mercoledì 5 agosto 2009

LA PILLOLA NON VA GIU'



I vescovi italiani non si sono risparmiati contro la pillola abortiva RU-486, minacciando di scomunica donne e medici che ne faranno uso.
A loro due domande:
il diritto alla vita non riguarda anche quei neonati degli immigrati irregolari che non potranno essere riconosciuti dai propri genitori perchè rei di clandestinità? Oppure un neonato essendo ormai nato, può badare da solo a se stesso!
Il diritto alla vita passa anche per il diritto all'acqua (acqua che in Italia è divenuta merce per legge da più di un anno): dove sono i vostri anatemi e le vostre denunce a riguardo?

La pillola non va giù (fonte Manifesto.it)
«Ora che l’Aifa ha deciso, in scienza e coscienza, di consentire anche in Italia l’utilizzo della pillola Ru486, nessuno, tanto meno il governo, cerchi rivincite». L’auspicio di Benedetto Della Vedova, uno dei pochissimi esponenti del Pdl che giudica normale e corretto il sì dell’Agenzia del farmaco, fa capire che il fronte del no - Chiesa, destra, vetero e neo fondamentalisti - la rivincita la cercherà eccome. Il rampino a cui si attaccherà sarà l’articolo 8 della legge 194 che prescrive che l’intervento abortivo debba svolgersi in ospedale. Interpretato con razionalità e buon senso, l’articolo implica che debba avvenire in ospedale l’intervento chirurgico o la somministrazione della coppia di farmaci (Ru486 e, successivamente, le prostaglandine) che inducono il distacco e l’espulsione dell’embrione. Nella maggior parte dei casi l’espulsione si verifica due-tre giorni dopo l’assunzione, in day hospital, delle prostaglandine. Avviene a casa (non per obbligo, ma per scelta delle donne). Tanto basta alla sottosegretaria al welfare Eugenia Roccella per sostenere che l’aborto farmacologico è «intrinsecamente domiciliare», quindi «clandestino», quindi contro la 194. Mai legge fu tanto apprezzata dagli stessi che, fino all’altro ieri, l’avevano condannata. La guerra al day hospital, la pretesa che le donne restino ricoverate a lungo sarà lo stratagemma per «disincentivare» la Ru486. [...] Tutti tralasciano il fatto che la Ru486, nei paesi europei dove si usa da anni, non ha fatto aumentare il numero delle interruzioni di gravidanza volontarie. Ha spostato una quota di aborti da un metodo all’altro. In Francia, paese d’origine della Ru586, le ivg chimiche costituiscono il 56% del totale. In Gran Bretagna si fermano al 15%. In Italia, dove la pillola potrà essere somministrata solo entro la settima settimana di gravidanza (due in meno rispetto alle direttive europee), non si dovrebbe andare oltre il 15-20%. Molto meno, se passerà la linea di tenere prigioniere in ospedale le donne in attesa che l’embrione venga espulso.

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