venerdì 26 giugno 2009

Asini e cazzate



Il ministero ha reso noti i risultati parziali degli scrutini: il 28.6% degli studenti delle superiori termina l'anno con un giudizio sospeso con debiti mentre il 13.6% non è stato ammesso.
Gli studenti non ammessi nei soli primi due anni delle medie, se sarà confermato il trend, potrebbero arrivare a circa 70.000 rispetto ai 45.000 dell'anno scorso.


I Tg a questi dati hanno legato la Gelmini che affermava il ritorno alla serietà della scuola...ma di quale serietà stiamo parlando?
70.000 ragazzini che non superano le scuole medie sono 70.000 sconfitte del sistema educativo.
Sono bambini che non vengono seguiti dalle famiglie e che la scuola non riesce a recuperare.
Questo succede quando si investe poco nella istruzione.
La scuola dovrebbe dare gli strumenti di base per affrontare il mondo degli adulti, ma con 70.000 non ce l'ha fatta.
Anzicché plaudere al ritorno della serietà bisognerebbe farsi un esame di coscienza per capire se questo modo di (non) finanziare la scuola pubblica e di abbassarne il livello impedendo l'entrata di nuovi insegnanti e facendogli perdere tempo solo tra POR e PON non stia creando delle pericolose sacche d'ignoranza.
Questa domanda non se la fa nessuno.
Probabilmente perché nell'alto dei ministeri la risposta è perfettamente coincidente con il proprio programma di governo.

L’ultimo rapporto Ocse, pubblicato sempre in questi giorni, boccia la scuola italiana.
La verità è che l’aumento dei bocciati è stato determinato dai provvedimenti ministeriali, incoerenti in sé e contraddittori nel loro succedersi. Provvedimenti che hanno creato disorientamento e si sono prestati alle più diverse interpretazioni da parte delle scuole.

Non tutti sanno della grande confusione dei provvedimenti sul voto in condotta: non fa media... fa media... si boccia con il cinque in condotta... chi è stato di sospenso per gravi motivi prende cinque in condotta, anzi no. Poi sui voti in genere: per essere ammessi all’esame di maturità occorre avere la sufficienza in tutte le materie, ma dall’anno prossimo. Quest’anno no... però si è ammessi con la media del sei, senza la condotta... Contrordine! voto di condotta incluso.

I docenti delle medie, a fronte di lacune o risultati modesti, volevano far passare gli alunni più deboli alla classe successiva con un sei “rosso”. Il ministro ha detto che il sei è sei, e chi aveva meno di sei lo bocciassero pure. Non si è resa conto il ministro, e nessuno dei suoi consiglieri, di non aver previsto per questi bambini una sospensione di giudizio e un’attività didattica di recupero, come avviene alle superiori. O più semplicemente ha voluto risparmiare i soldi dei corsi di recupero.

L’anno scolastico che si sta concludendo ha visto un taglio significativo dell’organico dei docenti e degli ata, non bilanciato da nessuna iniziativa di riorganizzazione o di integrazione con servizi presenti sul territorio. Vede ancora in grosse sofferenze finanziarie le scuole, che hanno nominato meno supplenti, hanno ridotto l’acquisto di sussidi, ma anche le spese di funzionamento.

L’Ocse ha pubblicato un’indagine che forse ci spiega perché aumentano i bocciati in Italia. L’indagine riguarda temi strategici, quali l’apprendimento, la valutazione, la carriera dei docenti, il reclutamento. Dà inoltre suggerimenti per contenere la spesa, migliorare e rafforzare l’autonomia, la qualità dell’insegnamento, la professionalità dei dirigenti, le prestazioni degli alunni, i risultati delle scuole. L´Ocse boccia la scuola italiana perché i livelli di apprendimento degli studenti sono tra i più bassi. Le strutture scolastiche sono vecchie e spesso senza palestre e laboratori moderni. Anche la valutazione degli studenti lascia a desiderare.

C’è poco da compiacersi, come fa la Gelmini. C’è da spendere invece un sacco di soldi. Quando risolveremo tutti questi problemi, la scuola sarà finalmente seria. E forse non boccerà più nessuno. La scuola seria crea la condizione di bisogno di apprendere... e promuove la voglia di imparare, non boccia. Tutto il contrario di quello che pensa e dice il ministro (fonte: orizzontescuola.it)


Nessun commento: