domenica 16 agosto 2009

CEI Collaborare per Economie Indipendenti (dalle banche)



La crisi imperversa mentre i mezzi di distrazione di massa vogliono convincerci del contrario. "Siamo in ripresaaa! EVVIVAAA" ci dicono.
A leggere le statistiche di Banca d'Italia il debito delle famiglie italiane nel 2008 è aumentato di oltre l'80% rispetto al 2002. I dati del 2009 saranno ancora peggio.
Ovvio che le famiglie povere vanno aiutate (soprattutto per tenersele buone buone: la TV potrebbe non reggere ai morsi della fame!)
Dopo la genialata della social card con cui abbiamo regalato un sacco di soldi a Poste Italiane SpA, ai CAF che dovevano compilare le domande, a Mastercard (vedi la puntata di Report),
anche la CEI in accordo con l'ABI, farà la sua parte lanciando quello che la stessa ABI (associazione bancaria italiana) ha definito il più grande programma di microcredito realizzato in Italia. Si tratta di un prestito di 500 euri al mese per un anno (estendibile a 2) da restiruire entro 5 anni con un interessa annuo del 4,5%. Al prestito potranno accedere - secondo criteri stabiliti dalla stessa CEI - coppie sposate con almeno tre figlie (no separati se conviventi) che abbiano perso qualsiasi fonte di reddito a causa della crisi dopo giugno 2008. Fin qui, niente di male, ma il fondo di garanzia di 30 milioni di euro raccolto dalla CEI è stato affidato a BancaProssima (costola di Intesa San Paolo, una della banche più armate d'Italia con un movimento di 850 milioni di euro per programmi di riarmo!).
Sembra la solita operazione di greenwashing, anzi ethic-washing degli istituti bancari che utilizzano il patrocinio dei vescovi per essere più socialmente accettate e sopratutto per farsi nuovi clienti.
Questa iniziativa darà sollievo immediato a tante famiglie, ma cosa accadrà dopo?
Cosa ne sarà di questi poveri (soprattutto di spirito) vittime dell'istigazione allo spreco di Stato?
Perchè non farsi sentire contro il gioco d'azzardo di stato del Gratta e Perdi e del SuperStremaLotto?
Accando a queste iniziative si dovrebbero prevedere programmi di educazione all'uso responsabile del denaro, proposte concrete per ripensare i nostro modo di concepire gli acquisti, gli strumenti reali per incentivare l'autoproduzione di beni di consumo... Ma le banche forse non sarebbero d'accordo, e la CEI?

P.P.: un prestito di 7.500 euro con Banca Etica ha un interesse del 3,3%.... per dire.

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