sabato 13 giugno 2009

Non lo dire!



A proposito di "non penserai mica che lo diciamo", vi ricordiamo che - in questi giorni - è possibile acquistare obbligazioni Eni.
Ma dove investe e come investe questa grande azienda italiana dell'energia?

DAL SITO DI UNIMONDO
La Fondazione Culturale Responsabilità Etica - costituita nel 2003 da Banca Etica - per portare nelle assemblee dei due colossi energetici italiani le posizioni e le richieste della società civile, ha avviato su proposta della CRBM e di Greenpeace Italia un'attività di "azionariato critico" acquistando alcune azioni di Eni e Enel.
Anche quest'anno la Fondazione ha sollevato diversi critiche nelle assemblee delle due società che si sono da poco concluse a Roma.
Per quanto riguarda l'Eni, la Fondazione Culturale di Banca Etica ha in primo luogo ribadito le criticità relative all'operato in Kazakistan e Nigeria.
Inoltre, in merito agli accordi firmati nel maggio dello scorso anno dall'Eni con il governo della Repubblica del Congo (RdC) per investire circa 3 miliardi di dollari in progetti energetici nel periodo 2008-2012 che ricoprono esplorazione di sabbie bituminose, produzione di olio di palma per alimentazione e biodiesel, e la costruzione di un impianto a gas per la produzione di energia elettrica, la Fondazione Culturale ha richiesto informazioni sugli "studi di fattibilità economica, sulle valutazioni di impatto ambientale e sociale inclusa la documentazione relativa alle consultazioni pubbliche con le comunità locali ed al calandario di realizzazione dei diversi progetti". Ha inviato quindi gli azionisti "a proporre una moratoria sugli investimenti relativi allo sfruttamento delle sabbie bituminose e delle piantaggioni di palma da olio fin tanto che i potenziali rischi economici, sociali, ambientali non vengano accuratamente valutati ed un piano di gestione dei rischi debitamente redatto ed approvato".

Ma soprattutto la Fondazione Culturale ha posto all'attenzione la "struttura societaria complessa dei due giganti energetici italiani che conta troppe società controllate in paesi a tassazione agevolata", cioè nei "paradisi fiscali".

Scorrendo il bilancio dell'Eni del 2008, si scoprono moltissime compagnie che vedono una partecipazione di maggioranza, o addirittura del 100% della stessa Eni (in .pdf) in paesi quali le Bahamas, le Bermuda, il Lussemburgo, la Svizzera, il Principato di Monaco le Isole del Canale (Saint Helier, a Jersey), le Isole Vergini Britanniche, Cipro e altri ancora. "E' poi ancora più sorprendente che la stessa Eni, nel suo patinato Bilancio Sociale, riporti l'elenco dei Paesi in cui è attiva. In questo elenco non figurano le Bahamas, le Bermuda, o altri Paesi in cui l'impresa ha delle società controllate. In questa situazione, risulta legittimo chiedersi quale sia la funzione di tali società controllate. Cosa significa avere delle società controllate in giurisdizioni in cui non si opera?".
Che dice, lo diciamo ai futuri obbligazionisti?

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