domenica 28 febbraio 2010

1 MARZO SCIOPERO LAVORO MIGRANTE


(fonte: sinistracritica bari)

1^ Marzo h 16.30 p.zza Umberto, Bari
Manifestazione regionale. A seguire contro-informazione, dibattiti, proiezioni, musica.

Si è cominciato a parlare di 1° marzo e di sciopero dei migranti
grazie al coraggio delle donne che hanno lanciato la campagna su
Facebook. Poi hanno cominciato a parlarne anche i migranti e le
migranti nei posti di lavoro, nelle RSU, nei coordinamenti e nei
luoghi di aggregazione. Allora molti si sono affrettati a dare lezioni
e a cercare di correggere il tiro. Uno sciopero sarebbe destinato a
fallire, si è detto. Sarebbe uno sciopero etnico che dividerà i
lavoratori, si è accusato. Si afferma che è uno sciopero che non si
può fare, perché la precarietà e il lavoro nero innalzano barriere
insormontabili. Vi sono però lavoratori e lavoratrici che
cocciutamente, ignorando le lezioni e superando le barriere, lo
sciopero lo stanno costruendo sul serio. Andando verso il 1° marzo la
parola sciopero ha unificato non solo un grande movimento di
solidarietà verso i migranti, ma anche i lavoratori, e non solo quelli
migranti. Il 1° marzo lo sciopero si può fare e si farà, e coloro che
si asterranno dal lavoro, dicendo no alla legge Bossi-Fini e al
pacchetto sicurezza, parleranno anche di chi è già precario perché la
sua permanenza in questo paese è legata a doppio filo a un contratto
di lavoro. Parleranno di chi il permesso di soggiorno non l´ha mai
nemmeno visto, proprio a causa della clandestinità che la Bossi-Fini
produce e il pacchetto sicurezza criminalizza. Parleranno anche di chi
è precario e sottopagato pur essendo italiano.
Il 6 febbraio, a Brescia, una grande manifestazione contro il razzismo
istituzionale che i governi locali stanno applicando con ferocia ha
coinvolto 20mila uomini e donne di diverse generazioni, nella
maggioranza migranti. La parola d´ordine dello sciopero si è
amplificata costantemente durante quella manifestazione e in
conclusione sono stati pubblicamente fatti i nomi delle aziende nelle
quali lo sciopero il 1° marzo ci sarà.
Il 7 febbraio a Suzzara, nel Basso Mantovano, decine di lavoratori
migranti si sono incontrati per discutere degli effetti della crisi
nell´era della Bossi-Fini, individuando i luoghi di lavoro nei quali
lo sciopero può essere preteso. In almeno tre aziende nel Basso
Mantovano, per almeno un´ora in ogni turno, lo sciopero il 1° marzo ci
sarà.
Il 14 febbraio a Bologna oltre un centinaio di lavoratori e
lavoratrici ha preso parte a una grande assemblea nella quale alcuni
delegati, italiani e migranti, hanno dichiarato il loro sostegno allo
sciopero. Assieme lavoreranno a partire dalle RSU, ma anche
interpellando i loro sindacati per dichiarare lo sciopero. Possiamo
dire con ragionevole fiducia e cocciutaggine che anche nella provincia
di Bologna 1° marzo lo sciopero ci sarà.
Sappiamo che in altre province, come Reggio Emilia e Parma, lavoratori
migranti e italiani stanno andando nella stessa direzione. Si tratta
di percorsi importanti e la loro forza non può essere messa a tacere
né dal governo né da quanti ritengono che, quando i migranti parlano,
il lavoro si divide.
Questo percorso afferma chiaramente che lottare
insieme ai migranti è necessario per affermare i diritti di tutte le
lavoratrici e i lavoratori. Per il primo marzo si stanno preparando
moltissime mobilitazioni nel segno della lotta contro il razzismo. Noi
sosterremo e contribuiremo a organizzare queste manifestazioni. Il 1°
marzo però sarà soprattutto nel segno dei migranti e di tutti coloro
che si assumeranno con loro il rischio della libertà di sciopero,
dicendo no allo sfruttamento e alle gerarchie imposti dalla legge
Bossi-Fini. Appena lo sciopero del lavoro migrante sarà realtà,
smettendo di essere un mito o un´eterna promessa, la differenza dei
migranti dentro al lavoro e nella vita quotidiana sarà meno terribile.
Il 1° marzo dalle parole si può passare ai fatti

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