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lunedì 20 luglio 2015
C.S. BANDO PUBBLICA ILLUMINAZIONE
Comunicato Stampa M5S Altamura su BANDO PUBBLICA ILLUMINAZIONE:
prima di impegnarsi a spendere 36 milioni di euro il comune si doti del Piano Regolatore di Illuminazione Comunale (PRIC), di un ufficio per il risparmio energetico. Si prevedano anche meccanismi di partecipazione.
Tra le perle che gli altamurani hanno ereditato dalla passata amministrazione vi è un progetto di finanza (proposto dalla ditta Michele Maggi) riguardante la pubblica illuminazione il cui bando scade il prossimo 24 luglio. 36 milioni di euro in 20 anni sono bei soldini (che pagheranno gli altamurani) e vanno gestiti con oculatezza e con una pianificazione. Il Piano Regolatore dell'Illuminazione Comunale (PRIC) però ad Altamura non è mai stato redatto.
Una legge regionale (n.15/2005 "misure per il contenimento dell'inquinamento luminoso e per il risparmio energetico" e relativo regolamento n.13 del 22 agosto 2006) e relativo regolamento regionale n. 13/2006 imporrebbero un adeguamento del sistema di pubblica illuminazione per ridurre l'inquinamento luminoso ed attuare un risparmio energetico importante.
A tal fine i comuni avrebbero dovuto dotarsi "entro quattro anni dalla data di entrata in vigore della L.R. n. 15/2005, di piani per l'illuminazione a basso impatto ambientale e per il risparmio energetico".
E' utile ricordare al Sindaco Forte che nel settembre del 2014 il Comune di Altamura aveva messo a bando la redazione del PRIC, ma un mese dopo il bando veniva "rinviato a data da destinarsi", cioè mai più. Ad aprile 2015 con una delibera di giunta il Comune di Altamura approvava e dichiara di pubblica utilità il project financing proposto dalla ditta Maggi Michele, proposta il cui bando scade tra qualche giorno (il 24.07.2015)
Pianificare le spese è il primo passo per non sprecare soldi.
Per questo chiediamo al Sindaco ed alla giunta che valuti l'opportunità di annullare il bando di cui sopra e riaprire i termini della gara d'appalto del servizio di redazione del P.R.I.C al fine di
razionalizzare i costi di esercizio e di gestione degli impianti,
attuare il risparmio energetico mediante apparecchi e lampade ad alta efficienza,
regolare il flusso luminoso e limitare l'inquinamento luminoso ottico.
E', inoltre, urgente dotarsi di un ufficio energia comunale e/o di un energy manager per evitare che fondi regionali, nazionali o europei non vengano proficuamente impiegati dalla nostra città.
Si segnala, a riguardo, l'avviso, del Ministero dello sviluppo economico, per la sostenibilità e l'efficienza energetica CSE 2015 (http://www.poienergia.gov.it) che consente ai Comuni di ottenere contributi a fondo perduto per la realizzazione di intereventi di efficientamento energetico e/o produzione di energia da fonti rinnovabili a servizio di edifici comunali. Le istanze di concessione potranno essere presentate dal 14 luglio al 12 settembre, fino ad esaurimento della dotazione.
Altamura, 20 luglio 2014
Movimento 5 Stelle Altamura
Pietro Masi Consigliere Comunale Movimento 5 Stelle Altamura
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lunedì 30 maggio 2011
L'ENEL e l'ACQUA in Patagonia
"Per il terzo week end consecutivo una grande manifestazione ha attraversato la capitale Santiago per dire no agli impianti idroelettrici progettati dall'utility italiana e dalla cilena Colbùn. Gli attivisti temono danni all'ambiente. Il new York Times: "Sacrificare la Patagonia potrebbe essere un errore"
Cinque grandi dighe da costruire in Patagonia. A volere il progetto Hidroaysèn è il governo cileno. Con il coinvolgimento dell’italiana Enel e della cilena Colbùn. Ma per il terzo fine settimana consecutivo una grande manifestazione ha attraversato il centro di Santiago del Cile per protestare contro un piano energetico, che secondo gli attivisti, causerà danni all’ambiente.
Il progetto è stato approvato dalla commissione di Valutazione ambientale della Regione meridionale e patagonica di Aysèn. Ma la commissione è di nomina governativa centrale, come del resto lo sono ancora i governi regionali in Cile. In termini assoluti il numero di partecipanti alle manifestazioni non sembra impressionante. Sono comunque tanti per un paese dove le manifestazioni di massa come una volta non ci sono più. Oltre ventimila sabato 28 maggio a Santiago, trentamila il fine settimana precedente. Questa volta però non ci sono stati incidenti, non è partito il gruppetto dei giovani “incappucciati” più arrabbiati"
continua su ilfattoquotidiano
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martedì 14 dicembre 2010
il fotovoltaico fotoVoltato a schifìo
In questi giorni si parla molto in Puglia degli enormi interessi della criminalità organizzata nel settore delle energie alternative che specie da noi stanno diventando una valida "alternativa" al traffico di droga. L'allarme lanciato da Pisanu sulle infiltrazioni mafiose nella Green Economy ha svegliato gli ultimi addormentati (veri e/o presunti).
Già, perchè i fatti di cui Pisanu parla oggi, in realtà sono stati attenzionati da Cosimo Forina (Gazzetta del Mezzogiorno), da Carlo Vulpio (Corriere della Sera), Gianni Lannes (giornalista free lance alla cui vita hanno attentato diverse volte e cui recentemente è stato oscurato il sito internet (www.italiaterranostra.it >>> sito di emergenza: congiannilannes.blogspot.com)...
Facciamo questi nomi perchè sono tutti pugliesi, perchè fanno il loro mestiere scrivendo sempre fatti, nomi, cognomi, luoghi... Magari queste persone fanno fatica a verdersi pubblicati i loro pezzi, magari è scomodo averli ospiti nei convegni politically correct presidiati dai politici di ogni colore, magari cercano di zittirti con le cattive o (cosa peggiore) con le buone.
Ma i loro racconti, e non sono i soli, ci sono e chi non sa, non vuole sapere.
In puglia, il fotovoltaico è stato fotoVOLTATO. Tra Gravina e Poggiorsini, ettari ed ettari di terre fertilissime sono state rivestite di pannelli di silicio. Molti dicono: ma che male c'è! E' energia pulita, no?! Noi rispondiamo:
sì, se non occupassero altro suolo;
sì, se rendessero economicamete indipendenti le abitazioni;
sì, se non fosse un modo per dare l'assalto ai fondi pubblici da parte dei soliti noti
sì, se alla base di tutto ci fosse l'amore per la propria terra;
sì, se queste scelte scellerate non mettessero in discussione la sovranità alimentare dei nostri paesi sottraendo terra alla coltivazione del cibo.
Per capire cosa c'è dietro i c.d. conto energia leggete questo paragrafetto
Già, perchè i fatti di cui Pisanu parla oggi, in realtà sono stati attenzionati da Cosimo Forina (Gazzetta del Mezzogiorno), da Carlo Vulpio (Corriere della Sera), Gianni Lannes (giornalista free lance alla cui vita hanno attentato diverse volte e cui recentemente è stato oscurato il sito internet (www.italiaterranostra.it >>> sito di emergenza: congiannilannes.blogspot.com)...
Facciamo questi nomi perchè sono tutti pugliesi, perchè fanno il loro mestiere scrivendo sempre fatti, nomi, cognomi, luoghi... Magari queste persone fanno fatica a verdersi pubblicati i loro pezzi, magari è scomodo averli ospiti nei convegni politically correct presidiati dai politici di ogni colore, magari cercano di zittirti con le cattive o (cosa peggiore) con le buone.
Ma i loro racconti, e non sono i soli, ci sono e chi non sa, non vuole sapere.
In puglia, il fotovoltaico è stato fotoVOLTATO. Tra Gravina e Poggiorsini, ettari ed ettari di terre fertilissime sono state rivestite di pannelli di silicio. Molti dicono: ma che male c'è! E' energia pulita, no?! Noi rispondiamo:
sì, se non occupassero altro suolo;
sì, se rendessero economicamete indipendenti le abitazioni;
sì, se non fosse un modo per dare l'assalto ai fondi pubblici da parte dei soliti noti
sì, se alla base di tutto ci fosse l'amore per la propria terra;
sì, se queste scelte scellerate non mettessero in discussione la sovranità alimentare dei nostri paesi sottraendo terra alla coltivazione del cibo.
Per capire cosa c'è dietro i c.d. conto energia leggete questo paragrafetto
La truffa del fotovoltaico (fonte: controtuttelemafie.it)
La psicosi del risparmio energetico ha scatenato la disperata ricerca della fonte energetica alternativa che consente di liberare i cittadini da questa schiavitù. Tra gli investimenti maggiormente pubblicizzati da una rete di imprese, associazioni e banche figura come primario quello dell'impianto fotovoltaico, godendo di un sistema di incentivazione particolare: il conto energia. Il caro petrolio ha lanciato la psicosi del risparmio energetico e ha scatenato la disperata ricerca della fonte energetica alternativa per uscire dal circolo vizioso dei rincari insostenibili. Cominciano così ad accreditarsi sempre più le fonti di energia alternative, sostenute da una politica promossa dall'Unione Europea e dagli stessi governi di incentivi per abbattere le emissioni di CO2 nell'atmosfera, come sancito dal Trattato di Kyoto. Tra gli investimenti maggiormente pubblicizzati da una rete di imprese, associazioni e banche figura come primario quello dell'impianto fotovoltaico, godendo di un sistema di incentivazione particolare. In particolare, il Decreto Ministeriale del 19 febbraio 2007, ha previsto una procedura amministrativa in virtù della quale viene concesso una forma di finanziamento, mediante il pagamento ad una tariffa fissa, l'energia prodotta mediante il proprio impianto fotovoltaico. In tal modo, il Ministero dell'Ambiente decide di trasferire al proprietario dell'impianto, nonché assegnatario del progetto di finanziamento, una cifra annuale commisurata alla capacità energetica dell'impianto, remunerando l'elettricità prodotta dall'impianto per un certo numero di anni. Stiamo parlando del progetto "conto energia" che va a ripagare con un piano di ammortamento l'acquisto degli impianti già acquistati, funzionanti e connessi alla rete elettrica di distribuzione della casa, predisponendo degli appositi contatori che indicano non solo l'energia consumata ma anche quella prodotta. Ovviamente viene prevista anche la possibilità di poter vendere alla rete nazionale energetica il surplus prodotto, acquistando un credito nei confronti dell'Enel. La norma in sé sembra conveniente e allettante, considerando che riconoscerebbe ad una famiglia media di 4 componenti, che costruisce un impianto di 4 Kw, un finanziamento di 2500€ all'anno, a cui occorre aggiungere il risparmio energetico derivante dal mancato pagamento di bollette energetiche e gas.
Di fatto, per applicare tale norma è stato costruito un contorto sistema che vede imprese, banche e assicurazioni coinvolte in una rete viziosa allo scopo di trarre ovviamente un guadagno dall'incentivazione statale ad acquistare impianti fotovoltaici. I soggetti promotori del progetto sono il più delle volte società, spesso con una struttura multilevel, che si fanno carico delle pratiche di progettazione ingegneristica e civile dell'impianto, nonché del montaggio e del collegamento dello stesso alla rete di distribuzione interna e nazionale. Costruiscono a tal fine una rete di agenti che - come i nostalgici rappresentanti degli elettrodomestici e casalinghi - propongono al cliente la costruzione di un impianto fotovoltaico a costo pari a zero, grazie alla possibilità di usufruire degli incentivi statali. In realtà, in una seconda fase del colloquio, l'agente spiega che al momento dell'acquisto dell'impianto, viene sottoscritto un "mutuo chirografario" di 20 anni, ad un tasso del 5-6%, grazie al quale la Banca anticipa l'intera somma del costo dell'impianto e poi si rifà sulle somme trasferite dal Ministero.
Il punto critico viene allo scoperto proprio esaminando questo "piccolo" particolare, in quanto l'acquisto dell'impianto implica direttamente la sottoscrizione del mutuo, ma non necessariamente l'attribuzione degli incentivi statali, la cui concessione si ha solo dopo che l'impianto diventa funzionante e deve comunque scontare la valutazione delle condizioni esistenti. Nel momento in cui, dunque, acquistate l'impianto verrà subito acceso il mutuo, che non sarà collegato alla pratica inoltrata presso il Ministero: i due contratti vengono ad esistere in momenti diversi, e le vicende dell'uno non posso influire l'esito dell'altro. In altre parole, qualora lo Stato non conceda il finanziamento o interrompa il trasferimento perché "le quote energetiche" sono state tutte aggiudicate, il mutuo non cesserà di esistere e incomberà sul soggetto che lo ha sottoscritto, unico e solo debitore "chirografario", ossia responsabile personalmente e con i suoi beni. Nel meccanismo è stata prevista anche una forma di "copertura assicurativa" in caso di furto o di guasto dell'impianto, che potrebbero portare all'interruzione dei trasferimenti dello Stato: in questo caso occorre aggiungere l'ulteriore costo della componente assicurativa. Stesso discorso vale per la manutenzione e per la garanzia dell'impianto, in quanto l'impresa dà una copertura di oltre 20 anni per alcune componenti, mentre per altre la garanzia non può essere superiore a 10 anni considerando che alcuni componenti - come l'inverter che consente di convertire l'energia continua in energia alternata come necessita al sistema elettrico. Allo stesso modo, la garanzia non è collegata al mutuo, in quanto qualora il guasto non rientri nelle clausole previste né dall'assicurazione né dalla garanzia, il debito della banca resta lì, e deve essere pagato in ogni caso.
Infine, stiamo parlando di impianti che costituiscono una tecnologia "vecchia", risalente agli sessanta, e che in quanto tale dovrebbe essere venduta ad un prezzo di mercato ragionevole, oltre ad aver coltivato esperienza e conoscenza tale da poter far fronte ad ogni inconveniente. Nella realtà gli impianti fotovoltaici vengono venduti a prezzi molto elevati, per circa 7 mila euro ogni Kw di potenza, senza tuttavia garantire che la potenza dell'impianto rimanga nel tempo immutata e non sia sottoposta a degrado, e molto spesso le società comprano dei materiali scadenti per rivenderli ad alte tariffe, con costi che vanno alle stelle se si considera che dovranno alimentare la multilvel, le Banche e le assicurazioni. È chiaro che, dietro al fotovoltaico - entrato nell'immaginario collettivo come una fonte di energia alternativa ed ecologica - hanno costruito un sistema intenzionalmente contorto e complesso per fare, ancora una volta, dell'energia un business, ai danni dei cittadini e dello Stato stesso.
Per quanto possa essere giusta e solida la motivazione di fondo della norma, il modo in cui viene applicata è sbagliato, è poco trasparente e potrebbe rivelarsi una vera e propria truffa, per far girare la macchina bancaria e delle multilevel. Poteva essere elaborato un qualsiasi altro sistema, come un diretto coinvolgimento dell'Enel, che avrebbe beneficiato degli incentivi, oppure avrebbe messo nel conto di ammortamento il risparmio delle bollette, senza richiedere così l'intervento di una banca. D'altronde se il sistema era davvero conveniente, funzionale ed efficiente, avrebbe avuto una pubblicità su larga scala, e avrebbe preso piede tra la popolazione in poco tempo. Invece sono anni che non si muove nulla, e in questi ultimi mesi l'unica cosa che sono riusciti a muovere sono stati - come sempre d'altronde - i mutui, i debiti, i finanziamenti. Allora ci chiediamo perché l'Enel non comincia già da domani a fornire ad ogni famiglia un impianto fotovoltaico, acquistando dai cittadini l'energia, investendo così della "produzione diffusa" e non in quella concentrata in obsolete centrali termoelettriche. Molto spesso abbiamo risposto a questa domanda dicendo che "vi sono grandi interessi delle lobbies petrolifere" che impedisce il diffondersi di tecnologie differenti. La triste realtà tuttavia fa capire che questo è un grande alibi, che il problema di base siamo noi stessi, i nostri governi, le nostre imprese, che complicano una cosa così semplice solo per speculare, per lucrare sulla speranza dei cittadini di uscire dall'incubo del petrolio e del gas. I mutui, le multilevel: non sono questi i mezzi che porteranno i popoli ad ottenere energia libera, perché sono strumenti di potere.
I clan pugliesi mettono le mani sul business della «green economy». Se fino a poco tempo fa c’erano dubbi, ora c’è più di un indizio che ha superato lo step del mero sospetto, arrivando a un passo dalla «prova». L’allarme arriva direttamente dal presidente della commissione parlamentare antimafia, Beppe Pisanu, al termine della «missione» di due giorni in Puglia del 10 dicembre 2010. Il senatore parla per oltre mezz’ora, in Prefettura, rispondendo a una serie di domande dei giornalisti.
Un argomento suscita subito l’attenzione ed è il riferimento agli affari nell’energia pulita. I clan acquistano e rivendono terreni dove collocare la pale eoliche o un parco fotovoltaico che gestiscono anche in proprio attraverso società prestanome: «Non chiedetemi altro, sono vincolato al segreto istruttorio», taglia corto Pisanu che conferma l’esistenza di indagini sulla piovra dell’energia da fonti rinnovabili. Il presidente non indica aree specifiche, ma è evidente che il fenomeno non può riguardare solo il Gargano, zona regina per l’eolico, e dove «la criminalità tende ad assumere forme più oculate di controllo del territorio e caratteristiche di vera e propria mafia». Del resto, la Puglia è la regione italiana con la più alta potenza di eolico, quindi va da sè che la criminalità fiuti l’affare e cerchi di approfittarne, chiosa il presidente dell’organismo bicamerale. Ma di eolico e fotovoltaico a iosa vi è anche nel Salento. Come a iosa sono le polemiche in fazioni contrapposte nello stesso marasma ambientalista salentino.
Pisanu ha parlato anche di borghesia mafiosa facendo riferimento a quel salto di qualità che vede la regione proiettata nell’olimpo di quei territori dove i colletti bianchi trovano terreno fertile. È il caso del riciclaggio di denaro sporco alimentato da connivenze e collusioni con una platea di professionisti che hanno ammodernato il modus operandi delle organizzazioni criminali, sempre più propense a far tacere le armi per poter operare sottotono.
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lunedì 26 luglio 2010
Futuro nero. Al contadino non far sapere quanto fanno schifo le verdure nere (di petrolio).
"For the ignorance of the public is the real capital of monopoly"
Hanry Demarest Lloyd
Come dire: al contadino non far sapere quanto fan fan schifo le verdure nere (di petrolio).
Lo sanno bene i petrolieri: la prima cosa da fare è nascondere le carte, agire in sordina, non far parlare dei reali rischi che comportano tutte le attività estrattive. La mistificazione della realtà con la promessa di progresso e posti di lavoro, magari con la faciloneria degli amministratori locali fa il resto.
Dei 15 comuni interessati dal progetto di ricerca petrolifera "Palazzo San Gervasio" solo due comuni pugliesi hanno dato l'ok: Mivervino Murge e Spinazzola, due comuni i cui territori ricadono all'interno del PARCO NAZIONALE DELL'ALTA MURGIA.
Com'è possibile conciliare il petrolio con i prodotti tipici? Mangereste voi il fungo cardoncello nero?
Alcuni di questi amministratori locali ritengono erroneamente che le attività di trivellazione per cercare il petrolio siano senza rischi: QUESTO E' FALSO e lo sa bene chi ha seguito il convegno trasmesso in diretta streaming dal Blog del Grillaio sul nostro canale web tv (http://www.ustream.tv/ilgrillaio). A 24 ore dall'evento già 112 visualizzazioni.
Una comunità locale, dunque, vuole capirci di più, organizza un convegno, chiama a raccolta i cittadini ed invita a parlare chi ne sa un po' di più chiedendo al comune di patrocinare l'iniziativa. Il sindaco di Spinazzola Scelsi non ha patrocinato l'evento ed è stato triste sentire dalla voce di Cosimo Forina (portavoce del Comitato No all'Italia Petrolizzata di Spinazzola che ha organizzato il convegno) che lo stesso comune ha negato l'utilizzo delle sedie che sono state gentilmente offerte dai "vicini" di Poggiorsini.
Il convegno è stato molto partecipato da cittadini e mezzi di informazione. Assenti i sindaci dei comuni limitrofi invitati dal comitato.
Noi ad Altamura possiamo stare tranquilli per il nostro pane dop, il grano duro con cui viene fatto il nostro pane, viene da lontano. E' al sicuro dal petrolio nostrano!
Al comune sono talmente tranquilli che all'interpellanza del 31 maggio 2010 presentata dal Movimento Aria Fresca sull'argomento non è stata data finora alcuna risposta.
La Prof.ssa Maria Rita D'Orsogna, Docente di Fisica al Dipartimento di Matematica della California State University, a Northridge, è innamorata dell'Abruzzo terra d'origine di cui è strenuo difensore contro ogni speculazione nella battaglia contro le trivellazioni ad Ortona. Coordina le sue attività di paladina dell'ambiente dal suo blog (dorsogna.blogspot.com) e la scorsa settimana ha tenuto un convegno a Metaponto ed uno, appunto, a Spinazzola.
La D'Orsogna, dispiaciuta per l'assenza degli amministratori locali, ha messo in guardia da quelli che sono i rischi legati alle trivellazioni (anche quelle esplorative): i fanghi e fluidi perforanti la cui composizione chimica molto tossica è un segreto industriale.
Cassandra del nostro territorio, Carlo Vulpio, autore de La città delle Nuvole, ha illustrato i casi allarmanti delle pecore alla diossina di Taranto, del miele agli idrocarburi della Val d'Agri e ha messo in guardia da quella che è una errata concezione di progresso in cambio di Royalties che si aggirano sul 7% (una miseria). Le conseguenze sull'ambiente e sulla salute non sono le sole, ha continuato Vulpio, la Basilicata dei giagimenti di petrolio continua ad accusare una emigrazione di giovani da fare paura. Insomma anche in questo caso si privatizzano i profitti ed in cambio di miseri compensi si socializzano gli ingenti costi.
All'incontro era presente anche il vice presidente del Parco Nazionale dell'Alta Murgia Michele Di Lorenzo che ha parlato delle difficoltà da parte dello stesso Ente Parco a reperire la documentazione relativa a questo progetto di trivellazioni ed ha chiarito che questa attività non ha "nessuna possibilità di convivenza" con quelle che sono le finalità dello stesso Parco.
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sabato 10 luglio 2010
Un mare nero
Free TV Show from Ustream
Qualche settimana fa il Tar della Puglia detto NO alle trivellazioni off shore in Puglia tra Brindisi e Monopoli. L’assessore regionale pugliese all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, ha reso noto che il Tar ha accolto il ricorso della Regione contro il decreto di VIA che dava l’ok a Northern Petroleum per l’esecuzione di sondaggi geosismici per la ricerca di idrocarburi al largo delle coste tra Monopoli e Brindisi.
Nell'epoca in cui il petrolio sia in via di esaurimento, si intensificano le attività di ricerca di nuovi giacimenti e sembra non fare più notizia lo sversamento tutt'oggi in corso di milioni di litri di petrolio nel golfo del messico. Nei prossimi giorni un nuovo tentativo, dopo diversi fallimenti, di bloccare la fuoriuscita di greggio che come marea nera sembra essere arrivata in Florida
Il contatore sopra conta la perdita ad oggi in galloni (1 gallone = 4 litri)
Qualche settimana fa il Tar della Puglia detto NO alle trivellazioni off shore in Puglia tra Brindisi e Monopoli. L’assessore regionale pugliese all’Ambiente, Lorenzo Nicastro, ha reso noto che il Tar ha accolto il ricorso della Regione contro il decreto di VIA che dava l’ok a Northern Petroleum per l’esecuzione di sondaggi geosismici per la ricerca di idrocarburi al largo delle coste tra Monopoli e Brindisi.
Nell'epoca in cui il petrolio sia in via di esaurimento, si intensificano le attività di ricerca di nuovi giacimenti e sembra non fare più notizia lo sversamento tutt'oggi in corso di milioni di litri di petrolio nel golfo del messico. Nei prossimi giorni un nuovo tentativo, dopo diversi fallimenti, di bloccare la fuoriuscita di greggio che come marea nera sembra essere arrivata in Florida
Il contatore sopra conta la perdita ad oggi in galloni (1 gallone = 4 litri)
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giovedì 18 giugno 2009
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