venerdì 13 febbraio 2009

Vi illuminiamo di più... l'ENI!



Oggi vogliamo parlare di green washing. Chi aderisce alla campagna "M'illumino di meno" sappia perchè tra coloro che aderiscono a questa campagna mancano Beppe Grillo, i MeetUp ed altre realtà che fanno informazione vera. Perchè?

Questo articolo (unimondo.org)
mette tutto in chiaro e fornisce una nuova e reale chiave di lettura... Ci dispiace per i boy scout di Altamura, ma siamo convinti della loro buona fede.
Ragazzi fate girare questo messaggio: eviterete così di contribuire a "ripulire" l'immagine di aziende vorrebbero illuminare meno solo i loro veri obiettivi.

Un grande successo, non c'è che dire. Ci sono proprio tutti: dalle associazioni ambientaliste (Legambiente e Wwf). E c'è anche McDonald's Italia (sì avete letto bene), finanche la CIA - no, non quella americana ma la Confederazione Italiana Agricoltori e l'Europarlamento di Bruxelles, Camera e Senato d'Italia, il Quirinale...

Insomma non manca proprio nessuno a parte, forse, il solito Beppe Grillo. E non potrebbe essere altrimenti visto che l'iniziativa promossa dalla trasmissione Caterpillar è "patrocinata dal Ministero dell'Ambiente e dal Parlamento Europeo" e si svolge "in collaborazione" con... l'ENI. Toh, l'ENI!

Ma l'ENI non è nel mirino delle associazioni per i rischi ambientali e sociali connessi all'esplorazione del giacimento del Kashagan fatto di un petrolio di qualità molto bassa e contenente nella sua parte gassosa oltre 40 sostanze tossiche, un'operazione che tra l'altro ha visto esplodere i costi da 27 a 136 miliardi di dollari? Non è la stessa ENI che - suo malgrado - è stata al centro di un'approfondita inchiesta della trasmissione Report per la faccenda connessa con la Gazprom? E non è l'ENI l'oggetto di una specifica campagna di denuncia per la partecipazione alla svendita del petrolio iracheno? O responsabile della costruzione di un oleodotto-serpente di 513 km che ha provocato l'ulteriore distruzione della foresta amazzonica ecuadoriana e violato i diritti delle comunità indigene? E l'operato in Nigeria dell'ENI è tutto trasparente e rispettoso delle popolazioni locali? O sono tutte balle quelle che ci raccontano trasmissioni televisive e Ong italiane e internazionali? Se cosi fosse ci piacerebbe esserne informati. Ma se non è cosi, allora, com'è che associazioni ambientaliste, Enti locali responsabili, parlamentari ecologisti fanno finta di non vedere il logo del 'Cane a sei zampe' che sponsorizza l'iniziativa di Caterpillar?

Non è un discorso nuovo. Lo aveva già fatto gli anni scorsi la Rete Lilliput che denunciava: "L'ENI è una delle più grandi multinazionali del settore petrolifero e si è distinta negli ultimi anni per la propria partecipazione in molte delle operazioni più controverse, a livello internazionale, riguardanti l'estrazione di gas e petrolio". "In questa situazione - proseguiva Rete Lilliput - la sponsorizzazione di un'azienda del gruppo ENI a un'iniziativa come 'M'illumino di meno' suona come un mero tentativo di ripulire la propria immagine". Rete Lilliput invitava il Governo Italiano - principale azionista dell'ENI - a "anteporre il controllo dell'operato delle proprie aziende alla mera condivisione dei loro utili" e la redazione di Caterpillar a "dotarsi di un codice etico nella selezione degli sponsor". Poi il silenzio. O meglio il buio, forse per via dell'oscuramento che l'iniziativa propone.

Crediamo, invece, che sia tempo di accendere i riflettori dell'informazione e dell'intelligenza per non finire tutti oggi a saltare sul carrozzone sponsorizzato ENI - magari per proporre i nostri aperitivi rigorosamente sorseggiati al lume di candela - e domani ad invitare associazioni, Enti locali, Ong e movimenti a denunciare l'ennesima nefandezza targata Cane a sei zampe.

Giorgio Beretta

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