lunedì 8 febbraio 2010

La Puglia migliore. Anche senza le donne?




Risolvere il problema della rappresentanza di genere non è un tema da poco e le soluzioni semplici non esistono.
Le donne non sono una specie protetta a cui assicurare una sorta di "riserva indiana" della politica, ma è evidente che esistono muri trasparenti che ne impediscono l'accesso.
Ad una donna - nella politica e non solo - si chiede sempre qualcosa in più: possiamo essere rappresentat* da uomini incapaci, senza mestiere, puttanieri e cattolici con doppia famiglia ma dalle donne no.
Ci sembra strano, ci suona sbagliato: riuscirà ad essere una buona madre? Come farà suo marito senza di lei? Diventerà il suo segretario? A quanti l'avrà data per arrivare così in alto? E' ovvio che faccia carriera, è così brutta che non la sposerebbe nessuno...
Che tu sia bella o brutta, intelligente o mediamente stupida nella maggior parte dei casi non c'è posto per te.
La questione (spicciola ma veritiera) è che le pressioni culturali per auto-relegarsi ad un ruolo di marginalità sono fortissime e superarle e mettersi in gioco "come un uomo" richiede un surplus di coraggio e capacità di ingoiare rospi (forse bisognerebbe cominciare a mettersi in gioco "come donne").
A questo aggiungete la difficoltà di conciliare i tempi della politica (costruiti intorno agli uomini, come i tempi del lavoro) con quelli di un'eventuale famiglia e le preoccupazioni (spesso indotte) di essere madri degeneri se ci si occupa di altro oltre che della pappa del neonato e il gioco misogino è fatto.
Anche in Puglia, dove si è riusciti ad accettare un presidente omosessuale (chi l'avrebbe mai detto!) ma pare si faccia fatica a riconoscere la capacità politica delle donne (leggi l'articolo di Tonia Guerra -PRC).
Donne e uomini non sono uguali, ma dovrebbero avere pari opportunità di esprimersi se non si vuol perdere una ricchezza di confronto indispensabile per la crescita collettiva.
Le donne non sono mai state mute e hanno sempre (dovuto) trovare vie traverse per esprimersi, ma ora è tempo di parlare con la nostra voce e proporre le PROPRIE esigenze e adeguare la vita pubblica ai tempi delle DONNE.
In Puglia la referente del Comitato Pugliese Acqua Bene Comune è una donna, Margherita Ciervo, ad Altamura la protesta contro il ripetitore di via Manzoni è partita dalle madri.
Nella nostra città è nata anche una lista di sole donne (Donne Protagoniste) che - se non si farà ingoiare da giochi di partito e di consenso e se saprà costruire un programma credibile (che ancora non è noto!)- potrebbe quantomeno sollevare l'attenzione sui temi di genere.
Gli spazi per la rappresentanza di genere esistono: riprendiamoceli!

p.s. Il movimento femminista, che ha - ovviamente - commesso i suoi errori, non va ripudiato come il demonio perché le donne che hanno lottato allora si battevano contro regole assurde (la galera per chi abortiva, la violenza sessuale come semplice delitto contro l'onore - altrui e non contro la persona) e per una maggiore dignità (il diritto ad una informazione seria sulla contraccezione, una maggiore libertà di espressione, la denuncia delle violenze familiari e non, il diritto di porre fine a relazioni matrimoniali insostenibili...).
A loro dobbiamo molto e con spirito critico dobbiamo coglierne le premesse per una stagione di diritti e di pari opportunità.

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