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domenica 21 febbraio 2021
Emiliano mette sott'olio i diritti delle bambine e dei bambini
Emiliano mette sott'olio i diritti delle bambine e dei bambini e getta nel caos scuole e famiglie. Dalla scuola on demand alla scuola “per chi ha problemi non diversamente affrontabili".
Il comitato per il diritto alla Salute e all’istruzione e Priorità alla scuola Puglia invitano ad un presidio lunedì 22 febbraio ore 8,00 dinanzi a tutte le scuole.
Ci aspettiamo dai presidi e dalle presidi di Puglia un sussulto di dignità che, ahimè, è mancato totalmente ai sindacati confederali che hanno chiesto a gran voce questo scempio giuridico e sociale. Le scuole, infatti, dovranno – in base all’ordinanza – assicurare “ogni adempimento”, ove “necessaria una implementazione tecnologica” ai fini della DDI “con l’urgenza del caso”. Nessuna risorsa, nessun supporto ma una bacchettata sulle dita se non siete capaci di fare miracoli tra sabato e domenica. Eh spicciatevi, che il Presidente ha altro da fare!
Cosa? Per esempio organizzare in 15 giorni la copertura vaccinale della classe docente. Tutta? Richiami compresi? Chi può dirlo. Per ora sappiamo che entro fine mese la Regione avrà dosi a sufficienza per coprire il 70% del personale e che l’efficacia protettiva del vaccino è a 21 giorni. Due conti bastano per dire che nessuna certezza vi è sulla riapertura né il 5 marzo né in un’altra data. Né dati numerici vengono forniti sulla dichiarata incidenza del virus su bambini e adolescenti, anche per aiutare i cittadini a comprendere l’effettivo rischio derivante dalla frequenza scolastica.
Quello che sappiamo per certo è che bambine e bambini della Puglia contano molto meno degli altri minori in Italia. Non hanno diritto alla scuola e, addirittura, per la scuola dell’infanzia si immagina che possa servire a qualcosa la DDI. Della loro istruzione e formazione in Puglia non importa nulla a nessuno. Una regione di serie B, insomma!
Nessuna misura compensativa, nessun aiuto alle famiglie che abbiano esaurito permessi e congedi. Se poi il provvedimento incida soprattutto sulle donne ad Emiliano e al suo governo poco interessa.
L’importante – come è stato pure dichiarato – è salvare la stagione estiva. Se volete essere presi sul serio in Puglia conviene vestirsi da ombrellone.
Ai seguenti link trovate la comunicazione da inviare al più presto a scuola: shorturl.at/cinzM
Comitato per il Diritto alla Salute ed all’Istruzione – Altamura
Comitato Genitori Speciali – Altamura
CONTATTI: +39 347 552 8837
giovedì 7 gennaio 2021
La disORDINANZA di Emiliano è una vergona per tutti
Riceviamo e, con piacere pubblichiamo, il comunicato del Comitato Salute e Istruzione di Altamura
Mentre infanzia, elementari e medie tornano in presenza in tutta Italia,
in Puglia “decidono” le famiglie intontite dai post ambigui del Presidente su FB
La disORDINANZA DI EMILIANO
è una vergogna per tutti!
Lopalco: “Vogliamo garantire il sacrosanto diritto delle famiglie ad essere spaventati” ed Emiliano posta: “Nessuno deve ritornare a scuola”.
In tutta Italia non vi sono precedenti della confusione creata dal governatore pugliese. Un'ordinanza dovrebbe dare indicazioni chiare ai cittadini, invece - per la seconda volta - le famiglie, gli insegnanti e tutte le comunità scolastiche pugliesi vengono gettate nel caos da chi decide di non decidere. In Puglia, dunque, continua la scuola “on demand” che trasforma un diritto/dovere in un'elemosina/capriccio: la scuola è in presenza SOLO SE i genitori ne fanno RICHIESTA per elementari e medie (in estrema sintesi). Ventiquattro ore dopo la pubblicazione dell'ordinanza, Emiliano, con un post Facebook, getta nel panico i genitori: “Domani nessuno studente di ogni ordine e grado deve andare a scuola”, si legge. Il post diventa, solo pochi minuti dopo, “Domani nessuno studente di ogni ordine e grado è obbligato ad andare a scuola”.
A pagare le spese di questo inqualificabile comportamento, neanche a dirlo, sono i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze colpevoli di essere nati nella regione governata da Michelone Emiliano e dal suo assessore Lopalco. I due, infatti, sono determinati più a tutelare il “sacrosanto diritto (?!?) delle famiglie ad essere spaventate ed a tenere i figli a casa” (cit. Lopalco) che a garantire i diritti costituzionali alla salute e all'istruzione. Questo lo specchio di un approccio populista alla crisi epidemiologica in atto, slegato da riferimenti precisi a dati e circostanze.
Nelle motivazioni iniziali dell'ordinanza, peraltro, si fa genericamente cenno ad un importante numero di focolai scolastici, ma a leggere il Rapporto ISS COVID-19 n. 63/2020 relativo al periodo dall'apertura delle scuole fino al 27 dicembre, i focolai segnalati dalla Regione Puglia sarebbero stati 28.
Come genitori ed insegnanti ci sentiamo presi in giro e vediamo mortificato il diritto all'istruzione (e alla salute intesa come benessere psico-fisico) dei nostri figli se pensiamo che in Emilia Romagna con 1018 focolai la Regione non ha chiuso un solo giorno le scuole del primo ciclo.
Sempre nell'ordinanza leggiamo di un piano per gli “indirizzi operativi per la riapertura in sicurezza delle scuole nella Regione Puglia che sarebbero in via di approvazione”: ci aspettiamo azioni forti, concrete e soprattutto immediate in questa direzione.
Ci aspettiamo, soprattutto, che a marzo si levi un'unica voce che impedisca la formazione delle nuove classi con criteri che non garantiscono la sicurezza né con il COVID, né senza. Se questo non verrà richiesto da sindacati, famiglie, comitati, enti locali e, soprattutto, dalla REGIONE a settembre sarà di nuovo caos e scontro.
È ora di finirla con questo scaricabarile e di assumersi le responsabilità di governo senza gettare nel panico l'intera Regione già penalizzata dalle dis-ordinanze emanate dal 27 ottobre 2020 ad oggi.
07.01.2021
Comitato cittadino Permanente per i diritti alla Salute e all'Istruzione
venerdì 14 febbraio 2020
LA SCUOLA INSEGNA A PRENDERSI CURA DEL PIANETA, ENI PUÒ INSEGNARE A TRIVELLARE.
Promossa dal Comitato ScuolaBeneComune la PETIZIONE SU CHANGE.ORG circa 2000 firme ed il numero è in costante crescita. (Clicca QUI per firmare)
LA SCUOLA INSEGNA A PRENDERSI CURA DEL PIANETA, ENI PUÒ INSEGNARE A TRIVELLARE.
I Dirigenti scolastici ritirino l'accordo con la multinazionale del petrolio, le scuole di tutta Italia adottino l'agenda Onu2030 per progettare percorsi di cittadinanza attiva.
Apprendiamo con preoccupazione che due giorni fa l'Associazione Nazionale Presidi ha siglato un accordo con ENI per formare i docenti in vista dell'insegnamento dell'Educazione Civica che dovrebbe partire nelle scuole il prossimo anno scolastico. Non è la prima volta che ENI entra nelle scuole (in Basilicata, per esempio, non si contano le scolaresche che vanno "in gita" al centro oli di Viggiano).
Oggi appare al limite del paradosso l'incursione del gigante del petrolio nel mondo della scuola nella sua più delicata missione: la formazione dei docenti. Dall'anno prossimo ogni consiglio di classe dovrà pianificare n.33 ore per la c.d. Educazione Civica in attuazione della recente L. 92/2019. Formare i docenti a progettare percorsi multidisciplinari per declinare questa importante attività è compito della scuola. Eni si occupa di trivellare, estrarre e trattare petrolio. L'educazione civica è altro e dev'essere appannaggio di altri (istituzioni scolastiche soprattutto in collaborazione con tutto il mondo educativo). Perché?
È appena il caso di ricordare che ENI è protagonista di uno storico processo a Milano: i legali della ONG Friends of the earth, che rappresentano il re Francis Ododo e gli oltre 5 mila abitanti della comunità Ikebir (un popolo che vive di pesca e agricoltura sul delta del Niger, in Nigeria) hanno citato in giudizio Eni, insieme alla sua controllata Nigerian Agip Oil Company (Naoc). La comunità nigeriana chiede 2 milioni di euro di risarcimento danni per un disastro ambientale avvenuto nel 2010 a Clough Creek, nello Stato meridionale del Beyalsa.
Eni è, inoltre, indagata per disastro ambientale, abuso d’ufficio e falso ideologico nella vicinissima Basilicata nell'ambito dell'inchiesta della procura di Potenza. Coinvolti anche i rappresentanti del Comitato tecnico regionale, organo dell’amministrazione pubblica che avrebbe dovuto vigilare sulle operazioni del COVA di Viggiano, in quanto impianto a rischio di incidente rilevante. Incidente verificatosi e riconosciuto nel 2017, quando 400 tonnellate vengono sversate (è la stessa Eni a dichiararlo) in un territorio importantissimo dal punto di vista idrologico. Infatti il cova si trova a soli 2 km (a monte!!) dall'invaso del Pertusillo che porta acqua in Puglia, Basilicata e Calabria.
Anche Amnesty International ha evidenziato "gravi negligenze da parte delle aziende petrolifere Shell ed Eni, il cui approccio irresponsabile alle fuoriuscite di petrolio nel Delta del fiume Niger sta aggravando la crisi ambientale in quella regione della Nigeria" (https://www.amnesty.it/nigeria-scoperte-gravi-negligenze-parte-shell-ed-eni/
Non si comprende, infine, l'opportunità di scegliere una azienda che si occupa di energia fossile quando documenti scientifici internazionali e documenti di impegno sottoscritti anche dal nostro paese definiscono chiaramente l'esigenza di abbandonare tali fonti per la salvaguardia del pianeta e dei suoi abitanti.
I dirigenti, le dirigenti, gli insegnanti, le insegnanti, i maestri, le maestre, gli studenti e le studentesse ed i relativi genitori di tutta Italia non si prestino a questa operazione di greenwashing e progettino insieme alle scuole percorsi di educazione civica all'insegna della cittadinanza attiva per l'attuazione dell'agenda 2030.
La petizione può essere sottoscritta anche da ogni singolo/a cittadino/a attivo/a che abbia a cuore le sorti della scuola e delle generazioni future.
domenica 9 febbraio 2020
09.02.2010 - 09.02.2020. 10 anni fa il diritto all'acqua nello Statuto comunale di Altamura
venerdì 18 ottobre 2019
Condotta antisindacale al Liceo “Cagnazzi” di Altamura (BA)
Nel paese in cui il mondo della scuola non rispetta le regole, non può esserci futuro.
Il contratto dei lavoratori della scuola è un insieme di regole.
I lavoratori si riuniscono in sindacati che li tutelano da chi non rispetta le regole (leggi contratto).
I vari organi collegiali funzionano bene se si rispettano le regole....
Perchè sono queste (le regole) che garantiscono l'equilibrio dei poteri.
Solo grazie al rispetto delle prerogative di ognuno dei diversi soggetti che nella scuola lavorano, studiano, insegnagno e dirigono VI PUO' ESSERE TRASPARENZA anche (e soprattuto) nei flussi di denaro nelle scuole arrivano.
Bari, 15 ottobre 2019 COBAS Scuola Bari