sabato 26 marzo 2011

L'ACQUA TERAPEUTICA (di mio nonno)

Nel giorno della manifestazione nazionale a favore dei referendum abrogativi delle leggi sulla privatizzazione dell’acqua e per la reintroduzione dell’energia nucleare nel nostro paese, torniamo a parlare di acqua. Di un'aberrazione del contetto di acqua: l'acqua che spreca l'acqua ovvero l'acqua in bottiglia (per ogni litro bevuto se ne sprecano 15 per fabbricare la bottiglietta di plastica) . Legambiente e la rivista Altreconomia hanno, infatti, da poco presentato il dossier Acque Minerali: la privatizzazione delle sorgenti in Italia (.pdf) per fare il punto della situazione sulla gestione delle sorgenti del bel paese a pochi anni dai documentati libri di Luca Martinelli “Imbrocchiamola” e “L’acqua è una merce”.Il dato che emerge è chiaro e preoccupante allo stesso tempo: gli italiani bevono troppa acqua in bottiglia. Con 192 litri di acqua minerale pro capite si conferma il paese con il più alto consumo di acqua in bottiglia in Europa (nella maggior parte dei casi in plastica). Un volume di affari di 2,3 miliardi di euro. Questi dati, inoltre sono la cifra che noi itagliani deleghiamo la scelta dell'acqua che beviamo al bancone di un supermercato e alla pubblicità che questo richiama alla nostra mente. L'acqua che beviamo, quella che bevono i nostri bambini è troppo importante per essere scelta a colpi di spot.

E' indiscutibilmente un segno di regressione culturale. Mio nonno a volte comprava l'acqua in bottiglia (molto a malincuore per quanto costava), ma lo faceva perchè glie lo aveva detto il medico, non certo perchè aveva sentito una sconosciuta (seppure avvenente) alla radio o in tv. Abbiamo rinvenuto in cantina una di queste bottiglie (di vetro ovviamente) e guardate un po' cosa abbiamo scoperto. Un'etichetta che sembra (giustamente) il bugiardino di un prodotto farmaceutico con tanto MODALITA' D'USO. Del resto mio nonno quella bottiglia l'aveva certamente comprata in farmacia. Qualcuno può obiettare: che c'è di male?

(rispondiamo citando Giuseppe Altamore)

«La prima ragione del 'male', sta per l'appunto nell'ingiustificata credenza che l'acqua minerale sia più pura e più sicura dell'acqua potabile. L'acqua minerale non è né per definizione né in pratica necessariamente più pura e più sana dell'acqua potabile, si legge nella relazione. Anzitutto l'acqua minerale non è considerata dal legislatore un'acqua potabile, ma come un'acqua terapeutica in ragione di certe caratteristiche fisico-chimiche che ne suggeriscono un uso per fini specifici. Per queste ragioni è consentito alle acque minerali di contenere sostanze come l'arsenico, il sodio, il cadmio in quantità superiori a quelle invece interdette per l'acqua potabile. Mentre non è permesso all'acqua potabile di avere più di 10µg/l (microgrammi per litro) di arsenico, è frequente che la maggior parte delle acque minerali siano contenute 40/50µg/l di arsenico senza l'obbligo di dichiararlo sulle etichette. Lo stesso vale per altre sostanze.

Valore limite di alcune sostanze contenute nell’acqua potabile e nell’acqua minerale


Valori limite acque potabili
Decreto L. 31/2001

Valori limite acque minerali
Decreto 542/92 – Dm 31/05/2001

Arsenico totale (µg/l) 10 50
Bario (µg/l) - 1
Cromo (µg/l) 50 50
Piombo (µg/l) 10-25 10
Nitrati (mg/l) 50 45-10*
Alluminio (µg/l) 200 Nessun limite
Ferro (µg/l) 200 Nessun limite
Manganese (µg/l) 50 2000
Fluoruro (mg/l) 1,50 Nessun limite

* Valore relativo ad acque destinate all’infanzia

Una clamorosa omissione che può essere pericolosa per la salute di chi beve sistematicamente la stessa acqua minerale per anni senza controllo medico. Ricordiamo, inoltre, che nel febbraio 2000, l'Italia ha ricevuto un ammonimento da parte della Commissione dell'Unione europea, perché i valori massimi previsti per alcune sostanze tossiche e indesiderabili nelle acqua minerali italiane erano superiori alle norme imposte a livello comunitario»
«La seconda ragione del 'male' risiede nel fatto che se - come abbiamo visto - l'acqua minerale non è né più pura né più sana della potabile è certamente molto più cara: dalle 300 alle 600 e persino 1000 volte più cara», aggiunge Petrella.
Secondo gli ultimi dati, derivati da un'inchiesta della Federconsumatori, il costo medio in Italia di 200 metri cubi d'acqua potabile, corrisponde al consumo medio di una famiglia, è pari, nel 2000, a 361.269 lire annue, cioè 1
806 lire al metrocubo (0.93 euro).
Un litro di Perrier costa più di 1000 litri di acqua di rubinetto, la più cara d'Italia (quella di Forlì) e quasi 3000 volte di più dell'acqua potabile di Milano.
«Il successo di mercato delle acque minerali è chiaramente uno scandalo», continua Petrella.

(fonte:
Qualcuno vuol darcela a bere, Giuseppe Altamore, giugno 2003)
Provate poi a confrontare questa etichetta con quella attualmente in circolazione!

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