lunedì 31 agosto 2009

proibire e non parlare è cosa da evitare



Il vero successo di una società non si misura contando le decine di migliaia di persone dietro le sbarre per anni, ma facendo in modo che quelli che possono non finirci dietro le sbarre non ci finiscano. Dieci, cento scuole in più per un carcere in meno.
Noi italiani siamo in "leggera" controtendenza: Gelmini taglia un sacco di cattedre e chiude tante aule (sovraffollandone altre) e Mister Alfano propone di costruire nuove carceri (magari a privati).
E' triste, ma vero.
Nel frattempo il crociato Giovanardi rilancia la sua battaglia proibizionista senza aver valutato gli effetti (negativi) di 3 anni della Fini-Giovanardi L. 49/2006 sulle droghe, quella che equiparava droghe leggere e pesanti. Pensate che l'art. 73 della suddetta legge è responsabile del 40% del totale dei detenuti.
Le associazioni Antigone, Forum Droghe e La società della Ragione hanno presentato nei mesi scorsi il “Libro bianco sulla Fini Giovanardi” (l. 49/2006). Nel rapporto sono illustrati e commentati i dati sulle conseguenze penali e sulle sanzioni amministrative della legge:
calano i sequestri di sostanze,
cresce il numero delle persone segnalate all’autorità giudiziaria (soprattutto stranieri),
aumenta il numero delle sanzioni amministrative,
aumenta la percentuale dei tossicodipendenti in carcere sul totale dei detenuti,
aumenta la percentuale dei tossicodipendenti sul totale degli ingressi (siamo al 46%)
Per non parlare di una campagna terroristica sulla “droga bruciacervello”, che non tiene conto dei moderni approcci della psicologia sociale.
Negli ultimi anni anche la scuola ha rinunciato a parlare di dipendenze (non solo droghe: alcol, scommesse, consumismo...) eppure di soldi per le scoppiettanti attività POF! PON! PATAPUM! e via dicendo non mancano.

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