sabato 6 marzo 2010

Pane al Pane... Acqua all'ACQUA



A quattro anni dalla costituzione del Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” e in seguito all’approvazione del disegno di legge “Governo e gestione del servizio idrico integrato Costituzione dell'azienda pubblica regionale Acquedotto pugliese, AQP” - alla cui elaborazione il Comitato, insieme al Forum italiano dei Movimenti per l’Acqua, ha contribuito,
il Comitato pugliese “Acqua bene Comune” e il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua hanno indetto una conferenza stampa che si è tenuta ieri presso l'Acquedotto Pugliese
per fare il punto sul percorso verso ripubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese e per presentare alla stampa il testo di legge definitivo elaborato dal tavolo tecnico congiunto e approvato dalla giunta regionale.
Alla conferenza stampa ha preso parte il Presidente della Regione Nichi Vendola e l’Assessore alle OO. PP. Fabiano Amati, promotori dell’avviato processo di ripubblicizzazione; e l’Ing. Ivo Monteforte, Amministratore Unico dell’Acquedotto pugliese.
Ai giornalisti è stato consegnato una sorta di vademecum per spiegare: il percorso di ripubblicizzazione, la partecipazione che lo ha caratterizzato, il passaggio da una posizione di resistenza alla possibilità di costruire un nuovo corso per la gestione dei servizi idrici, senza dimenticare le difficoltà e gli ostacoli incontrati.
Ne pubblichiamo solo un piccolo stralcio, lasciando alla vostra attenzione e sensibilità la lettura attenta (scarica il PDF), perchè per ogni battaglia è necessario comprendere le ragioni e i percorsi per continuare a percorrere i giusti passi per un risultato fondamentale: affermare il DIRITTO all'ACQUA e, con esso, il DIRITTO ALLA VITA.

Il disegno di legge regionale, nei contenuti e nelle modalità di realizzazione, rappresenta un importante risultato per la Puglia e per l’Italia

dal punto di vista culturale poiché costituisce un atto di rivendicazione da parte di una istituzione territoriale, la Regione Puglia, della Autonomia degli Enti locali che vuole contrastare una scelta fatta a livello nazionale di classificare un bene indispensabile all'esistenza di ogni essere vivente, come l'acqua, assimilandolo ad una merce da cui trarre profitto e nel contempo rilancia il dibattito nazionale sul decreto Ronchi e sulla gestione pubblica dei beni comuni con l'importante garanzia della partecipazione della cittadinanza soprattutto in termini di controllo “dal basso” della gestione stessa;

dal punto di vista sociale poiché la composizione paritaria (fra Istituzione e Comitato) del gruppo di lavoro denominato “Acqua Bene Comune dell’Umanità” è un esempio di pratica partecipativa che può divenire punto di riferimento a livello nazionale;

dal punto di vista politico poiché, pur consapevoli delle difficoltà che si sono registrate nel percorso, l’accordo con la quale è stata realizzata ci porta a pensare che ci sia stata una “maturazione” del confronto interno alle forze politiche e l’unanimità con la quale è stata approvata la delibera ci porta ad intendere questa come espressione condivisa e ufficiale della volontà da parte delle forze politiche che governano la Regione Puglia di procedere alla realizzazione di una gestione pubblica e partecipata dell’acquedotto pugliese.

Tuttavia, bisogna evidenziare che, dal punto di vista giuridico-sostanziale, il testo disegno di legge depositato non produce alcun tipo di effetto. Infatti, essendo stato presentato in Consiglio troppo tardi, praticamente l’ultimo giorno utile, non è stato possibile che terminasse la procedura necessaria per porlo ai voti. Così, di fatto, il Consiglio regionale, a causa del suo scioglimento, non ha potuto pronunciarsi sul ddl e questo testo di legge resta “semplicemente” agli atti.

Il percorso, dunque, non è affatto concluso e, anzi, è solo alla sua prima tappa, giacché i principi sanciti in quel testo devono ancora trasformarsi in disposizioni formali di legge ed essere oggetto di pronunciamento e presa di posizione da parte delle forze politiche e del consiglio regionale.


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