venerdì 5 marzo 2010

Sociologia della mignottocrazia



"Sei milioni di italiani guardano il Grande Fratello: sono tutti coglioni?"
La risposta spontanea è SI, ma forse non è l'unica risposta...

Da: ilnuovomondodigalatea.wordpress.com

Forse il problema andrebbe affrontato da un altro punto di vista. Invece di alzare alti lai per la corruzione che dilaga, perdersi in tirate moralistiche su cosa abbia portato allo sfacelo questo paese, e dire che la colpa del fatto che tutto sia andato a puttane è, appunto, delle puttane, che agiscono in proprio o vengono usate come tangenti per procacciare appalti e commesse miliardarie, sarebbe il caso di guardare un semplice dato statistico. Nel nostro paese non c’è alcuna mobilità sociale. Se nasci ricco, o benestante, lo resti. Se nasci povero, pure. Non è questione di quanto studi, sacrifichi, ti impegni, di quante competenze acquisisci o di quante buone idee riesci a sfornare. Quello che conta per far carriera e arrivare ad avere un buon stipendio è quella rete di conoscenze, di “ammanicature” che la famiglia e il lavoro del babbo e del nonno ti garantiscono da quando sei in culla. Se le hai vai avanti, sennò no.

In Italia il problema non è neppure il soffitto di cristallo: è che alcuni entrano nel mondo del lavoro con attorno una specie di gabbia di plexigrass che non riusciranno mai a sfondare: perché possono avere i titoli ed anche la testa, ma non hanno le conoscenze e le amicizie appropriate: non hanno le chiavi, insomma, per entrare nel “giro” giusto, e resteranno quindi vita natural durante là, a fare anticamera; mentre gli altri, quelli che hanno un papà laureato, o magari nemmeno laureato, ma abbastanza ricco e ben introdotto per frequentare la gente che serve, avranno la strada spianata.

Il mondo delle professioni è un universo chiuso ed autoreferenziale, in cui la preparazione non paga, o paga meno che non una parentela azzeccata e una cerchia di amicizie ben selezionate fin dal reparto maternità.

Ogni volta ci stupiamo, grondando moralismo, per le code di giovani che si presentano ai provini del Grande Fratello, sognano un passaggio all’Isola dei Famosi, sbavano per fare i tronisti dalla De Filippi. Guardiamo in faccia la realtà: nella loro incoscienza rozza di ragazzi del popolo hanno capito tutto. Hanno capito che l’unica strada per entrare nel giro giusto, fare il salto di qualità verso la gloria e la ricchezza vera non passa più per l’acquisizione di un titolo di studio. Detta in maniera brutale: per chi viene dal popolo, farsi il culo sui libri è tempo perso. Se anche ti prendi una laurea, questa non ti darà la chiavi per il mondo del benessere, e tanto meno della ricchezza: perché quegli ambienti sono davvero aperti solo per i figli di coloro che già fanno parte del club.

E allora il provino per tronista, la selezione di Miss Culetto o Miss Maglietta Bagnata sono pur sempre qualcosa di più democratico e di più aperto: se sei un bel figliolo o una bella figliola, con sufficiente stomaco e furbizia per afferrare le occasioni e saperti magari infilare nel letto giusto al momento opportuno, una chance reale te la danno: quella di entrare in contatto con quegli ambienti dove il potere c’è e il denaro pure. In fondo un provino per entrare nel corpo di ballo di Amici o nella schiera delle Paperette è ancora l’unico luogo in cui i ragazzi che alle spalle non hanno niente possono giocarsi il futuro contando solo su ciò che hanno o sanno fare. L’unico luogo, in Italia, dove in fondo ancora vige una forma di pura meritocrazia.

Piantiamola, dunque, di accusarli di essere stupidi: senza grandi analisi sociologiche, han capito quello che gli economisti e le statistiche ora confermano sul nostro paese: che se sei un bimbo e vuoi sperare, in futuro, di entrare a far parte dell’élite ma vieni dal popolo, l’unico modo per riscattarti da un padre operaio è sperare di avere almeno una mamma velina.

Posted by ilmondodigalatea

3 commenti:

Giancarlo ha detto...

Questa è la prova dell'annientamento di ogni valore, di ogni virtù, di ogni etica nella nostra società. Si promuove la corruzione, la "prostituzione" in senso lato e l'arrivismo a tutti i costi. Ma dove sono gli uomini virtuosi di un tempo? Quegli uomini che sparsero in ogni angolo del mondo la gloria e lo splendore di "Roma caput mundi"? Siamo una civiltà ormai in declino e abbiamo poche speranze di riscatto.

gazza articolata ha detto...

è svilente leggere anche un post del genere...qui si parla di benessere,soldi,successo,visibilità,questo è il punto d'arrivo?!'loro hanno capito tutto'?!...sono basita

Anonimo ha detto...

cara gazza, è solo una provocazione. Dire semplicemente che chi sogna un posto da velina o da tronista è stupido è un po' superficiale. Si tratta solo di chi sceglie di non combattere per avere quanto di diritto e si accontenta delle scorciatoie. E' chiaro che non c'è alcuna condivisione di questa visione della vita e del successo (come benessere, soldi e visibilità) ma solo uno spunto di riflessione. Un'elite che ragiona in un mondo che va in direzione ostinata e contraria non basta: occorre capire, analizzare...andare alle radici dei comportamenti che critichiamo, no?