO CI SONO LE NOSTRE VITE.

Vogliono vendere la Puglia. RiPugliamocela!

La giunta regionale sta preparando un disegno di legge per portare a termine il processo di privatizzazione dell’Acquedotto pugliese. Il disegno è trasformare l’AQP in una multiutility sulla base del modello di società a capitale privato, quotata in borsa (*). E per fare questo la Regione Puglia spende 130.000 euro di soldi pubblici per una società di consulenza privata cui affidare lo studio dell’apertura al nuovo business.

E’ un atto gravissimo che evidenzia il totale disprezzo verso il volere popolare che nel 2011, attraverso un referendum, sancì che il servizio idrico integrato e gli altri servizi pubblici locali devono essere sottratti al profitto e all’obbligo di gestione attraverso forme di diritto privato!

Non possiamo che inserire questa ultima vergogna nella lunga lista degli attacchi che il nostro territorio sta subendo in nome del profitto e della speculazione - nel totale silenzio o, in alcuni casi, con la complicità delle istituzioni locali - assieme alla cosiddetta “emergenza” xylella, la Tap, le istanze di ricerca di idrocarburi lungo le nostre coste, le discariche, gli inceneritori, le centrali turbogas, lo sviluppo dell’eolico e del fotovoltaico in mega impianti a scala industriale, le strade inutili e la cementificazione,  la speculazione edilizia, il ricatto lavoro-salute-ambiente e tanto altro ancora.

Da notare che la multiutility AQP dovrebbe estendersi oltre la Puglia e dovrebbe gestire, oltre all’acqua, anche i rifiuti e le energie rinnovabili. Due settori che, per essere sostenibili da un punto di vista ambientale, sociale ed economico, dovrebbero essere gestiti a scala locale, in maniera decentrata, diffusa, facilmente controllabile dai cittadini. La scelta, invece, di accentrarli in una multiutiliy provocherebbe la concentrazione dei profitti e del potere, che ha già dato prova di mortificare e danneggiare - se non distruggere - il paesaggio e l’ambiente, la salute dei cittadini, la vita sociale ed economica nei territori.

Pensiamo sia urgente organizzare un fronte comune di tutti i movimenti, i comitati, i cittadini e le realtà che si oppongono a questa deriva in difesa dell’ambiente, del diritto alla salute e all’autodeterminazione dei territori, contro ogni privatizzazione dei servizi pubblici e dei beni comuni, per salva-guardare la nostra terra.

Per questo convochiamo un’Assemblea regionale aperta che si svolgerà in due appuntamenti secondo il seguente calendario:

-          venerdì 8 luglio, alle ore 18.00 a Bari (presso lo Spazio di Mutuo Soccorso “Bread & Roses”, via Amendola, 189/A)
-     venerdì 15 luglio, alle ore 19.00 a Lecce (presso “Manifatture Knos”, via Vecchia Frigole, 36)

Perché le nostre vite valgono più dei loro profitti. Perché il nostro territorio non è in vendita.
Perché la sovranità appartiene al popolo e la Costituzione delle nostre madri e dei nostri padri è ancora vigente.

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune"

venerdì 20 febbraio 2015

Il comitato pugliese Acqua Bene Comune torna a scrivere all'amministratore di AQP SpA


Bari, 16 febbraio 2015

Egregio Prof. Costantino,

a seguito del contenuto di questa sua ultima comunicazione non possiamo che costatare, come cittadini, del perpetuarsi della grave mancanza di trasparenza nella gestione di un bene non solo comune ma vitale quale l’acqua.

Noi, quindi, cittadini pugliesi e utenti di AQP SpA prendiamo atto che, a oggi e dopo ripetute sollecitazioni, ci è impedito di conoscere

-          Il numero delle persone, utenti di AQP SpA, soggetta a sospensione del servizio idrico e, dunque, alla violazione del diritto umano all’acqua potabile sicura ed essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani, sancito dalla Risoluzione dell’Assemblea Onu del 28 luglio 2010 (A/64/L.63/Rev.1);

-          Il Piano industriale 2011-2014 che decide delle politiche di gestione del bene comune e vitale quale l’acqua (indicare come Piano Industriale il power point consegnato durante la conferenza stampa è un’offesa all’intelligenza comune).

La sovranità popolare e, dunque, il rispetto del dettato Costituzionale e della pratica democratica non si realizzeranno né con l’ambivalenza né con gli auspici ma solo con una  corretta e coerente applicazione della legge e della volontà popolare.

Del resto, la sua posizione appare in linea con quella posta in essere fin dal 21 luglio 2011 (giorno di pubblicazione dei risultati referendari sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e data in cui questi hanno assunto il rango di legge vigente) da chi si è alternato nelle posizioni di governo delle istituzioni e delle aziende: non fare quanto in proprio potere per dare corso al risultato referendario e/o fare di tutto per impedire l’applicazione del dettato referendario e/o “scaricare” su altri la responsabilità delle proprie scelte e/o attendere le leggi “vigenti” che conviene rispettare.

Pertanto, amaramente prendiamo atto

E invitiamo tutta la cittadinanza pugliese a prendere atto che

-          Lei, come gestore del servizio, ritenga di essere tenuto a conformarsi alle determine dell’AEGSII e della sentenza del TAR Lombardia ma non di dover rispettare la volontà espressa dal popolo sovrano attraverso lo strumento costituzionale del referendum esercitato nel giugno 2011;

-          la Regione Puglia, in qualità di unico azionista di AQP SpA, non sia mai intervenuta in questo scambio epistolare (benché più volte coinvolta direttamente ed espressamente nelle figure del Presidente, degli Assessori e dei Consiglieri) al fine di garantire la trasparenza delle politiche di gestione;

-          la Regione Puglia, in qualità di Ente Pubblico garante dell’interesse collettivo non si sia attivata al fine di garantire il rispetto e l’attuazione della volontà popolare espressa così chiaramente dall’esito referendario;

-          la Regione Puglia, in qualità di Ente Pubblico garante dell’interesse collettivo, non abbia fatto quanto in suo potere per garantire il rispetto e l’applicazione del diritto umano all’acqua potabile;

-          la proprietà pubblica delle azioni della società AQP SpA non sottrae la gestione dell’acqua e la sua funzione sociale alla logica del profitto;

-          in Puglia, le tariffe, dal 2007-2012, sono aumentate del 22,4% (al quale si aggiunge un aumento medio su base nazionale del 3,9% nel 2014 e del 4,8% stimato per il 2015) e a fronte di un mancato pagamento viene interrotta la fornitura di un bene vitale quale l’acqua;

-          la situazione potrebbe addirittura peggiorare qualora nel 2018 (anno di scadenza della concessione del servizio idrico integrato)  si dovesse procedere con la vendita ai privati delle azioni di AQP SpA.  Ipotesi che risulta plausibile alla luce di alcuni segni premonitori come la contrazione del personale e la dismissione del patrimonio  avviati in questi ultimi anni (così come, peraltro, più volte denunciato dal Comitato scrivente).
Pertanto, il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” invita tutta la cittadinanza a continuare - con gli strumenti riconosciuti dalla legge e dalla Costituzione, e attraverso ogni pratica che possa legittimamente affermare la sovranità popolare - il percorso per il riconoscimento reale e la garanziadel diritto umano all’acqua potabile.

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

giovedì 22 maggio 2014

MILLE BARILI DI PETROLIO NON VALGONO UN SOLO BICCHIERE D'ACQUA


  Lo scorso 5 aprile ad Altamura è nata la Rete Appulo-Lucana SALVA l'ACQUA con l'intento di mettere in comune le battaglie civiche per la difesa del bene comune per eccellenza. Noi siamo felici di farne parte
A poco più di un mese dalla nascita, la rete ha stilato un documento che vi preghiamo di diffondere in ogni dove (sia in internet, sia per strada). In puglia si sa poco di cosa accade alle "sorgenti" del nostro acquedotto. E' bene iniziare ad interessarsi.

Agli inizi di giugno avrà luogo un incontro pubblico organizzato dal Comitato AcquaBeneComune e dalla stessa Rete SALVA L'ACQUA con la presenza della prof.ssa Albina Colella. Stay tuned!





Il petrolio “non ce lo beviamo”

MILLE BARILI DI PETROLIO NON VALGONO
 
UN SOLO BICCHIERE D'ACQUA

Cittadini e movimenti pugliesi e lucani per salvare l'acqua dalle trivelle

La Rete Appulo-Lucana SALVA L'ACQUA, promossa dal Comitato Pugliese Acqua Bene Comune alla quale hanno aderito associazioni e cittadini pugliesi e lucani, sensibili al tema dell’acqua pubblica e di qualità, esprime solidarietà alle popolazioni lucane e si mobilita per la difesa dei territori dagli interessi dei petrolieri.
La Lucania e in particolare la Val d’Agri con l’invaso del Pertusillo, ospita alcuni dei bacini imbriferi più importanti per gli approvvigionamenti d'acqua di Puglia. È da questi luoghi che parte un allarme legato alle attività di trivellazione ed estrazione ed al conseguente rischio di inquinamento.
Le immagini mostrano in modo chiaro cosa sta accadendo oggi in Basilicata. Se in tutte le aree gialle si autorizzassero le “ricerche” (leggi trivellazioni) si ridurrebbe la Lucania ad una immensa gruviera.

La mobilitazione su questo fronte nasce sulla scia delle indagini effettuate dalla Prof. Albina Colella, (Ordinaria di Geologia e Sedimentologia, dell’Università di Basilicata) che evidenziano la presenza di metalli ed idrocarburi, nelle acque stesse e nei sedimenti del Pertusillo. A questa è seguita una denuncia all’UE da parte di comitati, associazioni e cittadini della Basilicata e della Calabria.
 
Acqua, Aria e Suolo sono minacciati da ulteriori trivellazioni, 
e ciò con grave pericolo per ogni forma di vita,
se è vero che con l’estrazione o la separazione del gas dal petrolio si immettono nell’aria idrogeno solforato ed altri pericolosi inquinanti;
se è vero che nel sottosuolo si disperdono fanghi contaminati;
se è vero che le sostanze chimiche utilizzate per perforare restano nel terreno e si infiltrano nelle falde acquifere, inquinandole in maniera irreversibile (l’opera di estrazione necessita di molta acqua pompata ad alta pressione e miscelata a idrocarburi, composti organici, metalli, sali e altre sostanze chimiche di lavorazione);
se è vero che le acque utilizzate per l’estrazione (considerate “rifiuti speciali”) sono talvolta immesse nei pozzi di re-iniezione, ossia nei pozzi già esauriti;
se è vero che la rete degli oleodotti che si collegano al centro di raffinazione è esposta all’effetto corrosivo di agenti chimici e atmosferici con il rischio di riversamento del petrolio nel terreno e nella falda;
se è vero che la discontinuità tettonica del sottosuolo lucano determina la circolazione idrica sotterranea fra le varie falde, nonché gli scambi fra le falde e i fiumi.
Se tutto ciò è vero, come denunciano da anni i movimenti NO TRIV, allora sono comprensibili le forti preoccupazioni per scenari disastrosi.
Nel 2013 la Basilicata ha fornito 4 milioni di tonnellate di petrolio, appena il 2,5% del consumo nazionale di energia ed il 6,6% del consumo nazionale di petrolio (diminuito del 35% negli ultimi 20 anni). La produzione Lucana è destinata ad esaurirsi a breve: «Il rapporto fra le sole riserve certe e la produzione annuale media degli ultimi cinque anni, indica uno scenario di sviluppo articolato in 7,2 anni per il gas e 14 per l’olio» (fonti ministeriali 2012).
La logica del profitto selvaggio, protetta dallo Stato, minaccia in modo drammatico e irreversibile la vita di milioni di uomini, di miliardi di animali e piante.
I predatori del petrolio sono incuranti dell’inquinamento del bene comune più prezioso, che coincide con la vita, il bene comune per eccellenza, l’ACQUA.
La Rete Appulo-Lucana SALVA L'ACQUA vuole divulgare queste ed altre informazioni per una più ampia mobilitazione anche in Puglia, unica strada per costringere gli Enti locali ad applicare il principio della precauzione, inopinabile visto che parliamo di un elemento vitale come l’acqua.

Perché si scrive salva l’acqua
e si legge salva la vita

lunedì 14 aprile 2014

Nasce la RETE APPULO-LUCANA “SALVA L'ACQUA”

Qualche settimana fa vi abbiamo dimostrato (con la vicenda di Borgo Venusio)  quanto sia necessario non fermare lo sguardo al confine tra Puglia e Basilicata. Si parlava di aria, ma già sapevamo che per l'acqua è la stessa cosa. Infatti...
Fate una prova: sovrapponete le due immagini e capirete perchè è il caso di preoccuparsi di quanto sta accadendo in Basilicata. Nelle prossime settimane partirà una importante campagna informativa. Stay tuned


comunicato stampa
Nasce la RETE APPULO-LUCANA “SALVA L'ACQUA”

RIAFFERMARE IL PRIMATO DELL'ACQUA sul PETROLIO E' POSSIBILE.
L'ACQUA NON SI FERMA AL CONFINE REGIONALE ED UNISCE I COMITATI DI PUGLIA E BASILICATA

Sabato 5 aprile 2014, ad Altamura diversi gruppi e singoli cittadini attivi pugliesi e lucani si sono incontrati per dare vita alla RETE APPULO-LUCANA SALVA L'ACQUA.
All'appello lanciato dal Comitato Pugliese AcquaBeneComune hanno risposto in molti.
Si tratta di persone che operano in diversi contesti, ma tutti hanno a cuore le sorti del diritto all'acqua potabile e la salvaguardia del Bene Comune.
L'acqua è il bene comune per eccellenza oltre che paradigma culturale e chiave di lettura di un sistema economico (e politico) che sembra aver perso il senno.
L'incontro è stato convocato dopo una serie di allarmi provenienti da diverse zone della Basilicata ed in particolare dalla zona dell'invaso del Pertusillio. Allarmi legati alle attività estrattive e di trivellazione, e al conseguente rischio di inquinamento, in relazione ai quali esistono già segnalazioni/denunce provenienti da cittadini e associazioni operanti sul territorio della Basilicata.
In particolare si è discusso dei risultati di analisi provenienti dall'invaso del Pertusillo condotti dalla prof.ssa COLELLA (Ordinario di Geologia, Università di Potenza).
Analisi che hanno evidenziato la presenza nelle acque dell'invaso (da cui attingono molti comuni della Puglia) di sostanze inquinanti, tra cui idrocarburi.
Sulla base di tali risultati si è proceduto ad inoltrare una formale denuncia alla Unione europea per le violazioni di numerose norme del diritto comunitario, compiute dalla Regione Basilicata. La denuncia ha messo in evidenza la mancata tutela delle acque, lo sfruttamento intensivo del territorio, la distruzione delle economie locali e di ogni forma di economia sostenibile.
I gruppi provenienti dalla Basilicata hanno socializzato quanto sta accadendo nella loro Regione, dove fare ricerche petrolifere costa solo 2 € per kmq. L'intero bacino imbrifero che fornisce l'acqua potabile alla Puglia, per uso civile e agricolo rischia seriamente un definitivo e irreversibile inquinamento, le cui conseguenze, a fronte dei ricavi modesti, provenienti dal petrolio, potrebbero costituire una vera e propria catastrofe nell'imminente futuro.
Ciò che manca – sostengono – è la necessaria presa di coscienza del pericolo che incombe, sia da parte dei cittadini pugliesi e lucani sia da parte degli Enti locali e, per questo, a breve, partirà una campagna di divulgazione.
Obiettivo prossimo della Rete SALVA L'ACQUA è la promozione di campagne informative che nel prossimo futuro potrebbero fare la differenza tra chi si attiva per difendere il Bene Comune per eccellenza (l'ACQUA) e chi resta a casa a guardare la tv pensando "tanto io bevo l'acqua minerale!!!".
A chiusura della campagna di sensibilizzazione si prevede di realizzare un evento che veda coinvolte le comunià pugliesi e lucane e che porti all'attenzione dei media, degli amministratori locali e, perchè no, delle stesse procure quanto sta accadendo stiamo rischiando di diventare come il Texas.

Perchè si scrive salva l'acquae si legge salva la vita

Rete APPULO-LUCANA Salva l'ACQUA

Comitato Pugliese AcquaBeneComune, AcquaBeneComune Altamura, ilGrillaio Altamura, QuiBariLibera, Centro Studi Torre di Nebbia, Ass. Carthage, RifiutiZero Prov. Bari, AcquaBeneComune Bari, Coord. Acqua Pubblica Basilicata, Mediterraneo NO TRIV, Ass. Ross@, AcquaBeneComune Giovinazzo, AcquaBeneComune Lecce.


mercoledì 16 ottobre 2013

PRGRU Puglia: il filo nero che lega ACQUA e RIFIUTI

ex-cava di Grottelline


Comunicato stampa

PER L'ACQUA il FUTURO è NERO, 
SE NON E' a RIFIUTI ZERO
MA LA REGIONE PUGLIA PENSA ALLA CONCORRENZA E DIMENTICA LA SALUTE

Molti di noi hanno manifestato assieme ai cittadini di Mola,Polignano e Conversano contro il nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani, mentre questo era in discussione presso il Consiglio regionale Pugliese, che prevede, fra l’altro, la conferma della tristemente celebre discarica in Contrada Martucci.

La popolazione denuncia l’utilizzo di tale discarica anche – oramai - per lo sversamento di rifiuti tossici e nocivi per la salute pubblica.

Dal canto nostro, non possiamo che prendere atto dell’ennesima inadeguata, contraddittoria e deludente decisione da parte dell’amministrazione regionale che ignora la evidente volontà di oltre 13.000 di cittadini Pugliesi che in questi ultimi mesi hanno firmato per la proposta di legge di iniziativa popolare “Rifiuti Zero” la quale prevede, fra l’altro, il recupero e il riutilizzo dei materiali contenuti nei rifiuti.

Il piano, infatti, risulta basato sulla logica malata dello spreco, insalubre, di quei preziosi materiali attraverso l’incenerimento e la realizzazione di nuove discariche, Grottelline (tra Poggiorsini e Spinazzola) e Corigliano (in provincia di Lecce), le cui localizzazioni (la prima a ridosso dell'invaso del Basentello e la seconda ubicata “a piombo” sulla grande riserva idrica che serve l’intero Salento) le rendono vere e proprie bombe ad orologeria dal punto di vista idrogeologico.

Dalle vertenze territoriali (Conversano, Grottelline e Corigliano) è sempre più evidente il filo rosso anzi nero che lega indissolubilmente ACQUA e RIFIUTI.

Quanto alla paventata creazione di un Ambito Territoriale Ottimale (ATO) unico sui rifiuti sul modello dell'Autorità Idrica Pugliese (AIP), riteniamo che questi enti debbano garantire meccanismi di partecipazione da parte dei cittadini (non solo di 5 sindaci che, come nel caso dell’AIP, assumono decisioni che riguardano tutto il territorio regionale!!!).

Ribadiamo il nostro totale sostegno, politico ed operativo, ai cittadini ed i comitati locali che si stanno battendo contro questo scempio, e la nostra solidarietà a chi si trova a dover manifestare per salvaguardare la salute propria e dei propri figli. Compito, quest’ultimo, che dovrebbe appartenere proprio alle istituzioni che, invece, oggi si preoccupano più di soddisfare le pretese di profitto a tutti i costi di potentati economici, presentate come salvaguardia della “concorrenza in materia energetica”, che di salvaguardare una sana e razionale gestione delle risorse e della salute pubblica. Ambiti,questi sì, di competenza regionale.

Comitato pugliese“Acqua Bene Comune” – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

venerdì 4 ottobre 2013

Il DIRITTO (mancato) all'ACQUA e il RISPETTO (mancato) del REFERENDUM. Conferenza stampa con Petrella

 Se qualcuno domani fosse a Bari, potrebbe fare un salto ed ascoltare Riccardo Petrella che parla di DIRITTO all'ACQUA (negato) in PUGLIA e di RISPETTO (mancato) del REFERENDUM...


Sabato 5 ottobre 2013, ore 11,00
Conferenza stampa presso ingresso Palazzo di Città di Bari
 Referendum su Acqua. DISATTESO E VIOLATO.
Al contrario di quanto annunciato,
 in Puglia
·       nessuna restituzione sulle tariffe idriche 2011
·       ripubblicizzazione AQP SpA bloccata
·       diritto umano all’acqua non garantito
Il Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune” convoca una conferenza stampa sabato 5 ottobre 2013 alle ore 11.00 presso l’ingresso del Palazzo di Città a Bari. Sarà presente il prof. Riccardo Petrella che, il 21 maggio scorso, ha presentato nel capoluogo pugliese “Il Nuovo Manifesto dell’Acqua e degli altri Beni Comuni”.
Oggetto della conferenza è la recente approvazione del nuovo modello tariffario da parte dell’Autorità Idrica Pugliese fortemente in contraddizione con l’esito referendario del 12 e 13 giugno 2011 e l’ulteriore notizia che – contrariamente a quanto dichiarato ai giornali - in Puglia non ci sarà alcun rimborso della remunerazione del capitale investito NEANCHE per il 2011 in virtù della compensazione con i costi finanziari (tale notizia di cui si è chiesto riscontro all’AIP non è stata ancora smentita).
I luoghi non sono neutri. E il Comune di Bari è stato scelto come luogo della conferenza stampa poiché, il Sindaco Emiliano - che ha sostenuto il referendum aderendo anche alla campagna di “Obbedienza Civile” per il rispetto dell’esito referendario - è responsabile (insieme ai Sindaci di Lecce, Andria, Mesagne e San Marco in Lamis componenti del Direttivo dell’AIP) del mancato rispetto dell’esito referendario.
Nell’occasione, verrà presentata una lettera aperta indirizzata ai sindaci membri del Direttivo dell’Autorità Idrica Pugliese, ai Presidenti a tutti i Consiglieri dei Comuni sopramenzionati, nonché al Presidente della Regione Puglia e a tutti i consiglieri affinché – ognuno per quanto di competenza – ripristinino senza indugio e al più presto una situazione di legalità e di rispetto della democrazia.

Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua

 


--
Segreteria del Comitato Referendario Pugliese "2 SI per l'Acqua Bene Comune"

sabato 14 settembre 2013

I REFERENDUM SULL'ACQUA NON SONO TUTTI UGUALI

I referendum non sono tutti uguali! Infatti mentre a Berlino si da (giustamente) seguito al risultato di un referendum sull'acqua del 2011 (leggi qui) riprendendosi la gestione (pubblica) del servizio idrico, in Ita(g)lia lo stesso sull'ACQUA viene BELLAMENTE ignorato soprattutto in quello che era il messaggio politico più forte e chiaro: FUORI I PROFITTI DAL BENE ACQUA, L'ACQUA SIA GESTITA DA ENTI PUBBLICI (e partecipati dai cittadini).
L'ultima perla di questa triste vicenda ce la regala l'Autorità Idrica Pugliese che nonostante le rassicurazioni durante un incontro con il Comitato Pugliese AcquaBeneComune, qualche settimana fa comunica che procederà con la restituzione di quanto pagato ingiustamente dai cittadini pugliesi per il solo periodo luglio-dicembre 2011. E PER IL PERIODO SUCCESSIVO? Niente!
NON CE LA DANNO A BERE
Dopo due anni ancora inattuato il referendum
Apprendiamo con sconcerto che anche l'AIP (Autorità Idrica Pugliese) ha lasciato che l'AEEG (Autorità Energia Elettrica e Gas) producesse l'ennesima truffa ai cittadini in merito all'attuazione del secondo quesito del referendum del 12 e 13 Giugno 2011.
Con la delibera n. 26 del 16.07.2013 - trasmessa a fine agosto anche al Comitato Pugliese "Acqua Bene Comune” - l'AIP ha, infatti, avviato il procedimento di attuazione alla delibera AEEG del 25 giugno 2013 che stabilisce le modalità di restituzione della remunerazione del capitale investito garantita ai gestori dall'art. 154 comma 1 del Decreto Legislativo 152/06, abrogato dal secondo quesito.
Anche per la Puglia, dopo oltre due anni dal travolgente risultato referendario, si prospetta quindi un'attuazione parziale e scorretta dell'esito referendario: ad essere oggetto di restituzione è, infatti, solo la quota di remunerazione del capitale investito relativa al periodo luglio-dicembre 2011 e comunque "al netto dei costi finanziari e fiscali".
Quanto al periodo successivo viene applicato il nuovo metodo tariffario, approvato nel 2013 ma valido anche retroattivamente (in barba ai principi espressi dalla giurisprudenza e in particolare dal Consiglio di Stato); questo metodo reintroduce forme di garanzia sostanzialmente analoghe alla abolita remunerazione del capitale. Quel che era uscito dalla porta, viene fatto rientrare dalla finestra.
La gravità del comportamento della AEEG e, conseguentemente, dell'Autorità Idrica Pugliese e dei Comuni presenti nel Consiglio Direttivo, nonostante le interlocuzioni chieste ed ottenute con il Comitato, si accompagna alle dichiarazioni contraddittorie e al silenzio degli amministratori regionali a cui si continua a chiedere con forza l'attuazione piena ed effettiva dell'esito referendario.
Il processo di ripubblicizzazione di AQP SpA è bloccato nonostante i titoli dei giornali all'indomani del referendum. E il governo regionale si ostina nel rifiutare ogni richiesta di confronto del Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”, in barba alla propaganda sulla partecipazione della cittadinanza.
Del resto, il DIRITTO all'acqua è rimasto un mero spot elettorale: degli interventi a garanzia del minimo vitale non v'è più traccia. E a chi non può pagare viene interrotta la fornitura idrica.
Eppure il referendum ha dato un segnale chiaro: l'acqua non è una merce, è un bene comune finalizzato alla tutela di diritti umani fondamentali e slegati da ogni logica economico-produttivista. La legalità, solidarietà e la ragionevolezza e non la mera efficienza economica e il profitto devono guidare gli amministratori a tutti i livelli nella gestione del Servizio Idrico Integrato.
Invitiamo quindi le autorità competenti a rivedere le determinazioni assunte e i Comuni e la Regione a rendere effettivo il diritto all'acqua.

Ai cittadini rivolgiamo ancora un appello per continuare questa battaglia di democrazia per riaffermare la SOVRANITA' esercitata attraverso il referendum.

domenica 7 luglio 2013

SE SCRIVI LEGGI sull'ACQUA e NON LEGGI DEMOCRAZIA


Mentre diversi parlamentati e meetup si apprestato a "scusarsi" in merito alla vicenda del ddl sull'Acquedotto pugliese, in alcuni gruppi Facebook altamuresi, pare non si riesca a non buttarla in caciara e neanche a rimanere sul tema.
RIschio inevitabile considerato che mancano le informazioni minime su come stanno le cose a livello di Acquedotto Pugliese, di cosa sia avvenuto a livello di governo regionale dal 2008 ad oggi, di cosa sia il comitato Pugliese AcquaBeneComune (un soggetto POLITICO) di cosa sia il Forum italiano dei movimenti per l'acqua (altro soggetto Politico), di quale sia il ruolo di alcuni senatori del M5S nell'intreccio tra Vendola e l'Acquedotto Pugliese, della differenza tra leggi nazionali e leggi regionali (capisc' ammè!) ...
Non è affatto una questione di "prima io": solo una mente priva di giudizio (o con il gusto della caciara) può continuare meccanicamente a ripetere------.
Quando si dice che il METODO è SOSTANZA ci si riferisce al fatto che non è sufficiente RIPUBBLICIZZARE l'acquedotto pugliese attualmente una Società per Azioni il cui unico azionista AD OGGI è la Regione Puglia (capisc' a mmè!!), ma è FONDAMENTALE che la forma giuridica sia quella di Ente di diritto pubblico PARTECIPATO. Pochi di voi sanno che Vendola - che Ciampolillo mandò ad intervistare in giacca e cravatta alla vigilia delle ultime elezioni facendogli promettere una cosa che avrebbe potuto/dovuto fare prima delle elezioni (guarda Vendola e il sogno dell'Acquedotto Pubblico) - per anni ha sostenuto che l'Acquedotto era pubblico dato che era in mano alla regione e che la FORMA giuridica era una "questione OZIOSA"... l'importante è l'ACQUA PUBBLICA (come pure si legge in alcuni commenti)... SBAGLIATO!!
Anche in questo caso la FORMA (giuridica) il METODO (di gestione) NON E' NEUTRO.
E' evidente allora che questo non è un campo dove misurarsi a "CHI ARRIVA PRIMA" e questo il sen. Ciampolillo non l'ha considerato.
Del resto alcune settimane fa era stato lo stesso M5S a stigmatizzare la "FUGA" in avanti di SEL in parlamento: QUESTA NON è UNA BATTAGLIA DA STRUMENTALIZZARE! L'ACQUA NON HA COLORE (neanche partitico).
SAPETE PERCHE' GLI ULTIMI REFERENDUM SONO STATI UN SUCCESSO CON 27 MILIONI DI PARTECIPANTI?
SAPETE COME SI RIESCE A PORTARE AVANTI BATTAGLIE COME LA MODIFICA DEGLI STATUTI COMUNALI?
creando un fronte ampio su temi (come l'ACQUA) che non possono non essere sposati da chiunque abbia un minimo di comprendonio. E il fronte ampio OGGI il M5S non ce l'ha, il M5S oggi doveva/deve essere uno strumento al servizio del bene comune che passa dalla PARTECIPAZIONE ad un percorso CONDIVISO (anche da altre forze politiche, sennò col cacchio che passa quel DDL!!).
Chi continua a dire l'importante è avere il DDL non capisce che quel DDL, se non PARTECIPATO dal fronte ampio fatto di cittadini, di comitati, di associazioni è destinato a rimanere Disegno...  chi pensa che il fine giustifica i mezzi non ha idea della superficialità di queste parole e della miopia politica di un simile approccio.
Da qui la posizione critica di chi da diversi anni ha forse imparato qualcosina che potrebbe evitarci qualche altro colpo basso (come quello all'indomani del referendum o dopo la sentenza della Corte costituzionale sulla legge regionale).

A questo proposito, forse non tutti sanno che all'epoca della raccolta firme per i referendum, l'italia dei Valori di Di Pietro tentò una fuga in avanti scavalcando i movimenti per l'acqua e presentando altri quesiti sul tema acqua. Sapete com'è andata a finire? Bocciati dalla corte costituzionale!

Provate ad immaginare cosa sarebbe successo se non ci fossero stati i due quesiti del Comitato per l'ACQUA BENE COMUNE... Obbligo di andare a gara e campagna mediatica del tipo: "Visto? I quesiti non sono ammissibili! La privatizzazione della gestione degli acquedotti è inevitabile! Ma non vi preoccupate: L'ACQUA RESTA PUBBLICA e noi rimaniamo il popolo bue che SE LE BEVE TUTTE!

giovedì 4 luglio 2013

il DDL del M5S sull'AQP: la cultura dell'acqua tra CONSULTAZIONE e PARTECIPAZIONE

Un paio di senatori del M5S pensano che l'importante sia andare avanti, che non conta il "COME". Ignorano l'importanza del metodo e pensano di poter imporre per legge un cambiamento culturale come quello che sta alla base del riconoscimento e della pratica del DIRITTO ALL'ACQUA. E' come voler imporre per decreto  l'utilizzo della moon cup o dei pannolini lavabili... In un paese come l'Italia, 2° al mondo per consumo (e acquisto!!) di acqua/merce in bottiglia, l'acqua come elemento vitale l'abbiamo trasformata (a colpi di spot) in una merce come le altre. E' questa involuzione culturale il vero problema.

Per quanto concerne l'Acquedotto Pugliese, pensare che trasformarlo in Ente di diritto pubblico sia il vero ostacolo, l'obiettivo finale, significa non aver capito una cippa!

Gli italiani e soprattutto i pugliesi devono recuperare il proprio amore per l'acqua dopo diversi decenni di anti-cultura grazie alla quale i nostri ragazzi confondono l'acqua con le bottigliette di PET: contenitore e contenuto!

La Puglia sitibonda (di Orazio) conosceva il valore dell'acqua che cadeva dal cielo e si precipitava nelle viscere della terra; bisognava recuperarla e soprattutto bisognava salvaguardare quella enorme riserva che si accumulava nel sottosuolo. Oggi arriviamo all'assurdo che ci preoccupiamo dell'acqua che ci arriva da lontano (e facciamo bene, per carità!) ma perdiamo di vista quella che abbiamo sotto i piedi. Quelli di Corigliano ne sanno qualcosa! Nei dintorni di Altamura l'acqua delle fonti del "VUCCOLO", e de "LA PUTTA" non è più potabile e non solo per la presenza di batteri fecali (GUARDA IL VIDEO) e sempre ad Altamura abbiamo un depuratore che è assolutamente sottodimensionato che ci fa restituire alla Basilicata un torrente di merda (video).

All'incontro del 29 giugno tra Comitato Pugliese AcquaBeneComune ed alcuni esponenti del gruppo deputati e senatori del Movimento 5 Stelle c'eravamo anche noi (guarda il video). Abbiamo avuto modo di apprezzare la disponibilità dei parlamentari presenti (in evidente difficoltà per la mossa poco saggia di un loro "collega" senatore). Abbiamo constatato la sincera volontà di recuperare, ma come?

Se la parola d'ordine dev'essere PARTECIPAZIONE, ci sarebbe un solo modo: il senatore Ciampolillo dovrebbe RITIRARE il progetto di legge presentato il 25 giugno, fare un passo indietro per ripartire insieme ai comitati di cittadini e  favorire per un reale percorso condiviso che non precluda la strada ad altri deputati e senatori.

Perchè (mai come ora) SI SCRIVE ACQUA SI LEGGE DEMOCRAZIA (partecipata).


dopo il comunicato vi consigliamo di leggere questa nota Fb del cittadino/deputato Delorenzis che espone in maniera molto chiara i fatti  

 

comunicato stampa
IL M5S PRESENTA UN DISEGNO PER LA RIPUBBLICIZZAZIONE DELL'AQP E DIMENTICA LA DEMOCRAZIA

 E’ con sconcerto e preoccupazione che il Comitato Pugliese “Acqua Bene Comune” apprende che il 25 giugno scorso il gruppo del Movimento Cinque Stelle Senato ha presentato un disegno di legge sulla “ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese” a firma di Lello Ciampolillo e Carlo Martelli e sottoscritto da tutti i senatori M5S.

Ciò avviene, infatti, quattro giorni prima (29 giugno) dell’incontro programmato – da tempo – dal Comitato Pugliese con tutti i parlamentari pugliesi del M5S al fine di concretizzare gli impegni da questi ultimi assunti durante la campagna elettorale in tema di garanzia del diritto umano all’acqua, di rispetto e applicazione dell’esito referendario e di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato.

Non conoscendo il testo del DDL (che non è stato ancora pubblicato) non entriamo nel merito di una sua valutazione. Ci lascia, comunque assolutamente perplessi il metodo seguito per la sua elaborazione e presentazione.

 Nel breve testo pubblicato sul blog beppegrillo.it, il M5S Senato dichiara che «il nuovo Ente pubblico AQP dovrà essere l’occasione per una forte innovazione sul piano della effettiva partecipazione dei cittadini alla definizione e alla decisione sulle scelte e le priorità della gestione ed al suo controllo».

I principi di partecipazione democratica, però, appaiono violati fin dalla presentazione del DDL che non ha in alcun modo coinvolto tutti quei cittadini e quelle realtà associative che, per anni, si sono battute per la ripubblicizzazione, né il Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” che da oltre 7 anni è attivamente impegnato mettendo le proprie competenze a disposizione della battaglia comune cosa che ha portato, nel 2009, ad essere parte integrante (insieme, fra gli altri, al prof. Alberto Lucarelli) del tavolo tecnico istituito con delibera regionale per l’elaborazione di un testo di legge per la ripubblicizzazione.

“Si scrive acqua si legge democrazia” non è un mero slogan ma un’indicazione del metodo da adottare per le decisioni sui beni comuni che non possono dirsi tali se sono assunte dai “dominanti” di turno.

Auspichiamo, quindi, che il M5S voglia ritirare il DDL presentato e avviare immediatamente unpercorso di ripubblicizzazione del servizio idrico realmente partecipato, attivando un tavolo tecnico a cui diamo, fin d’ora, piena disponibilità al fine di scrivere insieme una nuova storia dell’acqua in Puglia e in Italia. Riteniamo che questa nostra richiesta possa essere agevolmente accolta dai firmatari del DDL, nel caso in cui la mancanza di coinvolgimento sia dovuta solo a un banale errore, una dimenticanza, una distrazione (errare humanum est) e non vi sia invece una precisa volontà politica di agire sentendosi automaticamente investiti da una sorta di autorità di “rappresentanza assoluta e aprioristica” della volontà dei cittadini.

Comitato Pugliese Acqua Bene Comune